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INTRODUZIONE _____________________________________________________________5 CAPITOLO I - PRESENTAZIONE DEL CANDOMBL ________________________9 I - Il sacrificio. ___________________________________________________________10 II - Lofferta.

_____________________________________________________________10 III - Il pad di Esh ___________________________________________________11 IV - Il richiamo musicale ________________________________________________11 V - Le danze preliminari _________________________________________________12 VI - La danza degli dei __________________________________________________13 VII - I riti di uscita e comunione _______________________________________14 1- Cerimonia del Lavaggio _______________________________________________15 2 Il bori. _____________________________________________________________15 3 - Liniziazione _________________________________________________________17 CAPITOLO II - LO SPAZIO E IL TEMPO SACRO ___________________________31 CAPITOLO III - LA STRUTTURA DEL MONDO_____________________________52 I - I Babalao______________________________________________________________53 II - Il Babalosaim ________________________________________________________59 III - La Societ degli Egun ______________________________________________64 IV - I Quattro Scompartimenti del Cosmo _____________________________69 Schema di Corrispondenze e Classificazioni ______________________________76 CAPITOLO IV - ESHU' ______________________________________________________79 CAPITOLO V - LA STRUTTURA DELLESTASI _____________________________94 Famiglia dei vodoun della terra: _________________________________________100 Famiglia dei vodoun del fulmine: ________________________________________100 Famiglia degli antenati dei re dAbomey: ________________________________100 Dei giovani ________________________________________________________________101 Dei vecchi _________________________________________________________________102 CAPITOLO VI - LUOMO RIFLESSO DEGLI DEI __________________________111 - I - ______________________________________________________________________111 - II - _____________________________________________________________________115 - III - ____________________________________________________________________118 CONCLUSIONE - METAFISICA E SOCIOLOGIA __________________________126 NOTA - _________________________________________________________________129 SAGGIO DI UNA EPISTEMOLOGIA AFRICANA (YORUBA) ____________131 EPISTEMOLOGIA AFRICANA E SOCIOLOGIA DELLA CONOSCENZA __137 GLOSSARIO _______________________________________________________________139

INTRODUZIONE Fintantoch I Negri Africani sono stati schiavi, luomo bianco si interessato a loro unicamente come mano dopera, come indispensabile strumento per uneconomia basata sulle piantagioni. Alla fine del XIX secolo, tuttavia, il lavoro servile era stato abolito. Bisognava quindi integrare i negri nella comunit nazionale ma, prima di tutto, bisognava conoscerli. I primi studi sulle religioni africane sopravvissute datano dal 1896, in forma di articoli pubblicati sulla Revista Brasilera; erano il frutto del lavoro di un giovane medico di Bahia, Nina Rodriguez. Da allora e fino alla sua morte nel 1906, la Rodriguez si dedic completamente allanalisi o descrizione di quanto rimaneva di dette religioni. Lei stessa pubblic, in francese, Lanimismo feticista dei negri di Bahia (1900); Homero Pires raccolse, dopo la sua morte, i suoi articoli dispersi nelle numerose pubblicazioni, sotto il titolo: Gli Africani del Brasile. Senza dubbio queste opere risentono dellepoca in cui sono state scritte, e dei pregiudizi razziali che ne guastano le pagine migliori. Nina Rodriguez credeva nellinferiorit dei negri e nella loro incapacit ad integrarsi nella civilt occidentale. Come medico legale e psichiatra, nelle trans mistiche e nelle crisi di possessione che caratterizzano il culto pubblico degli Africani Brasiliani, non ha visto altro che manifestazioni disterismo. Infine, la sua stessa interpretazione etnografica della religione fatta secondo i dettami della scienza dei suoi tempi. La fine del XIX secolo aveva visto radicarsi in Brasile il positivismo, dove, come si sa, giocher un ruolo politico di primo piano. Da li viene il titolo del suo primo libro: lanimismo feticista. Malgrado tutte le inesattezze, le opere di Nina Rodriguez rimangono le migliori che siano state pubblicate, prima di tutto perch le sue fonti dinformazione provenivano dal Candombl pi tradizionale, il pi puramente africano della sua epoca: quello di Gantois, e poi perch le sue descrizioni dei culti, delle gerarchie sacerdotali e delle rappresentazioni collettive del gruppo negro sono sempre fedeli e attendibili. Naturalmente sono libri incompleti ma, secondo quanto si dice, dei libri sicuri. Qualche tempo dopo, tra il 1916 e il 1922, un uomo di colore, Manuel Querino, scrisse lui pure, un certo numero di studi sui negri di Bahia. Il suo punto di vista era totalmente opposto a quello di Nina Rodriguez che, a quanto pare, lui non aveva laria di conoscere. Querino voleva soprattutto dimostrare limportanza del contributo africano alla civilt del Brasile ed esaltarne il valore. Forse a lui si pu rimproverare una mancanza di cultura etnografica. Ma il suo colore gli permetteva di sapere ci che era stato occultato a Nina Rodriguez, il suo amore per i suoi fratelli di razza gli permetteva, daltro canto, di comprendere meglio certi aspetti di un culto dove i bianchi cercavano soprattutto il lato pittoresco ed esotico; per queste ragioni il contributo di Querino mi sembrato tuttaltro che trascurabile. E, in tutti i casi, superiore a quello del Padre Etienne Ignace Brezil nel suo lavoro su "Il feticismo dei Negri del Brasile pubblicato, in un primo tempo, in francese nella rivista Anthropos del 1908 e poi in portoghese. Il Padre Brezil non aggiunge, in effetti, nulla di nuovo a quanto scritto da Nina Rodriguez poco tempo prima, salvo alcuni errori di grafia. Non sembra poi che egli abbia avuto dei contatti intimi con i fedeli del Candombl, altrimenti non avrebbe trattato la religione di quei fedeli come una forma didolatria, poich non sufficiente descrivere dei rituali o citare i nomi delle divinit per fare delletnografia ma bisogna comprendere il significato dei miti e dei riti. Un errore di psicologia rischia di corrompere gravemente il valore dei fatti che si riportano ed proprio questo che successo con il lavoro del Padre Brezil. Per questa ragione lopera di Arthur Ramos riveste grande importanza. Costui si pu considerare il successore di Nina Rodriguez; a partire dal 1932, egli incomincer a pubblicare una serie di articoli o dei libri sulle sopravvivenze africane in Brasile. Senza dubbio, stando al materiale raccolto, questi articoli e libri non portano poi cos tanti elementi nuovi in rapporto a quanto gi divulgato intorno al Candombl di Bahia. Il merito di questi scritti risiede soprattutto nel suo metodo. Ramos libero da ogni pregiudizio sia razziale che religioso, egli ha insegnato agli africani brasiliani loggettivit scientifica. Certamente lui pure interpreta le sopravvivenze africane secondo le teorie della psicanalisi, ma separa radicalmente e accuratamente la descrizione dei fatti dallinterpretazione che lui ne da in seguito e separatamente. In questo modo egli riuscito a risvegliare nei giovani linteresse per la ricerca ed ha, per lo meno durante il periodo che va dal 1933 al 1940 circa, reso di moda gli studi

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sulle sopravvivenze africane nella civilt brasiliana; egli ha segnalato la necessit di non separare quegli studi dalle scoperte fatte dagli etnografi, sia in Africa che in altre parti dellAmerica, e delle teorie generali sullantropologia culturale nord americana. I suoi discepoli, fra i quali al primo posto metteremo Edison Carneiro, sono stati stimolati a continuare la ricerca sul territorio e a portare nuove informazioni che potessero completare limmagine della vita degli addetti al Candombl. Frattanto, nel 1942, Melville J. Herskovits, nel suo piano di inchieste generali su gli africani del nuovo mondo, giungeva in Brasile e si stabiliva a Bahia. Bench egli non avesse ancora pubblicato che una parte di materiale raccolto, quel suo viaggio fu, per i problemi di cui noi ci occupiamo, duna importanza capitale. Egli infatti ripose la vita religiosa nellinsieme della vita sociale o della quotidianit dei negri brasiliani, e linterpret, a sua volta, secondo la sua teoria della "acculturazione" e di una concezione funzionale della "cultura". Il rinnovamento della concezione africanista che egli introdusse si pu notare nelle opere di Octavio da Costa Eduardo, che studi i Negri di Maranhao e in quelle del Dottor Ren Ribeiro che studi gli Shang di Recife. Non neghiamo linteresse che rivestono tutti questi studi. La nostra principale tesi consacrata al problema delle trasformazioni, delle interpretazioni e delle metamorfosi delle civilt che vengono in contatto. Ma per quanto la natura delle "culture" africane abbia subito delle trasformazioni, resta pur sempre il fatto che il Candombl costituisce un sistema armonioso e coerente di rappresentazioni collettive e di gesti rituali. Anche se la religione africana sussiste perch risponde a certe funzioni o bisogni, ci non toglie che il Candombl abbia una struttura e che questa struttura meriti uno studio paziente e speciale. Non ci preoccuperemo quindi pi, in questo lavoro, di ricercare o no lorigine africana o non africana di questo o quellaspetto della religione , il possibile sincretismo di questi aspetti con quelli della civilt luso-brasiliana, rimandando il lettore alla nostra tesi principale. Studieremo il Candombl in quanto realt autonoma, senza riferimenti alla storia o al trasferimento delle culture da una parte allaltra del mondo. Non ci preoccuperemo pi di inquadrare le nostre descrizioni in sistemi di concetti improntati alletnografia tradizionale o allantropologia culturale, non che le disprezziamo, ma perch ci sembra pi importante aprire dei nuovi orizzonti che seguire sentieri gi battuti. Nel 1944 abbiamo preso contatto con il mondo del Candombl per la prima volta e, nel reportage compilato, abbiamo scritto: "La filosofia del Candombl non una filosofia barbara, ma un pensiero sottile non ancora decifrato". (Imagens do Nordeste mistico, p.134) ed proprio a questo "pensiero sottile" di cui vogliamo parlare qui. E sempre difficile disfarsi dei pregiudizi e degli etnocentrismi. Persino i Neri brasiliani che studiano le religioni africane del proprio paese accettano i punti di vista dei Bianchi e cio la superiorit della civilt occidentale. Con il pretesto che i fedeli di quelle religioni appartengono, in generale, agli strati pi bassi della popolazione, domestici, lavandaie, proletari, si ha, incoscientemente, la tendenza a credere che il Candombl non possa fornire o postulare una filosofia delluniverso e una concezione delluomo, differenti certamente dalle nostre ma altrettanto ricche e pure complesse. Studiosi come Ren Ribeiro in Brasile e Louis Mars ad Haiti hanno, senza dubbio, reso un gran servizio a coloro i quali denigrano i culti cosiddetti popolari specificando come questi siano utili allequilibrio mentale e alladattamento allambiente circostante. Tuttavia ancora necessario dimostrare che questi culti non sono semplicemente materia di superstizione ma che, al contrario, sottintendono una cosmologia, una psicologia e un certo pensiero teologico. Diciamo che il pensiero africano un pensiero sapiente. Nel 1944, allepoca del nostro primo viaggio a Bahia, non conoscevamo affatto il lavoro di M. Marcel Griaule, solo allindomani della guerra ne siamo venuti a conoscenza. Per noi sono stati un prezioso incoraggiamento perch hanno fortificato le nostre prime convinzioni. Purtroppo non abbiamo potuto andare molto pi in la di quanto ha fatto lui negli studi di questo pensiero africano poich il mondo del Candombl un mondo segreto nel quale non si entra che poco a poco e il tentativo che ne offriamo ai futuri ricercatori non che un abbozzo pi che una sintesi definitiva. Ce ne rendiamo perfettamente conto. Ma era necessario reagire subito contro un pregiudizio peggiorativo che rischiava di snaturare la descrizione dei fatti etnografici, che

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impediva in effetti di comprendere il vero significato delle cerimonie o dei gesti e che tendeva piuttosto a presentarli in forma caricaturale o degenerativa. Due sono stati gli ostacoli principali che abbiamo incontrato in questi nostri tentativi: il primo viene dagli informatori. Esiste una legge di segretezza. Ma i capi del culto, che spesso hanno dovuto subire delle persecuzioni da parte della polizia, esitano nel definire i limiti di questa segretezza. Noi ben comprendiamo la loro riluttanza a svelare certe sequenze del rito diniziazione o il loro rifiuto a far entrare nelle societ segrete come quelle degli Eguns. Non capiamo per perch ci nascondano il mondo dei miti. Se alcuni si rifiutano di divulgarli perch sono stati talmente ingannati che temono sempre che una sola parola troppo confidenziale possa ritorcersi contro di loro. Tuttavia c un modo per superare questo primo ostacolo: la religione africana, in quanto africana, non solamente una religione di Negri, non solo vi appartengono dei mulatti ma pure dei Bianchi, vedi ad esempio degli stranieri. Bisogna dissociare completamente la religione dal colore della pelle. Si pu essere africani senza essere Negri. Lingresso nel mondo del Candombl si fa per mezzo di tutta una serie di iniziazioni progressive, di cerimonie speciali aperte a coloro che sono chiamati dagli dei, a prescindere dalla loro origine etnica ed a mano a mano che si penetra nellinterno del santuario che si apprendono i misteri. Sono soprattutto i sacerdoti che hanno il senso del valore del tempo, il tempo che matura la conoscenza delle cose. Sono gli occidentali che vogliono sapere tutto subito ed perch, in fondo in fondo, non capiscono niente. Come mi diceva uno dei miei informatori: "Vi spiegher poco a poco, ogni settimana, ogni mese, una cosa nuova". Cos poco a poco, a forza di pazienza e di reciproca amicizia, la filosofia africana si rivela, passo a passo. Se ancora non si riesce a comprendere abbastanza perch ci si fissa unicamente sullaspetto esteriore dei culti, e che i pregiudizi inconsapevoli circa linferiorit mentale dei Negri ha deviato i ricercatori su un mondo mentale e su lepistemologia afro americana. Il secondo ostacolo la tendenza a reinterpretare i dati raccolti secondo la mentalit occidentale. Il Pre Tempels non lo ha evitato con lAfrica; ha ben compreso che i Bantus possedevano una filosofia, ma invece di presentarla in tutta la sua originalit la ha ripensata dal punto di vista del tomismo. Dobbiamo stare sempre molto attenti. Il merito del lavoro di Lvy-Bruhl lordine metodologico che ci ha insegnato giustamente una costante attenzione e obbiettivit. Lunico tentativo che, fino ad ora, si avvicina di pi al nostro larticolo che Pre Frikel ha scritto in una rivista francese sul concetto che i Negri di Bahia hanno circa limmortalit e il destino delle anime dei morti. Sfortunatamente quellarticolo port a delle conclusioni sbagliate perch lautore ha mal interpretato una parola del suo informatore, Manoel. Costui parlando della divinazione dIfa che si fa con 21 conchiglie, ha definito questo procedimento con il nome di Oka lelogun (Oka in yoruba indica il numero 21) e Frikel ha capito Oba Mlgum (Oba significa Re ed Egum morti); cos si messo a tessere tutta una filosofia su Ifa come Re dei morti, il che non ha assolutamente niente a che vedere con lautentico pensiero degli africani, ma risulta essere, al contrario, una re interpretazione secondo un pensiero filosofico occidentale, il panteismo. Noi abbiamo sempre preferito offrire delle conclusioni modeste ma vere, piuttosto che dei tentativi ambiziosi senza per dei fondamenti sicuri. Ci resta ancora qualcosa da dire circa lortografia dei nomi africani che, secondo noi, si deve adottare. Se il nostro scopo fosse stato quello delletnografo che cerca di scoprire le fonti certe di tutti gli africanismi di Bahia, crediamo che sarebbe stato indispensabile seguire le regole dettate dallIstituto Internazionale delle Lingue e delle Civilt Africane, per permetterci un confronto pi sicuro. Ma siccome consideriamo il Candombl in quanto realt autonoma che pu includere elementi di origine differente e che pur tuttavia si conforma in modo coerente in termini che appartengono a una realt brasiliana, abbiamo pensato di dover seguire, nel modo pi conforme al nostro progetto, lortografia fonetica degli autori di quel paese:

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U NH X e

si deve leggere si deve leggere si deve leggere si deve leggere si deve leggere

OU GN CH o SCH AN

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CAPITOLO I - PRESENTAZIONE DEL CANDOMBL Lungo tutto il litorale Atlantico, dalle foreste dellAmazzonia, fino alla frontiera stessa con lUruguay, si possono scoprire delle usanze religiose africane sopravvissute. Ma Bahia rimane la citt santa, con i suoi Candombl dove, nelle tiepide notti tropicali, le figlie degli dei danzano al suono sordo e martellante dei tamburi. Quei Candombl appartengono alle nazioni pi diverse e, di conseguenza, perpetuano delle tradizioni differenti: Angola, Congo, Gges (cio Ewe), Nagos (termine attribuito dai Francesi a tutti i Negri della Costa degli Schiavi che parlavano lo Yoruba), Quto (o Ketu), Ijshas (o Ijesha). E possibile distinguere queste nazioni luna dallaltra dal modo in cui vengono suonati i tamburi (con le mani oppure usando delle bacchette), dalla musica, dal linguaggio dei canti, dalle vesti liturgiche, a volte dai nomi delle divinit e, per ultimo, da certe modalit dei rituali. Sebbene linfluenza degli Yoruba domini senza dubbio tutto linsieme delle sette africane, imponendo i loro dei, la struttura delle cerimonie e la loro metafisica attribuibile ai Dahomene e ai Bantous. Tuttavia chiaro che i Candombl Nag, Queto e Ijshas sono i pi puri di tutti e sono i soli che tratteremo in questo nostro lavoro. Daltro lato si trovano delle nazioni yoruba in altre regioni del Brasile: a S. Luiz do Marahho, a Rcife, a Rio Grande du Sud. Il gruppo di S. Luiz, assai isolato, ha subito linfluenza della Casa das Mina, dahomene, che il gruppo dominante della citt, per cui lo lasceremo completamente da parte. Per contro, nella misura in cui le informazioni di Rcife e del Rio Grande du Sud completino o confermino le osservazioni di Bahia, ci potr capitare di fare riferimento ad argomenti tratti dagli Shang di Recife o delle nazioni Nag e Oyo (dal nome della citt Yoruba) di Porto Alegre. A Rio de Janeiro le nazioni si sono fuse le une dentro le altre, permettendo inoltre di essere profondamente penetrate da influenze straniere, amerindie, cattoliche, spiritistiche, per dar luogo a una religione essenzialmente sincretica, la macumba. Ma fino a qualche anno fa, allinizio del XX secolo, esisteva una religione nag autonoma, di cui abbiamo qualche descrizione, sfortunatamente molto sommaria. Oggigiorno questi documenti hanno solamente un interesse storico, ma, non per questo, li trascureremo. Si intende per che i nostri studi, anche se a volte tengono conto degli argomenti raccolti da noi o da altri ricercatori in altre citt, incentrato sul solo Candombl nag, quto o Ijshas di Bahia. Un tempo esistevano dei Candombl in pieno centro della citt. La chiesa della Barroquinha situata nellesatto sito dove, alla fine del XIX secolo si trovava un santuario africano. Di questi santuari ne esistono ancora alla periferia dellabitato nel quartiere della Libertade, proletario, in mezzo a case di operai, in un intrico di muri, stradine e rigagnoli maleodoranti. In generale, per si raggruppano lontano dal centro della citt, in vallette ombrose al fianco di colline o tra le dune di mare, nascosti tra gli alberi, tra i ciuffi dei banani, protetti dallombra delle piante di cocco. Lungo il fiume Rio Vermelho, a Matta Escura, Sa Caetano, Cidade de Palha, Lingua de Vacca, Pedreiras, Fazenda Grande do Retiro, Fazenda Garcia. Circondano la citt come una corona mistica, senzaltra soluzione di continuit che la mobile facciata dellOceano. Il viaggiatore che vaghi da quelle parti, di sera, in quei sobborghi dove le case a poco a poco si sgretolano cedendo il posto alla foresta, ode spesso provenire da quelle tenebrose profondit vegetali il rullio sordo dei tamburi sacri, mentre dei razzi sono lanciati verso il cielo a disegnare nuove stelle. Ogni razzo il segno che un dio venuto dallAfrica per possedere sulla terra dellesilio uno dei suoi figli; ogni stella che brilli sopra le fronde delle piante indica al passeggero che una divinit montata a cavallo lo ha fatto girare e tuffarsi nella notte dellestasi intorno al palo centrale. Poich gli dei africani non possono vivere che incarnandosi nel corpo dei loro fedeli. Ed per questo che il momento centrale del culto pubblico la crisi della possessione. E il momento pi drammatico e non strano che, in queste condizioni, lattenzione dei ricercatori si sia soprattutto concentrata su questo aspetto del Candombl, anche perch la maggior parte di questi africanisti erano, al medesimo tempo, dei medici. Vedremo per che, in effetti, la festa pubblica non costituisca che una piccola parte della vita del Candombl, che la religione africana influenza e controlla tutta lesistenza dei suoi adepti, che il rituale privato pi importante della cerimonia pubblica e, in quanto i Neri sono Africani, appartengono ad unaltra

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sfera mentale. E quel mondo di rappresentazioni collettive che noi vogliamo descrivere. La religione non ha potuto sussistere se non grazie allesistenza delle confraternite dei figli o figlie (le figlie infinitamente in numero maggiore dei figli) degli dei (filhos de Santo) e che la funzione di questi figli e figlie quella di potersi reincarnare, durante le grandi feste pubbliche, negli Orish dei loro antenati. Incominceremo dunque la nostra presentazione del Candombl descrivendo questa cerimonia centrale. Ognuna di queste feste era dedicata a una divinit speciale, bench tutti gli Orish si manifestassero per mezzo di crisi estatiche con i loro tratti particolari. Lasciamo, per il momento, questi elementi varianti perch non pregiudicano lunit delle sequenze rituali. Le arricchiscono unicamente; ricamano su di un medesimo canovaccio la diversit dei miti africani. Specificheremo dunque, partendo dal mattino presto, quando la festa comincia, i seguenti momenti.

I - Il sacrificio. Questa parte del rituale non , a dire il vero, propriamente segreta, ma ha comunque luogo, generalmente, davanti a poche persone, tutti membri della setta. Si crede senza dubbio che la vista del sangue aumenti nei non iniziati lo stereotipo comune a proposito della barbarie o del carattere superstizioso della religione africana. Il sacrificio compiuto dal ashgun a cui spetta la funzione nella gerarchia sacerdotale, in sostituzione di questo, dal babalorish, sacerdote supremo, quando il candombl non abbia la persone specializzata nel sacrificio. Loggetto del sacrificio che sempre un animale, cambia secondo a quale dio dedicato, animale a due zampe o a quattro zampe, secondo la terminologia tradizionale, pollo, piccione, capro, montone... ecc. Il sesso della bestia da uccidere deve essere lo stesso della divinit che riceve il sangue sparso. Il modo in cui lanimale viene ucciso varia secondo i casi: strappo della testa, smembramento, sanguinamento della carotide, colpo alla nuca, tutto come lo strumento di cui ci si serve e che deve essere, a volte, un coltello vergine. In realt non si dovrebbe parlare di uno solo ma di due sacrifici perch, qualunque sia il dio adorato, Esh il primo che deve essere servito, per delle ragioni che vedremo pi avanti. Si ha dunque un primo sacrificio di un animale a due zampe per Esh e poi di uno a quattro zampe, generalmente quando le finanze della casa lo permettono, per la divinit a cui dedicata la festa.

II - Lofferta. Lanimale sacrificato passa dalle mani del achgun a quelle della cuoca che preparer il cibo per il dio. Il midollo, il fegato, il cuore, i piedi, le ali, la testa e, ben inteso, il sangue appartengono per diritto agli dei, ma il resto dellanimale non viene buttato via ma cucinato e una parte della preparazione sar posta su delle scodelle o piccoli piatti davanti alle pietre o pezzi di ferro delle divinit. Se sono stati uccisi due polli, uno dovr obbligatoriamente essere bollito e laltro arrostito. Ma la cuoca, chiamata iya-bass o abass, non deve naturalmente avere al momento il suo ciclo mestruale, ne limitarsi a preparare lanimale sacrificato ma far anche dei piatti per degli dei che verranno nominati nel corso della cerimonia, lamal di Shang, il pollo al shinshin di Oshum, il riso senza sale di Oshal, ecc. Successivamente lei dar da mangiare alle diverse pietre sacre. Quello che resta sar consumato, alla fine della cerimonia, dai fedeli come pure dai semplici visitatori. Sono questi discendenti di Africani che hanno in tal modo mantenuto attraverso i tempi la cucina religiosa africana, che poi passata dai santuari alla sala da pranzo dei borghesi, che si introdotta nella cucina profana e che rappresenta una delle glorie di Bahia. Anche adesso non raro che, come fa notare A. Ramos, quando una donna negra vi offre una di queste prelibatezze dove il fuoco del peperoncino si sposa cos armoniosamente con la dolcezza dellolio di palma ella vi dica: Mangia, meu santo.

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III - Il pad di Esh Il sacrificio si effettua al mattino; i preparativi culinari e le offerte occupano il pomeriggio; la cerimonia pubblica propriamente detta incomincia al tramonto e dura fino a notte inoltrata. Per prima cosa obbligatorio preparare il pad di Esh, di cui, talvolta e soprattutto nel Candombl Bantous, si da una falsa interpretazione: Esh il diavolo, se non gli si rendesse omaggio egli potrebbe disturbare la cerimonia, egli stesso, daltra parte, lo aveva reclamato davanti agli altri dei. E necessario quindi pregarlo di andarsene, perch non succedano delle risse o non intervenga la polizia (come accadrebbe in caso di persecuzioni). Il termine despacho che a volte si usa invece di pad significa in portoghese, dal verbo despachar mandare via qualcuno. Esh , in realt, il Mercurio africano, lintermediario necessario tra luomo e il soprannaturale, linterprete che conosce sia la lingua dei mortali che quella degli Orish. E quindi a lui che si da lincarico, e la pad non ha altre finalit, di far pervenire agli dei dellAfrica lappello dei loro figli del Brasile. Questo pad celebrato da due delle pi vecchie filhas de santo della setta, la dag e la sidag, accompagnate da canti in lingua africana eseguiti sotto la direzione della iya tbsh e sotto il controllo del babalorish, davanti ad un bicchiere dacqua o un piatto contenente il nutrimento di Esh. Il bicchiere e il piatto saranno quindi portati fuori dalla stanza dove si svolge tutta la cerimonia, generalmente allincrocio di due strade, luogo favorito da Esh. La festa propriamente detta pu dunque incominciare. Bench la pad sia offerta prima di tutto a Esh, il rituale vuole che si faccia obbligatoriamente una preghiera per i morti o per gli antenati del Candombl dei quali alcuni designati per i loro titoli sacerdotali.

IV - Il richiamo musicale Esh non per il solo intermediario fra gli uomini e gli dei, anche i tre tamburi del Candombl lo sono: il rum il pi grande, il rumpi di una taglia mediana e il l che il pi piccolo. Non si tratta di tamburi normali o, come dicono laggi, dei tamburi pagani; essi sono stati battezzati in presenza di un loro padrino e di una madrina, aspersi dacqua benedetta presa in chiesa, hanno ricevuto un nome, e il cero acceso davanti a loro deve consumarsi del tutto. Soprattutto essi hanno mangiato e mangiano ogni anno il sangue di un pollo (mai viene a loro offerto un animale a quattro zampe) a cui il babalorish ha staccato la testa sul corpo inclinato dello strumento, versato dellolio di palma, del miele e dellacqua benedetta. In seguito la testa, gli intestini, le ali e le zampe sono fatte cuocere nellolio di palma, insieme a dei gamberetti e delle cipolle ma senza sale. Questo piatto posto, insieme a degli altri alimenti, davanti ai tamburi, dove rimarr per tutta la giornata perch i tamburi abbiano il tempo sufficiente per mangiarseli. E chiaro che anche questi strumenti hanno qualche cosa di divino, non si possono vendere ne prestarli senza prima sottoporli a delle speciali cerimonie di desacralizzazione o per renderli nuovamente sacri e, come a noi interessa soprattutto sapere, che siano adatti con il solo suono della loro musica a far discendere gli dei nella carne dei loro fedeli. E per questo che la cerimonia, una volta terminato il pad di Esh, continua con il suono dei tamburi che, senza accompagnamento di canti o danze, parlano agli Orish e domandano loro di venire dallAfrica in Brasile. Gli etnografi, generalmente, non hanno mai prestato sufficiente attenzione a questo dialogo preliminare dei tamburi e delle divinit. Credo che i loro studi rivelerebbero lesistenza a Bahia di fenomeni analoghi a quelli che Fernando Ortiz ha cos ben analizzato a Cuba, dove la religione , come si sa, la stessa che a Bahia e cio la religione Yoruba. Non solamente i tre tamburi per hanno la forza di evocare la venuta degli Orish, anche gli agidavi, ossia le bacchette per suonarli che, prima di essere utilizzate, hanno dormito ai piedi degli dei nel santuario dove si sono impregnate di forza sacra, o, pi precisamente, dove sono entrate in contatto con gli Orish. Lagg (corruzione della parola akk, il tempo o lora in lingua yoruba) semplice campanella o, pi sovente, doppio o singolo pezzo di metallo,

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percosso con un altro pezzo di metallo, ha un ruolo molto importante nel Candombl. Allorch le possessioni tardano a prodursi, il sacerdote o la sacerdotessa scuotono lagg vicino alle orecchie delle ragazze che ballano e non raro allora che, spinta da tale suono assordante, la divinit si decida finalmente a montare sul suo cavallo. Purtroppo non sappiamo se questultimo strumento musicale sottoposto a una preparazione religiosa analoga a quella dei tamburi o dei semplici agidavi prima di essere impiegato.

V - Le danze preliminari Ora gli dei sono chiamati seguendo un certo ordine che varia da Candombl a Candombl ma che sempre lo stesso in un determinato santuario. Questordine conosciuto con il nome di shir, incomincia, come dobbligo, da Esh per terminare con Oshal che il Maestro dei cieli, il pi importante degli Orish; ma se escludiamo il primo e lultimo nominativo dello shir, regna una grandissima variet di nominativi intermedi; diciamo che si potrebbe cominciare a elencare le divinit pi giovani o le pi violente come Ogun, per poi arrivare progressivamente alle pi vecchie o le pi calme nelle loro manifestazioni. Ogni divinit riceve, come minimo tre cantiche; io mi ricordo ancora delle proteste dei fedeli una sera in cui, non so per quale ragione, un dio non ne ha ricevute che due invece delle regolamentari tre. Ma il numero tre non rappresenta che un minimo, perch si pu arrivare a che se ne cantino molte di pi. Se nel Candombl bantous le parole sono pi spesso portoghesi, nel Candombl yoruba o dahomens le cantiche sono il lingua, cio, in africano; la lingua varia naturalmente secondo lorigine etnica della nazione, egba, fon ecc. Esse costituiscono, insieme ai ritmi sonori dei tamburi che le accompagnano, altrettanti leit-motif, per usare unespressione wagneriana, destinati a fare arrivare gli Orish. Questi motivi non sono solamente cantati ma sono anche danzati, perch non sono altro che levocazione di certi episodi relativi alle storie degli dei, sono frammenti di mito e il mito deve essere rappresentato oltre che cantato, per fornire tutta la sua potenzialit evocativa. Il gesto accompagna la parola, la forza dellimitazione mimetica ha lincantesimo della parola, gli Orish non tardano a montare sui loro cavalli a mano a mano che sono chiamati. Pu accadere che la cerimonia prosegua per lungo tempo senza che si effettuino delle possessioni. In questo caso i tamburi fanno sentire il toque adarrum suono che non accompagnato da canti, perch in quel momento non si tratta pi di richiamare un solo dio, ma tutte le divinit insieme e quindi il ritmo pi e pi rapido e assordante finisce per allentare i muscoli, aprire le viscere e la testa alla penetrazione del dio cos a lungo atteso. Quando avviene la crisi della possessione, gli ekedy che sono addetti a proteggere i figli e le figlie degli dei, tolgono loro le vesti, se si tratta di uomini, il foulard che potrebbe strangolarli in caso di convulsioni, se si tratta di donne, vengono loro tolte prima di tutto le scarpe. Il gesto altamente simbolico: si tratta di spogliare lindividuo della sua personalit brasiliana per farlo ritornare alla condizione di Africano. Le scarpe hanno unimportanza capitale nella vita dei Negri americani. Sono state il segno della loro liberazione: quando uno schiavo otteneva la sua libert, il suo primo pensiero era quello di comprarsi un paio di scarpe per essere uguale ai Bianchi, anche se poi non le indossava mai poich con i suoi piedi abituati ad andare nudi non riusciva a sopportarle. Le portava pero appese con una cordicella al collo, oppure alla mano mentre, a casa sua, le metteva, in bella mostra, su di un mobile. La discesa dellOrish lo restituisce alla sua condizione di Africano, alla vita tribale dei suoi padri, camminer ormai con i suoi piedi nudi la terra che anchessa una dea. La violenza della crisi di possessione varia secondo le circostanze, il temperamento dellindividuo e la natura del dio che lo sta possedendo. In caso di svenimenti, questa crisi pu avere il significato di un castigo, se troppo violenta, il sacerdote o la sacerdotessa che dirige il culto, babalorish o jalorish, mette la mano sulla nuca del cavallo per calmarlo, gli soffia nellorecchio. Gli ekedy aiutano lindividuo tremante sotto leffetto divino a uscire dalla sala delle danze per andare o in un pegi, o dove sono le pietre degli Orish oppure in una stanza vicina; se crollato per terra lo sollevano e lo portano come un cadavere, tutto ancora agitato da movimenti spasmodici. Lestasi prender una forma pi calma senza per questo interrompere la possessione divina e non si compir che per mezzo degli ultimi canti. Si faranno indossare ai fedeli delle vesti liturgiche proprie della sua divinit e gli si metteranno tra

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le mani degli oggetti simbolici del suo nuovo status: la spada di Ogun, lo scudo di Oshossi, la shashara (coda di bue) di Omol, labeb (ventaglio) di Oshum, il pashoro (fusto di ferro) di Oshal Ciascun membro della confraternita non pu ricevere altro dio di quello a cui stato legato con i riti delliniziazione. Alcuni casi eccezionali possono tuttavia accadere e qui vorremmo spendere una parola. Ci sono degli Orish che non discendono mai come Shang Dada, per esempio, oppure Orunmila; in questo caso la persona che, a uno di loro, consacrata, riceve una divinit della stessa famiglia. Questo lunico caso in cui la possessione avviene da parte di una divinit che non quella a cui si appartiene di diritto. Pu succedere anche, ma assai raramente (e io non ho mai assistito a un tale fatto), che un Orish turbolento o geloso monti su un altro cavallo che non sia il suo. Il sacerdote deve allora mandarlo via immediatamente (despachar). Esh non sincarna mai, bench a volte abbia dei figli; noi ne abbiamo conosciuto per lo meno uno e ci ha fatto anche i nomi di altri ma la possessione da parte di Esh differente da quella degli altri Orish per la sua frenesia, il suo carattere patologico, anormale di una violenza distruttiva; un po la differenza, se lo si vuole vedere da un punto di vista simbolico, con cui i cattolici distinguono lestasi divina dalla possessione demoniaca. E quindi necessario, se Esh che attacca un fedele, mandarlo immediatamente via. Eccetto per alcuni casi aberranti che, ancora una volta, sono estremamente rari, la funzione di quella parte di rituale che stiamo per descrivere ha per scopo la possessione degli uomini da parte dei loro dei. Tuttavia, non tutti gli iniziati sono posseduti. Per non parlare delle donne che stanno avendo il loro ciclo mestruale e che non devono neppure assistere alla festa, perch le divinit hanno orrore del sangue mestruale; se qualcuna di loro osasse intervenire, i tamburi la riconoscerebbero immediata-mente perch la loro semplice presenza turberebbe il suono musicale. Le donne incinte o con le doglie possono presenziare ai riti ma non verranno mai cavalcate dal loro Orish. Nelle cerimonie tradizionali dei grandi Candombl si presentano molti membri di altri terreiros o di altre sette per assistervi o semplicemente per curiosit. Non buona educazione se queste persone che vengono da fuori cadano in trance, ci sarebbe mal visto. Lestasi non permessa se non dentro lambito del santuario o dove stata fatta liniziazione. Pu accadere, tuttavia, che certe donne visitatrici sentano il richiamo insistente del dio dentro di se e che chiedano allora dei grandi bicchieri di acqua fresca che hanno il potere di impedire che si produca la possessione. Possiamo aggiungere un ultimo caso e cio quello di una persona non iniziata, venuta per vedere le danze e per il solo piacere dello spettacolo e che, improvvisamente, sia presa anchessa da una crisi di possessione. In questo caso si dice che la persona stata attaccata da un santo selvaggio (santo bruto), il che significa semplicemente che la crisi non stata controllata o orientata dalla collettivit. Questa persona quindi fatta entrare allinterno del santuario per fare la sua iniziazione e diventare cos figlia degli dei. Lo scopo delliniziazione soprattutto quello di socializzare la crisi affinch sia ormai conforme ai patroni Africani.

VI - La danza degli dei Dopo un intervallo in cui a volte si serve agli invitati uno spuntino, le figlie o i figli di dio rientrano nel salone delle danze. E non sono pi solamente figlie e figli di dio ma gli stessi dei che essi incarnano, e che scendono a mescolarsi per un momento con i loro adepti del Brasile. Il ritmo della cerimonia non varia, sono le stesse invocazioni degli Orish, secondo un determinato ordine e sempre con le tre minime cantiche consuete per ogni dio, gli stessi leitmotiv Wagneriani, davanti a un pubblico raccolto e compunto, ma i gesti hanno una bellezza diversa, i passi della danza svelano una strana poesia. Ormai non si tratta pi di semplici sartine a giornata, di cuoche o lavandaie che volteggiano al suono dei tamburi nelle notti di Bahia, ma Omol ricoperto di paglia, Shang rosso e bianco, Yemanji che si pettina i capelli scuri. I volti sono divenuti maschere, come per metamorfosi, le rughe della fatica quotidiana scomparse, le stimmate della vita di tutti i giorni con le sue preoccupazioni e miserie svanite; Ogun il guerriero scintilla nel fuoco della collera, Oshum non altro che carne

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voluttuosa. In un attimo lAfrica e il Brasile si sono fusi; lOceano sparito, i tempi della schiavit cancellati. Gli Orish sono l presenti che salutano i tamburi e fanno ika o dobale davanti ai sacerdoti supremi e, danzando, a volte, svelano il futuro o danno dei consigli. Le frontiere tra il naturale e il soprannaturale non esistono pi, lestasi ha prodotto la desiderata comunione.

VII - I riti di uscita e comunione Questa estasi terminer solo quando tutti i canti dellunl saranno stati eseguiti e il cui scopo giustamente quello di rimandare gli Orish. Questi canti sono eseguiti nellordine inverso a quello dellinvocazione per la discesa degli dei, incominciando da quelli chiamati per ultimo per finire con quelli invocati per primi. A mano a mano che si srotola la litania dei nomi, le palpebre chiuse si aprono, i volti perdono la loro maschera divina e riappare la personalit normale. Lultimo canto ha luogo nel pegi, come se si volesse che la forza mistica che esplosa ritorni nelle pietre bagnate di sangue o sui pezzi di ferro che stanno mangiando le offerte alimentari. Questo ultimo canto, al contrario dei precedenti, segue lordine dello shir:

atu ec di bom je Esh vai unl di bom je Atu ec di bom je

Ogum vai unl ......... Oshum Emanj Shang Orishal

Prima di separarsi tuttavia, un pasto comune permetter di unire le divinit ai membri della confraternita e agli spettatori che sono rimasti. Le ragazze portano dei piatti ognuno con un diverso colore secondo il loro Orish: bianco per Oshal, azzurro per Yemanji, violetto per Nana E cos pure un po del cibo rimasto di quello che era stato posto nel pegi. Esse si siedono in circolo intorno a un telo steso per terra e sul quale hanno messo il cibo sacro. Ognuno si serve dal piatto corrispondente al suo dio con le due mani a conchetta e poi inghiotte con un movimento della bocca che va dal polso alla punta delle dita. Poi offre un po di cibo di questo piatto ai figli degli altri Orish, in tal modo saldando lunione del gruppo per mezzo della spartizione del cibo. Il rimanente offerto agli spettatori che siedono intorno dietro alle donne sedute per terra, su foglie di banano come fossero dei piatti vegetali, dove i vari cibi sacri degli dei sono mescolati in segno fraterno. E obbligatorio mangiare con le mani. Mai si deve confondere questo pasto, che una comunione, con gli spuntini serviti, a volte, negli intervalli tra le danze di richiamo e quelle degli dei, agli invitati di rispetto. Questo pasto ben altra cosa una triplice solidariet che si realizza, prima di rientrare nel mondo profano, tra il divino e lumano, tra i membri della confraternita che, a volte, appartengono a divinit diverse e persino rivali e, per finire tra la confraternita e i non iniziati, affinch un pezzetto di Africa perduto e ritrovato sia passato pure a loro. Il gruppo dei fedeli oltrepassa il numero dei figli e delle figlie degli dei e lentrata in un Candombl avviene progressivamente, per gradi di incorporamento. Il grado pi basso simbolizzato dal lavaggio di una collana. Ciascun membro della setta ha una collana particolare le cui perle sono del colore della divinit a cui si appartiene: bianche per Oshal, bianche e rosse alternativamente per Shang, verdi per Oshossi, gialle per Oshum Queste collane non hanno valore per se stesse e devono essere state sottoposte a un ben determinato procedimento, cio devono essere state lavate. Lindividuo che desidera partecipare alla vita del Candombl deve, prima di tutto, consultare un babala o indovino, che getter per lui la collana dIfa o le conchiglie, per sapere il nome dellOrish che il maestro della sua testa. La persona non dovr quindi fare altro che farsi montare la collana corrispondente al suo Orish , oppure acquistarla al mercato municipale e

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portarla dal babalorish o dalla Ialorish del terreiro a cui si vuole appartenere e loro la laveranno. Manuel Querino ci ha lasciato una descrizione della cerimonia: immersione della collana in un recipiente pieno dacqua, triturazione di foglie legate alla divinit in questione (ogni dio ha, come vedremo, delle foglie speciali), lavaggio delle perle con del sapone della Cte, si intende della Costa Africana (sapone nero e molle), consegna della collana alla persona che deve indossarla con le rispettive raccomandazioni sui suoi futuri obblighi e, infine una festa con canti e rinfreschi. Questa descrizione , pur tuttavia, incompleta poich manca lessenziale: affinch la collana abbia un valore necessario che: 1) debba rimanere tutta una notte sopra la pietra del dio suo proprio e che il sangue di un uccello ucciso in sacrificio abbia lavato, insieme alle erbe, sia la pietra che la collana, si realizza cos lunione del dio e della collana. Ma non basta ancora: bisogna che 2) a questa prima unione se ne aggiunga unaltra tra la pietra, la collana e le testa dellindividuo che celebra il rito. Dico testa e non individuo perch la testa che considerata il trono dellOrish. Sar quindi lavata anche la testa, come pure sovente anche tutto il corpo, con lacqua e le erbe che sono servite per lavare la collana e la pietra. I tre membri della triade: dio, luomo e la collana sono quindi entrati in contatto, permettendo il passaggio di una corrente mistica tra il primo e il secondo per mezzo del terzo. E per questo che la collana ha valore solo per il suo possessore. Se questa viene perduta e qualcuno lindossi, essa non avr alcun potere per questultima persona perch la collana non sar stata messa a contatto diretto o indiretto con la sua testa.

1- Cerimonia del Lavaggio La cerimonia del lavaggio non ha nulla, a ben vedere, di drammatico o di pittoresco. Facciamo, tuttavia, ben attenzione. Per lindividuo che ci si sommette di unimportanza capitale, poich lo lega ormai ad un altro mondo. Egli ormai non ha pi la libert di cui godeva prima, ma legato a tutta una serie di obblighi, negativi o positivi, di incarichi e doveri. Non potr pi mangiare certi cibi, quelli che sono eho tab per il suo dio; egli non potr pi avere delle relazioni sessuali nei giorni della settimana dedicati alla sua divinit e, infine, egli si impegna a partecipare al ciclo di spese del Candombl. Si prodotta cos una prima frattura: luomo si gi staccato dalla civilt profana, brasiliana, per integrarsi in quella africana. Gli Orish sono inflessibili: se egli viola i tab, se non compie i suoi nuovi doveri, il dio che gi dentro la sua testa lo pu punire con tutta una serie di castighi, dalle malattie alle disgrazie famigliari che andranno accumulandosi se lui non terr conto dei primi avvisi. Con landar del tempo, la collana pu perdere la sua forza e, in questo caso, bisogna procedere a un nuovo lavaggio delle perle. Date fisse non ci sono, lesaurimento delle virt delle perle varia secondo le circostanze.

2 Il bori. Questa cerimonia stata pi o meno minuziosamente descritta da Manuel Querino e da P. Verger per Bahia e da Ren Ribeiro per Rcife e se ne trover pure qualche dettaglio nel reportage di Clouzot, il che ci permette di non perderci nei dettagli ma di andare subito allessenziale. Il nome popolare che si da a questa cerimonia ne dice bene la funzione e il significato centrale: dare da mangiare alla testa. La persona li descritta seduta su una stuoia ricoperta da un telo bianco, a dorso nudo con una semplice salvietta sulle spalle. Lofficiante, anche lui vestito di bianco per la circostanza, consulta per prima cosa gli oubis per conoscere la volont degli dei. Se costoro accettano la cerimonia, egli incomincia pronunciando le formule consacrate in lingua, per chiedere la benedizione degli Orish e quella delle anime degli antenati: tritura fra i denti delle noci di oubi e soffia, per tre volte, sulla faccia del paziente il contenuto della sua bocca. Nel frattempo coloro che assistono eseguono dei canti stabiliti e preparano diversi alimenti, di cui una parte sar offerta allOrish padrone della testa,

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unaltra ai morti , una sar messa sulla testa di colui che fa il bori e unultima sar cucinata per il pasto finale. Ci che pi importante che verr sacrificato un gallo; il suo sangue sar versato sulla pietra sacra del dio, sulla testa, il petto, i piedi e le mani del fedele e, siccome il gallo ucciso staccandogli la testa con violenza, si avvicina il collo della bestia, ancora scosso da movimenti spasmodici, da cui sgorga il sangue alla bocca del paziente che, con la lingua lo leccher per tre volte. La cerimonia termina dopo aver consultato ancora una volta gli oubis per sapere se gli dei sono soddisfatti e se vogliono accettare il rito celebrato cos come lassunzione di una parte delle offerte che sono state cucinate. Il fedele deve rimanere tutta la notte nella casa, con il pacchetto di cibo sulla testa, per dare il tempo al suo Orish di mangiarlo, mentre la sua faccia, le mani e i piedi sono ancora sporchi di sangue coagulato sulla sua pelle. Il bori (contrazione di obori) pu corrispondere a due fini diversi. Secondo Manuel Querino ha per obiettivo di ottenere la salute, e Ren Ribeiro, dopo aver definito lori come il vero spirito delluomo, aggiunge: La sua fragilit oggetto delle pi grandi preoccupazioni cos come quello di dare da mangiare alla testa si trovano periodicamente necessarie perch lindividuo non si indebolisca per via delle ripetute possessioni e possa offrire ancora resistenza allazione delle influenze magiche o delle entit malvagie. I due testi si completano, poich la malattia a cui si riferisce M. Querino, non che il segno dellindebolimento dellori il risultato delle influenze magiche o delle entit malefiche. Ma questo stesso autore, parlando in seguito dei rituali delliniziazione, fa questa riflessione, per noi importante: Ci sono delle persone che, per quanto appartengano alla setta, non vogliono danzare o cantare in pubblico, allorquando il Santo si presenti in forma inattesa. In quel caso non si fa la manifestazione, non si porta a termine il lavoro, si accorcia il cerimoniale sopprimendo la tonsura della testa e il pettinarla con leffun. Si vuole cos specificare che in fondo liniziazione di quegli adepti si riduce al bori e alleducazione religiosa. Lofferta alimentare alla testa, in quanto fortifica lori pu ben avere una virt profilattica o curativa; in quanto, per contro, lega per mezzo del sangue, la pietra dellOrish e lindividuo, cos come, per mezzo del nutrimento sacro, si legano dio, i morti, i membri presenti del Candombl e la persona che fa il bori, collegando ancora pi fortemente del semplice lavaggio della collana il fedele alla civilt africana. Si tratta infine dellinglobamento di coloro che saranno i servitori della setta, senza mai manifestare dei fenomeni di possessione. Il lavaggio della collana pu ridursi semplicemente a un bagno derbe sacre, senza spargimento di sangue; il bori ha bisogno del sacrificio di un animale a due zampe, il legame tra la pietra divina e lindividuo , di conseguenza, pi stretto. Il sangue di un animale a due zampe ha per meno forza di quello di un animale a quattro zampe il che fa si che la partecipazione resti meno pressante di quella che si verificher nel rituale delliniziazione dei figli degli dei. Nel bori il sangue che coler sulle pietra, sulla collana (se si fa il lavaggio della collana allo stesso tempo del mangiare sulla testa, come dalla descrizione del Verger) sar lo stesso di quello che leccato dal collo delluccello sacrificato, per cui la partecipazione avverr simultaneamente. Il lavaggio della collana, invece, si pu fare al di fuori della presenza di colui che la indosser (che non merita ancora di conoscere i segreti della setta) e il lavaggio della testa, o del corpo, si effettuer uno o due giorni dopo. Questa differenza di tempi vuol significare un legame inferiore della persona nei confronti della realt soprannaturale. Cos come lindividuo che da da mangiare alla sua testa non fa che succhiare il sangue tirando fuori la lingua dalla bocca, liniziato, come vedremo, infila il collo della bestia nella sua gola per inghiottire il sangue dellanimale a due zampe e in pi ricever quello degli animali a quattro zampe attraverso lorifizio praticato sopra il loro cranio. Tutto ci dimostra in definitiva che il bori occupa sicuramente una posizione intermediaria nel sistema dellunione degli uomini con le divinit, tra il lavaggio della collana e liniziazione propriamente detta. Non bisogna comunque dimenticare che, quando si tratta di religione afro-brasiliana cos ricca in rituali complessi, il bori potr o no includere questo o quellelemento proprio allo scopo a cui tende, e cio se si tratta unicamente di fortificare lo spirito in questione o, fortificando lo spirito, fare entrare la persona in pi stretto contatto con il mondo del Candombl. In ogni modo il sociale non fa altro che includere, nel dominio delle relazioni interpersonali, le leggi della vita mistica. I vari gradi di partecipazione al gruppo non fanno che seguire quelli della

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partecipazione delluomo con i suoi Orish. Le variazioni della solidariet sociale infine non sono che il riflesso e la conseguenza delle variazioni della solidariet che si stabilisce tra le persona e il mondo degli dei. E per questo che lo statuto del fedele nella setta cambia con la forza del legame che lo unisce a questo mondo. Ci che spiega, tra parentesi, perch lunione per mezzo del sangue di un animale a due zampe sia pi forte, che si esige che lo spirito del soggetto sia innanzi tutto fortificato per sopportare impunemente questa unione (ecco perch si hanno i due aspetti complementari del bori). In breve, la coerenza della societ religiosa, le forme e i processi delle relazioni tra i membri di questa societ, la loro partecipazione pi o meno importante al tesoro delle rappresentazioni collettive, i tipi di cooperazione, dipendono, in ultima analisi, dai prestabiliti legami religiosi tra i candidati alla vita del Candombl e le loro divinit. Non la morfologia sociale che comanda o spiega la religione, come diceva Durkheim, ma al contrario la mistica che comanda il sociale.

3 - Liniziazione Il lavaggio della collana e il bori sono la parte obbligatoria delliniziazione, poich la partecipazione pi completa alla vita del Candombl ha forzatamente bisogno anzitutto del passaggio attraverso i gradi intermediari. Per cui la ragazza che si far iniziare indosser sempre la sua collana e per questo le dovr essere approntata. I riti delliniziazione sono, d'altronde, estremamente drammatici e non mancano, suscitando forze potenti e misteriose, di procurare danni allindividuo che vi si sottoporr e questa la ragione per cui necessario fortificare la sua testa perch questultima possa sopportare impunemente lo scatenamento delle forze. Pertanto il bori, in quanto rito profilattico e non semplicemente dincorporazione assolutamente necessario. Se, dunque, il lavaggio della collana e il mangiare della testa fanno parte della sequenza del cerimoniale delliniziazione, questultimo (il mangiare della testa), infinitamente pi ricco, pi complesso, poich lincorporazione al Candombl ne risulter ancora pi stretta. Clouzot da limpressione di pensare che liniziazione abbia per scopo il raggiungimento dellestasi. Se la possessione, scrive, non altro che una crisi isterica, perch a Bahia e solamente a Bahia c una tale proporzione di malati? La parte centrale delliniziazione consisterebbe dunque nel drogare i candidati con le erbe speciali, nel ridurli allo stato di automi, per tenerli cos in una specie di dominio ipnotico e fissare nel loro spirito mentre sono in quello stato di disgregazione mentale sotto leffetto di certe musiche e la transe, unassociazione assai pi forte dellopera di una suggestione e che la suggestione continui a funzionare anche quando lindividuo sia passato dallo stato ipnotico a quello di veglia. La sua conclusione un po confusa, poich tiene conto anzitutto del fatto che certi candidati sono stati posseduti da un santo selvaggio senza prima essere stati sottoposti alle prove preparatorie: Io penso che le prove a cui si sottomettono i iaos costituiscono il trattamento di certe nevrosi, ma un trattamento speciale poich, eliminando le fasi acute, esso contiene queste nevrosi e fissa le loro manifestazioni sotto determinate forme. Esempio: lepilettica entrata a seguito delle nostre figlie nella camarinha. Le sue crisi si erano immediatamente diradate per scomparire entro quindici giorni... Invece di abbandonarsi alle sue convulsioni lei si sollevava (o si riprendeva) ponendosi in stato di santit. Clouzot qui riconosce gi che liniziazione, lungi dal cercare di distruggere lindividuo per renderlo suggestionabile e soggetto a delle crisi di possessione, ha ben altro scopo e cio quello di controllare le sue crisi. Ma questo controllo egli lo vede ancora con locchio del medico psichiatra. Bisognerebbe quindi che, e il nostro autore sembrava allinizio respingere lipotesi, si facessero, delle centinaia di figli e di figlie degli dei che vivono a Bahia, degli epilettici, degli isterici o dei paranoici, in una parola dei nevrotici? Che la spiegazione data da Clouzot valga in certi casi noi non lo negheremo; ma la transe della possessione ha un carattere pi sociologico che patologico, come ben nota Herskovits, non bisogna dimenticare che queste transe sono un fenomeno normale per certe civilt, come quelle dellAfrica Nera, imposte dallambiente, e sono una forma di adattamento sociale a certi ideali collettivi. A noi spetta di studiare il cerimoniale delliniziazione senza etnocentrismo, senza scegliere tra gli elementi che lo costituiscono quelli che, secondo noi, sono pi importanti o pi chiarificanti, ma, al contrario, non trascurando

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nessuno degli aspetti della questione: il controllo della vita mistica, lassociazione dellindividuo con il suo Orish, lincorporazione di un nuovo membro nella confraternita religiosa, la morte e la resurrezione del candidato. Tutti coloro i quali hanno descritto liniziazione a Bahia hanno fatto iniziare la cerimonia con lentrata dei figli o delle figlie nel santuario dove questi o queste vivranno per parecchi mesi. Da tre a dodici, secondo i Candombl. Seul Verger, riferendosi allAfrica, vi introduce il cerimoniale della morte e resurrezione dellindividuo. La persona che stata posseduta da un dio selvaggio e si rotola al suolo, deve essere trasportata nella camera dove il babalorish uccider il dio, far cio ritornare il paziente al suo stato normale. Il rotolamento al suolo corrisponde allantica personalit e il rito delluccisione del dio corrisponde alla resurrezione; resta inteso che la persona che rinasce non pi quella di prima ma un nuovo io ormai divinizzato. Tuttavia , qualunque sia la volont dellOrish di montare luna o laltra persona come un cavallo, si manifesta spesso in quella patetica maniera (ne abbiamo dato prima degli esempi), si pu diventare figli o figlie del santo senza passare, a Bahia, attraverso la condizione preliminare del santo bruto. Se si scopre, ad esempio, una pietra dalle forme strane e in cui si crede di riconoscere il richiamo ancora misterioso di una divinit, come fu il caso di una certa Olympia, di cui Nina Rodriguez racconta la storia. Anche la malattia pu essere un segnale come il caso di un figlio di Omol che lo diventato dopo essersi preso il vaiolo. Alcune ragazze sono destinate dai loro genitori stessi, a far parte, fin dalla pi giovane et, della confraternita, senza che esse abbiano manifestato, con il loro comportamento, una qualsivoglia tendenza a cadere in stato di transe. Il che fa si che sia la morte che la resurrezione non avranno luogo che dopo lentrata nel santuario e sotto forma di una verifica, una specie di test, per sapere se lOrish daccordo che si proceda con la cerimonia. Nel lavaggio della collana e nel bori, la testa messa, per mezzo del bagno con le erbe o il sangue, in comunicazione con la pietra della divinit, ma quella pietra sar una pietra del pegi, ossia gi fatta. Nelliniziazione, al contrario, sar necessario preparare unaltra pietra, la pietra personale delliniziato, quella di cui si dovr prendere cura per tutto il resto della vita e alla quale si dovr dare da mangiare. Una frase di Nina Rodriguez dice: La fabbricazione del santo comprende due operazioni distinte ma che si completano, la preparazione del feticcio e liniziazione o la consacrazione del suo possessore. Infatti si pu separare i due rituali per semplificarne la descrizione, pur essendo essi pi che complementari ma intrinsecabilmente legati. Lincorporazione dellindividuo alla vita del Candombl infatti, come abbiamo detto, la conseguenza del suo legame con lOrish e che la forza dellOrish nella pietra. Tutto quello che possiamo dire che questa preparazione e questa partecipazione del feticcio, come lo chiama Nina Rodriguez per la testa e ha luogo allinizio stesso del cerimoniale delliniziazione. Nel corso delle prime tappe. Si incomincia naturalmente, e questa la funzione del babala, con la consultazione delle conchiglie divinatorie per sapere qual la divinit che richiede liniziazione della candidata. Quando si conosce il nome dellOrish, allora si procede con lentrata nel santuario. Nelloscurit, spesso luminosa ai Tropici, della notte, la candidata fa un bagno in una sorgente sacra, si toglie i vecchi abiti prima di entrare nellacqua e ne indosser dei nuovi quando uscir dal bagno. E cos simbolizzato, con il bagno lustrale e il cambio di vestiti, il passaggio dalla vita profana a quella mistica. Al suo rientro nel santuario la ragazza solennemente ricevuta dai dignitari della setta e viene fatta sedere su una panca o sedia mai usati prima. Lo si pu quasi chiamare un tipo di rito di incoronazione. Si prepara la pietra. La preparazione o lavaggio della pietra una cosa assai complicata in cui il Pre du terriero mette tutta la sua scienza e tutta la sua abilit: la pietra del fulmine di Shang, per esempio, deve essere immersa in un bagno di olio di palma e d erbe sacre: quella di Yemanj nel miele, farina di mais, ecc. La pietra sar quindi messa in contatto con lindividuo e la collana che egli indosser. Prima di inoltrarsi ancora nel dedalo dei rituali, si celebra un bori per fortificare la testa, renderla capace di sostenere senza danni le crisi ripetute e prolungate che seguiranno. D'altronde, se necessario, degli altri rituali del mangiare sulla testa avranno luogo in seguito. Il bori allo stesso tempo che rende la persona adatta a continuare senza danni liniziazione, riunisce ancor pi strettamente, e lo abbiamo

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dimostrato, la pietra, la divinit, il candidato e il gruppo sociale che forma il Candombl. Bisogna aggiungere che questa pietra non sar subito dimenticata, le si offrir una parte degli alimenti, degli animali sacrificati, del sangue versato di modo che la fabbricazione della pietra, o come si dice la fissazione dellOrish dentro di essa segua passo a passo tutte le tappe della parallela fissazione dellOrish nella testa delliniziato. Per quanto si possa affermarlo trattandosi di cerimonie interdette ai profani, i due movimenti sono simultanei, la pietra entra nel pegi allo stesso tempo che lindividuo entra nella setta; le due incorporazioni coesistono e traducono la stessa partecipazione, quella delloggetto e del suo proprietario, in una identica realt soprannaturale. Il babala pu, a volte, sbagliarsi nella consultazione della scelta (del dio), ma ci accade raramente ed io so solo di un caso controverso: quello di una figlia di Esh, ma era lei che era scontenta della scelta del suo santo e si professava figlia di Ogun. Il babalorish insisteva invece che S era proprio una figlia di Esh. Ad ogni modo non si pu mai essere certi, al primo colpo, che il babala non si sia sbagliato, se cos fosse, lerrore sarebbe molto grave perch il vero Orish del cavallo non mancherebbe di manifestare il suo malcontento vedendo che i sacrifici e gli alimenti vadano ad un altro invece che a lui, egli, per vendetta scaglierebbe una malattia o la maledizione sul cavallo in questione e fu ben per questo che S era malata e si giudicava mal fatta. Per evitare questi casi di falso riconoscimento che obbligherebbero lindividuo a praticare delle operazioni costose e difficili si fa loperazione del togliere il santo dalla testa e subito metterne un altro; questa operazione va fatta nei primi stadi delliniziazione, per evitare tutta una serie di rituali di conferme. E Edison Carneiro che, per primo, ha attirato lattenzione degli studiosi su questa parte delliniziazione, ma sembra che alcune sequenze del rituale che erano state descritte prima di lui non siano altro che dei tests di verifica di cui gli autori ignoravano la vera funzione. I candidati sono fatti davvero danzare al suono dei tamburi sacri e, allorquando si ode il leit motif del suo Orish, il suo cavallo deve anchesso cadere in transe. Se non avviene la transe si ricomincia con il cantico 7, 14 e fino al 21 in tutto e, se la candidata non ha ancora ricevuto il suo dio al ventunesimo cantico si pu dedurre che vi sia stato un errore. Ben inteso questo un rito preliminare perch se il dio si fosse gi inserito nella testa, non ci sarebbe pi niente da fare. Questa verifica non va confusa con la prova del fuoco che una prova finale e che consiste nel mettere le mani tra le fiamme o inghiottire un carbone ardente; questo rito che non sembra obbligatorio, ma che, tuttavia, di sovente praticato (si pu verificare pure durante le cerimonie pubbliche oltre che nell iniziazione) ha per scopo di rendersi conto della veridicit della transe e a smascherare i possibili casi di simulazione. E chiaro che, dal momento che le figlie degli dei non devono sapere quello che si sta producendo su di esse nel corso delliniziazione, ma che devono aver dimenticato tutto al momento del loro ritorno alla vita profana, necessario e utile verificare che siano nellincoscienza pi completa prima di procedere con tutte le ultime cerimonie. Ma, come si vede, si tratta allora di verificare lautenticit di uno stato psichico e non della personalit o dellidentit del vero dio. La penetrazione dellOrish nella testa di suo figlio avviene lentamente, passo a passo, a cominciare dallentrata nel santuario fino allo sprofondare nelle tenebre che ne segna la fine. Il carattere progressivo di queste tappe si manifesta attraverso un insieme di simboli: i capelli sono dapprima tagliati con le forbici e poi rasati. Il cranio quindi irrorato con il sangue delle bestie a due zampe e poi di quelle a quattro; la pelle prima tatuata e poi incisa, ecc. Durante tutti questi passaggi, la candidata vive in una piccola stanza detta camarinha, in portoghese, aliach in africano, e di lei si prende cura la sacerdotessa di secondo grado detta la piccola madre. Inoltre non pu comunicare con i visitatori del Candombl se non battendo le palme delle mani le une contro le altre, il che si chiama il pa e non pu parlare con loro. Porta, a volte, legato al collo del piede un braccialetto fatto di sassolini (simili ai granelli della grandine) detto il shar. Ognuno di questi passaggi inizia con un sacrificio a Esh, poich lui lintermediario obbligatorio fra gli uomini e gli Orish; un altro sacrificio si fa agli Eguns, vale a dire non a tutti i morti in generale, ma ai soli antenati della candidata. Nel corso di tutta la prima cerimonia i capelli sono tagliati solo con le forbici, per facilitare la discesa del dio, la testa irrorata con il sangue degli uccelli e, preferibilmente, con un infuso di erbe del suo dio, la ragazza cade allora

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in stato di transe. E durante questa prima cerimonia che si effettua subito il bagno, quindi il cambio degli indumenti e lincoronazione (letteralmente la seduta sul trono) di cui abbiamo gi parlato; il tutto di solito allo stesso tempo del lavaggio della collana: il bori, per questa prima incorporazione della divinit, operazione che, come si vede, ancora un leggero preambolo, dato che la conferma del babalao non ancora avvenuta. Tra questo primo incorporamento (della divinit) e lultimo, passeranno diversi mesi in cui ci saranno i rituali di passaggio per usare lespressione di Van Gennep, prima di arrivare alla conferma di cui si diceva prima. E durante questo periodo di passaggio intermediario che si procede alleducazione della sposa dellOrish, come ormai viene chiamata la ragazza: ya oppure yau. La candidata conosce gi i canti e le danze, poich fin dalla pi tenera et ha vissuto allombra del Candombl, ha assistito alle feste e conosce bene i procedimenti ma deve approfondire la sue conoscenze e passare dal sapere empirico a quello organizzato. Deve imparare delle parole nag, i miti che spiegano la religione e familiarizzarsi con i doveri e gli obblighi del suo futuro incarico. E la scuola della foresta trapiantata dallAfrica a Bahia in Brasile. Il termine esatto: uno dei miei informatori confronta il periodo che liniziata trascorre nellaliach con la scuola primaria e dice che linsegnamento dura per tutta la vita. Se si vuole poi raggiungere gradi pi elevati nella gerarchia si deve frequentare una scuola secondaria Durante questo periodo il corpo della yau , come del resto lungo tutte le tappe di questo passaggio in cui una personalit morta senza essere rimpiazzata da una nuova, in un tale stato di vulnerabilit che ha bisogno di tutta una serie di eho (tab) di cui alcuni dovranno essere rispettati per tutta la sua vita come, ad esempio, certi cibi proibiti del suo Orish; altri tab non dovranno pi essere osservati passato un certo periodo. Si tratta di interdizioni di ordine alimentare, ma soprattutto sessuale. Durante tutta liniziazione si deve rimanere puri di corpo cio non avere alcuna relazione con uomini. Ancora una volta, tra parentesi, si sfata la leggenda ancora presente presso i bianchi secondo la quale laliach la stanza delle orge e il babalorish, approfittando dello stato di sottomissione e incoscienza di quelle ragazze, abusi di loro. Se dei fatti simili sono accaduti, ed possibile che si, si trattato forse di terriero in disfacimento e non di certo di quelli tradizionali. Lo stesso babalorish avrebbe troppa paura, violando un tab, di attirarsi la collera divina per cui la punizione sarebbe immediata. Le giornate si susseguono: al mattino, alle prime luci dellalba, la yau accompagnata dalla piccola madre si avvia a prendere il suo bagno alla fonte sacra, in modo da evitare incontri spiacevoli. L si sveste completamente mentre la piccola madre la friziona con il sapone della Costa. Finite le abluzioni rientra nel santuario per apprendere i segreti del Candombl. Il termine segreto non poi la parola cos esatta perch non si tratta di insegnamenti esoterici, le si insegna unicamente quello che il suo futuro stato di figlia di santo vorr dire. La ragazza partecipa alla confezione delle vesti liturgiche che indosser al momento della cerimonia di uscita, abiti che sono custoditi nel terreiro. A volte la monotonia delle giornate interrotta da cerimonie come quella della conferma del nome dellOrish padrone della sua testa. Tutta questa parte delliniziazione, cos come quella che seguir subito dopo posta sotto il segno di Oshal, poich si tratta di un rituale di creazione, di modellare una nuova personalit e Oshal giustamente il dio della creazione, a lui che stato dato il compito di fare la terra e il mare dalla divinit suprema Olorun; Oshal per non riuscito a compiere del tutto la sua opera avendo bevuto troppo vino di palma durante il suo viaggio e non ne uscito che con laiuto di Ododua, uno dei creatori del mondo, ma in tutti casi lui solo che ha fatto luomo che lo abita, che ha formato la prima coppia: Okikischi e Iffe ed dunque Oshal che presieder a tutta la parte delliniziazione che segue i riti preliminari dellentrata nel Candombl e la sua importanza simboleggiata dal fatto che la ragazza indossa vestiti bianchi, e il bianco il colore di Oshal. Terminato il periodo di tirocinio, confermato lOrish, non resta che fissare pi saldamente e definitivamente il dio alla testa. Si incomincia, come nella prima parte, a offrire sacrifici a Esh e agli Eguns; il cranio della ragazza quindi completamente rasato con un coltello vergine, sovente la depilazione completa; non solo i capelli ma le ascelle, il pube e tutte quelle parti del corpo che possano permettere al dio di entrare attraverso qualsiasi orifizio. Cos affermano alcuni abitanti di Bahia, ma io penso che sia pi logico dire che, cos riportata a una condizione infantile, la ragazza diventi simile a una creatura pronta per nascere a nuova vita. Questo

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pensiero mi venuto dal fatto che ho visto delle ragazze nella camarinha, nel preciso momento delliniziazione, sdraiate per terra, avvolte in un velo bianco che, stranamente, assomigliavano a delle larve in attesa del momento della loro metamorfosi e cio nel diventare farfalle. Dopo la depilazione si procede al lavaggio della testa con infusi di erbe; altre erbe sono infilate nella bocca della ragazza per essere inghiottite. Il lavaggio molto importante perch quello che determina la possessione. La preparazione degli infusi gelosamente custodita come un segreto. Manuel Querino afferma che nella preparazione ci sia la maconha (o liamb), pu darsi. Molte volte ho visto anche del succo di jurema che avevano dei sacerdoti (che per erano di etnia Bant). Sia luna che laltra pianta hanno effetti tossici e agiscono sul sistema nervoso. Non basta per che la yau sia posseduta, bisogna che lo sia anche il padrone della sua testa. E per questo che linfuso cambia sovente il dio, ogni dio ha le sue foglie speciali. Questa precauzione non ancora ritenuta sufficiente: sul cranio liscio viene disegnato con lefum (polvere bianca sciolta in acqua) un disegno simbolico della divinit. E questa la ragione dellimportanza, giudicata primaria dai sacerdoti, dell efum. Il rito, in qualche modo, individualizza la forza divina che si scatena nel corpo della paziente. Nina Rodriguez ci da una buona descrizione di questo disegno: il disegno vuole rappresentare un elmo con raggi divergenti che partono da un primo cerchio tracciato sulla parte superiore del cranio e che vanno verso lesterno, concentrici nel primo cerchio, altri di diametro gradatamente pi grande si susseguono a breve distanza fino al limite massimo della circonferenza della testa. Bisogna specificare che il cerchio superiore delimita il punto attraverso il quale passer il dio per prendere definitivamente possesso del suo cavallo. Altri disegni vengono tracciati, come io stesso ho visto, ad esempio, la doppia ascia di Shang o larco e le frecce di Oshossi. Si uccidono poi degli animali a due zampe il cui sangue sar sparso sul capo e le spalle della ragazza e, quando si sar coagulato, cosparso con le piume delluccello. La yau , in quel momento, in uno stato tale di incoscienza cha si pu impunemente incidere sulla sua pelle, con la lama di un rasoio vergine, dei tatuaggi della nazione a cui appartiene il Candombl. Le figlie di Geg hanno sulle braccia una croce e sette barre verticali. Quelle di Quetu una croce e tre barre verticali. E in questo momento che avviene la prima uscita pubblica, solo le persone gi iniziate vi possono assistere. Ci permetteremo di riportare la descrizione di questa prima uscita prendendola dal racconto che ne fa Nina Rodriguez, poich noi non abbiamo mai avuto lopportunit di assistervi: Lorchestra, composta da cinque tamburi e quattro calabasse (zucche) Linvocazione al dio cominciava nella sala dove mi trovavo. A un segnale, o ordine, del direttore dellorchestra i tamburi furono riuniti al centro della sala e, a lato fu posto un piatto di obi (noce di cola) e delle monetine, cos pure un vaso contenente lacqua del dio presa dal santuario. Il direttore si alz fece un piccolo inchino piegando il ginocchio sinistro e si concentr come se pregasse. Poi prese il vaso lanciando un po dacqua su ogni lato dei tamburi, prese poi una manciata di obi e se la mise in bocca, la mastic e poi rivolt i tamburi e sput su ognuno di essi dellobi masticato. Fece un processo analogo con le zucche e poi fece girare il piatto con lobi tra tutti i musicisti che , presa anche loro una manciata di noci, se la misero in bocca e la masticarono. Musica e canti incominciarono quindi a invocare e chiamare il dio. La candidata, sotto leffetto di quel richiamo musicale, ricade nello stato della possessione da cui era uscita un po prima solo per entrare nello stato detto di er (di cui parleremo pi a lungo in seguito). La crisi pu essere pi o meno violenta ma meglio che non lo sia troppo a quel punto del cerimoniale. Se fosse troppo drammatica vorrebbe dire che il lavaggio della testa stato troppo forte, in quel caso, come mi diceva un informatore, bisogner modificare la composizione (dellinfuso) e aggiungere delle foglie che stemperino la potenza delle prime. In tutti i casi, il babalorish se vede che la transe troppo pronunciata, manda via il dio immergendo le mani nellacqua fredda (come abbiamo gi accennato gli Orish aborrono lacqua fredda) e tocca la testa, i seni, la nuca e i piedi della yau. Latto di mandare via il dio un momento pericoloso, si deve vigilare, affinch una persona malintenzionata non approfitti delloccasione per dare un piatto o una bibita contrarie alla divinit della candidata, altrimenti questa perder luso della parola, non avrebbe pi controllo sulla sua testa e si darebbe allabuso di bevande alcoliche. La seconda uscita ha luogo nove giorni dopo seguendo sempre lo stesso rituale, con la sola differenza che, questa volta, lefun si fa con della polvere blu e rossa invece della creta bianca.

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La terza uscita che si far il diciannovesimo giorno dopo preceduta dal gran bagno di sangue, il sundid degli Africani e, questa volta, come noi abbiamo visto, non si tratter pi di sangue duccello ma di quello di bestie a quattro zampe. I tamburi suonano fuori dellaliach, tutte le porte sono chiuse, non si pu assolutamente vedere quello che succede dentro. Alla yau viene versato sul dorso nudo il sangue di una capra o montone che schizza dalle teste tagliate. Le si fa sulla sommit del capo, un piccolo buco con un coltello vergine, esattamente dentro il cerchio che le era stato disegnato prima. Tutto ci avviene, ben inteso, nella completa incoscienza della ragazza. Questa la discesa nelle tenebre pi spesse, nella notte totale dello spirito. Il corpo poi dipinto con polvere bianca dalla punta della testa al pube, braccia e avambracci compresi, ma questa volta lefun disegnato in piccoli cerchietti rossi in forma di pallini. A che cosa si deve questo cambio di disegno? Se mi si permette una supposizione: i pallini bianchi sono in Africa una delle caratteristiche di Oshum e Oshum la dea dellamore, non sar forse che questo sia il mezzo per manifestare simbolicamente che la fabbricazione della nuova personalit da parte di Oshal terminata e che il momento del suo poter procreare arrivato? Forse una semplice supposizione la mia che non mi mai stata confermata, ma se Oshum la dea dellamore voluttuoso e le donne sterili la pregano per avere figli, questa potrebbe essere la spiegazione del rito. Questultima uscita che segue il bagno di sangue e lapertura del buco sul cranio che indica il cammino attraverso il quale passer lOrish, ogni volta che vorr manifestarsi, si chiama il dono del nome. Il dio della persona stato infatti spedito in Africa per cercare il nome della nuova personalit che sta per nascere. Si sa che ogni cambiamento di personalit si traduce in un cambio di nome. La babala o il babalorish verificano se il nome portato dal continente nero adeguato, bisogna che ci sia identit tra la risposta dIfa e lintuizione della yau in stato di transe. Questo nome comporta sempre tre parole, ad esempio: Shang Atara Mozambi Il primo nome quello generico del dio, ma la divinit assume delle forme multiple per cui bisogna scoprire di quale Shang si tratta e questa la funzione del secondo appellativo. Il terzo determina la regione di provenienza e, nellesempio che riportiamo qui, inaspettatamente, questa regione niente di meno che il Mozambico! La cerimonia del dono del nome o, in africano: runk pubblica e di una grande bellezza: ecco lentrata rituale della novella iniziata avvolta da un grande velo bianco, ala che forma su di lei come una cupola trionfale. La folla assiepata in torno e getta fiori sul corpo della giovane ancora tutta tremante e scossa da convulsioni divine. Il corpo della yau piegato ad angolo retto, le braccia penzolanti con le mani che quasi sfiorano la terra, esattamente come un bimbo appena nato e che non ha ancora la forza di assumere la posizione eretta. Due ekedy sostengono i suoi passi malfermi, luno a destra e laltro a sinistra e asciugano con un lino bianco il sudore che cola dal suo viso. Le yau appena iniziate fanno tre apparizioni successive quella stessa sera e queste tre apparizioni condensano e riassumono simbolicamente linsieme del cerimoniale delliniziazione. Durante la prima indossano il vestito di tutti i giorni e questo vuole ricordare il passato che esse stanno lasciando andare, nella seconda giornata sono vestite di bianco e questo simbolizza la loro nuova creazione appena conclusa, come si detto, sotto il segno di Oshal. Nellultima apparizione invece, indossano ognuna il costume liturgico proprio del loro Orish, affermando con questo che esse incarnano ormai quel dio dentro la loro testa. E durante questultima entrata nel salone del ballo che il babalorish, oppure la piccola madre le prendono una dopo laltra per farle girare su se stesse. Allora, improvvisamente, i corpi si raddrizzano, il cavallo fa salti alti nellaria e, tra gli ok, gli applausi e il rullio festoso dei tamburi, ognuna grida alla folla il suo nuovo nome di sposa della divinit. E ovvio che, dopo uno sposalizio cos mistico, non possibile ritornare bruscamente al mondo profano. Durante liniziazione la vecchia personalit stata spezzata, distrutta e annichilita per essere rimpiazzata da una nuova. Questo nuovo io non sa nulla del mondo in cui, da adesso in poi, dovr vivere. Si tratta ora di impararlo, daltra parte, questa nuova personalit appartiene a colui che la ha fabbricata, il babalorish o la Ialorish, ma bisogner pure essere reintegrati nella societ ordinaria e rientrare nella famiglia dorigine. In ultimo, liniziazione

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costa cara, diverse decine di migliaia di franchi ci saranno da pagare. Si procede allora alla cerimonia del panan che ha luogo la domenica pi vicina e che risponde a questa triplice finalit: riappropriamento della vita quotidiana, passaggio dalla societ religiosa alla societ domestica, una vendita di oggetti e un contributo della collettivit alle spese e al prezzo del rituale. Questa nuova cerimonia che conclude il ritmo delliniziazione ci fa passare, in qualche modo, dalla tragedia alla commedia. Bench sia una cosa seria (la transizione da una realt ad unaltra certamente qualcosa di serio che va fatta secondo le regole per essere effettiva) questa cerimonia permette alle yau di manifestare in pubblico quel delizioso senso dellumorismo africano che non ancora stato studiato a fondo. In questa cerimonia del panan si possono distinguere tutta una serie di rituali; per primo, re introducendo le figlie degli dei nel mondo, bisogner far loro comprendere, innanzi tutto, che esse non smetteranno di appartenere per questo al Candombl e che i sacerdoti, non tanto perch sacerdoti, ma come rappresentanti della divinit, devono essere sempre rispettati e obbediti. E il rituale della fustigazione. Cos i diversi dignitari del terriero frustano, simbolicamente, la yau. Il riappropriarsi delle attivit quotidiane avviene in quel primo momento: la yau lo fa con laiuto di qualche gesto rappresentativo come: cucinare un piatto, lavare un panno sporco, fare il mercato, dedicarsi alla toilette personale, simulare latto sessuale, il dormire, cullare un bambino, passeggiare in citt con suo marito, spazzolare gli abiti al rientro a casa, fumare persino una sigaretta, ascoltare la radio o andare alla messa cattolica. La terza parte del panan lacquisto della ragazza da parte della famiglia. Herskovits descrive questa cerimonia come una specie di caccia al padre, il marito o un ogan del terriero soprannominato: lo schiavo di Ogun senza dubbio per manifestare il carattere guerriero del rituale che una specie di persecuzione o razzia. Ma il padre o il marito , prendendo cos possesso della yau, devono prima di tutto riscattarla, donando una somma, convenuta in anticipo, al sacerdote capo del Candombl. Questo acquisto pu avere cos una forma di offerta fittizia. Qui di seguito, nella descrizione che ne fa Manuel Querino, c il momento in cui, mescolandosi alla gente del mercato, i o il parente della ragazza fa la raccolta di fondi per il riscatto: "Si allestisce un negozio ben assortito di frutta, carni, pesci, legumi, utensili di uso domestico come, ad esempio, ferri da stiro, gavette, legna o carbone ecc..". Inoltre sono esposti oggetti fabbricati dalla yau stessa durante il suo periodo di reclusione; acquistando questi oggetti, al medesimo tempo si acquista la ragazza, o meglio, se la vendita fatta a parte, questa serve a pagare una parte delle spese delliniziazione. Naturalmente questo riscatto della nuova figlia degli dei lo possono fare soltanto il padre o il marito (se la ragazza sposata), o il fidanzato se le nozze sono vicine. Solo nel caso che la ragazza sia orfana o troppo giovane per prendere marito, unaltra persona potrebbe pagare il prezzo ed acquistare cos il diritto di prenderla. In questultimo caso, chi lacquista deve essere una persona gi conosciuta ed autorizzata dal babalorish sia per la sua moralit che per la sua situazione finanziaria. C un altro aspetto del panan che ben caratterizza il suo ruolo di rito di transizione e che a me sembra, tutto sommato, essenziale; mentre nelle altre cerimonie pubbliche di iniziazione la ragazza in stato di transe, qui lei sembra in uno stato detto di r, che una specie di estasi calma e infantile. Lr qui considerato come una forma intermediaria tra la possessione da parte dell Orish e lo stato normale. Questo dimostrerebbe che la divinit in via di lasciare il suo cavallo progressivamente. Quando la cerimonia sar terminata, la ragazza sar pure lei ritornata alla sua piena coscienza, ma passer ancora una notte nel Candombl. In seguito, e con gran pompa, la si accompagner da colui che la ha acquistata. Comunque per un anno intero lei rester un essere marginale, appartenendo sia a chi la ha acquistata, ci vuol dire alla sua famiglia legale, sia al sacerdote che la ha fatta. Questa sottomissione al babalorish simbolicamente rappresentata da una collana speciale detta kl che la ragazza deve indossare, questa collana volgarmente chiamata cravatta dellOrish. Dopo un anno, o in certi terreiros pi tolleranti solamente dopo tre mesi, la ragazza va a deporre la collana ai piedi della pietra del suo dio, nel corso di una cerimonia che pu anche essere pubblica. Ci non significa che lei cessi dobbedire ai sacerdoti del Candombl, ma questa obbedienza si restringe al solo cerchio delle obblighi religiosi, perch lei adesso completamente libera nella sua vita civile. Infatti, come abbiamo visto prima,

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durante il suo soggiorno nellaliach, la ragazza non apparteneva pi a se stessa e il rumore che faceva lo shar legato alla sua caviglia era il suono sonoro del fatto che la sua sottomissione era completa sia fisicamente che spiritualmente a colui il quale laveva fatta. Questa sottomissione era troppo forte perch potesse cessare dun sol colpo e, cos come da uno stato di transe la ragazza passa a quello di r prima di ritornare al suo stato normale, cos lappartenenza al suo creatore si dilegua poco a poco. Labbandono del kl non che lultima tappa di questa progressiva liberazione. Tutti i Candombl hanno una loro riserva di figli e di figlie, che possono un giorno farsi iniziare oppure occupare delle funzioni importanti dentro della setta, senza necessit di ricevere il loro dio e costoro sono chiamati abi. Gli abi fanno parte del Candombl, hanno praticato i riti del lavaggio della collana e del bori. Li classificheremo quindi in un gradino pi basso della gerarchia sacerdotale. Quando la cerimonia delliniziazione compiuta, o si yau o sposa di dio. Quindi un gradino superiore certamente ma non lultimo. Nel corso della sua vita questa yau attraverser effettivamente tutta una serie di metamorfosi, delle quali ognuna segner una pi ampia conoscenza dei segreti della setta. Dopo sette anni lei diventer vodum e questa promozione sar resa pubblica per il fatto che lei indosser una collana speciale : la rungf fatta di perle rosse e grani di corallo intrecciati se lei appartiene alla setta gg (dahomenne), oppure ebmin se fa parte della nazione nag. Solamente a quel punto e cio quando la ragazza diventata ebmin, potr essere scelta per occupare una funzione ben specializzata dentro del santuario, pi importante del ricevere il dio, che le conferir unautorit superiore a quella della semplice yau. Pu diventare dag o, se di grado pi giovane, sidag, specializzata nella preparazione del pad di Esh; pu aiutare i sacerdoti durante il servizio religioso come iy mr, pu essere inviata alla cucina per preparare degli alimenti speciali delle diverse divinit e diventare cos iy bass. Se poi ha una bella voce e buona memoria, potr diventare iy tbsh e prendere liniziativa di scegliere i canti e lanciarli ai musicisti e ai danzatori, sia nelle feste pubbliche che in quella private. La iyalash ha, secondo me, unimportanza ancora maggiore, poich, cos come indica il suo nome, lei che ha cura dell ash, cio delle pietre sacre del pegi, degli alimenti che vengono loro offerti (alimenti che restano li una settimana prima di essere sostituiti) e della pulizia del santuario. Durante questi lavori pu farsi aiutare e servire dalle yau, ma la responsabilit esclusivamente sua. Cos pure, se il sacerdote capo o la sacerdotessa suprema non si trovano nel Candombl, lei che se ne occuper risiedendovi e che diventer, in qualche modo, lamministratrice. Sopra tutte, per, c la piccola madre, o sacerdotessa in seconda, in africano: iy kkr o jibonam. Ella sostituisce la madre in caso questa abbia qualche impedimento e, in qualche caso, ma non obbligatoriamente, pu sostituirla dopo la sua morte. Se il Candombl diretto da un uomo invece che da una donna, da un padre invece che da una madre, il suo ruolo ancora pi essenziale. E la iya kkr che si occupa dei candidati alliniziazione, che li accompagna al bagno mattutino, li lava con il sapone africano, taglia i capelli con le forbici, depila il corpo, traccia lo efun ecc. Come si visto finora, non ho parlato che delle ragazze che sono infinitamente superiori, come numero, agli uomini, tuttavia ve ne sono anche di questi. Generalmente sono i bambini che si trovavano nel ventre delle loro madri al momento delliniziazione, essendo essi iniziati per partecipazione al corpo della genitrice. In tutti i casi, anche se il grado di piccola madre ancora pi importante quando il terriero diretto da un uomo, in quelli in cui a dirigere sia una donna ci vuole sempre un uomo per aiutarla, il padrone della casa detto: pegi-g. Questo ruolo pu anche essere ricoperto da una persona che non abbia ancora praticato il rituale delliniziazione e alla quale si da il nome di: ogan. Gli ogan sono di due tipi: alcuni sono scelti unicamente per la loro situazione sociale e finanziaria, sono dei protettori della setta, faccia a faccia con le autorit costituite e la difendono contro eventuali incursioni della polizia e, in caso di bisogno, aiutano la setta con le loro proprie finanze. Ma dal loro nome stesso: ougangas (in Gabon significa prete) ritengono qualcosa della origine sacerdotale, costituendo una sottospecie sacerdotale. Ad esempio, il

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pegi-g di cui ho detto prima, che il presidente del Consiglio di amministrazione del Candombl, il responsabile del suo pegi- l ashgun che il sacrificatore - l alab che suona il rum e dirige lorchestra. Ci che definisce l ogan in opposizione ai figli degli dei non per il fatto che egli non ha un Orish (ognuno di noi ne ha uno) ma perch non ne pu essere posseduto. In effetti, in tutti i Candombl ci sono, obbligatoriamente, sia una confraternita di figlie estatiche, che un insieme di persone che non possono, in alcuna maniera, cadere in transe. Gli ogan per quanto riguarda i maschi e le ekedy per le femmine. Questultime, come abbiamo gi visto, sono incaricate di aiutare le ragazze in transe durante le cerimonie pubbliche. Infatti, come potrebbero procedere i rituali con lordine e la sicurezza necessari se, improvvisamente, una ekedy invece di curare il cavallo di cui responsabile, si rotolasse per terra, vicino alla ragazza, scossa da movimenti convulsi, oppure se lalab abbandonasse per un momento lorchestra e si mettesse a danzare in mezzo alla folla? Se l ogan come pure l ekedy non possono cadere in transe, c tuttavia, a parte la differenza del sesso, qualcosaltro che li contrappone ed la loro relazione antitetica con le yau. Ogni ogan , in effetti, legato ad una ragazza del suo stesso dio e che la sua ragazza, a cui lui, di conseguenza, da aiuto e protezione e, per contro, ne riceve rispetto e sottomissione. L ekedy, invece la serva, la domestica pietosa e paziente con la sua yau. Sia Manuel Querino che io stesso abbiamo descritto dettagliatamente il modo in cui l ogan incorporato alla setta. Notiamo che non il sacerdote che lo sceglie ma la divinit che lo designa, nel corso di una cerimonia pubblica, con lintervento della yalorish o di una ragazza in stato di transe. Il futuro ogan allora festeggiato dallassemblea e portato in trionfo. Egli si pu rifiutare se pensa di non essere allaltezza del suo futuro incarico; se accetta deve rimanere per tre giorni allinterno del Candombl per ricevervi una iniziazione speciale (un tempo rimaneva per tre giorni interi, oggigiorno possibile che, se ha delle occupazioni professionali, vada in citt durante il giorno ma torni a trascorrere la notte nel santuario). La festa dell incoronazione avviene pi tardi, a volte anche dopo sei mesi, e comprende obbligatoriamente la confezione di una sedia sulla quale lui si sieder. Limportanza di questo rituale pari a quella della incoronazione della yau la quale deve anchessa sedersi su di un banco nuovo nel momento dellentrata nel Candombl cos come era il culto praticato in Africa, dove si preparavano i troni regali. Al di sopra degli ogan ci sono, nel Candombl de Ash de Opo Afonj, 12 oba o ministri di Shang. Questi ministri, scelti tra gli ogan pi vecchi e stimati del terriero sono tuttavia una creazione piuttosto recente, da dopo Martiniano de Bomfim, ritornato dallAfrica, dove era stato iniziato al suo incarico di babala. Lui stesso lo ha raccontato, dopo avere rammentato la sequenza dei re di Oyo, la rivalit di Shang con Timin e Gbonk e come Shang diventato dio e poi cos continua: I due rivali (Timin e Gbonk) che avevano provocato la sparizione di Shang, ritornarono alla loro terra di origine. I ministri di Shang, i mangb, istituirono il culto dell Orish... Qualche tempo dopo si form un consiglio di ministri incaricati di mantenere vivo il suo culto. Questo consiglio fu organizzato con i dodici ministri che lavevano accompagnato sulla terra, sei a destra e sei a sinistra. Quelli della destra erano Abidn (discendente del re Abiodun, principe), Onikyi, Arss, Onanshkn, Ob Tl e Olugban. Quelli di sinistra: Ar, Otun Onikyi, Otun Onanshkn, Ek, Kb Nnf e Ossi Onikvi. Questi ministri antichi re, principi o governatori dei territori conquistati dal coraggioso Shang non hanno voluto che la memoria delleroe si spegnesse nelle generazioni che seguivano. E per questo che, nel Centro Sainte Croix du Ach de Op Afonj di St. Goncalves du Retiro, si celebrato quellanno la festa dellincoronazione dei dodici ministri di Shang, scelti fra gli ogans pi vecchi e prestigiosi del Candombl. I riti dellincoronazione costituiscono, in qualche modo, i riti di incoronazione di ogan di secondo grado. La loro iniziazione , di conseguenza, pi lunga. Quanto alla loro funzione, questa non molto chiara, ma, vista la spietata lotta che ha loro fatto lattuale Ialorish, figlia di Oshum, fino a farli piegare a forza ai suoi ordini, si pu dedurre, senza rischio di sbagliarsi,

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che la loro principale finalit, dal punto di vista spirituale, era quella di vegliare sulla grandezza del culto di Shang ed per questa ragione che una sposa di Oshum non poteva accettare il loro incarico senza soffrirne, dato che per lei Oshum superiore a Shang. Bisogna poi aggiungere che, a parte questa funzione spirituale che ne fa i successori brasiliani dei mangb o sacerdoti di Shang, essi costituiscono, dal punto di vista materiale e civile, il consiglio damministrazione de: lAsh de Opo Afonj. Un informatore me li descriveva come dei custodi dellharem, ma bisogna fare bene attenzione al significato di questa espressione: ci non vuole dire in alcuna maniera che si abbia un diritto sessuale sulle figlie degli dei ma solamente un rapporto come quello che ha una figlia del medesimo Orish con il suo ogan; come pure gli oba hanno sotto di loro linsieme delle figlie che appartengono alla loro stessa divinit. Tra i privilegi di questo incarico possiamo citare quello di scuotere l ash o zucca di Shang; e, dopo la loro morte, resuscitare, sette giorni dopo, sotto forma di Egun, per dettare le loro ultime volont. Ogni oba del lato destro ha un sostituto che lo rimpiazza in caso questi ne sia impedito e che gli succede dopo la sua morte; ed il suo otun (o ministro del lato sinistro). Tutte queste funzioni di cui abbiamo parlato comunque non esauriscono affatto la ricchezza e la complessit del rituale sacerdotale di Bahia. Finora non abbiamo parlato che degli incarichi pi consueti, indispensabili per il buon andamento dei culti e che si trovano pi o meno dappertutto. Ci sono, tuttavia, altri incarichi o titoli sacerdotali che si trovano solo nei Candombl pi puri e pi rigorosamente tradizionali ma non possiamo sapere se tuttora hanno dei titolari. Abbiamo limpressione che molti di questi incarichi possano rimanere per anni non attribuiti, in attesa del volere degli dei oppure per caso. Possiamo fare, tra gli altri il nome di Ojuoba locchio del re che legato a Shang e che conferisce il privilegio di agitare lo shr; un altro ancora pi importante: wessa (soprattutto nei terreiros diretti da donne) che saluta le divinit, canta le loro lodi (deve, per questo, conoscere gli oriki che sono i canti di lode africani degli Orish) e che presiede ai sacrifici. Un altro ancora: iyanaso, che dirige il culto speciale di Shang. La prima Candombl conosciuta a Bahia era gi nel palazzo de lAlafin Oyo, ridotta in stato di schiava e portata in Brasile dove doveva fondare il Candombl di Engenho Velho. Al di sopra di tutti si trova il babalorish, o padre degli Orish, il sacerdote supremo, se la setta diretta da un uomo la Ialorish, o madre degli dei, la sacerdotessa suprema, se la setta diretta da una donna. Il babalorish il capo del culto e, per questo, ha autorit su tutti i fedeli, persino di frustarli se mancano ai loro doveri. E lui che prepara gli oggetti sacri, che dirige le feste pubbliche o private, che individua le divinit al loro manifestarsi, che controlla i sacrifici e le iniziazioni, che getta l oubi (e a volte le conchiglie) per conoscere la volont degli Orish. Se le figlie della setta si bisticciano deve ristabilire lordine e la buona armonia tra di esse, se hanno dei problemi le consiglia e le dirige, per cui, nonostante sia il capo spirituale delle yau, per via della sua autorit morale, egli si intromette amichevolmente anche nella loro vita privata, dirigendo i loro affari. Ha pure un compito come guaritore, se la malattia ha un origine mistica o soprannaturale , per esempio se questa la conseguenza della violazione di un tab o se si tratta di un malefizio di qualche macumbeiro o stregone. In questo caso bisogna procedere con un bori per fortificare la testa oppure a un cambiamento di testa che un rituale di contro-magia, (che consiste nel fare passare la malattia su di un animale fregandolo contro il corpo del paziente e poi subito scacciandolo a modo di capro espiatorio). Poich i babalorish sono pi numerosi che le Ialorish a Bahia, essi dominano soprattutto sulle sette Bantus; nelle sette yoruba, che ci interessano qui, sono soprattutto le Ialorish che presiedono alla vita del Candombl. I loro compiti sono identici a quelli dei babalorish, ma siccome esse non possono fare certi gesti, puramente mascolini, sono obbligate ad avere a lato un pegi-g o un wssa. Nella societ africana oltre ad avere unautorit assoluta sui membri della confraternita religiosa che essi dirigono, questi sacerdoti e queste sacerdotesse supremi hanno pure dei reciproci doveri verso di essi come lassistenza pecuniaria e morale, per cui il Candombl costituisce, in piena citt di Bahia, una vera e propria societ di mutuo soccorso, di aiuto fraterno, che fa perdurare lo spirito comunitario africano. Il termine convento che a volte si attribuisce a questi gruppi calza perfettamente. E obbligatorio che sia i babalorish che le Ialorish siano scelti tra gli ebmin, o i figli di dio che abbiano almeno sette anni di anzianit

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dalla loro iniziazione; questo significa che anche essi ricevono gli Orish e che cadono in transe nel corso delle cerimonie pubbliche il che li distingue ancor pi nel loro rango dentro della gerarchia degli ogan, oba e altri funzionari del culto. Il loro incarico non si tramanda per di padre in figlio o di madre alla figlia nellinterno della stessa famiglia. Sono piuttosto le divinit che, per mezzo dellintervento di Ifa, li designano, oppure il sacerdote morto, risorto sotto forma di Egun, al compirsi sette anni, che indica il suo successore. In questo tempo intermediario il culto passa sotto la direzione della piccola madre. Babalorish e Ialorish godono di un giusto prestigio nella societ africana e questo prestigio aumenta con let, il numero di anni di servizio, la profonda conoscenza dei miti e dei rituali ed anche per la purezza della loro ascendenza africana, cos come il loro contatto, attraverso la tradizione orale, con i templi africani da dove sono venuti i primi sacerdoti introdotti in Brasile e che sono stati i loro predecessori. Bisogna dire che lascesa nella gerarchia dipende, in effetti, dalla appartenenza pi o meno completa alla civilt africana, al suo tesoro di conoscenze accumulatesi nel corso degli anni e per provare a staccarci dalla nostra metafisica yoruba, a loro che occupano i gradi pi alti dentro della setta, che noi dobbiamo rivolgerci. Queste persone sono, generalmente, molto intelligenti, fini, educati, raffinati e di una stupefacente memoria. Noi siamo sempre stati accolti da loro come dei figli, ma, proprio per questo, il transfert di queste conoscenze obbedisce forzatamente alla legge africana. Allinizio, come abbiamo gi detto, questo transfert non si pu fare se non progressivamente e dentro i limiti che si occupano allinterno del Candombl da parte di chi sta facendo un inchiesta, ogni nuova conoscenza obbliga chi ne entrato in possesso a dei nuovi incarichi o, se si preferisce, a dei nuovi obblighi, che possono essere di natura finanziaria e si arriva cos alla seconda legge. La vita religiosa dominata dalla reciprocit e dallo scambio. Alcuni Bianchi non lo capiscono e considerano i babalorish o le Ialorish come delle persone abili che si approfittano della superstizione popolare per arricchirsi. Non neghiamo che ci possa accadere in certi terreiros Bantous o Candombl de cabocles, ma si tratta di sette in netto disfacimento e che sono violentemente respinte da quelle veramente Africane. Linformazione un dono e, come tutti i doni, ha bisogno di un riscontro senza il quale si verificherebbe una rottura nelle relazioni sociali e forse anche nel mondo. Il riscontro, che in questi Candombl non quasi mai del denaro vero e proprio, ma un taglio di stoffa, un animale da offrire in sacrificio, una collana ecc., compensa della perdita della sostanza, se cos si pu dire, di colui che ha donato una parte del segreto e ristabilisce lequilibrio perduto. Se questa offerta di scambio un animale colui che sta conducendo linchiesta legato all Orish il quale pu perfino punirlo se egli fa cattivo uso di quello che ha saputo, oppure pu dargli il permesso di servirsene (poich anche lui ha ricevuto con il sacrificio il suo dono di contraccambio) se si trattato di una collana o di un taglio di stoffa, che sar poi utilizzato dalle yau, egli entra cos in pi stretto contatto con la comunit religiosa, cosicch la trasmissione orale si giustifica, proprio perch chi fa linchiesta entrato a far parte di quella societ. Siamo ben lontani, come vedete, dalle interpretazioni dei Bianchi che giudicano, con la loro mentalit occidentale, condizionata dalla legge del profitto e della vendita di tipo capitalistico. La necessit del compenso nel transfert della conoscenza prova al contrario che la ricerca intrapresa di scoprire lAfrica in Brasile cominciata bene, poich gi ai primi passi di questa inchiesta ci troviamo subito di fronte a un aspetto della mentalit africana. Solo con la morte si spezzer questa doppia solidariet dellindividuo con il suo Orish e con la societ africana. Le cerimonie per la persona defunta sono chiaramente diverse secondo il grado di questultima, ma, contrariamente a quanto riportano le cronache giornalistiche a proposito dei funerali, la pompa con cui questi sono condotti non un semplice omaggio alla celebrit del defunto o a quanto egli fosse stimato, ma la complessit del rituale, degli apparati decorativi e la durata delle cerimonie sono imposte de uno statuto religioso. Pi i legami con l Orish erano profondi, pi difficilmente verranno sciolti. Ad esempio, i tamburi non seguono il funerale di una Yau, ma quello di una Ialorish s, perch, in questultimo caso, tutto il santuario che in lutto, sia gli strumenti musicali che gli oggetti rituali e le persone vive. A volte la cerimonia del funerale dura tre giorni, a volte sette; questo dipende dallorigine etnica del Candombl o dalla nazione, ijesh, quetu o gg a cui si riferisce.

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Il nostro compito per non quello di descrivere qui questo cerimoniale in tutti i suoi dettagli come abbiamo fatto altre volte e il pi a lungo possibile, ora ne indichiamo solo il significato dal punto di vista del Candombl e dei suoi membri. Allorch la morte si avvicina ad un individuo l Orish della sua testa fugge spaventato poich gli dei temono Iku, la selvaggia mietitrice di uomini. E quello un segno della sua prossima sparizione, la sua impossibilit di cadere in stato di transe; ma quella partenza dell Orish non impedisce alla divinit di rimanere ancora nei dintorni e, alla fine della veglia funebre, quando i portatori recheranno sulle spalle la bara uscendo dalla casa, potrebbe succedere che uno degli assistenti piombi al suolo in preda a una crisi di santo bruto. E il dio della morte che, per poter continuare ad essere adorato e servito, si scelto un nuovo cavallo. Alcuni autori affermano che questo cambiamento di testa al momento della partenza del corteo funebre, oggi non si verifica pi, ma altri informatori sono di parere contrario; diciamo quindi che la cosa pu essere possibile ma non obbligatoria. Tutto dipende dallo stato in cui si trova lo spirito dell Orish che preso fra due sentimenti: la paura della morte che lo fa fuggire il pi lontano possibile e il desiderio di avere un altro cavallo che perpetui il suo culto, non si pu sapere quindi in anticipo quale di queste due tendenze finir per prevalere. Il defunto, tuttavia, non legato al suo dio solo per via del fenomeno della possessione, ma anche, e in modo certamente meno spettacolare anche se pi continuo ed effettivo, alla sua pietra e agli oggetti sacri del suo pegi personale, oggetti che avevano valore solo per lui. Di questo ne abbiamo profusamente parlato prima e cio della cerimonia di partecipazione attraverso il lavaggio e il sangue, per cui non ci torneremo pi sopra. Questi oggetti saranno dunque posti nella bara a lato del defunto e tutto questo ben spiega frasi del genere che qui riportiamo scritte da Nina Rodriguez: Nel cimitero del giardino dei Lazarens, preferito dalle persone povere, si trovano, quando si riesumano le antiche tombe, vicino agli scheletri, innumerevoli feticci e idoli africani. Ma il morto ha lasciato degli altri oggetti ancora, che non sono nella sua casa ma nella cerchia stessa del Candombl; non sono di nessun uso per unaltra persona perch sono stati legati unicamente a chi morto e sono, in qualche modo, una specie di appartenenza, degli elementi costitutivi della sua personalit. Verr quindi fatto un despacho con questi oggetti liturgici dopo aver chiesto, con laiuto delle conchiglie, all Orish o a Ifa il luogo dove questi indumenti, insegne ecc. devono essere abbandonati: in mare, acqua dolce, foresta, i figli del terriero andranno quindi nel posto designato per gettarli e poi ritorneranno senza mai voltarsi indietro. Nel caso di un sacerdote o sacerdotessa suprema, teoricamente, dovrebbe essere tutto linsieme del pegi ad essere cos abbandonato e questo spiegherebbe la scoperta fatta allinizio del XIX secolo, di mirabili sculture africane gettate sulla spiaggia dal mare stesso. Qui non come per le ragazze, i cui effetti personali o appartenenze particolari sono eliminati. Nina Rodroguez afferma che, se il giorno del funerale l Orish trova un nuovo cavallo, questi prende gli strumenti liturgici del defunto per cui il despacho si effettua solo in caso contrario. Se l Orish non trova nessuno che accetti la responsabilit di continuare il culto che praticava il morto, oppure se non trova nessuno dei presenti degno di questo onore, le insegne e gli ornamenti, gli idoli e gli altari sono portati, durante le ore morte, in misteriosa processione, dove ci sia dellacqua corrente affinch il ruscello, il fiume o il flusso della marea li riporti in Africa dove (i Negri ne sono assolutamente certi) essi arriveranno. Nulla ci permette di non crederlo: Il despacho secondo noi una parte dobbligo in tutto il cerimoniale funebre sia che l Orish abbia trovato o no una testa di ricambio. La sepoltura in se stessa non poi cos interessante pur se conserva ancora certe caratteristiche africane, per esempio: il morto esige che i suoi portatori camminino in maniera esitante, un passo avanti e un passo indietro, senza che, per questo, il ritmo traballante sia legato a un rituale divinatorio come lo in Africa e presso i Neri della Guyana: la ricerca di colui che ha scagliato la morte sul defunto. Ci possono essere scene di dolore, di persone che piangano, ma, nellinsieme, non si tratta di una cerimonia triste poich quello che viene messo sotto terra solo un corpo. L ori, cio lo spirito, resta e si proceder in seguito alla sua espulsione. Il rituale chiamato ashsh non ha altro scopo. Questo rituale potrebbe anche essere pericoloso e coloro i quali vi assistono sono tenuti a prendere delle precauzioni speciali come, ad esempio, portare al polso un braccialetto di paglia per non essere posseduti dallanima del morto e neppure abbandonare il Candombl funebre prima che lespulsione sia terminata, per non rischiare di portare la morte con se in unaltra casa. Quando l ori se n andato per diventare Egun si dovr fissarlo nella casa degli Egun del terreiro perch gli si

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possano rendere gli onori dovuti. In questo stesso momento interviene un nuovo sacerdote che oltrepassa i limiti delluno o dellaltro Candombl, per cui torneremo su questo argomento. Se il morto un babalorish o una Ialorish la cerimonia funebre non finita, perch il sacerdote o la sacerdotessa suprema, nel corso della loro vita, hanno iniziato un gran numero di yau e sono quindi a loro legati e c ancora unultima partecipazione da sciogliere, dopo quella dell Orish e della testa che si disfa da se stessa durante lagonia secondo la volont del dio spaventato dopo quella degli oggetti liturgici e del defunto dopo quella dell ori e del corpo ed la partecipazione sociale del sacerdote e della sua confraternita. Il sacerdote ha messo la mano sulla testa degli iniziati per fissarvi il dio e bisogna quindi ritirare la mano dalla testa poich questa mano la mano di un defunto e gli Orish temono la morte per cui non potrebbe forse verificarsi che le yau non potessero pi cadere in estasi? In tutti i casi esse vanno ad appartenere ad unaltra autorit vivente e non possono rimanere figlie di un Egun! Purtroppo ci manca ancora una buona descrizione di questa cerimonia, non abbiamo su questo argomento che delle insufficienti informazioni da Manuel Querino che riporteremo, tuttavia, non avendone delle altre disponibili: Alla morte della madre o del padre del terriero una delle prime cerimonie domaggio in memoria del defunto consiste nel togliere la mano dalla testa. Colui che ha assunto la direzione del Candombl stabilisce il giorno, di solito dopo la messa offerta allanima del suo predecessore, per poter realizzare questo rito. Ogni persona fatta (cio gi iniziata) contribuisce con la somma di cinque mila reis, un rasoio nuovo, dei piccioni, dei polli, degli uccelli ecc. Nel giorno stabilito tutti si riuniscono nel del Candombl, l lindividuo pi anziano prende il rasoio offerto da uno dei presenti e procede con questo alla rasatura della testa. Mentre questo viene fatto si sacrifica uno degli uccelli il cui sangue viene sparso sulla testa depilata; le donne conservano questo sangue coagulato fino al giorno seguente o fino al lavaggio della testa. Questa operazione necessaria e ha per scopo di impedire che la persona sia preda di un malefizio se non lo fa. Noi ci permettiamo di trarre alcune conclusioni: notiamo, prima di tutto, che il rituale necessario ma, non tanto perch la yau potrebbe incorrere in un malefizio, come pensa Querino, ma perch essa apparterrebbe ad un Egun, e questa appartenenza potrebbe recarle danno nel senso che potrebbe condurla alla morte per riunirsi con il suo capo spirituale. Notiamo che la sequenza dei riti segue un ordine inverso a quello delliniziazione: il lavaggio con il sangue precede quello con le erbe. Notava uno dei miei informatori, del mio stesso parere, che la scomparsa dell Orish si fa nellordine inverso a quello della sua creazione, o fissazione, nel corso delliniziazione. Sono convinto per che il cerimoniale deve essere infinitamente pi complesso di quello che descritto nel testo e che le diverse specie di partecipazioni della yau e del suo babalorish devono essere separate le une dalle altre, incominciando dalle pi forti fino alle pi deboli. Liniziazione faceva entrare lindividuo nel Candombl mentre i riti funebri hanno la funzione di farlo uscire o, meglio, di incoronarlo sotto un altro aspetto: quello di Egun. Perch il Candombl cos, se mi si permette unespressione cristiana, una comunione di Santi e non solo di esseri viventi. Chi studia il Candombl non deve lasciarsi ingannare dalla sua mancanza di legami organici. Ogni setta o terriero autonomo, sotto la dipendenza di suo padre e di sua madre i quali non riconoscono nessuna autorit al di sopra di loro stessi. Si tratta di mondi a parte, delle specie di piccole isole africane nel mezzo dun oceano di civilt occidentali e non un continente, un blocco ben saldo. Certamente c comunicazione tra i membri dei gruppi vicini, per esempio durante le feste pubbliche, o tra amici che vengono ad assistere alle cerimonie, nel cui caso si fa loro una grande accoglienza come, ad esempio: i tamburi cambiano la musica per eseguire quella della nazione dei visitatori, le figlie degli dei li abbracciano seguendo un rituale speciale

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di cortesia, ma si tratta sempre di semplici relazioni di vicinato, che non oltrepassano i limiti dei mutui omaggi , ma che purtroppo a volte non impediscono che si creino dei conflitti tra babalorish, gelosie o rivalit tra i Candombl. Questi, comunque, tradizionalmente nascono per scissione a partire da una cellula unica. Il Candombl pi vecchio quello di Engenho Velho, che ha dato vita in seguito a quello di Gantois e poi a quello di Op Afonj; ma questi nuovi terreiros, una volta formati, diventano assolutamente indipendenti dalle cellule madri da cui sono derivati e, nel corso degli anni, pu succedere che, alla precedente amicizia, subentri della rivalit. Nel 1937 tutti questi gruppi si sono organizzati in una associazione chiamata: Unione delle sette Afro-Brasiliane di Bahia ma si tratta di una istituzione artificiale, di difesa collettiva, sul modello sindacale, che non ha assolutamente nulla di africano, ne nelle sue origini ne nella sua costituzione, che lascia per ad ogni Candombl la sua autonomia totale. Questa autonomia, che in nessun modo vogliamo negare, non pu nasconderci tuttavia un altro fenomeno e cio lesistenza, al di fuori dei Candombl propriamente detti e pur collegati ad essi, di sacerdoti che raccolgono, in qualche modo, linsieme del sistema o, per lo meno, raccolgono i terreiros di una stessa nazione. In effetti abbiamo visto che i rituali di entrata necessitano, come condizione preliminare, la consultazione della collana di Ifa oppure delle conchiglie. Abbiamo pure visto che uno dei momenti pi importanti delliniziazione il lavaggio della testa con un bagno di erbe e, infine, che dopo la morte l Egun era fissato in un santuario speciale, dove si avr la possibilit di evocarlo in seguito. Tutto ci sfugge al babalorish o alla Ialorish, dispensa i sacerdoti speciali, i babalas, i raccoglitori di erbe, gli evocatori dei morti, che possono essere chiamati da molti Candombl differenti. Secondo noi a costoro si data troppo poca importanza e noi, invece, in questo nostro lavoro, daremo loro il posto di primo rango che essi meritano. Si pu rischiare, in effetti, se si esamina il mondo del Candombl unicamente attraverso i Candombl di lasciarsi sfuggire quello che per noi lessenziale e cio: la struttura della civilt africana; o la corrispondenza stretta che c fra le strutture mentali e quelle sociologiche. Se pure dei Candombl sono separati o rivali essi sono comunque legati da una stessa realt a cui tutti fanno parte e cio la civilt africana. E questo legame che a noi interessa; i babala, i sacerdoti degli Osain o degli Egun esprimono questa unione di credenze e di mentalit poich essi sono, per la maggior parte del tempo, a cavallo di diverse sette. Come si gi potuto notare nel capitolo di presentazione noi non abbiamo descritto il Candombl come unistituzione ma piuttosto come un sistema di partecipazioni (listituzione non , a nostro avviso, che la cristallizzazione di tutto un insieme di partecipazioni, tra uomini, cose e gli Orish) e, cio, fin dallinizio in termini di civilt e di metafisica africana.

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CAPITOLO II - LO SPAZIO E IL TEMPO SACRO "I Neri di Cuba conservano, con una stupefacente tenacia, la credenza nella spiritualit della montagna" dice Lydia Cabrera allinizio del suo libro El Monte Igbo Finda e cita, a questo proposito, tutta una serie di testimonianze caratteristiche, tratte dalla bocca dei vecchi Neri di Cuba: "I Santi sono pi sulla montagna che nel cielo"; "i Santi nascono dalla montagna e cos la nostra religione nasce dalla montagna"; "l risiedono gli Orishas, gli Eleggu, gli Oggn, gli Ochosi, Oko, Ay, Chang, Allguna e gli Eggun, - i morti, Elko, Iks, Ibbays". Se abbiamo citato questo testo perch proviene da una regione dove il culto degli Orish conservato come a Bahia. Essi indicano, con una chiarezza che non lascia nulla a desiderare, la stessa opposizione tra la montagna selvaggia e la citt civilizzata, che Varagnac scopre nel nostro folklore tra il bosco sacro, dove vivono le fate e i morti, e i campi coltivati chiusi intorno al villaggio. In Brasile si trova unanaloga opposizione su cui torneremo quando parleremo della raccolta delle erbe. Come pure, per lo meno a Bahia, il carattere "spirituale" della montagna: "Un padre di un terreiro mi ha assicurato", scrive Nina Rodriguez, "che c a Bahia, nei sobborghi della Plateforme, un ponticello che adorato come un Orisha Ok, perch i Neri, dopo aver adorato Obatala su un monte o su di una collina, hanno finito per divinizzare e adorare la montagna stessa". Questo culto di Ok figlio di Yemanji, dio delle alture, attualmente scomparso; per contro il legame di Obatala con le eminenze continua tuttoggi e, senza dubbio, per nessunaltra ragione che per il fatto che i Neri di Bahia amano, sopra tutte le altre, la chiesa cattolica, dove essi si recano vestiti di bianco, che il colore di Obatala, ad esempio la chiesa di "Notre Seigneur de Bonfim" che costruita su una piccola collina dominante il mare. Malgrado tutto, c una differenza radicale tra Cuba e Bahia ed che gli Orish qui non vivono sulla montagna o nella foresta, ma vivono ancora in Africa, in quella terra lontana da cui hanno strappato a forza gli schiavi per portarli in America e che loro chiamano:It Aig (o i a) la terra della vita. E di la che gli Orish vengono, attirati dal sangue dei sacrifici o dal rullio dei tamburi, o per danzare negli amorosi corpi delle loro figlie. E indubbio che, come abbiamo gi visto, ogni divinit "fissata" per mezzo di rituali speciali, nelle pietre, nei pezzi di ferro o sulla testa dei loro figli, ma la divinit stessa risiede nel paese degli antenati. Ho pure trovato, in un terreiro, il mito simbolico di un albero le cui radici attraversavano lOceano per riunire i due mondi ed lungo queste radici che gli Orish arriverebbero quando sono chiamati. Allo stesso modo le anime dei morti, sebbene anchesse "fissate" in un santuario presso il Candombl, lasciano il Brasile, dopo la sepoltura, per raggiungere la grande legione degli spiriti ancestrali. Il suicidio degli schiavi Neri non aveva spesso altra ragione. Tschudi ne formula unipotesi per spiegare un fatto che lo aveva colpito: la gran quantit di suicidi nelle piantagioni di "padroni buoni" piuttosto che in quelle di padroni crudeli. Ma quello che per lui non era altro che unipotesi confermato dallAssier che ci riferisce, a questo proposito, la testimonianza orale dei propri schiavi: "per ritornare il pi presto possibile nella nostra terra". Cos la differenza tra sacro e profano , prima di tutto, la differenza tra lAfrica e il Brasile per cui non possibile che il sacro esista a Bahia, cos come nelle altre citt del Brasile, se non dove lAfrica sia stata precedentemente trasportata da un lato dellOceano allaltro. E la prima sacralizzazione di cui ci dovremo occupare (ce ne saranno, in seguito delle altre, ma che sempre presuppongono la prima): lafricanizzazione della patria dellesilio o, se si preferisce, il Candombl come un pezzo di Africa. Siamo obbligati a fare qui riferimento ad un altro culto che non lo Yoruba; ma tra un po vedremo che non stiamo rischiando di sbagliarci generalizzando per tutti i terriero quello che vero, prima di tutto, per le sette di origine dahomenne. La "Casa de Minas" di San Luiz do Maranha, allintorno di una serie di sale, in una corte ombreggiata o, se si preferisce, un giardino con alberi da frutta, piante medicinali e fiori che si chiama gume; tra le sale, quella dove si trova il pegi (o pendomi o Pdne) chiamata con un termine simile: quello di com. Questi due nomi non sono che la corruzione del nome del paese da cui sono venuti i fondatori della casa, il Dahomey. Mi ricordo ancora con quale tenera insistenza Mae Andreas, ogni volta che le parlavo del Dahomey, lei mi correggeva: "no, figlio mio, Dagom (o Dagum)". Nunes

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Pereira, la cui madre era una delle figlie degli dei di quel terriero, scrive: "Quel Gum come il pegi fu sacralizzato... Hanno messo sulla terra degli oggetti portati dallAfrica, simili a quelli che si trovano nel pegi, sotto il triangolo simbolico del sole". Cos pure le parti sacre della casa dei vodouns sono designate sia le une che le altre con uno stesso termine che significa Dahomey. Pensiamo che quel termine gum o gom o Dagom non era sconosciuto neppure a Bahia; un babalorish celebre e discusso: Joo da Gomea, fa derivare il suo nome dal luogo dove situato il suo terriero, Gomea e, se quel terriero attualmente bantu, il termine di Gomea sottolinea evidentemente lesistenza anteriore e nello stesso locale di un Dagom portato dallAfrica.

Mappa del Candombl

Gli Yoruba, al contrario, non danno il nome del proprio paese ai loro santuari, ma, ciononostante, anche questi sono dei pezzi dAfrica trapiantati nel cuore del Brasile e non dellAfrica profana, ma dellAfrica mistica. La porta dentrata segnalata dallaltare di Esh, esattamente come ogni villaggio yoruba possiede, al limite che lo separa dai campi, una dimora di Esh. Tutti i diversi e grandi templi che sono disseminati lungo tutta la Nigeria, si ritrovano tali e quali nel Candombl ed stata loro data una posizione equivalente a quella, geografica, che essi occupano in Africa. Per esempio, laltare di Oshum situato il pi vicino possibile alla sorgente o alla fontana sacre, esattamente come il tempio di Oshum a Oshogbo, vicino al fiume che porta il nome della dea; laltare di Oshossi si trova nascosto nella parte boscosa del santuario, quella parte che pi assomiglia a una foresta, poich egli il dio dei cacciatori africani; quello di Omol e costruito, obbligatoriamente, fuori della casa principale cos come i templi di Buku, sua madre, o i conventi di Schankpanna in Nigeria che devono essere al di fuori della cerchia del villaggio; laltare di Oshal nel terriero tradizionale di Opo Afonj distinto da quello di Shang, poich i templi nags di queste due divinit si trovano in due differenti citt, bench siano tra loro legati, Il If e Oyo; il santuario di Ogun lontano, in mezzo agli alberi, come quello di Oshossi poich, presso gli Yoruba non pi situato in citt, ma in mezzo ai boschi; quello di Iya (la yemanj dei Grunci) una specie di grotta di mare incrostata di conchiglie, a contatto con lacqua che lelemento di Iya. Cos vediamo che un Candombl unAfrica in miniatura, dove i templi sono diventati casette sparse nella macchia, se le divinit sono quelle dellaria aperta, mentre sono stanze separate della casa principale, se le divinit sono adorate nelle citt. Quando il terriero molto piccolo

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tutte le divinit urbane possono trovarsi concentrate in un unico pegi, ma le altre restano fuori. Il luogo di culto a Bahia appare, tuttavia, come un vero microcosmo della terra ancestrale. Microcosmo che non sarebbe che un semplice arredo di teatro impiantato sul suolo brasiliano se, per mezzo di particolari cerimonie, non si infondesse loro la forza degli Orish, seguita poi da una seconda sacralizzazione in aggiunta alla prima, per dargli, infine, tutto il suo significato. Non c Candombl senza ash. Nune Pereira ci dice che la Casa des Minas di San Luiz do Maranho posa su degli oggetti portati dallAfrica, non sappiamo se succeda lo stesso con i grandi Candombl tradizionali di Bahia. Questo assai possibile poich sappiamo che durante le varie guerre per la successione delle dinastie, alcuni sacerdoti furono fatti prigionieri e inviati come schiavi in America (sappiamo, tra gli altri casi, di due sacerdotesse di Oshossi; sarebbe strano che quei sacerdoti non avessero portato con se alcuni dei loro oggetti sacri. Sappiamo anche che, quando il Candombl che era situato sulla Barroqinha fu trasportato a Engenho Velho, gli ash furono dissotterrati per essere portati nel nuovo santuario. Da questo si pu notare quanto valore si desse a questi antichi ash che conservavano la loro origine africana. Altre ipotesi su questo stesso argomento possono essere ugualmente valide. In ogni modo, ed questo che ci interessa, il Candombl diventa luogo di culto solo dopo una consacrazione e questa consacrazione consiste nel seppellimento degli ash. Si sa che lash significa in nago la forza invisibile, la forza magica e sacra di ogni divinit, di ogni essere animato e di tutte le cose. Si tratta, scrive B. Maupoil, del corrispondente yoruba del corrispondente arabo detto baraka nei paesi magrebini, del mana polinesiano e melanesiano, del orenda irochi, del manitou algonchino. Il termine rimasto in Brasile per designare delle cose molto differenti ma che hanno tutte in comune il fatto di essere depositarie della forza sacra: innanzitutto gli alimenti offerti agli dei, poi le erbe raccolte per il bagno delle ragazze iniziate, cos come per guarire le malattie, infine sono il fondamento mistico del Candombl. Un proverbio riportato da A. B. Ellis dice che: il sangue lash di tutto ci che respira, ed per questo che, come abbiamo gi detto, attraverso il bagno di sangue che si stabiliscono, nel mondo africano di Bahia, tutte le relazioni tra gli oggetti, gli esseri umani e gli Orish e che formano tutte le partecipazioni e tutti gli scambi di forze. Il terreiro costruito nei dintorni della citt, potrebbe benissimo imitare lAfrica e sarebbe solo una caricatura se non partecipasse anche al mondo soprannaturale. Da l deriva la cerimonia del seppellimento dell ash. Questa cerimonia analoga a quella che viene praticata in Africa, ma con una differenza su cui vorremmo spendere una parola. Poche sono le informazioni che abbiamo circa il rito della consacrazione che non un rituale pubblico, ma, Parrinder, riuscito ad ottenere da alcuni sacerdoti dei dati sul modo in cui si adoperavano per elaborare delle cose sante. Bisogna capire che gli ash variano secondo gli dei: gli ingredienti che entrano nel santuario di Sakpata non sono uguali a quelli che entrano in un santuario di Shang e che, a loro volta sono diversi da quelli che servono per un tempio di Ogun. Lunica cosa in comune che, in tutti i casi, viene scavato un buco nella terra e che gli oggetti sono deposti in questo buco. Ma, fatto nuovo in Brasile, il Candombl non il tempio di un solo dio, ma , come abbiamo gi detto, un insieme di tutta lAfrica mistica. Ci potr essere un tempio dedicato a questo o a quel dio che quello della testa del suo fondatore, ma, anche cos, comprender delle stanze per tutto linsieme del pantheon yoruba e, durante le feste, anche tutti gli altri Orish saranno invocati a comparire per danzare. Far cos parte nella sua confraternita di figli e di figlie che appartengono alle divinit africane che discendono. E per questo che l ash del Candombl deve essere un condensato di tutti gli ash esattamente come il terriero un insieme di tutti i territori nag. Quello che si sotterrer, in generale sotto un palo centrale o un albero liturgico, sar dunque l acqua degli ash, secondo lespressione di Edison Carneiro, e cio il liquido che contiene un po di sangue di tutti gli animali sacrificati, ogni divinit ha i suoi animali obbligatori, e cos pure un po di tutte le erbe che appartengono ai diversi Orish. Fatto tutto questo, si potr aprire il terriero e sar cos pronto per ricevere i suoi fedeli e riempirsi della presenza divina.

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Ogni Candombl naturalmente obbligato ad adattarsi al luogo dove stato costruito: su un piccolo pianoro o sul fianco di una qualche altura e cos pure alle dimensioni pi o meno estese del terreno che si possiede. Ci saranno quindi delle variazioni nella sua costruzione, nondimeno, tutti quelli che appartengono a delle nazioni yoruba avranno dei caratteri comuni. Prima di tutto lesistenza di almeno due Esh. Il primo situato in una casetta presso la porta dentrata e veglia sul Candombl; apre o chiude la porta e rappresenta , in un certo modo, il portiere del luogo. Egli non proprio a suo agio, anzi dimostra forte gelosia e, a volte, pure cattivo; la sua casa chiusa con un catenaccio per impedirgli di uscire e ogni visitatore, entrando, gli deve offrire un piccolo dono per non provocare la sua collera: sia un sigaro, un pezzo di foglia di tabacco o delle monetine. Il secondo Eshsi trova sotto il pavimento della casa principale o rannicchiato dietro la porta principale, il suo nome : padrino perch, al contrario dellaltro Esh, questo un bravo ragazzo. Egli protegge la casa cos come i suoi abitanti a patto che si dia pure a lui il suo dono. Questa dualit tipicamente africana ma, come scrive Maupoil a proposito del Dahomey:" Non c alcun conflitto tra il Legba del portone e quello della camera, luno protegge la casa contro ogni disgrazia, soprattutto i malefici, laltro impedisce alla disgrazia di entrare, arresta le influenze estranee, mentre il Legba della stanza garantisce le persone della casa contro quelle stesse". Dopo essere entrati attraverso il portone e reso omaggio allEsh di guardia, ci si trova davanti ad un vero villaggio africano, brulicante di persone nei giorni di festa ma mai vuoto anche nei giorni normali, immerso tra gli alberi, i cespugli e le erbe selvatiche. Spesso una capra o un montone girano da una parte allaltra, in attesa di essere sacrificati agli dei. Subito dopo ci imbattiamo nella dualit dei culti africani che si manifesta qui nelle due parti contrastanti del Candombl: l isola Orish, o casa delle divinit e l isola saim o casa dei morti. Questa dualit che corrisponde al doppio culto degli Orish e degli antenati in Africa, si trovava, definita con gli stessi vocaboli, nella capitale del Brasile allinizio del XIX secolo e si trova oggigiorno anche a Recife ma, l isola-saim prende il nome di camera di Bal. A Porto Alegre questa parte del santuario sembra che sia scomparsa, senza dubbio a causa del carattere pi proletario della religione che impedisce al sacerdote di acquistare un terreno sufficientemente ampio per includere pi di una abitazione. La casa dei morti il pi lontano possibile da quella degli Orish, questi, come abbiamo visto, aborrono la morte, eccetto Yans che lha vinta e che, per questo, viene chiamata a volte la dea dei cimiteri. L isola-saim comprende due locali: una stanza dove sono appesi i ritratti degli antichi membri deceduti e una stanza che costituisce il vero santuario e dove si trovano, chiusi dentro dei vasi, gli Egun fissati sette anni dopo la loro morte. A Recife esiste questa stanza solamente, vigilata alla porta da un Esh e presidiata da un ritratto della Yans di Bal, la guardiana divina delle anime dei morti. Una delle caratteristiche di queste isole-saim la totale assenza di aperture a parte la porta dentrata, tale la paura che i morti vengano a disturbare i vivi o ad importunare i vicini Orish. L isola-Orish molto pi ampia poich ricopre quasi tutta lestensione del terreiro e si divide in un certo numero di locali di cui ognuno ha una sua funzione ben differenziata. L isola-Orish , prima di tutto un tempio e, come tempio, rappresenta lunione di tutti gli oggetti su cui le divinit si sono fissate: pietre, pezzi di ferro, tamburi ecc. ed pure un convento dove sono iniziate o formate le yau le quali, una volta fatte, incarnano i grandi dei nelle danze pubbliche. Infine, siccome ci vuole del personale per sorvegliare e curare i templi e il convento, lisola allo stesso tempo una casa dabitazione. Possiamo tralasciare questultimo aspetto per quanto certe stanze dellabitazione non manchino di avere un ruolo nella vita mistica dell isola-Orish, per esempio la cucina, dove sono preparati i cibi per gli dei e per gli uomini, o come la stanza delle visite, che spesso piena di persone venute per dei consigli o un ordine del babalorich o della Ialorish. Il convento comprende laliach cio la camera dove si fa liniziazione e il salone delle danze che, naturalmente, la stanza pi spaziosa di tutto ledificio. Questo salone diviso in due da una balaustra che delimita lo spazio dei danzatori e delle danzatrici da quello dove si trovano gli spettatori, da un lato gli uomini e dallaltro le donne, poi, in un angolo, su una piccola pedana, lorchestra. Nel tempio, come gi abbiamo detto, c il posto per dividere gli Orish dellaria aperta dagli altri. I primi: Omol, Ogun e Oshossi hanno i loro santuari separati dal grosso degli edifici, gli altri vivono in

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uno o pi locali della casa principale; ma, sia che ledificio si trovi fuori o dentro e che gli si dia un nome speciale esempio: stanza del trono di Shang, stanza del bagno di Yemanj., o no, tutti sono dei pegi dove si trovano le pietre fatte, le scodelle o i piatti con gli alimenti loro offerti, coperti da teli ricamati, oppure le insegne delle divinit, a volte delle sculture africane come pure delle immagini di santi cattolici. Le vesti liturgiche delle yau sono spesso conservate dentro cofani o armadi in quella parte dell isola-Orish consacrata della casa. I tamburi, negli intervalli che separano le cerimonie, rimangono vestiti con le loro ojas. Questi gli elementi indispensabili di ogni Candombl. Molti hanno anche una sorgente sacra, dove le figlie degli dei vanno a prendere il loro bagno, fonti da cui si attinge lacqua per il lavaggio delle pietre o per farla bere come test di purezza corporale (se si sono avute relazioni sessuali nella notte precedente, berle significherebbe ammalarsi). Queste sorgenti hanno dei nomi diversi, secondo la divinit che le protegge: fontana di Oshum, acqua di Shang, sorgente di Oshal Spesso si nota nella macchia, tra i cespugli, la presenza di uno o due alberi ai cui rami sono appese delle strisce di stoffa bianca dette oja (foglia) sotto le quali si trovano delle bottiglie o dei piatti o, ancora, dei recipienti di vario tipo. Uno di questi alberi, la gameleira branca (ficus dolciaria, religiosa?), identificata con il nome di irco, lalbero sacro degli Africani ed preparato esattamente come si prepara una pietra o una figlia degli dei, cio a dire che si fissa la divinit dentro di lui e quindi diventa un oggetto sacro, di culto e nessuno pu pi toccarlo e, se ne fosse tagliato un ramo, da questo colerebbe sangue. Durante certe festivit in suo onore si canteranno inni a lui dedicati, specialmente a Recife, ma questalbero non ha figli e non cavalca un cavallo. Questi alberi sacri non devono essere confusi con quelli dei terreiros Bantu che costituiscono i loro il-saim dove, tra i loro rami, vengono ad abitare le anime delle ragazze morte (e dove, forse, come succede in Africa, esse si incaricano di entrare nel ventre della donna che passi di l, continuando cos il ciclo delle reincarnazioni). Lo spazio sacro quindi lo spazio sacro chiuso tra le mura o i limiti del terreiro. Ci sono poi, al di fuori dei Candombl, degli altri luoghi che gli Africani considerano sacri; ad esempio, nellepoca di Nina Rodriguez, la pietra di Ogun che si trova in un municipio vicino a quello della capitale: formato da un parallelepipedo irregolare, situato in fondo ad una valle, ai bordi della strada, con la faccia in direzione sud, per met interrato, ma con il lato nord, di oltre due metri di altezza, tutto coperto. La pietra lunga pi di tre metri e presenta sulla sua faccia nord un incavo naturale che si estende fino alla faccia superiore. Su queste pietre si trovano costantemente delle tracce di sacrifici, del sangue, delle piume duccello e delle conchiglie marine. La prima volta che andai a vedere una di queste pietre fui stupita di trovarci un bel pugnale nel suo fodero di cuoio Le tracce di ruggine che incominciava a formarsi indicavano che era stato messo l pochi giorni prima Il pugnale apparteneva a un negro sposato che aveva cercato con questo di assassinare la propria moglie e che, per ordine di Ogun, aveva dovuto essere messo in quel posto. Il dio, quel giorno stesso, si era manifestato alla Madre del terriero. Anche a Bahia esiste sempre la pietra di Oshumar, vicino al mare, che presenta una anfrattuosit simile a una pila dacqua, il che fa si che le giovani madri si rechino l per battezzare a loro modo i propri figli, lacqua di questa pila piena di pioggia mescolata con lacqua delle onde marine. Se in quellesatto momento apparisse in cielo larcobaleno, sarebbe il segno che Oshumar ha dato la sua benedizione al bimbo presentatole. Soprattutto i culti di Yemanj e di Oshum, dee rispettivamente dellacqua salata e dellacqua dolce, esigono delle offerte, lanciate sia dalla riva che da una barca in alto mare. Queste offerte, rappresentate da saponi, acqua di colonia, fiori, piccoli specchi o pettini, poich sia luna che laltra divinit sono ugualmente vanitose, sono effettuate con delle vere e proprie processioni solenni come quelle di Joana de Ogun o a delle grandi feste popolari come quelle della offerta a Yemanj. In questultimo caso la nave che si allontana dalla riva per portare lofferta lontano sulloceano, un vero Candombl marino, con le ragazze, i tamburi, tutti intorno all enorme cesto pieno di regali portati dai fedeli. Anche se non ha una specifica importanza il luogo della riva utilizzato

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per tale manifestazione, ci sono tuttavia dei luoghi privilegiati: il Dique, Monserrat, la spiaggia di Rio Vermelho ecc. Non vi quindi contraddizione tra quello che abbiamo appena detto e la nostra affermazione anteriore e cio che lo spazio sacro quello che delimita il solo Candombl. I luoghi profani non hanno infatti un ruolo religioso se non quando diventano un prolungamento esterno del terreiro. Il testo citato da Nina Rodriguez specifica che la pietra di Ogun era legata a un santuario vicino e che una Ialorish ne aveva cura. La pietra di Oshumar anche in stretto rapporto con la vita delle sette africane e, il 24 di agosto, si celebra in suo onore una festa che Edison Carneiro chiama: la festa della purificazione. Quanto a quelle di Oshum o di Yemanj esse sono sempre organizzate, controllate e dirette da un Candombl determinato e il mare o il lago diventano sacri nel solo tratto in cui passa il Candombl e durante il solo rito della cerimonia. Cos, quando ci fu la festa della presentazione del 2 di febbraio, uno dei nostri amici neri ci fece togliere le scarpe per bagnarci i piedi dove si infrangevano le onde e dove numerose persone erano venute con delle bottiglie vuote per prelevare un po dellacqua toccata dalla scia del battello, poich quellacqua possedeva ogni specie di virt, curativa e profilattica; lindomani per, in quello stesso luogo, lacqua non era altro che pura e semplice acqua di mare. Questa ci pare la miglior prova che lunico spazio sacro quello del Candombl e che gli altri spazi acquistano un carattere mistico solamente in quanto vengono, in un modo o nellaltro, a far parte del primo. Ma questo spazio sacro anche lo spazio mistico? La costruzione del tempio ricorda la creazione del mondo? Il presente rappresenta le gesta delle antiche divinit? A prima vista sembra di no. Le case sparse sul terreiro sono fatte di cannicci o di mattoni, come tutte le case di Bahia, quadrate e non rotonde e che non hanno nulla di africano. Luomo si adattato al suo nuovo ambiente sia geografico che culturale, ha preso dai Bianchi il modo di lavorare dei suoi muratori e i progetti delle case. Tuttavia, gi durante il nostro primo viaggio a Bahia, siamo rimasti vivamente sorpresi da un particolare architettonico che nessuno ci aveva ancora fatto notare: lesistenza, in mezzo alla sala delle danze, di un palo centrale. Questo palo non poteva avere una funzione dal punto di vista strutturale, non sorreggeva il tetto e, nei terreiro bantu, non esisteva affatto, qualsivoglia fossero le dimensioni del salone delle danze e, in un solo caso: il Candombl di Oshumar, non arrivava che fino al tetto. Quel palo aveva per unevidente funzione rituale, poich era attorno a lui che le figlie degli dei giravano durante il loro girotondo estatico e cos pure era alla base di quel palo che, durante le cerimonie mortuarie, o ashsh, erano deposti i piatti con le offerte, le brocche della morta, le scodelle di farina o delle monetine. Per mezzo di uno studio comparato arrivammo a ritrovare quel palo nelle altre regioni americane toccate dalla civilt africana. Innanzitutto nel Brasile stesso, a Piau, come rara testimonianza africana allinterno di una regione che ha subito una forte influenza amerindia. Anche ad Haiti, nel centro della terrazza coperta dove si svolgono le danze, si trova un pilastro chiamato: poteau-mitan, alla base del quale si disegnano i vv, si depongono gli oggetti sacri, si salutano gli dei e, intorno al quale girano in ronda, come sempre, le vodun-si. Questo palo entrato perfino nel culto protestante alla Trinit, contornato di fiori e di candele. Perch un simile oggetto architettonico si sia conservato con una tale forza, che si sia introdotto persino nelle sette cos poco tradizionali come quelle degli Enchants di Piau o quelle degli Hurleur della Trinit bisogna bene che rivesta un ruolo molto importante. In effetti alla base di questo palo che, a Bahia, viene generalmente sotterrato l ash del terreiro. Eppure questa non ancora la ragione della sua importanza, sar piuttosto il suo effetto, poich questo palo rappresenta qualcosa di simbolicamente straordinario ed per questo che scelto come luogo dove sar deposto l ash della sacralizzazione. Jaques Roumain riporta una cantica diretta a Lko, cio alla stessa divinit corrispondente all Irko brasiliano (Lko il suo nome del Dahomey), che dice:

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Eya! Poteau-a plant Ngue Atisou E qui non si pu trattare daltro che del Lko, poich non si parla ancora del poteau-mitan nella cerimonia descritta. Questo palo appare solamente alla fine, al momento del sacrificio a Tambour Assoto(r), quando si scava un buco in terra e si introduce un paletto cantando: Eeh! Piantate il palo Eeh piantate il palo Piantate il palo (bis) Piantate il palo (bis) Eeh! piantate il palo Eeh! piantate il palo Assot Micho piant il palo li Asset Micho ha piantato il suo palo Eeh! Piantate il palo Eeh! Piantate il palo Abobo (ter). Abobo (ter). Ci si potrebbe quindi domandare se questo palo non rappresenti semplicemente limmagine di pietra dellalbero Irko, ma si potrebbe anche pensare che Irko sia sacro perch ricorda, con il suo tronco vetusto, il palo centrale. Tanto pi che ad Haiti la mitologia tradizionale si completamente disgregata e che il vodoun diventato un culto nazionale piuttosto che una vera sopravvivenza della tradizione africana. Il legame tra il palo e lalbero pu essere considerato ragione valida, ma non ci da sufficiente informazione sul senso di questo legame, se parte dallalbero al palo oppure se, al contrario, va dal palo allalbero. Dovremo quindi tornare su questa questione. Si sa che presso gli Yoruba, la primitiva coppia divina formata da: Obatal, il cielo, e da Odudua, la terra e che dallunione del cielo con la terra nascono: Aganjou, il firmamento e Yemanj, lacqua. Si sa pure che questa coppia durante la sua unione rappresentata da due mezze zucche chiuse luna sullaltra a rappresentare la volta celeste e la terra fecondata, il nome di questa zucca sacra Igba. Talvolta questa zucca, e qui siamo pi vicini al Brasile, definita come il simbolo di Oshal e Oshal considerato un ermafrodito, cio che la sua met superiore maschile e quella inferiore femminile. Frobenius ha confrontato a lungo questo mito e certi oggetti africani con delle rappresentazioni simili di certi popoli asiatici e degli oggetti archeologici per trarne un certo numero di ipotesi che qui non ci interessano, ma per arrivare pure a una conclusione generale che , invece, avrebbe un senso per il nostro lavoro: Il tempio limmagine riflessa del cosmo. Con emozione luomo ha visto in questa scena il fenomeno delleclissi come laccoppiamento del cielo con la terra, lascensione al cielo! E poi riprende: Questa unione diventa limmagine di un mondo in forma di un complicato edificio. Il grande palo centrale sostiene la catena degli antenati, il frontone rappresenta limmagine dellastro, i quattro pali di sostegno diventano il sostegno del cielo (questi quattro pali non sarebbero altro che i segni dei quattro punti cardinali). E un peccato che Frobenius abbia complicato la sua teoria, sminuendo cos il valore della sua giusta intuizione, parlando del fenomeno delleclissi come gioco, ma a noi interessa il concetto di unione cosmo-tempio, come punto di partenza per la nostra interpretazione. In effetti, come fa notare Nina Rodrigues, a dispetto dei suoi pregiudizi razziali e a proposito, giustamente, del carattere androgino di Obatal (altro nome di Oshal a Bahia): La rappresentazione di questa divinit sotto forma di due mezze zucche sovrapposte luna allaltra a simbolizzare il cielo, Obatal e la terra, Odudua, che si toccano allorizzonte, o per la giustapposizione di due organi della procreazione in funzione tutte queste rappresentazioni di cui Ellis parlava a proposito della Costa degli Schiavi, io li ritrovo qui a Bahia dove, dabitudine, le coppe o piatti fatti con le zucche dipinte di bianco sono sostituite da una scodella di porcellana bianca, con il suo coperchio, contenenti, come ho gi detto, del fango della Costa, venuto dallAfrica, delle cauries(?) e un arco in metallo. Tutto nel Candombl , in effetti, immagine o simbolo. Ladattamento alle novit occidentali, al tipo di costruzione o, come qui, alla ceramica europea, non impedisce il rispetto delle norme mitiche che garantiscono il valore religioso degli oggetti utilizzati. Il riflesso del divino che qui

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vediamo, lo troveremo sia nel pi piccolo che nel pi grande degli utensili del culto come negli strumenti musicali e nella costruzione del Il-Orish. La doppia zucca rimane la rappresentazione di Obatal, anche se le due met della zucca sono state sostituite da una specie di zuppiera con il suo coperchio. La stessa metamorfosi si verificata a Cuba. La zucca riappare, tuttavia, come immagine del mondo, in uno strumento musicale, di cui ho gi brevemente parlato, e che utilizzato solamente nelle cerimonie funebri. Questo strumento si trova anche a Cuba ed stato studiato a fondo da Fernando Ortiz. Orbene, sufficiente confrontare questo strumento musicale con limmagine del mondo tal quale lha descritta Maupoil nel suo: Gomancie lancienne Cte des Esclaves, o con il disegno di Dennett per rendersi conto della identit di questo strumento con la concezione del mondo e la doppia zucca di Obatal. Ci che risulta strano che la zucca di Obatal, dio della creazione, sia utilizzata nei rituali funebri. Ma, oltre a chiedersi se l ashsh non sia pure una creazione, quella dellEgun, cos come abbiamo visto nelliniziazione, per questa ragione anche il rito funebre posto sotto il segno di Oshal; c pure una ragione ancora pi semplice ed che lacqua che circonda da tutte le parti la superficie della terra abitata e la separa dal cielo con la linea dellorizzonte, considerata come il soggiorno dei morti. Ci che qui soprattutto ci deve intrigare che quel cielo e quella terra che si toccano, che sono uniti insieme sui bordi delle due mezze zucche, si stanno per sposare e che la stessa rappresentazione del mondo pu essere fatta considerando gli organi della riproduzione. I santuari africani, a volte, non hanno il tetto, ma il cielo che ne costituisce la volta , per essi comprendono, tra gli altri elementi architettonici, dei pilastri e questi pilastri sono, a volte, chiamati dalla gente: bastoni di Oranyan, Opa Oranyan, cio il pene di Oranyan secondo i preti.

Il carattere sessuale del palo ben definito dal primo termine, il secondo potrebbe naturalmente variare secondo le divinit. Il Candombl ha perduto la sua forma rotonda cedendo a quella delle case quadrangolari del Brasile, il suo soffitto non pi una cupola. Non resta che, a mio parere, limmagine stessa delluniverso, con il cielo e la terra, il palo che non altro che il sesso che riunisce le due met della zucca e che realizza lunione tra il sopra e il sotto. Le figlie degli dei girano attorno ad esso danzando e cos percorrono il cammino che riunisce i quattro punti cardinali, poich, in questa rappresentazione del mondo, i quattro punti cardinali si situano in rapporto allasse centrale. Abbiamo cos due visioni: quella verticale che riunisce l ash della terra con il cielo degli Orish e quella orizzontale che riunisce i punti cardinali e che, in qualche modo, mantiene , in una casa quadrata o rettangolare, la forma circolare dei bordi della zucca. Lintersezione dei due piani o, pi esattamente, il piano verticale e quello orizzontale, dovrebbe essere il luogo sacro per eccellenza; nulla, vero, ci permette di affermarlo in quanto a Bahia, ma ad Haiti incontestabile, poich il luogo delle offerte o dei vv e cos pure a la Trinit. Il

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legame dellasse del mondo con i quattro punti cardinali non si nota soltanto nella costruzione del Candombl, ma cos pure in un certo numero di oggetti liturgici. Nell Istituto Storico di Bahia, tra le varie collezioni, si trova una sedia chiamata palo di Shang, che si pu paragonare con le sedie del re Apai-Togo descritte da Frobenius, oppure il trono di Schankpanna. Questo palo di Shang formato da un appoggio leggermente ricurvo e da una base posta sulla terra; tra le due, a modo di unione, si trovano , al centro, una colonna grossa e vuota e, ai quattro lati, quattro colonne pi sottili. Il palo di Shang riveste una grande importanza in una particolare cerimonia di cui parleremo pi tardi, dentro lo stesso capitolo e che ha per titolo la festa dell acqua di Oshal; non facile chiarire pi di cos il legame tra lo strumento con il dio della creazione, con la doppia zucca e gli organi della fecondazione in atto. Nel corso della cerimonia Shang offre del cibo a Oshal, questo cibo preparato con il suddetto palo ma, siccome il nutrimento destinato al dio del cielo, il palo assume la forma simbolica della creazione dello spazio, con il suo asse e i suoi quattro punti cardinali. Si deve aggiungere ancora che, se si stacca il palo centrale, quello propriamente detto, da tutto linsieme, troviamo il prototipo dei tamburi cilindrici utilizzati nel Candombl. E interessante notare che un fenomeno analogo lo ritroviamo a Cuba con questa differenza: che il palo di Shang ha la forma di una clessidra e non di una colonna centrale, per cui i tamburi dell il-Orish detti tamburi bata avranno anchessi la forma di una clessidra e non saranno cilindrici come quelli di Bahia. In ogni caso il tamburo imita sempre la forma del palo. Si trova pure nel peg, accanto alle pietre, degli strumenti in ferro che prendono il nome di ferri o lance degli Orish. Alcune di queste lance riprendono la stessa immagine del mondo che abbiamo studiato, con un fusto centrale e, tuttattorno, altri quattro fusti che si incurvano per indicare i quattro punti cardinali. In un altro caso questa lancia di Orish assume laspetto dell albero della vita, come Ren Guenon lo ha studiato, con un tronco centrale che mette in comunicazione il mondo della creazione con quello soprannaturale ed ha, sia in alto che in basso dei rami divergenti a simbolizzare lidea che le manifestazioni dal basso non sono altro che il riflesso di quelle dallalto. Labbondanza di queste rappresentazioni dello spazio, nelle pietre, nel legno e nel ferro, testimoniano limportanza, anche se i fedeli ne hanno dimenticato il significato, di quel simbolismo della creazione. Il simbolo pi importante resta tuttavia il palo centrale nel salone delle danze, poich da a questa parte delledificio un ruolo che va singolarmente al di l del puro spettacolo coreografico. Quando gli Orish danzano nei corpi delle figlie possedute, questo salone diventa limmagine stessa del mondo. Il pavimento la terra, il tetto il cielo e tra queste due divinit gli Orish mimano la vita degli elementi della natura: il temporale violento (Yans), lo zig-zag del lampo (Shang), il mormorio dei fiumi (Oshum), le onde delloceano (Yemanj) e cos le azioni degli uomini che vivono nel mondo, cacciatori (Oshossi), fabbri (Ogun) od anche il passaggio delle malattie epidemiche (Omol); il salone delle danze rappresenta allora il microcosmo o, se si preferisce, il mondo ricostruito nella sua realt mistica e che la sua vera realt. Questo mondo non si cancella poich perpetuamente ricreato per mezzo di ununione sessuale che non ha mai fine, simbolizzata dal palo centrale. Se la nostra interpretazione esatta, vediamo che questo salone ha una funzione capitale nellinsieme dell il-Orish: il tempio ben pi che un pezzo di Africa trasportato da un lato allaltro dellOceano, ben pi che un luogo reso sacro dal sotterramento degli ash, copiando il matrimonio del cielo con la terra, da supporto al mondo creato perch duri e rinchiuda, nelle due mezze zucche, lo svolgimento armonioso delle forze della natura come delle strutture e delle funzioni della societ. Se i quattro punti cardinali non si trovano sotto forma di colonne come nel palo di Shang, o le lance degli Orish, le incontreremo, nondimeno, sotto la forma dei quattro angoli della stanza: allinizio della cerimonia, al momento del pad di Esh, lofferta a questo dio che il dio delle strade, il regolatore dello spazio, presentata in ordine ai quattro angoli della sala, come immagini del Nord, del Sud, dellEst e dellOvest. Gli Orish non potranno scendere che in seguito, quando i quattro punti saranno resi sacri dal gesto sacerdotale, cio una volta che lo spazio simbolico si trasformi in spazio religioso. Se lo spazio del Candombl ci porta qui a un aspetto religioso della geografia, lo studio del tempo ci conduce allo stesso modo, al calendario delle feste. Ogni mese, ogni giorno e forse anche ogni ora, hanno le loro specifiche qualit, le loro virt speciali, che separano e

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distinguono i momenti del tempo ed impediscono loro di confondersi nellimpersonalit, lomogeneit del calendario degli astronomi. Lo studio del tempo pi complesso di quello dello spazio, poich il calendario africano si differisce dal calendario cattolico che i Bianchi hanno imposto ai Neri schiavi. Per poter danzare impunemente secondo i loro gesti divini, questi ultimi erano obbligati a celebrare i loro riti davanti ad una chiesa cattolica e questo serviva loro da maschera od alibi. Il padrone li osservava allora con divertita indulgenza pensando che celebrassero a loro modo la fede cattolica. E cos che, per ingannare i propri censori, come ad esempio il cappellano del mulino dove si produceva lo zucchero, ogni divinit Yoruba stata abbinata a un santo, e le feste africane spostate nei giorni degli anniversari dei santi. Il calendario africano si inserito o adattato al calendario portoghese. In questo modo i Bianchi non vedevano niente di male in quello che facevano i Neri delle proprie piantagioni e questi ultimi potevano mantenere, senza alcun rischio, le loro cerimonie ancestrali. Riportiamo qui di seguito un primo calendario, che un calendario comune ma africano e che si pu sintetizzare come segue:
20 gennaio 2 febbraio 23 aprile 13 giugno 24 giugno 29 giugno 26 luglio 24 agosto giorno di S. Sebastiano giorno della Purificazione giorno di S. Giorgio giorno di S. Antonio giorno di S. Giovanni Battista giorno di SS. Pietro e Paolo giorno di S. Anna giorno di S. Bartolomeo festa di Obaluai (Omol) festa di Oshum e Yemanj festa di Oshossi festa di Ogun festa di Shang festa di Orish-l festa di Nanan festa di Oshumar

27 settembre giorno di SS. Cosma e Damiano festa dei gemelli (ibej) 30 settembre giorno di S. Geronimo 2 novembre giorno dei morti 4 dicembre 8 dicembre giorno di S. Barbara giorno dellImmacolata festa di Shang festa degli Egun festa di Yans festa di Oshum e Yemanj

Non ci soffermeremo pi a lungo su questo calendario poich adottato pi agli yoruba di Pernanbuco che a quelli di Bahia anche se lo troveremo pure in questultima citt, ma usato di preferenza nei Candombl bantous, pi permeabili a tutte le influenze che derivano dallambiente esterno. La seconda osservazione che dobbiamo fare che, siccome i Candombl sono autonomi, ci saranno tanti tempi sacri quanti sono i terreiros. Ognuno di questi si apre per celebrare, una volta lanno, tutti gli Orish insieme. Si tratta dunque di eventi praticati nelle sette quetu, ijesh o nag di Bahia molto lontane dal calendario cattolico; gli dei sono separati dai loro equivalenti cristiani, per essere adorati in uno stesso, ristretto ciclo di rituali. Questo ciclo, tuttavia, non corrisponde affatto al ciclo africano perch, trovandoci dallaltro lato dellequatore, il calendario agricolo capovolto. Le grandi feste della Nigeria si concentrano allinizio della stagione delle piogge, nei mesi di maggio e di giugno. Nella maggior parte dei Candombl esse sono invece celebrate in settembre e dicembre. Come possiamo notare questo cambiamento non altro che una fedelt supplementare poich, se maggio e giugno sono allinizio dellestate in Africa occidentale, settembre e dicembre sono ugualmente linizio dellestate sub-equatoriale. Ancora una volta, ogni terreiro sceglie la data delle sue proprie feste e, quello che abbiamo qui detto a proposito di settembre e dicembre, vale per una buona parte dei Candombl di origine yoruba ma non per tutti. I Gantois celebrano le loro feste alla fine di settembre. Nina Rodrigues ci ha descritto come si svolgevano ai suoi tempi nel modo seguente:

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Il terreiro dei Gantois celebra la sua grande festa annuale alla fine del mese di Settembre, iniziando di Sabato e dura generalmente un mese... Nella notte del Sabato incominciano i preparativi; la Domenica mattina le figlie dei santi vanno a cercare lacqua santa, in grande processione, ad una vicina fonte... Questacqua servir per lavare i santi e a riempire i recipienti e i piccoli vasi del pegi. A sera, laffluenza della popolazione del terreiro enorme... migliaia di persone... Dopo aver effettuato, la Domenica sera o nella notte della Domenica, il sacrificio propiziatorio a Esh, le feste sacre hanno inizio seguendo questordine: il luned per Esh, il marted per Osunmanr, il mercoled per Sang, il gioved per Oso-si, il venerd per Oubatal o Orishal, il sabato per Osuguinan, la Domenica a tutti i santi o Orish. Queste feste si ripetono nel medesimo ordine nei giorni corrispondenti della settimana che segue, con altri sacrifici, cambio di cibo ed acqua per i santi. In certi giorni, tuttavia, possono essere celebrati allo stesso tempo, diversi altri santi i quali, sovente, portano dei nomi che non sono altro che diversi appellativi con cui si invocano gli stessi personaggi divini... Il Candombl termina sempre con una messa celebrata nella chiesa del Signore de Bonfim lultimo Venerd e con un pranzo finale la Domenica seguente. Le feste di Gantois continuano sempre, analogamente a quelle di cui parlava Nina Rodrigues ma, a meno che questultima non si sia sbagliata, non durano che quindici giorni, alla fine di Settembre. La prima cerimonia quella del lavaggio, argomento su cui ritorneremo in seguito, e che segna linizio della stagione santa. Lultima, detta baiani, che si celebra in un giorno il pi vicino possibile al 30 Settembre, giorno di S. Geronimo, uno degli equivalenti cattolici di Shang, una cerimonia di chiusura dove i fedeli, portando sulla testa il casco baiani, visitano le diverse parti del Candombl come segno di saluto e per indicare inoltre che le funzioni obbligatorie dellanno sono terminate. Se dal Gantois passiamo ad altri santuari le cose cambiano. In un Candombl di Ogun le feste durano dalla seconda settimana di Settembre alla prima di Dicembre e le cerimonie non hanno luogo che la domenica. La prima per Oshal, la seconda per Oshoguin, le seguenti tre per Ogun (che il dio del babalorish del luogo); le altre domeniche sono dedicate rispettivamente a Shang, Oshum, Oshossi, Yemanj e Yans: la domenica dopo e il luned seguente sono per Omol; la dodicesima domenica e il luned seguente per tutte le divinit dellacqua; il Candombl termina con un pranzo in comune offerto a Ogun. Nella casa di Oshumar, le feste si svolgono domenica dopo domenica, ma durante il mese di gennaio e allinizio di febbraio. Questi esempi, fra i tanti, servono senza dubbio a dimostrare come varino i tempi sacri da un terreiro allaltro. Queste feste annuali possono, tuttavia, non verificarsi affatto se il Candombl in lutto e, per questa ragione, rimane chiuso tutto lanno. Al tempo della mia prima visita a Bahia, il Gantois non celebr le sue feste perch aveva perduto uno dei pi stimati ogans della setta. In occasione della mia ultima visita era la casa di Oshumar che aveva chiuso le sue porte, la Ialorish che la dirigeva con grande amore ed autorit era mancata. Il lutto lunico impedimento; in ogni altra circostanza le feste annuali hanno comunque sempre luogo e sempre con unaffluenza enorme. Comunque, se nei Candombl tradizionali di Bahia, il culto degli Orish si riduce a un ciclo di feste che vanno da due a quattro settimane circa, questo non vuol dire che il santuario non resti aperto anche per altre cerimonie pubbliche o private, durante il rimanente anno. A volte dei membri della setta, ricchi e pii, offrono un sacrificio e una danza nel giorno dellanniversario della loro divinit personale e vi invitano i loro amici. Accanto alle cerimonie cosiddette fisse, ci sono le cerimonie straordinarie, per esempio: se il terreiro ha lincarico di iniziare qualche giovane donna, una parte del rituale delliniziazione, come si gi visto, consiste in feste brillanti e molto frequentate, tra le altre: lorunk e il panan. Se un membro della confraternita muore, si celebre un ashsh, ecc. Qui si vede che le grandi feste annuali non fanno che dividersi, come lepoca della sacralizzazione pi grande, su una base temporale religiosa continua. Tutti i giorni dellanno formano una trama di momenti differenziati, qualitativamente eterogenei. Abbiamo forse il diritto di confondere il calendario africano con quello gregoriano? A prima vista potrebbe

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sembrare di si, poich il primo dellanno segnato da una festa speciale, la-i-, cio la festa di tutti, destinata a chiedere agli dei la felicit dei fedeli e la prosperit dei campi. Ma, anche se elementi mistici si infiltrano nella-i-, questultimo piuttosto una festa profana che una festa religiosa, destinata pi a cementare i legami sociali tra i membri di una stessa setta che ad aprire il calendario dellanno africano. Lanno del Candombl non si identifica con lanno legale; non va dal 1 di gennaio al 31 dicembre, ma va dalla fine di agosto allinizio del seguente mese di agosto, o dal primo venerd di settembre alla fine di agosto dellanno seguente, a seconda dei terreiros. Manuel Querino non si sbagliava quando scriveva: E linizio delle feste del feticismo. La cerimonia che apre lanno religioso definita sia con il nome di: igname nouvelle, fatto che la collega al ciclo delle feste agricole Africane, cos come il nome de lacqua di Oshal che la collega al ciclo delle adorazioni divine . Questo doppio appellativo indica bene la molteplicit delle funzioni implicate nei rituali; noi dobbiamo, per la comodit della presentazione, separarle, senza dimenticare peraltro che esse sono inestricabilmente unite. In Africa nessuno pu gustare i frutti dei nuovi raccolti senza prima procedere a dei sacrifici alle divinit ed agli antenati, ed solo quando il sacerdote ha toccato il primo frutto del piatto di igname, che tutti i fedeli ne possono mangiare senza danno. Questo rito di offerta di primizie e di desacralizzazione degli alimenti ha luogo nella cerimonia brasiliana: il pranzo comune riveste, in effetti, una grande importanza: "si sacrifica una capra (per quel pranzo) e la si cuoce con degli ignames, lolio di palma non permesso nella preparazione del piatto, ma solamente della boue (?) della Costa. Quando il piatto ritirato dal fuoco, distribuito fra i presenti, che subito si allontanano". Ma questo pasto non che un momento della cerimonia che si inserisce tra il lavaggio degli oggetti del pegi e la danza finale della notte. Il rinnovamento della vegetazione, simbolizzato dall ingestione dei primi ignames, si accompagna ad un rinnovamento infinitamente pi importante: quello delle forze sacre, poich queste possono esaurirsi se non sono ricreate o, per lo meno, periodicamente fortificate. Arriviamo cos alla seconda funzione della festa. Si tratta della rappresentazione del mito di Oshal, di cui P. Verger ed io, abbiamo dato due versioni, molto simili: Oshaluf, cio Oshal il vecchio, viveva nel regno di suo figlio Oshoguin, ossia Oshal il giovane, ma era gi da tanto tempo che non vedeva il suo altro figlio Shang e il cuore gli doleva. Oshaluf non voleva cos morire prima di averlo abbracciato per lultima volta e si decise quindi di mettersi in viaggio. Prima di partire consult, come era dobbligo, il babala per sapere se la sua impresa avrebbe avuto successo; il babala gli consigli di non partire se non voleva rischiare la morte. Oshaluf, tutto rattristato, se ne torn a casa, ma il desiderio di rivedere Shang era troppo forte cos and unaltra volta dal babala per chiedergli se, con un sacrificio, non avrebbe potuto scongiurare il destino sfavorevole. Lindovino, di fronte alla sua insistenza, dopo avergli ripetuto che il suo viaggio avrebbe comportato molti pericoli, gli assicur che avrebbe evitato di morire a condizione di non rifiutarsi mai di rendere un servizio richiesto e di non lamentarsi mai. Lungo la strada Oshaluf incontra tre volte Esh che gli chiede di aiutarlo a caricarsi sulla testa, successivamente: un barile di olio di palma, un carico di carbone ed un altro barile di olio di mandorle; ogni volta Esh lascia cadere il contenuto sul vecchio Oshaluf. Questultimo non si lamenta mai, si lava solamente e continua a rendere i servizi richiesti. Quando, finalmente, entra nel regno di Shang, egli vede il cavallo di questultimo che era scappato, cos lo acchiappa per riportarlo al suo proprietario, ma i servitori incaricati di andare a riprendere il corsiero fuggito, pensano che Oshaluf sia un ladro di cavalli, gli piombano addosso, gli spezzano braccia e gambe a colpi di manganello e lo gettano, in fine, in una prigione. Sette anni doveva restarci. Nel frattempo Shang sul suo trono, avverte una indefinibile tristezza. Le donne del suo regno sono sterili, i giardini non producono pi raccolti... Cos consulta un babala che gli rivela che tutta la sua

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infelicit gli deriva dal fatto che un innocente soffre ingiustamente in prigione. Shang fa condurre davanti a se dei prigionieri e riconosce fra questi suo padre. Manda allora i suoi schiavi a cercare dellacqua vestiti di bianco, senza parlare, in segno di tristezza, alla vicina fontana per lavare Oshaluf. Poi offre al vecchio per via delle sue braccia e gambe rotte un aiuto: Aira, che lo riporter al palazzo di Oshoguin caricandoselo sulle spalle o anche portandolo in braccio. Oshoguin, molto preoccupato per lassenza del padre, quando lo vede ritornare manifesta la sua gioia facendo preparare un gran banchetto in suo onore. Il rituale dellacqua di Oshal non fa che seguire il mito: gli ash di questa divinit sono ritirati dal pegi per restare per sette giorni in unaltra custodia e questo il viaggio di Oshaluf da suo figlio Shang. Il mattino del settimo giorno, le figlie degli dei, vestite di bianco, recando sulla loro testa i vasi liturgici, vanno, senza parlare ne cantare, con il loro gentile passo ritmato, come un tempo le Greche delle Panatenee, a cercare la fontana dellacqua sacra che servir per lavare le pietre. Un velo bianco, lala, copre i loro corpi ieratici e pure il cielo, come se volesse partecipare alla festa, di un biancore diffuso e luminoso. E il lavaggio di Oshaluf. Non solo gli ashs di Oshal saranno in tal modo purificati ma lacqua lustrale irrorer tutte le pietre, tutti gli oggetti rituali ed per questa ragione che noi abbiamo affermato che questa la cerimonia che segna lapartura dellanno africano. Tutte le macchie che gli uomini peccatori hanno lasciato sulle cose sacre sono ormai cancellate e una nuova vita pu ricominciare. Una seconda processione simbolizza il ritorno di Oshaluf al palazzo del suo altro figlio Oshoguin: le ragazze riportano le pietre di Oshal dalla custodia dove erano state riposte provvisoriamente nel pegi del terreiro. Questa seconda processione, al contrario della precedente silenziosa, allalba, accompagnata da canti gioiosi: Pr qut Pr qut Iua, nianbad Pr qut baba. Una settimana dopo ha luogo la cerimonia del pilon (pestello) che commemora il pranzo offerto da Oshoguin al suo vecchio padre. La sala delle danze adornata da piccole strisce di tela bianca che oscillano appese al soffitto, sui muri sono stati dipinti innumerevoli pilon (pestelli) ed proprio nel "pilon de Shang" che sar macinata la farina di mais bianco che costituir la base del pasto. E qui che la cerimonia dellacqua si unisce a quella degli ignames (primizie) e che il cambiamento dellanno mistico si collega al ciclo della vita vegetale. La terza funzione dell "acqua di Oshal" quella della purificazione dei membri della setta. Purificazione che pu essere al tempo stesso un rito di fecondazione: la frustrazione vegetale. La Ialorish, munita di un piccolo ramo o di un pezzo di liana, batte sulla schiena dei membri della setta. Questa disciplina ha per effetto di fare perdonare le azioni pi praticate nel corso dellanno (male azioni?)(?U?80). Frazer ha lungamente insistito sul carattere di fecondazione di rituali analoghi e, a favore della sua teoria, bisogna notare che questa flagellazione simbolica ha luogo durante la festa degli ignames nuovi (primizie), nel momento in cui la natura dona tutti i suoi frutti. Tuttavia noi pensiamo che la cerimonia prolunghi piuttosto quella del lavaggio lustrale degli uomini. Manuel Querino non ha torto di farne una specie di riscatto o perdono dei peccati al momento in cui sta per iniziare il nuovo anno africano. L acqua di Oshal ci appare cos nel suo triplice aspetto: festa agraria, apertura del tempo sacro ed, infine, purificazione della comunit. Questo tempo sacro , al medesimo tempo quello del ritmo della vegetazione e quello del ritmo sociale. La natura, il soprannaturale e il sociale non costituiscono che una stessa e unica realt. Dopo questa purificazione annuale, il ritmo delle grandi feste pu incominciare, le iniziazioni possono svolgersi e i figli degli dei possono compiere i loro doveri verso i loro "padroni della testa". Pur tuttavia, questa continuit mistica che congiunge lacqua di Oshal dellanno precedente con quella dellanno che segue, ad un certo momento interrotta da un periodo

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profano. Un periodo di espulsione degli Orish che sono tenuti a ritornare in Africa, periodo che va dal Carnevale alla fine della settimana santa. E chiaro che questo periodo di dissacrazione del Candombl o del suo, diciamo, allontanamento dalla suo carattere Africano, ha la sua origine nelle costrizioni dovute alla schiavit. I padroni non permettevano ai loro schiavi Neri di danzare durante la settimana di Passione; tutti dovevano dimostrare tristezza e cos pure gli schiavi africani, a forza, furono obbligati a seguire gli ordini ricevuti. I Candombl serravano quindi le loro porte durante la Settimana Santa. Questa chiusura per era preceduta da una cerimonia speciale, quella dellespulsione provvisoria degli Orish, chiamata lorogun. Il cattolicesimo non fa altro che fornire la data del lorogun ma non la sua funzione. Il tempo sacro, in effetti, si compone sempre di periodi di caos e poi di ri-creazione, di distruzione dellordine normale e del ristabilimento dellarmonia perduta. Ci sono momenti di confusione e, giustamente, sia il Carnevale che la Settimana Santa ne danno unimmagine con la loro irruzione nel mondo. Durante il Carnevale gli uomini si travestono da donne e le donne da uomini, le classi sociali si mescolano nei tre giorni e nelle tre notti di danze senza fine, tutti i tab di contatto e mescolanza che garantiscono la perpetuazione del cosmo sono violati. La natura ordinatamente suddivisa in un certo numero di compartimenti stagni, di domini separati che devono restare separati e non comunicare fra di essi affinch le cose non ricadano nel primitivo disordine. Il Carnevale distrugge questi compartimenti della realt, facendo partecipare tutti a tutto. La Settimana Santa, a sua volta, distrugge agli occhi dei cristiani i fondamenti stessi della gerarchia cosmica; questa gerarchia presuppone che le cose esistano solo per lirradiazione delle forze divine; ora luomo, giustamente, uccidendo il Cristo, si rivolta contro queste stratificazioni e, distruggendo il logos che assicurava la razionalit del reale, rischia, per questo, di rigettare la terra nella notte del caos primitivo. LAfricano di Bahia pu ben accettare queste date del calendario occidentale, poich anche lui ha bisogno di fare passare, ogni anno, il mondo nella notte del caos prima di ristabilire con un rituale lordine e larmonia. Il lorogun considerato come la partenza degli Orish per la guerra, le rivalit latenti tra le divinit e, fin qui, contenute, potranno adesso scatenarsi in piena libert, producendo lotte violente: Shang contro Ogun, Shang contro Ossain, Ogun contro Od, Oshum e Yans contro il loro comune marito... Per comprendere bene il significato di questa cerimonia bisogna dunque metterla a confronto con quella dell"acqua di Oshal". I diversi compartimenti della realt che distinguono ogni divinit, invece di formare degli aggruppamenti complementari e ordinati, si distruggono con le lotte degli dei, e questo non ci da nientaltro che unimmagine del caos. L"acqua di Oshal", invece, il dio pi grande di tutti gli Orish, colui che regna nel cielo e che, in fondo, ha rimpiazzato Olorun quando questultimo si ritirato, lavando indistintamente tutti i feticci del Candombl e infondendo loro tutta la stessa forza unificante e purificatrice, ristabilisce lordine perduto tra i diversi domini del reale che qui ritrovano la loro complementariet allo stesso tempo che il loro funzionamento armonioso, a beneficio di tutti i mortali. Ci vorrebbe dire che il Candombl non pu apparire durante il Carnevale? Sicuramente no, ma non vi compare pi come istituzione religiosa. Esiste a Bahia un detto che alcune volte ho ascoltato e che mi ha piuttosto colpito ed : Candombl per ridere. Questo termine ha un significato equivoco: come se volesse definire la caricatura di una festa religiosa, una commedia irriverente verso delle cose sacre. Ma non cos. Il Candombl per riderenon un semplice divertimento, pu avere anche una funzione seria. Vi descriver dove io ne ho trovati di questi particolari Candombl: il primo presso i pescatori di Itapoan; prima che inizi la stagione della pesca, domandano a Yemanj, la dea dellOceano, di essere loro favorevole, di riempire le loro reti con pesci chiamati sharu. Le offrono dei regali e celebrano allora dei Candombl per ridere: Dammi il permesso ai Dammi il permesso ai lo d Yemanj i lo d Yemanj i

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Come si vede quello che si richiede non manca di gravit, poich si chiede alla dea dellOceano il permesso necessario per entrare nel suo regno. Lespressione "Candombl per ridere" si ritrova ancora nellafoch. La maggior parte di questi afoch appartengono alla nazione Bant ma ne conosco pure altri tra i Nag. E dunque la discesa della confraternita africana nelle movimentate strade della citt, ma non pi sotto forma di un insieme di sacerdoti e fedeli, ma piuttosto sotto quella di una corte reale, con il suo re, la sua regina, le principesse, le guardie e le dame donore. Ora, questa discesa della corte in mezzo alla gioia esuberante del Carnevale preceduta da un pad per Esh e una serie di canti e danze in onore, via via, di tutti gli Orish del panteon africano. Si tratta ancora di un "Candombl per ridere", ma, tuttavia, anche qui la sua funzione originale seria. Il pi celebre di questi afoch , in effetti quello di Otum, Oba dAfrica, o Gantois: ora, i due termini di Oba, re e di Otun, capo della destra, indicano bene che questa processione rappresentava la visita che i sovrani facevano al proprio popolo che si stava divertendo e quindi il Candombl che precedeva non era altro che il simbolo della festa religiosa di fronte alla festa profana. Una pura reminiscenza africana. Che cosa significa dunque lespressione "Candombl per ridere"? Semplicemente un Candombl senza transe n possessioni delle figlie da parte dei loro rispettivi Orish. Come mi diceva una regina di Maracat (il Maracat l afoch di Pernanbuco equivalente a quello di Bahia) : "I Santi non possono discendere perch i tamburi che usiamo sono dei tamburi che non hanno mangiato". Si tratta degli ilus e non dei tre tamburi battezzati delle cerimonie religiose. Il lorogun ha cacciato gli Orish, ma se oramai non possibile nessuna possessione, si pu, tuttavia, celebrare un Candombl assolutamente identico a quello vero, salvo lassoluta mancanza di transe, con luso di strumenti musicali profani. I peccatori, di cui parlavo prima, non possiedono tamburi che abbiano bevuto il sangue degli animali sacrificati per cui le loro danze non possono, allo stesso modo, essere accompagnate da transe. Il Candombl per ridere non quindi che questo. Non un gioco, una mancanza di rispetto o un segno di scetticismo religioso ma, al contrario, un omaggio, ma un omaggio in cui gli uomini restano soli, senza ricevere la visita divina. Il Candombl pu quindi continuare, anche se "chiuso", continua a ricordo di antiche corti reali e non come istituzione religiosa, ma anche cos lafoch non ammesso dalle sette pi tradizionali, i terreiros pi antichi ne percepirebbero un odore di sacrilegio. Cos lanno non ci sembra tanto come una successione di mesi ma piuttosto come un periodo composto da momenti eterogenei, interrotti da periodi di caos che terminano, alla fine con una ricreazione del mondo. Tutto questo vale anche per la settimana. I giorni che la compongono non sono solo una sequenza di ore scandite da orologi o da quelli a polso (cos amati dai nostri Afro-brasiliani), ma ognuno di essi in corrispondenza con una o pi divinit della stessa natura, che da a questo giorno una speciale sfumatura religiosa e lo differenzia, in modo mistico, da quello che lo precede cos come da quello che lo segue. Queste corrispondenze possono variare da una citt allaltra, i rapporti tre questo o quel dio, questa o quella giornata, non sono esattamente gli stessi a Bahia, a Recife e a Porto Alegre, per non parlare poi di Rio. Queste varianti non ci devono sorprendere, esistono anche in Africa. La distribuzione degli Aroun-Os non la stessa a Ibadan che a If; a maggior ragione poi quando si passa dalla settimana di cinque giorni degli Yoruba alla settimana di quattro giorni dei Fons. Nelle pagine seguenti tratteremo solo della distribuzione degli Orish a Bahia. La sequenza che abbiamo dato corrisponde, il pi delle volte, nei Candombl di questa citt , allo shir, cio a dire lordine nel quale i cantici e le danze sono eseguiti durante le feste pubbliche ed anche presso i Gantois, secondo i rituali di celebrazione degli dei durante le grandi feste annuali: Il Il Il Il Il Il luned consacrato a Esh e a Omol marted a Ananburuc e a Oshumar mercoled a Shang e a Yans gioved a Oshossi e Ogun venerd a Oshal (Obatal) sabato a Yemanj e a Oshum

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Infine la domenica il giorno di tutti gli Orish, esattamente come in Africa il 5 giorno della settimana yoruba lodjo-os "il giorno santo, perch in quel giorno si festeggiano tutti gli dei, anche quelli di cui non si era fatta menzione prima". Si comprende come sia Esh ad aprire la settimana poich egli il dio delle aperture; infatti sta vicino alla porta del Candombl per sorvegliarne lentrata, facendo pure da guardiano del portone del tempio. Esh reclama il primo sacrificio, come abbiamo gi detto, per la sua funzione di intermediario tra le divinit e gli umani; quindi imprescindibile che egli si trovi allinizio della settimana. Ma perch gli hanno messo accanto Omol? Ci sono due possibili interpretazioni e neppure contraddittorie. Esh un ragazzaccio, a cui piace fare degli scherzi e che si comporta da birichino durante tutta la giornata, diventato laiuto di maghi e stregoni ed per questo che si ha paura di lui. Omol il dio del vaiolo, delle malattie della pelle, delle epidemie che, cos di sovente, hanno decimato gli schiavi in Brasile, per questo considerato una divinit pericolosa da adescare allinizio della settimana. Questi dei, in verit, sono cos crudeli solo con quelle persone che non rendono loro omaggio come dovuto. Al contrario sia luno che laltro, si rendono favorevoli se viene offerto loro del cibo o il sacrificio che reclamano dai loro fedeli. Non a caso Edison Carneiro chiama Omol "il medico dei poveri", il protettore degli umili neri di Bahia. C, pur tuttavia, unaltra ragione ancora: Esh e Omol sono due divinit chtoniennes (?U?85 sotterranee, oscure). Frobenius ha molto insistito sul legame tra Esh-Legba e lo spazio per doverci tornare sopra in questo contesto; Le Hriss, da parte sua, ha scoperto che Salpata-Omol , pi che il padrone del piccolo vaiolo, il "feticcio del sole", per usare la sua espressione, o per usare quella degli Africani: "il re della terra". Il piccolo vaiolo non che il castigo inflitto da Omol a tutti quelli che tralasciano o smettono di adorarlo, non la sua caratteristica principale. Riassumendo: il luned , di conseguenza, consacrato agli dei della terra. Dopo che ci si conquistati il benvolere di Esh e Omol, la tradizione vuole che, per rispetto, si inizi dalle divinit pi vecchie; e qui vediamo una caratteristica africana legata alle classi anziane e alla differenza dei sessi. Il marted il giorno di Ananburuc o Nananburuc o, pi semplicemente e affettuosamente ancora, Nanan, che considerata a Bahia come la pi "vecchia delle divinit" una divinit delle acque, poich rappresenta larcobaleno e la funzione dellarcobaleno quella di prendere le acque dei laghi o del mare e portarle in cielo per nutrire le nuvole. Non definiremo, tuttavia, il marted come il giorno delle acque come il luned era per noi quello della terra, ma riserveremo questa definizione per il sabato. Qual dunque il legame vero tra Nanan e Oshumar? Anche qui ci sono due possibili interpretazioni. Le vecchie nonne sono sempre bambinaie per i pi piccoli che potranno domandare loro quello che vogliono e saranno sempre ascoltati. Daltra parte Oshumar considerata lintermediaria tra la terra e il cielo che lei unisce con il suo lungo velo multicolore e pu, di conseguenza e se favorevole, portare pi in fretta le preghiere dei mortali agli dei del cielo. La seconda giornata, se questa interpretazione ha un suo fondamento, sarebbe dunque la giornata delle intercessioni; ma c unaltra causa ancora di questo legame e che , forse, la pi importante (gli odierni Neri di Bahia non conoscendo pi le ragioni che i loro padri avevano a proposito di queste connessioni, ci obbligano a interpretarle, invece di accontentarci a raccogliere delle informazioni). Nanan e Oshumar vengono dal paese che la gente di Bahia chiama con il nome di Gg Mahi sono delle divinit del Dahomey incorporate (ma incorporate gi dallAfrica) al panteon yoruba. Il marted sarebbe quindi il giorno dellomaggio nag al paese gg. In quanto al mercoled, non troviamo nessuna difficolt. E consacrato al dio del fulmine Shang e alla sua principale compagna Yans che presiede alle tempeste pi torrenziali e ai venti pi tempestosi. Shang ha due altre spose: Oba e Oshum, qui, per, raffigurato in compagnia di quella delle sue mogli che lo aiuta nel suo lavoro di "lanciatore di fulmini". C un mito, a proposito di Shang, ed che lui aveva una "magica capacit": quella di sputare fuoco dal la bocca, abilit che Yans gli aveva rubato diventando, pure lei, capace di farlo. Ma se anche non lo sputava, con la sua spada "tracciava nellaria dei cerchi lampeggianti" che imitavano il lampo:

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Shang e Yans se ne andarono tutti e due nel paese dei Mals (Musulmani); questi continuavano a sgranare i loro rosari senza fare caso a Shang, questi preg Yans di mettersi dietro a lui e interpell i Mals, ma questi non si muovevano proprio allora Shang scaric su di loro un fulmine, mentre Yans, brandendo la sua spada e fendendo laria creava il lampo. I Mals che non conoscevano il fulmine si spaventarono e, gettandosi per terra, fecero sottomissione a Shang... Il capo dei Mals cant: E oba emode emole loce riconoscendo lautorit e il dominio di Shang su di essi. Ed con questo canto che si apre il culto dei Musulmani. Il mercoled dunque il giorno consacrato alladorazione del fuoco. Il gioved non presenta difficolt particolari, le due divinit che corrispondono a questo giorno sono: Oshossi, che il protettore dei cacciatori e Ogun che quello dei fabbri. Essi sono doppiamente legati luno allaltro prima di tutto perch sono fratelli e poi perch sono quelli che noi abbiamo definito: le divinit dellaria aperta. Il gioved dunque sia il giorno degli dei le cui pietre si trovano al di fuori del pegi della casa e il giorno dellomaggio ai gruppi o caste degli artigiani e a quelli che presiedono alle loro attivit sociali. Secondo il parere dei membri dei Candombl pi tradizionali, il Cattolicesimo stesso che spiega il legame tra Oshal e il venerd. Essendo Oshal figlio del grande dio Olorun, il suo equivalente cattolico Jes Cristo e Ges Cristo morto di venerd. Gli Africani di Porto Alegre che, al contrario, lo festeggiano di domenica, mi hanno dato una spiegazione analoga: la domenica il giorno della messa. Nei due casi la posizione di Oshal nella settimana determinata dalla sua equivalenza con il Cristo. Dunque, per Bahia, il venerd il giorno del culto del cielo. Sabato il giorno dellacqua. Sotto la sua duplice forma di acqua salata con Yemanj, e di acqua dolce con Oshum. Le genti di Bahia le uniscono facilmente nel medesimo culto. Quindi la festa della Purificazione che consacrata a Oshum anche quella dellomaggio a Yemanj, per lo meno per uno dei Candombl figli di quello di lingua di Vacca e che, tra i canti che ho potuto ascoltare durante la cerimonia di offerta alla dea del mare, ne ho notato uno dedicato pure alla dea dellacqua dolce: l i que d i minha shau l ond mora i i ora i Oshum. La domenica, infine, riunisce tutti gli Orish, sia quelli celebrati durante la settimana, che quelli che non vi avevano preso parte, per mescolarli tutti in una stessa adorazione. C dunque sempre una specie di accordo tra le divinit allinterno della stessa giornata. Ma se da qui passiamo alla sequenza dei giorni della settimana vi troveremo un ordine logico? Gli schiavi arrivati in Brasile, abituati a delle settimane di quattro o cinque giorni, hanno dovuto adattarsi a quelle di sette giorni ridistribuendo i loro dei in una maniera differente. E chiaro che questa faccenda non si potuta svolgere se non con qualche confusione ed per questo che si riscontrano variazioni da citt a citt. Non si sarebbe potuto seguire un ordine genealogico e, i seguenti frammenti ne sono un esempio: il mercoled lega il marito alla moglie: Shang e Yans; il gioved a due fratelli: Oshossi e Ogun. Ma Nanan la madre di Omol e lei si trova posta accanto a suo figlio. Oshal il padre di Yemanj, che gli segue immediatamente dopo, ma, per contro, tutti gli altri figli di Yemanj sono situati molto pi avanti della loro madre. Lordine delle adorazioni non segue quindi quello dei matrimoni, delle nascite e delle fratellanze divine. Unipotesi quella di attribuire le sequenze ai quattro elementi:

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La terra (luned) Il fuoco (marted) Laria (mercoled) Lacqua (sabato)

A queste aggiungerei la societ degli uomini (gioved) spezzando i quattro elementi in due coppie o parit divine come se la societ degli uomini fosse la loro intersezione, ma, anche qui, c da fare unobbiezione che rende difficile da sostenere questa interpretazione ed che il primo paio diviso in due dal marted dove si rende omaggio a una divinit dellacqua e al dio che trasporta lacqua dalla terra al cielo. Una terza possibilit che lordine di distribuzione degli Orish obbedisca ad un piano progressivo che ci porterebbe poco a poco dalluomo supplicante al dio benedicente, il che fa sembrare che, in un certo qual modo, coloro che hanno organizzato il calendario delle feste ci abbiano pensato con cura. Avremmo cos una divisione in due serie di tre giorni interrotta da una giornata di transizione assai logica: tre giorni sul rapporto tra gli uomini e gli dei, cio: il luned consacrato alle divinit che aprono il tempo il marted a quelle che intercedono per gli esseri viventi il mercoled a quelle che puniscono gli uomini quando non compiono i propri doveri religiosi, malgrado le intercessioni, (in effetti sia a Bahia che in Africa, la morte causata dal fulmine considerata come un castigo, una punizione per le cattive azioni).

La fine della settimana sarebbe consacrata agli dei, per i quali Esh ci ha aperto il cammino, a cui Oshumar ha portato le nostre preghiere e che non perdonano la nostra empiet o infedelt, gli dei del cielo, del mare, dei fiumi, tutto linsieme degli Orish. La giornata di gioved ben dimostra una transizione tra due gruppi, poich si tratta di divinit certe ma ancora legate a quegli uomini che, sulla terra, pregano, celebrano i culti e che sono organizzati in clan di cacciatori o in caste di fabbri. Tuttavia c ancora qualcosa che non ci convince in questa spiegazione dellorganizzazione dei giorni ed che, nellultimo gruppo, le divinit dellacqua vengono dopo quelle del cielo: Oshal sarebbe pi appropriato se messo il sabato, perch la graduazione fosse pi marcata. Le divinit sociologiche passerebbero a quelle dellacqua, che pure coinvolge la societ visto che Bahia la citt sei marinai e dei pescatori e poi a quelle del cielo, le pi alte di tutte, che presiedono la domenica in onore di tutti gli Orish. Si sente qui linfluenza del cattolicesimo imperante nel paese che ha portato in un ordine che, senza questo unico cambiamento, sarebbe logico, un elemento di disturbo. In Africa, se si eccettua il quinto giorno degli Yoruba che quello di tutti gli Orish, i quattro primi giorni sono legati ai quattro punti cardinali: il il il il primo allest, che la casa di Esh secondo al nord, che la casa di Ogun terzo allovest, che la casa di Shang quarto al sud, che la casa di Oshal

E lordine della loro distribuzione quello stesso delle figlie che danzano intorno al palo sacro. C una qualche somiglianza con il nostro calendario della settimana, il che non dovrebbe sorprenderci perch questo calendario lo stesso per tutti i Candombl e che non pu quindi essere fatto da babalorish autonomi ma che, piuttosto, deve essere stato opera di babala dato che essi dominano linsieme delle sette. Un ordine analogo, abbiamo detto, ma pur sempre differente, poich invece che seguire il movimento della danza religiosa, seguirebbe piuttosto il disegno con il quale i babala rappresentano lo spazio composto da due linee che si incrociano, come le braccia di una croce: est ovest, nord sud. Si comincia dallest, con Esh per passare allovest, che il paese dei Gge-Mahi. Il movimento est ovest e nettamente segnato da una linea orizzontale che unisce i due punti. E linseguimento di Shang dietro a Yans, inseguimento che prende la forma del percorso solare, da oriente a

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occidente o, come dice il mito, fino al punto in cui Oia-Yans si getta in mare, quel mare dove, giustamente, va a dormire il sole.

Al mito dellinseguimento di Shang dietro a Yans corrisponde il giorno seguente, quello della ricerca di Oshossi da parte di suo fratello Ogun. Bench questultimo mito non ci dia unindicazione sul senso della peregrinazione, notiamo tuttavia che si svolge a partire dalla costa per penetrare nella foresta (Osain) e quindi, seguendo la cartina della Nigeria, da sud verso nord; questi due punti cardinali si ritrovano alla fine della nostra distribuzione settimanale degli dei con Ogun, che abita a Nord e Oshal che abita al sud. Yemanj anche il mare che si infrange sulle rive meridionali del paese Yoruba. Tutto quanto detto resta pur sempre un ipotesi di lavoro, che a volte si complica, come per esempio per il fatto che Omol, messo a lato di Esh, anche un dio gg-mahi e, di conseguenza, venuto dallovest. Concluderemo dunque pensando soprattutto che forse Ogun separato da Oshossi per presiedere il marted, il secondo giorno dunque della settimana, come in Africa, che i Neri di Bahia non sono arrivati a stabilire un ordine cos preciso come quello, nel turnus sacro intorno ai quattro punti cardinali, della settimana Yoruba. Di altre preoccupazioni, di cui abbiamo accennato allinizio di questo argomento, non siamo riusciti a trovare un senso armonico. La distribuzione degli Orish secondo i giorni della settimana sembra pi un lavoro del caso secondo gli eventi che di un piano teologico ed pi legata alla storia dei Candombl brasiliani che alla mistica africana. Se la nostra perplessit a questo proposito da un valore negativo alla corretta ricerca, resta pur tuttavia che ogni giorno ha la sua sfumatura religiosa ed questo che ci importa per definire il tempo sacro che coinvolge una diversit corrispondente: quella dei rituali privati. I primi studi fatti sui Candombl erano come ipnotizzati dalle grandi feste pubbliche; ora queste lasciano intravedere quello che mi sembra il punto essenziale: la profonda influenza che la religione africana esercita sui suoi membri. Che diremmo se una descrizione del cattolicesimo si concentrasse solamente nella descrizione dei gesti della messa e lasciasse nellombra i comportamenti quotidiani dei fedeli? Il culto individuale o domestico presso gli Africani di Bahia occupa un posto infinitamente pi grande del culto pubblico. Sembra che si incominci a capirlo e, nei libri pi recenti, gi si trovano molte informazioni a proposito di questo, seppure ancora troppo incomplete e assai azzardate.

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Ogni figlia degli dei che ha un Orish e questo Orish legato a un giorno della settimana, deve rendergli un culto particolare in quel giorno. Non solamente astenendosi da rapporti sessuali, ma rinnovando lacqua delle offerte del suo particolare pegi, poich ogni figlia degli dei ha, in un angolo della sua casa, un altare consacrato alla divinit della sua testa. La sequenza dei giorni in tal modo segnata da tutta una serie di "doveri", come si dice a Bahia, dei tab e dei gesti sacrali, ma che sono, ogni giorno, eseguiti da persone differenti. La citt l, davanti a noi, con le sue stradine contorte, le sue case dipinte di rosso sangue o di giallo oro, di azzurro come il mare, con i suoi cortili brulicanti di bambini seminudi e si pu essere certi che in qualcuna di quelle strade o case, in fondo ad un cortile, c una ragazza che sta compiendo i suoi doveri religiosi; un giorno luna, un giorno unaltra, secondo il proprio Orish. Possono conoscersi lun laltra o ignorarsi, possono abitare nello stesso quartiere o in quartieri differenti, ma certo che i loro gesti sono simili. Si ha bisogno che tutte le divinit siano favorevoli e per questo ognuna di esse ha bisogno che un drappello di figli suoi, nel giorno consacrato e per il bene comune di tutti i figli dellAfrica, compia esattamente i doveri dovuti al suo culto privato. Il nostro forse un tentativo un po ridicolo, quello di trovare un ordine nella distribuzione degli Orish nel corso della settimana, poich quello che conta in fondo solo questa complementariet di gesti e "obblighi" personali per il bene comune, affinch linsieme degli dei sia soddisfatto dei propri fedeli e li ricambi con benedizioni. Lordine delle adorazioni importa poco, ci che pi importa che ogni dio abbia ricevuto il dovuto omaggio. E per questo che ogni giorno un certo numero di yaus, ma anche di ogans, di babala ecc..celebrano il loro Orish, quello che corrisponde alla giornata, in tal modo che ognuno riceva le sue offerte, ad una data fissa, per cui la settimana diventa ununica lunga sequenza di adorazioni. Accanto ai pegi personali, nel pegi del Candombl, ci sono le pietre che, nel corso del bori o delliniziazione, sono state messe in rapporto ai membri della setta o "fatte" nello stesso momento. Anche queste pietre, per non perdere la loro potenza dincarnazione, devono ricevere degli alimenti appropriati. Per questo, allinterno del Candombl vi tutta una serie di cerimonie private che potrebbero dilungarsi durante tutta la settimana, come le altre, ma che tendono a concentrarsi in un giorno determinato, generalmente il venerd, quando si rinnovano le offerte del pegi. Cerimonia detta dell oss quando si tratta delle offerte per Oshal, Ogn, ecc., dell amal quando si tratta di offrire a Shang il suo piatto preferito: il "quiabe" (hibiscus excelentus) Nota: Esiste a Bahia un mito speciale per spiegare la cerimonia dell oss. Eccola: "Obatala manda nel mondo tutti i suoi dei per vedere quale sar il pi intelligente di tutti. Cos gli Orish partono indossando i migliori vestiti e le insegne regali, soltanto Oss, che il pi povero di tutti, ha per abito un vecchio sacco. Gli dei vengono ricevuti ovunque con grande onore e grandi festini ma, al povero Oss riservano solamente gli avanzi del pasto: le teste, le zampe e le punte delle ali. Oss rosicchia quegli avanzi seduto davanti alla porta che per lui rimane chiusa e poi mette le ossa nel suo sacco. Al ritorno gli Orish fanno il loro rapporto a Obatal il quale chiede: mi dite che siete stati ben ricevuti e festeggiati, ma quale prova mi portate? Solamente Oss pot affermare la veridicit delle loro testimonianze, aprendo il suo sacco pieno di ossa. Obatal cedette allora il suo posto a Oss dicendogli: - sarai tu il mio successore e tutti gli Orish saranno sottomessi a te -. E da allora che la testa e le ossa degli animali (sacrificati) devono essere presentati con i sacrifici per essere graditi alle divinit". In questo caso di concentrazione di culti privati in una sola giornata o, pi precisamente, un quarto di giornata (dalle sei di sera alle nove) 1. si consulteranno le conchiglie per sapere qual la ragazza che sar incaricata di buttare le offerte vecchie, quelle che gli dei hanno finito di mangiare, se questa ragazza figlia di Yemanj o di Oshossi, ecc.

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2. una seconda volta per sapere dove bisogner buttarle, nel mare, sulla strada, nei cespugli ecc. 3. si preparano delle nuove offerte, 4. le si deposita davanti alle pietre divine, dove rimarranno durante tutta la settimana fino allo oss o amal seguente. Ma non tutto: una volta allanno, ben inteso il giorno scelto quello dellOrish che si possiede, si deve offrire al dio, nellinterno del Candombl, un sacrificio di sangue, poich il sangue, ben pi del cibo, principio di vita e le divinit non possono farne a meno. E ben inteso, inoltre che limportanza di questi doveri e il loro nome varia secondo il posto occupato nella setta. Per esempio, le figlie degli dei hanno pi obblighi degli ogans. Una figlia di Shang di mia conoscenza, andava tutti i marted sera nel santuario per passarvi la notte e preparare, il mercoled, gli alimenti per il suo dio. Il primo mercoled di ogni mese faceva un dovere pi grande e, infine, il 29 giugno, offriva un sacrificio. Le oba non si muovono tutte le settimane ma solamente una volta al mese e, in pi, offrono un sacrificio una volta allanno. Infine gli ogans devono fare solo il sacrificio annuale, il giorno dei loro dei e le offerte le fanno in casa propria. Ci pu essere anche leventualit che, accanto alle cerimonie obbligatorie ci siano dei doveri straordinari come, ad esempio, quando si deve chiedere a un dio una grazia speciale o che gli si faccia una promessa, od anche nel caso che si debba ringraziare il dio per una grazia concessa. In questo caso lobbligo dura tutta la giornata, con un sacrificio al mattino presto e delle danze rituali alla sera. Gli amici che accompagnano la persona che offre il sacrificio, non possono andarsene prima che la festa sia terminata. Come si vede la durata delle cerimonie un continuo nel tempo in cui ogni momento ha il suo valore mistico ma, su questa base continua di celebrazioni eterogenee, si staccano momenti di pi forte sacralit. La continua durata religiosa fatta da tutta la molteplicit dei culti individuali che si susseguono giorno dopo giorno; i momenti in cui la sacralit pi pronunciata sono i culti privati del venerd, per esempio, fatti nel Candombl, nellinterno del pegi comune, poi le feste, sempre private, danniversario dei membri della setta che offrono sacrifici di sangue alle loro pietre, feste che possono verificarsi di mese in mese e, infine, in 3 luogo le grandi cerimonie annuali della setta che sono pubbliche, e segnano il culmine del continuum, con il dramma rappresentato dalle danze estatiche. Saremmo quasi tentati di definire il Candombl come una societ di mutuo soccorso. Ogni ragazza ha degli obblighi verso solo un Orish, ma non lo compie solo per se stessa ma per tutte quelle figlie degli dei che hanno altre divinit fissate nella testa a scopo naturalmente di rivalsa. Cos lei si aspetta che anche le altre compiano i loro rispettivi doveri, durante gli altri giorni della settimana al fine che i benefici di questi gesti qualsiasi essi siano e a cui lei non prende parte si riversino beneficamente anche su di lei. La societ cosi a immagine del tempo, cos come il tempio era, e labbiamo visto, limmagine del cosmo. La continuit religiosa fatta dalla complementariet dei rituali giornalieri e di quelli successivi, dalleterogeneit di quei momenti del tempo dentro una unit superiore che li riunisce per farne un tutto. La comunione sociale, allo stesso modo, basata in ultima analisi su questa diversit di funzioni liturgiche: ogni ragazza lavora per le altre cos come le altre lavorano per lei, il che fa si che ognuna di esse non pu fare a meno delle sue compagne. La solidariet mistica deriva dalla divisione del lavoro religioso. Qui bisogna aggiungere che la celebre distinzione che fa M.G. Gurvitch tra comunit e comunione, questi due gradi della solidariet, corrisponde, nella nostra categoria del tempo sacro, ai momenti pi profondi o di pi intensa sacralit della durata. La comunit realizzata nella complementariet dei gesti individuali, accompagna la continuit dei giorni della settimana e ne un effetto. La comunione ha luogo nellunificazione di tutte le estasi particolari, quelle di ogni figlia posseduta dal suo Orish, durante la cerimonia annuale pubblica e cio nel momento pi alto della sacralit del tempo. I concetti sociologici si rapportano pur sempre a dei concetti religiosi. Il sociale frutto del mistico o, come dice M. Griaule: lorganizzazione spirituale e quella materiale vanno di pari in pari.

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CAPITOLO III - LA STRUTTURA DEL MONDO Se ci sono diversi sacerdoti, incaricati di adempiere a delle funzioni che non possono essere ricoperte, bench siano complementari e tutte assolutamente necessarie, forzatamente necessario che il mondo sia diviso in un certo numero di compartimenti e che ogni tipo di sacerdote presieda alluno o allaltro dei suoi domini. La conclusione del nostro precedente capitolo era che il sociale non era altri che il riflesso delleterno. La societ sacerdotale non fa eccezione alla regola, ci guida il nostro metodo. Per comprendere la concezione del mondo che si fanno i discenti degli Africani a Bahia, bisogna partire dallo studio della loro casta sacerdotale. Purtroppo, come abbiamo fatto notare nel nostro primo capitolo ,non ci si interessati ad altri che i sacerdoti del Candombl, con le loro gerarchie che vanno dal babalorish o dalla Ialorish fino alle yau, agli ogan e agli ekedy. Si fatta pure menzione ad unaltra specie di babala, ma senza approfondirne il ruolo, la sua importanza e il suo posto in un insieme strutturale particolarmente coerente. Senza dubbio, questo modo di vedere rispondeva a dei fatti storicamente certi: i babala che, in Africa, occupavano i primi ranghi nella classifica sacerdotale, hanno perduto il loro posto preponderante nellopinione pubblica. Lo splendore delle grandi feste annuali, la drammaticit delle possessioni estatiche, la bellezza dei ritmi dei tamburi che lacerano le notti con la loro musica "barbara", colpiscono molto di pi la gente di quanto non lo facciano i gesti, per cos dire, clandestini dei babala che lavorano nelle stanze chiuse, senza accompagnamento di strumenti musicali, cantici o danze, circondati solamente da poche persone. Un Martiniano di Bomfim, per un momento, ha potuto avere un ruolo prestigioso per via del suo viaggio in Africa, dimostrando la sua scienza e la sua cultura, sia profana che africana. Dopo morti sembra che i babala spariscano dalla scena. Ci sono state, effettivamente, delle vere guerre tra i babalorish e i babala in lotta per sapere chi avrebbe ricoperto il pi alto strato sociale ed evidente che questo conflitto si solidamente concluso con la vittoria dei primi; ma, come sempre, la struttura pi forte della storia. Se cerano i babala voleva dire che questo gruppo sacerdotale era adibito a determinate funzioni che, comunque, dovevano rimanere a cura loro, qualsiasi cosa succedesse. In fatti questo si verificato e ne troveremo le ragioni: non si tratta di un gruppo di sacerdoti scomparso ma che una forma di divinazione stata sostituita con unaltra, o tende ad essere sostituita. La conchiglia , salvo possibili interpretazioni ambigue, vincitrice sul collier d Ifa e non, come si dice, i babalorish sui babala. Quando abbiamo iniziato i nostri studi sul mondo del Candombl, abbiamo subito orientato le nostre ricerche sui babala, poich questi ultimi erano stati trascurati dagli etnografi che ci avevano preceduto. Al principio fu una semplice curiosit di Africanista, che non vuole ricalcare i passi gi fatti dagli altri anche se ben fatti, ma che vuole invece addentrarsi in un terreno vergine. La raccolta di notizie, per via via trasformava limmagine stessa del mondo del Candombl che noi ci eravamo fatta. Innanzi tutto dovemmo notare che la lotta tra babalorish e babala non era finita, al contrario, i babala avevano la convinzione della loro superiorit: Il babalorish non si occupa che di un solo Candombl mentre il babala incaricato di molti Candomble, in tutti questi , nulla viene fatto senza prima consultare i babala Lo stesso informatore mi diceva pure: Noi formiamo una massoneria, ci sono 33 livelli di babala, da 1 a 33; s, vi dico che la nostra religione una massoneria. Di questa cifra, cio 33 livelli, io non sono sicuro perch non lho mai potuta verificare. Quello che ho, in seguito, compreso che quel babala era, in realt, un raccoglitore di erbe. Daltro canto gli articoli scritti da Frikel, specificavano che una delle funzioni dei babala era legata al culto dei morti. Queste affermazioni di Frikel non vengono da informatori attendibili e linterpretazione che lui da non ha un vero fondamento. Tuttavia, a proposito di questi legami, abbiamo avuto, per lo meno, una conferma indiretta dai vecchi articoli dei giornali che parlavano di unincursione della polizia nella casa dei morti dell isola di Itaparica e dellarresto del suo proprietario chiamato Alaba. Ora, questo termine quello che in Africa si da al primo babala d Ife e :"allorch Alaba lascia questa vita, lo si sostituisce e tutti i suoi successori porteranno il nome di Alaba".

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Comunque questo non era che un punto di partenza. Scoprimmo, via via che ci addentravamo nella ricerca, diversi Alaba, uno come divinit (citato da Joo de Rio), laltro come figlio dopo la nascita dei Gemelli (citato da Edison Carneiro), per cui verosimile che questo termine variasse secondo laccentuazione. Per questo non abbiamo il diritto di mischiare in una sola "massoneria" tutti i sacerdoti fuori del Candombl. Scriveva, a questo proposito, M.P. Verger: "C un Algba che significa un anziano, termine di rispetto attribuito spesso a un Babalawo". Cos, proseguendo le ricerche, arrivammo a che la triple funzione: divinazione, raccolta e culto degli antenati non include uno solo ma un triplice sacerdozio, che si aggiunge a quello dei babalorish. Uno dei nostri informatori parlando con noi del rituale delliniziazione, ci diceva: "Prima di farsi iniziare bisogna consultare Ifa per sapere qual il dio a cui si appartiene e questa la funzione del babala, allora la ragazza entra nel Candombl ed il babalorish che la fa; ma prima di questo ha bisogno di lavare la sua testa con le foglie della sua divinit e allora il babalosaim che incaricato di andare a raccoglierle, dopo aver chiesto il permesso agli antenati, permesso che richiesto dal babaog ed aggiungeva: Il babalorish ha bisogno del babala, del babalosaim e del babaog: non pu fare niente senza di loro egli non altro che il capo di un terreiro e di un gruppo di ragazze". Questi discorsi confermavano le prime informazioni raccolte e tracciavano lo schema della struttura sacerdotale degli Africani di Bahia che oltrepassa i limiti dei terreiros come santuari autonomi. Non ancora chiara la questione delle tre specie di sacerdoti: quelli che si occupano della divinazione, delle foglie e degli Eguns, cio se formano o no una sola e unica societ, una massoneria gerarchizzata composta da strati di funzioni sovrapposte. Il babaosaim che avevamo conosciuto ma che era morto aveva forse il desiderio di mettersi al di sopra del babalorish, spinto a inserirsi nella gerarchia dei babala, ad unirsi nella lotta dei sacerdoti per lo status sociale su linsieme di tutti i gruppi sacerdotali dei terreiros esterni, seguendo la legge che lunione fa la forza? Oppure la sua affermazione corrispondeva ad una realt sociologica? I babala dAfrica hanno, in effetti, al loro lato degli assistenti incaricati della raccolta delle foglie indispensabili per i sacrifici di Fa e che fanno parte dei loro gruppi sacerdotali. Attualmente non possiamo rispondere a questa domanda ma, che i sacerdoti, a parte i babalorish, formino o no ununica massoneria, per lo meno a Bahia noi abbiamo, dal punto di vista funzionale, quattro specie di gruppi sacerdotali: i i i i babalorish (o Ialorish) che presiedono al culto degli Orish babala propriamente detti che presiedono al culto dIfa babalosaim che presiedono al culto di Osaim, la padrona delle foglie babaog che presiedono al culto degli Egun.

Questo quadruplo gruppo sacerdotale corrisponde ad una struttura quadruple del mondo, gli dei, gli uomini, la natura e i morti. Lo scopo di questo capitolo quello di analizzare questa struttura, incominciando dalla sua immagine simbolica, quella dei sacerdoti che presiedono a ciascuno dei quattro compartimenti del cosmo.

I - I Babalao Gli Orish possono far sapere agli uomini le loro volont in due maniere differenti, sia possedendo i loro fedeli e predicendo loro lavvenire durante il transe, oppure per mezzo di noci, conchiglie o altri procedimenti divinatori. Potremo chiamare questi due modi: divinazioni soggettive e divinazioni oggettive. La prima avviene solo per mezzo della celebrazione di un rituale speciale che ha luogo durante il periodo delliniziazione delle yau, o subito dopo la sua conclusione e che si chiama :"il rituale del dono della parola" fortunatamente non abbiamo nessuna indicazione su come questo dono profetico, durante lo stato di transe, sia dato ai "cavalli degli dei". Potremmo citare molte piccole storie nelle quali questo dono si manifesta, ad esempio: una Ialorish avvertita di essere perseguita dalla polizia alla quale viene raccomandato di nascondere gli oggetti del culto, oppure un babalorish che viene a sapere che dei poliziotti vogliono entrare nel suo terreiro riceve dei consigli su come comportarsi al loro arrivo o, ancora, una Ialorish messa al corrente di un futuro movimento rivoluzionario che sta per scoppiare nella regione ha la possibilit di fare delle provviste per non dovere soffrire la fame se quellevento si verificasse ecc. Questa divinazione soggettiva riguarda, ben

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inteso, i membri del Candombl e non ha niente a che vedere con i babala che, contrariamente ai babalorish e alle Ialorish, non possono mai "cair no santo" cio: "cadere in stato di possessione". Ma gli Orish non si scomodano personalmente che in casi gravi, per cui importante sapere in ogni momento che cosa desiderano. Non si pu neppure consultare sempre il babala, soprattutto se si ha bisogno di una rapida risposta. Esiste dunque un procedimento divinatorio allinterno del Candombl, di cui abbiamo gi visto lutilizzo, nelle pagine precedenti, da parte del babalorish o di uno dei suoi assistenti, per esempio nell obori ed il procedimento per mezzo delle noci di kola (obi, oubi o orbo) divise in quattro parti. Dopo la sacralizzazione della sala e delle preghiere, si gettano queste quattro parti per terra. se questi quattro pezzi cadono con la parte interna rivolta verso lalto, gli dei rispondono di s alla domanda posta (Alafia); se solo tre frammenti cadono con la parte interna rivolta verso lalto la risposta no (Etawa); se solo due pezzi hanno la parte interna rivolta verso lalto e le altre due no, la risposta favorevole(Ejiala Ketu); se un solo pezzo ha la parte interna rivolta verso lalto, la risposta sfavorevole (Okanran); infine, se tutti i pezzi delle noci hanno le loro parti interne rivolte verso il basso, la risposta disastrosa (Oyaku).

In caso di risposta negativa si ripete per tre volte il lancio delle noci. Con la promessa poi di un sacrificio appropriato il dio si calma e finisce per accettare quello che prima aveva rifiutato. Questa tecnica per sapere quale sorte toccher, riguarda dunque i membri del Candombl e non interessa il babala, ma non pu darci grandi indicazioni. Gli Orish rispondono solamente s o no e non aggiungono nessunaltra parola. Il babala chiamato anche il veggente (Olu) dispone invece di due procedimenti che gli permettono molte altre parole: la collana dIfa o kpel), le conchiglie di Esh o edilogum (dilogun). Solamente il babala, in quanto sacerdote dIfa, ha il diritto di toccare l opel che non lo stesso che l edilogum. In effetti, un mito raccolto a Bahia ci spiega come Elegba, un altro nome di Esh, ha regalato alle figlie di Oshum la possibilit, unitamente al babala, di predire la sorte con delle conchiglie: Ifa era un povero pescatore, assai miserabile. Egli fece, un giorno, un contratto con Elegba compromettendosi a servirlo come schiavo devoto per la durata di 16 anni. Elegba lo mand nella foresta a cercare delle noci di palma e gli insegn a prepararle e utilizzarle per le divinazioni. Ma la gente che lo veniva consultare era talmente tanta che Ifa sent il bisogno di cercarsi una moglie che si occupasse della sua casa e cos prese una apatebi che non era altri che Oshum. Le persone che non riuscivano ad arrivare a Ifa stesso, domandavano a Oshum di predire lei le sorti per loro. Allora Oshum si lament con suo marito che non conosceva larte di leggere lavvenire e, a forza di insistere, Ifa prese 16 conchiglie, le prepar e domand a Elegba che, per mezzo loro, rispondesse alle richieste poste da Oshum, Elegba accett di mala grazia e, se adesso risponde bene alle domande delle apatebi, per rappresaglia, perseguita i figli di Oshum con maggior furore di quanto non perseguiti i figli degli altri Orish. Ogni babala ha dunque con se una moglie che figlia di Oshum ma non una figlia qualunque di Oshum, poich ogni dio multiplo, ma deve essere la pi vecchia di tutte le Oshum, Yaba Omi, la sua apatebi. Ma non equivochiamo: una sacerdotessa, una specie di babala femmina e non la legittima moglie del babala. Un tempo si dice che fosse anche condannata alla castit. E evidente che la poligamia, che i Neri hanno conservato in Brasile reinterpretandola naturalmente secondo le regole occidentali che considerano una moglie legittima e una o pi concubine, pu far si che lapatebi sia una delle mogli dellindovino.

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Alcune apateb e i babala di rango inferiore utilizzano solamente quattro conchiglie, queste ultime non possono rispondere che con un si o un no come le oubi. Le apateb e i babala di un grado superiore si servono di 16 conchiglie. In fine certi babala hanno un insieme di 32 cauries(?U?). Le apatebi, per contro, non hanno il diritto di oltrepassare le 16 "lettere", come spesso si dice nella cerchia africana. Anche se ci sono delle cauries lungo il litorale del Brasile, non ci se ne serve per le divinazioni, questultime si possono fare solamente con le conchiglie arrivate dallAfrica e che si vendono assai care sul mercato. Ogni conchiglia ha una delle sue facce tagliata in modo da presentare un lato aperto e uno chiuso. Lindovino le scuote tra le sue due mani chiuse e poi le lancia, secondo come queste cadono viene letta la "parola" composta. Le pi utilizzate sono le 16 conchiglie. Ecco, qui di seguito, la lista delle loro possibili combinazioni con i loro speciali significati a Bahia: Nome dellodu: 1 aperta 2 aperte 3 aperte 4 aperte 5 aperte 6 aperte 7 aperte 8 aperte 9 aperte 15 chiuse 14 chiuse 13 chiuse 12 chiuse 11 chiuse 10 chiuse 9 chiuse 8 chiuse 7 chiuse Okaran: Esh parla Ejioko: Ogun parla Etaogunda: Ogun parla Orosun: Shang parla Osh: Yemanj-Oshum parlano Obara: Yans parla Odi: Esh parla Ejionil: Oke parla Osa: Aganju parla Ofu: Ogodo parla Owanrin: Omol parla Ejila Sebora: Segno nefasto Eji ologbon: Omol parla Ika: Oshumar parla Obatal parla

10 aperte 6 chiuse 11 aperte 5 chiuse 12 aperte 4 chiuse 13 aperte 3 chiuse 14 aperte 2 chiuse 15 aperte 1 chiusa

16 aperte o 16 chiuse il colpo annullato, bisogna ricominciare. Allinterno dei Candombl ci sono delle figlie di Oshum le quali hanno il diritto, per la loro affiliazione spirituale, di divinare con le conchiglie. Questo significa che l edilogun non solamente competenza del babala. Lo si pu vedere praticato, allinterno dei terreiros, anche dalle yau che appartengono a Oshum. Al contrario la collana di Ifa privilegio dei soli babala i quali, per poterla utilizzare, hanno dovuto ricevere uniniziazione e un apprendistato

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particolari. Questa collana, o opel, composta da quattro mezze noci di kola attaccate ad una catenella di ferro che viene lanciata su una tavola di modo che, rimbalzando, formi una U la cui apertura sia di fronte allindovino (secondo il metodo yoruba, che si distingue su questo punto da quello del Dahomey); le due estremit della U sono di sesso differente e, in questo sistema yoruba, lestremit maschile alla destra del consultante mentre lestremit femminile alla sua sinistra. Questa differenza di sesso indicata, simbolicamente, da un piccolo nodo per il sesso maschile e da una piccola frangia di quattro o cinque fili per il sesso femminile. Le mezze noci che cadono presentano sia le loro facce convesse che quelle concave. Si ottengono cos 16 parole o Ifa. Un tempo esistevano a Bahia e forse esistono tuttora, delle tavolette di legno o fat su cui si scriveva l Ifa come descritto dall opel: due linee per ogni mezza noce caduta sulla sua faccia convessa, una linea per quella caduta sulla sua faccia concava. Siccome esistono due lati: maschio e femmina e quattro mezze noci per ciascuno, abbiamo due serie di linee che si scrivono e si leggono da destra a sinistra. E ben inteso che questo scrivere per mezzo di linee non necessario in tutte le cerimonie ma obbligatorio per colui il quale vuole fare il suo fa personale o kpoli. Quando si tratta di una consultazione ordinaria, il babala si accontenta di riferire l Ifa senza scriverlo, di pronunciare a voce alta il suo nome e di interpretarlo. Non abbiamo mai visto a Bahia, forse a parte quando abbiamo fatto fare il nostro kpoli, un babala scrivere gli Ifa, ma siccome pi comodo, per la loro lettura, disegnarli che descriverli minuziosamente, diamo qui di seguito e a titolo indicativo una tavola di 16 segnali doppi. 1. Destra: 4 mezze noci cadute sulla faccia concava Sinistra: 4 mezze noci cadute sulla faccia concava: Ogbe-meji 2. Destra: 4 mezze noci cadute sulla faccia convessa Sinistra: 4 mezze noci cadute sulla faccia convessa: Oye Ku-meji 3. Destra e sinistra: due mezze noci cadute sulla faccia convessa tra due mezze noci cadute sulla Faccia concava: Iwori-meji 4. Dai due lati, due mezze noci cadute sulla faccia concava tra due mezze noci sulla faccia Convessa: Ode-meji 5. Dai due lati, due mezze noci sulla faccia concava, seguite da due mezze noci sulla faccia Convessa: Irosun-meji 6. L Ifa che segue assolutamente lopposto del precedente: Dwonrin-meji 7. Dai due lati, una mezza noce sulla faccia concava e tre sulla faccia convessa: Obara-meji 8. Lopposto della precedente coppia: Okaran-meji 9. Dai due lati, tre mezze noci sulla loro faccia concava e una sulla faccia convessa: Oguda10. Lopposto della precedente coppia: Osa-meji 11. Da ciascun lato, una mezza noce sulla sua faccia convessa, una sulla sua faccia concava E le ultime due sulla loro faccia convessa: Ika-meji 12. La figura al contrario: Oturuson-meji 13. Da ciascun lato, una mezza noce sulla sua faccia concava, una sulla faccia convessa E le ultime due sulla loro faccia concava:Otura-meji 14. La figura al contrario: Irete-meji 15. Dai due lati alternativamente, una mezza noce sulla sua faccia concava e una mezza noce Sulla sua faccia convessa: Ose-meji 16. Dai due lati, alternativamente, una mezza noce sulla sua faccia convessa e una mezza Noce sulla faccia concava: Ofu-meji

Meji

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Questi segni sono sistemati in un certo ordine: gli Ifa sono considerati come i figli di Ifa. Essi sono nati uno dopo laltro e i pi vecchi sono, di conseguenza, considerati pi forti dei pi giovani. A questa prima precisazione c da aggiungerne unaltra altrettanto importante ed che assai raro che le mezze noci, sia dal lato destro che sinistro, cadano esattamente simmetriche; i 16 Ifa che abbiamo dato sono gli odu-meji ma possono combinarsi tra di loro fino a formare 256 figure, di cui ogni met una delle met di uno degli odu-meji; per esempio: il braccio destro dell opel pu essere una delle met dell Irete e il braccio sinistro una delle met dell Irosun. In questo caso la met dell odu-meji pi forte che la vince; nellesempio che abbiamo appena fatto sar l Irosun, che ha il numero 5, mentre l Irete ha il numero 14 ed , di conseguenza, molto pi giovane. Notiamo cos che il modo di procedere a Bahia non presenta teoricamente niente di difficile. Ma questo ci dice che ogni Ifa, simmetrico o complesso, presente un differente significato; esso legato a certi sacrifici che deve fare il consultante e che variano, per importanza e composizione, da un segno allaltro, come a tutta una serie di piccole storie che danno un significato mistico, fasto nefasto o neutro dell Ifa. Tutto questo vero non solamente per i 16 segni dell opel, ma anche per i 16 segni dell edilogun di cui abbiamo parlato prima. Da ci si capisce che la qualit principale di un babala deve essere la memoria e, per venirle in aiuto, si conserva la lista di questi sacrifici, e di queste piccole storie, scritte su dei quadernetti scolastici, al riparo da occhi indiscreti. Noi ne abbiamo uno tra le mani. E interessante notare che gli stessi miti si ritrovano a Cuba e in Africa. Riassumendo, questi sono i quattro principali procedimenti di divinazione degli Africani di Bahia. Soltanto gli ultimi due appartengono ai babala, anche se i babalorish oggi tentano di usurpare loro ledilogun ed vero che, anche se i babalorish riuscissero a vincere in questo campo, i babala non resterebbero i soli detentori della collana di Ifa. Purtroppo, attualmente, hanno la tendenza ad abbandonare Ifa per Esh, l opel per l edilogun. Gli informatori ai quali ho chiesto ragione di questo strano cambiamento mi hanno dato due differenti risposte, ma che non si contraddicono affatto: la prima che un sacerdote di Ifa deve, obbligatoriamente, prima di morire, avere addestrato un apprendista in questarte, se no Ifa condanner la sua anima a vagare intorno alla terra senza potersi reincarnare ne trovare riposo; al giorno doggi difficile trovare qualcuno disposto a consacrare la sua vita ad Ifa... La seconda risposta che, come si vede, ben lontana da contraddire la prima, ne spiegherebbe, al contrario, le ultime amare frasi di condanna ed che, pi si sale nella gerarchia sacerdotale e pi numerosi sono i tab che coinvolgono la persona. Gli obblighi o i divieti dei babala che lavorano con lopel sono infinitamente pi rigorosi di quelli dei babala che si accontentano di fare le divinazioni con 16 o 32 conchiglie. Oggigiorno i giovani vogliono godersi la vita e, poich la cauries rispondono altrettanto bene che la collana di Ifa, i babala della nostra epoca, per evitare di dover sopportare un carico troppo pesante per le loro spalle, preferiscono lavorare con l edilogun. Il culto di Ifa dunque minacciato, anche se sussiste tuttora a Bahia. Sia per che i babala lavorino con Ifa o Esh essi devono obbedire, nelle loro divinazioni, a un certo numero di regole che adesso dovremo definire. Anzitutto la consultazione non pu avere luogo in un posto qualsiasi. E qui ritroviamo lo spazio sacro che gi avevamo incontrato nel Candombl.

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Ogni casa di babala possiede, al di fuori delle stanze dellappartamento, una camera speciale nella quale si interrogano Ifa o Esh. Ma non tutto, in questa camera gi consacrata per la sua funzione, e, sovente, per suo portamento, c una parte che come consacrata una seconda volta ed la tavola su cui si gettano la collana o le conchiglie. Ci pu essere un cestino di giunchi intrecciati, molto piatto, con i bordi leggermente svasati oppure su una grande tavola un cerchio apposito per le collane degli dei (la prima, pi esterna, di Shang, la seconda di Oshal, la terza di Ogun e la quarta, quella pi interna, di tutti i colori, per tutti gli altri Orish; l opel o le conchiglie devono cadere allinterno di questo cerchio "incantato". Troveremo pure, durante la consultazione, quella legge delle partecipazioni che ci aveva tanto colpito quando ne scrivevamo nel capitolo anteriore. Affinch Ifa o Esh possano rispondere , bisogna che si faccia precedentemente una partecipazione dentro la collana, le conchiglie e colui che consulta da una parte e il mondo soprannaturale dallaltra, poich ogni consultante obbedisce al seguente schema: 1. il babala incomincia con una preghiera in lingua africana per domandare a Ifa o a Esh di voler rispondere alle domande che saranno loro poste: 2. il consultante prende nella sua mano sinistra una conchiglia non spezzata o due conchiglie incollate insieme alla base: lakoueo e, nella mano destra, una piccola pietra: ladjiokoni. La piccola pietra risponde di si e il risultato positivo: ibo lotum, la doppia conchiglia risponde di no e il risultato negativo: ibo losi. 3. Prima di incominciare il babala fa partecipe del suo lavoro il consultante toccando le sue conchiglie o la sua collana e successivamente la fronte di questultimo, che la sede dellori o spirito, il cuore che il centro della personalit e le due mani che tengono le conchiglie e la pietra poich esse devono rispondere secondo la volont di Ifa o Esh. 4. Il babala parla con voce bassa alla sua collana o al suo insieme di conchiglie; 5. La consultazione ha inizio. Il babala pone una domanda e poi getta l opel. Riprendiamo lesempio che abbiamo dato precedentemente, immaginiamo che il lato destro della collana, cadendo, presenti una met di irete e laltra una met di Irosun (dato che l Ifa si legge sempre da destra a sinistra). In questo caso Irosun vince come il pi vecchio dei figli di Ifa. Il babala fa aprire al consultante la mano corrispondente cio la sinistra. Se questa contiene la piccola pietra, la risposta alla domanda posta affermativa; se c la doppia conchiglia la risposta negativa. Ad ogni domanda posta, ben inteso, il consultante unisce la due mani e le scuote in modo che conchiglie o pietre possano cambiare di posto. Non per il caso che fa andare la piccola pietra nella mano destra o nella mano sinistra, cos non per caso che la collana caschi nello spazio sacro presentando luna o laltra met delle noci sulla faccia concava o convessa. La doppia partecipazione del consultante con l opel e, con la preghiera, l opel di Ifa, fa si che il modo di cadere delle mezze noci come il posto della pietra, obbediscano alla volont del signore del destino. A volte la risposta ambigua, in questo caso si fa una seconda gettata e forse anche una terza. Con l edilogun il modo di procedere del babala simile. Perch certe risposte possono essere ambigue? La risposta dell Ifa data dallinsieme dei miti, delle leggende o delle storie dell Ifa e queste storie vanno interpretate nel senso in cui posta la domanda. E possibile sbagliarsi in queste interpretazioni, il dovere del babala quindi quello di chiedere sempre una conferma agli dei per essere ben sicuro di non essersi sbagliato. E in gioco la sua responsabilit di indovino e lui ha il senso del dovere riguardo al suo lavoro. Per questo si dice che non basta che lui abbia buona memoria per essere un buon babala, ci vuole anche unaltra dote: lintuizione. Questa intuizione la dimostra nella lettura dell Ifa nella maniera in cui lui arrivi a una conclusione dei miti, applicabile al caso particolare a cui sta dando una risposta.

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II - Il Babalosaim Il babala lavora sia per gli individui, in caso di malattia, matrimonio, partenza per un viaggio ecc., sia per la collettivit: allinizio della giornata si gettano le conchiglie e la vita del Candombl nelle 24 ore che seguono interamente determinata dall Ifa che uscito. Egli, sovente, portato anche a dare consigli o, pi esattamente, a ordinare agli assistenti dei bagni di foglie, dei rimedi vegetali, cio a passare dal culto di Ifa a quello di Ossain. Come dice Lidia Cabrera: il babala senza il suo Esh e il suo Ossain "non sicuro". D'altronde una delle leggende africane che accompagnano gli Ifa ci insegna che ash era stato fatto conoscere da Ifa e che lui aveva spiegato come procedere, per mezzo di erbe, per rendere i suoi effetti efficaci. Ma i babalorish o le Ialorish, da parte loro, non possono fare niente senza le erbe sacre. Abbiamo ben visto limportanza dei bagni di foglie nei rituali delle iniziazioni, bagni di foglie che, secondo lOrish a cui si appartiene, vengono presi sia fuori che dentro della casa, poich ci sono degli Orish dell aria aperta e degli Orish che vivono nel pegi interno del santuario. Il battesimo dei tamburi, lofferta che si fa loro una volta allanno, ha pure bisogno della preparazione di un bagno o un lavaggio speciale di foglie macerate. Non esiste yau che, nella sua quotidiana esistenza, non abbia bisogno di ricorrere alle virt delle erbe; una volta per settimana, nel giorno consacrato al suo "padre della testa", la yau prende un bagno preparato con foglie speciali proprie del suo Orish: il bagno di amasin che significa purificazione. Tutto questo ci porta quindi alla stessa conclusione, la primordiale importanza delle foglie nella vita degli Africani del Brasile; potremmo cos ripetere quello che Frobenius ha detto degli Yoruba dAfrica: losseni (il nostro Ossain) soltanto che emana la forza magica che vivifica gli uomini e gli dei. Frobenius per fa del sacerdote di Ossain un indovino, esattamente come in America, la conoscenza delle erbe, quelle velenose o quelle che fanno nascere lamore nei cuori ribelli, ci riconduce al legame del culto di Ossain con la stregoneria. Infatti, nella lotta degli schiavi contro i loro padroni bianchi, il veleno era uno strumento facilmente usato e le donne nere che volevano migliorare il loro stato sociale diventando concubine dei bianchi, utilizzavano dei filtri damore. Gli stessi signori dei mulini o i proprietari terrieri, spossati dai loro eccessi amorosi, dalla loro sfrenata poligamia, spesso, giunti alla vecchiaia, chiedevano ai neri delle loro piantagioni che conoscevano i segreti delle foglie, degli afrodisiaci per risvegliare i propri sensi. La virt delle erbe non comunque una virt magica ma una forza di natura religiosa e il babalosaim, anche se in certe circostanze tende a ricorrere alla stregoneria, non un mago, ma un sacerdote e come tale lo dobbiamo esaminare. Tutti gli autori che, in modo pi o meno profondo, si sono occupati del culto di Ossain, sono daccordo nel riconoscere la sua importanza. Arthur Ramos, per esempio, ci ricorda che in Africa i sacerdoti di questa divinit fanno parte della prima categoria sacerdotale a fianco dei babala, molto al di sopra dei sacerdoti degli altri Orish. Manuel Victorino dos Santos, nella conferenza tenuta al Congresso Afro-Brasiliano di Bahia, dove parlava a nome dei membri dei Candombl, dichiara: "tutte le erbe sono magiche", intendendo dire, con questo, che tutte hanno una virt la cui conoscenza indispensabile nella conduzione del Candombl. Quando Clouzot fece un patto con un babalorish per poter assistere alle cerimonie di iniziazione, dovette, a sua volta, "non cercare di scoprire i segreti delle foglie". Pi volte io stesso ho citato la frase di uno dei miei informatori: "Tutti i segreti dei Candombl risiedono nelle sue foglie". Se pure alcune divinit come Shang di Ouro non "discendono" pi al giorno doggi, perch non si trovano pi le loro erbe che li facevano incarnare nella testa dei fedeli. Sfortunatamente non disponiamo che di poche informazioni a questo proposito, perch, giustamente, tocchiamo qui un "segreto" del Candombl; i sacerdoti tacciono quando si entra in questo argomento. Anche su quello che si pu divulgare, quello che "pubblico" nel culto di Ossain, non abbiamo informazioni circostanziate. Gli africanisti, non so perch, non hanno mai mostrato grande interesse circa la curiosa figura di questo dio e, quando ne parlano, commettono degli errori che rendono i loro testi oltre che brevi anche totalmente inutilizzabili. Arthur Ramos, ad esempio, presenta in una delle sue fotografie, linsegna di Ossain (un ferro appuntito per poter essere conficcato nella terra e che ha in cima un piccolo uccello circondato da sette bracci) come una delle insegne di Esh, indotto senza dubbio in errore dalla

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definizione di uno degli Esh come l Esh delle sette strade. Manuel Querino connette Ossain, che lui scrive Ossonhe come uno spirito amerindio, il Caipra poich sia luno che laltro hanno una gamba sola. Se si tratta di un semplice confronto tra due mitologie non c niente da dire, ma se Manuel Querino vuole dare ad intendere che i Negri hanno adottato il mito di Caipra allora lequivoco chiaro. Pi esattamente, lidentificazione tra le due genie che hanno una sola gamba, ha luogo solo nei Candombl bant, sconosciuta nei Candombl yoruba. Si capisce come dei non iniziati possano confondere due genie che hanno in comune un certo numero di caratteristiche, ma, se Ossain non ha che una gamba sola, non per corruzione e assimilazione con il Caipra, semplicemente quella divinit, ha dovuto subire, un giorno, la collera di Shang e, durante la lotta, ha perso una gamba (a Cuba ha perso in pi un occhio e un braccio). Gli autori che citano Ossain come dea della medicina non sbagliato, ma questo non che uno degli attributi di questa divinit. Come detto prima ella presiede a tutti i rituali nei quali indispensabile luso delle foglie, liniziazione, bagni di purificazione ecc. per cui sarebbe meglio considerarla la padrona delle erbe e delle piante, la divinit della vegetazione pi che quella della medicina. Ossain, come Ifa, non discende mai. Il suo sacerdote, il babalosaim o olosaim, cos come il babala, non conosce la transe, , anzitutto, un raccoglitore di erbe e non di erbe qualsiasi prese da qualsiasi parte e in qualsiasi momento. Ecco ancora uno degli elementi che distinguono il babalosaim da un semplice guaritore. Manuel Querino fa un breve riferimento a questo rituale della raccolta delle foglie a proposito delle cerimonie di iniziazione: "Una persona capace e di confidenza" egli scrive (in realt si tratta del nostro babalosaim), "che sia puro di corpo (cio che non abbia avuto relazioni sessuali la notte precedente), si dirige verso il locale portando un oubi e del pepe africano nella bocca, li mastica e, dopo averli ben triturati, li butta sulla vegetazione della campagna; poi danza, canta e posa per terra una qualsiasi somma di denaro". La descrizione sempre valida ma deve essere completata. Prima di tutto le piante possono trovarsi nel cortile della casa, o nel giardino particolare e pure nella boscaglia. Se addomesticate, queste piante non hanno alcun valore, necessario andarle a cercare nella foresta. C contrasto tra la parte del mondo della cultura e il mondo selvaggio. Ossain non va la dove luomo ha lavorato la terra, costruito delle case oppure la dove ha domato la natura. E il dio della boscaglia e non della vegetazione coltivata. In secondo luogo il babalosaim penetra nel regno di Ossain masticando un obi (e forse anche del pepe); giunto nel suo dominio si gira, successivamente, verso i quattro punti cardinali e sputa l obi masticato nelle quattro direzioni. In questo modo delimita lo spazio sacro in cui va ad agire. Addentrandosi nella boscaglia incomincia a cantare e non smetter fino a quando non ne sar uscito; anche quando stacca un ramo, una liana, se strappa delle foglie o dissotterri una pianta, non pu interrompere il suo canto. Non sempre lo stesso; come vedremo, se Ossain regna su tutte le foglie non impedisce che queste si classifichino in categorie legate ai differenti Orish. Di questi canti speciali ne abbiamo alcuni del terreiro di Recife detti: "canti per prendere gli ash dalla foresta". Tutti questi canti obbediscono ad una forma molto semplice e monotona, si compongono di due versi che indicano la divinit legata alla pianta che si deve raccogliere, seguiti da un terzo sempre uguale a se stesso: io cercher (o estrarr) il mio ash. Ad esempio per le piante di Ogun: Ash di Ogum nik Di Ogum pan Eu arei meu ash Per quelle di Omol:

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Ash di Omul omam Di Omul betam Eu arei meu ash...ecc. Queste piante non possono essere raccolte in qualsiasi posto, sacro o nella boscaglia selvaggia, ma devono essere raccolte a certe ore determinate. Ognuna di queste piante non pu, in effetti, essere raccolta che in certi giorni o in certe notti, a determinate ore della giornata o della notte. Per alcune la raccolta deve essere effettuata al mattino presto ai primi chiarori dellorizzonte, per altre a mezzanotte. Molte devono essere prese con la nuova luna, mentre certe altre non hanno nessuna virt se non sono raccolte con la luna piena oppure nelle notti senza luna. In pi ciascun Orish ha un giorno della settimana a lui consacrato, cosa che non ho potuto chiarire del tutto parlando con i babalosaim, ma che ci sono comunque dei giorni prestabiliti per la raccolta di questa o quella pianta. Infine, bisogna chiedere il permesso ad Ossain e pagarlo ed per questo che, vicino alle piante raccolte si deve lasciare una piccola somma di denaro o un pezzo di foglia di tabacco. Per tagliare il ramo, la liana o il ciuffo di foglie ci si serve di un coltello speciale, un Ob. Anche a questo proposito troviamo degli errori da parte di certe informazioni pubblicate. Barbara Rodrigues chiama il coltello di Ossain con il nome di abb invece di ob. L abb un ventaglio con cui amano farsi vento le dee dellacqua, Yemanj o Oshum, e non mai un coltello. Il babalosaim non solo raccoglie le piante ma le prepara anche, ma, mentre abbiamo sia da Cuba che da Haiti, delle buone descrizioni circa la confezione dei pacchetti, non sappiamo come vengano fatti in Brasile. Lunica informazione che abbiamo che i canti degli ash si fanno anche allinterno dei santuari, che le figlie degli dei intonano quelli corrispondenti alla pianta o alla divinit, secondo la loro appartenenza, per esempio: le figlie di Ogun cantano lash di Ogun, quelle di Yemanj lash di Yemanj ecc., mentre il coro di tutte le figlie ripete allunisono: Ash biu ash meu ash mio. Queste informazioni sembrano indicare che la preparazione delle piante, sia in Brasile che in altre parti dellAmerica nera, dia luogo a delle celebrazioni speciali, per non sappiamo se queste preparazioni si fanno o no nel pegi speciale di Ossain, perch Ossain un dio della aria aperta. Nella mappa del Candombl si vede chiaramente che il pegi separato dagli altri, in pieno campo. A Recife e a Porto Alegre, Ossain (o Ossanhe) mi stato sempre presentato come una delle tre divinit adorate, obbligatoriamente, allinterno della casa principale, le altre due sono Esh (o Bara) e Oshossi (o Ode). Uno dei nostri informatori sottolineava che, per preparare i bagni e i lavacri, bisogna che lerba sia viva. Ecco perch, aggiungeva, le erbe delle erboristerie non servono, hanno perduto la loro forza. Sono vendute "dissecate". Lerba va stropicciata, pressata e triturata con le mani e non con un palo o un altro strumento, si deve spezzarla viva fra le dita vive. La preparazione varia, naturalmente, a seconda della funzione delle piante. Gi abbiamo detto che per il rituale delliniziazione ci vogliono 21 specie di erbe e che, per ogni specie, si devono usare 17 foglie. Questultima cifra pu non essere sufficiente per provocare lestasi, allora si raddoppia o triplica, ma sempre con un multiplo di 17. Contrariamente, a volte, lestasi troppo violenta e allora si utilizzano altre specie di foglie, incaricate di attenuare le virt delle precedenti, di rendere pi blanda la forza selvaggia dellOrish dentro il corpo del suo cavallo. Per la fabbricazione delle pietre, dei ferri e per il lavaggio delle collane ecc. si usano soltanto le foglie della divinit che si deve incarnare nella pietra, nel ferro o di fare partecipare la collana alla sua forza, per esempio: se si fa una pietra di Shang o se si lava la collana dai grani rossi e bianchi di un figlio di Shang, si useranno solo le foglie legate a Shang, "puitoco", "mangerona", "nega mina" ecc. mai quelle che appartengono a Oshal come la neve bianca o quelle che appartengono a Oshum come: l orepp. Cos come a Cuba, il nome delle piante pu variare secondo la divinit, 5 per Oshum, 7 per Yemanj, 8 per Obatal ecc. In fine, se il babalosaim stato chiamato per curare un malato con le sue erbe, si tratter di altre specie vegetali diverse da quelle dei bagni di amasi o dei lavaggi delle teste. Gli studiosi del folklore brasiliano si sono molto interessati alla medicina popolare e hanno pubblicato molti libri contenenti liste di piante medicinali includendo quelle della citt di Bahia. Ma tutti (eccetto Luis da Cmaraa Cascudo e Consalves Fernandes per il catimb che non riguarda il nostro lavoro

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per via delle sue origini amerindie) si sono basati sulle informazioni degli erboristi e altri commercianti. E possibile che alcune di queste piante medicinali siano conosciute dai babalosaim, cos come possibile che i sacerdoti di Ossain forniscano il mercato di Bahia delle piante che hanno raccolto nella boscaglia e di cui conoscono le virt e il modo di usarle (tisane, pomate, cataplasmi ecc.) Ma anche nel caso che le piante degli erboristi e quelle degli Olosaim si confondano, le due medicine non si identificano poich la prima empirica, la seconda religiosa. Quali sono dunque queste piante? Un babalosaim di Bahia di cui mi ero fatto amico e che voleva fare di me un apprendista, aveva incominciato ad istruirmi, ma la morte, di li a poco, se lo doveva portar via. Cos dovevo completare la lista iniziata, ma a caso, sempre con molta difficolt e in differenti terreiros o citt. Su alcune di queste piante torneremo in seguito, ci accontenteremo, per il momento, di fornire una lista in ordine alfabetico: ALECRIM il nostro rosmarino, nelle sue tre forme alecrim de caboclo (baccharis sylvestris, Linneo), alecrim de campo (lantana microphylla, Martius) e alecrim do taboleiro (poligala panicolata, L.) nei bagni di iniziazione. Senza indicazione di quale specie nei bagni di amansi dei figli di Oshal. ALEVANTE, vedere: Bradamundo ALFAVAQUINHA, ? bagno di amasi dei figli di Oshum. Per alcuni serve anche per lavare le pietre di Oshossi. AROEIRA (schinus Aroeira, Vellozo). Pianta consacrata a Ogun. Utilizzata anche contro i reumatismi, lartrite e la sifilide. ARIORO ? pianta consacrata a Esh a Porto Alegre, terreiros oyo. BRADAMUNDO (Amomum cardamon, L.) Uguale a Alevante. Pianta consacrata a Shang e a sua moglie Yans a Bahia, a Esh a Porto Alegre. Indicazioni terapeutiche: soffocamenti; aromatica per i bagni di amasi . BAMBOUS consacrata agli Eguns a Bahia. Le case dei morti sono, a volte fatte di bambu. BETIS Che iroso (Piper eucaliptifolium, Rudge). Appartiene a Shang e a sua moglie Yans. Indicazioni terapeutiche: sudorifico, stimolante, febbrifugo. BREDO DE ST. ANTONIO o PEGA-PINTO (Boheravia irsuta, Wedd.) Appartiene a Oshossi. Indicazioni terapeutiche: febbri intermittenti. CAICARA, (croton Euphorbiacee). Pianta consacrata a Oshossi. Indicazioni terapeutiche: dermatosi. CAJARANA, ? Pianta consacrata a Ogun a Recife. CANELA de VELHO (Miconia albicans, terapeutiche:disturbi digestivi. Trin.) Pianta consacrata a Omol. Indicazioni

CARRAPATEIRA (olio di Carica papaia) Questolio si produce con i semi della papaia per fissare Esh o per innaffiare il suo feticcio, soprattutto a Recife. Dal punto di vista terapeutico questolio serve anche per la cura delle adeniti. A Bahia, con questi semi, si fabbricano delle specie di rosari che fanno seccare il latte delle donne, o che fanno sparire il gozzo.

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CASADINHA, (Susp. Mikania) composita. Pianta consacrata a Omol e chiamata volgarmente Omol. Indicazioni terapeutiche: disturbi gastrici. CARURU fatto con quiabes(?U?117) ? (hibiscus esculentus) Nome africano: Fetri. Il caruru il piatto preferito di Shang, ma a Porto Alegre messo in relazione con Esh. Propriet terapeutiche: emolliente e rilassante. COTON pianta consacrata a Oshal sia a Bahia che a Recife, come pure a Cuba. Serve per i bagni lustrali dei figli di quel dio. CYPRES (Cupressis pyramidalis) Consacrato a Nanan che, a causa della sua et ha dei rapporti con i morti. A Cuba consacrata ai morti. Propriet terapeutiche: antiblenorragica ESPADA DI OGUN (Sansevieria ceylanica, Willd.) Funzione religiosa: bagni di amasi dei figli di Ogun. Sembra pure che si usi nei bagni di iniziazione. Funzione terapeutica: diuretica. ERVA SANTA (Peltodon Ricano ?) Consacrata a Yans a Recife. FOLHA da COSTA chiamata anche saiao (Bryophillum Piematum). Nome africano: odud Bagni di amasi dei figli di Oshum. Per altri di Oshossi. Utilizzato per il lavaggio della testa nei rituali del mangia testa. FOLHA de FOGO chiamata anche foglia di Yans (Sosp. Tournefortia Borraginea) Bagni di amasi dei figli di Yans. Consacrata anche a Shang. Indicazioni terapeutiche: febbrifugo. FLOR da FORTUNA ? erba di Esh a Porto Alegre. GAMELEIRA (Ficus Dolciaria, Mart.) Questerba adorata con il nome di Irko. E messa in rapporto a Nanan a Recife, mentre le foglie del ficus comune sono utilizzate nella preparazione degli Esh a Porto Alegre. Si crede che queste foglie provochino delle verruche o delle pustole. GUINE (Petiveria tetranda, Gomes). Utilizzata nei rituali di iniziazione per lavare le future yau. I raspi servono a fare degli amuleti o degli esorcismi. MAL-ME-QUER, (Weddelia paludosa). Consacrata a Oshum a Recife. Indicazioni terapeutiche: vulneraria, antisettica contro le emorragie. MANACA (Brunfelsia Hopeana, Hooker) Solanacee. Consacrata a Nanan a Recife. Depurativa, antiluetica, contro i reumatismi. MANGERICAO (Ocium basilicum, L.) Labiate. Utilizzata nei bagni di purificazione dei figli di Oshal. Indicazioni terapeutiche: febbrifugo, stimolante, contro le cefalee. MANGERONA, (Origanum majorona). La nostra maggiorana. Consacrata a Shang, per i bagni di amasi dei suoi figli. Indicazioni terapeutiche: vulneraria, stimolante e per la cura delle ferite. NEGA MINA, ? per i bagni di amasi dei figli di Shang. NEVE BRANCA, ? per i bagni di amasi dei figli di Oshal. OREPEPE, ? per i bagni di amasi dei figli di Oshum. ORTIE, (Urtica urens) consacrata a Omol. Indicazioni terapeutiche: diuretica, affezioni renali e dermatosi.

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PALMES de OSHALA. E evidente che la palma, per via della sua bellezza e utilit, non pu essere consacrata che al pi grande di tutti gli dei. Le sue palme sono utilizzate nei bagni di amasi dei figli di Oshal. PAVOT. Il pavot ha fiori rossi ed consacrato, a Recife, a Yans. Si tratta forse del nostro rosolaccio? PLATANE, (Musa paradisiaca ?) Le sue foglie sono utilizzate per la fabbricazione degli Esh a Porto Alegre. A Cuba il banano-platano un albero di Shang. PUITOCO, ? utilizzato nei bagni di lustrazione dei figli di Shang. TAPETE d OSHALA, (Peltodon sp. Labiacee) Pianta consacrata al culto di Oshal come indica il suo nome. Indicazioni terapeutiche: cefalee e cattiva digestione. UEPEPE, ? rientra nella composizione dei bagni di foglie nei rituali di iniziazione. VELAME, (Croton), pu essere campestre, Euforbiacee. Appartiene a Omol. Una cantica ascoltata da Edison Carneiro nei terreiros Bant allude a questa pianta: Cera un vecchio, molto vecchio, viveva in una catapecchia di paglia. Nel suo villaggio cerano Velame e Sanga Sanga e Velame nel mlungu I Negri mi informarono che i termini sanga, velame e melungu corrispondono, le due prime, a delle piante medicinali e lultima il velame mescolato con il miele. Indicazioni terapeutiche: depurativi. YEUX de Sta. LUCIE, (Croton antiriphiliticum). Pianta che ha dei piccoli fiori bianchi che sono consacrati a Yemanj. Indicazioni terapeutiche: oftalmie.

III - La Societ degli Egun Lo schiavismo aveva distrutto le strutture famigliari tradizionali, per lungo tempo si creduto che il culto degli antenati fosse sparito dal Brasile. Nina Rodrigues dichiara che soltanto i Negri che avevano vissuto in Africa ed erano stati portati come schiavi, conservavano lideologia di una Massoneria delle Anime, nella quale le donne non potevano prendere parte e dove lAnima compariva e passeggiava nella citt a suo piacere. (nel primo libro comparso sul Candombl), soltanto molto dopo se ne riscoperta la sopravvivenza a Bahia: "in alcuni Candombl funerari si trova ancora l Egungun, grottesca apparizione dellanima del defunto. Non altro che una farsa tra i capi o direttori del Candombl e la persona di fiducia che, vestita con una lunga camicia bianca, risponde alle invocazioni che gli sono fatte in un dato momento. La credulit degli assistenti delle pi curiose. Alcuni mi hanno pure detto di avere visto il morto partecipare alla festa, in generale notturna, ma alcune volte anche di giorno , mangiare, danzare e poi ritirarsi cos come era arrivato. Lapparizione di Oro dello stesso tipo di quella che mi ha raccontato ed esiste solamente nei terreiros pi lontani". La descrizione di Manuel Querino ancora pi chiara: "durante la veglia della messa funebre danniversario, durante la notte, un africano medium che nella setta non esercitava altre funzioni... metteva per terra una bacinella dacqua e la foglia corrispondente al dio del morto, pronunciava alcuna parole cabalistiche, ripetute dalle persone presenti. Con un bastoncino batteva tre volte per terra, il che corrispondeva allinvocazione dello spirito. Rispondendo a quella chiamata il

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medium domandava se lo Spirito era stato chiamato dal Dio o disturbato da qualcheduno. Dopo la risposta, lo Spirito faceva le sue rivelazioni, dava consigli e suggerimenti e dettava degli ordini da compiere". Ma nessuno provava ad andare pi in la di queste osservazioni. Pertanto, anche uno studio circoscritto al mondo del Candombl, avrebbe dovuto mettere in evidenza limportanza degli Egun. Non esisteva forse nei terreiros pi antichi di fianco alla Casa degli Orish una "Casa dei morti"? Il pad di Esh non era forse allo stesso tempo un "pad dei morti"? Infatti ogni cerimonia incomincia obbligatoriamente con un saluto a Esh, il quale vuole il primo omaggio e, subito dopo, quello per gli antenati: Egun Aiy Ishibo run Nojuba r

Morti Mondo Forte ? cielo io mi inchino (verso) di voi Che la formula impiegata in Africa da Egun stesso, quando esce, avvolto nel suo perizoma, che saluta un Grande, un personaggio importante, toccando la terra con il suo caccia mosche: Ishibo Ayiea Nojuba R. Se, al momento della nascita, si consulta il babala per consultare l Ifa della nascita del bambino, la consultazione del babala non che uno degli obblighi matrimoniali. Non sufficiente allora che Ifa sia daccordo ma se pure gli antenati accettano il futuro matrimonio. In alcune sette, per quanto mi hanno detto, si portano delle offerte sulle tombe dei famigliari. In alcuni terreiros, i giorni in cui gli animali a quattro zampe sono stati sacrificati, si cantano, allinizio della festa, dei canti per i fondatori del candombl, il che fa si che il culto degli antenati passi dalla famiglia alla setta ed pur sempre lo stesso omaggio reso ai morti. Il Padre Brazil sostiene pure che, quando uno malato, deve fare un sacrificio ai morti. Noi stessi abbiamo visto, nel nostro primo capitolo (p.33), che liniziazione comprende un sacrificio agli Egun. Tutto questo e forse altro ancora, avrebbe dovuto portare gli etnografi ad interessarsi in modo pi approfondito agli Egun. Se non lo hanno fatto perch questa ricerca particolarmente difficile. Pi ci addentriamo nei nostri studi sulla gerarchia sacerdotale, in effetti, e pi ci scontriamo con la legge della segretezza. Il culto degli Egun A Bahia appartiene alla "Societ degli Egun" e questa societ, cos come in Africa, una "societ segreta". I casi sono due: o si interroga da fuori qualcuno dei suoi membri i quali, peraltro non daranno che pochissime informazioni e se ne scapperanno via, oppure si cerca di entrare nella societ e si diventa automaticamente soggetti alla stessa legge della segretezza. La morte la condanna di tutti coloro che violano i misteri degli Egun. Per cui abbiamo, per il momento, solo poche informazioni frammentarie; una descrizione di cerimonie pubbliche per le strade di Rio de Janeiro, le informazioni neppure tanto esatte fornite da P. Frikel e due descrizioni di ashsh con lapparizione di Egun. Anche se gli Egun, come vedremo tra poco, intervengono talvolta nell ashsh, non bisogna confondere queste cerimonie funebri con i riti di omaggio agli antenati. L ashsh ha per scopo lespulsione delle anime; la societ degli Egun ha, invece il compito di evocarle. In conclusione, le loro finalit sono opposte anzi che complementari. Ma questa societ ha pure altre funzioni? Le grandi feste agricole nei paesi yoruba, quelle delle semine cos come quelle delle consacrazioni dei primi raccolti si fanno sempre con delle invocazioni agli Egun. Sembra che questa prima funzione di benedizione dei campi da parte degli antenati e di offerte di primizie ai morti sia scomparsa a Bahia. La grande festa degli Egun og-mess, il nhanga o nibi egum anangua) in questultima citt, che una cerimonia privata, si verifica in effetti, in sincretismo con il cattolicesimo, il 2 Novembre, giorno dei morti.

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Una volta la societ degli Egun andava nella casa dove cerano dei morti o dei moribondi, esattamente come i diablitos a Cuba, ma anche quella funzione oggi scomparsa. Le cerimonie non possono svolgersi nelle dimore individuali ma solamente allinterno dei Candombl o nellisola di Itaparica. Quindi non rimangono che: levocazione dei morti nelle diverse circostanze e in vista di ben determinati scopi; il fissaggio degli Egun nei vasi che saranno deposti nell il-saim (cerimonia senza dubbio differente, ma parallela a quella del fissaggio degli Orish nelle pietre del pegi.

Levocazione dellanima del morto o della morte pu avere luogo nel corso dell ashsh, se si desidera conoscere le ultime volont del defunto o della defunta. Non in tutte le nazioni per. C un proverbio africano che dice: "Oy ha il culto Egun, Egba ha il culto oro". Non troveremo dunque delle apparizioni di Egun se non nelle cerimonie funebri delle sette che discendono dagli schiavi nag. I Igesha che temono i morti ancore di pi degli altri Neri, si guardano bene dal evocarli, al contrario, si affrettano ad allontanarli dal loro terreiro. Le sette gge o del dahomey ignorano anchesse questa evocazione nei loro ashsh e ancor pi che nel loro paese dorigine, anzi non hanno neppure delle societ Egoungun. A maggior ragione i terreiros bant. Questo perch nelle descrizioni delle cerimonie funebri Igesha, gge o angola di cui siamo in possesso, o quelle a cui abbiamo assistito, gli Egun non compaiono proprio. Appaiono invece a opo-Afomja; ma questo Candombl deve allora fare appello ad un sacerdote speciale, quello dell Isola di Itaparica, dove si trova il centro della societ degli Egun; i sacerdoti del santuario non possono eseguire il rituale. La cerimonia ha luogo allaria aperta, di notte, sotto i rami frondosi degli alberi e conclude l ashsh propriamente detto, cio avviene il 7 o l 8 giorno. Inizia con il pad di Esh, il saluto alla madre terra che le donne baciano e gli uomini toccano con la mano, seguono canti rivolti ai morti accompagnati dai tamburi. Gli uomini si recano quindi verso l il-saim, mentre le donne rimangono al loro posto, visto che a loro non permesso entrare nella casa dei morti. Terminati gli omaggi agli antenati, gli uomini ritornano al loro posto vicino alle donne e si sentono allora uscire dalla camera segreta delle urla stridenti, dei suoni rauchi e sono i morti che si svegliano dal loro sonno e che parlano. Poi gli Egun lasciano la casa, guidati dai sacerdoti; essi sono di due tipi: alcuni sono vestiti, materializzati e sono gli Egun gi "fatti", "fissati"; altri hanno la forma di una vaga nebulosa e sono i morti che non si sono ancora "addottrinati", secondo lespressione consacrata. Diamo qui di seguito il racconto di un testimone: Egli apparve sotto forma di una nebulosa, forse confondendosi con gli alberi; arrivato nel luogo dove avrebbe dovuto compiersi il sacrificio, diminu di altezza e volume fino a che non cadde sul pennuto indifeso e allora non si ud altro che il grido del gallo morente. Cos come era apparso scompar. Nessuno tocchi quel gallo. Questi morti a volte parlano, con delle voci in falsetto assai particolari. Le persone presenti in genere riconoscono queste voci: mio padre, dicono; il fratello di un tale. A loro si fanno delle domande o si chiedono degli ordini. Le grandi cerimonie di evocazione si fanno nell isola di Itaparica, dove ha sede la societ. Apparentemente li che si fa levocazione del settimo anno dopo la morte, o della persona scomparsa, prima di lasciare definitivamente la terra, perch dia le sue ultime raccomandazioni. Se, ad esempio, si tratta di una Ialorish, solo in quel momento che rivela il nome di colei che dovr succederle. La cerimonia descritta al Padre Frikel dai suoi informatori fa parte di quel grande rituale dell Isola dIaparica ed per questo che la trascriviamo qui di seguito poich la sola conosciuta a tuttoggi: Nella sala tutto pronto: da una parte le persone, laltro lato riservato agli Egun. Il babasal, cio colui che chiama e interpreta gli Egun, ha lincha, un bastone e lo deposita tra gli assistenti e gli Egun, affinch questi ultimi non lascino il loro posto. Allora lo Spirito appare. e lapparizione canta. Potete credermi, non un uomo vestito, io ho inteso la sua voce.

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Egli canta: Iod- ara Ol d Bab jossanjur (io sono arrivato popolo mio, ecc..) Si fa una anagua (una specie di carcassa dura) e dentro ci si mettono dellacqua e delle foglie (una vera arte!). Di fronte sono deposti dei piatti con del cibo. Durante tutto questo tempo si suonano i tamburi dei morti, come nellashsh, la festa dei morti. Chi suona i tamburi deve stare ben lontana dallanagua... Allora appare lo Spirito, parla, parla africano; cambia; un vento... Si danno dei cibi agli Egun." E Guajiru, linformatore, accompagna il suo racconto con il disegno che riportiamo:

Bisogna aggiungere che quegli Egun degli antenati che appaiono a Itaparica, vi appaiono sotto forma di bab (padri) che hanno dei nomo nag e delle vesti speciali. Frikel ci da alcuni di questi nomi: Ogni Egun ha un suo nome particolare, diciamo Eduardo; ma tutti hanno il nome di bab-padre, per esempio: bab qu-legb, bab ob-l, bab aloct. ecc. Questi bab sono in somma gli antenati di lignaggio scomparsi. Nei nostri carnet ne abbiamo annotati almeno 20 di questi padri, ma c n molti di pi, il loro nome legione. Quanto al costume pi o meno identico a quello degli Egun dAfrica, se ne pu vedere una fotografia nel Dei dAfrica di P. Verger (foto 158). Sono quindi i sacerdoti di questa societ che sono incaricati di fissare i morti nei vasi di terra o nei ferri che serviranno loro come ultima dimora. Questo fissaggio si fa come in Africa? Non ne sappiamo nulla. Ma i vasi esistono su dei basamenti nei buchi dell il-saim o in piena terra e si rende loro un culto, come agli Orish, si offrono loro degli alimenti e li si bagna con il sangue sacrificale. La societ degli Egun trascende quella dei Candombl. A me sembrato, in effetti, che i suoi membri appartengano a dei terreiros differenti e questo spiega senza dubbio, come degli elementi africani non-yoruba si siano infiltrati nel culto dei morti. Uno dei fantasmi pi spaventosi che appare loro durante le cerimonie , in effetti, di origine tapa: Gunoc. Gli informatori discutono molto su questo strano essere, per alcuni un Orish per altri un Egun; per Manuel Querino uno spirito della foresta, un fantasma che compare solamente una volta lanno, salvo invocazioni per un consulto urgente; e aggiunge: Appare solo di notte, tra un ciuffo di bamb, aumentando e diminuendo di grossezza e solamente agli uomini che lo ricevono vestiti in modo particolare. Forse laver adottato questo spirito tapa nella mitologia yoruba degli Egun viene da quanto raccontano presso i Nag dAfrica che un tempo gli uomini non morivano, diventavano sempre pi grandi fino ad una certa et, poi, invecchiando, si raggrinzivano diventando forzatamente cos piccoli che, per disperazione, domandavano agli dei la grazia di morire. In tutto il nord est la gente conosce un fantasma analogo di cui i fanciulli hanno paura e che si chiama grande-grande. Ha un suo ruolo nelle feste popolari del Bumba-meu-boi, dove rappresentato come una persona la cui testa ricoperta da una zucca, il corpo nascosto sotto un lungo abito; in piedi du dei trampoli nascosti durante la rappresentazione del Bue, mio bue, balla egli sale e scende dai trampoli gradatamente, fino ad appiattirsi per terra, con grande spavento della marmaglia accorsa per veder ballare il bue! Sar questa uninfluenza africana o forse sar esistito un simile mostro nella mitologia amerindia? Non sappiamo in ogni caso la funzione che ha Gunoc nella societ degli Egun. Lo spavento che egli provoca tale che la gente interrogata ha paura persino a pronunciarne il

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nome! In realt un nome tab, come quello di Shapanan, dio del vaiolo. Questo spiega, fra laltro, lerrore di uno degli informatori di P. Frikel quando dichiara: "Gunoc non compare pi, tornato in Africa! Semplicemente non si pronuncia il suo nome. Ma lui continua a vagare tra i bamb di Bahia. Coloro i quali sono incaricati di interpretare il ruolo di Gunoc o degli Egun, sono degli "iniziati" come loro dicono, alla societ, ma liniziazione di un tipo molto differente da quella che abbiamo precedentemente esaminato, quella delle yau. Non consiste nellapprendere un comportamento, ma un "segreto". Ecco perch il nome di massoneria cos spesso usato quando tra uomini si parla di Egun o di Oro, liniziazione si riconduce ad un sapere esoterico. Tutti quelli che hanno potuto rispondere alle domande poste dai capi saranno ormai oge o babaoge, babaloge se si aggiunge, in segno di rispetto, per salutarli lepiteto di baba, padre. Si trova anche lespressione orioge, ma non posso dire se si applica anche allinsieme dei membri della societ o se valida solo per quelli che occupano le posizioni pi elevate. Dato che questa societ una societ gerarchizzata, ma non garantiamo che la lista che stiamo per darvi segua esattamente la gerarchia, ne che sia assolutamente completa. Grosso modo possiamo distinguere due gruppi di attori, quelli che interpretano il ruolo degli Egun, che incarnano i morti sia sotto forma di apparizioni che di voci (in special modo ventriloqui) sia quelli che, pi importanti, dirigono e controllano la folla degli spettri. Arthur Ramos, in unopera giovanile, da limpressione di voler parlare del comportamento di certi sacerdoti del primo gruppo, quando scrive: Efun-ecut e Ech-abicu sono rispettivamente la rappresentazione maschile e femminile delle forze ignote (della genesi) di cui il babala (feticista) si slancia nelle sue pratiche magiche." Anche se noi lasciamo da parte le identificazioni sbagliate del testo, del babala e dell orioge, del babala e del feticista, delle forze sconosciute e delle forze della genesi, da nessunaltra parte ritroveremo i termini di egun-ecut e ech-abicu e A. Ramos se ne ben reso conto, poich, nei suoi scritti posteriori non ha mai pi fatto cenno a queste sue affermazioni e ne ha ritrovato il vero senso in una delle sue ultime opere: quando tutti i figli di una donna muoiono in tenera et, il primo chiamato abicu e si dice che sia lui che si porta via gli altri, che li "mangia". Come si vede, siamo molto lontani dalla societ degli Egun. Il capo della societ, che risiede nellIle dItaparica, affinch i morti escano pi facilmente dallacqua- la psicanalisi ci ha familiarizzato con questo legame della nascita (o rinascita) con lacqua, del mare con lisola- si chiama alaba, o pi esattamente alagba. Egli ha in mano un bastone ed incaricato di evocare i morti; quando poi questi sono presenti lui che li dirige nella loro marcia claudicante e impedisce loro di mescolarsi con i vivi che possano assistere alla cerimonia. In conclusione il bastone la punta calamitata che attira i morti, li fa dirigersi esattamente dove vuole l alagba, li guida, poich un morto non vede pi, lo strumento di divisione tra due mondi, la sbarra che separa due domini, la frontiera mobile tra gli spettri e i presenti. Egli pure accompagnato dallalafi o atafim (sembra che la prima espressione sia la pi giusta) che Joao do Rio chiama il confidente dell alagba. La sua funzione rimane oscura. Forse il guardiano della porta dell il-saim, in un certo modo il portiere dei morti. Il termine "confidente" suggerisce, tuttavia, che egli abbia anche un altro compito. I morti parlano la lingua africana ed in questa lingua che essi danno ordini o consigli, quindi indispensabile la presenza di un traduttore per spiegare in buon portoghese il significato di quegli ordini e suggerimenti. Se questo non un compito dellalagba, come succede in Africa, dove lalagba traduce la voce degli Egun, potrebbe ben essere uno dei compiti del nostro alafi, ma solo unipotesi. Lalagba seguito dallamusham e dal ala-te-orum, il primo porta una frusta e il secondo un piatto. Jaques Raymundo, nel suo dizionario di termini afro-brasiliani, da una buona definizione del primo sacerdote che pu servirci come punto di partenza: personaggio del culto di Egungun che ha lincarico di badare alla frusta sacra o ish. Del amusham colui che tiene o

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utilizza lish (o ishan) la frusta a strisce bianche. Il sacerdote in questione si serve di questa frusta come l alagba del suo bastone, per condurre l Egun, ma, anche prima della sua apparizione, per farlo ritornare sulla terra, percotendola con l ish. Non si tratta, alloccorrenza, di uno strumento musicale, di una di quelle bacchette che servono a battere il ritmo dei canti con dei colpi sordi e distanziati, ma si tratta di un vero e proprio strumento dinvocazione. Fernando Ortiz, che descrive a lungo lish utilizzato dalle societ segrete di Cuba, lo paragona al chachard o chachar del Brasile, composto, in effetti, come lish da vari bastoncini legati insieme e che linsegna di Nanan Buruku cos come di Babaluay-Omol. Questa somiglianza di forma non deve per indurci in errore, anche se il legame di Nanan con la morte reale. Nanan danza tenendo il suo chachar tra le braccia cullandolo, con le mani tremanti di vecchia; il chachar non che il simbolo del piccolo Babaluay, appena nato e che sua madre, Nanan, cerca di addormentare. Oneida Alvarenga osserva che i chachar sono della stessa famiglia dei pashoro o balais e si tratta proprio del vero significato del chachar, ossia limmagine di una scopa con cui Omol raccoglie gli uomini come foglie morte; limmagine dellepidemia che si espande su una regione, distruggendo tutto al suo passaggio. L ish invece fa risalire i morti dalle profondit della terra per venire a parlare, per un momento, con i vivi. In quanto al secondo dei nostri due personaggi, lala-te-orum, etimologicamente sembra indicare un Egun mascherato, lalua che rappresenta lanima e le ultime sillabe di questo titolo ci ricordano l otoroun, che in Africa la mascherata, o il bosco dove si fa la mascherata dei morti. Non sappiamo che cosa rappresenti il piatto che egli porta, Joo do Rio che il solo a citare il nome di questo sacerdote, non ci da delle informazioni pi approfondite: si tratta forse di un piatto di cibo in offerta agli Egun o piuttosto la mezza zucca posata su una ciotola piena dacqua, che uno strumento musicale dell ashsh e che abbiamo studiato nel descrivere limmagine del mondo? Sappiamo infatti che in certe societ segrete esiste un sacerdote che cammina davanti alla processione rituale portando una mezza zucca su di un piatto, percotendola con un bastoncino per ritmare con la musica il suo passo. I due personaggi di cui adesso parleremo compaiono solo in un secondo tempo e nella seconda parte delle cerimonie della societ: Yans e Erusaim. A Rio de Janeiro questa Yans chiamata, o stata in altri tempi chiamata, Egunin-Yans; a Cuba detta Moru Yuans. Come abbiamo visto gli Orish temono la morte meno Yans perch lei lha vinta. E non importa quale Yans. Ritroveremo a proposito di questa dea quello che abbiamo gi segnalato per Oshum, come apetev del babala. Un informatore ci segnala che ci sono 17 Yans e che una solamente la regina dei cimiteri, ma non ha voluto, o potuto, per via del segreto che circonda i morti, darci il nome esatto di questa Yans. Anche se si tratta di una dea, il personaggio che interpreta il suo ruolo nella societ degli Egun, un uomo, il cui ruolo quello di danzare al suono dei tamburi speciali della confraternita. Quanto alleruo-saim, la sua caratteristica quella di portare due maschere, una davanti alla faccia e laltra dietro, come una specie di Giano africano. Anche lui un danzatore per cui lo abbiniamo al precedente. Sono questi due sacerdoti gli incaricati della parte coreografica delle cerimonie segrete. Quando coloro che recano i bastoni sono chiamati nelle ashsh per controllare lapparizione dei morti, ne la Yans, ne leruo-saim prendono parte alle cerimonie esclusivamente funebri. IV - I Quattro Scompartimenti del Cosmo La contrapposizione dei quattro sacerdoti fino a qui studiata non che la conseguenza della quadruple divisione delluniverso. C da domandarsi se queste divisioni sono stagne, se niente ci permette di passare dalluna allaltra, di farle partecipare o, per lo meno far si che si riflettano lun laltra. Per il momento la contrapposizione dei sacerdoti segna la contrapposizione, la rottura. E che contrapposizione! Il culto degli Orish non certo praticato in maggior parte dalle donne, ma le figlie degli dei sono assai pi numerose degli uomini e possono arrivare ai pi alti livelli nelle gerarchie sacerdotali dei Candombl; le sette pi tradizionali sono dirette, come abbiamo detto, dalle Ialorish e non dai babalorish. Al contrario, il culto di Ifa, quello di Ossain e quello degli Egun sono dei culti praticati dagli uomini; se per una donna possibile, in certe circostanze, consultare il destino, sar solo per mezzo delle conchiglie e non con l opel se Yans interviene con la sua danza tra i fantasmi

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dei morti, il personaggio interpretato da un uomo travestito. Questa divisione sessuale del lavoro religioso il riflesso della divisione in due del mondo, quello degli dei e quello della creazione. Questa prima differenziazione si complica ancora con una seconda: il babala, lOlosaim e gli Oge non possono cadere in transe; ne Ifa, ne Ossain ne gli Egun discendono, anche se hanno i loro cantici e, a volte, le loro danze, essi non possiedono cavalli da montare. Questo prova che gli Orish abitano al di fuori del mondo della creazione e trascendono la natura e la societ, poich possono visitarci solo attraverso lincarnazione; la parola discesa che definisce la transe, caratteristica di questa trascendenza. Certamente anche gli dei intervengono per mezzo delle noci di kola, ma non "discendono", "parlano". Mentre le yau interpretano il ruolo di divinit, il babala legge e traduce le parole. Questultima differenza quella che distingue gli Egun dagli Orish. La gente di Bahia dice dei primi che sono delle apparizioni e dei secondi delle "manifestazioni". Questa tutta la differenza tra la transe e la maschera. Nella possessione divina il volto che diviene maschera, che si contrae in espressioni dure per rappresentare Ogun il guerriero, in orgoglio regale, per Shang, in atteggiamenti voluttuosi e sensuali per rappresentare Oshum. Nel caso dei morti il corpo nascosto tra le pieghe delle ampie vesti, c la proibizione, sotto pena di morte, di indovinare il volto, di toccare lEgun; gli antenati sono delle maschere e la societ segreta e il primo teatro nero del Brasile. Si potrebbe obiettare, visto il caso di Omol, che quando una ragazza posseduta da questa divinit, si mette sulla testa un cappuccio di paglia che impedisce di vederle la faccia; ma perch il suo volto tutto coperto di pustole, mangiato dalla lebbra e non certamente gradevole da mostrare alle persone. Tuttavia, sotto il suo cappuccio, la figlia di Omol in transe, mentre che, sotto il suo travestimento, colui che ha la parte dellEgun non lo . Egli senza dubbio il morto resuscitato ma non posseduto. In conclusione: I sacerdoti del Candombl incarnano gli Orish I sacerdoti di Ifa ascoltano le parole degli Orish I sacerdoti di Ossain raccolgono le foglie degli Orish; e quelli degli Egun rappresentano larmata dei morti.

O ancora: i babala sono i sacerdoti degli uomini, in quanto individui e delle collettivit sociali, in veste di legami di uomini; gli olosaim sono i sacerdoti della natura viva- e se questo termine vivente non cos importante, saremmo tentati di dire che la differenza tra questi due sacerdoti equivale a quella che esiste tra le cose e le persone (res et personae); gli oge sono i sacerdoti dei morti; i babalorish o le Ialorish degli dei. Una certa sociologia nega la personalit dei cosiddetti primitivi nella societ; insiste sullomogeneit delle credenze e dei sentimenti, sul conformismo dei gesti e delle attitudini, sulle similitudini psichiche, come se le rappresentazioni collettive non si diversificassero, non assumessero toni differenti secondo le persone che le vivono. E la divisione del lavoro sociale che libera non lindividuo, ma lindividualismo che tuttaltra cosa. Tutti gli etnografi che hanno vissuto in mezzo alle trib le pi primitive sono daccordo nel riconoscere che i loro membri sanno distinguere le idiosincrasie personali. Potremmo anche andare oltre ed evidenziare un po dappertutto, una prima filosofia dellindividuazione, una filosofia che arriverebbe fino a rapportarsi alle questioni del Medio Evo, sulla decisione costante di sapere se il principio dellindividuazione lo spirito o la materia, il riflesso delle differenze mitiche o, come dice M. Leenhardt a proposito dei Caiachi della Nuova Caledonia, il fatto di avere un corpo. Se vogliamo scoprire il concetto afro-brasiliano della persona umana, a un babala a cui dobbiamo rivolgerci, poich lui il sacerdote degli individui, della persona umana in quanto persona. E risaputo che in Africa, quando nasce un bambino, si fa il suo odu con due noci di kola. Ma soltanto nellet adulta prender il suo Ifa personale, poich "gli Anziani ci hanno insegnato che un individuo che non possiede il suo Fa un essere incompleto". Orbene, questo Ifa non

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altro che un odu che stato tracciato sulla terra, terra che stata precedentemente messa in un piccolo sacco bianco o in una zucca, e che, al momento della morte sar distrutto, ereditato o sotterrato insieme al defunto. Quell odu, di cui il babala ha probabilmente spiegato il significato al consultante, i sacrifici che ordina di fare, i tab che egli dovr rispettare, i proverbi che dovranno guidare le azioni di chi lo possiede, costituiscono in qualche modo, in riassunto, il destino della persona. E poich tutti gli individui hanno il loro odu, ma che linsieme di questi odu forma, comunque, una lista chiusa, si comprende, alla fine, perch ogni persona sia differente, ma queste differenze non sono illimitate e che esiste una possibile classificazione di caratteri. Tutta una psicologia sistematica e in embrione nel culto di Ifa. Ma in Brasile, per lo meno adesso, sembra che non si prenda il proprio Ifa. Abbiamo limpressione che, se Martiniano andato in Africa a farsi iniziare, questo non consisteva tanto nellinterrogare i sacerdoti di laggi sulla vita degli dei, ma a farsi fare il suo Ifa personale, al fine di poter diventare babala a Bahia, visto che non aveva trovato nessuno capace di farlo nella sua citt natale. Se quello che si chiama "il grande gioco" in Nigeria scomparso in Brasile, ne restano, pur tuttavia, delle tracce che lo sottintendono. E prima di tutto lidea dellheleda cio langelo custode. Denett ha fatto notare molto chiaramente che leleda o heleda non un dio, ma l Ifa personale di ognuno e Trautmann definisce il Fa personale "il nume tutelare", "il protettore" dellindividuo. Gi allora gli Africani cristianizzati lo identificavano con langelo custode che veglia su ciascuno di noi. Questo concetto dellheleda esiste tra i nostri Afro-Brasiliani. Il Padre Brazil non lo confonde con lOrish che risiede nel nostro essere ma sta, egli dice, tra gli dei e gli uomini, occupando una posizione personale, quello da cui si ricevuto il nome al momento delliniziazione. Le sette pi tradizionali non fanno, invece, questa confusione, una realt sui generis. In secondo luogo, se ladulto non prende il suo Ifa, rimasta labitudine, al momento della nascita, da parte dei genitori, di consultare il babala; l odu che ne risulta in quel momento, non solo decide il nome dellOrish al quale apparterr il bambino, ma da pure un certo numero di indicazioni sul futuro destino dellinfante. Infine e soprattutto, tutti i miei informatori sono daccordo nel dirmi che ogni persona ha il suo Esh. Questo grande gioco degli Yoruba non consiste soltanto nel fare il proprio Ifa, ma in pi a far fare dal babala lEsh personale. Un Esh di terra bagnata con olio di mandorle che verr messa in un buco, davanti alla casa e che protegger, da l in poi, il suo possessore. Alla sua morte sar desacralizzato versandogli sopra degli alimenti tab, il che gli toglier tutte le sue forze, di modo che non potr servire per nessun altro. Abbiamo quindi la testimonianza che, al di fuori delle consultazioni di Ifa, alcuni africani di Bahia, chiedono ei loro sacerdoti di fiducia di fare loro un Esh di terra, per sotterrarlo nella loro casa e riceverne protezione. Anche se il nostro Esh non si materializza in un Esh di argilla, bagnato di erbe e di sangue, tuttavia ognuno ha un Esh un nume tutelare, come direbbe Trautmann. Potremmo aggiungere che, il passaggio dellIfa personale a un Esh personale, il riflesso di un altro fenomeno di cui abbiamo gi trattato: la sostituzione progressiva della divinazione per mezzo dell opel a quella con il dilogun, il cambiamento che sta avvenendo nel mondo dei babala di Bahia; cio quello della supremazia delle conchiglie sulla collana delle noci di kola, sostituendo alle parole di Ifa, le parole di Esh. Il principio di individuazione assume cos una forma leggermente diversa. Ma prima di studiare questa forma, dobbiamo fare un richiamo preliminare e cio che se il babala obbligatoriamente un uomo, anche le donne possono consultarlo cos come gli uomini quando lancia le conchiglie. Qui notiamo una straordinaria eccezione alla regola dei Candombl. La iyabass non pu cucinare per gli dei se sta avendo le mestruazioni; neppure la yau potr essere posseduta se si trova nelle medesime condizioni e, se una donna con le mestruazioni entra nel santuario durante una festa, anche i tamburi stonano; infine, le iniziate non raggiungeranno, generalmente, il grado supremo di Ialorish, che, secondo lespressione popolare, quando "saranno diventate uomini", cio dopo la menopausa. Al contrario, qui, una donna pu consultare il babala in qualsiasi momento e in qualsiasi giorno, i suoi giorni critici non sono un impedimento. Il principio dellindividuazione non pu essere espresso in forma migliore che con la sua contrapposizione con il principio dellincarnazione il dominio della personalit contro

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quello degli Orish o, in altri termini, il sangue mestruale pu costituire un ostacolo pericoloso per la persona che lo sta vivendo, per esempio: nelle sue relazioni con gli dei, ma ci non vuole dire che la persona non rimanga una persona; un momento di disturbo transitorio per lindividuo e non per lindividualit. In ogni giorno della propria vita si pu consultare il babala. L odu che ne risulta ha un suo significato: o definisce la malattia che vi affligge, oppure la morte che vi gira attorno, un nemico in agguato, un tradimento, le povert, oppure, al contrario, la felicit, la ricchezza lavverarsi dei desideri pi cari e questo fa si che lesistenza non sia altro che un susseguirsi di eventi sia fausti che infausti nel corso delle giornate che si susseguono durante lanno. In una certa misura si pu sviare il destino facendo i sacrifici raccomandati; ma il mito di Oshal di cui abbiamo parlato a proposito della festa dapertura dellanno religioso, ci dimostra che il destino ci lascia ben poco margine: Oshal evita la morte ma non pu evitare di avere tutte le ossa rotte e di passare sette anni a gemere in una prigione. Se nello stesso giorno diverse persone consultano il babala, gli odu emessi saranno differenti per ciascuna persona, poich ognuno ha la sua propria vita che non si confonde con quella dei suoi vicini. Diremo quindi che quello che costituisce il principio dellindividuazione in questa filosofia afro-bahianese la storia dellindividuo e che la societ non fatta daltro che dalla giustapposizione di queste storie che si avviluppano, si comunicano ma restano pur sempre autonome. E una trama in cui corrono mille fili ma ognuno di questi fili ha un colore differente. Tuttavia, se lindividuo soprattutto una storia una storia che pu essere definita. Ed proprio il compito del babala dare questa definizione attraverso la lettura delle conchiglie. Tutti gli avvenimenti possibili si riducono in un certo numero di casi tipo, sia di concetti, incidenti, malattia, soldi ecc. che individualizzano la persona umana, e sono le variazioni di tutte le possibili combinazioni dei concetti classificatori tra di loro. Le combinazioni cambiano poich ogni uomo ha la sua storia, o meglio: la sua storia, ma queste combinazioni non sono altro che le combinazioni di certi tipi di avvenimenti, caratterizzati dai nomi delle conchiglie cadute sulle loro facce aperte e quelle cadute sulle loro facce chiuse. Ogni mano gettata , allo stesso tempo, la parola di un dio. A volte Ogun che parla, a volte Shang, a volte Oshossi e questo fa si che ogni avvenimento che possa sopraggiungere nellesistenza particolare legato, dalla combinazione o nella combinazione ad un determinato Orish . Per esempio, se quattro conchiglie cadono sulle loro facce aperte e dodici sulle loro facce chiuse, Shang che parla e questo significa povert e disastro. Se dieci cadono sulle loro facce aperte e sei sulle loro facce chiuse, Yans che parla e significa che lo spirito di un Egun perseguita la persona viva, cercando di trascinarlo nella tomba E come se tutto quello che avviene fosse distribuito tra le divinit, come se ognuna di loro avesse in comune uno dei concetti di classificazione le cui combinazioni costituiscono le differenti particolari esistenze. Questa per noi la conclusione: c un primo dominio del cosmo, quello composto dagli uomini, il dominio che proviene dal babala ogni uomo si differenzia dagli altri per il susseguirsi di eventi che gli capitano, per il suo "destino"; il principio dellindividuazione la storia della persona, questa storia non mai una combinazione di "parole" significative, pronunziate dagli dei, questo poich non mai irrazionale, si pu sempre definire per mezzo delle conchiglie. Gli dei divengono in tal modo il "principio di classificazione" degli avvenimenti. Ognuno governa un "avvenimento-tipo". Ad una conclusione analoga arriveremo studiando la natura. Gli Orish ci appariranno cos come un principio di classificazione del reale. Ossain il dio della boscaglia e qui, immediatamente, troviamo la separazione tra il primo dominio, quello sul quale regna il babala, e il secondo dominio che riguarda l Olosaim. Allorquando appare luomo per addomesticare la natura, cambiare la foresta in campi coltivati, tracciare le strade di una citt, Ossain non pi l. Egli non vive nella terra coltivata, ne nelle case, labbiamo detto: le piante raccolte nelle corti delle dimore cittadine o comprate in erboristeria, non hanno alcun valore. Il regno di Ossain comincia dove finisce quello delluomo. Ed per questo che luomo che vi si avventura deve prendere delle precauzioni, obbedire a prestabiliti rituali e deporre sul suolo unofferta appropriata.

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Ma se Ossain il "signore delle erbe" a lui e a lui solamente che si deve chiedere il permesso di raccoglierle, a lui si deve fare il pagamento sia con un po di tabacco o con delle monetine; ognuna di quelle foglie appartiene allo stesso tempo a un determinato Orish. C un mito a Cuba, forse se ne trova traccia pure in Brasile ma nessuno ce ne ha mai parlato a Bahia, che spiega questa doppia appartenenza. Ci permetteremo di parlarne poich, anche se stato ignorato dai Neri brasiliani, spiega tuttavia, in modo mirabile, la concezione che i Neri hanno delle piante: "Una volta terminata la creazione, il Padre Eterno, prima di ritirarsi in cielo, divise luniverso tra i suoi figli; ognuno ricevette dalle sue mani, oppure ottenne per conto proprio, per meriti riconosciuti, ci che ancor oggi gli appartiene: Olokun ottenne il mare, Aggayu le savane, Ok le montagne.ecc. Ossain ricevette il segreto delle erbe, la conoscenza delle loro virt. Le erbe erano esclusivamente sue e non le dava a nessuno, finch un giorno in cui Shang si lamentava con sua moglie Oya, sovrana dei venti, che Ossain era la sola a conoscere il mistero di ogni erba e che gli altri Orish al mondo non ne avevano neppure una, Oya apr le falde del suo vestito e le agit impetuosamente facendole roteare tanto che di l a poco si lev un fortissimo vento. Ossain conservava i segreti delle sue erbe in una zucca appesa ad un albero; vedendo che il vento laveva aperta facendo volare via le erbe, incominci a cantare: E egguero, egguero, su reo, ma non le fu possibile impedire che tutti gli Orish se ne impossessassero e se le dividessero. Cos essi diedero dei nomi alle erbe e una virt a ciascuna di quelle di cui erano entrati in possesso. In conclusione, anche se Ossain la sola signora delle erbe , ogni dio, sulla montagna ha le sue." Il compito degli Orish quindi quello di stabilire, nel caos della natura selvaggia, una classificazione delle piante che ne permette un uso razionale da parte dellOlosaim. Questa classificazione sar logicamente ben diversa da quella di un Linneo, ma comunque un saggio di interpretazione del mondo vegetale. Obbedisce a differenti regole, ma sempre regole. Due sono gli usi di queste foglie da distinguere: per esempio luso religioso del lavaggio della testa delle yau e quello medicinale. Nel primo caso la regola simbolica, nel secondo la regola applicata. Le erbe sono collegate a questa o quella divinit secondo le analogie che ci possono essere con essa. Per esempio, dato che il colore di Oshal il bianco, il tapete de Oshal le cui foglie sono contornate da una specie di borra bianca e il cotone perch dai suoi semi esplode un soffice candido ciuffo, sono consacrati a Oshal. La foglia di fuoco che ha una gradazione rossastra e il papavero dal fiore rosso, ma solamente quello, sono attribuiti a Shang e a Yans, poich il colore di queste due divinit il rosso. C anche un rapporto tra il colore delle vesti, quello delle perle della collana e quello delle erbe di ogni divinit. A volte la forma piuttosto che il colore ad essere presa in considerazione; per esempio la spada di Ogun ha la forma di un coltello e Ogun il dio del ferro, il re della guerra, il protettore degli assassini; la cazadinha presenta sulle sue fogli delle specie di rigonfiamenti, come delle verruche che le danno laspetto delle pustole che ricoprono il corpo di Omol, il dio del vaiolo. E, se lortica pure attribuita a questo dio, dipende dal fatto che, se toccata, provoca alla pelle delle irritazioni e dei pruriti come si verifica nel caso di dermatosi. Gli occhi di S. Lucia sono di Yemanj perch, tra il verde dei campi, sembrano dei piccoli laghi marini in cui si specchia lazzurro del cielo. In altri casi sono i profumi la cosa determinante, poich si pu cos catalogarli secondo il loro tipo (quelli che risanano latmosfera, quelli forti o quelli voluttuosi) e attribuirli al carattere delle divinit (divinit della purificazione Oshal-) della lotta (Ogun) o della sensualit (Oshum). Bisogna distinguere luso religioso delle piante da quello medicinale perch non hanno assolutamente nulla in comune. Ad esempio: il rosmarino appartiene a Oshal per via del suo profumo purificante e non per le sue propriet terapeutiche, non c alcun legame tra la tosse, guarita dallinfuso di rosmarino e il dio del cielo. Se la spada di Ogun abbinata al dio della

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guerra per via della sua forma lanceolata e non perch sia diuretica. E per questo che le elaborazioni degli erboristi non possono servirci per entrare nel mondo della mente degli addetti del Candombl. Gli Olosaim non sono unicamente chiamati per preparare i bagni delle yau, ma anche per guarire i malati. Ci deve quindi essere una classificazione medicinale delle erbe, ma, come vedremo, anchessa obbedisce a ben altre cure di quelle degli erboristi. Gli Orish sono legati alle diverse parti del corpo umano, cos come esiste una geografia mistica dello spazio, esiste pure unanatomia mistica. E questa anatomia risponde alla legge delle corrispondenze: il microcosmo che riflette il macrocosmo. Esh il guardiano della porta, sorveglia le aperture, lo si mette sulla soglia della porta; egli sta quindi a presidio di tutte le malattie della via orale, cos come di tutte le altre aperture del corpo. Cos egli abbinato alla carrapateira i cui grani servono a comporre dei rosari destinati a far sparire il gozzo o il cui infuso impiegato contro le infiammazioni dei gangli del collo. O, ancora, il carur che considerato un emolliente e lassativo. Shang la divinit del fuoco per cui punisce i suoi detrattori con la febbre e le sue foglie saranno quelle che calmano la febbre, esempio: folha de fogo (betis cheirosa). Oshal, in quanto volta celeste che sovrasta il mondo e come divinit suprema, presiede alla testa degli uomini; cos per lui ci saranno le erbe che combattono le cefalee o le altre malattie della testa: il rosmarino e il basilico. Omol corrisponde alla pelle e punisce tutti i suoi detrattori colpendoli con malattie della pelle, della carne superficiale, come dermatosi, risipola, vaiolo o lebbra. Di conseguenza ci saranno delle malattie che spesso si manifestano con vomiti e disturbi di stomaco. O ancora come le eruzioni cutanee che, per il popolo, sono manifestazione di cattivo sangue che vuole uscire e cos ci saranno, sotto la giurisdizione di Omol le diverse piante depurative come il velame. Yemanj e Oshum, in quanto divinit umide, controllano il ventre e, lultima, anche il basso ventre; esse puniscono sia mandando delle coliche, sia attaccando le parti genitali; esse quindi governeranno per queste stesse ragioni, e soprattutto Oshum, le erbe antisettiche e disinfiammanti come il malme-quer. Le virt medicinali delle piante selvatiche non sono quindi sconosciute e, qui, larte dell Olosaim si unisce a quella dellerborista, o dei guaritori bianchi e meticci che abbondano nel sertao Brasiliano troppo esteso e troppo poco popolato perch un medico possa introdurvisi. Ma, mentre i guaritori o lerborista si interessano unicamente a queste propriet terapeutiche, lolosaim ne da una spiegazione facendone elemento della teoria degli Orish, includendola subito in un sistema di classificazioni e corrispondenze tra una divinit e una parte del corpo umano e tra questa parte del corpo umano e la pianta salvatrice e, infine, tra la pianta e il suo Orish corrispondente. In tal modo il cerchio si chiude, cerchio che si pu percorrere in due sensi: dalla pianta allOrish che quello della messa a punto dentro il sistema e quello dallOrish alla pianta che quello della genesi della sua virt medicinale. Poich il dio colpisce e guarisce nella parte del corpo umano che gli appartiene, egli lonnipotente, pu, se non lo si onora, scatenare la sua collera, ma, se ci si pente, lui offre la foglia che cicatrizzer la carne che lui ha martirizzato. Come si vede, il mondo degli uomini e il mondo della boscaglia costituiscono due mondi differenti, ma sia luno che laltro sono legati al mondo delle divinit. Ci sono dei legami tra gli avvenimenti accaduti o le piante selvagge e gli Orish che sono nel cielo. Questi ultimi costituiscono il principio della classificazione, che racchiude tutto il reale nelle sue trame attraverso una concezione di appartenenze. Questo gioco di riflessi non ha nulla di sorprendente poich il cielo e la terra sono due mezze zucche e che quella che sta sotto simmetrica a quella sopra. Per contro, il regno dei morti totalmente differente; come abbiamo visto essi vivono dentro quellacqua che circonda i bordi delle due mezze zucche, nel punto esatto dove queste combaciano. Se invece di partire dallimmagine concreta del mondo partiamo dalla sua immagine parlata, cio dallincrocio fatto dai quattro odu, descritti nel capitolo precedente arriviamo alla stessa conclusione. Il braccio in basso come il riflesso di quello in alto nella tranquilla superficie dellacqua, ma la linea verticale taglia quella orizzontale in due met antagoniste, quella del giorno e quella dellombra. Qui non c pi limmagine capovolta, ci sono le direzioni di due sensi contrari. Mi si obietter forse che la morte figura tra gli odu, ma non bisogna confondere la morte che un avvenimento, con i morti, che sono degli esseri, disincarnati senza dubbio, ma pur tuttavia

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degli esseri loro stessi. In questo modo, il legame tra il nostro terzo dominio, quello del babaloge e gli altri si realizza solo per mezzo dellintervento di Yans. Questo legame va considerato come un legame di lotta: Yans combatte contro Egun ed lei che ne esce vittoriosa e cos la supremazia degli Orish sullinsieme del cosmo, rimane assicurata, malgrado leterogeneit degli scompartimenti tra i quali frastagliata. Gli Orish sono in Africa degli dei che formano un clan; essi sono considerati come degli antenati che vissero un tempo sulla terra e che sono stati divinizzati dopo morti. Allo stesso tempo essi sono delle forze della natura, che fanno cadere la pioggia, o che regnano sulle acque dolci, o che rappresentano unattivit sociologica ben determinata: la caccia, la metallurgia, ecc. il che fa che non siano adorati solo dai loro discendenti, membri del clan, ma anche da tutti quelli che necessitano del loro appoggio, i contadini che desiderano un buon raccolto, i pescatori, o i fabbri. Questi due caratteri non sono contradditori. Possiamo immaginare, seguendo, ad esempio, il pensiero di un Mauss, che la societ primitiva fosse stata composta da un certo numero di clan e che ognuno di questi avesse avuto una funzione rituale ben precisata, portata avanti nellinteresse generale, cio quello dellinsieme della trib. Un clan incaricato dei rituali per ottenere la pioggia, un altro per i riti della fecondit animale, un altro per calmare le acque del mare E questo spiegherebbe come e perch questi mitici antenati dei diversi clan, dopo essere stati i tenutari delle magie per domare le forze della natura, sono diventati essi stessi i simboli di queste forze. La religione entrerebbe nel cerchio della legge del cambio e contro cambio, risiederebbe dentro questa complementariet di servizi, che fonderebbe lunit delletnia sulla divisione del lavoro religioso. Inoltre, seguendo sempre linterpretazione del pensiero di Mauss e adesso anche di Durkheim, lorganizzazione della societ come clan modellata dallorganizzazione del cosmo, ogni clan sarebbe non solo legato ad un rituale apposito, di cui il padrone, a condizione che lutilizzi a beneficio di tutta la comunit, ma anche a tutta una serie di colori, piante, animali, una direzione dello spazio, una stagione dellanno... La struttura sociale che fornisce il primo modello della struttura del cosmo. Tuttavia, come gi abbiamo scritto nella prefazione, non vogliamo porci i problemi della genesi, ma, daltra parte, niente ci impedisce di supporre che il sociale venga prima del misticismo. La distribuzione delle cose tra i clan precede o no la distribuzione dei clan tra gli dei? Notiamo bene che c un sistema strutturale dove sono coinvolti sia i gruppi umani che i gruppi cosmici, non possiamo indovinare se sia stata la metafisica o la sociologia a servire da principio iniziale per questa classificazione: se sono le cose che entrano nella classificazione sociale, o se il sociale ad entrare nella classificazione delle cose. In ogni caso, quando passiamo dallAfrica al Brasile, i clan africani spariscono, nella confusione delle mescolanze etniche, nel caos delle relazioni sessuali. La schiavit ha distrutto la societ tribale, il regime delle grandi piantagioni ha mescolato razze e clan. Gli Orish conservano ancora il loro mito di antenati divinizzati ma non sono pi gli dei dei clan, sono gli dei delle confraternite religiose specializzate. Perdono quindi le loro caratteristiche di capi di lignaggio, ma sembrano ormai solamente delle personificazioni delluragano, della guerra, del vento, dellarcobaleno ecc. Diverse forze della natura ma, ed quello che li distingue dalle piante di Ossain, ci che ne fa un compartimento a parte del cosmo, se essi comandano alle forze della natura, le dirigono dallalto, dal cielo dove essi risiedono, dove formano la corte reale. Se i legami fra gli Orish e i clan si sono sciolti, per contro i legami fra questi stessi Orish e i colori, le stagioni, gli animali, ecc. continuano. Anche se accettiamo lipotesi di Mauss e Durkheim sullorigine sociale delle prime classificazioni dei concetti, invece di porre il sociale in una classificazione anteriore, il fatto questo: in Brasile la classificazione non ha pi un carattere sociologico ma puramente religiosa. Non dobbiamo quindi preoccuparci di fare delle ipotesi che non ci sarebbero di alcun aiuto, ne a tentare di risolvere il problema, insolubile, della genesi. Il nostro compito solo quello di analizzare il sistema degli Orish in quanto sistema di classificazione delle cose. Ogni dio legato a un certo colore, a certi metalli, animali o fenomeni meteorologici, cos come a certi avvenimenti o a certe piante , a certi spazi (il mare,la foresta), a certi tempi (questo o quel giorno della settimana). Senza dubbio non le conosciamo tutte queste connessioni ma, a forza di penetrare sempre pi intimamente nel mondo dei miti e delle leggende, potremo osservare meglio i comportamenti e le attitudini dei membri del Candombl e ci si presenter il

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caso di trovare altre complicazioni o di incrementare il numero dei legami gi noti. Anche se non possiamo affermare che il nostro schema sia fino a questo punto completo, lo consideriamo sufficientemente ampio per mettere ben in luce il carattere classificatorio degli Orish. Schema di Corrispondenze e Classificazioni Dominio natura della Dominio della societ o delle relazioni umane

Orish

Colore

Metallo

Animale

Oshal Esh Ogun Omol

Bianco Rosso e nero Blu Nero e bianco Rosso oppure rosso Idem Verde e giallo Rosa, azzurro Oro I sette colori dellarcobaleno

Capre Alluminio bianche, piccioni Bronzo Ferro Gallo cane Carne faraona

La volta celeste

bue Le aperture, le strade e gli incroci La guerra metallurgia e la dei

La terra ma anche "il medico Bue, gallo, il sole; le malattie poveri maiale epidemiche Gallo, montone capra e Il lampo, il fuoco Il vento tempesta e la La giustizia

Shang Yans Oshossi Yemanj Oshum Oshumar

e bianco solamente Cuoio Idem Bronzo Argento Ottone

Capre, polli Montone, gallo Colombe pecore e

La luna (soprattutto sotto La caccia forma di Od Il mare La pesca Lamore

Capre, polli Acqua dolce Gallo, bue Larcobaleno

Tutta una serie di leggende spiega o giustifica questi legami dalla storia stessa del dio. Sar sufficiente prendere un esempio, quello di Shang per dare unidea di questo metodo di classificazione mitologica. Se il colore di Shang una mescolanza di rosso e di bianco perch il rosso gli appartiene di diritto in quanto lui il padrone del fuoco, ma lui ha portato tra le sue braccia il suo vecchio padre, Oshal, quando questi usc di prigione con le membra rotte; da allora, in ricordo di questo gesto di affetto filiale, Shang mescola il bianco, che il colore di Oshal, con il rosso delle sue vesti; alterna perle rosse a perle bianche nella sua collana, ma la creta che a lui consacrata quella rossa (la creta bianca serve soltanto per i disegni di Oshal). Un altro mito che mi stato raccontato a Bahia spiega questa mescolanza dei due colori in un'altra forma: Shang era innamorato di Oshum, figlia di Oshal, ma lei non acconsentiva a sposare il dio se non alla condizione che egli portasse sulla schiena il suo vecchio padre, incapace per via dellet, di camminare per andare alle nozze. Fatta questa alleanza, il rosso di Shang si spos con il bianco di Oshal. Se il montone il suo animale perch lo ha incaricato di impadronirsi dellastuzia del martin pescatore, troppo ciarliero, che riferiva tutto quello che si faceva in casa, punendolo in tal modo per la sua indiscrezione. Se Shang adora le quiabes (Hibiscus esculentus) perch proprio questo cibo gli ha fatto dimenticare la sua rivalit con Ogun e anche il suo amore per Oshum. Infine, le minime partecipazioni o i minimi legami sono sempre

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giustificati da delle storie appropriate. Quello che abbiamo appena detto per Shang vale, naturalmente, anche per tutti gli altri Orish. Queste biografie degli dei non interessano il nostro lavoro; possiamo lasciarle da parte per non esaminare che la classificazione delle cose dal punto di vista delle categorie divine. E qui incontriamo la prima difficolt. Ogni Orish multiplo, ci sono, per esempio, dodici Shang, sedici Oshum, diciassette Yansan, ventun Esh... Come spiegare queste molteplicit e cos tante diverse quantit? Una Ialorish a cui avevo fatto la domanda mi ha dato, in risposta, una interpretazione sociologica: gli Africani portati come schiavi in Brasile appartenevano a molte differenti trib e queste trib avevano i propri Oshal, Omol, Ogun. In Brasile queste etnie hanno mantenuto i loro culti, riconoscendo, in fondo, che, anche sotto nomi differenti, le divinit da adorare erano le stesse. Ed ecco spiegata la giustapposizione dei nomi e la molteplicit degli Orish. Qualcosa di vero c in questa spiegazione. Ogni Candombl appartiene a una nazione e, ogni nazione da dei nomi differenti ai suoi dei. Per esempio: Oshal chiamato Lemb nei terreiros Congo. Lembarenganga nei terreiros Angola. Esh si chiama Legba nei Candombl che vengono dal Dahomey e Bombonjir in quelli di origine Bant. Oshum porta il nome di Aziri nei primi e Kissimbi nei secondi. Ma non sono queste designazioni etniche un nostro problema. Oltre a queste variazioni da nazione a nazione, per una stessa etnia ci sono in pi vari Shang, Ogun o Esh... Daltre parte, se la sociologia avesse la chiave del problema, non troveremmo numeri diversi passando da una divinit allaltra, poich sarebbe veramente un caso straordinario se si fossero incontrate delle persone appartenenti a dodici clan di Shang, sette di Ogun, sedici di Oshum, quando le cifre di queste divinit sono giustamente dodici, sette e sedici! Ognuna di queste sotto-divinit ha dei miti speciali. Per esempio, il pi vecchio di tutti gli Shang, Aira, quello che stato incaricato di ricondurre il vecchio Oshal nel regno di suo figlio Oshoguian. Oshum Ioni al centro di un mito che non troveremo in nessuna delle storie delle altre Oshum: Oshum era la regina di un territorio grande e ricco che fu invaso dagli Ioni, attirati dalla fama di queste favolose ricchezze. Essi sottomisero la regina, simpadronirono della capitale, razziarono il paese mettendo le mani sulla fortuna della sovrana. Oshum, per non essere fatta prigioniera, fu costretta a fuggire col favore delle tenebre, mont su di una zattera rivolgendo a dio unardente preghiera. Quindi, sotto lispirazione divina, domand ai suoi seguaci che la tenevano nascosta sulla spiaggia, di preparare degli abara e di lasciarli sulla riva. Quando gli invasori arrivarono sulla spiaggia, avevano una gran fame, cos si precipitarono sugli abara e li mangiarono. Questi non contenevano veleni, ma una forza divina che li fece cadere morti. In tal modo Oshum pot riprendersi fortuna e territorio. Da allora, per via di quella vittoria, elle prese il nome di Oshum-Ioni. Questa diversit di nomi e di leggende ci induce a pensare che ognuno di questi sotto-dei debba compiere una funzione differente ed proprio quello che sembra, in fatti, ad esempio: lapetebi, come abbiamo visto, obbligatoriamente una figlia di Oshum, ma non di una qualunque Oshum, solamente di Yaba Omi. Cos pure abbiamo visto che Yansan aveva vinto la morte e che, per questo, interveniva nell ashsh e nella societ degli Egun; anche qui per non si tratta di una qualunque Yansan, ma una delle diciassette Yansan, di cui non mi hanno rivelato il nome ma che, forse, Muria-Yansan (nome di un personaggio che la rappresenta nella festa di Egun). Allo stesso modo, tra i ventuno Esh c ne uno incaricato della strada ed Od; un altro che lo schiavo di Oshal ed Ajel: uno veglia davanti alla porta, laltro regna sui crocicchi; uno cattivo e laltro un protettore della casa... I colori variano anche da una sotto-divinit allaltra: se Shang unisce il bianco con il rosso, il suo principale colore il rosso. Aira, al contrario, per via della sua relazione con Oshal, si veste di bianco, porta una collana di perle bianche e in pi la collana usuale di Shang, rossa e bianca, infine, riceve lo stesso rituale di Oshal. Quanto ai diversi Omol che danzano, facile distinguerli nei giorni di festa dalla forma dei cappucci o dal colore della paglia. Uno porta un abito di paglia giallo, laltro di paglia marrone, un terzo di paglia rossastra con delle parti bianche, un quarto di color

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ruggine picchiettato da puntini bianchi, un quinto vestito di paglia sia rossa che gialla... Siamo quindi, io credo, autorizzati a concludere che la molteplicit degli Orish corrisponde a una molteplicit di funzioni o a una molteplicit di partecipazioni. Cos come, nella logica Aristotelica, i generi si dividono in specie, il nostro sistema di classificazione del cosmo comprende sia delle categorie molto generalizzate e, allinterno di queste categorie, delle specie pi particolarizzate. Ed qui che troveremo la seconda difficolt: quella delle cifre. Quando il ricercatore vuole compilare la lista di queste sotto-divinit, domandando qui e l, succede che il numero dei nomi ottenuti oltrepassa la cifra convenzionale che si dovrebbe trovare. Ad esempio: sette Oshal invece di tre. Dieci Ogun invece di sette. Si tratta di una difficolt, ma non insuperabile. Sappiamo che nei canti di lode, gli oriki, i nomi delle divinit sono seguiti da tutta una serie di termini onorifici. Sovente, durante le conversazioni con gli Afro-Americani, questi termini onorifici sono confusi con dei nomi. Per esempio: Oba-Shang non uno dei dodici Shang, ma solo un appellativo che gli si da: Shang-re. Allo stesso modo Shang-dada o baba, non uno Shang speciale, ma un attributo di Aira (il vecchio Shang, il nonno di Shang). Per compilare la nostra lista, dobbiamo quindi separare accuratamente i nomi delle sotto-divinit da quelli delle designazioni etniche, da un lato e i nomi di lode dallaltro. Ed ecco la seguente lista: Tre Oshal Quattro Oshossi Sette Ogun Oshaluf, il pi giovane, Oshishala, Oshoguian, il pi vecchio certi informatori insistono che Oshossi unico, ma noi ne abbiamo una lista di altri quattro: Oshossi, Od, Inl, sempre pi dimenticato perch non discende pi in Brasile, Logund, considerato come il figlio di Inl e di Oshum Lebed, il pi giovane, senza dubbio quello che pi sovente viene definito Ogun de l, Obefaran, Nika... Ogun meje, il pi veccio, esattamente il settimo; Aganju, il pi giovane, Afonja, che ha dato il suo nome a uno dei terreiros, il pi famoso di Bahia, Ogodo, Ani-Shang che lo sposo di Oshum, Balonein o Abalonei, Oro, tradotto forse in portoghese sotto la forma de ouro, che significa Shang dOro, ma si tratta naturalmente di una falsa interpretazione Aira che il pi vecchio i due pi celebrati sono Omol il giovane e Omol il vecchio o Abaluay Oshum- Pand, la pi giovane, Yaba-Omi, Oshum Aba, Oshum Aboto, che legata allo odu: ose, Oshum apara, che vive sulle strade in compagnia di Ogun e che gioca con lui con la spada, Oshum Ioni, Oshum Abalo, la civetta che si diverte con il suo ventaglio, Oshum Timi, Oshum Aquid, Oshum Nsin... e Oshum Lob, che sarebbe la pi vecchia Oya benika, Censu, Bomin... ma non ne conosco i nomi esatti, come Suru, Ainu o Ainum, Ogunt... (a meno che, come mi diceva un Babalorish in un suo momento dentusiasmo 21 volte 21): Ajikanoro, il compare, Alafia, Alaketu, Legba, Barab, Lon Bii, Ekessae, Embarab, Embabrkt, Ajel, Lal, Tiriri, Vira (che un Esh femminile), Mojuba, Tamentau, Etamita, Olod, ecc. Su questo dio ritorneremo a parlare, con maggiori dettagli per via della sua molteplicit

Dodici Shang Quattordici Omol Sedici Oshum Diciassette Yansan molte Yemanj ventuno Esh

Tutte queste cifre non sono effetto del caso. Si possono, infatti, confrontare le une con le altre, partendo dalle due cifre maggiori che sono quelle della mascolinit e della femminilit. Esse costituiscono delle somme o dei prodotti, forse dei multipli. Partendo dalle due cifre sessuali, tre (Oshal) e quattro (Oshossi), abbiamo trovato successivamente:

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3 + 4 = 7 (Ogun) 3x4 4x4 = 12 (Shang) = 16 (Oshum)

Yansan, senza dubbio in quanto principale femmina che mostra la sua superiorit sulla concubina o la femmina preferita Oshum, aggiunge una unit alle sedici di Oshum. umana nel suo gemellaggio: 2 x 7 = 14 (Omol) 3 x 7 = 21 (Esh)

NAGO Esh Legba Abaketu Ajelu Alkessan ecc..

KETU

IJESHA GEGE Bara Legba

ANGOLA Aluvaia Parana Mavambo Pombo-ngera Sinza Mutila

CONGO Bombonjir Lonn

Embarab Lalu

Rum Danto Vira

Ci troviamo quindi di fronte ad una vera e propria legge genetica delle divinit che stabilisce tra le grandi categorie di classificazione del reale, un legame matematico. Esattamente come Platone che, dopo aver separato le Idee tra di loro e le Idee con le cose create, cerc, in seguito, di ridurre queste opposizioni, trovando per mezzo di una teoria di nomi, il mezzo di fare partecipare, a partire dallUnit primordiale, tutto quello che aveva, allinizio, troppo brutalmente distinto. La teoria dei nomi dei nostri Africani sembra corrispondere ad un analogo bisogno dello spirito, a una volont di riunire ci che era stato violentemente separato, a scoprire, dopo la logica dei concetti, una logica di relazioni. Ma quale significato esatto si deve attribuire a questi rapporti matematici tra gli Orish-concetti? Oppure tra i vari scompartimenti del reale: fuoco, acqua salata, acqua dolce, cielo ecc che definiscono questi concetti? Non ci possibile rispondere a questa domanda. A Cuba invece le cifre date non corrispondono sempre a quelle del Brasile. Abbiamo la sensazione che ci debba essere una teoria mistica dei nomi; forse anche due che, storicamente, si sono affrontati, ma di unorigine differente: la prima stabilizzata sul numero di 12, che quello che ha colpito M. Griaule nel suo lavoro, la seconda sul numero di 16, che quella della geomanzia, di origine semitica. Non possiamo far altro quindi che formulare in questo campo unipotesi di lavoro, quello di cui abbiamo parlato, cio una genealogia a partire da 3 e da 4. In tutti i casi, per noi, pi che questo sforzo di trovare dei legami, importante in questo capitolo la separazione dei quattro scomparti del reale. E questi, sono forse adesso immobili o, contrariamente, partecipano in qualche modo luno con laltro? CAPITOLO IV - ESHU' Nel celebre mito raccontato da Ellis, i 16 grandi Orish escono dal ventre incestuoso di Yemanj, ma il nome di Esh non compare. Per Esh considerato come il fratello di Ogun, di Shang e di Oshossi e, di conseguenza, dovrebbe figurare in questo mito come il diciassettesimo Orish, il pi giovane di tutti. Ma se egli non compare, ci dovr pur essere una ragione e questa non pu essere altro che la funzione tutta speciale di questa divinit nella cosmologia yoruba, cio egli non deve essere un Orish come tutti gli altri. Per questa ragione, siccome egli diverso dagli altri, noi lo studieremo a parte.

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Gli etnologi che si sono interessati alla sua figura o ai suoi miti, in Africa, lo chiamano con il nome di trickster (briccone, imbroglione) e, in effetti, egli appare, allinizio, come un essere malizioso, che si diverte a fare delle bricconate o a giocare dei brutti scherzi sia agli altri dei che agli uomini. Questo fatto di essere malizioso, che forse ha una spiegazione, spiegazione che cercheremo di trovare qui, anche noto ai fedeli dei Candombl brasiliani. In seguito a circostanze storiche, questo elemento ha assunto una tinta pi oscura, il diavoletto delle leggende yoruba si trasformato in diavolo, un diavolo crudele e cattivo, il potente padrone della stregoneria. Uno dei miei corrispondenti, ministro di Shang, mi scriveva un giorno a questo proposito: Avete scelto uno degli dei pi difficili da studiare, poich i Neri fanno di Esh e degli Egun i loro simboli pi potenti ed per questo che celebrano i loro culti nel pi grande segreto, non rivelando, neppure agli amici fedeli, i misteri di questo Dio. Quando, a seguito della sua lettera, lo interrogai oralmente su questo argomento, egli mi volle spiegare che, siccome Esh presiedeva alla magia, nella grande ribellione degli schiavi contro il regime oppressivo al quale erano sottomessi, egli era diventato il protettore dei Neri (magia bianca) e, allo stesso tempo dirigeva le cerimonie contro i Bianchi per farli morire, renderli pazzi, rovinare le loro piantagioni (magia nera). I Bianchi spaventati, come naturale, addirittura alcuni di essi erano morti avvelenati con quelle piante chiamate: "per addolcire i padroni" (amansar os Senhores), identificarono Esh come il diavolo dei cristiani, ci videro il principio del male, lelemento demoniaco delluniverso. Cos, anche i membri stessi dei Candombl accettarono questa versione. Ricordo ancora quella Ialorish a cui chiesi se nel suo terreiro cerano dei figli di Esh, che, facendosi il segno della croce, disse: Dio me ne guardi, il cane e io non gli lascerei mai varcare la soglia della porta. Il cane la parola con cui i Brasiliani, per eufemizzarne il nome, usano per definire il diavolo, hanno paura perfino di pronunciarne il nome, perch non gliene venga un maleficio. Molte altre caratteristiche di Esh per spiegano i suoi strani rapporti. Anzitutto egli il dio del fuoco, in Africa dicono che sia lui che ha portato il Sole. Quando si voluto mascherare gli Orish di fronte alle indiscrezioni dei Bianchi, dando a loro dei nomi cattolici, si cercato per Esh un santo corrispondente legato al fuoco ed per questo che, a Cuba, questi corrispondenti sono le anime del purgatorio e, a Bahia, il diavolo danzante tra le fiamme, gettando fuoco dalla bocca, come dalle iconografie delle chiese cattoliche. Spesso Esh viene rappresentato con delle corna, ma le sue corna non sono come tutte le corna, sono invece simbolo di potenza e fecondit. Da allora, a Bahia, ci si dimenticati che anche Mos rappresentato con delle corna, per non vedere altre corna che quelle del diavolo, anche nelle raffigurazioni cattoliche. A queste due spiegazioni necessario, probabilmente, aggiungere un terzo fattore di assimilazione, molto importante ai tropici: la sessualit scatenata. Il carattere sessuale di Esh senza dubbio meno pronunciato di quello di Legba, ma le due divinit, Yoruba e Fon, hanno finito per unirsi gi in Africa e, a maggior ragione, in Brasile, dove il regime servile, sparpagliando le pi diverse etnie in una stessa piantagione, permetteva che queste accomunassero i loro dei con caratteristiche simili. Le pi antiche statuette di Esh trovate nei Candombl, presentano una caratteristica fallica molto accentuata. Sia i preti che i monaci, allinizio della colonizzazione, hanno dovuto lottare contro la poligamia maschile, contro la seduzione delle Indie nude o delle Veneri nere, contro la volutt dei signori Bianchi e lerotismo delle piccole mulatte. Al fine di spaventarli, sono ricorsi, durante i loro sermoni, a inculcare loro il terrore dei patimenti infernali, hanno collegato lamore carnale ancor pi che nei paesi Europei in cui il clima pi temperato non spingeva a una tale lussuria con il diavolo, desideroso di mandare alla perdizione per il peccato della carne,il maggior numero possibile di anime. Il fallo di Esh, cos come le sue corna, ci sembrano dunque responsabili dellidentificazione brasiliana di Esh con il demonio. Allepoca in cui Nina Rodrigues incominciava le sue ricerche sul mondo del Candombl, questo movimento di identificazione era assai pronunciato tanto da poter affermare che la religione africana, a Bahia, tendeva verso il dualismo tra un principio del bene (Oshal) e un principio del male (Esh) e, da allora, si cap che questo dualismo non era che al suo inizio: Il dualismo dei negri non che un dualismo di selvaggi e Es non altri che una divinit malvagia o poco ben disposta verso gli uomini. In realt, se dualismo c non pu essere tra un principio del bene e uno del male, ma solamente tra la religione e la magia. Una magia esacerbata dal

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regime servile, diretta contro i cattivi padroni, o contro la categoria dei Bianchi nella sua totalit. Il regime servile stato abolito. La democrazia razziale ha sostituito una societ di caste antagoniste, luguaglianza di tutti i cittadini, a prescindere dal colore della loro pelle, a una stratificazione fondata sullo sfruttamento di una razza sullaltra. Ma Esh rimane legato al diavolo e alla magia... Si incontrano spesso nei crocicchi di Bahia o in strade appartate, del pollame morto, generalmente di colore nero, che contiene nelle sue interiora dei grani di mais, delle monetine, una scatola di fiammiferi o foglie arrotolate di tabacco. Sono degli eb, cio dei sacrifici fatti a Esh, i resti, ad esempio, di un pad gettati fuori del santuario. Ma siccome, a volte, un po della forza mistica continua a palpitare in quegli animali morti, le persone che passano da quelle parti per rientrare a casa o per andare a spasso ne hanno una grande paura. E sufficiente aver urtato con un piede la bestia morta per cadere malati poco dopo in segno di punizione da parte del dio. Si passa cos, senza accorgersene dalleb come sacrificio religioso a leb magico. Questultimo consiste nellintrodurre volontariamente la forza malefica di Esh dentro un animale e piazzare questo animale sulla strada di un nemico, oppure a sotterrarlo sotto la soglia della sua porta. I club di football utilizzano volentieri questo sistema delleb contro i club rivali; i capi politici contro i loro avversari (questi non si fanno scrupoli a regalare grosse somme di denaro e di pagare il viaggio in aereo a degli stregoni famosi di Bahia, per disfarsi per mezzo della magia di ministri o, addirittura del presidente della Repubblica). Anche nel caso in cui ci siano delle gelosie tra terreiros differenti, non mancano dei Babalorish che si servano tra di loro di queste armi temibili. A proposito di tamburi, abbiamo visto che, bastava mettere i bastoncini che servono per suonarli vicino ad un Esh, perch il maleficio si introduca nella festa: il suonatore di tamburo che cova qualche rancore nel Candombl, porter segretamente con se un bastoncino che stato ai piedi di Esh e il dio, in posizione di lancio del suo maleficio, pu pregiudicare il buon andamento delle cose. Un bastoncino uguale, introdotto di nascosto durante lesecuzione, e la cerimonia sarebbe completamente disturbata... Questo timore della magia spiega perch i tamburi e altri strumenti di Bahia siano raramente imprestati. A Bahia esiste pure una magia bianca a lato di quella nera. Una magia di protezione contro la malattia, il dolore o la morte, oltre che la magia offensiva. Ma la magia bianca prende di solito pi la forma di amuleto o di gris-gris, per esempio - le port de la figue o delle preghiere cattoliche medievali, scritte su dei pezzetti di carta e appesi al collo, mentre la magia nera tende a prendere la forma di culto di Esh. Lidioma popolare traduce bene questa tendenza: mettere Esh sulla strada significa recare danno alla vita di altri e mettere Esh nella testa significa rendere pazzi. Questo utilizzo diabolico di Esh riguarda soprattutto i Candombl bant. I loro capi religiosi si sono spesso specializzati nella fabbricazione di statuette di Esh che diventano loro servitori zelanti, obbedendo ciecamente ai loro ordini; dietro loro istruzione escono di notte dal loro pegi per andare a spargere dappertutto disgrazia e morte: il capo Severiano Manuel de Abreu, scrive Edison Carneiro, attualmente capo pacifico del gruppo spirituale Pace, Fede, Speranza e Carit e capo elettorale della zona, quando era ancora posseduto da Jubiaba, cio San Tommaso, faceva nascere un intero villaggio di diavoli il villaggio del capo Cunha e questi diavoli o Esh creati dal Babalorish potevano, se volevano, spedire i loro nemici alla casa dei Morti la Cazua de Kimbe, come la chiamavano i Negri bant di Bahia. Il Padre di Dio Manuel Paim pilotava gli Esh di sua propriet a suo piacimento, poteva far passeggiare, a ore prestabilite, sulle alture di Abacashi, un altro Esh che montava la guardia davanti ad una piccola baracca che lui possedeva in fondo alla casa. Inutile aggiungere che tali passeggiate non potevano certamente essere molto cattoliche!... E cos pure, in un Candombl Bant, quando una figlia della confraternita posseduta da Oshossi, che identificato con San Giorgio, costei prende un vestito blu o verde, bianco e giallo ed ha in mano, o finge di averla, una lancia con la quale colpisce Esh che lei si immagina si stia arrampicando sui suoi piedi, proprio come San Giorgio ha sconfitto il demonio trafiggendolo con la sua lancia. I Candombl tradizionali che si rifiutano di praticare la magia e, seguendo lespressione consacrata di lavorare a sinistra, si guardano bene dal confondere Esh con il diavolo. Ed presso di loro, come vedremo tra poco, che il vero volto di questa divinit calunniata ci sar

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rivelato. Non bisogna per dimenticare tuttavia che anche qui, la caratterizzazione di questo dio, ha continuato a esercitare in parte la sua influenza. Prima di tutto il fatto che, a differenza di altri Orish, Esh non ha mai avuto dei figli, o, almeno assai raramente. Da una ricerca fatta su questo tema risulta che il numero dei figli o figlie di Esh a Bahia sempre stato estremamente ridotto: Maria, del Candombl di Mar Grande (ile dItaparica) il frate di Pulcheria (dei Gantois), Julia, del Candombl di Lingua de Vacca, che era Esh Bii, Sofia del Candombl di Ciriaco, che era Gikete. Tutti o tutte ormai morti. Lultima recentemente. Ne ho visto ancora uno presso Bernardino, nel corso del mio ultimo viaggio a Bahia, il volto indurito da espressioni di cattiveria artefatte e la sua danza non era altro che una sequenza di movimenti spasmodici o di furori sacri. Tra parentesi, facciamo notare che, dei cinque Esh citati, due appartenevano a dei Candombl bant, uno a un Candombl ijesha e due a dei Candombl quetu. Ma, contrariamente alle altre figlie degli dei, cos fiere di appartenere loro, questi figli di Esh non sono contenti della loro sorte. Sofia pensava, a torto per, che il suo Esh non era un vero Esh e che il Babalorish avesse, per sbagli, fissato nella sua testa un servitore di Ogun (il quale, vero, sempre accompagnato da vari Esh nei suoi spostamenti), invece di Ogun a cui lei credeva di dover appartenere. Un membro del Candombl di Ciriaco, che incontrai in un altro terreiro, mi diceva, parlando giustamente di questa Sofia: Lei quasi alla fine delle sue prove, perch una figlia di Esh non conserva mai il suo Esh per tutta la vita ma, contrariamente a quello che accade con tutti gli altri Orish, lei ne resta posseduta solo per sette anni, alla fine di questi Esh la abbandona. Si tratta di un dio terribile la cui presenza nella testa di una persona provoca a questultima molte sofferenze. Non so se questa affermazione di una possessione provvisoria sia esatta, poich non mi stato mai confermato questo fatto da altri informatori; per di pi mi trovavo in un terreiro bant, parlando con un membro di un altro terreiro bant. La nostra conversazione fu tuttavia sintomatica di quanto malessere possa provare una figlia di questo dio. Nei terreiros yoruba si distingue la possessione da parte di Esh dalle altre possessioni; non si tratta di una semplice diversit di grado, per esempio la violenza della manifestazione, ma di una vera differenza di natura. La lingua stessa enfatizza questa diversit: non si dice, infatti, che uno sia posseduto da Esh ma che lo porti come un carico pesante e doloroso. A volte questo peso considerato, per linfluenza cristiana, come una punizione divina. Edison Carneiro colui che ha pi insistito su questa differenza: Non si dice che la persona figlia di Esh ma che ella porta il carico (carrgo) di Esh, un obbligo nei suoi confronti per tutta la vita. Questo peso scaricato su Ogun-j, un Ogun che vive con Oshossi ed Esh e si alimenta di cibi crudi, affinch Esh non possieda questa persona. Se, malgrado tutto, egli si manifesta, pu danzare nel Candombl, ma non in mezzo agli altri Orish. Una volta questo accadde nel Candombl di Tumba Juncara (del Ciriaco), a Biru: la ragazza danzava trascinandosi per terra, i capelli in disordine e la vesti sporche. Una manifestazione simile ha, come sembra, il significato di una prova. Infine, lesiguo numero di figli di Esh, la differenza dei termini impiegati per le crisi di possessione degli Orish e degli Esh (queda de santo e carregar), la vita di sofferenza delle persone condannate a portare Esh nella loro testa, sono tutti segnali del carattere diabolico che corrisponde a questa divinit. Questo carattere diabolico si manifesta anche nellinterpretazione che si da al pad di Esh. Nella nostra presentazione del Candombl abbiamo visto che, sia nelle cerimonie pubbliche che in quelle private, cos come in quelle profane o religiose, mortuarie o commemorative dei giorni dellanniversario dei vari Orish, si inizia obbligatoriamente col fare per prima cosa un omaggio a Esh, spiegando che questo gesto spiega il ruolo di intermediario e di messaggero di questa divinit. C pure la tendenza a spiegare tutto questo in un altro modo e cio che questo dio, per via della sua gelosia e cattiveria, se non lo si onorasse per primo, recherebbe disturbo alla festa. A Cuba c un mito che spiega il pad ed che il dio supremo, creatore del cielo e della terra, Olofi, si era ammalato e che Eleggua (altro nome di Esh) lo aveva rapidamente guarito con le sue erbe. Cos Olofi riconoscente, dichiar che da allora in poi egli avrebbe dovuto essere il primo ad essere servito. In Brasile il mito dellorigine del pad totalmente differente:

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Il re del Congo aveva tre figli, Shang, Ogun ed Esh. Questultimo non era esattamente un cattivo ragazzo ma un ritardato mentale e, a causa di ci, si mostrava molto turbolento, passava il suo tempo a battersi e a bisticciarsi. Dopo la sua morte, ogni volta che gli Africani celebravano una festa, tutto andava di traverso: le preghiere non erano esaudite, i raccolti si seccavano e gli uomini erano vittime di epidemie. Quale tab era stato violato? Il Babala consult gli obi e questi risposero che il responsabile di tutte quelle disgrazie era Esh, poich, essendo geloso, voleva una parte dei sacrifici offerti. Gli Africani non fecero caso a questo primo avvertimento e continuarono le loro feste senza adorare Esh. Poich le disgrazie continuavano essi si diressero una seconda volta al Babala e la risposta fu: Esh vuole essere il primo ad essere servito; ma chi era allora questo Esh? Nessuno si ricordava pi di lui. Ma come diceva il Babala non vi ricordate pi di quel negretto terribile che tirava pietre a tutti? Ebbene proprio lui. Questa versione stata da me raccolta a Bahia. A Recife si ritrova lo stesso mito sotto delle forme leggermente diverse: 1. Esh era un discolo, correva per le strade facendo birichinate. Il re allora giunse alla conclusione che dovesse essere messo in prigione; Esh riusc tuttavia a fuggire e, qualche anno dopo, mor. Nelle sette religiose, ad ogni festa, morivano 20 Negri. Finalmente un giorno un Nero consultando le conchiglie ud la voce di Esh che diceva: se voi mi offrirete il primo sacrificio allora nessun Negro sparir pi. Da allora ogni Shang comincia con il sacrificio di un galletto o di un capro per Esh. Il galletto deve essere cotto con la farina di manioca e lolio di palma. 2. Esh fu espulso dalla setta poich era un Orish molto disobbediente che si divertiva a creare scompiglio, a uccidere, a rubare, a bere lacquavite e a discutere. Per allontanarlo fu fatto un contratto con lui: gli si prometteva il primo sacrificio, un galletto e un litro di acquavite. 3. Esh era il fratello di Ogun, Od, Yemanj... ma era cos turbolento che il Re dellAfrica decise di prendere dei provvedimenti contro di lui. Cos pure i membri della sua famiglia, per evitargli la prigione, gli consigliarono di lasciare il paese, cosa che egli fece. Gli altri suoi fratelli continuavano a celebrare le loro consuete feste, lodando gli dei, ma non nominavano mai Esh poich non sapevano pi nulla di lui. Tuttavia Esh, nei giorni delle feste, girava intorno alle porte dei templi senza che nessuno lo riconoscesse e senza che gli venisse dato alcun cibo; cos egli si vendic mandando le peggiori disgrazie al Reame. Il Re finalmente si decise a convocare i Babalorish per prendere una decisione e, nel frattempo, le cerimonie religiose furono sospese. I Babalorish si riunirono nel quartiere della citt dove risiedeva il Babala, che fece il dilogun. Per mezzo delle conchiglie Esh parl: egli dichiar che nessuno si ricordava pi di lui ma che egli era gi diventato uno Spirito. Reclam, per far cessare le disgrazie che si abbattevano sulla setta, che gli si offrisse il primo sacrificio e cos pure gli fossero dedicati i primi canti. Il Babala gli domand che cosa desiderasse per sacrificio ed egli rispose: un capro e sette galletti e, con questo, non avrebbe pi creato problemi. Il Babala obbed a questordine per conto suo: fece il primo sacrificio a Esh, poi sacrific a gli altri dei. I Babalorish, per, risero di lui, e non tennero in conto le sue raccomandazioni e si sedettero cantando e beffandolo; quando, per, fecero per alzarsi dalle loro sedie non poterono farlo. Il Babala, per un po li lasci l seduti, poi mise la mano sulla loro spalla e questi riuscirono ad alzarsi. Il vecchio indovino aveva in tal modo dimostrato il suo potere allinterno della setta. Prima di andarsene raccomand ai Babalorish di fare per Esh quello che lui stesso aveva fatto cio lofferta del primo sacrificio. Per questa ragione, da allora in poi, non ci furono pi disordini nella setta. Questo mito si fonda su un canto di Ogun: Ou Nica Eru Zaqui Caranig Aracutan A ti ta Pad So Lonan

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Ebonoraminha a Ludues I ou Nica Luaralocou. Il significato quindi del pad legato alla gelosia e alla cattiveria di Esh. La sua finalit non quella di inviare agli Orish un messaggero che porti le preghiere degli uomini ma piuttosto quella di sbarazzarsi di una divinit ingombrante che, senza gli omaggi dovutigli, turberebbe le cerimonie e sarebbe capace di scatenare le pi grandi disgrazie sul terreiro. E per questa sola ragione che il pegi di Esh, posto ad un lato della porta dentrata, chiuso con un doppio giro di catenaccio per impedire che la divinit esca, poich sarebbe soltanto capace, nei suoi vagabondaggi per le strade e i campi, di combinare guai. Anche cos, a volte, Esh riuscito a scappare se gli sono stati offerti dei sacrifici troppo forti. Un Babalorish che aveva labitudine di fargli delle offerte di mercurio, faceva ben attenzione a non esagerare con la dose, perch, se ne versava troppo, Esh, scatenato, si slanciava subito a combinare le sue malefatte in giro per la setta. Se, a cominciare dalle storie raccontate dai trickster (imbroglioni), c stata la tendenza a spingere Esh verso il demoniaco, pur vero che questa tendenza soprattutto forte nei terreiros angola e congo. Nelle altre nazioni, anche se se ne sente parlare, ci non toglie che a questo dio sia attribuita la sua fondamentale caratteristica, cio quella di intermediario tra il mondo degli umani e quello degli Orish. Prima di tutto ci sono diversi Esh e non tutti cattivi poich altri invece sono considerati buoni. Studiando lo spazio sacro abbiamo visto che ogni Candombl ha il suo genius loci, - "il cane da guardia fedele e vigile" che protegge la casa contro gli eventuali nemici. Edison Carneiro, a proposito dellappellativo di compare attribuita a questultimo, scrive giustamente: il titolo di compare implica una familiarit che suonerebbe stonata se Esh rappresentasse solamente le forze ostili agli uomini, lo spirito del male. Per rendersi conto dellesattezza di questa affermazione, bisogna capire che in Brasile il legame con i padrini altrettanto forte di quello fra parenti. I padrini sono parenti spirituali, con i quali si stabilisce un legame al momento della nascita di una creatura, (per un figlio si sceglie un uomo ricco o influente che si occuper di lui come se fosse suo), oppure, durante le feste di San Giovanni (i padrini, tutti e due adulti in questo caso, si devono mutua protezione ed assistenza ). Il tab dellincesto regola i legami tra padrini cos come accade nelle parentele; nel batuque ad esempio, danza erotica caratterizzata dallincontro di due ventri che si scontrano, il colpo allo ombelico proibito tra padrino, madrina e figlioccio, la gente del popolo crede che se tra di loro ci sono stati dei rapporti sessuali, costoro si trasformerebbero in lupi mannari o Boi-Tata. Un Esh padrino dunque un Esh protettore e non malfattore... Il pad in questo caso non pu essere solo un semplice contratto tra gli uomini e il principe del male affinch il disordine non si verifichi durante le feste: "quando i Negri dicono che fanno partire Esh despachar - impiegano questa espressione nel senso di mandare qualcuno da qualcun altro. Esh come lambasciatore dei mortali"; "dato che egli il servitore degli Orish, il loro intermediario con gli uomini, gli si fa festa prima che il Candombl cominci". Bisogna aggiungere che Esh non soltanto un messaggero ma linterprete, poich il linguaggio degli dei non quello degli umani e, di conseguenza, ci vuole qualcuno che traduca le preghiere di questi ultimi o i consigli divini in una lingua appropriata, cio, secondo i casi, quella degli Orish o quella dei loro fedeli. Adesso si comprende perch i miei amici del Candombl si infuriassero contro coloro che identificavano Esh come il diavolo dei cristiani: No, Esh non il diavolo! No, Esh non cattivo. A Porto Alegre, a volte, viene identificato con San Antonio, a cause delle tentazioni subite, il che non ci allontana poi ancore molto dal diabolico, ma anche con San Pietro. Qui si manifesta il vero volto della divinit poich San Pietro il guardiano del Paradiso, colui che apre o chiude le porte alle anime. Egli sta sulla soglia del cielo, esattamente come Esh nella sua casetta davanti al portone dentrata del Candombl. A Recife lo si identifica spesso con San Bartolomeo che, a Bahia, il corrispondente cattolico di Oshumar la quale, per mezzo del suo arcobaleno, unisce la terra alla volta celeste; meglio non si potrebbe descrivere il carattere di intermediario o di messaggero degli Orish. Infine, nella stessa citt, lo si identifica anche con San Gabriele, cio, lungi dallessere il principe del male, egli , al contrario, langelo guardiano degli uomini. Come si vede, i discendenti degli Africani in Brasile hanno cercato di

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scoprire degli equivalenti cattolici di Esh, tenendo conto dei suoi diversi caratteri e senza arrivare a cancellare tutta la sua complessit e molteplicit; essi hanno pensato alla sua malizia (il diavolo), alle sofferenze che egli provoca con le tentazioni sessuali (San Antonio), al suo ruolo di portinaio (San Pietro), di messaggero (San Bartolomeo) e di angelo custode (San Gabriele). Non ci si pu tuttavia basare su tutte queste somiglianze poich tra gli Orish africani e i santi cattolici c sempre una differenza essenziale. Quello che per a noi interessa mostrare, dopo tutte queste cosiddette equivalenze, che non possibile attribuire ad Esh un carattere strettamente demoniaco. Anzitutto, nei nostri capitoli precedenti, Esh ci apparso come il dio delle aperture: lui inizia i rituali ed il guardiano della porta, interrato sotto la soglia, lui afferra la gola degli uomini per punirli con delle infermit alle vie orali. Egli , allo stesso tempo, il dio delle strade, luomo della strada, come a volte lo chiamano i Bant, colui il cui ferro simbolico termina con 7, 14 o 21 punte, designate come le 7, 14 o 21 strade del suo reame. Si trasportano le sue offerte su delle vie appartate o negli incroci, la dove le vie di comunicazione si intersecano, poich cos si sicuri che, a forza di scorrazzare per il mondo, prima o poi egli passer anche di l. Giustamente, in quanto presiede alle aperture e alle vie e non per altre ragioni, egli diventato il messaggero di tutti gli Orish. Egli apre la porta che separa la natura delle cose divine, unendo cos i due stati del mondo, ma non ci sono solo due mondi da collegare, altri ancora ne esistono e questo ci fa pensare se la funzione di Esh non sia infinitamente ancor pi importante. Il cosmo diviso in quattro scompartimenti, a ognuno preposto un particolare sacerdozio. La separazione nettamente e simbolicamente segnata con la differenza delle manifestazioni, trance mistiche o interdizioni da ogni trance mistica da parte dei preti che sono a capo di queste divisioni del reale; lettura delle parole o, al contrario, apparizioni visive dei morti; cos come la divisione sessuale nel sacerdozio, da un lato la donna che domina, dallaltra interdetta. Il cosmo tuttavia opera di un solo creatore: Olorun. E necessario quindi che queste divisioni non sopprimano la sua unit, questi quattro scompartimenti devono essere legati tra di loro. E chi potrebbe farlo meglio di Esh, visto che lui che apre le porte e traccia i cammini? Questa la mansione di cui parleremo adesso. Esh pratica delle aperture tra questi quattro domini, sblocca le chiusure che li separano per farli comunicare, con la sua intermediazione e assicurare cos lunione cosmica. Esh per noi lelemento dialettico del cosmo. Arthur Ramos scrive senza maggiori commenti: Il culto di Ifa a Bahia strettamente legato a quello di Esh. Questo legame si nota anche nelle vesti liturgiche. Sofia, figlia di Esh, aveva due costumi, uno nero, rosso e bianco a conformit dei colori tradizionali del suo dio, laltro invece era verde, giallo e con della paglia, i colori tradizionali di Ifa. Lo stesso si ritrova a Cuba dove i preti sono soliti dire: Orula ed Elegg sono uno. Certamente, a volte, i miti sono contrastanti: in alcuni Esh il primo indovino che dona a Ifa larte di gettare lopel, in altri Ifa il primo indovino e con lastuzia Esh riuscito a sottrargli certe conoscenze. In ogni caso le due divinit rimangono strettamente unite. Indubbiamente, come abbiamo visto, ogni odu la parola di un Orish determinato; a volte Shang chetarla, altre Yemanj, ma le loro parole resterebbero per noi incomprensibili se non fossero tradotte in una lingua accessibile agli uomini ed Esh lincaricato di questo compito, guidando la mano del babala. In Brasile la collana di Ifa sempre meno utilizzata, la si sostituisce con il dilogun. Il che vuole dire che la figura di Esh che presiede alla divinazione delle conchiglie, non fa che acquistare sempre pi importanza nel nostro primo scompartimento del reale. Egli apre veramente la porta degli eventi, traccia il cammino dei percorsi individuali, indica il destino degli uomini, decide le misure (in generale dei sacrifici speciali) per sormontare gli ostacoli. E inutile insistere su questo primo punto, poich tutti quelli che si sono interessati alla figura di Esh hanno sottolineato il suo legame sia con la divinazione che con il babala, al punto che Frobenius studia Esh non nel suo capitolo su grandi dei ma in quello che consacra a Ifa; Herskovits lo stesso per quanto concerne i Fons. Mentre, al contrario, il legame tra Esh ed Ossaim sembra non essere stato riconosciuto o, per lo meno, quando se ne parla, lo si fa non con i termini esatti.

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Se si accetta che, a volte Esh si occupi anche di foglie, si pensa che sia solo con propositi malvagi. Si tende cos a legare questo dio con la magia nera. Certamente le lotte degli schiavi contro i padroni bianchi hanno orientato Esh in questa direzione, ma non si tratta in quei casi che di circostanze storiche che non chiariscono il problema a fondo. Le lotte razziali non possono influenzare se non seguendo delle linee gi tracciate dalla tradizione ancestrale che non apre, per cos dire, delle nuove strade. Se i Negri si sono serviti di Ogun per resistere al regime servile era perch, nella mitologia trasportata dallAfrica, egli era il dio della guerra e delle armi bianche. Allo stesso modo, se hanno chiesto a Esh le erbe per addolcire i Signori, era senzaltro perche egli era anche il dio della vegetazione, o, per lo meno, che partecipava in qualche modo al mondo vegetale. Oppure che il posto occupato da Esh nel governo della boscaglia e della foresta pi essenziale? E certo che Esh non si distingue dagli altri Orish, che certe piante come lalevante (Amomum Cardanum) o il mangerico (Basilico) gli sono pi particolarmente associati e che non si lavano pi le statuette di argilla che lo rappresentano ma gli ota degli altri dei, con qualsiasi preparazione di erbe. E vero inoltre che la mitologia, lungi da rappresentarci Esh ed Ossaim come due amici che camminano mano nella mano, allude piuttosto alla lotta tra Ossaim ed Ifa o, se lo si preferisce, tra il babalosaim e il babala in cui Esh dalla parte di Ifa, contro il padrone delle foglie. In una leggenda conservata a Cuba, si vede, per esempio, che Esh nutre i figli di Ifa con del sangue, mentre Ossaim non pu nutrire i suoi che con il succo delle erbe, ci che fa che i primi abbiano il sopravvento sui secondi. Tutte queste lotte riguardano, verosimilmente, i procedimenti divinatori, in quanto che anche Ossaim ha le sue proprie parole. A Bahia non se ne parla molto volentieri, ma esistono delle zucche misteriose che si possono consultare come le conchiglie e che rispondono alle domande poste , solo che, come sembra, rispondono a voce alta (fenomeno di ventriloquio?). In questo caso soltanto Ifa che lo ha istituito e che ha fatto trionfare questo suo metodo su quello del suo rivale, giustamente, grazie allaiuto e al soccorso di Esh. Tutto ci sembrerebbe quindi farci allontanare dallidea che ci sia un legame tra Esh ed Ossaim, ma bisogna ricordare che, se il babalosaim che va a raccogliere delle foglie nella foresta obbligato a cantare dei canti di ash, entrando nel bosco, questi canti presentano tutti la stessa struttura, un saluto alla divinit associata alla foglia che si deve tagliare e un verso finale, sempre lo stesso, qualunque sia lOrish invocato: eu arei meu ash Tutti salvo Esh che ha un canto speciale e non segue la solita regola: Esh quem qu Ala tp Questa differenza non pu essere dovuta al caso, ma gi di per se stessa rivela che, nel campo della vegetazione, Esh occupa senza dubbio un posto a parte. In Amazzonia, dove il ruolo di Ossaim andato un po perduto, Esh che lo rimpiazza: Nelle guarigioni magiche che accadono a Manaus, specialmente nei batuques, con laiuto della ricca farmacologia indigena, Esh adorato. Senza di lui non ci sarebbero guarigioni, poich, se losi dimenticasse, potrebbero sorgere delle complicazioni. Egli capace di scompigliare tutto (come dire che il rimedio non avrebbe pi efficacia, anzi, potrebbe fare leffetto contrario a quello desiderato). Quando la madre degli dei, Ifigenia, applic la sua terapia primitiva a un nero di Maranho , che io conoscevo, non dimentic di dargli una bottiglia di olio di palma, dicendogli: necessario occuparsi di Esh poich, siccome io sono una devota della Vergine, egli non mi ama.

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Poi diede a quel nero la bottiglia raccomandandogli di portarla in un crocicchio (prima di assumere il rimedio prescritto). A Bahia anche Esh utilizzato, insieme ad Ossaim, per la guarigione delle malattie; uno dei nostri informatori ha voluto comunicarci due dei canti utilizzati per questo dio e che si cantano mentre si fanno dei gesti magnetici o delle specie di massaggi sulla parte malata: Dandara areo leo leo Dandara areo leo leo Dandarao Nusseregu Kabeda Ele Madago C pure un canto per Esh: Fa im la, nel corso del quale le mani fanno un movimento come se lavassero il corpo, facendole passare prima dietro le orecchie e poi davanti, come volessero strappare via qualche cosa dal corpo; certi fedeli fanno il movimento di purificarsi il corpo. Si pu notare cos, nella stessa linea di similitudini, che i ferri simbolici di Esh assomigliano a quelli di Ossaim. A tal punto che, come dicevamo, Arthur Ramos ha confuso i due segni. In realt c una grande differenza: i ferri di Esh terminano tutti senza punte; le sette strade del reame prendono la forma di sette lance, mentre non ci sono che sei punte di lance per Ossaim, lultimo ferro e il ferro centrale terminano con un uccello. E solo per il nome e per laspetto generale di feticci (come li chiamano a Bahia) che questi due simboli sono simili. Elegg e Oggun, Ochosi e Osain e gli Ikus sono molto uniti dicono a Cuba. I Negri di quellisola delle Antille considerano anche che Eleggu, il nome che l si da a Esh, che il guardiano della zucca misteriosa attraverso la quale parla Ossaim. Adesso ci pi chiara la ragione per la quale, malgrado la lotta per la supremazia tra Ossaim e Ifa, durante la quale Esh si mette dalla parte di Ifa, un legame esiste tra il padrone delle strade e quello delle foglie; ma notiamo anche che questo legame non unidentificazione pura e semplice. Leterogeneit dei due domini, quello degli individui e quello della boscaglia selvatica salvaguardata. Esh non agisce come Ossaim per mezzo dellash o, se si preferisce, per mezzo della mana di foglie. Al contrario, da questo punto di vista, il babala che ha bisogno dell Olosaim per fare l Ifa particolare agli individui che lo richiedono e noi, abbiamo dimostrato che in Africa, ogni indovino ha il suo assistente che va a raccogliere le piante necessarie; per fare il suo Ifa bisogna fare allo stesso tempo il suo Esh personale e cos pure il suo Ossaim personale. Non ci sono quindi confusioni di dominio, ognuno mantiene la sua autonomia, ma, come ce lo suggeriscono linterpretazione data in Amazzonia e i diversi canti di ash, Esh ha un posto a parte nel regno delle piante, in quanto colui che apre le strade o in quanto un guardiano. Se non gli si facesse unofferta, come a Ossaim e prima di lui, sia un poco di tabacco o un canto appropriato, potrebbe far perdere lOlosaim nelloscurit della foresta, fargli incontrare dei serpenti o altre bestie pericolose, farlo restare impigliato tra il fogliame e le liane o cadere nelle paludi traditrici. Insomma, Ossaim regna sugli ewe e Esh sulla boscaglia dove spuntano questi ewe. Il compito di questultima divinit, in effetti, non quello di portare via agli altri quello che a loro appartiene a pieno diritto, ma di stabilire delle comunicazioni, formare aperture tra le chiusure e le separazioni, far partecipare tra di loro i vari scompartimenti del reale, essendo lui lunico Orish che ha un piede in ognuno di questi scompartimenti. Anche nel regno dei morti? Come abbiamo gi visto, gli dei hanno paura dei morti, che gli Egun non sono mai adorati nelle case vicine a quelle degli Orish ma in quelle ben lontane da queste. Solamente Yansan aveva un posto nelle cerimonie in onore degli antenati, in quanto

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vittoriosa su Esh. Ci domandiamo dunque, a questo punto, se Esh non abbia una funzione anche in questo campo e, se s, con quale finalit? Il Padre Frikel scrive: ci sono diversi tipi di morti, quelli che sono morti in modo naturale al richiamo degli dei e quelli la cui morte stata dovuta allazione di qualche stregone ad esempio quelli assassinati o quelli che si sono suicidati. In questi due ultimi casi (il morto) non diventa Spirito (ecu-ourum) ma fa parte della schiera di Lba (il cattivo Spirito, identificato con il Diavolo)... Queste anime restano cos per sette anni e non possono fare che del male. E poi aggiunge: Colui che stato cattivo in vita, deve, come punizione, errare nello spazio e sulla terra come un cattivo Spirito. Queste Anime vagabonde e malvage o espirito ruim) sono gli ara-ourum... I corpi impuri non faranno mai altro che degli araourum o degli Esh. Quantodetto sembrerebbe indicare in primo luogo che due tipi di spiriti diventano degli araourum dopo la loro disincarnazione; quelli che sono stati assassinati o quelli che hanno condotto unesistenza disonesta. In secondo luogo che questi ara-ourum sono anche definiti degli Esh. Non neghiamo che idee analoghe non si trovino anche a Bahia. Una volta mi hanno raccontato di un Negro che, appena morto, era diventato un Esh e che importunava la sua famiglia e i suoi vecchi amici. Di cose simili non se ne fa oggi menzione, in generale, che allinterno delle nazioni bant e sotto linfluenza delle credenze portoghesi, cio delle teorie popolari correnti sullorigine e la natura dei fantasmi. Il Padre Frikel le ha preferite assai pi volentieri perch si confacevano alletica cristiana e rivelavano ai discendenti degli Africani se non lidea dei patimenti eterni, per lo meno il castigo provvisorio a causa dei peccati commessi nella vita terrestre. Le affermazioni contenute su questo argomento nei suoi articoli, non mi sono state tuttavia confermate dai sacerdoti delle sette yoruba, in particolare lidentificazione delle anime sofferenti con gli Esh. Forse gli informatori del Padre Frikel volevano farsi capire da un Bianco cos lontano dalla loro mentalit, usando il nome di Esh, cos ben noto, per fargli sentire che i fantasmi erano degli esseri pericolosi; forse lo hanno semplicemente ingannato. In ogni caso i morti non diventano degli Esh; noi dobbiamo orientare le nostre ricerche in unaltra direzione per trovare il vero legame tra questo dio e gli Egun. Sfortunatamente, come gi constatato nel precedente capitolo, tutto quello che ha a che fare con gli Egun resta avvolto nel pi grande mistero ed una societ segreta che si occupa del suo culto. La morte il castigo per quelli che violano il segreto; ben poche persone hanno il coraggio di entrare in questo argomento con qualcuno. Nonostante quanto detto, abbiamo qualche punto di riferimento. Prima di tutto, nel pad di Esh, non si rende unicamente omaggio a Esh, come indica il nome del rituale, ma anche agli antenati fondatori del terreiro. Li si allontana gli uni e gli altri, prima di cominciare le cerimonie, con delle parole suadenti e unofferta di cibo. Inoltre, nella cerimonia funebre dellashsh, dove non c possessione, in quanto gli Orish spaventati sono scappati via, a parte Yansan, la casa il santuario dei morti, Esh pu ancora intervenire, il servizio religioso ha inizio, obbligatoriamente, con un canto in suo onore. Questi due fatti non sono sufficienti per chiarirci il legame che pu esserci tra Esh e gli Egun, ma ci indica, pur sempre che questo legame esiste. Sar che a Bahia ancora conoscono questo legame, oppure lo hanno dimenticato? Il silenzio che si forma ogni qualvolta si entra nel discorso degli Egun non ci da la possibilit di rispondere. In ogni caso in Africa dove potremmo trovare lanello mancante alla nostra dimostrazione. Herskovits dice che nel Dahomey, Legba incaricato di contare i nomi delle persone che nascono e di quelle che muoiono nella stessa giornata, affinch questi nomi si corrispondano esattamente e che lanima di chi appena morto possa reincarnarsi nel corpo dellinfante che vede la luce del giorno.

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Esh avrebbe quindi lo stesso ruolo che gli abbiamo assegnato finora negli altri domini studiati. Egli sta alla frontiera tra la vita e la morte, tra il mondo degli individui e quello degli Egun. Egli apre e chiude le porte, dalle nascite ai decessi, in modo da mantenere il buon equilibrio e il buon ordine delle cose. Egli sorveglia i cicli delle reincarnazioni al fine che nulla disturbi lordinamento della societ, dal punto di vista demografico e da quello di tutti gli altri. Per finire, ci resta adesso da stabilire il suo spazio nel mondo degli Orish, in quanto ci sembrato che questi ultimi, oltre che presiedere a certi fenomeni naturali come: la tempesta, il mare, o certe attivit della societ come: la caccia e la metallurgia, introducevano anche una classificazione del mondo. E qui constatiamo che, ancora una volta, Esh rappresenta un agente del legame fra questi. Tutti i nostri informatori ci hanno sempre detto che ogni Orish ha il suo o i suoi Esh, che agiscono come dei domestici o come degli schiavi. Non bisogna per confondere gli Esh servitori con le semplici forze della natura personificate, come ad esempio Bori e Aff. Bori e Aff accompagnano il primo Shang e il secondo Yansan in ogni loro spostamento. Bori rappresenta le tenebre della tempesta e Aff il vento furioso che precede la pioggia. Gli Esh sono di tuttaltra natura: sono dei messaggeri o postini degli dei, in numero variabile secondo le divinit a cui sono legati. Per esempio, secondo Raymundo di P:A:B:, Yansan ne ha da 14 a 25, Omol 25, Nanan 31. Queste cifre sembrano esagerate e i sacerdoti discutono a lungo a questo proposito senza, per altro, arrivare a mettersi daccordo. Secondo lidea tradizionale Ogun ha sette Esh nella sua scorta e, quando esce, ha tutta la sua scorta dietro; per, come abbiamo visto, questi Esh sono minimo 21 e questa quantit si spiega facilmente se si pensa che, prima di tutto, Ogun considerato come colui che apre le strade, che, con il suo coltello, taglia le liane, sgomberando le via da percorrere ed per questo che, spesso, egli occupa il secondo posto negli sher dei Candombl e che i canti a lui dedicati vengono subito dopo quelli per Esh; forse per questo a lui dedicato il giorno di Marted nella settimana, mentre il luned il giorno di Esh. Un mito racconta che, al momento della sua dipartita dal mondo tra gli Orish, Ogun abbia lottato con Esh per il possesso del suo coltello e, poich Esh non era riuscito a strapparglielo, Ogun, per ripagarlo della perdita, gli concesse il diritto di avere il primo sacrificio. Ogun ed Esh vanno sempre accoppiati, Ogun apre con il suo coltello i sette cammini del regno di Esh. Per questa ragione si comprende come certi Babalorish abbiano la tendenza di dare per compagni ad Ogun linsieme di tutti gli Esh e non solamente sette di loro. E difficile, di fronte a tali informazioni contraddittorie, dare con esattezza il numero degli Esh che accompagnano i diversi Orish. Lunica cifra sulla quale non ci sono controversie quella di Ifa che ne ha sedici, corrispondenti ai sedici odu maggiori per la divinazione dell opel. Questo numero di sedici diventato talmente abituale che alcuni Babalorish di nazionalit Bantu, come Ciriaco, pensano che gli Esh siano solamente sedici in tutto e non ventuno come generalmente si dice. In effetti, per, sedici soltanto il numero degli Esh legati ad Ifa. C ancora un argomento sul quale tutti i nostri informatori si sono trovati daccordo a Recife e a Porto Alegre ed che lo stesso Esh pu servire diversi Orish al medesimo tempo. Per esempio: Esh Ajel pu servire Yemanj e Oshum cos come Oshal. Per contro ci sono differenze di rituali a seconda dei terreiros o le citt, come in un terreiro oyo di Porto-Alegre, lEsh che rispedito (despachado) nel pad preliminare, varia secondo la divinit a cui si fa la festa; se la cerimonia celebrata in onore di Oshal, il pad sar fatto per Ajelu; se celebrata per Omol, sar fatto per Legba. Tali distinzioni non sembrano esistere nei Candombl di Bahia, dove tutti gli Esh sono rispediti in una sola volta nel pad; il che si spiega d'altronde visto che in queste grandi feste annuali tutti gli Orish e non solo uno o due discendono per montare in gruppo sui loro cavalli. Quello che a noi interessa, per arrivare ad una soluzione di questo problema, non tanto conoscere il numero esatto degli Esh attribuiti alle diverse divinit, ma di sapere che questo numero non sia illimitato e che gli stessi possano passare dalluna allaltra di queste divinit, dato che questo scambio il primo segno che noi troviamo nel ruolo che spetta a Esh nella compagine degli dei e, di conseguenza, nei corrispondenti scompartimenti del reale. Anche nei

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miti, daltra parte, dove interviene Esh, questi viene indicato assai sovente nel ruolo di intermediario degli Orish. 1. Un giorno Orumila, chiamato anche Ifa, lindovino, il dio poderoso, usc dal suo palazzo per fare un viaggio. Seguito da tutta la sua corte di Esh, i suoi schiavi. Arrivato ad un certo punto del suo cammino, incontr un altro corteo la cui figura principale era una donna stupenda. Egli si ferm, stordito da tanta bellezza e mand uno dei suoi Esh per scoprire chi fosse quella donna. Esh and da lei, le fece odubale, disse di essere schiavo di Orunmila e che costui lo mandava a chiederle chi lei fosse. Ella rispose che si chiamava Yemanj, regina e moglie di Oshal. Esh ritorn da Orunmila e gli rifer quanto appreso. Allora Orunmila le mand un messaggio dicendo che desiderava avere con lei una conversazione nel suo palazzo. Yemanj si allontan non accondiscendendo subito alla richiesta, ma un giorno si rec a parlargli. Non si sa quale conversazione ebbero insieme (dice il narratore con malizia), ma quello che certo che lei ritorn incinta... Quando nacque il bimbo, Orunmila mand Esh Baba, il pi vecchio degli Esh e suo segretario, a verificare se lomolei il bambino avesse una verruca, un segno o una qualunque macchia sulla testa, indice certo che linfante era suo figlio... 2. Anche dopo il suo matrimonio con Oshum, Shang continuava ad andare alle feste da solo, a fare baldoria e ad avere delle avventure con altre donne..Egli aveva chiuso sua moglie in una torre del suo castello quando, un giorno, Esh Etamata, padrone dei crocicchi, arriv a quello dove si trovava il castello di Shang e vide Oshum che piangeva sotto la veranda e le domand che cosa avesse di tanto triste. Esh and allora da Orunmila (padre di Oshum) a raccontargli laccaduto. Questultimo prepar un ishe (polvere di foglie magiche) e fece dire a sua figlia di tenere la finestra aperta... (il seguito del mito racconta come questa polvere trasform Oshum in una colomba che pot cos fuggire dalla sua prigione e riunirsi con suo padre). Questi due esempi sono sufficienti per dimostrare che i Negri brasiliani non hanno dimenticato che, malgrado il legame popolare di Esh con il diavolo, egli non cattivo ma, al contrario, un utile servitore degli Orish, addirittura un cuore sensibile alle loro sfortune e che ha, come funzione principale quella di metterli in comunicazione gli uni con gli altri e trasmettere i loro reciproci messaggi. Non possiamo studiare tutti i ventuno Esh, alcuni di essi non hanno neppure una ben marcata caratteristica. Essi sembrano prima di tutto degli dei funzionali (guardiano della porta, padrone degli incroci di strade, padroni della casa) pi che degli esseri mitologici. Noi ci accontenteremo di distinguerne due, o meglio, due tipi di Esh: gli Esh di terra e gli Esh di ferro, quelli che Nina Rodriguez chiamava Esh-bara e Esh-ogum. Vicino alle porte dei Candombl si trovano, negli speciali pegi, degli Esh fatti di fango intriso di olio di palma, posti su dei piattini o scodelle. Questi Esh asessuati hanno una vaga forma umana o, pi esattamente, si compongono di una testa i cui occhi e naso sono formati con delle conchiglie e di un tronco. Questa composizione obbedisce a dei riti segreti che significano, a volte, che Esh-bara il pi grande mistero del Candombl. Quanto allEsh di ferro, Nina Rodriguez lo chiama Esh-Ogun, perch Ogun il dio del ferro, ma questo nome di Ogun non che un qualificativo che, daltra parte, ha qui la sua ragione di essere, un simbolo. Si pu forse dimenticare che la terra il regno percorso incessantemente da Esh, come un organismo vivente con la sua carne e il suo scheletro? Esh-bara rappresenterebbe allora la parte molle, malleabile della terra, quella che le mani nere possono lavorare con lolio di palma o il sangue sacrificale, mentre Esh-Ogun rappresenterebbe la parte dura, le ossa, i minerali nascosti nelle profondit del sottosuolo, che le mani esperte di Ogun che li forgia, trasformano in picche, zappe, lance o coltelli luccicanti. Solamente la ruggine che corrode il ferro gli ridona il suo aspetto primitivo di scheletro, di minerali dispersi, di ossa della terra viva ed per questo che gli Esh di ferro sono di quello arrugginito. Tutto questo spiegherebbe, in tanta bellezza mistica, un estetismo della vita minerale. A Porto Alegre, Esh-bara ed Esh di ferro sono altrimenti definiti, in una forma pi antropomorfica: Esh il vecchio ed Esh il giovane. Il suo corrispondente Legba del Dahomey appare, quando danza ad Haiti, come un vecchio curvo ed considerato come un dio frigido, in

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contrapposizione al carattere fallico di questa divinit in Africa. E lui che interrompe le relazioni sessuali tra luomo e la donna, che rende impotenti o sterili. Appare pure come un dio pi giovane e allegro. La sua danza chiamata Yanvalou-ginocchia perch caratterizzata da un movimento alterno di sollevazione ed abbassamento sulle ginocchia flesse, insomma una danza da ballerino che apre le cerimonie. Questo fatto ispira a Jaques Roumarin le seguenti riflessioni: Saltellare, cominciare, fa notare Curt Sachs... Si ritrova la danza saltellante nelle mitologie di quasi tutti i popoli. Il dio danzante Dioniso per i Greci. Ippocrate, ladolescente di Osiride in Egitto... Il motivo sussiste in Baviera, nel Chiengau, dove la giovane sposa saltella nella danza che la deve introdurre nel suo nuovo stato. Questo perch saltellare vuol dire cominciare e che questo Yanvalou aprirebbe giustamente la serie delle danze rituali. A Bahia, il dio che danza in questo modo non Esh, perch Esh non discende che raramente ed ha ben pochi figli. E sostituito in questa funzione da Omol oppure da Shang, ma il Shang giovane, e quindi quello dellinizio. Si narra in effetti, che quando era piccolo, Shang fece una caduta e da quel momento dovette camminare appoggiato a delle stampelle. In molti pegi di diversi Candombl si trovano le stampelle di Shang in evidenza, e si pu notare che hanno la tendenza a prendere la forma della doppia ascia, simbolo di quella divinit. Si ritrova invece nel mito della separazione di Shang con Oshum, ci che giustifica, agli occhi degli Haitiani, la frigidit di Legba in materia amorosa: Oshum era sposata con Ogun, ma Shang laveva vista e se ne era innamorato, la seguiva dappertutto, di nascosto, aspettando il momento in cui lavrebbe trovata sola in un luogo appartato. Finalmente quel giorno arriv e Shang, non potendone pi di una cos lunga attesa, si precipit su di lei per violarla. Ma, poich tutte le strade appartengono ad Esh, questi apparve di pronto per separare la coppia. E vero che uno dei ministri di Shang di Bahia si rifiutava di accettare questo mito, dove Shang non faceva una parte tanto degna, e diceva: "Non vero, Shang non ha mai cercato di violentare Oshum, egli si accucciato volontariamente ai suoi piedi, senza toccarla, per dimostrarle tutto il suo rispetto. O forse la resistenza di Oshum" aggiungeva: "che non ha voluto essere presa con la forza, ma ha ottenuto che il suo amante dormisse ai suoi piedi come segno della sua superiorit". Concludendo: 1. Esh ama anche lui Oshum; abbiamo visto nel mito da noi riportato dove lui avvisa il padre di Oshum che sua figlia infelice e abbiamo visto che una figlia di Oshum che ha il diritto di essere apetebi, ossia consigliera nella consultazione delle conchiglie di Esh. 2. che Oshum pur diventata la moglie di Shang e questo, come certi miti raccontano, malgrado gli Esh incaricati di proteggere la sua virt e che si lasciano imbrogliare dal dio del lampo. Ma se Oshum ha delle relazioni sessuali con Shang, senza che pi interferisca Esh, perch queste relazioni sono utili alla societ e alla natura: allo stesso tempo Schang si gett fra le braccia della Regina, una nuvola spaventosa copriva il cielo, gli alberi si spezzavano alla luce dei lampi, tutta la terra beveva con avidit lacqua della tempesta. Dallunione di Oshum con Schang era nata la benefica pioggia. Queste relazioni sono diventate della relazioni legali e non il frutto della violenza. Esh non pu e non vuole impedire alla pioggia di cadere, ma la pioggia pu distruggere i raccolti, dilavare la terra, cos come pu fare spuntare le piante; allo stesso modo la folgore pu provocare il fuoco ma, allo stesso tempo punire i cattivi. La pioggia e il lampo devono quindi essere controllate nelle loro manifestazioni ed Esh che qui interviene, in questi miti a prima vista contradditori, in cui egli sia separa e sia permette allunione di essere effettuata, in veste di sorvegliante che tutto pu sui fenomeni cosmici.

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Tutti questi miti tendono dunque a confermare il compito di Esh come regolatore del cosmo, come colui che sfonda le barriere, che traccia i percorsi. In conclusione: un dio dellordine. In quanto messaggero delle divinit, fa si che i diversi Orish comunichino tra di loro; apre le porte tra i diversi scomparti del reale, ma non li apre se non per un buon scopo, nellinteresse generale. Impedisce, invece, gli incontri brutali di queste forze della natura che potrebbero trasformarsi in pericolosi scontri. Se egli non balla la danza saltellante dellinizio delle feste, delega, in sua vece, Omol o il giovane Shang. Lordine temporale cos rispettato come lordine spaziale. Adesso ci facile comprendere il carattere di imbroglione di Esh: infatti, se a volte ha laria di introdurre il disordine, le dispute, le disavventure nel mondo divino o umano, contrariamente alla sua finalit essenziale, non che per riportare lequilibrio generale sul quale egli veglia con tanta cura. Oltre a questo, anche se sembra paradossale, una lezione di ordine che egli impartisce ai suoi fedeli. Frobenius lo aveva capito quando scrive: Allorquando Edschou vuol fare nascere discordia tra due amici, egli cammina sui loro campi. Va nella direzione contraria ai suoi passi... ed proprio nellinverso del senso normale che risiede .. la causa del conflitto. E curioso che Frobenius tralasci unaltra delle storie maliziose che si raccontano in Africa e che, per noi, molto pi significativa. Si capisce che per lui Esh soltanto il dio dellorientamento, il che non che una delle sue caratteristiche e non quello che, prima di tutto, egli ci sembrato essere, cio il padrone delle intercomunicazioni. Secondo questultima leggenda, Esh fa uscire Olokoun (il mare) dalla sua dimora per farla entrare nella casa di Oshum (lacqua dolce), mentre che Oroun, il sole, cambia pure lui di abitazione. Oshal, naturalmente, si oppone a tutti questi cambiamenti, poich lui ha assegnato una dimora fissa per tutta leternit, un compartimento del reale, ad ogni Orish. Vari scompigli sorgono a causa di queste migrazioni divine, per le quali Esh ne porter, naturalmente, le conseguenze, per lui disastrose. Tutto questo significa che lordine del cosmo collegato alla classificazione delle cose, alla stabilit di queste classificazioni e che soltanto Esh ha il diritto, in quanto padrone delle strade, di legare tra di loro questi concetti direzionali e queste categorie organizzatrici del mondo. Quando la sociologia francese ha toccato il problema di quello che, a torto, ha chiamato la mentalit primitiva, stata subito colpita dalla legge della partecipazione ed ben certo che questa esiste. Se, negli ultimi anni della sua vita, Lvy-Bruhl ha rifiutato il concetto teorico che ne aveva dato nei suoi primi libri, non ha mai negato, per contro, la realt stessa della partecipazione; troppi esempi e testimonianze ne provavano lesistenza. Non abbiamo forse anche noi, nella presentazione del Candombl, mostrato che il legame sociale tra gli uomini non era altro che il riflesso, o la conseguenza, del loro grado di partecipazione a certe realt mistiche? Ma tutto non partecipa a tutto, se il pensiero razionale, che esiste in tutti gli uomini, non potesse affrontare la realt, il che renderebbe impossibile il controllo o lutilizzazione delle forze della natura. Le partecipazioni si svolgono dentro ben definiti limiti e, tra questi, non vi legame. Al contrario, se li si vuole fare partecipare insieme, si producono dei contrasti, dei pericolosi disordini; cos come lelettricit non pu che seguire certe correnti del corpo conduttore e non qualsiasi direzione. Perch luniverso sia concepibile, bisogna che sia suddiviso in concetti classificatori. Tale era la conclusione a cui si era giunti nel nostro precedente capitolo. Tuttavia questi concetti eterogenei erano anche un ostacolo al pensiero, poich il pensiero non soltanto il ridurre la molteplicit a degli schemi, ma ancora dialettica, passaggio da una categoria allaltra. Certamente la mitologia africana ci offre, a volta, dei legami tra una categoria e laltra: per esempio Oshossi stato allevato da Ossaim, diventato il suo cacciatore, vagabonda insieme a lui nel regno del fogliame dove, ancora, Yansan danza in mezzo agli Egun, le braccia spalancate in forma di croce, come se volesse respingere le turbe dei morti, usciti dalle loro tombe e ammassati intorno a lei. Ma questi legami non sono che dei legami di parit. Solo Esh ci parso avere un posto nelle quattro grandi categorie; labbiamo visto come schiavo di Ifa, portiere di Ossaim, controllore delle reincarnazioni degli Egun e come domestico degli Orish. Questo vuole dire che lui e solo lui che rappresenta il principio della dialettica e dellintercomunicazione. Anche rispettando la diversit o la molteplicit del reale egli ne fonde lunit. Prendendo dei riferimenti con altri popoli africani egli ha, in qualche modo, il ruolo che ha la parola di Nommo nella metafisica della gente Dogo, come nei viaggi di ricognizione di Faro questa ha nella religione Bambara. Miti analoghi si possono trovare tra le popolazioni Amerindie che non ignorano gli imbroglioni ma danno a loro un ruolo di utilit.

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Olorun, dopo aver creato il mondo, stabil la divisione del cosmo, ogni Orish ricevette un reparto da comandare. Oshal, in quanto suo successore legittimo, assicura il mantenimento di questordine. Esh, infine, lintermediario tra questi due regni separati ed per questo che ogni Orish ha diversi Esh al suo servizio, per trasmettere i suoi messaggi e portare la parole divine da una casa allaltra. Questi Esh possono essere scambiati tra gli dei. Lordine nel mondo non pu limitarsi, tuttavia, a questo insieme di legami orizzontali, suppone anche una gerarchia non solamente una classificazione ma anche una stratificazione dei concetti. Quindi Esh non solamente il dio dei cammini orizzontali, ma anche dei cammini verticali. Per questo il suo posto nel culto di Ifa cos importante. Per mezzo degli odu egli parla o, pi precisamente, poich ogni odu la parola di un Orish differente, egli traduce per gli uomini la lingua degli dei. Non solamente nel culto di Ifa Esh collega il pi alto con il pi basso, ma assolutamente in tutti gli scomparti che abbiamo descritto. Nel campo di Ossaim, le divinit hanno le loro foglie, indispensabili per fissare gli Orish nella testa dei loro fedeli: Esh apre loro la porta. Nel regno dei morti lui che permette il passaggio degli Egun nei corpi dei bambini appena nati. Infine, non ci sarebbe nessuna trance mistica nel Candombl (o se si verificasse sarebbe un disordine completo), se prima non si celebrasse il suo pad, se non gli si chiedesse, allinizio, di andare a portare alle divinit il desiderio degli uomini che li invitano a scendere per danzare nelle loro feste. Esh dunque dappertutto lungo la linea che va dagli Orish ai mortali o dai mortali agli Orish. Lordine non sta solamente nel rispetto dellautonomia dei concetti ma anche su quelli della loro subordinazione e gerarchia.

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CAPITOLO V - LA STRUTTURA DELLESTASI E il corpo di ballo... limmagine dellintero mondo.


(Griaule, Dio dellAcqua, pag.225)

Gli Orish, dunque, occupano, nella struttura della gerarchia del cosmo, il posto pi alto. Questi Orish non sono degli esseri scomparsi ma continuano ad agire. Le loro storie si ripetono anno dopo anno su questa terra. Come scrive Van der Leeuw: Il pensiero mitico creatore una genesi, ha dato vita a tutto quello che esiste al giorno doggi, Il rituale non che la ripetizione, la messa in atto nel presente, di quello che gli dei hanno realizzato allinizio dei tempi. Avremo quindi due metodi possibili per studiare gli Orish: uno che definiremo deduttivo, e che consiste nel cominciare dai miti, per comprendere attraverso di essi la natura che dirigono o la cultura che fondano; laltro, linduttivo, che consiste nel cominciare dai riti per arrivare ai miti. Finora abbiamo seguito il primo metodo. Ma ci sfuggito forse qualche cosa? Il concetto del reale che i discendenti degli Africani mantengono a Bahia, che noi abbiamo analizzato, completo cos come labbiamo esposto nelle pagine precedenti? A titolo di verifica, dobbiamo adesso invertire lorientamento della ricerca e cio partire dai riti e vedere se c ancora qualcosa da scoprire. Vedremo, nel corso di questo capitolo, che saremo portati a complicare ancora il mondo degli Orish. Questa nuova complicazione non sarebbe sorta se non avessimo trascurato lanalisi strutturale della trance mistica. Effettivamente, quello che caratterizza il rituale del Candombl nelle sue grandi feste pubbliche annuali, che gli dei vi discendono per entrare nella testa dei loro figli. Abbiamo detto che lestasi il momento culminante di queste feste ed allo scopo che questa si possa verificare che si spedito anticipatamente Esh dagli Orish, si sono battezzati i tamburi e si sono eseguiti i canti degli dei, destinati a farli ritornare dal paese ancestrale. Il rito pu avere luogo da unaltra parte, presso altri popoli o in altri tipi di cerimonie, una semplice ripetizione a base di gesti arcaici che diviene realt vissuta, poich la persona posseduta considerata come lOrish stesso. Certamente lestasi non avviene subito e le danze mimetiche non sono diverse nella prima e nella seconda parte della festa, prima e dopo la possessione. Tuttavia hanno caratteri ben diversi: nella prima parte si esegue una semplice imitazione degli avvenimenti mitici, nella seconda, un vero riprodursi di questi stessi avvenimenti. A titolo di confronto, si potrebbe ricordare che una distinzione analoga esiste nel cristianesimo dove il semplice fedele ripete volontariamente limitazione di Nostro Signore Ges Cristo nella sua vita quotidiana, dove il mistico sperimenta davvero lagonia del Signore, al punto di vedere comparire sulle sue mani, sui suoi piedi e intorno alla testa, le stimmate sanguinanti della Crocifissione. Il rituale che studieremo in questo capitolo non sar dunque quello dellimitazione che solo preparatorio, ancora contaminato da tutte le impurit umane, ma il rituale dellesperienza vissuta, poich attraverso di lui che con pi facilit riusciremo a penetrare nel vero mondo degli dei. Tutti quelli che hanno analizzato i fenomeni della trance nelle religioni Afro-Brasiliane , non hanno visto questo elemento rituale, ma hanno insistito nel collegare questi fenomeni a quelli conosciuti, di carattere patologico, come listerismo, lauto suggestione e lipnotismo e hanno cos classificato le trance nei quadri ordinari della psichiatria. Se la crisi di possessione fosse questo fenomeno controllare listerismo, non vi vedremmo altro che movimenti disordinati, delle convulsioni o un rituale simbolico di certi traumi infantili, analoghi a quelli dei malati cos bene descritti da Freud. Noi, fin dal primo nostro capitolo, ci siamo sempre opposti a una tale interpretazione. Come abbiamo visto, lestasi avviene in un determinato momento del rito; che dico? Essa stessa il rituale. Un Louis Mars a Haiti, un Fernabdo Ortiz a Cuba giungono a delle conclusioni analoghe; se Louis Mars fa ancora posto allidiosincrasia personale, sotto forma di particolari complessi da scaricare, Fernando Ortiz, invece, rifiutando riguardo alle danze negre, il nome corrente di pandemonium insiste sui paradigmi tradizionali che regolano i passi delle ragazze possedute. Non neghiamo che, a volte, queste crisi rivestano degli aspetti spettacolari o drammatici, che possono essere male interpretati dagli psichiatri, ma facciamo

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notare, allora, che qui si tratta di uno dei tre casi che esporremo pi avanti, ma intanto precisiamo che a volte le persone possedute non sono quelle iniziate, e, se sentono il richiamo del loro Orish, questi non altro che un dio selvaggio e liniziazione avr per fine di spingere questi individui ad uno stato selvaggio nel battesimo della loro divinit. Oppure, si tratta ancora di una possessione da parte di Esh, che gli Africani, giustamente, non confondono con la vera estasi e, come abbiamo gi detto, la definiscono con un termine diverso: si carica Esh. Infine il caso di certe vere possessioni, ad esempio quelle di Ogun, ma qui la violenza della crisi non altro che un fenomeno patologico, ricalcata su un modello mitico, poich Ogun un dio violento ed di conseguenza la societ che impone ai suoi figli queste manifestazioni terribili ed esteriormente spaventose. La violenza, quando si produce, non mai rottura del rituale, ma un obbligo del rituale. Si farebbe la stessa confusione se si rimproverasse ai Neri la sessualit delle loro danze; ci sono senza dubbio nel Candombl un certo numero di danze che potrebbero sembrare lubriche agli occhi di uno straniero inesperto, ma si tratta ancora una volta di una danza a comando, quella delle figlie di Oshum che, dopo essersi bagnate nel fiume, vestite con i loro pi bei ornamenti, vanno a sollecitare lamore degli uomini, eccitando i loro desideri con andamenti languidi. La trance religiosa regolata da modelli mitici, non che una ripetizione dei miti. La danza diventa un opera favolosa; lespressione di Rimbaud stigmatizza esattamente questo fenomeno. Se, per caso, degli elementi patologici sorgessero per turbare il clima della festa, gesti folli, urla o aggressivit, il Babalorish o la Ialorish calmerebbero subito, con gesti appropriati, la furia del cavallo che si impenna, affinch possa danzare nellarmonia musicale, e la sua estasi si inserisca nellinsieme del cerimoniale. Quello che noi definiamo come fenomeno di possessione, potrebbe ben definirsi come fenomeno di trasformazione della personalit. Il volto ha una metamorfosi, lintero corpo diventa il simulacro del dio. I cavalli di Shang non sono che maest reali, quelli di Ogun dominazioni bestiali, guerrieri selvaggi ( laspetto di Ogun-fabbro scompare sempre di pi in Brasile per lasciare il posto a quello di Ogun-soldato) il volto di Oshum traspira volutt, quello di Yemanj una semplice dolcezza amorosa. I gesti potrebbero, apparentemente, essere gli stessi, Oshum e Yemanj sono femmine e, di conseguenza, entrambe civettuole, amano guardarsi allo specchio, pettinare a lungo i loro capelli umidi, ma, quale differenza! Infatti i caratteri di Yemanj e di Oshum sono completamente opposti e questa differenza traspare proprio nellidentit dei gesti. Avremmo torto se pensassimo che ogni estasi sia individuale e che ogni membro della confraternita abbia un suo ruolo senza tener conto degli altri. Il balletto, infatti, ha tendenza ad essere teatrale, cio a rappresentare certe scene mitiche con diversi personaggi. In questo caso le trance interferiscono le une con le altre rispondendosi come se ci fosse un dialogo mimico. Ad esempio: se Aira discende sul suo cavallo quando c gi una figlia di Oshal posseduta, immediatamente Aira andr ad aiutare Oshal a cavalcare, quasi portandola fra le sue braccia filiali, come se il vecchio Oshal avesse le membra rotte, rappresentando cos in maniera drammatica, il mito dellacqua di Oshal che abbiamo gi raccontato. Una delle danze pi straordinarie del Candombl la danza pyrrhique (?U?176), che presuppone almeno due trance corrispondenti, quelle di due guerrieri o guerriere che incrociano le loro spade di latta e danzano turbinando di fronte ai tamburi. Lestasi non esclude la visione degli altri danzatori e neppure gli stimoli che provengono da fuori ma questa visione e questi stimoli sono quelli di un altro mondo, il mondo mitico dove la possessione ha lanciato i cavalli degli dei. Un ultimo esempio ce lo far comprendere ancor meglio. Shang aveva tre mogli, Yansan, Oshum e Ob, ma Oshum era la preferita e Ob la pi trascurata. Linfelice Orish, non sapendo pi come attirare le attenzioni del marito, domand, un giorno a Oshum come faceva lei per poter dividere cos facilmente il letto di Shang. Oshum, maliziosa, le rispose che lei aveva una magia e, nascondendo la testa in un fazzoletto perch non fosse palese la sua menzogna, dichiar che si era tagliata un orecchio per cucinarlo nel carur di Shang. Mangiandola, questultimo , aveva contratto unalleanza con lei unalleanza erotica perenne. Ob si tagli allora un suo orecchio, lo cucin e lo mise nel piatto di suo marito, ma appena questultimo prese un boccone del suo carur lo sput con disgusto e fece chiamare Ob per sapere che cosa avesse potuto mettere nel suo piatto di cos cattivo. Ob arriv con la faccia sfigurata, ancora sanguinante, piangendo... Shang incollerito mand

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via la sua terza moglie nel vederla divenuta cos brutta tanto da non ispirare pi nemmeno un desiderio sporadico. Nei Candombl di Bahia, quando appare Ob, il che accade raramente, una sola volta allanno secondo alcuni, ha lorecchio sinistro nascosto da un tampone di foglie oppure la testa coperta da un fazzoletto colorato. Se per caso vede una figlia di Oshum che danza sotto linflusso amoroso del suo dio, si slancia su di lei, folle di rabbia e allora necessario che gli altri membri della confraternita le separino, altrimenti verrebbero alle mani davanti agli spettatori divertiti. Come si vede, la danza estatica non solamente composta da una semplice congiunzione di estasi individuali, chiuse in se, e non in rapporto le une con le altre, come delle isole separate, unite solamente dalle stesse onde della musica e dagli stessi ritmi sonori dei tamburi. Neppure si tratta di una trance collettiva del genere di quelle delle famose epidemie del Medio Evo o delle Orsoline di Loudun (1632-1638), dei fenomeni di contagio morboso di pazzi in catene. Al contrario, nulla di pi lontano da quei casi in cui, si sa, per guarirli, gli individui indemoniati venivano tenuti isolati nelle loro celle. Qui si tratta, se mi si permette lespressione, di una trance inter-mentale o, meglio ancora, di un gioco ben condotto, dove avvengono molte trance, come fossero complementari, come se si corrispondessero, formando un intreccio di stimoli e di risposte adeguate, secondo uno scenario imposto dalla tradizione mitica. Questo carattere teatrale della trance religiosa potrebbe indurre il lettore che tutto questo sia generalmente pi simulato che reale e non neghiamo che possano essersene verificati dei casi nei terreiros non tradizionali e si dovrebbe parlare pi di delusione che di simulazione propriamente detta. Limpressione in tutti i casi sarebbe falsa, la trance autentica. Mi ricordo ancora di un piccolo Shang di 14 anni che conoscevo e che seguivo durante una cerimonia, il quale, con tutta la volont di questo mondo, cercava di cadere in trance per ricevere la sua divinit e i suoi sforzi erano qualcosa di commovente; la festa per termin senza che egli potesse cadere in trance. Mi si permetter ancora unaltra storia. Un commissario di polizia, figlio di Yemanj, personalit rispettabile, fiero della sua posizione sociale e del fatto che apparteneva alla piccola classe borghese, che qui , come altrove, caratterizzata da un certo puritanesimo di costumi e un certo senso del decoro, aveva labitudine, durante la possessione del suo Orish, di mendicare tra i fedeli chiedendo qualche moneta, come Yemanj aveva fatto nei tempi mitici. Ogni volta che questi ritornava al suo stato normale, si stupiva che ridessero di lui gli spettatori e di tenere nella sua mano dei soldi di cui aveva completamente dimenticato la provenienza. Dovette, alla fine, chiedere il suo cambio e sotterrarlo in un piccolo buco del serto. Il Dottor Ren Ribeiro ci fornisce degli esempi simili accaduti a Rcife: dei figli di Shang che sfiancavano i suonatori di tamburi con la loro danza sfrenata, dei Babalorish costretti a punire certi fedeli poco rispettosi prolungando le loro estasi, o intercalando con dei teleb i canti consueti, in modo da obbligare i figli colpevoli, a raspare la terra con le unghie, a cadere pesantemente a terra, o a dare delle testate contro i muri... Lestasi una cosa reale e tutto quello che si fatto o detto durante la crisi dimenticato al risveglio. Concluderemo quindi questa nostra prima parte sullargomento, dicendo che:"la struttura dellestasi la stessa della struttura dei miti" che serve da modello. Di conseguenza, per entrare nella comprensione del mondo mitico, si pu partire dallanalisi dellestasi ed quello che faremo. 1. Lordine dellestasi non lasciato al caso. Certi dei, malgrado il richiamo dei tamburi, dei canti o dei passi di danza, possono non scendere. In questo caso non si potr verificare alcuna possessione se, in principio, non vi stata una possessione da parte di Ogun. Ogun come Esh apre le strade, quando viaggia attraverso la boscaglia , cammina davanti ad Esh, aprendo con il suo coltello lintreccio del fogliame, per tracciare la strada in mezzo a spine e liane. Nelle sette del Dahomey in Brasile, troveremo, sotto forme leggermente diverse e con altri nomi di divinit, dei fenomeni analoghi. Quando le figlie possedute danzano in tondo, intorno al palo centrale, lo fanno seguendo ad un ordine ben preciso, secondo la gerarchia degli dei, per esempio: Yansan si mette sempre davanti a Oshum, perch la prima moglie di Shang e deve quindi precedere le mogli secondarie; inoltre, poich gli dei sono multipli, pu accadere che, in una stessa cerimonia, compaiano diversi Omol o differenti Yemanj ecc.. che si incarnano al medesimo tempo e, in questo caso, lordine del cerchio segue lordine

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cronologico, gli Orish giovani staranno davanti agli Orish adulti e questi davanti agli Orish vecchi, per esempio: Shang Aganj davanti a Shang Ogodo e questultimo davanti a Shang Aira. Uno studio di relazioni di precedenza tra le divinit o una classificazione secondo la loro et cos resa possibile attraverso lo studio dei rituali. 2. II Prima dellestasi si produce un fenomeno particolare, che gli Haitiani hanno definito meglio dei Brasiliani, quando hanno detto che i cavalli erano nella condizione di saouleloa, cio in uno stato di leggera ebbrezza, titubanti, come se dovessero cadere, sentendo di avere le vertigini. La trance propriamente detta non si produrrebbe che in seguito, con il cambiamento di personalit. Ma succede anche che il periodo intermediario tra lo stato normale e quello estatico sia cos rapido che lo spettatore non abituato non se ne accorge affatto. Tuttavia questo periodo di transizione, per quanto corto sia, esiste sempre e i musicisti possono anche renderlo palese eseguendo dei canti speciali detti canti di er. Cos pure quando il dio stato rispedito, il suo cavallo non riprende subito la sua normalit ma rimane per un momento in stato di er. Anche in questo caso il fenomeno cos fugace che bisogna porre la massima attenzione per notarlo. Ci sono pure delle cerimonie in cui possibile studiarlo, in quanto questo stato intermedio si prolunga un po di pi, per esempio nel panan che conclude il rituale delliniziazione, oppure nel corso stesso delliniziazione. Herskovits non teme di affermare che questa possessione dell er che egli ha trovato a Trinidad come a Bahia, is a major contribution of Afro-americanist research to Africanist studies. Che cos dunque ci che caratterizza questo stato che ci possa condurre a nuove scoperte nella nostra ricerca sulla filosofia degli Africani? Prima di dare una risposta alla seconda di queste domande, dobbiamo descrivere questo stato di er e faremo riferimento ad un articolo poco conosciuto di Arlindo Silva: Generalmente, durante il periodo dellinternato nella camariha (la stanza delliniziazione), le ya sono possedute da degli spiriti inferiori di carattere infantile ai quali si da il nome di yers (ortografia difettosa = ere). Per questa ragione, nella stanza, si trovano diversi giocattoli per distrarre questi spiriti birichini: piccoli carretti di metallo, biglie colorate, pennelli e matite colorate. Anche le pareti della camarinha sono sempre coperti da graffiti, da disegni identici a quelli che hanno labitudine di fare i bambini. A volte le yers diventano cos insopportabili con le loro birichinate che devono essere castigati per farli calmare. Allora la Madre degli Dei va dentro la camarinha con un frustino, colpisce la ya che incorpora lo yer, calmando in tal modo lo spiritello troppo vivace. Questi, tuttavia, cos irrequieto che la ya, da lui posseduta, sfonda la porta a spallate per andare fuori a divertirsi. Allo scopo di prevenire tali fughe, la Madre degli Dei attacca alle caviglie della ya degli sharas o sonagli, per localizzarla a distanza. Altre descrizioni come questa si ritroveranno nelle descrizioni di Clouzot sui cavalli degli dei. Egli si distacca da questo testo come da quello di Clouzot che l r una specie di trance infantile, e lo definisce come uno stato pi dolce, pi soave di quanto non sia la trance verae propria, non come ci era sembrato allinizio uno stato di semi-trance che accompagna lentrata, o pi sovente, luscita della divinit. Esiste, se non a Bahia, ma per lo meno in altre parti del Brasile, un differente tipo di Trance infantile, quella degli ibeji o gemelli. Esiste anche in certe sette originarie del Dahomey, con altri nomi di divinit, degli stati psichici analoghi alle semitrance degli r o trance infantili degli ibeji. Il fenomeno dell r non ancora stato ben studiato, quindi ci sembra necessario incominciare ad analizzare ci che avviene nelle sette del Dahomey di San Luiz do Maranho, cos come linsieme degli ibeji e il loro posto nel Candombl. Queste analisi preliminari non ci allontaneranno dal soggetto, come si potrebbe pensare in un primo tempo ma, al contrario, per mezzo loro potremo arrivare ad un chiarimento. Il 27 di Settembre, giorno dei Santi Cosma e Damiano, in tutto il nord-est e, particolarmente, a Bahia, ha luogo una grande festa, la festa dei bambini. Questo culto dei santi-gemelli, come lo chiamano, di origine portoghese e data dallinizio stesso della colonizzazione. Nel

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1530 Duarte Coelho battezz in loro onore la chiesa di Igaracu (Pernambuco). Si comprende facilmente come la devozione ai Santi Cosma e Damiano sia rapidamente passata dal Portogallo alla sua colonia americana, poich questi due santi assicuravano il cibo, allontanavano il pericolo dei contagi epidemici e facilitavano il parto dei gemelli, tutte cose, soprattutto le prime due, assai utili in un paese nuovo, dove lagricoltura era agli inizi e i medicinali molto scarsi. Con larrivo degli schiavi africani, questa devozione and ad unirsi al culto dei macaca, cio dei gemelli, in una simbiosi cos stretta, che oggigiorno difficile distinguere, nelle abitudini popolari, la parte propriamente africana da quella europea. La festa del 25 Settembre non manca del suo lato pittoresco, cos almeno stata spesso definita. Incominceremo il nostro giro dando lo schema, tal quale si pratica ancora nelle famiglie negre legate ai Candombl, poich l che avremo le maggiori possibilit di poter discernere gli elementi di origine africana. La festa incomincia una settimana prima con una questua fatta dai bambini per le strade. Uno di loro porta limmagine del San Cosma e Damiano (il popolo, in effetti usa una sola volta il termine di santo per specificare lunit dei gemelli), laltro una piccola ciotola per raccogliere le elemosine. I soldi serviranno per pagare una messa per Cosma e Damiano nella chiesa parrocchiale. E chiaro che questa manifestazione ha unimpronta cattolica, molto diffusa negli strati rurali o proletari del Brasile; si fa la questua, e questo dopo lepoca coloniale, anche per le grandi feste di Natale o della Pentecoste. E evidente per tanto che queste usanze cattoliche non sono che una re-interpretazione, in termini cristiani, delle abitudini arcaiche in cui bande di fanciulli percorrevano le campagne portoghesi, di fattoria in fattoria, per chiedere uova, frutta, vestiti oppure denaro, per preparare le grandi feste dellAnno Nuovo e il banchetto della comunit dei villici. Ci si pu quindi domandare se lintroduzione della questua nelle cerimonie in onore dei Gemelli non sia altro che una re-interpretazione, ma questa volta, della tradizione africana. M. Griaule e, dopo di lui, Madame Dieterlen, hanno specificato il legame tra il commercio e il culto dei Gemelli. Presso gli Yoruba Africani o i Fon del Dahomey, c lusanza , quando nascono dei gemelli, sia di esporli sulla piazza del mercato, dove ogni venditrice dona a loro una parte dei prodotti esposti, oppure costume che ai genitori i vicini di casa facciano una visita portando dei doni, o, ancora, se si incontra per strada la mamma dei gemelli con uno sulla schiena e laltro sul cuore, le si regali immediatamente un oggetto, un frutto o una monetine... A la Trinit, quando nascono dei gemelli, c lusanza da parte di amici e conoscenti, di regalare una moneta dargento. In Brasile Cosma e Damiano fanno ritrovare gli oggetti perduti se si offre loro una monetina che, obbligatoriamente, deve essere di nickel o dargento. A. Ramos fa notare che a Bahia una coppia che abbia dei figli gemelli deve scambiarli (espressione molto significativa, pi di quella della traduzione di Ramos che suona: acquistare) in cambio delle statuette dei Santi Cosma e Damiano. Il giorno della loro festa di anniversario preceduto dalla visita di amici che portano dei doni e, attorno a queste statuette, sullaltare o il pegi posano dei piccoli gioielli o delle monetine bianche di nickel o dargento. Sembra quindi, anche se non lo si pu stabilire con certezza, che la venuta dei gemelli comporta uno scambio commerciale, che ha preso la forma, in un paese nuovo, sotto la pressione della religione dominante, di uno scambio con Dio (questua per pagare una messa). Il pomeriggio del 25 Settembre ha luogo il carur dei piccoli. Il numero dei bambini che appartengono alla famiglia o agli invitati, non possono essere inferiori a sette, che il numero del gemellaggio. Si cantano canzoni in portoghese prima di tutto o in africano ai due-due perch vengano a prendere parte alla festa. Un grosso contenitore con dentro il carur (lo stesso piatto di cui abbiamo parlato a proposito di Shang), posato su di una stuoia, in genere in mezzo al cortile dellabitazione, con tuttintorno dei frutti, biscotti o piccole golosit; i bambini siedono per terra e mangiano con le mani come dobbligo, pescando dal contenitore. Tuttintorno i genitori e gli amici cantano, ritmando i canti con le mani e, questa gioiosa merenda piena di allegria e di tenerezza, termina con dei canti di ringraziamento. Sia nel carur dei bambini che in quello degli adulti, tutti si mettono davanti allaltare di Cosma e Damiano, che stato allestito nel salone, per dare grazie agli dei e per danzare. Il carur degli adulti, non conserva nulla della civilt africana (si mangia a tavola, si beve e si scherza, poi si ballano balli profani) salvo forse e lo diciamo soprattutto a causa del prezzo, nel caso dell obbligo delle sette quiabes, quando si prepara il piatto tradizionale della festa, si schiacciano

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le conchiglie nellolio di palma, ma se ne devono lasciare sette intere, colui che le trover dovr offrire, lanno seguente, la festa dei santi Gemelli a quelli che, lanno prima, lo hanno invitato a casa loro. Alcuni Candombl di Bahia festeggiano pure i Gemelli, ma con il loro nome africano di ibeji, allinterno di una cerimonia che non propriamente consacrata a loro ma agli degli ibeji. Abbiamo quindi un primo legame tra i diversi spiriti infantili, cio gli r e gli ibeji, con i loro nomi veri e, questo legame, come vedremo, non il solo. A Rcife la festa dei bambini non tanto una festa offerta dalle famiglie come a Bahia, ma piuttosto una festa delle sette religiose africane. Quasi tutti gli Shang consacrano il 27 Settembre alladorazione dei Beije, nome dato in questa citt agli ibeji. Meno una che consacrano, curiosamente, il 12 di Febbraio e non ne sappiamo la ragione. La cerimonia ha luogo nel pomeriggio, i genitori non vi sono ammessi, la festa dei bambini. Si tratta sempre di una colazione o, per lo meno di una distribuzione di dolci, biscotti o frutta. A sera, andati a casa i fanciulli, sembra che si danzi per gli Orish, ma, n a Bahia, n a Rcife, gli ibeji discendono. Essi non sono, effettivamente, dei veri dei, sono gli antenati mitici dei Gemelli. Lunica trance infantile che si conosca nel nord-est rimane la trance o semi-trance degli r e non quella degli ibeji. Lopposto di quanto avviene a Porto Alegre e, generalmente, nel sud del Brasile. Qui il caruru dei bambini sconosciuto sia nei terreiros che nelle famiglie negre. Gli ibeji sono celebrati nel corsodella grande festa annuale, esattamente come se fossero degli Orish del tipo di Shang, Oshum ecc. Il loro posto negli shere o serie di canti e danze, assicurato e, se dei bambini piccoli sono presenti nella sala, si offrono loro dei dolcetti. Gli ibeji possono discendere e, in questo caso, come mi raccontava una Ialorish, la persona posseduta si trasforma in bambinetto anche se ha 40 anni; balbetta, usa parole deformate, piange o ride per nulla e si diverte con giochi infantili. Abbiamo quindi a Porto Alegre lopposto di quello che accade aBahia e Rcife. Tuttavia il termine r ugualmente conosciuto: quando la persona posseduta ritorna al suo stato normale, deve passare attraverso lo stato di r, il tipo di semi-possessione descritto come lo stato infantile che, Anche nel nord del Brasile un culto dei gemelli sta a lato delle trance infantili; nel sud, due specie di trance infantili, quella dell r e quella degli ibeji. Il problema diventa sempre pi complicato via via che procede la nostra ricerca. A Rio de Janeiro, allepoca in cui la religione Nag manteneva ancora le sue caratteristiche tradizionali, Joo do Rio ha trovato, accanto agli ibeji, due altri esseri mitici che egli chiama Orish: Do e Alaba. A Bahia, secondo Edison Carneiro, Do e Alaba non sono degli Orish; Do il terzo nato in caso di gemelli, o quello che nasce normalmente dopo un parto di gemelli; Alaba sarebbe, sia il quarto nato del parto quadruplo, sia il bambino nato terzo dopo un parto gemellare. Una cantica riferita da Cl. Tavares eseguita durante il carur dei bambini e suona nel modo seguente: Cosma e Damiano Ogun (Doun?) e Alaba, Vengo dal villaggio, l nella campagna. Pertanto, aggiunge E. Carneiro, attualmente i macaa si intitolano individualmente Do. In un articolo de Lo Stato di Bahia, riportato da Arthur Ramos, J.V. si spinge ancora pi avanti; dopo aver detto che gli ibeji sono rappresentati nel pegi individuale dei figli degli dei da un doppio piatto o doppio vaso, nel quale si mettono dellacqua e dei cibi, egli aggiunge che il giorno della festa dei Santi Gemelli si accendono tre ceri: Il terzo cero che illumina Cosma e Damiano, come il terzo vaso dove verr posto il carur insieme allarachide dolce e il pur allolio come la terza cosa che a loro si consacra, appartengono a una entit spirituale che non molto ben compresa, n festeggiata da sola. Tutto quello che si fa per i primi due, lo si deve fare allo stesso tempo per lei, che la loro guardiana.

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Questa rappresentazione materiale , probabilmente, come quella dei DueDue. Ha una influenza benefica sugli uomini e tutte le persone che possiedono i Santi Gemelli o chi ha dei figli gemelli crede che questa entit li accompagni. Questa entit amica, guardiana... Do Idol e Idoss la seguono, i quali non sono invocati e non ricevono pi un loro culto. E facile ritrovare lorigine africana dei Do. A.B. Ellis ci fa sapere che una scimmietta, chiamata Edou Dudu o Edun Oriokun, consacrata agli ibeji e, generalmente per questa ragione, uno dei due gemelli si chiama Edou o Edoun. A Bahia, invece, come vediamo, questo Edou si trasforma in un guardiano di gemelli, vale a dire che tende, al limite, ad assumere laspetto di un vero r degli Ibeji. Infatti oggigiorno i santeiros che scolpiscono nel legno le immagini dei Santi, hanno preso labitudine di frapporre tra San Cosma e San Damiano, un terzo personaggio, pi piccolo dei precedenti, e che rappresenta Do. E cos che passiamo da un sistema di due (i gemelli) o di quattro ( i gemelli, Do, Alaba) a un sistema di tre. La rappresentazione africana delle scimmiotte, amiche e protettrici degli ibeji ha giocato contro unaltra rappresentazione africana, quella della personalit quadruple della coppia primitiva (che si mantiene a Bahia dove, da qualche anno in qua, esiste lidea che Obatal sia una divinit ermafrodita, essendo sparito Odudua, ma che di lui conserva lo stesso carattere), cancellando limportanza della cifra 2 o 2 volte 2 che sopravviveva ancora nel culto dei gemelli. Simili trasformazioni non sono rare, ma lasciano in generale trasparire sotto le loro metamorfosi delle tracce del pensiero arcaico. Uno sforzo per giungere ad una sintesi si era pur cercato di farlo: se Do diventava il guardiano, cerano pur sempre i due gemelli Idol e Idoss, in parte dimenticati. Quanto ai nomi dei due ibeji propriamente detti, mi sono stati dati quelli di Begge e Megge che si raffrontano in parte con quelli trovati a Rcife dalla Missione folcloristica del Dipartimento Culturale di San Paulo: Beggi e Meggi. Gli ibeji, come gli r appartengono alle sette nag, o assimilate ai nag, ma le sette pi vicine a quelle del Dahomey cio quelle di San Luiz do Maranho, conoscono pure degli spiriti infantili e di svariate specie diverse. Anche se la nostra tesi coinvolge principalmente i terreiros di origine yoruba, non inutile fare un rapido studio sulle credenze dei discendenti brasiliani dei Fon, nella speranza che questo confronto ci permetta di avere le idee pi chiare rispetto agli r presso i Nag. La Casa Grande das Minas di Madre Andresa possiede tre tipi di divinit, i vodoun, i tokhueni (o toquens) e i toboga (o tbssi). I vodoun si dividono in tre famiglie: la famiglia delle divinit della terra, quella delle divinit del fulmine e quella degli antenati della famiglia reale. Famiglia dei vodoun della terra: Dambira (Dan); Akossou-Sakpata; I figli di questultimo: Podi-Bogi (o Poli-Bogi), Lepon, Aloge (Alokpe), Bagno, Aboju, Abototoe, Bosuko (o Bossoukon, Bossikpon), Azili (o Azile), tutti maschi; e Hueji, Bosalebe, Bosa, Eowa, tutte femmine. Famiglia dei vodoun del fulmine: Kevioso o Bade, il capo; Avrekete (o Verekete), Loko, Lisa(o Lissa) Avremo, Ajauto (o Ajautoi), Ajanutoe ( o Ajntoi), Topodu (o Topodun), tutti maschi; Nanan Bioko (per Boukou), Sobo (o cb) e Ab, femmine. Famiglia degli antenati dei re dAbomey: Agongono (Agonglo) che sarebbe vissuto dalla fine del XVIII secolo al principio del XIX. Savalou o Azaka, dal nome della regione, Savalou, lAzaka era un bambino malformato, adorato come Tohossou; Dadaho di Dada, re e Daho, il pi vecchio che sarebbe secondo Verger Agassou, il vodoun dei re del Dahomey Bepega, il figlio del re Tegbessou

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Sepazin la figlia del re Wegbadja Dako, il re Dokodonou (1625-1640) Bossou, uno dei nomi di Zomadonou Joti, un figlio di Dadaho Koessina un fratello del re Agadja, secondo Verger, o Koissinakaba, secondo Octavio da Costa Eduardo, nome composto di Koisi, probabilmente titolo in prestito, e di Akaba (1680-1708) Aronovissava, Ahonovi Sava, sorella del re Dako Zomadonou, il primo figlio anormale del re Akaba Dossou (Dosu) sarebbe il secondo nome del re Agadja che ha regnato alla fine del XVIII secolo ( si sa che Dosou il nome dato al bambino che nasce dopo i gemelli) Togpa il fratello di Zomadonou Desse il figlio del re Kpengla Dossoupe, Tohossou del re Agdja Apojevo sarebbe Agbojahoun figlio del re Tegbessou Nani una figlia del re Kpengla Tossa e Toss i gemelli del re Agadja Naiadono, la madre di Akaba, Agadja e Hangbe Nait infine la madre del re Agonglo Se abbiamo dato tutti questi nomi di divinit perch in seguito ce ne serviremo per la nostra dimostrazione, ma prima c da notare che questi vodoun non solamente formano delle famiglie e si distinguono secondo il sesso al quale appartengono, ma inoltre, cosa pi importante, come vedremo, si dividono in due gruppi ben distinti, gli dei giovani e gli dei vecchi: Dei giovani Sesso maschile Dossou Apojevo Dako Bossou Dossoupe Verekete Poli-Bogi Roej (Aboj ?) Sesso femminile famiglia III Tossa e Toss famiglia III famiglia III Nani famiglia III Aronovi famiglia III Sepazin famiglia III Bosa famiglia I famiglia I famiglia I ? famiglia III famiglia III famiglia III famiglia I

Apogi (o Apogeo) famiglia III

Desse

famiglia III

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Dei vecchi Sesso maschile


Dadaho Koessina Zomadonou Brtoi (o Abatotoe ?) Azaka Aronovissava Akossou-Sakpata Azile Agongono Togba Lisa Ajanutoe Ajauto Bade Loko Lepon

Sesso femminile famiglia III Sobo famiglia III Naiadono famiglia I I Naite famiglia II famiglia III famiglia III ? famiglia II

famiglia III Naegongon ? ? famiglia III Nanan Bioko famiglia II famiglia III Afru-fru ? famiglia I familgia I famiglia III famiglia III
famiglia II famiglia II famiglia II famiglia II famiglia II famiglia I

I Ab

Come noterete il nome di Legba non figura ne in questa lista ne nelle precedenti. Tuttavia Edmundo Correia Lopes, durante la sua visita nel querbetan o terreiro della Madre Andresa, aveva ascoltato un canto nel quale credeva di avere riconosciuto il corrispondente del nome di Esh come chiamato nel Dahomey. Ma la Madre Andresa affermava sempre con enfasi sia a Nunes Pereira, che era della "casa", che a Octavio da Costa Eduardo, che lei Legba non lo conosceva affatto. Durante la visita che le feci e di fronte al cantico di Correira Lopes, lei dovette ammettere che a volte si cantava pure per quella divinit, ma aggiunse anche che nessun culto organizzato esisteva veramente per lei. Ci che sembra confermato da tutte la descrizioni di cerimonie a cui abbiamo assistito. Se Legba, dunque, non apre le strade e non intercede presso gli dei affinch discendano sui loro cavalli, chi allora che lo sostituisce? Nunes Pereira scrive: "Oltre a questi vodoun dobbiamo prendere in considerazione quelli che chiamano Toquens, o guide, o bambini, che precedono gli vodoun nelle visite che questi ultimi fanno ai loro fedeli. Spesso un Vodun come Avrqute, il pi vecchio di tutti i vodoun, assume il ruolo di Toquem, o guida o, ancora, di bambino". "I vodoun discendono in occasione delle danze o in altre circostanze, da soli o in gruppo. Non raro vederli preceduti da una guida, o Toquen, o un bambino, il cui arrivo , a volte, annunciato da un semplice accompagnamento di tamburi, o dalla prima frase del canto che a lui particolarmente dedicato". La prima di queste due frasi contiene un errore poich Averekete non un dio vecchio; lo stesso autore in unaltra pagina del suo libro, lo classifica nella lista dei vodoun giovani; ma bisogna leggere: "che il pi anziano di tutti i bambini". Nunes Pereira definisce bene il ruolo di "guide" ma non ci da il nome di nessuna di loro. Octavio da Costa Eduardo pi chiaro. I tokhueni, dice, sono dei semi-fratelli (fratellastri), cio dei fratelli della stessa madre, ma di padri differenti; egli cita un esempio che ci permette finalmente di conoscere qualcuno di questi nomi di tokhueni: "Akuevi, Dossoupe e Desse soni figli di Dossou Agadja, mentre Dako sarebbe il figlio di Dossou. Gli altri tokheni, Tossa, Toss, Jagoborosou, Apojevo, Bossou, Apoje e Nani sarebbero stati allevati da Dadaho". Il compito di questi "bambini" sarebbe quello di precedere la crisi estatica, di " aprire il cammino" o passaggio degli dei pi anziani; essi non arriverebbero in modo disordinato ma, per esempio, Tossa e Jogoborosou arrivano per primi e Dako che il loro "aiutante", vede se

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gli altri vodoun si possono presentare. Durante le grandi feste della setta, dopo ladajibe che il cantico preliminare, si canta in primo luogo per i tokhueni e poi per i vodoun. Secondo uno strano paradosso, tuttavia: "Le persono che sono consacrate ai tokhueni sono posseduti soltanto dopo che i devoti dei vecchi Vodoun lo sono gi stati da parte delle loro divinit". Lo schema del cerimoniale obbedisce alle stesse sequenze di quello trovato nelle case yoruba; e cio che, in un primo tempo si danza per fare "scendere" gli dei, quindi i posseduti si vestono con i loro abiti cerimoniali e tornano a danzare, nella seconda parte, in stato di estasi; poi rientrano sotto il pergolato dove si trovano i suonatori " nellordine di precedenza, i tokhueni per primi, seguiti dai vodoun della famiglia di Danbira, poi da quelli del gruppo Divise (cio dal gruppo degli antenati reali del Dahomey) e, finalmente, da quelli del gruppo diretto da Kevioso". Da quanto critto in questi testi si pu concludere in primo luogo che i "tokhueni" hanno, in questa religione del Dahomey, lo stesso ruolo che Esh e Ogun hanno nelle sette Yoruba. Essi "aprono i cammini" sono gli intermediari indispensabili tra gli uomini e le divinit. E da notare, in secondo luogo, che i tokhueni appartengono ad una sola famiglia, quella degli antenati deificati. Qui si pone una domanda: che cosa succede con gli altri gruppi di vodoun? Possiamo pensare che i tokhueni aprano le strade a tutte le divinit, cos come a quelle della terra o del fulmine che a quelle degli antenati; lordine stesso in cui vengono eseguiti i canti sembrerebbe convalidare questa ipotesi, poich, dopo i canti dei tokhueni, si canta immediatamente per i vodoun della terra, non per quelli della famiglia del Dahomey. Ci sono poi degli altri fatti che ci inducono a studiare unaltra ipotesi. Anzitutto lappunto, che prima abbiamo citato, di Nunez Pereira che i tokhueni possono essere ben sostituiti da Averekete. Ora, questultimo vodoun appartiene al gruppo di Kevioso. Verger nota, nel suo "Dei dellAfrica", il carattere malizioso, indiscreto e scabroso di questa divinit, che lui fa assomigliare ad Esh. E curioso notare che, cambiando di paese, Averekete cambia pure di sesso e diventa una divinit maschile. Sotto questa forma stato adottato dai terreiros yoruba di San Luiz de Maranho e mi si permetter di citare qui di seguito una cantica di queste sette, molto significativa: Verekete della colonna E il re del mare Verekete della colonna E il re del mare. Dove si fa riferimento al palo centrale, attorno al quale, a Bahia, danzano in tondo le figlie degli dei, pur se ora sia sparito in quanto elemento architettonico dei Santuari di Maranho, ed lungo questo palo che unisce la terra al cielo, che i vodoun possono discendere per possedere i loro fedeli, quei vodoun che hanno percorso tutto lOceano Atlantico, "Avrekete il re del mare". Se adesso comprendiamo meglio la capacit dei tokhueni di essere sostituiti nel loro ruolo di "guide" da Avarekete o Verekete, tuttavia chiaro che questi vodoun non possono "aprire il cammino" che alle divinit del proprio gruppo. Ancora dobbiamo scoprire che cosa succede nei gruppi Donbira. Non ci sar forse anche in questo caso un "vodoun messaggero"? Una frase di Octavio da Costa Eduardo ci permette di rispondere a questa domanda: "La setta religiosa del Dahomey di So Luiz conserva la teologia del Dahomey nel credere che la divinit pi giovane di ogni pantheon sia un trickster... protetto, per via delle sue birichinate, dalla collera di suo padre, il capo del pantheon, da una sorella o da un fratello indulgenti" e aggiunge, a lato di Verekete (della famiglia Kevioso) |protetto da sua sorella Abe" e, di Tossa (della famiglia degli antenati), protetto da suo fratello maggiore, "Huandolo", Bosuko "il ragazzaccio della famiglia Danbira, che sotto la protezione di sua sorella Bosa". Resta cos dunque verosimile, a meno che qualche autore non segnali il contrario, che Basuko, in rapporto al suo gruppo, abbia il compito che Verekete ha in rapporto al gruppo dei Kevioso e i tokheni a quello degli antenati. Si tratta quindi nei tre casi di "bambini" e di " birichini" come era Esh presso gli Yoruba.

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A Bahia abbiamo trovato la stessa distinzione fra le divinit vecchie e quelle giovani, le stesse regole di precedenza che le figlie degli dei rispettavano nellordine cronologico dei loro rispettivi Orish. Ma le divinit giovani non avevano mai il permesso di aprire il cammino. Questo era il compito di Esh e del suo compagno nei percorsi dentro la boscaglia, Ogun. La scomparsa di Legba nel culto organizzato di S. Luiz ha, naturalmente, forzato le genti di origine Dahomey di Maranho a cercarsi un dio in sostituzione dellaltro. Come si vede, la soluzione escogitata non manca di ingegnosit. Cos pure, se si canta per prima cosa ai vodoun giovani, o ai tokhueni, essi, solitamente, non "discendono" sui loro cavalli se non dopo i vodoun anziani, manifestando in tal modo il loro rispetto verso i vegliardi, sentimento cos caratteristicamente africano. Lo stesso si verificava, se ben ricordiamo, per la possessione d r a Bahia. In generale l r segue la transe dellOrish (con la differenza che si tratta della stessa persona che passa dalla transe all r, quando sono persone possedute dagli dei giovani, le altre, invece, possedute dagli dei vecchi). Siamo quindi portati a chiederci se la possessione da parte degli dei giovani sia o no della stessa natura di quella degli r. Nunes Pereira ci da una descrizione delle crisi estatiche di sua madre, che appartiene a PoliBogi, di conseguenza, a un vodoun giovane: Poli-Bogi amico di Bad e di Toi Bouk una divinit africana che ha labitudine di esteriorizzarsi sotto forme caratteristiche della natura, ad esempio delle tempeste ecc., ecc. Quindi, quando Poli-Bogi discendeva nonostante il carattere mistico di mia madre alcune alterazioni fisionomiche, dei gesti, parole incomprensibili e strane denunciavano la presenza di quella creatura. Io certamente sapevo che mia madre era sotto lazione di un fenomeno fisico a cui era stata indotta da un emozione di origine allora sconosciuta o incomprensibile per me. In quelle occasioni io potei osservare anche che il campo delle sue conoscenze si allargava considerevolmente, che la sua espressione acquistava unaria di profonda conoscenza nel trattare questo o quel tema. Let del vodoun si manifesta dunque con differente intensit nel momento della transe. Lo stato che Nunez Pereira descrive, secondo il ricordo della sua infanzia, ci ricorda: "mutatis mutandis", "let della quiete" di Santa Teresa, allopposto dello " stato di rapimento". In una forma un po differente, unidea analoga la troviamo a Rcife. Un informatore del Dott. R. Ribeiro affermava di riconoscere perfettamente, nei giorni di tempesta, i diversi Shang, dalle loro "voci". "Il rullio sordo la voce di Dada; il battere secco viene da Aganju che fa schioccare la sua frusta, mentre i rumori pi fievoli sono di Ogodo". Tornando alle strutture dellestasi, che sono il centro del nostro interesse in questo capitolo, la possessione da parte dei vodoun giovani, o dei tokhueni, ricordano l r, lo si vede dal testo di Nunes Pereira, nelle semi transe, ma non nelle transe infantili. La gente del Dahomey di Sa Luiz non ricordano pi questo fenomeno, ma hanno unaltra forma diversa da quella dei vodoun e cio quella dei "toboga o tbssi". Due forme la cui eterogeneit ben evidenziata dalla linguistica. Tre lingue sono, effettivamente, utilizzate nel querbetan di Madre Andresa. Anzitutto la lingua portoghese nelle relazioni quotidiane, nei momenti profani della vita del santuario, poi la lingua fon nei cantici dei vodoun, o nelle relazioni con gli dei e, infine, una lingua sconosciuta, segreta, rimasta incomprensibile a tutti gli osservatori, durante le possessioni da parte dei tobosa. Mentre a Bahia come a Rcife o a Porto-Alegre, in tutte le sette di origine yoruba, ogni fedele non ha che un solo Orish, che il maestro della sua testa, qui, al contrario, ogni fedele ha due spiriti che lo possono possedere, un vodoun e un tobosa. Diamo qui di seguito la lista dei membri della setta, con i loro rispettivi vodoun e toboga, dato che possibile che ci sia un legame tra la natura del tobosa e la natura del vodoun corrispondente:

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Nome della persona vodoun tobosa (o toboci) Andresa Maria Poli-Bogi Aoabbe Cecilia Dossoupe Rvivive Zila Apojevo Dgbe Tereza Bosuko Sandolb Adalgisa Agongono Aonlvive Almerinda Lisa Agamavi Leocdia Tossa Trtrbe Ecc.... Nome della persona vodoun Andresa Maria Cecilia Zila Tereza Adalgisa Almerinda Leocdia Ecc.. Il nome in portoghese di queste tobosa quello di "ragazzine"; si tratta dunque di spiriti infantili, sul tipo degli r o degli ibeji yoruba, salvo che sono sempre di sesso femminile. E difficile per noi, dopo aver riportato la lista dei nomi, di ritrovarvi la vera origine africana di quelle curiose divinit. A. Ramos ha creduto vedervi, nascosti nel nome "quasi impossibile da identificare di Dgbe", Dangbe e Dan, il che farebbe dei tobosa degli antenati ancora sib; ma durante le mie conversazioni con Madre Andresa, costei si rifiutava a collegare Sgbe con il Serpente di Whydah, senza, peraltro che le sue spiegazioni mi potessero illuminare nella mia ricerca delle radici africane delle tobosa . E forse che si deve vedere un tohossou deformato al femminile, lo spirito degli infanti anormali e mostruosi adorati nel Dahomey? E possibile, quantunque i vodounsi della casa di San Luiz, con cui avevo parlato, si mostrassero particolarmente fieri dei loro tobosa, assai pi fieri dei loro propri vodoun, e non li consideravano colpiti da qualche infermit congenita. E da notare inoltre, che una delle fedeli, Cecilia, ha gi un tohossou, Dossoupe, come vodoun, il che sembrerebbe contraddire lidentificazione dei "tobosa-tohossou" in forma femminile. C da pensare piuttosto al nome del clan reale fon che "toshowi", da cui, per deformazione, deriverebbe tbossi. Quindi questo culto degli antenati del clan si ridurrebbe, non so per quale ragione, al culto dei soli antenati bambini e di sesso femminile. Octavio da Costa Eduardo fa notare che questi spiriti sono " dominati dal Vodun maschile che, di solito, possiede liniziata". Questo perch i tobossa sono uniti soltanto a delle divinit di sesso maschile, che Tossa e Tosse, che sono gemelle, tendono a cambiare di sesso per diventare gemelli. La loro identificazione con i santi cattolici Cosma e Damiano non pu che seguire questo concetto, confermando e accentuando questa mascolinit. Questi spiriti infantili, queste "bambinelle", non "discendono" mai nelle feste ordinarie, come quella del 4 Dicembre (giorno di Santa Barbara), consacrata al gruppo dei Kevioso, o quella del 20 Gennaio (giorno di San Sebastiano), consacrato al gruppo dei Danbira, ma, nelle feste speciali che sono dedicate solamente a loro: un giorno allanno, a Carnevale, e a Sta. Giovanna: Durante il Carnevale le ragazzine o Tbssis celebrano una festa con danze attorno ad una grande bacinella di acaraj (polpetta di pur di fagioli con ripieno di gamberetti secchi e peperoncino fritta in olio di palma ).In questa festa, che si chiama anche festa delle bambinelle, oltre all acaraj ci sono dei grani di mais tostati e le Tbssis mangiano e distribuiscono frutta. Esse non danzano che un giorno soltanto e la danza "moderata", secondo lespressione di Andresa Maria. Mentre danzano distribuiscono i grani di mais e le frutta tra i figli e le figlie dei Poli-Bogi Apojevo Bosuko Lisa Tossa tobosa (o toboci) Aoabbe Dgbe Sandolb Agamavi Trtrbe

Dossoupe Rvivive

Agongono Aonlvive

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vodoun cos come ai membri che partecipano. Canti speciali sono intonati nel corso di questa festa... Le Tbssis, sedute per terra, giocano con delle bambole e conversano tra di loro in una lingua speciale, difficile da comprendere. Andresa Mara dice che parlano in una lingua "molto faticosa e confusa". Queste bambine mantengono sempre un carattere allegro durante le danze della festa di Carnevale, ma senza cadere, malgrado siano umanizzate, nellesagerazione degli eccessi, ridicoli e indecenti che caratterizzano, al di fuori, il Carnevale profano... Il giorno di Sta. Giovanna, le "Novizie" indossano vesti bianche; a Natale vari colori; A Carnevale le Tbssis portano gonne sontuose e uno scialle de "la Costa" attorno al collo, che scende fino ai piedi, calzati da eleganti sandali. Questa descrizione ci basta per dimostrare la rassomiglianza di queste bambine con le ibeji: la festa si svolge intorno al catino che contiene gli alimenti e si scambiano doni tra i presenti ma il fatto che, essenzialmente, le separa che le ibeji a Bahia non "discendono" mai. Sono le r che discendono, per cui la transe delle tobosa, tale quale si evidenzia da questa descrizione: "transe moderata", "parole confuse" o linguaggio infantile , il gioco con le bambole, tutto questo stranamente ricorda la descrizione che abbiamo dato prima circa la possessione da parte degli r. Quindi, mentre gli r vengono dopo lOrish e le due transe continuano, le tobosa si manifestano durante delle cerimonie diverse da quelle dei vodoun. C discontinuit, rottura nella esperienza mistica. Ci saranno allora altre differenze? Il rituale di iniziazione delle future vodounsi analogo a quello delle future yau, ma forzatamente, comprende due inserzioni di divinit nella testa delle candidate poich la possessione doppia. Al principio il rituale vuole che si metta il vodoun dentro di esse, quindi le ragazze vengono fatte rientrare in due camerette, dove rimarranno per otto giorni, imparando i loro compiti e incarichi e saranno sottoposte ad un certo numero di "manipolazioni rituali", come il taglio di un ciuffo di capelli; lottavo giorno sono condotte davanti al pegi, dove, per la prima volta, ricevono i loro tobosa. "Durante i nove giorni seguenti le vodounsi-hunjai resteranno possedute da questi, possessione che incomincia al mattino e termina la notte. Il secondo giorno le nuove tobosa annunciano i loro nomi, ma, per questo, non vi una cerimonia speciale". Un anno dopo il termine delliniziazione, avviene la festa detta del: "pagamento della testa" nel corso della quale le vodounsi pagano simbolicamente quanto convenuto e sono "fatte": "le possessioni da parte dei vodoun nel corso delle danze e da parte dei tobosa dopo che i vodoun sono stati messi fuori, avvengono durante il giorno della festa del pagamento della testa". Indicazioni simili circa le iniziazioni nelle sette yoruba non le abbiamo. Tuttavia non vogliamo tralasciare di accennare ad una conversazione, proprio a proposito della natura dell r, avuta con il babalOrish Cosme. Costui mi diceva che, durante liniziazione, il dio veniva fissato secondo le sue diverse et: incominciando dal pi giovane per finire con il pi vecchio, uno per giorno, per cui, al momento della transe, la divinit possiede la ragazza nellordine inverso a quello dell atto di iniziazione (proprio come se lestasi seguisse la famosa legge di Ribot nel "le Malattie della Personalit), incominciando dal pi vecchio per finire con il pi giovane. Questa affermazione, cos come la trovo annotata nei miei appunti, non valida, poich non sono i figli di Shang in generale, o di Oshal, ma di questo o quel Shang, di questo o di quell Oshal, giovane, adulto o vecchio. La divinit che fissata nella testa dunque una divinit che ha unet determinata e solamente quella. Tuttavia, siccome questa conversazione era partita da una discussione sulla natura dell r, possibile che ci che Cosme intendeva dire, era che l r era fissato ugualmente nel corso delle cerimonie di iniziazione e forse, contrariamente ai tobosa, se diamo ancora credito al nostro informatore, prima dellOrish stesso. Altre informazione su questo problema non ne abbiamo, problema che meriterebbe ricerche pi ampie, malgrado le reticenze dei sacerdoti a toccare i "misteri" delle iniziazioni davanti a degli stranieri. Cosicch lanalisi strutturale delle estasi afro-brasiliane ci porta ovunque a delle "possessioni infantili" e delle "transe moderate" , alcune che si presentano prima, altre e pi di frequente, dopo, oppure delle possessioni con unesistenza autonoma in rapporto alle "possessioni" da parte degli dei. E chiaro che questa conclusione, dal punto di vista psicologico, qualcosa di estremamente interessante, altre volte lo abbiamo rilevato. Gli etnografi che ci parlano delle transe africane, spinti, senza dubbio, dal demone della letteratura, insistono sulla loro

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brutalit. Il misticismo africano ha certamente le sue sfumature, le sue tinte indefinite e le sue linee melodiche: c presso gli Yoruba e i Fon una tradizione di civilt circa la spiritualit a fianco di quella dei legni scolpiti e dei bronzi del Bnin. Sicuramente il Nero non dedito allintrospezione come i nostri mistici cristiani, non sa descrivere a parole le sue esperienze interiori; ha pertanto unaltro linguaggio che gli permette di esprimere la complessit della sua anima palpitante fra le braccia degli dei ed il linguaggio dei gesti. Il "castello interiore" non ha una sola stanza, ma composto da ambienti multipli e ognuno di questi ha la sua liturgia estatica; dunque possibile, attraverso una psicologia del comportamento, entrare nellintimit dei fenomeni vissuti. La possessione da parte degli "dei giovani" e degli "dei vecchi", quella da parte degli r e degli tobosa, distinguono, nel misticismo africano, la diversit degli stati psichici, la molteplicit degli "ambienti" del "castello interiore". Non tuttavia la psicologia che ci interessa in questo nostro lavoro. Sono le rappresentazioni collettive, i miti che la sottintendono. Noi abbiamo provato a dimostrare che lestasi si conforma sempre a dei modelli culturali e che non altro che la "ripetizione" di un vissuto arcaico passato. La possessione dell r non deve quindi fare eccezione alla regola. Ma che cosa pu dunque essere questa misteriosa entit? Dove possibile cercare il "modello culturale" della transe infantile? Se lo stato di r conosciuto solo da qualche anno, il suo nome, s, era gi conosciuto. Quando Arthur Ramos, dopo la prima guerra mondiale, inizi le sue rucerche nel campo afribrasiliano, tent di compilare una lista, la pi completa possibile, degli Orish e, dopo aver parlato delle grandi divinit, aggiunse: " Altri Orish di origine "gge-nag, di minore importanza, ricevono ancora i loro culti a Bahia e a Rio... eccone una breve lista:... Er, figlio di Shang, nome che ho trovato a Bahia". Edison Carneiro, pressappoco nello stesso periodo, riprende, con un termine identico, questa definizione di r: "poche cose si sanno dellr, figlio di Shang, Orish quasi sconosciuto". Questultimo autore, per altro, nel corso di ricerche pi approfondite, dovette correggere quello che di difettoso aveva la sua prima supposizione; durante una conferenza nel Congresso Afro-Brasiliano di Bahia del 1937, sulla necessit di " fare una revisione" sulle affermazioni dei primi ricercatori, disse: " Arthur Ramos ha registrato la presenza a Bahia dellOrish Er, figlio di Shang. Tuttavia, a seguito delle mie osservazioni, Er non un Orish, ancor meno collegato a Shang, ma uno spirito inferiore, una specie di fattorino dei diversi Orish e che li accompagna sempre". Quindi aggiunse: " Gli Er, delle Ibeji, Cosma e Damiano, sono i pi comuni ed appaiono sempre in numero pari". Un po dopo, tra i Negri Bant, Edison Carneiro descriveva rapidamente la festa delle ibeji a Gomea, dove i 12 r dei gemelli sacri discendevano e si incarnavano nei cavalli doppi, citava pure qualche nome di questi r: Sambongala, Beke, Cavanje, Dounand, Mbmbi ecc. tutti monelli uno pi dellaltro. In una nota in fondo pagina, riprendeva la sua affermazione del Congresso AfroBrasilianoa Bahia: "Ogni Orish ha il suo re", per aggiungervi la seguente correzzione: "che pu essere di Cosma, di Damiano, di Do o di Alaba". Per ultimo, nella sua ultima opera sul Candombl di Bahia, egli segnalava lesistenza, nel terreiro di Flaviana, di una festa degli r, a cui noi abbiamo gi fatto cenno, e che, nella sua parte centrale, era costituita dal rituale della corda delle ibeji. Abbiamo fin qui seguito, passo a passo, tutta unevoluzione che ci ha condotto dagli r figli di Shang, agli r legati agli ibeji. Noteremo, anzitutto, che la reazione contro Arthur Ramos, a proposito di questa faccenda, stata brutale; cos brutale che Ramos ne ha dovuto tener conto, tanto che, nella 2 edizione del "O Negro Brasileiro", aggiunse al suo primitivo testo la seguente nota: "Per alcuni negri r non un Orish ma solamente una specie di spirito inferiore che accompagna il santo o lOrish". Con questo, diciamo noi, Ramos non modific il suo testo primitivo ma si accontent di sottomettere al lettore due ipotesi possibili sulla natura di questa entit. Se una persona colta e seria come Ramos non ha ritenuto suo compito modificare il suo testo, ma aggiungerci unicamente una nota perch doveva avere presente nella sua memoria la testimonianza di certi informatori, i quali gli avevano confermato perentoriamente che r era il figlio di Shang. Se andiamo da Bahia a Rcife, l r rappresentato cos ancora adesso. La setta africana, la pi tradizionale, rispettabile e prestigiosa di questultima citt , senza dubbio, quella del Padre Adam, attualmente deceduto, figlio di Africani venuti da Lagos. Durante le cerimonie di questa setta i canti sono eseguiti nellordine seguente:

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1. Esh, 2. Ogun, 3. Oshossi, 4. Otim, 5. Irco, 6. Oshumar, 7. Obaluay, 8. Nanan-Buruku, madre di Obaluay, 9. y-u, unaltra divinit delle acque, 10. Ob, 11. Oshum, 12. Yemanj, 13. Yamassi, 14. Dad, 15. Baiannyn, 16. Onanminh, padre di Shang, 17. Shr, 18. Shang, 19. Yansan, 20. Orishal. Da questa lista si ricava che, pur se sotto la forma mal scritta di Shr, r esiste davvero e che giustamente si trova nella famiglia di Shang, esattamente tra lo Shang femmina Baiannyn e il padre di Shang da un lato e dallaltro tra Shang e la sua principale moglie Yansan. Nelle informazioni supplementari che il Padre Adam ha dato al Dr. Conalves Fernandez, ha fatto di Shr (r) "un altro dio" "della stessa generazione di Shang". Lultimo libro uscito recentemente, che parla delle sette africane a Rcife ci dimostra che questo concetto non per nulla cambiato da allora e che si mantiene tuttora vivo laggi. Un BabalOrish di Rcife nel corso di un suo viaggio a Bahia, aveva appreso un canto che poi aveva introdotto nella sua setta sotto il nome di onika di Shang; il Dr. Ren Ribeiro ha ravvisato in questo canto uno dei canti incisi su disco a Bahia per gli sposi Herskovits e che era consacrato a r, dicendo ai suoi amici neri, quanto gli permetteva di affermare nella seguente informazione sullr. " Si tratta di uno Shang senza importanza, poco conosciuto a Rcife". Malgrado tutte queste testimonianze, Edison Carneiro ha proprio ragione. r non un dio ma uno spirito inferiore. r non unicamente collegato a Shang, ogni Orish ha il suo r. Sembra quindi che, malgrado tutto, tra i diversi r quello di Shang abbia occupato per un certo tempo un posto speciale, non ci si spiegherebbe altrimenti tutta questa sequenza di informazioni, ma oggi, tutti i fedeli interrogati sono daccordo su di un punto: ci sono tanti r quanti sono gli Orish. Se Edison Carneiro ha, senza dubbio, ragione nella prima parte delle sue affermazioni, ha pure ragione quando, in seguito, fa legare, senza precisarne la natura, gli r agli ibeji? Prima di tutto notiamo che questo legame non esiste che nei Candombl Bant meno tradizionali. Sembra che le analogie tra i gemelli, che sono dei bambini, e gli r, che sono degli spiriti infantili, siano state fatte. Si voluto fare della festa degli ibeji, una festa senza transe visto che i gemelli non sono degli Orish e, di conseguenza, non discendono a Bahia, una festa di una natura uguale a quella delle divinit, cio privata delle "possessioni". Si allora cercato di trovare qualche cosa che fosse un sostituto nella possessione da parte degli r, e, poco a poco, si venuta cos a formare unindissolubile associazione di idee secondo alcuni, che gli r e gli ibeji erano uniti da uno stesso legame. Una jabadan di una casa Bant usava sempre con me i termini r e ibeji come dei termini equivalenti. Non faremo quindi nessuna critica ad Edison Carneiro ma vogliamo semplicemente precisare che lidentificazione dei suddetti che egli ha reso popolare, non valida che per la gente di una sola "nazione", mentre ripudiata con indignazione ed ironia, secondo il temperamento dellinterlocutore, da tutti i miei informatori di origine Yoruba. Le nostre ricerche rimangono, fino a questo momento soprattutto critiche. Abbiamo visto ci che gli r non sono: n degli Orish, n dei figli di Shang e neppure gli spiriti dei gemelli. Tutto quello che di positivo abbiamo appreso si limita a ben poche cose: ogni Orish ha il suo

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r, che lo segue come un servitore accompagna il suo padrone durante i suoi spostamenti. Spostiamoci adesso sulla costa Africana e domandiamoci che cosa sono gli r nel loro paese ancestrale. Sfortunatamente ed proprio ci che Herskovits diceva: che la scoperta degli r costituiva il dono regale offerto dagli Afro-Brasiliani agli africanisti, col non abbiamo trovato nulla di preciso e tutte le etimologie possibili che ci sono state date non sono che delle ipotesi di lavoro. Cominciamo da Herskovits: " La parola r Yoruba, un elemento dellinsieme di "piccole creature" conosciute come "ijimer, r, egber ecc. In tutte le societ dellAfrica Occidentale e forse anche in altre regioni, il "popolo della piccola gente", che di solito vive nelle foreste, occupa un posto importante nei sistemi religiosi". Egli porta come esempi gli "Ashanti e gli Ibo", in cui le divinit sono accompagnate da una moltitudine di quelle "piccole creature", ma bisogna notare che gli Orish degli Yoruba, finora, non sono mai stati legati, da nessun etnografo, o per lo meno da nessuno che noi si conosca, agli spiriti ijimer, er, egber ai quali il nostro autore allude. Comunque abbiamo una prima fonte possibile di informazione a questo proposito: la sopravvivenza in Brasile, del concetto di "geni" della foresta, rappresentati da piccoli uomini, tipo i Pigmei. Come abbiamo visto, questa possessione da parte degli r cos rapida nel caso delle transe cerimoniali che quasi passa inosservata per poterla osservare bene, a meno di non penetrare nella stanza dove si sta facendo liniziazione. Pierre Verger ha consacrato allo studio degli stati psichici che attraversano le future yau, un importante trattato, uno dei rari studi che abbiamo circa la psicologia delle transe mistiche in Africa, tanto dimenticate quanto quelle dei Neri dAmerica avevano dato luogo ad una quantit di studi e ricerche. Egli scrive quanto segue: "Nel periodo che separa il giorno della resurrezione da quello in cui la novizia riceve il suo nuovo nome, costei sembra aver perduto la ragione, precipitata in uno stato di torpore e atonia mentale, ha dimenticato tutto, non sa pi parlare o esprimersi se non per mezzo di suoni disarticolati. La novizia in questo stato chiamata Omotun, bambino nuovo". Quanto affermato non fa ancora la necessaria chiarezza; la condizione di "bambino nuovo" si confonde con quella del torpore generale della ragazza o, almeno cos sembra dal testo, oppure si deve fare una distinzione fra questi due stati di intermezzo? La descrizione del " Dei d Africa" molto pi chiara. Le condizioni di torpore e quelle infantili sembrano, in effetti, due cose distinte, anche se divise da una linea sottile. In ogni caso troveremo due termini, simili eppure differenti, per designare questi due fenomeni: oboutoun e omantoun: "Durante liniziazione la novizia cade in uno stato di stupidit, di atonia mentale, il suo spirito sembra svuotato, cancellati tutti i ricordi, tutto sembra dimenticato. I Nagos le definiscono con il termine oboutoun"; pi avanti si legge: "Durante le cerimonie, quando il dio ha abbandonato con la transe il corpo della yawo, questa si comporta come una bambina di pochi anni det, ridendo senza una ragione, esprimendosi con parole infantili e passando dallallegria alla noia... Dopo il Soundid (cio dopo il bagno di sangue) le novizie sono in quel certo stato che i Nagos dellAfrica chiamano con il nome di omantoun (bambini nuovi)". Naturalmente P. Verger confronta questo stato di omantoun con quello di r a Bahia e aggiunge in una nota la nostra seconda etimologia - : " In Brasile certi Pae de Santo dicono che r la contrazione della parola Ashiwere che, in Yoruba, significa pazzo". Io sarei molto portato ad accettare le conclusioni formulate da P. Verger. Non sono entrato che una volta sola nella camera delle iniziazioni, nel momento in cui le novizie erano in stato di r e questa visita mi aveva suggerito di confrontare i riti di iniziazione religiosa con i riti di iniziazione tribale, come scrissi in un mio libro riguardante le impressioni che avevo riportato durante un mio viaggio nel nord-est. Una delle caratteristiche di questi riti, mi ricordo, il cambiamento di personalit che si manifesta in forma di un comportamento "infantile" di coloro che ritornano al villaggio dopo i mesi passati nel segreto della boscaglia e che agiscono e parlano come dei neonati. Allora io non conoscevo il termine omantoun, ma mi sembrava che i comportamenti infantili delliniziazione religiosa fossero qualcosa di sopravvissuto, in pieno Brasile, che si rifaceva ai comportamenti infantili delliniziazione tribale. Il segno di una metamorfosi della personalit: si era morti alla vita profana e si rinasceva come personalit religiose. Sono daccordo in quanto ai fatti, ma tuttavia ripeto che questi comportamenti, in Africa, non sono chiamati r ma omantoun. Mi pongo quindi una domanda: perch questo cambiamento di nome quando si sa quanto i Negri del Brasile siano fedeli alle tradizioni della patria dei loro antenati? Quanto annotato da P. Verger a fine pagina forse ci far chiarezza:

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certi babalOrish fanno derivare il termine r da ashiwere che significa "pazzo". E necessario aggiungere, per altro, un appunto critico fatto dal babalOrish Cosme, con il quale avevo discusso sul termine r: non si deve confondere lr con lo stato di "follia infantile" che ha luogo, di solito, durante le cerimonie di iniziazione. Sono quindi due cose completamente differenti. Allora? Tutto il castello viene ad essere capovolto? Non abbiamo la pretesa di aver fatto chiarezza completa riguardo a questo problema, tuttavia, confrontando le due etimologie di Herskovits e di P. Verger, possiamo dare la seguente interpretazione: gli Yoruba e i Fon distinguono gi nei gruppi delle loro divinit quelle giovani e quelle vecchie o, in ogni caso, delle divinit "moderate" e delle divinit "violente". In una lettera che M. Theodore Monod mi aveva voluto gentilmente scrivere a questo proposito, cera questa frase: "Si trovano, entro vari gruppi di divinit, elementi moderati e riflessivi i cui caratteri si possono facilmente riferire allet e, per contro, altri violenti e vigorosi incaricati, ad esempio, di eseguire ordini dettati dal capo del gruppo di divinit che, sovente descritto come il figlio pi giovane di quel capo... Nel caso in cui il gruppo divino fosse la derivazione di un gruppo di personalit storiche, per esempio dinastie, questo potrebbe svelarci una gerarchia basata sullet" (28 Novembre, 1947). Gli Africani fanno quindi una distinzione tra un dio violento e un dio moderato, salvo che quello moderato il pi vecchio. Il fenomeno che non pu manifestarsi se non in condizione estatica, esiste anche a Bahia. Si aggiunge, per, un terzo elemento, per cui avremmo: dei anziani moderati dei adulti violenti spiriti infantili moderatori. Gli spiriti infantili nascerebbero dallincontro di due fenomeni che interferiscono. Questo sarebbe il prodotto, nel pensiero di molti fedeli e forse anche di preti che, poco a poco, ne sarebbero condizionati, di una confusione "fonetica" di termini tra la possessione da parte degli "spiriti bambini" che provocano la semi transe, gli r o altri geni del bosco, con la "follia infantile" o Ashiwere, che segue lo stato di intontimento e che costituisce, per la ragazza che esce dal "bagno di sangue" un momento di stasi a riposo. Forse, in origine, la differenza fra questi due stati era pi marcata, analogamente a quella che abbiamo trovato a S. Luiz do Maranho tra la possessione da parte dei tokhueni, "divinit giovani", e la possessione da parte dei tobosa. Forse, in questo modo, se pure questa ipotesi sia ancora pi "avventurosa", allinizio erano soprattutto i figli di Shang ad essere posseduti dagli r della foresta. A questo punto, solo delle ricerche pi approfondite in Africa, potrebbero chiarire i nostri dubbi. A Bahia tuttavia, oggi come oggi, esiste lidea che ogni Orish abbia il suo r. Secondo quanto abbiamo potuto constatare, sotto una forma senzaltro diversa dovuto alle differenti origini etniche, nella "Casa Grande das Minas", ogni vodoun maschio aveva il suo tobosa. Siamo quindi di fronte a dei fenomeni, se non proprio della stessa natura, per lo meno assai vicini. In Brasile ogni dio africano accompagnato dal suo Esh e dal suo spirito infantile. Il compito di Esh quello di aprire il cammino allOrish, di metterlo in contatto con il suo fedele come pure di fargli giungere le sue preghiere e i suoi desideri; egli il suo messaggero fedele. Il compito dell r quello di rendere "pi soave", come dicono a Bahia, le relazioni della yau con il suo Orish, di difenderla contro la brutalit delle ire divine, troppo improvvise e intense, di "moderare" gli ardori della transe. Secondo Raymundo di P.A.B., che lunico informatore che ci ha dato questa interpretazione, anche l r avrebbe il suo Esh. Forse questo informatore ha generalizzato per mancanza di sicure conoscenze sulle tradizioni degli Orish e degli r, questi ultimi non sono degli dei, ma degli spiriti inferiori. Bisognerebbe che, per avere ogni r il suo Esh, quanto affermato da A. Ramos fosse vero e cio che gli r sono figli di Shang; per, secondo tutti i membri consultati dei Candombl, questa versione non accettabile. Lasceremo quindi da parte laffermazione di Raymundo come fosse unopinione pi personale che generalmente accettata, almeno fino a prova contraria. Lo studio dellestasi mistica, nella misura in cui solamente linteriorizzazione dei miti, forzatamente ci porta a complicare il concetto che ci eravamo fatti degli Orish nel capitolo precedente. Infetti non si pu parlare unicamente di Orish, ma del complesso Orish Esh r, una triplicit mitica. Ne vedremo quindi, qui di seguito, le conseguenze facendo unelaborazione della antropologia africana.

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CAPITOLO VI - LUOMO RIFLESSO DEGLI DEI Non soltanto la danza estatica delle figlie degli dei nelle notti musicali di Bahia che riflette il mondo dei miti, luomo tutto intero che simbolizza cos nella sua vita come nella struttura fisica, il divino. Come abbiamo visto, dalla sua nascita alla sua morte, la sua esistenza avvolta in una trama di avvenimenti che sono le parole degli Orish che comunicano attraverso la mediazione di Ifa o di Esh, di modo che si potrebbe tracciare la biografia di ciascuno di noi attraverso le linee parallele degli odu. Abbiamo pure visto che la societ si forma per mezzo della comunione degli individui e delle divinit, nellacqua delle erbe e nel sangue. Per concludere la nostra descrizione del mondo del Candombl necessario studiare un po pi da vicino questo gioco di riflessi. Sfortunatamente il pensiero africano ha subito, nel suo passaggio dallAfrica allAmerica, delle perdite e delle metamorfosi. Non ci restano quindi che dei frammenti di questa concezione delluomo, in quanto simbolo del divino, frammenti spesso ricomposti in modo maldestro fra di loro per mezzo di legami influenzati dalla filosofia cattolica dellambiente brasiliano. -ILa creazione del mondo si riconduceva, in fondo, allincontro sessuale fra il cielo e la terra, senza che fosse possibile chiarire dove, in questunione, erano i due principi maschile e femminile, dato che Obatal e Ododua cambiavano di sesso a seconda delle regioni. In realt questi equivoci sul sesso delle due divinit primordiali lasciano intravedere unidea pi arcaica, quella di Oshal come divinit androgina. E cos il mito che prende forme diverse spiegando il perch e il percome il cielo si sia separato dalla terra per elevarsi sempre pi in alto, pi una genesi che unapocalisse, il dramma della rottura. Luomo ha cos perduto il suo gemellaggio e deve, da allora, ritrovare lunione dei due principi, maschio e femmina, nella ricerca del suo doppio sessuale, cio lunione matrimoniale. Solo che questo matrimonio non si pu fare che con la rottura, essendo stato tagliato il cammino che unisce i due componenti; e questo avviene per mezzo dellatto sessuale; con lintervento di Esh poich lui che, anche qui, gioca il suo ruolo di legare ci che separato, ruolo che gi gli abbiamo visto compiere nel cosmo. Da qui lidea che questa sia una divinit fallica; lEuropeo che ne parla lo fa sempre guardando al di l del suo pensiero, tutto quello che il cristianesimo ha messo in lui di turbamento e senso del peccato. Il fallo eretto di Esh non significa altro che la riscoperta del cammino interrotto a causa della separazione del cielo e della terra. E un principio di ordine umano, riflesso dellordine cosmico, non un principio di disordine morale, riflesso della degradazione delluomo. Ed ecco perch, a Bahia, prima del matrimonio, non basta fare dei sacrifici agli antenati, o domandare il loro benevolo appoggio, ma un sacrificio bisogna prima farlo ad Esh per supplicarlo e queste sono le esatte parole dei Neri di Bahia di aprire il cammino. Il popolo usa unaltra espressione, ben significativa, quando una giovane deflorata: San Pietro deve essere contento. E sufficiente pensare che San Pietro il guardiano della porta del cielo e, per questa ragione, viene spesso accomunato a Esh, dato che in questa frase cara ai Neri di Bahia, scopriamo le stesse idee sottintese. Esh presiede dunque allatto sessuale ma non alla fecondazione. Egli apre solamente la strada, pur non essendo solo questo il suo compito. Come ricordiamo Esh unito a Ogun che, tagliando le liane e disboscando, domina le strade del mondo. Cos ritroveremo questa coppia divina nel matrimonio. Dopo il sacrificio ad Esh e due mesi esatti prima della celebrazione delle nozze, si fa un secondo sacrificio, questa volta per Ogun, che ha cura delle strade. Si dovrebbe insistere per chiarire questo punto, visto che gli etnografi, basandosi sul carattere fallico di Esh, o pi ancora di Legba, hanno la tendenza a farne un dio lubrico. Certamente il fallismo continua ad esserci in Brasile: ad esempio quando le pietre delle diverse divinit giacciono adagiate sui piatti del pegi, la pietra di Esh Bara sempre in piedi e, se Esh

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rappresentato da una statuetta di terra bagnata di olio e di sangue, cosa assai frequente, essa messa dritta sopra il vaso che la contiene. Mi diceva una Ialorish che solamente quando una figlia di Esh muore se il suo Esh era di pietra, questa veniva abbattuta. Ribadiamo ancora una volta che questo elemento fallico non ha niente di lubrico ma, al contrario, aprendo il cammino tra i sessi, il dio non fa altro che ristabilire lordine che era stato distrutto allinizio del mondo. Ecco la sua missione: permettere la creazione ma non creare. La prova che nel momento del parto Esh fugge spaventato, assolutamente nauseato e non ritorna che 16 giorni dopo. Questo significa, forse, che, per i Neri di Bahia, luomo non pu avere relazioni sessuali con la donna se non 16 giorni dopo il parto. La creazione del bambino, lo sviluppo del feto nel ventre della madre, dal momento della fecondazione a quello del parto, appartengono a Oshal. In Africa troviamo due idee diverse, secondo gli etnografi: alcuni mettono la creazione del bambino sotto il segno di Ifa, altri sotto il segno di Oshal. E forse necessario distinguere tra il momento della fecondazione e lo sviluppo del feto. Comunque sia la differenza, a Bahia non si discute a questo proposito: tutti i Negri sono daccordo nel fare di Oshal il dio della creazione. Esh, per mezzo dellatto sessuale ha ricongiunto la coppia primitiva Obatal-Odudua, ha ricongiunto le due met della zucca, il che permette la formazione del bambino. La creazione delluomo ripete dunque la creazione del cosmo e obbedisce alla medesima legge. Anche Oshal prova lo stesso disgusto di Esh di fronte al travaglio del parto e se ne va per 16 giorni, prima di poter ritornare a riprendersi il suo posto nel corpo della donna. I concetti religiosi africani si sono quindi conservati con grande purezza a Bahia, il che non vuole dire che il matrimonio e la nascita del bambino non seguano le prescrizioni dellambiente brasiliano. C un sovrapporsi di due civilt pi che una lotta tra di loro. Il marito vive con la moglie come una compagna, senza passare dal prete, senza fare iscrivere la sua unione sui registri dello stato civile, secondo lusanza delle classi povere brasiliane o, se si tratta di gente pi ricca, di fare benedire il matrimonio in chiesa. Allora si far anche il battesimo del bambino e si avr cura di sceglierli un buon padrino che potr essergli utile nella vita, esattamente come fanno i Brasiliani bianchi o i creoli. Contemporaneamente si praticheranno altri rituali, come comanda il Candombl di cui fanno parte. Ci che a noi interessa adesso sapere se questi atti rituali sono ancora simboli della vita degli Orish. Come abbiamo gi visto il matrimonio richiede dei sacrifici preliminari a Esh e a Ogun, esempio la visita alle tombe degli antenati, ma non tutto. Ci sono dei matrimoni proibiti e altri preferenziali, ma, in entrambi i casi, non sono le regole di parentela che contano in Brasile, bens delle norme mistiche. In Africa, dove gli Orish sono considerati gli antenati del clan, le norme mistiche possono ben essere identificate con le regole di parentela. In Brasile, la schiavit ha distrutto i clan per sostituirli con famiglie spirituali, i Candombl. Sicuramente lesogamia potrebbe qui assumere la forma di divieto di celebrare matrimoni tra fedeli di uno stesso terreiro, poich questo sostituisce il clan. Questo quanto sembra credere Frazier nel suo studio sulla famiglia africana di Bahia. Se cos fosse allora lesogamia avrebbe potuto cambiare per conservare un carattere puramente sociologico. Non cos, Frazier ha fatto confusione: lesogamia non ha a che vedere con i membri del Candombl, ma tra i figli degli Orish e questo vuole dire che non si possono effettuare matrimoni tra due membri che abbiano lo stesso Orish. E per questo che, prima di maritarsi necessario che tutti i Neri vadano a consultare il babala, per sapere quali sono gli Orish dei futuri congiunti. Uno dei miei informatori mi spiegava che il numero delle coppie separate stava aumentando, che molti erano i matrimoni infelici, palcoscenico di dispute a non finire circa landamento famigliare e che questo era dovuto alla diminuzione della fede africana, alla negligenza di coloro che, desiderando costruirsi un nuovo focolare, non andavano, per prima cosa, a consultare le conchiglie, per cui, alla fine, molti, se pur incoscientemente, commettevano il

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peccato di incesto. Tutti coloro che hanno lo stesso Orish come protettore si considerano, in effetti, fratelli e sorelle e cos si chiamano fra di loro, non possono quindi avere rapporti sessuali senza rischiare di attirarsi addosso la collera degli dei. Anche se la regola dellesogamia stata rispettata, non ugualmente bene sposarsi se, sia il fidanzato che la fidanzata hanno un Orish maschile o un Orish femminile. Un Babalorish di Recife mi spiegava che questi matrimoni possono provocare nei congiunti delle tendenze omosessuali o, pi generalmente, delle tendenze viziose, per lo meno in uno dei due partner. Si pu quindi concludere che il matrimonio sar tanto pi felice quanto pi rifletter larmonia mitica delle divinit e tanto pi infelice se provocher su questa terra la collera, lodio e le lotte degli Orish. A Bahia si considera che Oshal abbia due mogli: Nanan Buruku che gli ha dato Omol, Lko e Oshummar come figli e Yemanj da cui ha avuto gli altri principali Orish. I sacerdoti non sono sempre daccordo sullo stato civile di questultimi, ma sicuramente considerano Oshossi e Ogun come dei celibi, sotto il pretesto che sia i cacciatori che i fabbri formano delle caste e che, in ultima analisi, il successo della caccia o della fusione dei minerali sia basato sulla continenza di coloro che si dedicano a queste attivit. Altri, invece, li considerano sposati: Ogun a Yansan, Oshossi a Oshum. Omol, da parte sua, sarebbe stato lo sposo di Ob. Shang, che il super maschio di questa mitologia, avrebbe loro portato via queste tre mogli, per cui rappresentato come il marito, poligamo, sia di Yansan che di Oshum e Ob. Da qu lorigine delle lotte che egli ha dovuto sostenere contro Ogun, Oshossi e Omol. Le dispute non avvengono solamente tra Orish dello stesso sesso, per esempio tra Shang e Ogun o tra Yansan e Oshum che competono per acquistarsi lamore del comune marito, ma anche tra una divinit maschile ed una femminile, per esempio tra madre e figlio, Yemanj e Shang, o tra il marito infedele e la moglie gelosa, Shang e Ob. Luomo, sposandosi, ricrea sulla terra lantica storia di queste lotte o di queste armonie; che lo voglia o no, egli rappresenter, una volta ancora, il dramma del leggendario passato. E per questo che, oltre ai matrimoni proibiti, esistono quelli permessi, cio quelli che rispettano la legge dellesogamia ma che, comunque, non sono felici, non possono riuscire bene come quelli tra un figlio di Shang e una figlia di Yemanj, mentre altri li chiamerei preferenziali e ideali come quelli tra un figlio di Shang e una figlia di Oshum. Quando lamore, per, nasce fra due esseri, poco ci si preoccupa dei miti, cos accade a Bahia, come in qualsiasi altra parte del mondo, e due persone che desiderano vivere assieme, non dovrebbero invece farlo. In questo caso, siccome la passione non intende ragione, esiste una valvola di sicurezza da prendere in considerazione: cambiare lOrish della propria testa. Generalmente la fidanzata a sostituire il maestro del suo ori, o scegliendo uno degli dei che accompagna il primo, come dicono a Rcife, o una di quelli che appartengono alla stessa famiglia, come dicono a Porto Alegre. Purtroppo non abbiamo informazioni su questo cambio di Orish ( troca do santo) e pensiamo che raramente questo si verifichi. Quando la coppia ha fatto un figlio il battesimo cattolico non sufficiente, poich non fa altro che introdurre il nuovo nato nel mondo brasiliano; necessario quindi incorporarlo al mondo africano. Silva Campos ci ha descritto la cerimonia di questo battesimo africano, tale quale si praticava, per lo meno, qualche anno fa: Si tratta di una cerimonia semplice, praticata dal pai o la mai de santo. Una larga scodella contenente un infuso di foglie aromatiche serve da fonte battesimale e, con quel liquido, si lava la testa del neonato. Questi riceve allora il nome del suo dio protettore e anche la collana di perle consacrate alla sua divinit, come simbolo del suo angelo custode. La descrizione, come si vede, presuppone un rito anteriore, di cui Silva Campos non ha parlato, ma che continua tutto oggi: la visita al babala per sapere, giustamente, il nome dellOrish protettore. Questa visita non pu effettuarsi che dopo un determinato numero di giorni dalla nascita poich lOrish non giunge subito dopo il parto (in Africa arriva tre giorni

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dopo; a Bahia non sembra che ci sia una data precisa per questo ritardo, almeno per quanto ne sappiamo noi). Il modo in cui il bimbo ha visto la luce del giorno ha una grande importanza per la designazione del suo futuro angelo custode . Ad esempio: chi nasce con il cordone ombelicale attorno al collo appartiene a Oshoguian, chi nasce storpio di Oshal, ecc. Tutto questo non ancora sufficiente perch necessario procedere ad una verifica ulteriore con laiuto della collana di Ifa, altrimenti alle conchiglie di Esh. Tuttavia questo Orish ancora una divinit latente pi che inserita nella sua testa. Per confermarla ci vorr il rituale delliniziazione, quello che abbiamo studiato nel nostro primo capitolo. Per questo lindividuo dovr avere raggiunto ladolescenza o, anche, la maturit. Solo i bambini di Inle devono essere iniziati, mi hanno detto, quando ancora prendono il latte dalla madre. In questo caso la madre deve assistere a tutto il rituale, forse anche (ma non lo posso affermare con sicurezza), sostituirsi al suo bambino per una parte del cerimoniale. In ogni modo, liniziazione deve essere considerata come una seconda creazione. Di conseguenza dobbiamo ripetere quello che gi abbiamo detto precedentemente a proposito della fecondazione e il parto. Si tratta di cominciare, come per il matrimonio (il termine yau che prender la novella serva degli Orish nonsignifica forse anchesso sposa? ), con un sacrificio a Esh, che apre le strade, e un omaggio agli antenati. Abbiamo anche mostrato come tutto il lungo rituale di iniziazione si faccia sotto il segno di Oshal, dio della creazione. Solo quando la persone nata due volte, quando riceve il suo doppio nome, quello profano e quello sacro, diventa veramente membro della confraternita, figlio o figlia del Candombl. Durante questa seconda creazione la famiglia di sangue non ha pi alcun ruolo. Un Babalorish, in effetti, non pu fare i suoi figli e nemmeno i suoi propri fratelli. Cos mi diceva un sacerdote di Bahia: non si pu essere allo stesso tempo padre carnale dei propri figli e il loro padre spirituale. Le due creazioni appartengono a piani differenti che, forse, corrispondono alle due anime, luna opera del padre carnale e laltra dellOrish che sar fissato dal padre spirituale. Durante il mio ultimo viaggio a Bahia ho lungamente discusso a questo proposito con un Babalorish che stava facendo iniziare sua figlia nel Candombl dei Gantois e non nel suo proprio terreiro. Lesempio pi conosciuto quello riportato dal Padre Adam a Rcife. Egli si rifiutava di fare suo figlio poich era figlio del suo sangue e, siccome daltra parte, egli si considerava il solo vero Africano della sua citt natale, non lo fece fare da nessuna altra setta, visto che, per le altre sette, non nutriva nessuna fiducia. Quando costui mor, gli successe una delle sue figlie spirituali Joana Batista e suo figlio non ebbe che una posizione secondaria. Questo fatto diede luogo a molte situazioni drammatiche nel destino di questi due esseri. Ci che abbiamo detto a proposito della famiglia di sangue vale anche per la famiglia coniugale, visto che i rapporti sessuali sono considerati un incrocio di sangue. Cos un Babalorish non potr mai fare sua moglie, cos come non potr mai fare suo figlio. Il Candombl stesso, in quanto raggruppamento umano, unimmagine della societ divina. Le relazioni che intercorrono tra i suoi membri non fanno che riflettere le relazioni che gi esistono fra gli Orish. Le ekedy o yaba, ad esempio, che, a Rcife, sono incaricate, nel corso delle cerimonie, di servire una figlia degli dei, asciugarle il sudore e aiutarla nelle sue crisi convulsive, non sono scelte a caso ma secondo le regole di parentela o matrimoniali degli Orish. Per esempio, ad una figlia di Shang si dar, come ekedy, una figlia di Yansan o viceversa, di modo che i rapporti tra luna e laltra si svolgano sempre in un reciproco clima affettivo. Anche una ekedy di Yemanj pu essere scelta per Shang, poich una madre sempre pronta a dare i suoi servigi e ad aiutare i suoi amati figli. Per contro si far ben attenzione a non accoppiare degli Orish che non hanno buoni rapporti come Ogun e Shang affinch i loro personali contrasti non si intromettano come fattori di disturbo nel santuario. Ci che abbiamo appena detto a proposito delle ekedy, vale anche, come vedremo, per gli ogan e gli oba, solo che questi sono legati a delle figlie dei loro stessi Orish; pure in questo

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caso si obbedisce alla stessa concezione della societ divina, per quanto sotto un altro aspetto, cio quello secondo cui ogni divinit frammentata in varie molteplici manifestazioni: dalla differenza di et, allavere per capo un membro della coorte. Come in tutte le societ, anche nel Candombl esistono gelosie e dispute interne. I Babalorish e le Ialorish devono fare appello a tutta la loro autorit per mantenere il gruppo unito e larmonia tra i diversi membri della confraternita. Le relazioni interumane sono comunque sempre state modellate secondo uno schema fedele a quelle interdivine, allo scopo che lordine non venga mai troppo compromesso. Altri gruppi, tuttavia, possono esistere allinterno del santuario. Uno lo abbiamo gi segnalato per via della sua celebrit ed quello dei 12 ministri di Shang a Opo Afonj, per quanto non sia lunico esistente. Alvaro Mac-Dowell, figlio di una delle figlie degli dei di Gantois, nella critica che ha fatto sul libro di Pierson Bianchi e Negri a Bahia, si oppone indignato allaffermazione di questo autore che dice che Opo Afonj stato il primo Candombl a formarsi in societ: E sufficiente affermare che il terreiro di S. Gonalo (nome profano di Opo Afonja) non aveva ancora una societ che gi esisteva a Gantois quella di Eb Ochossi. MacDowell ha perfettamente ragione. I 12 ministri di Shang esistono solo da qualche anno per opera di Martiniano de Bomfim, ritornato dal suo viaggio in Africa. Il Gantois, che il pi vecchio Candombl di Bahia, stato fondato da due Africani che erano legati a Oshossi e che hanno portato nella loro nuova patria lassociazione conosciuta a Abeokuta sotto lo stesso nome di Egb (Egb Oluri Ode), composta da cinque grandi capi, sei cacciatori e sei assistenti (vale a dire sei dignitari di destra e sei di sinistra). Quello che a noi soprattutto interessa di queste societ che sembrano obbedire, come nella genealogia degli Orish, ad un certo simbolismo riguardo ai nomi. Sfortunatamente non abbiamo nessuna informazione sulle ragioni per cui 12 ministri siano stati scelti per Shang mentre per Oshossi il numero sia di 17. Se guardiamo a quello che succede in Africa, vedremo che la corte dell Oni comprende 17 prelati o patriarchi, che le societ dei bambini hanno 13 dignitari, che lufficio amministrativo di Bal composto da 11 membri e che le jalod delle donne hanno 6 assistenti. Non riusciamo a comprendere la ragione di queste cifre differenti, salvo per gli ob che sono 12, numero tradizionale di Shang. Joo do Rio dice di aver trovato nella capitale Brasiliana un certo numero di Negri che si sono fatti tatuare sulla pelle dei simboli delle loro divinit: lascia di Shang, larco di Oshossi, o il cuore amoroso di Oshum, eppure non necessario che gli uomini del Candombl ricorrano a queste decorazioni degli ash simbolici sul proprio corpo, poich essi stessi sono simboli viventi dei loro Orish. Le loro vite e avventure quotidiane sono, in larga misura, delle avventure mitiche degli dei africani. - II Il riflesso di cui noi stiamo parlando non e un semplice riflesso di specchi ma suppone una realt pi profonda, la partecipazione. Luomo copia il comportamento degli dei in quanto partecipe del loro carattere e poich un po della loro essenza divina penetrato nella sua testa, tutto questo non pu non avere una conseguenza in quello che si potrebbe definire antropologia africana. Dallesempio di Kant, noi abbiamo labitudine di separare radicalmente il giudizio secondo il valore o secondo la realt. C una gerarchia di valori ma non di esseri. O si o non si . Tra lessere e il non essere non esistono possibili graduazioni o intermediari. La filosofia medievale invece aveva introdotto vari gradi dellessere, dal Dio, perfezione assoluta, allessere delle cose

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materiali. Si pi o meno. Questa una filosofia analoga alla concezione che i Neri hanno della personalit umana. Lesistenza si confonde con la potenza e ogni potenza viene dagli dei. I diversi rituali di cui abbiamo parlato: Il lavaggio della collana, il mangiare della testa e liniziazione, non fanno che far partecipare sempre pi profondamente lessere umano alla natura e alla forza degli Orish e, di conseguenza, a permettergli di acquistare sempre pi capacit di esistere. Questo incremento del proprio essere si manifesta nella ventura di avere fortuna, salute, prosperit negli affari o successo in amore. Questa caratteristica una caratteristica africana. Bascom, analizzando il concetto che gli Yoruba hanno delle differenze individuali, riconoscono che la fortuna non una qualit impersonale, una conseguenza del caso o di circostanze fortuite ma che legata alla molteplicit delle anime o degli dei personali, alla eleda o angelo custode e allolori il maestro della testa; i termini inpiegati per designare le persone che hanno fortuna e coloro che non ne hanno sono: olori o eleda rere, olori o eleda buruku e mostrano che quella che loro considerano fortuna non quella che consideriamo noi, ma una benedizione divina, una conseguenza della partecipazione allessere della divinit. Ancora ricordo la gioia con la quale una venditrice ambulante di Bahia, incontrata per strada mentre era intenta ad offrire agli avventori dei dolcetti saporiti e croccanti fritti nellolio di palma, mi abbracci al venire a sapere che io ero un figlio di Shang, dunque suo fratello: Shang un maschio, forte! Nulla ormai ti potr accadere di male. Ella non considerava pi se stessa come una diseredata, malgrado la sua povert, la sua vita di lavoro e la sua condizione sociale, ma si riteneva certamente superiore a molte altre persone, pi ricche o pi conosciute, che le passavano davanti per strada. Quella donna, per mezzo di Shang, si sentiva pi pienamente viva di loro. Qui potremmo riconsiderare la celebre distinzione tra lessere e lavere. Quelle persone che le passavano davanti potevano aver accumulato beni, titoli e stato sociale elevato, ma non avevano accumulato che dei beni; sotto questo pesante fardello erano privi di forze. Il male, secondo questo concetto, una diminuzione dellessere, che lo morde per strappargli golosamente dei bocconi di esistenza, essendo, allo stesso tempo, il segno esteriore di questo indebolimento. La malattia deprime, toglie il gusto della vita, lascia il corpo senza forze e lanima senza desideri. Linfelicit rende folli o tristi, abbatte sia fisicamente che moralmente e getta in uno stato di prostrazione. Gli incubi notturni opprimono e linfelicit distrugge. Tutto ci deriva dal fatto che il vostro essere sta perdendo la forza che la partecipazione intima con gli Orish gli aveva donato. Sia che questa partecipazione sia stata interrotta a causa della violazione di un tab, per la negligenza rispetto a un qualche dovere religioso, sia che questa partecipazione abbia subito lazione distruttiva del tempo. Cos come necessario lavare ogni anno le pietre degli Dei con un bagno di erbe o di sangue, cos bisogna lavare, di tanto in tanto, la testa (o, al posto della testa, la collana che si porta attorno al collo), per rinnovare il mana che si sfalda ed necessario farlo soprattutto quando le disgrazie bussano alla vostra porta o vi assale la malattia. Meglio non si pu dimostrare che lessere delluomo non una semplice imitazione o ripetizione dellessere dellOrish ma che si tratta di una vera divinizzazione. Labbarbicamento delluomo al tronco divino. Lo stato sociale allinterno del Candombl, non significa soltanto, o soprattutto, una gerarchia di diritti, non si usa definirlo pi, come i sociologi hanno lusanza di farlo oggi giorno, ossia come un insieme di ruoli, la semplice esclusiva di certi incarichi, di poteri prestabiliti e accettati dalle persone subordinate e neppure di norme istituzionali. Si tratta dellimmagine del posto occupato nella scala dellesistenza. Lo status pi o meno alto si manifesta, senza dubbio, esteriormente, con il potere, il comando e lautorit sugli individui di condizione pi bassa, ma questa autorit non che lirradiazione dellessere o, meglio ancora, del grado di essere che lOrish ha nella persona.

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Il lavaggio della collana, l obori aumentano la forza della divinit, ma la lasciano agire nellinconscio ed per questo che la condizione di ekedy o di ogan rimane uno status subordinato. Tuttavia il rispetto che si deve loro, non diretto specificatamente alla loro persona ma va, attraverso di loro, al padrone della testa. Se, dallaltro lato della gerarchia, il Babalorish o la Ialorish comandano la confraternita, vuole dire che essi sono costantemente in contatto intimo con il mondo divino, poich rappresentano il grado pi alto dellesistenza. E questa lavversione violenta che dimostrano i capi dei Candombl tradizionali contro i Babalorish fatti in piedi, cio senza essere passati attraverso i rituali delliniziazione e il lento maturare dellOrish dentro se stessi. E certo che questi clandestini come ancora sono chiamati, possono avere delle qualit di comando, essere dei leaders e ne conosciamo almeno uno che, senza ombra di dubbio, le possiede, ma la sua sociologia non si basa sullontologia e il suo potere non ha alcun fondamento. La gente in generale considera la gerarchia dal punto di vista delle possibilit offerte alla persona. Lo stato sociale stabilito, prima di tutto, dal numero di licenze permesse. Noi siamo cos abituati a pensare che la libert sia il bene pi prezioso che consideriamo le persone pi in alto, socialmente parlando, come coloro che possono permettersi tutto quello che a noi proibito, bloccati come siamo in una condizione sociale di legami e impedimenti. Risalire la scala sociale acquistare progressivamente dei nuovi reali diritti: diritto alle comodit, a nuovi piaceri, al non far niente se non ci va di lavorare... Siamo, in verit allopposto del concetto di vita africano. Il posto occupato nella gerarchia del Candombl o della societ africana in generale, contraddistinto da una minor quantit di licenze piuttosto che da una totale assenza di limitazioni. Pi lindividuo sale nella scala sociale e pi tenuto a sottomettersi a delle norme obbligatorie, che variano incessantemente di numero, e che restringono la sfera dei suoi possibili comportamenti. Luomo che occupa il posto pi alto anche quello con pi tabu, che ha pi obblighi e che pi oberato dalle catene dei rituali imposti. E vero che i titoli sono prima di tutto degli incarichi ma si deve dare a questa parola incarico il suo senso etimologico, cio di qualcosa pesante da portare, di qualcosa che gravita addosso... Questultimo fatto quello che causa, come abbiamo visto nel caso del babala, il periodo di crisi che sta passando il Candombl. Le nuove generazioni conoscono il prezzo e lebrezza della libert, sanno bene quanto sia gradito fare ci che si vuole, ci che pi piace, sempre stando attenti a non offendere il prossimo, ben inteso, e si rendono conto che entrare in un terreiro pu comportare molte restrizioni e degli obblighi sempre pi rigorosi. Cos i giovani esitano, cercando un compromesso tra linseguire i propri sogni di vita facile e piacevole e restare fedeli alle tradizioni e non cercano neppure di migliorare troppo il loro stato sociale o sviluppare il proprio essere. La gerarchia dei Candombl comporta pi doveri che diritti. Non neghiamo che esistano anche situazioni di privilegio come quelle dettate dal cerimoniale delleducazione, come il bacia mano, nella dobale, nella richiesta di benedizione, in ginocchio, davanti alla Ialorish, nel diritto di soccorrere la shere di Shang, di sedersi, durante le feste, in posti privilegiati ecc... Questi cerimoniali assai complicati seguono esattamente le linee di gerarchia, agli oba della sinistra non permesso fare i gesti che invece sono autorizzati, quando non obbligatori, ai dignitari della destra; se l ogan presiede alla grandi cerimonie pubbliche seduto su di una determinata sedia, che si rif alla complessa cultura africana del trono in pieno Brasile, quella sedia sar esattamente una che stata fatta espressamente per lui e, di conseguenza, ha la stessa et del suo ingresso in carica come ogan; il Babalorish, invece,presiede alle cerimoni seduto sulla poltrona che stata usata dai fondatori del santuario e che non solamente pi bella o confortevole, ma che ha una ben diversa sacralit. Quando una figlia degli dei di un altro santuario render visita ad un Candombl in festa, sar baciata prima sulla guancia destra e poi su quella sinistra dalle figlie del terreiro, dopo che

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queste ultime sono cadute in possessione nel corso delle loro danze estatiche; ma se a entrare un sacerdote, allora i tamburi suoneranno , in suo onore dei canti appartenenti alla sua nazione ed arriveranno pure, se la nazione dellospite lo esige, ad invertire le loro abitudini per esempio: usando le dita al posto delle bacchette per suonare i tamburi. Questi privilegi hanno, tuttavia, una contropartita, e cio un maggior numero di doveri, acquisiti insieme ai detti privilegi, nei confronti dei loro fratelli del terreiro e dei loro Orish. I privilegi si manifestano soprattutto durante i raduni nel corso delle cerimonie religiose, come intime connivenze con gli dei, ma nella vita di tutti i giorni sono le responsabilit che predominano. Ritroveremo qui la legge della compensazione o, se si preferisce, del do ut des. I Babalorish possono chiaramente apparire dei gran signori e le Ialorish delle gran dame ai visitatori stranieri, ma questo non per nulla segno di arroganza. Lessere in posizioni superiori ha, come contro partita, un maggior dovere di essere a disposizione delle comunit che essi presiedono. Limportanza ottenuta si comunica sotto forma di forza a quelli che si trovano in posizioni subalterne. Certi Bianchi hanno voluto vedere nei Candombl delle orgie; ma piuttosto un etica. Laumento del grado sociale non significa uninterruzione della solidariet ma, al contrario, esso ne rappresenta la base pi solida. La comunione non pu esistere, in effetti, senza lintervento, il controllo e la direzione del sacerdote e si basa sul cerchio di coloro che hanno raggiunto i gradi superiori dellesistenza, per mezzo dellintimo e quotidiano contatto con la forza degli Orish. Il privilegio non dunque mai un fenomeno strettamente sociologico, un simbolo collettivo, ma una definizione dellessere. Per possederlo senza danno, ci vuole il necessario potere mistico, altrimenti la malattia, linfelicit e la morte potrebbero colpirela persona. Il fatto di sedersi su di una od unaltra sedia, di soccorrere lo shere o di portare l ash di Shang non sono gesti privi di pericolo se non si acquisito in precedenza una profonda partecipazione con lOrish che rende possibile il gesto. Daltra parte questa partecipazione non un bene speciale poich gi quella particolare sedia che determina lordine della festa, il muoversi delle shere o dell ash spruzzato in segno di benedizione su tutti i presenti. Il dono ( il diritto a questo o a quellonore) esige necessariamente ed automaticamente un dono in cambio (ricoprire tale posizione onorifica a beneficio della collettivit) che non sappiamo definire come privilegio od obbligo. Si tratta, in fatti, sia del diritto che del contrario di una stessa realt. Fino ad ora non abbiamo parlato che delle responsabilit allinterno della confraternita, ma, ancora pi importanti forse, sono le responsabilit verso gli Orish. Questi esistono solo nella misura in cui sono adorati e in cui ricevono alimenti per fortificarsi, come il lavare le loro pietre con il sangue degli animali sacrificati, per potersi incarnare nei loro cavalli. Un dio che non monti pi gi un dio che sta scomparendo; si dice che se ne sia ritornato in Africa. Qui si vede il significato del dono e di quello in cambio. E lOrish che dona, o crea, lessere, ma lOrish, a sua volte ha bisogno di quellessere. Si potrebbe definire, in certo modo, il fenomeno religioso come un fenomeno di scambio e cio: che non c possibilit di solidariet senza linterscambio, senza le prestazioni reciproche e che la solidariet religiosa ( quella delluomo con il sacro) non fa eccezione alla regola. - III Questo principio di separazione va di pari con quello di riflesso simbolico e di partecipazione. Insieme allOrish luomo, in effetti, ha uno spirito personale, che lo pone in un mondo a parte, distinto da quello divino. Arriviamo quindi alla parte pi delicata di questo capitolo, a causa dei vuoti che si sono verificati oggi nella memoria degli Africani di Bahia, vuoti che si sono colmati di idee non tradizionali causate dal cattolicesimo del paese o, anche allo spiritismo: lo studio strutturale dellindividuo.

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A questo proposito abbiamo a disposizione due pubblicazioni: quella del padre Frikel per Bahia e quella di Ren Ribeiro per Recife. La prima pi completa ma, per certi versi pi discutibile; la seconda, pi valida, anche al di fuori di Recife, ma pi corta. Altre informazioni frammentarie le abbiamo prese da diversi libri che trattano questo argomento ma in modo frammentario ed, infine, attraverso informazioni personali. Purtroppo, spesso, tutte queste informazioni sono contradditorie poich i Neri hanno quasi del tutto dimenticato quello che non strettamente legato a un rituale e che si sono lasciati influenzare da idee estranee alla mentalit africana. Di quello che ha scritto il Padre Frikel importante quello che dice a proposito della distinzione tra il dio della testa e lo spirito o, in altri termini, tra l Orish e lini. LOrish un santo, un affascinatore, in breve, un essere esteriore trascendente alluomo anche se lo pu possedere; lini no; fa parte della natura, una specie di vento, noi diremmo un soffio. Il bambino, nascendo, viene al mondo con unanima e, come abbiamo gi detto, la divinit entra nel suo corpo solamente alcuni giorni dopo il parto e rimane in uno stato latente, fin tantoch lOrish non si manifesti per mezzo di una crisi di possessione. Lini ha lo stesso sesso del corpo: i ragazzi hanno unanima maschile e le bambine unanima femminile; ci sono quantunque delle eccezioni a queste regole, come la pederastia passiva, assai numerosa in certi terreiro bant, che, per, rappresenta un caso patologico. Al contrario, un uomo pu benissimo ricevere una divinit femminile, per esempio Yemanj; cos come una donna pu riceverne una maschile, vedi Shang. Il numero delle iniziate di sesso femminile di gran lunga maggiore di quello degli iniziati di sesso maschile; la maggior parte delle yau sono montate da dei maschili. Lanima si forma nel ventre materno o, piuttosto, dato che i Neri credono nella reincarnazione, essa da le informazioni al feto dopo la fecondazione; lanima dunque ha un carattere, che quello dellavolo reincarnato. La divinit si pu ereditare anche in questo modo, ma non una regola fondamentale come in Africa. Il babala, a volte, nel gettare la collana di Ifa o le conchiglie di Esh, si diverte a scoprire il nome dellOrish, padrone della testa, poich sono due gli Orish che perseguitano chi vuole il consulto e si disputano la priorit fino a che uno dei due prende il sopravvento. Quando al babala viene chiesta la ragione di questa disputa fra gli dei lui risponde che uno era lOrish del padre e laltro della madre e ognuno dei due voleva tenere il bambino della coppia per se. Non sempre, per, anche quando si eredita la divinit, per discendenza maschile, come avviene presso gli Yoruba, si pu anche ereditare questo o quel dio ( labbiamo gi visto nel corso del nostro lavoro) scoprendo una pietra particolare, o secondo come si presenta il bambino alla nascita oppure nel momento della sepoltura, quando lOrish della donna morta si impadronisce di un altro cavallo. C dunque, come si vede, una netta differenza tra l'ini e l Orish. LOrish riflette simbolicamente il mondo dei miti, mentre che l'ini rappresenta lesistenza in se, la qualit di individuo. E quello che noi abbiamo chiamato il principio di rottura che distingue nel reale un certo numero di scomparti separati. Nel concetto di ini c dunque la ragione della rottura tra il mondo degli dei e quello degli uomini, che comporta una duplice funzione sacerdotale: quella dei Babalorish (o Ialorish) e quella dei babala. Ma questanima, ci chiediamo, semplice o doppia? Sappiamo che per i Fons, lo spirito o il se si divide in due parti: il smedo che muore con il corpo e il l'ini che invece immortale. Ci sar anche presso gli Yoruba una tale distinzione? A questo proposito gli africanisti sono molto reticenti a dare spiegazioni, ma evidenziano, tuttavia, lesistenza, a fronte del concetto dellini di quello dellori. I Neri del Brasile sono molto pi precisi, e Ren Ribeiro, pi di Frikel, ci fornisce delle informazioni. Dobbiamo dunque credere che a Rcife si pi fermamente convinti della dualit dellanima che a Bahia? No, ma il Padre Francescano si interessava solo al principio spirituale, nel suo pensiero cera pur sempre la domanda: in quale misura il concetto che avevano i Neri dellanima si avvicinava al cristianesimo? Infatti l'ori pi un principio vitale che unanima. In

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sostanza, la diversit dei due concetti si avvicina molto a quella dei Fons, con il sledo e il smedo. Ci sembra pure che l'ori venga prima dellimi durante lo sviluppo del corpo umano nel ventre materno, poich l'ori la testa, cio lo spirito guida che presiede allo sviluppo e allo sbocciare dellorganismo. Per quanto lOrish sia ben fissato nella testa, l'ori e l'ini si distinguono profondamente tra di loro: infatti lOrish pu abbandonare lindividuo, ritornare, poi andarsene di nuovo e, infine, abbandonare il corpo giorni prima della fine di questo, tanto egli inorridito dalle ambasce dellagonia, ma l'ori no: lOrish abbandona (la testa) langelo custode pu allontanarsi ma l'ori resta fissato. Non si pu, comunque, confondere l'ori con l'ini per questo; come vedremo, si tratta di una differenza tra unanima materiale e di unaltra che, sebbene non la si possa definire spirituale, in senso cristiano, considerata pi sottile o, esprimendolo in modo pi chiaro, di unanima superiore e di una inferiore. Prima di tutto l'ori pu indebolirsi nel corso dellesistenza, come, per esempio, in caso di malattian nelle crisi di follia ecc.; per questa ragione necessario praticare lobori, il rituale del dare da mangiare alla testa per ridonare forza allo spirito stanco e consumato. L ini, invece, scevro da qualsiasi trattamento. Durante il sonno pu abbandonare il corpo ( pericoloso viaggio nello spazio dato che uno stregone potrebbe impadronirsene !), l'ori non pu farlo, altrimenti sarebbe la morte. Quindi l'ori scompare quando muore il corpo, mentre l'ini immortale. Rimane, comunque, per un po attorno al cadavere, ed necessario fare la cerimonia dell ashsh per toglierlo dalla terra, incorporarlo in un vaso del il-saim perch rimanga tranquillo a ricevere gli omaggi e le offerte di sangue dei vivi. Se l'ori mortale, se bisogna farlo mangiare, se la parola che lo definisce in Yoruba significa testa, questo non vuole dire che si tratti della testa corporale dellindividuo ma si tratta della sua intelligenza, della sua sensibilit, della sua vita psico-fisica, in una parola, lo spirito contrapposto allanima. Se questa distinzione cos netta presso i discendenti degli Africani in Brasile, vorr dire che si tratta di due anime differenti oppure solamente di due parti di unanima sola? Questa domanda, cos come viene posta, non ha forse un carattere tutto occidentale? Forse che, nel contesto dei Candombl, voglia introdurre una logica che quella nostra? C una cosa che potrebbe collegare strettamente quanto ci si domandato. Uno stregone ha la capacit di impossessarsi dellini di una persona per farne il suo schiavo, a scopi malvagi naturalmente; il vodoun di Haiti ha reso famigliare ai francesi questa nozione, alludiamo ai famosi Zumbi delle Antille e ai corrispondenti di Bahia. Il Padre Frikel parla degli ara-ourum, le animedei morti, sotto il dominio di Esh, principio del male; a questo proposito parla del ninfa di cui da le due definizioni avuta dai suoi informatori: Ninfa una magia, il cui scopo fare degli Spiriti cattivi; e Ninfa non un Orish, Ninfa consiste in un grosso sacrificio che crea i cattivi Spiriti, li prende per sette anni con se e poi questi vanno nel Va. Lautore di quanto scritto da a queste frasi un senso metafisico che esse non hanno. Non si tratta del concetto cattolico delle anime dannate, vive dopo la morte, suddite del diavolo. Qui si tratta di un rito magico per separare lini dal corpo (sia durante la vita dellindividuo, sia immediatamente dopo la sua morte. Gli scritti di R. Ribeiro si riferiscono al primo caso, mentre quelli di P. Frikel fanno piuttosto allusione ai secondi). Questo rito magico ha lo scopo di endere questultimo al servizio perverso del mago. Nel caso dellindividuo vivo, la persona a cui il mago ha mangiato lanima vive come un sonnambulo, il suo spirito non gli appartiene pi, svuotato sia dintelligenza che di sensibilit. Ci che sembra indicare un legame fra l'ori e dellini, almeno secondo noi, che la perdita dell ini si traduce automaticamente in una malattia dell'ori: la follia.

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A fianco dellanima c langelo custode: Eleda o Heleda. A che cosa corrispondono questi due termini? A questo punto la confusione massima e le informazioni raccolte sono tutte contradditorie. Joo do Rio distingue nettamente gli Eleda dagli Orish, dice che i primi sono gli intermediari tra gli Orish e gli individui e che non sono degli spiriti cattivi ma, al contrario, proteggono la persona dal male. Il Padre Brazil li considera angeli, quindi degli intermediari, ma distingue tra di loro gli Ag o Agu il cui lavoro quello di introdursi nella pelle di uccelli rapaci e succhiare il sangue degli individui, per cui questi cosiddetti intermediari sarebbero delle creature capaci di fare sia il bene che il male, per cui il termine di angeli custodi non sarebbe proprio quello giusto. Secondo Ren Ribeiro si tratta di entit che accompagnano e proteggono la persona, anche se impotenti verso gli Orish, gli Egun e gli stessi stregoni. Alcuni informatori pensano che si tratti degli spiriti degli antenati mandati dal dio supremo Olorun e che, dopo la morte dellindividuo, ritornino da lui, il che si conf, secondo noi, allo spirito africano. Anche lultimo nostro informatore li confronta con gli djoto del Dahomey (definiti da Herskovits i guardiani ancestrali che proteggono i loro discendenti). Ma in che misura potremmo ritrovare un concetto che esiste nella gente del Dahomey tra gli Yoruba? E in che misura i Brasiliani di colore hanno mescolato questo concetto africano degli antenati protettori con quello prettamente cattolico dellangelo custode? E maggiormente con la teoria dello spirito che vuole che uno spirito di luce accompagni ogni medium per aiutarlo a disfarsi dellinfluenza della materia. Se dal Brasile andiamo a Cuba, dove ritroviamo le stesse etnie che esistono a Bahia, Il concetto dellEleda lo ritroviamo con un senso ancora diverso: Eleda, oni, ori. Eleda colui che pensa, si: egli vede, veglia, sempre kuni-kuni. Guida e decide della nostra vita. Colui che nella testa lo Spirito, il santo: la testa si chiama Ori ed anche Eri ed ha dei bei modi. Per mezzo di Eleda abbiamo tutti i figli di Dio nella testa. Tutti noi abbiamo un angelo, un angelo custode, lEleda di ognuno... I Bianchi non curano le loro teste, come facciamo noi, non donano loro del cibo! Non si ricordano pi, o non lo sanno pi, che l nella loro testa risiede langelo, l vive il loro Eleda... Obatala governa tutte le teste, dire Eleda la stessa cosa che dire Obatala. Come si vede, in questo testo c tutta la confusione che esiste nello spirito di quelli che parlano di Eleda. Confusione tra Eleda e Ori, tra Eleda e Orish, identificazione, infine dellEleda con Obatal. Tutte queste confusioni provengono dal fatto che Eleda, on lingua nag, significa creatore. Lo si ritrova quindi in Africa impiegato in contesti diversi, per esempio: Denett lo adopera tanto a proposito di Olorun che di Obatal, essi hanno creato il mondo e tutto quello che contiene, mentre, a proposito del culto di Ifa, leleda allora il Fa personale, creato dal babala che dirige la vita di colui che si fatto iniziare al suo culto. Infine, per aggiungere altra confusione, la maggior parte dei miei informatori, se non tutti, identificano leleda con lOrish personale. Come ricordiamo, durante la cerimonia di dare il nome che chiude il rituale delliniziazione, ogni yau riceve, in forma soprannaturale, il nome del suo maestro della testa che per lei una vera e propria manifestazione personalizzata di questo o quel dio africano. QuellOrish sempre nellOri, anche se non si manifesta esteriormente con una trance ( per quanto possa assentarsi e lasciare per un momento il corpo, ad esempio durante il sonno, causando cos i sogni). Da li sorveglia il suo cavallo, laiuta a superare gli ostacoli che incontra nel cammino della vita, lo guida lungo tutta la sua esistenza, lo protegge (se liniziato compie bene i suoi doveri) o lo punisce (se egli non compie tutti i suoi obblighi con esattezza).

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E dunque difficile precisare quanto pensano esattamente i Neri di Bahia, o del resto dellAmerica, su che cosa significhi per loro langelo custode e sulla ragione per cui a lui danno il nome di creatore: eleda. Il fatto che ci sono numerosi possibili protettori, dagli spiriti degli antenati fino alle divinit famigliari. Lini stesso, presso gli Yoruba, allo stesso tempo lanima e langelo custode. Linformatore di R. Ribeiro doveva, verosimilmente, appartenere a una nazione del Dahomey, data la sua attribuzione al djoto dellangelo custode, poich djoto anche considerato come un creatore di bambini e che a Bahia, labbandono dellusanza di farsi fare il proprio Ifa, ha determinato, di conseguenza, il passaggio del termine di eleda allOrish personale. In breve, tutte queste confusioni deriverebbero dalla volont dei Negri di filtrare i loro dogmi africani attraverso la teologia cattolica, cosa che non sempre tanto facile. Comunque, anche se pi di cos non si possa fare chiarezza su questo punto, resta il fatto che ogni individuo possiede, accanto al proprio ori, al proprio ini e al proprio angelo custode, il suo Orish (questultimo spesso confuso con langelo custode). Se dall ori e dall ini la persona umana si separa dal cosmo per formare un mondo a parte, per contro, con il suo Orish ridiventa riflesso e simbolo del divino. La struttura psichica delluomo riflette allora la struttura delle realt soprannaturali. Grard de Nerval ha intitolato una sua raccolta di romanzi con un nome ben significativo: Le figlie del fuoco, ma parla pure delle figlie dellacqua, dellaria o della terra. Bachelard, studiando di li a poco le forme dellimmaginazione, riconosceva che ogni elemento della natura determinava le forme differenti dei sogni, della sensibilit e della volutt. Per Hoffmann luomo di fuoco, per Swinburne quello dellacqua, per Nietzsche dellaria, mentre Huysmans pensa alla materia minerale. Ben inteso che ogni elemento puo rivestire dei caratteri diversi: per esempio lacqua pu essere vischiosa, spessa, torbida, come coagulata o, al contrario, come una carezza leggera, liquida trasparenza, sciabordio musicale e questa esattamente la differenza che esiste tra lacqua scura di Edgard Poe e lacqua molle di Swinburne. La fontana che canta nella vasca di marmo non attrae lo stesso individuo che sogna invece presso laghi taciturni dove le foglie morte e i gusci delle noci si decompongono. Bachelard, invece, ha il torto di separare queste immaginazioni o sensibilit naturali da quelle culturali. Senzaltro ci possono essere diversit tra le allegorie, i simboli e i miti forniti allindividuo, al suo profondo essere, dalla tradizione; le immagini dei poeti possono non riflettere il loro vero carattere, essere degli artifici, come nel caso di Ronsard. Tuttavia pu esistere anche una cultura delle differenze individuali ed proprio questo che succede nel Candombl. Tutto questo, a prima vista, pu stupire. Non il babala che discerne se questo o quellOrisha, poniamo del fulmine, quello femminile dei fiumi o quello del ferro che lui attribuisce al consultante, secondo le sue caratteristiche soggettive, ma sono le mezze noci o le caurie che rispondono. Nonostante questo, tutta la gente di Bahia daccordo nel riconoscere che la qualit principale del babala lintuizione, il che vuol dire: il presentimento o la scoperta, al di sotto degli orpelli sociali, della vera personalit, quella profonda, di colui che lo consulta. Molto spesso, ancor prima di lanciare la collana o le conchiglie, il babala dice al prossimo il nome dellOrish che, secondo lui, quello che si identifica pi da vicino alla persona che chiede chi il padrone della sua testa. Chi pu dire se questa conoscenza preliminare non agisce, incoscientemente, sui gesti della sua mano e, per mezzo di questi, sul modo in cui le mezze noci o le conchiglie cadono? Per decifrare il significato di odu, come abbiamo detto, bisogna interpretare le leggende che si riferiscono a quell odu e il babala, nella sua interpretazione, non forse guidato dallaver intuito il vero carattere di chi lo sta consultando? Possiamo anche obiettare, vero, che gli Orish si ereditano allinterno di una stessa famiglia e che, in generale, si possiede la divinit

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del padre o della madre. Ma si eredita anche il carattere? E se, per esempio, la madre una figlia del fuoco, il suo bambino lo sar ugualmente? Per concludere, la civilt africana ci sembra una cultura della sensibilit naturale studiata da Bachelard, non solamente nella trance, nella danza estatica, che lindividuo ripete i gesti degli dei, ma nella sua vita quotidiana, nel suo comportamento di tutti i giorni. Ben inteso che ci sono una azione e una reazione incessanti del naturale sul culturale e del culturale sul naturale. Un informatore di Maupoil gli diceva: Loggetto del desiderio, ecco il vodoun di ognuno, o ancora: Il tuo vodoun si trova nel tuo proprio rene; meglio non si pu esprimere come lOrish, prima di essere fissato nella testa, gi nellanima profonda, nellinconscio della persona e che ogni individuo destinato, come per una specie di desiderio che sortisce da tutto il suo essere, alla violenza del fuoco, allabbraccio della pioggia, alla stretta amorosa dellacqua. Ma a forza di rappresentare il ruolo dellOrish, di coltivarlo dentro di se, di danzare i suoi miti, queste pulsioni sotterranee dellindividuo non possono che rafforzarsi e imporsi su di lui. Il culturale prolunga il naturale, ma, allo stesso tempo, lo modella e lo fortifica. Ci permetteremo di citare un testo di Ren Ribeiro che descrive dei fenomeni analoghi a Rcife ( salvo che qui il babala cede ilposto al Babalorish): Lindividualit dellOrish a chi si deve consacrare il fedele e il modo in cui lassume hanno pure uninfluenza sulla condotta e sul destino dellindividuo... Una credenza circa uninterazione tra la personalit dei fedeli e quella dellOrish fa si che i figli di Ogun siano considerati dei buoni lavoratori; turbolenti, imperiosi, avventurieri invece i figli di Shang; Vanitose, incostanti, mutevoli le figlie di Oshun, o austeri i figli di Od; o estremamente buoni e tolleranti quelli di Orishal, o tolleranti ma implacabili quelli di Nananburucu I sacerdoti dimostrano finezza nei loro giudizi e percezioni dei tratti pi salienti della personalit dei possibili fedeli, attribuendo a loro, su questa base, le divinit a cui il carattere psicologico della loro personalit pi si addice... Uno dei pi prestigiosi Babalosish di Rcife esplicito nellattribuire a tali segni di nascita le differenze individuali tra ogni figlio di Shang, Abaluwaye o di Od, Yemanj Orishal ecc. Riportando le sue stesse parole: Si pensa che la persona, dal momento che appartiene a Shang o a Yemanj, agisca sempre secondo il carattere di questi in ogni circostanza, tuttavia, due figli di uno stesso padre non sono mai uguali; ci che la persona , dipende dallodu con cui nato. Questultima frase significativa; lindividuo un effetto di due mondi incrociati, quello del suo destino personale, della sua idiosincrasia personale e quello del suo legame con una divinit, della sua psicologia pi profonda. Per il momento solamente questo secondo elemento che ci interessa. Linterazione tra il naturale e il culturale si manifesta chiaramente, luomo aspira per suo desiderio a questo o a quellOrish e lOrish, a sua volta, modella questo desiderio. Se ne potrebbero citare svariati esempi. Tratteremo unicamente il caso delle figlie dellacqua e, pi esattamente, dellacqua salata, poich Bachelard si rifiuta di vedere nel mare un elemento in sintonia con la sensibilit umana: non si pu, lui dice, che dare colpi di frusta al mare, come fece Serse, il mare non parla al nostro intimo. LOceano non ha la carica lirica dellacqua dolce, pu si risvegliare istinti davventura, ma non dei miti di intimit. Lincosciente marinaio parla, parla e si dilunga a raccontare le sue avventure, non dorme e, di conseguenza, perde presto le sue forze oniriche. In realt a Bahia vivono molte figlie del mare e sono in cos stretta intimit con lOceano che bagna quella citt che, a volte, fanno dei sacrifici in onore di Yemanj. In generale, ai molti casi di annegamento, volontari o no, si da una spiegazione razionale, dicendo che sono punizioni, si tratta in fatti di un richiamo profondo dellessere; le figlie di Yemanj devono fare particolarmente attenzione quando fanno il bagno, lacqua ha dei remolini, gira e rigira, sale come una carezza prolungata, come una stretta salata e vi porta via. In particolare, se la dea del mare ha rifiutato il regalo, il che succede, a volte, con la risacca che rigetta sulla battigia le cose, si pu stare sicuri che la dea ritorner per prendersi uno dei suoi figli. Per placare la sua collera sar quindi necessario un sacrificio umano. Spesso ci hanno raccontato la storia di quella figlia di Yemanj che, sentendo il richiamo sempre pi pressante dal pi profondo del

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suo essere, si diresse, come una sonnambula, verso le rocce battute dalle onde e, dopo avere per un istante esitato, si precipit tra i flutti. Per miracolo fu salvata da qualcuno che passava e riportata, esanime, sulla riva. Nel 1938, a Rio de Janeiro, il commissario di polizia ricevette la visita di un uomo cge gli consegn le seguente lettera lasciata da sua moglie prima di uccidersi: Mio caro sposo Cezarino. Mio benamato. Ti scivo da Nichteroy la mia ultima lettera, poich andr a gettarmi a mare... Sento sempre una voce che mi chiama per morire. Non so chi sia ma ci vado. Se Dio lo vuole non si ritrover mai pi il mio corpo, perch, oltre al veleno che ho bevuto, mi attaccher un grosso peso per sprofondare nellacqua quando mi ci sar buttata. Sai tu che io sono una figlia dellacqua? Lo sai? Quando piangevo non potevo dire quello che sentivo era la voce che ascoltavo. Tutti i casi di annegamento non hanno questa caratteristica cos drammatica. Ma questo, proprio per la sua assurdit, indica bene il legame tra il carattere della persona e il suo Orish. Il dio personale veramente un richiamo prima di una imposizione della societ, e questo legame riconosciuto dallintera collettivit dei fedeli. I sociologi nord americani hanno molto insistito su quello che definiscono aspettativa di comportamento. Ebbene, laspettativa di comportamento nel Candombl si regola, non come la nostra, su quello che noi sappiamo circa il passato di una persona o del ruolo sociale che chiamata a sostenere nella comunit, ma di quello che sappiamo sul suo Orish e sul ruolo mistico che questo Orish gli impone. Abbiamo visto anche che lOrish, quando individuato, si presenta nella mitologia come un complesso, ossia che ad ogni Orish collegato uno (o pi) Esh, cos come un r, poich la struttura delluomo riflette quella degli dei, dobbiamo ritrovare lo stesso complesso dentro di lui. Colui che ha un Santo ha pure un Esh e un Er si sente spesso dire a Bahia. In genere si allude a persone iniziate. Ma se c una maggioranza di persone che non hanno mai consultato un babala, teoricamente vuol dire che ogni individuo ha il suo santo. Pu anche darsi che lOrish non sia stato fissato o controllato dal gruppo, che sia solamente latente nella sua testa, cos come accade presso molti occidentali che non si preoccupano affatto del loro angelo custode. Eppure esiste dentro di lui. Ecco quindi la struttura psichica: Orish-Esh-Er, teoricamente costante, un elemento permanente della definizione della persona. Che cosa significa dire che ogni individuo ha il suo Esh? Si potrebbe pensare ad un Esh esteriore, o compadre che ha cura della casa e protegge i suoi abitanti, quellEsh fatto di terra e dolio di palma, messo dietro la porta dentrata o posato a terra. Si potrebbe pensare anche allEsh della divinazione, che sostituirebbe Ifa che in via di sparizione e questo spiegherebbe la frase di uno dei miei informatori: Esh il nostro angelo custode; intendeva dire che siamo governati fin dalla nascita dall odu che stato evidenziato, in una parola: da Esh. Si puo anche pensare che Esh, legato al nostro Orish, il suo servitore speciale, che gli vive accanto dentro la nostra testa e pu, come tutti gli Orish, manifestarsi per mezzo di una crisi. Il Babalorish (o la Ialorish) dovranno sempre stare in guardia per non confondere questi due tipi di manifestazioni, quella del dio selvaggio e quella dellEsh che lo accompagna. Nel resoconto di Clouzot si trover un esempio di questa differenza: Nestor, che entrato in cucina disturbando e facendo chiasso, si messo ad accendere dellincenso sotto il naso di sua figlia e poi se ne uscito brontolando, non certo la manifestazione di un santo, tuttalpi quella dell Esh di un santo. Noi abbiamo visto Sofia accusare il Babalorish che laveva fatta di aver fissato nella sua testa, per errore o per cattiveria gratuita, un Esh del seguito di Ogun invece di Ogun, il suo vero Dio.

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Per contro, abbiamo conosciuto un babala ( o uno che si credeva tale) di un terreiro bant, affermava che un bel po di persone erano figlie di Esh, ma che si vergognava di dirglielo, lo nascondeva con cura e si teneva la verit per se e, poich ogni Esh al seguito di un dio, lui dava come Orish della testa, il nome della divinit corrispondente a quellEsh. Due differenti modi di agire, ma che, sia luno che laltro, si basano sullo stesso principio di associazione. Non sta a noi scegliere fra questi tre significati differenti, poich il Nero di Bahia conserva, in una specie di alone affettivo, simultaneamente questi diversi significati, pensando alluno piuttosto che allaltro secondo le circostanze. Se gli si chiedesse di scegliere, risponderebbe senzaltro: ogni Orish ha molti Esh e perch non ne possiamo avere tanti anche noi? Lr individuale appare nettamente negli iniziati, in particolare dopo le trance, per addolcirne la violenza e farli tornare lentamente al loro stato normale. Ha il compito di ammortizzatore. E molto pi difficile capire quello che fa nelle persone non iniziate. Se lr stato introdotto nel corpo delle Yau durante i rituali, si potrebbe pensare che, prima non esista nel corpo delluomo in stato latente, ma non c, anche lui virtuale in ciascuno di noi. Lunica informazione che mi stata data sulla sua funzione mi arrivata in forma indiretta da un membro di un Candombl bant, e la riporto qui di seguito ma con riserva: Noi tutti abbiamo un Ibeji dentro di noi. La nostra riserva : se gli Ibeji sono degli spiriti infantili come gli r questi non si dovrebbero confondere con gli altri. Ci potremmo chiedere, senza troppa insistenza, se non ci siano rimasti nel pensiero di certi fedeli delle vaghe rimembranze, per met dimenticate, sullidea dei gemelli primitivi di doppio sesso allinterno delluomo come il dya dei Bambara? Da quel momento il mio informatore non aggiunse altro se non che lui credeva nellesistenza latente di uno spirito infantile. La nostra conclusione che esistono le stesse entit su dei piani differenti del reale. Gli Orish, gli Esh e gli r esistono al di fuori di noi e costituiscono il mondo divino e, allo stesso tempo, esistono dentro di noi e formano una parte della nostra intima struttura. Il principio di separazione del cosmo in scompartimenti differenti e stratificati non toglie che le stesse realt non si possano trovare in alcuni tra loro; certamente in forme un po diverse secondo la natura dello scompartimento in cui esse agiscono. Il sacro , secondo le volte, trascendente e immanente.

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CONCLUSIONE - METAFISICA E SOCIOLOGIA E evidente che la mitologia africana stata, nel nuovo contesto brasiliano, spesso ripensata in termini cristiani. Se Shang Dada non discende pi dovuto al fatto che, siccome egli cos legato al fuoco, se scendesse sulla terra la brucerebbe e distruggerebbe con le sue fiamme. Ora, sembra la leggenda di San Giovanni Battista che si addormenta il 24 di Giugno e non si sveglia che quando la festa finita, perch, se non dormisse, la terra in quel giorno sarebbe annientata da un immenso incendio. Yemanj in Brasile come in Africa, fa scaturire i fiumi dai suoi seni premuti tra le sue mani, ma il suo mito si arricchisce di elementi che si rifanno a delle leggende medievali. Il giovane Omol, cacciato dalla casa paterna che poi ritorna dopo aver sofferto nel mondo, con il corpo coperto di piaghe, di cicatrici e foruncoli sanguinanti, riprende, fra gli Africani di Bahia, la leggenda del figliol prodigo. Di esempi potremmo riportarne tanti, ma non ci insegnerebbero niente di nuovo, dato che in tutti c gi la presenza di miti conosciuti e costruiti nel loro curioso sincretismo e non invece dei miti di nuova fattura, in statu nascendi. Ci sar forse possibile scoprire questa genesi? Seguire levoluzione sociologica che ci possa condurre dai racconti portati dallAfrica alle nuove forme luso-brasiliane? Sar forse difficile e raro, lo confesso. C pur tuttavia un caso che noi conosciamo in cui potremmo visionare, in qualche modo, questa metamorfosi. Uno dei pi celebri Candombl di Bahia, messo sotto la protezione di Shang, passato alle dipendenze di una figlia di Oshum. Alla morte della Ialorish, si dovuto attendere i sette anni regolamentari prima che la societ degli Egun dell Ile de Itaparica evocassero lanima della defunta e le domandassero di designare il nome della ragazza che le dovesse succedere. Nellattesa e in maniera provvisoria, la sidagan, cio la figlia pi vecchia (quella che era stata formata da pi tempo) era stata incaricata di prendersi cura della vita religiosa del terreiro. Costei, figlia di Oshum, era fiera della sua divinit che metteva in cima al panteon africano. Questo provocava lopposizione da parte dei ministri di Shang che difendevano, contro di lei, il loro stato gerarchico di figli del dio patrone del santuario. Nel corso dei miei viaggi, ho potuto assistere a queste lotte tra quegli uomini e la sidan. Anche Clouzot, che in quellepoca si trovava a Bahia, ne fece una breve allusione. I seguaci di Shang, uno dopo laltro erano colpiti nella loro vita privata o negli affetti pi cari da infortuni; correva voce che fossero stati avvelenati. I seguaci di Oshum, invece, guardando le disgrazie che li colpivano, avevano buon gioco a dichiarare che Oshum era la pi potente e che Shang doveva sottomettersi alla sua sposa preferita. Sarebbe stato azzardato, nel giorno che il Candombl celebrava la festa di Oshum, che la figlia di unaltra divinit fosse posseduta, proprio in quel giorno dal suo padrone della testa. Solamente Oshum aveva il diritto di discendere e fare roteare il suoi cavalli in stato di trance. Il giorno della cerimonia del palo di Shang, questo era ricoperto da un leggero drappo giallo che , come si sa, il colore di Oshum, e gialli pure erano i festono appesi al soffitto che rimasero li durante tutta la festa e anche durante le cerimonie seguenti. La collana di Shang che avevo fatto lavare, allepoca, mi ritornato con, attaccato ad una seconda collana un po pi piccola, dai colori di Oshum, un sacchetto, pure lui giallo, contenente un ash protettore. Da allora lautorit della nostra figlia di Oshum fin per imporsi e superare tutti gli ostacoli; intanto un figlio piccolo di uno dei suoi avversari era morto e bisognava, a tutti i costi, celebrare l ashsh; il padre imbronciato del bambino ritorn al suo terreiro e, successivamente, tutti gli altri oppositori, per una ragione o per laltra della donna, e oggigiorno anche se il santuario resta di Shang, limportanza di Oshum non fa che aumentare... Se abbiamo raccontato questa storia, non per il piacere di raccontare i drammi che spesso agitano la vita interiore del Candombl, ma perch la lotta degli individui per il potere si

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traduce in una lotta degli dei. Il conflitto tra gli oba, gli ogan e la nuova Ialorish non altro che la lotta tra il marito e la moglie, tra Shang e Oshum. Una semplice disputa domestica allinterno del menage degli dei e quindi il Candombl non fa altro che rendere attuali le stesse situazioni. Cosicch lei da origine, se non a dei riti nuovi, almeno a delle trasformazioni di miti antichi. Ad esempio, il mito che abbiamo citato di Shang, marito fedifrago, che abbandona Oshum per correre dietro ad altre donne, e che arriva perfino a rinchiudere sua moglie nella torre del castello, pu ancora sussistere a Rcife ma a Bahia sparito perch in quella citt Oshum non pu avere un ruolo subordinato di sposa martire. Il mito di Shang che, incontrata Oshum sulla sua strada, si precipita su di lei per violentarla e non riesce a farlo per lintervento di Esh che passava da quelle parti, non ha pi ragione di esistere in tale versione in una situazione sociale che pone la donna davanti al maschio. Il mito va quindi trasformato e lo abbiamo visto fare da un ministro di Shang che ci teneva a ristabilire unapprossimazione con il suo antico Candombl; cos, nella nuova versione, non pi Esh che impedisce lo stupro, ma Shang stesso che, volontariamente, per dimostrare il suo profondo amore, dorme tutta la notte ai piedi di Oshum, senza toccarla, pieno di rispetto. Questa trasformazione di un mito di violenza tipicamente africano, che si conservato in tutta la sua integrit in altre regioni del Brasile e a Cuba, non poteva che compiacere la nuova Ialorish, traduceva in modo elegante, la subordinazione di Shang a Oshum, base della possibile riconciliazione tra gli oba e la Ialorish. Lo stesso informatore, probabilmente per non legare troppo il terreiro con la societ degli Egun il cui potere spaventa alcune persone, mi spiegava che, anche se lil-saim allontanato dal resto del santuario, non perch, come io pensavo e come la pensano veramente gli africani, gli Orish hanno paura dei morti e li fuggono, ma al contrario la prova di quanto rispetto portino le divinit ai morti. La distanza in termini di spazio non significherebbe la paura ma sarebbe il segno simbolico del loro rispetto. Di conseguenza, se traduciamo queste rappresentazioni religiose in termini sociologici, il risultato levidenza della subordinazione degli oge alla Ialorish. I conflitti degli individui o dei gruppi sociali a Bahia nella misura in cui reagiscono alla mitologia ortodossa per modificarla ci aiuta, almeno cos crediamo, a comprendere meglio ci che successo in Africa e come la storia disgrega la metafisica. Abbiamo notato infatti la persistenza in Brasile di tutta una serie di fatti che mostrano dei frammenti della metafisica di cui Ogotemmeli parlava nei suoi incontri con M. Griaule: Il gemellaggio delle divinit primordiali e il disordine nel mondo a conseguenza della perdita di quel gemellaggio e della distinzione dei sessi, limportanza dei nomi, il fabbro e larciere, il montone e i gemelli... Ma anche tutta una proliferazione di miti che non hanno niente a che vedere con quella metafisica e che sono connessi a dei riti di altissima importanza. Il cambiamento continua senza dubbio a Bahia, ma non fa che proseguire quello gi cominciato in Africa, nei territori della gente Yoruba. Il problema che noi ci poniamo perch e come la metafisica si trasformata in mito. Anche se in termini diversi, un problema del tipo di quello che si poneva Bergson nel suo: Le due Sorgenti della Morale e della Religione; come e perch partendo da un mito-risposta ad un problema biologico, si arrivati ad una tale moltiplicazione e proliferazione di immagini. Giustamente lesempio di Bahia ci appare qui particolarmente illuminante. E la storia degli uomini che si introduce nella matafisica e con lei tutta la contingenza delle lotte politiche, delle battaglie dei clan o delle ambizioni dei sacerdoti. Non dobbiamo dimenticare che se gli Orish simbolizzano le forze della natura nei compartimenti del reale, essi sono anche gli antenati dei clan e delle stirpi e questi clan e queste stirpi sono stati in concorrenza tra loro.

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Frobenius distingue due Shang: Lo Shang-montone che sputa fuoco e lo Shang a cavallo conduttore di giustizia; a lui sembra che, sotto uno stesso nome, si tratta di due divinit ben differenti, appartenenti a delle etnie che si sono incontrate e fuse insieme oppure che hanno fatto un patto di alleanza: La leggenda distingue nettamente due dinastie di cui una, la pi vecchia, in seguito cacciata dalla seconda, legata ad un dio dalla testa di ariete e alla medicina magica, in cui ha introdotto un dio cavaliere e soprattutto lobbligo di fare del bene e di vivere bene. La seconda dinastia, proveniente dal nord, domin, almeno per un certo tempo, tutti i paesi Yoruba. Di questultima dinastia ci occuperemo quando studieremo la diffusione delle civilt del Sahara e del Sudan durante il Medio Evo. La leggenda di Sakpata (Omol, Schankpanna) raccontata dallo stesso autore denota parimenti un culto venuto da fuori, questa volta dal paese Mahi, con la dinastia sacerdotale dei Nag. Sappiamo che i re della Nigeria hanno proibito in un certo momento il culto di Shakpana e che i sacerdoti di questultima divinit si sono vendicati, spargendo il vaiolo per tutte le contrade. Queste lotte per il potere, il prestigio o, per lo meno, la sussistenza, si rifanno ai miti di Sakpata, cos come ci sono stati riferiti dagli etnografi cos come dai loro racconti si saputo che questa divinit ha sostituito Oroum, il Sole, nel culto di certe famiglie: La famiglia and dunque dal sacerdote di Osoko, questi gett le caurie e disse: - In avvenire fate i sacrifici che sono per Oroun, come sempre, ma non pi a nome di Oroun ma di Schankpanna poich questo Schankpanna-aero uguale a Oroun. In futuro portate il braccialetto di caurie di Schankpanna Cos fecero e da allora ebbero un numero sufficiente di figli . Cos pure i miti di Ogun riportati da P. Verger, ci mostrano un caso di alleanza tra due famiglie e due divinit. Ogoun e Odoudouma dopo una battaglia e la spartizione del bottino ( ancora oggi i sacerdoti dIfe si colorano sia di bianco, colore di Odoudouma e di nero, colore di Ogun) e un caso di sostituzione di culto: il villaggio di Ishd quasi totalmente composto da figli di Ogun, ma costoro sono discendenti di un popolo di invasori che, prima di festeggiare le loro divinit ancestrali, offrono un sacrificio a Onil che possedeva la regione prima del loro arrivo. Quello che Bergson chiamava la proliferazione dei miti, ci sembra consequente, nel caso di cui ci occupiamo, agli avvenimenti e le incognite della storia. Ma questo tropicalismo di immagini, questa esuberanza di nuovi simboli, si mescolano ai quadri dellantica metafisica. Certamente possono soffocarla, con il tempo, come ledera che si avviluppa intorno al tronco dellalbero che muore sotto la stretta del suo verde fogliame. E, tuttavia, il tronco, se non i rami che le tempeste hanno stroncato, mostra ancora labbozzo di quello che, in passato era un albero. La mitologia composta di strati sovrapposti che hanno unet e una cronologia. La religione non cosa morta anche se assolutamente conservatrice, ma evolve nel contesto sociale per via dei legami o delle dinastie, introducendo nuovi riti, per soddisfare i nuovi bisogni delle popolazioni o interessi delle famiglie dominanti. Tutte queste trasformazioni, tutti questi rovesciamenti di regimi in cui le rivoluzioni di palazzo lasciano, ritirandosi come lacqua delle inondazioni, degli strati di nuovi miti ma, sempre ben inteso, nel rispetto delle arcaiche tradizioni. E quindi un lavoro da archeologo, unesplorazione degli strati via via pi profondi, a cui si deve dedicare un sociologo per ritrovare, nel paese degli Yoruba, le grandi ascendenze di una mitologia africana. In certo qual modo Bahia ha un privilegio. Le escrescenze sono cos numerose, ricche e variabili da un paese allaltro o da una confraternita a quella vicina (vedi nota), che non si pu, a meno che la fortuna non ci assista, scrutare fino in fondo la storia, perch si letteralmente sommersi dalle vicende contradditorie degli dei. La contraddizione non nel pensiero primario, ma non fa che riflettere il via vai continuo e caotico delle cadute e delle dominazioni o, se si

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preferisce, lillogicit delle mentalit primitive un prodotto della storia non una norma dellintelligenza. Ma in Brasile non esistono che dei frammenti di questa complessa mitologia che stata introdotta; decifrarla in parte facilitato da questo primo smembramento del blocco compatto contro cui si scontrava letnologia in Africa. Il palo centrale, ad esempio, esiste anche nei santuari nag, labbiamo visto comparire in diversi rituali, ma colpisce ancor pi, a Bahia, la sua posizione al centro del culto, spogliato da elementi superflui. Ellis ha messo ben in evidenza il carattere androgino della divinit primitiva ma limportanza di questa doppia sessualit non si manifesta ancor pi oggi per il fatto che gli Africani di Bahia ci si aggrappano malgrado la doppia distanza dalle loro origini, nel tempo e nello spazio, al punto che i loro canti dedicati ad Oshal mescolano attributi maschili con quelli femminili di questo dio? Per noi rappresenta un vantaggio ma, daltro canto, un grave inconveniente poich non abbiamo alcuna possibilit di ritrovare in America altro che dei frammenti pi o meno mutilati di questa metafisica. Ma se, fin qui, lo studio del Candombl non pu averci dato altro che dei frammenti (pur pensando che altri ricercatori, a furia di approcci sempre pi intimi con le sette ne troveranno dei nuovi) forse, da un altro punto di vista, la nostra raccolta di dati si riveler la pi ricca. (vedi nota) NOTA Le divergenze dei miti secondo le confraternite sono ben visibili nellopera di Herskovits sul Dahomey; anche le genealogie cambiano secondo che ci si diriga ai secerdoti del cielo o a quelli della terra. La rivalit tra sacerdoti fece si che certe divinit fossero tenute pi in considerazione rispetto ad altre e viceversa, secondo, naturalmente la volont di questi. Noi abbiamo esaminato solamente un aspetto della proliferazione dei miti, quello, cio, che legato alla storia poich la storia dei Candombl la continuazione di quella africana e ci mette alla presenza dellazione degli avvenimenti secondo la biografia degli dei. Ma si potrebbe generalizzare tutto questo rispetto ad unaltra faccia di questa proliferazione, quella che riguarda la geografia. P. Verger, ad esempio, (o.c. p.186) suggerisce una spiegazione naturalistica del bisticcio tra Oshum e Oba, di cui abbiamo parlato a proposito della struttura dellestasi: Non si deve mai proninciare il nome di Oba quando si attraversa il fiume di Oshum, altrimenti questa si infuria e vi manda qualche disgrazia. Allo stesso modo non si deve parlare di Oshum se si attraversa il fiume di Oba.I due fiumi si gettano uno dentro laltro e, alla loro confluenza, le acque sono estremamente agitate e si scontrano con violenza a ricordo delle loro passate dispute. Quello che ci sembra importante la ragione per cui lo scontro di due fiumi prende una forma cos speciale: il taglio dellorecchio di Oba. Ammettiamo che i vortici del fiume ricordino il padiglione auricolare e gli africani lo abbiano notato, ma bisogna che il loro spirito sia predisposto ad associare questa immagine al mito. Anche qui la metafisica fissa i quadri dellinterpretazione naturalistica posteriore. Si pu pensare, vero, a un simbolismo dettato dallio profondo ( vedi le idee di Freud o di Jung) lorecchio la rappresentazione degli organi sessuali femminili. Non senza ragione che il mito dellodu Sa-Mej sullorigine dei sessi dica: Mawu, quando cre la donna, si domand dove avrebbe messo gli organi del sesso, che si chiamavano allora Koto, e li mise al posto delle orecchie. (Maupoil, o.c. p.517). Maupoil segnala, daltra parte, in una nota della stessa pagina, che Ko designa ancora gli organi della donna e un omofono to significa orecchie. Presso gli Yoruba, quando una donna vede tutti i suoi neonati morire poco dopo la nascita, ella si taglia il lobo di unorecchio insieme ad una parte dellauricolo e le getta. Si assicura che dopo aver fatto quello, non solo il prossimo bambino vivr, ma che una coppia di gemelli al completo far la sua entrata nel mondo (Frobenius, o.c. p.67). Presso i Dogon troviamo lo stesso simbolismo, la parola entra nella donna attraverso lorecchio e non il sesso ed , in fondo, la stessa unione sessuale nei due casi: Di giorno la parola entra nel seno delle donne. Tutti gli uomini che parlano a tutte le donne aiutano la procreazione. (Griaule, Dio dacqua, p.169); uscita dal sesso di una donna, la parola entra in un altro sesso che lorecchio (ibid, p.166). Ma la psicanalisi ci obbliga a vedere anche nel padiglione auricolare un elemento maschile e non pi femminile. Quando Van Gogh si taglia lorecchio e lo porta, sanguinante, arrotolato dentro un fazzoletto, riscopre, simbolicamente il rito della castrazione. Solo che questo simbolismo dellio profondo non pu esistere se non perch ravviva dei concetti arcaici dei miti, le immagini dellinconscio ci riportano alla metafisica. Lorecchio rappresenta un sesso doppio per luomo come per la donna: il padiglione la verga che difende il condotto auditivo, immagine del sesso femminile. I peduncoli triangolari, di colore rosso, sono i testicoli. (Griaule, o.c.p.98). Per ben comprendere ora i fatti degli Yoruba e il nostro mito della lotta tra Oshum e Oba, bisogna rivolgersi ad un altro testo di M. Griaule quello sul gemellaggio dei bambini e sui riti che scacciano da uno dei due il suo doppio gemello dellaltro sesso: Fintanto che conserva il suo prepuzio o la sua clitoride, espressioni del principio del sesso contrario o sesso apparente, mascolinit e femminilit hanno la stessa forza..... La clitoride che la bambina ha ricevuto un gemello simbolico, un membro maschile infantile con il quale lei non avrebbe la possibilit di riprodursi e, al contrario, le impedirebbe di unirsi con un uomo. (ibid. p. 187). Per questo ritengono necessario che ogni adolescente debba sottomettersi al rito dellescissione. Questo rituale non esiste presso gli Yoruba, per cui, quando le circostanze lo impongono si ricorre ad un sostituto simbolico. Se i bambini muoiono alla nascita non colpa dellanima doppia della madre, ma bisogna estirpare il gemello maschile e lei lo fa

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tagliando il lobo dellorecchio. Oshum, daltra parte, non si burla di Oba; la sua magia ha un significato vero: se Oba non stata capace di conquistare lamore di Shang perch lei non ha una femminilit completa, bisogner quindi tagliarle il fallo, cio il padiglione auricolare. Il concetto che Oshum habbia compiuto una perfida azione una generalizzazione posteriore di persone che non comprendono pi il significato primitivo e tradizionale del gesto. Cos vediamo in questi due fenomeni: il rituale delle madri con figli nati morti e il mito dellorecchio di Oba, esattamente le due parti della frase di M.Griaule: ella non saprebbe riprodursi; che le impedirebbe di unirsi con un uomo.

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SAGGIO DI UNA EPISTEMOLOGIA AFRICANA (YORUBA) Avremmo torto a pensare che Levy-Bruhl ha visto nella legge di partecipazione una prova della non esistenza del principio di contraddizione presso i primitivi; solo che, le contraddizioni del pensiero primitivo sono contraddizioni mistiche e non, come le nostre, obiettive. Ci detto, per lui la legge della partecipazione chiuderebbe lo spirito a delle contraddizioni obiettive. In realt, come abbiamo visto, identificazioni di concetti contradditori esistono anche presso gli Africani, come del resto tra noi, ogni volta che, intorno alla stessa rappresentazione vengono a cristallizzarsi dei miti di origine o et diverse. Lanima del morto, ad esempio, fissata dentro un vaso, allinterno dell il-saim, ma allo stesso tempo si trova, per reincarnazione, nel corpo di un neonato. Nel Dahomey non ci si preoccupa affatto di una tale contraddizione, anche se percepita, ed soltanto vietato alla persona che considerata come lantenato reincarnato, di guardare il cranio del morto, nel santuario famigliare, voltando la testa dallaltra parte. Riportiamo un altro esempio: in Brasile gli Orish sono stati identificati con i santi cattolici, Shang a San Gerolamo, Yansan a Santa Barbara, Omol a San Sebastiano e cos via. Queste identificazioni ci colpiscono: come possibile che un dio africano possa essere allo stesso tempo il santo di unaltra religione? Desiderosi di sapere come questi due termini contradditori potessero essere accomunati dai Neri di Bahia e di Rcife, facemmo uninchiesta e ottenemmo tre tipi di risposte. La maggior parte dei fedeli, che si considerano sia buoni cattolici che buoni africani, mi rispondevano con una tautologia: lOrish il Santo, poich si tratta della stessa cosa. Altri, appartenenti a sette delle pi tradizionali, vedevano benissimo la differenza e rifiutavano indignati lidentificazione. Era forse possibile che un Orish potesse essere un Egun! ( poich i santi sono vissuti e sono morti e sono diventati degli Egun). Confessavano che il nome cattolico dellOrish non era che una maschera bianca messa dagli schiavi sulle loro divinit, per poter impunemente celebrare le loro feste davanti ai padroni. Infine una persona azzard una curiosa razionalizzazione: In altri tempi gli Orish erano i soli ad esistere. Ma essi muoiono come gli uomini e il loro spirito si reincarna dopo la morte; nel corso delle successive reincarnazioni, essi entrarono nei corpi degli Europei e, da allora, siccome si trattava sempre di spiriti dei potenti Orish, malgrado la differenza dei corpi e del colore della pelle, il popolo sentiva che erano degli dei e cos li canonizzaroni: ed ecco i Santi. Questa la ragione per cui diciamo che lo spirito degli Orish e quello del santo sono uno solo, o che il nome del santo la traduzione portoghese del nome africano dellOrish. Questi esempi ci mostrano che gli Africani si rendono perfettamente conto delle contraddizioni logiche; la persona che reincarna lantenato distoglie la testa davanti al suo se antico fissato ritualmente nel suo cranio. Il Brasiliano razionalizza per rimettere ordine nei concetti. Vediamo cos che la contraddizione ha la sua origine nei casi della storia, nella situazione sociale degli schiavi e la volont di praticare i propri culti senza che il padrone se ne potesse accorgere. La religione cattolica ci diceva un babala- stata imposta ai Neri i quali , per assecondare i padroni, hanno identificato gli Orish ai Santi, e continuano ancora adesso a farlo per amor di pace... Ma se il pensiero africano altrettanto logico del nostro, vorr forse dire che dobbiamo rifiutare lidea delle partecipazioni?

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Bisogna distinguere con cura queste due cose che, sovente si confondono: lAfricano pensa per partecipazione, lAfricano non tiene conto delle contraddizioni obiettive. La prima affermazione non comporta forzatamente la seconda. Troviamo che, a volte,la legge della partecipazione e il principio della non-contraddizione sono in gioco nella stessa intelligenza. Affermare che lo spirito umano dappertutto identico a sestesso giusto, le ricerche etnografiche confermano questo puno di vista; ma non una ragione per rifiutare ci che costituisce la grande scoperta di Lvy-Bruhl e che lui ha sempre sostenuto, anche nei suoi Quaderni: lesistenza della partecipazione. Noi pure, nel nostro lavoro e a pi riprese, come nel nostro primo capitolo, abbiamo trovato queste partecipazioni in gioco. Proveremo a riassumere qui le conclusioni che sembra siano state raggiunte dopo le nostre ricerche, ben inteso che hanno valore solo per i gruppi studiati e che, altre momografie sarebbero necessarie, prima di generalizzare. Si ha a volte limpressione, leggendo certi lavori di Lvy-Bruhl o dei suoi discepoli, che basta che due oggetti siano venuti in contatto o che si rassomiglino perch siano considerati ormai nello stesso pensiero unificante e inglobati nella stessa categoria affettiva. Cio che la partecipazione pu avvicinare qualsiasi cosa ad unaltra. Quello che ci ha colpito, al contrario, che le partecipazioni, qualunque sia lo stato affettivo del soggetto, non si possono stabilire che allinterno delle categorie prestabilite e cessano allorquando si passa da una categoria allaltra. Per poterle comprendere abbiamo dovuto metterle in rapporto con quello che Durkheim e Mauss hanno chiamato classificazioni primitive. Mentre il pensiero di Durkheim e quello di Levy-Bruhl erano generalmente considerati antitetici, insistendo il primo sullunit dello spirito umano e laltro sulle differenze, a noi invece sembrato che i due sociologhi si completassero pi che contrastarsi. Le partecipazioni mistiche si fanno in uno stesso scomparto del reale e, poich questi scompartimenti sono stagnanti, a questo sistema di partecipazioni corrisponde un sistema complementare, di repulsione e di scontro di forze. Le partecipazioni non uniscono che gli oggetti dove gli esseri si bagnano nella stessa corrente metafisica, mentre le repulsioni rigettano lontano luna dallaltra queste correnti, questi campi di forza. In breve, la partecipazione presuppone un quadro preliminare, una filosofia del cosmo. La seconda conclusione che sembra distaccarsi dai fatti che abbiamo citato, che la partecipazione deve essere definita non tanto come una categoria del pensiero ma come una categoria dellazione. Perch una partecipazione si stabilisca tra un uomo, un oggetto, una pianta, un dio ecc. bisogna che obbedisca a certe condizioni ben determinate. Non si pu fare passare la corrente delle forze unificanti per esempio tra una pietra di Shang, una pianta di Oshossi e un figlio di Oshum. La partecipazione non si pu fare in qualsiasi direzione, essa orientata, segue delle linee e ci che si chiama religione linsieme delle rappresentazioni collettive o rituali che designano queste linee di forze attraverso le quali la partecipazione pu passare. Essa, daltra parte non pu passare ipso facto. Ne abbiamo visto un esempio: per legare la collana dellOrish al suo proprietario, bisognava, prima di tutto, che quellOrish si fosse installato in una pietra, che si siano raccolte le erbe a determinate ore, in posti particolari, con dei gesti tradizionali e che il lavaggio della collana e della testa sia stato fatto secondo le regole, altrimenti il legame non potrebbe essere compiuto. In breve, la partecipazione suppone tutta una manipolazione sacra. Questo perch abbiamo trovato dei gradi dentro di essa: ci sono delle cose che partecipano di pi e altre meno, secondo si abbia subito o no lobori, il bagno di sangue o il semplice lavaggio della collana, la partecipazione tra luomo e lOrish sar pi o meno intima, fino ad arrivare, allultimo, allidentificazione.

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Si obietter forse che queste partecipazioni manipolate, non interessino che un settore della nostra ricerca, quello della societ umana dei fedeli. Infatti, come i miti ce lhanno dimostrato, non c differenza di natura tra le partecipazioni fabbricate dai sacerdoti e la divisione in compartimenti delluniverso in serie di partecipazioni cosmiche. Ogni partecipazione sembra risulti da unazione che ha unito due o pi cose insieme, salvo che, in ci che concerne il legame cosmico, questo gi stato, in tempi primitivi, lopera degli dei invece che lessere dei semplici sacerdoti. La storia degli dei che corrono dietro alle foglie quando Yansan si perdette, del suo soffio, gli ash di Ossaim, sono un esempio di manipolazioni arcaiche. Questo poich ogni Orish ha preso gi possesso di una o pi foglie che un po della forza divina passato dentro di esse e che, attraverso di esse, oggigiorno, possiamo manipolare lOrish. La partecipazione quindi non ci pu essere che tra chi stato legato, in un certo momento alla storia degli dei. Il pensiero segue meno le leggi dellassociazione delle idee, per similarit o continuit, delle gesta divine, tali quali conosciamo attraverso i miti. Forse bisognerebbe sostituire allespressione classica delle categorie affettive, che vogliono spiegare il processo di formazione delle partecipazioni con le leggi della psicologia umana, quelle delle categorie pragmatiche che renderebbero conto del fatto che la partecipazione non esiste che con la manipolazione, sia per mezzo dellazione attuale degli uomini sia per lazione-modello degli dei, altrimenti sarebbe rimpiazzare la spiegazione psicologica con una spiegazione culturale. Il che permettarebbe di comprendere perch la partecipazione non si confonde con lidentificazione logica (lombra lo stesso che luomo, lunghia identica alla totalit del corpo umano, la fotografia di un individuo quellindividuo), che ci sia, al contrario, tutta una serie di gradi di partecipazione, dalle semplici associazioni, fino alle identificazioni; che i miti ci forniscono dei modelli di manipolazione pi o meno profonde. Abbiamo tralasciato, nelle pagine precedenti, i problemi della magia, dato che ci siamo interessati unicamente al Candombl e il Candombl una religione e non una magia. A Bahia, comunque, ci sono anche dei maghi. Allora! Se noi esaminiamo le loro concezioni del reale, la parte identica al tutto, un ciuffo di capelli, ad esempio o le scaglie di unghie, al corpo umano il simile identico a ci che copia, la bambolina al nemico che si vuole ucciderel loggetto toccato a chi lo tocca, come nel rituale dello scambio di testa, vedremmo qui ancora che le cose non possono partecipare che alla condizione di essere manipolate dallo stregone, secondo un rituale determinato. Molti sortilegi damore in Brasile con un pezzo della camicia del marito o con il sangue mestruale della donna, ma la camicia non diventer automaticamente luomo desiderato, ne il sangue della donna gelosa se non ci se ne serve a certe ore, con speciali parole o in una certa qual maniera. Senza di questo la camicia rimane una semplice camicia e il sangue, un po di sangue. Ci sembra dunque che la definizione che noi abbiamo dato della partecipazione e che basata sul solo studio dei riti religiosi, valida anche per le partecipazioni magiche che per le altre. Gli etnografi, daltro canto, ci hanno mostrato che le magie africane non hanno potere contro i Bianchi e si da il caso che, in una stessa tribu, la magie di un clan non possano avere nessun effetto contro gli uomini di un altro clan. Ci vuol dire che le partecipazioni magiche si fanno, cos come le partecipazioni religiose, allinterno di certi comparti del reale e non hanno pi effetto se si passa da uno di questi scomparti ad un altro. Ora, la struttura sociale riflette la struttura mitica, la divisione degli uomini non fa che aumentare la molteplicit degli dei o degli eroi civilizzatori o degli antenati totemici. Leenhardt aveva proposto di sostituire il termine di partecipazione mistica con quello di partecipazione mitica, e Levy-Bruhl era molto tentato, verso la fine della sua vita, di accettare questa espressione. Capiamo la ragione. Le partecipazioni presuppongono sempre o quasi, dei modelli che non sono altro che le antiche manipolazioni delle cose da parte degli dei. Ma, se esiste un pensiero unificante (e, al limite, identificante) che fa penetrare i concetti gli dentro gli altri, esiste pure, poich le nostre partecipazioni non agiscono se non allinterno di un dominio del cosmo e non da un dominio allaltro, un pensiero che netto separa, delimita e isola i concetti. Noi non possiamo pi definire il pensiero africano, tale come risulta dalle nostrericerche, per mezzo della partecipazione, come voleva Levy-Bruhl o della classificazione,

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come indicava Durkheim. Le due cose sono complementarie, non essendo laclassificazione come presso gli Occidentali, una classificazione di esseri, ma una classificazione di forze e di partecipazioni. Linterdizione alla mescolanza dato che la escolanza introduce la confusione e il disordine nel mondo nel dominio dellazione o della manipolazione del sacro, il corrispondente esatto del nostro principio di rottura. Il bastone degli Oge impedisce ai morti evocati di mescolarsi ai vivi; l efum evita, per mezzo di disegni simbolici, che un altro Orish discenda nella testa se non quello che il padrone della testa della candidata alliniziazione. R. Caillois nell LUomo e il Sacro aveva ben visto questo tabu della mescolanza, quando diceva che lordo rerum come lordo hominum aveva bisogno di una totalit di parti separate; ma pensava che la festa era giustamente il momento del ritorno al caos primitivo, cio del sacrilegio, dellincesto, delleccesso e della confusione. Se, in certe civilt, i diversi scomparti del reale possono essere ravvicinati durante la festa,questa festa, in ogni caso, ha giustamente lo scopo di impedire la mescolanza e il controllo del mito o della societ non cessa un istante: lesaltazione rimane sempre sotto controllo. I miti di Esh, sui quali abbiamo lungamente discusso, ci hanno indicato come il disordine si possa introdurre nelluniverso, poich questo dio dellordine anche il dio del disordine, o pi esattamente, ci mostra come e perch il castigo cataclismi della natura, punizioni degli uomini sia legato al disordine. Ma se la natura e il sociale sono cos tagliati, queste spaccature non distruggeranno forse la possibilit stessa del pensiero? Il pensiero non forse la dialettica che unisce i concetti, che ci permette di andare dalluno allaltro, per esempio, per mezzo dei generi o delle specie o dei sistemi di relazione pi complessi? Non consiste forse in una serie di operazioni logiche di cui il nostro linguaggio, con le frasi che legano i concetti gli uni agli altri, una delle traduzioni possibili? Recentemente M. Piaget ha riflettuto a sua volta su questo problema delle classificazioni primitive, per confrontarle con le nostre e nota, a questo proposito, che se i fatti presentati da Durkheim sono giusti, non risolve tuttavia il problema posto da Levy-Bruhl che quello della struttura della mentalit. La domanda che ci si pone se questi schemi intellettuali primitivi costituiscono di gi o no delle vere classificazioni e delle sistematizzazioni logiche degne di questo nome. Infatti non lo sono. Poich non sono, per M. Piaget, come nel nostro pensiero occidentale, delle classi disgiunte e incastrabili le una nelle altre. Esse non costituiscono, di conseguenza, dei veri aggruppamenti di cose e non permettono delle operazioni, formali o concrete, dei meccanismi operativi. Questo appunto di M. Piaget molto importante e i fatti che abbiamo studiato sembrano confermarlo in parte: perch gli scomparti del reale non erano incastrabili gli uni dentro gli altri, come i nostri concetti operativi, di cui abbiamo parlato, in pi riprese, come un principio di rottura. Non vero che in parte, poich ne il pensiero ne lazione sarebbero possibili se le separazioni fossero totali. Bisogna dopo riunire ci che stato distinto. Se ci atteniamo agli esempi dati da Mauss e da Durkheim, vedremmo che i concetti diventano complementari e questa complementariet si traduce nello scambio dei riti tra i diversi clan della trib. Avremmo quindi unaltra logica senza dubbio piuttosto che la nostra, una logica della complementariet al posto di una logica di incastro, ma pur sempre una logica. I nostri studi non ci portano fra gli Australiani o gli Indiani dAmerica del Nord. Lasciamo dunque, dopo queste brevi note, gli esempi di Durkheim, per vedere quello che succede nel pensiero africano, cos come esiste tuttora nel mondo del Candombl. Ci che ci colpisce giustamente la volont di unire gli scomparti del reale, ritualmente e miticamente separati e di inventare una dialettica del cosmo. In breve ci siamo trovati in presenza di tre metodi o tentativi logici di inscatolamento. Il primo limportanza data ad Esh, in quanto entit che apre le barriere, traccia i cammini, per cui agisce in tutti i comparti del cosmo senza eccezione, e che troveremo collegato, come

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servitore, alluno o allaltro Orish e ad ogni uomo in particolare. Questo mito traduce giustamente la comunicabilit dei concetti classificatori e i cammini del pensiero logico delluno o dellaltro reso teoricamente possibile dal precedente andare di Esh da un Orish ad un altro, come lOrish al suo cavallo, o gli Egun ai vivi. Non per niente questo dio stato definito il principio dellordine nelluniverso. Ma questordine nelluniverso, apre la via ad un altra ordinanza quella dei pensieri tra di loro. Abbiamo trovato, a margine di questo primo tentativo, un saggio di genealogia matematica delle divinit e qui, senza dubbio, in mancanza di informazioni chiare e numerose, non abbiamo potuto indicare che il senso del saggio in questione, pi che la sua descrizione minuziosa. Comunque abbiamo visto, a partire dal gemellaggio primitivo, comparire successivamente i nomi della mascolinit e della femminilit e poi degli dei derivanti da questi due nomi per addizione o moltiplicazione.....e al fine il mito inscrivere questa numerazione nei fatti a proposito della molteplicit di ogni dio. Forse M. Piaget potrebbe obiettare a questo proposito che si tratta sempre di una numerazione mistica e non logica. A noi sembra, per, che il mistico non contradice il logico; anche il nostro sistema di numerazione ha le sue basi arcaiche in una scelta, che stata una scelta religiosa. Lasciamo alle cure degli storici delle civilt il problema di sapere se i due sistemi opposti non si siano incontrati presso gli Yoruba, il sistema numerico fondato sul numero 16 che domina nel culto di Ifa e della divinazione; il sistema numerico fondato sul numero 12, che il numero delle Pleiadi. Quello che a noi interessa che il mistico non fa che sottolineare il cammino del pensiero logico, desideroso di unire tra di loro gli scomparti del reale e fornire al pensiero un meccanismo operativo. La prova ce la da il Brasile stesso. Il traffico negriero vi ha portato un enorme numero di trib o etnie che, malgrado lo spostarsi delle popolazioni in Africa, non avevano labitudine di entrare in contatto fra di loro. Queste etnie non si sono fuse tra di loro, nonostante gli accoppiamenti sessuali fra membri diversi delle medesime, ma ognuna di esse ha conservato un certo numero di aspetti culturali imprescindibili riunendosi in nazioni. Oggigiorno a Bahia non esistono pi degli Ewe, degli Yoruba, degli Angola o dei Congo ma queste nazioni sono tuttavia sopravvissute sotto la forma di Candombl ritualmente o musicalmente differenti. Si dunque dovuto considerare la coesistenza di popoli e delle loro relazioni in Brasile cos come si consideravano la coesistenza e le relazioni delle cose in natura. E quindi i Neri hanno per questo adottato quella genealogia matematica che il primo saggio di sociologia africana. Apollinario Gomes da Mota, parlando di questo, asserisce che questa sociologia che costituisce il loro balai de Nanan-Buruku, formato da fuscelli tenuti insieme da un pezzo di tela su cui sono cucite delle caurie e che il numero di queste conchiglie rivela la nazione: Il nag deve averne 12, il gge 8, il Congo 16, lo Shamba 12. Meglio non si pu dimostrare come la numerazione un procedimento operativo e non una semplice mistica cristallizzata, poich applicata a fatti nuovi che in questo modo possono essere concepiti. Ma c soprattutto un ultimo metodo utilizzato ed quello del pensiero simbolico. Gli scomparti del reale hanno dovuto essere separati e questa separazione si manifesta con la diversit dei vari sacerdozi, scomparti stratificati e che si riflettono gli uni dentro gli altri. Tutta una serie di corrispondenze unisce gli strumenti musicali, la composizione dei santuari, le erbe dei campi ecc. e le gesta degli dei. Il presente non fa che ripetere il passato, gli eventi, a prima vista imprevedibili, della vita umana si svolgono in schemi fissati dagli Orish e traducibili in odu. Perfino la psicologia e il carattere individuale riconducono alle diverse psicologie delle divinit. Sicuramente questo sistema di corrispondenze in parte disgregato in Brasile, nel campo della tecnica, poich ha dovuto adattarsi ai metodi occidentali di lavoro, cos come nel campo dellorganizzazione sociale, poich la schiavit ha spezzato le strutture africane e messo fianco a fianco le etnie pi diverse. Comunque abbiamo visto, soprattutto nel nostro capitolo sullestasi, limportanza di questo simbolismo. Ma, se lesempio dei Neri di Bahia non pu darci, nel campo della sistematizzazione, un modello cos rigoroso e completo come quello dei Dogon, ha per lo meno il merito di provarci che il simbolismo unoperazione logica viva. LAfricano, strappato alla sua terra e trasportato in un mondo sconosciuto, ha ben potuto portare con se, o far venire dal suo paese, un certo numero di piante sacre; ha potuto anche ritrovare, dallaltra parte dellAtlantico, un certo numero di piante identiche, pur dovendo, eco logicamente, adattarsi a una flora particolare. In pi, dato che il Brasile ingloba, nella sua

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immensit, delle regioni diverse dal punto di vista della botanica, lAfricano, venduto da una provincia del nord a una del sud (cosa che era diventata una regola a partire dalla fine del traffico negriero, fino al momento in cui il sud aveva bisogno di mano dopera per le sue crescenti piantagioni) si trovato davanti a foglie di volta in volta diverse. Egli ha quindi dovuto anzitutto pensare questo nuovo mondo vegetale per poter agire, cio per curare le sue malattie o per preparare i bagni dei candidati alliniziazione. Egli lo ha fatto, come abbiamo detto, applicando lo schema operativo del simbolismo ed riuscito, in questo modo, a fare rientrare negli schemi suoi tradizionali le erbe brasiliane, esattamente come il botanico occidentale che sta esplorando un paese nuovo riesce a situare delle specie vegetali sconosciute negli schemi di classificazione di Linneo. Non abbiamo quindi il diritto di affermare che ci troviamo, con questo simbolismo, in presenza di uno schema operativo e di una classificazione di incastro? Insomma, il principio di separazione una cerniera tra il principio di partecipazione e quello del simbolismo. Se la partecipazione agisse da sola il pensiero logico sarebbe impossibile; ma il principio di separazione, classificando gli esseri e le cose, apre il cammino al pensiero logico; vero che non fa che aprirlo ma bisogna che questa classificazione diventi maneggevole che permetta delle operazioni mentali ed ecco la funzione del pensiero simbolico, pi ancora, forse, della dialettica di Esh o della genesi matematica dei compartimenti del reale. Che questa logica funzioni bene lo provano i due esempi citati, quello delle nazioni e quello delle erbe. LAfricano ha potuto pensare a questi fatti nuovi per mezzo di essa. Saremmo molto tentati di dire, in conclusione, che se la nostra logica tende verso il pensiero induttivo che consiste nel sommare nelle leggi o nei concetti via via pi generalizzati i fatti e le specie dei fatti, la logica dei membri del Candombl tende verso il ragionamento per analogia, che stabilisce delle corrispondenze tra gli strati diversi del reale, permettendo di passare dalluno allaltro, pur mantenendo le loro differenze irreducibili, senza peraltro dimenticare che si potrebbe chiamare il ragionamento per complementariet, a cui abbiamo alluso allinizio di questo paragrafo e che corregge quello che linterdizione della mescolanza aveva come fatto assoluto, la necessit dei doni e dei doni in cambio, la divisione del lavoro (sessuale, dei clan e delle diverse categorie di preti). La struttura mitica, che essenzialmente simbolica, la struttura sociale, che quella della complementariet degli incarichi sacerdotali, infine la struttura mentale, non formano che una stessa realt in gioco.

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EPISTEMOLOGIA AFRICANA E SOCIOLOGIA DELLA CONOSCENZA E vero che queste sono operazioni concrete su elementi cosmici o sociali e che i nostri concetti logici non ci portano che a degli elementi astratti, messi in rapporto per mezzo di operazioni fittizie. M. Bachelard ha ben evidenziato lopposizione del nostro razionalismocon tutto ci che la scienza, al principio, si portava dietro di immagini astrologiche o alchemiche. Ci non impedisce che il pensiero Yoruba, cos come si svolge nei riti del Candombl e nelle rappresentazioni collettive dei membri del culto, fornisce dei modelli di operazioni mentali e che questi sono utilizzati, alla messa a punto, se mi si permette questa espressione, dei fatti nuovi occorsi per via dei cambiamenti di ambiente e non ancora classificati nellimpianto delle costruzioni mitiche. Ci vuol dire che c sia identit che differenziazione tra il nostro pensiero e quello degli Africani di Bahia. Lepistemologia ci rimanda quindi alla sociologia della conoscenza. Qui ritroviamo M. Piaget. Lerrore, per lui e per Comte e Durkheim, stato di non vedere nella Ragione che un insieme di comunicazioni, discorsi e concetti, mentre si tratta anzitutto di un sistema di operazioni. Come Durkheim ha dimostrato esistono delle rappresentazioni collettive di cui bisogna sbarazzarsi se si vuole entrare nel piano del pensiero logico; le classificazioni primitive sono sociomorfiche come il mondo mentale infantile egocentrico e questo sociomorfismo primitivo sarebbe allorigine non della Ragione, ma delle ideologie (le classi sociali che hanno sostituito oggi le divisioni tribali). Per Piaget, cio, la sociologia della conoscenza dovrebbe situarsi solo a livello di questo sociomorfismo primitivo o moderno, mitico o ideologico? No, poich il passaggio dallideologia alloperativit logica obbedisce anche a delle cause sociali e segue levoluzione che va dalle forme della costrizione collettiva alla cooperazione intermentale. Possiamo qui riprendere la differenza di Tarde tra la logica sociale e quella individuale. La logica sociale caratterizzata dallaccumulo del capitale di credenze religiose, politiche, ideologiche e lequilibrio che risulterebbe dalla soppressione dei conflitti con leliminazione delle opinioni individuali o delle eresie. La logica individuale, al contrario, coordinerebbe le credenze con la soppressione delle contraddizioni interne. La sociologia della conoscenza non si ferma pertanto, contrariamente a quanto affermato da Tarde, davanti a questa logica individuale come fosse un terreno proibito. Poich questi meccanismi inter individuali non sono che lespressione o linteriorizzazione del meccanismo inter individuale. Il sociomorfismo legato alla costrizione del gruppo sui suoi membri, la logica operativa legata allo scambio tra le persone dentro il gruppo. Non vogliamo criticare questa fondamentale opposizione poich lepistemologia che abbiamo studiato non quella dei primitivi. Ma qual il sistema operativo che non legato ad una ideologia? E qual la societ che non ha un sistema di scambio? Siamo stati guidati, in ogni caso, nei nostri studi sul Candombl a vedere nella religione africana, cos come si mantenuta a Bahia e in Brasile in generale, un insieme di scambi, cooperazioni e non di semplici comunicazioni. Il Babalorish ha bisogno del babala dellOlosaim e degli Og. Liniziazione di una figlia degli dei vuole, a sua volta, che lindovino legga nelle conchiglie il nome dellOrish, del raccoglitore di foglie che andr a cercare nella foresta selvaggia le erbe necessarie, della piccola madre che effettuer i bagni oltre al Babalorish. Ogni rito manipolazione delle forze sacre, ma non importa chi far le manipolazioni e che cosa sar manipolato. Allo stesso modo, se la personlit umana si forma gradatamente per mezzo della divinizzazione, gli dei non possono esistere a meno di ricevere gli alimenti, il sangue o gli infusi di foglie dei loro fedeli. I diversi compiti sacerdotali sono separati come gli scompartimenti del reale, ma sono complementari e inter dipendenti.

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Non neghiamo per questo la forza costrittiva della tradizione ma forse che nella nostra societ la ragione non agisce in tal modo allinterno di una tradizione? E se questa non ci sembra costrittiva non forse perch ci siamo dentro? LAfricano di Bahia non avverte pi queste costrizioni (solo se si separa dal suo ambiente comincia ad avvertirle, o se accetta altri valori, quando diventa marginale); cos pure la trance, giunta brutalmente, un richiamo e unimposizione, un omaggio piuttosto che una coercizione. I miti sono delle rappresentazioni collettive, senza dubbio, e possiedono tutta la forza costrittiva delle tradizioni, ma sono pure dei meccanismi di operazioni logiche per imparare il reale. Cos come i riti, che sono loro legati, rappresentano metodi di manipolazione di questa stessa realt. In queste condizioni la sociologia della conoscenza, almeno la conoscenza logica, ci sembra soprattutto lo studio dei diversi meccanismi operativi del pensiero, secondo quanto studiato dal Dott. Pierre Janet, come lazione di riunione e del paniere , quello della distribuzione e della divisione della torta, quello della cordicella e della coordinazione...., fino ai meccanismi operativi che hanno fornito i modelli della scienza contemporanea, lequilibrio o la leva , le bocce del biliardo, la collocazione degli oggetti e le loro sovrapposizioni, nel loro rapporto con le variazioni del mondo dei valori, cio delle tradizioni collettive. E dunque giusto distinguere le forme della conoscenza, mistica o razionale, empirica o concettuale, ecc. e luna pu predominare sullaltra in diversi tipi di societ. Questo dimostra che ognuna di queste forme ha una storia e quindi esula dalla sociologia della conoscenza. Per rimanere nella strada percorsa da M. Piaget, a fianco del passaggio da un sociomorfismo a una logica operativa, c motivo di studiare il passaggio dal sociomorfismo alle ideologie, o il passaggio dei meccanismi operativi mitici a quelli operativi legati ad una economia di mercato, ma ci allontaneremmo troppo da questo campo e ci basta indicare la direzione delle ricercheda fare. Diciamo dunque soltanto, per terminare, che nel caso del Candombl la tradizione mitica che fornisce di volta in volta i quadri dei meccanismi del pensiero, delle operazioni del comportamento umano e, infine, degli scambi sociali, mentre nella nostra societ, bisognerebbe invertire lordine di questi elementi, passare dagli scambi sociali al comportamento, ai meccanismi di operazione logici e, finalmente, alle ideologie. La rivoluzione contemporanea non la nascita del pensiero logico ma la morte della metafisica, o al suo confinarla in un ruolo di semplice servizio per gli interessi umani.

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GLOSSARIO
Abeb Adarrum Adjikoni Afoche Agidavi Ago Agg Ai Akoueo Ala Alabe Aliach Amal Amasi(n) Apetebi Ara-ourum Ariashe Ash Ventaglio di forma circolare attribuito alla dea Oshum o della dea Yemanj, a seconda che sia di colore ottone o bianco, a seconda dei disegni simbolici che comporta. Rullo speciale di tamburi, destinato a provocare o quasi a forzare la discesa degli dei. Piccola pietra utilizzata nelle divinazioni. Processione rituale di un Candombl che discende il giorno di Carnevale per mescolarsi alla festa popolare. Bacchetta dei tamburi. Manganello o bastone di Esh, che ha la virt di trasportare in pochi secondi, da un posto allaltro anche molto lontano. Strumento di musica religiosa, composto da due campane metalliche diseguali, che si percuotono con una bacchetta pure di metallo. Festa dellanno nuovo. Conchiglia semplice o doppia utilizzata nelle divinazioni, insieme alladjinkoni. Stoffa bianca. Direttore dorchestra del Candombl. Sala dove si pratica il rituale delliniziazione. Offerta alimentare (per Shang). Bagno di purificazione (con le erbe) Moglie del babala che ha il diritto di leggere la sorte in certe condizioni. Anime delle persone morte di morte violenta o degli assassini. Bagno dei candidati alliniziazione (con le erbe). Questa parola che corrisponde pressapoco a quella che i sociologi chiamano mana sempre usata, non per designare una forza impersonale, ma alcune specie di incarnazioni della forza (erbe , basamenti del Candombl) ecc. (o Candombl funebre Rito celebrato dopo la morte dei membri di una setta per scacciare la loro anima dalla terra. Sacerdote incaricato dei sacrifici degli animali. Anticamente il sacerdote dedicato al culto di Ifa. Oggigiorno lindovino. (in portoghese Sacerdote degli Dei o dei Santi: sacerdote incaricato della direzione di un Candombl. Sacerdote incaricato della raccolta delle erbe o delle foglie rituali. Bambola portata durante le processioni dellAfoch. Sacerdote incaricato dei culti dei morti. 1- Specie di casco abbellito con conchiglie e lacci pendenti; 2- Idolo di Shang; 3- Uno dei tanti Shang. (Camera di) Parte del Santuario destinata al culto dei morti (regione di Pernambuco). Tamburo per uso religioso, bi-membranofono, di origine Yoruba (vedere la descrizione di F. Ortiz: Gli strumenti della musica Afro-Cubana, IV, cap. XVI). Cerimonia che consiste nel dare da mangiare alla testa e che comporta, obbligatoriamente, un sacrificio animale. 1- Dea del mare ed anche dei cimiteri (Angola); 2- Bambola portata durante la processione dei Maracat. Cameretta, nome portoghese dell Aliach. 1- Il luogo dove si celebrano le feste religiose africane; 2- linsieme delle cerimonie religiose africane; 3- nel sud del Brasile, tutte le danze o feste dei Negri. Sette religiose nelle quali i fedeli ricevono gli spiriti degli Amerindi (cabocles nella lingua corrente) invece di ricevere gli dei africani. Piatto fatto con delle quiabes, gamberetti secchi e olio di palma. Setta religiosa originaria del Dahomey, situata a San Luiz du Maranho. Sala che costituisce il santuario della Casa das Minas e corrisponde al pegi dei Candombl di Bahia. La pi vecchia (non det, ma secondo la data della sua iniziazione) delle due ragazze incaricate del pad di Esh. Vedere pad di Esh. Saluto delle ragazza possedute da degli Orish femminili e che consiste nello stendersi per terra appoggiate sulle anche e gli avanbracci, una volta dal lato destro e una volta su quello sinistro.

Ashsh Ashgun Babala Babalorish Babalosaim Babalotim Babaog Baiani Bale Bata Bori o Obori Calunga Camarinha Candombl Candombl de Cabocles Carur Casa das Minas Come Dag Despacho Dobale

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Eb Ebmin Edilogum Efum Egun Eho Eini Ekedy Er Esh Filha de Santo Gume Ialorish Ia o Yau Ifa Igba Ika Il Il-Orish Il-Saim Ilu Irko Ita It Aig Iya Iya Kkr Iya Tbb Iya-Bass Iyalash Iyanasso Jibonam Jurema Kl Le Legba Lko Lorogun Mabaa Maconha Macumba Mangb Maracat Ninfa Oba Obe

1- Sacrificio offerto agli dei; 2- Sortilegio magico. Figlia degli dei con sette o pi anni di iniziazione, seconda tappa, di conseguenza, della gerarchia dopo quella delle yau. Consultazione degli dei per mezzo delle conchiglie. Disegni fatti in gesso sulla testa o il corpo degli iniziati. o Egungun I morti. Tab. Il termine utilizzato nei Candombl Bant quizila. Anima Donne incaricate di occuparsi delle figlie degli dei durante il trance. 1- Spirito inferiore che accompagna gli Dei e gli umani; 2- Tipo di trance infantile. Intermediario fra gli uomini e gli dei. ( = figlia di santo): gli iniziati, membri delle confraternite religiose africane. Nome dato al terreiro, cio alla corte interna della Casa das Minas. (in portoghese madre degli dei o dei santi) Sacerdotessa incaricate della conduzione di un Candombl. Iniziata Dio del destino Zucca sacra che rappresenta il mondo. Saluto delle persone che hanno un Orish maschile e che consiste nello stendersi ventre a terra. Casa. Casa degli dei Casa dei morti Piccoli tamburi Albero sacro (gamelleira blanca) Pietre degli dei Terra di vita, cio lAfrica. Madre Sostituta della Ialorish (in portoghese piccola madre, cio madre in secondo grado. Incaricata di scegliere i canti e di fare lassolo Cuoca degli dei Incaricata del ash del santuario Sacerdotessa incaricata del culto speciale di Shang Lo stesso che Iya Kkr Bibita fatta con la scorza, le radici o i frutti di una Mimosa che provoca disturbi al sistema nervoso (utilizzata nelle sette di origine amerindia. (in portoghese cravatta di Orish collana che gli iniziati portano al collo come segno della loro sottomissione al Babalorish o alla Ialorish Il pi piccolo dei tre tamburi rituali. Corrispondente di Esh nel Dahomey Lo stesso che Iroko (sette del Dahomey) Rito di espulsione degli Orish allinizio della Settomana Santa I gemelli Narcotico del tipo del papavero, portato dai Neri dellAfrica Occidentale (Cannabis Indica). Nome dato alle sette religiose africane o alle cerimonie da loro effettuate negli Stati di Rio de Janeiro, Espirito Santo e San Paulo. Sacerdoti di Shang Processione rituale delle sette Nere di Rcife durante il Carnevale delle strade. Magia che consiste nel proteggersi dallo spirito di un vivo o di un morto per renderlo proprio schiavo e fargli fare malefizi neri. Re. Termine usato per designare i ministri di Shang Coltello

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Odu Ogan Og Ojuoba Olosaim Oluwo Opel Ori Oriki Orish Oro Osa Osh Ossaim Oss Otum Pad Panam Pashoro Pgi Pgi-G Pendoni o Podone Poteau-mitan Rum Rumpi Rungb Santo Bruto Shang Shar Bracciale Shashara Shere Shinshin (pollo allo) Shir Sidag Sundide Telebe (o canto di cuoio) Terreiro Tobosa Tokhueni Umbanda Unl (canto di) Vv

Segno tracciato secondo il modo in cui cadono la collana di Ifa o le conchiglie divinatorie Protettore del Candombl Lo stesso che babaog (occhio del Re) Titolo sacerdotale Lo stesso che babalosaim (il veggente) Sinonimo di babala (collana di Ifa) Strumento di divinazione La testa, lo Spirito, vedere: Bori Canti di lode. Nome generico delle divinit intermediari tra Olorun, il Dio supremo e i mortali. Societ segreta dedicata al culto della terra, levocazione dei morti attraverso il rombo e che ha anche funzioni politiche. Velo bianco che serve a ricoprire i tamburi, le pietre divine o che le figlie degli dei usano talvolta come foulard La doppia ascia, insegna di Shang Divinit della vegetazione Offerta alimentare delle figlie degli dei ai loro rispettivi Orish. Ministri di sinistra in contrapposizione agli Oba di destra (anche se il termine Oba pi sovente usato per indicare sia gli uni che gli altri. di Esh Rito propiziatorio che inaugura i rituali del Candombl Cerimonia della vendita delle iniziate Specie di scopa fatta con peli di vacca, insegna liturgica di certe divinit Santuario del Candombl Ogan incaricato del pgi del Candombl Pgi della Casa das Minas Nome dato al palo centrale nel culto dei Vodous di Haiti Il tamburo pi grande Il tamburo medio Collana fatta di perle nere Estasi, di carattere violento, anteriore alliniziazione 1- nome del dio della tempesta; 2- termine usato per designare i Candombl di Pernambuco e Alagoas da caviglia con campanellini Scopa di paglia, attributo del dio del vaiolo (Omol) Campanello di Shang Preparazione del pollo, con salsa di olio di palma e condimenti, cibo della dea dellamore Oshum Ordine in cui sono eseguiti i canti nelle grandi feste del Candombl La pi giovane delle due ragazze incaricate del Pad di Esh Il bagno di sangue. Parte del rito di iniziazione Cantico di punizione che ha per scopo di creare unestasi violenta in colpevoli di qualche violazione di tab o mancanza di rispetto Il luogo del Candombl Spiriti infantili (Casa das Minas) Divinit intermediarie tra i Vud e gli umani 1- sacerdote delle sette bant; 2- religione Bant; 3- forma africana di spiritismo Canti che chiudono il Candombl e fanno andare via gli dei Disegni fatti con la farina e destinati a richiamare gli dei (Haiti)

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Vodou (n) Vu Yaba Yao o Yau (Yawo)

1- divinit fon e del Dahomey; 2- nome dato, insieme a quello di Vodounsi, alle figlie degli dei nelle sette del Dahomey di Bahia Il seno di Olorun, il Dio supremo Wessa Sacerdoti di sette africane di cui abbiamo indicato le funzioni (pag.46) che, in altri tempi hanno avuto grande importanza e che oggi non occupino pi regolarmente il loro posto Ragazze giovani che hanno lavato le loro collane, ma non ancora iniziate Sposa degli dei, cio iniziata

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