Sei sulla pagina 1di 3

Il lavoro infantile un fenomeno di carattere sociale che coinvolge i bambini di et compresa fra i 5 e i 15 anni in tutto il pianeta .

. Le aree principalmente interessate dal lavoro minorile sono i paesi in via di sviluppo o non sviluppati, cio: Asia, Oceania, Europa dell'Est (soprattutto i paesi dell'estremo est dell'Europa), Africa e America del Sud, ma soprattutto Colombia e Brasile. Non sono per esclusi dal fenomeno Stati Uniti ed Europa. Pur essendo presente in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo si presentano determinate condizioni che favoriscono questo fenomeno. Il lavoro infantile si presenta dunque anche in regioni ricche di risorse e con uneconomia florida, in cui per il reddito pro capite molto basso e vi un numero consistente di persone in stato di sottosviluppo e di povert. Paesi dove, ad esempio nel settore dell'agricoltura, solo poche persone controllano buona parte dei terreni coltivabili.

I numeri nel mondo


In Africa, Asia e America Meridionale allinizio degli anni Ottanta i piccoli lavoratori erano stimati in oltre 5 milioni. Ora sono oltre 100 milioni e secondo alcune stime anche 150. Il fenomeno del lavoro minorile riguarda non solo i cosiddetti "paesi in via di sviluppo" ma anche l'occidente industrializzato. Riguarda gli Usa come l'Europa. In Italia oltre 145 mila ragazzi e ragazze sotto i 15 anni sono impegnati in attivit lavorative e di questi circa 35.000 rientrano nella categoria di "sfruttati". Altre ricerche parlano di oltre 350 mila minori lavoratori dei quali circa 80 mila sfruttati(www.nessunotocchicaino.it). Se poi guardiamo gli altri paesi europei la situazione non pi confortante; il Portogallo, la Spagna e la Grecia riportano dati simili all'Italia; nel Regno Unito il fenomeno assume dimensioni generalizzate fino ad arrivare ai paesi dell'Est Europa dove accanto alle tradizionali forme di lavoro minorile si affianca la piaga della prostituzione che colpisce soprattutto le bambine prostituite. I lavori riservati ai bambini si possono dividere in due categorie: settore produttivo (agricoltura, industria, pesca) e settore urbano. In agricoltura i piccoli lavoratori sono utilizzati in ambito familiare, attivit generalmente destinata allautoconsumo, o nelle grandi piantagioni come braccianti. Sono pi numerose invece le attivit nel settore secondario. Qui i bambini sono destinati a miniere nel sottosuolo, cave, fornaci, fabbriche di carbonella, attivit edili, laboratori di giocattoli, laboratori di fiammiferi, sigarette e fuochi dartificio. Talvolta i bambini sono costretti a rimanere in fabbrica vari mesi prima di poter rivedere i propri genitori,in "fabbriche-carceri" dove dormono e mangiano. Svolgono anche attivit di pesca in cui vengono fatti immergere lungo i fondali per far confluire i pesci verso le reti. Nel settore terziario i bambini sono impiegati nel piccolo commercio. La responsabilit del lavoro minorile va attribuita in primo luogo alla povert: nella maggior parte dei casi i bambini devono lavorare per costruire palloni o per cucire abiti. Il lavoro minorile pu essere causa, e non solo conseguenza, di povert sociale e individuale. In alcuni casi svolgendo attivit lavorative, un bambino non avr la possibilit di frequentare in modo completo neppure la scuola elementare, rimanendo in una condizione di analfabetismo, a causa della quale non potr difendere i propri diritti, anche da lavoratore adulto. Tuttavia in molti paesi si osservata una coincidenza tra lavoro e scuola: i bambini lavorano per poter pagare i costi connessi alla frequenza scolastica (iscrizione, libri, uniformi etc).

I provvedimenti attuati
Per fermare lo sfruttamento minorile sono state promosse iniziative come la promozione di marchi commerciali (Fair Trade) che garantiscano che un determinato prodotto non sia stato fabbricato

utilizzando manodopera infantile. Questi programmi, pur essendo mossi da buone intenzioni, non creano alternative ai bambini attualmente occupati, che si ritrovano cos costretti a indirizzarsi verso altre attivit produttive, nella maggior parte dei casi pi pericolose. Nonostante i numerosi provvedimenti attuati i bambini vittime di schiavit e privati di una buona infanzia sono ancora molti.

IL LAVORO MINORILE IN ITALIA Il lavoro minorile, cio il lavoro che impiega mano d'opera di et inferiore ai 14 anni, vietato dalla legge 977 del 1967. In realt, per, basta guardarsi un po' intorno per vedere che molti bambini lavorano. Di solito svolgono il loro lavoro in aiuto ai genitori, per esempio nella gestione di bar, ristoranti, distributori di carburante, pizzerie; ma spesso lavorano anche fuori dall'ambito familiare. Quanti sono i minori lavoratori? E' difficile fornire cifre esatte sul lavoro minorile in Italia, perch ci sono pochi dati ufficiali e perch, a volte, non facile distinguere tra lo sfruttamento del lavoro minorile e il semplice aiuto nelle attivit familiari, che, se svolto entro certi limiti, pu anche rappresentare un momento educativo. L'Istituto Centrale di Statistica (ISTAT) ha svolto un'indagine sulle famiglie italiane e ha raccolto dati sulle attivit lavorative che i bambini di et compresa tra i 6 e i 13 anni svolgono, sia nell'ambito familiare che all'esterno delle mura domestiche. Tralasciando i dati relativi ad attivit assimilabili all'aiuto nell'ambito familiare, l'indagine afferma che in Italia lavorano circa 490.000 minori. Le condizioni di lavoro Le condizioni di lavoro dipendono prima di tutto dalle condizioni socioeconomiche della famiglia: chi appartiene alle famiglie della piccola borghesia imprenditoriale lavora soprattutto con i genitori nell'azienda familiare, mentre i bambini delle famiglie pi povere lavorano per lo pi fuori

dall'ambito familiare, o, come si dice, per conto terzi. In questo secondo caso la situazione peggiore, perch non di rado si arriva a casi di vero e proprio sfruttamento. Indipendentemente dai settori in cui sono impiegati, ai giovanissimi lavoratori sono affidati compiti generici, di servizio o di manutenzione del posto di lavoro. L'orario di lavoro e molto variabile. Molti piccoli studenti-lavoratori svolgono un vero e proprio "part-time", dedicando al lavoro buona parte del pomeriggio. D'estate poi, il tempo di lavoro comprende spesso l'intera giornata. Le retribuzioni, quando ci sono, sono bassissime; oppure i bimbi vengono ricompensati in natura, soprattutto i pi piccoli, con regali e regalini personali o alimenti che e possibile portare a casa per il consumo familiare. Le bambine: un caso particolare La condizione delle bambine che lavorano merita un discorso a parte. Il loro lavoro si svolge in prevalenza tra le mura domestiche ed a volte cos gravoso da compromettere la regolare frequenza scolastica (in alcuni casi comporta addirittura labbandono degli studi). I genitori attribuiscono spesso scarsa importanza al successo scolastico delle figlie, per cui abbandonare la scuola non vissuto come un problema. Ci vale soprattutto per i ceti sociali pi modesti, dove il futuro delle fanciulle viene associato alla casa, al matrimonio e ai figli che verranno e assai di meno al lavoro e alle esperienze fuori dall'ambito familiare. I minori immigrati Infine, importante ricordare che in Italia oggi esistono molti minori immigrati. Secondo dati recenti forniti dalla Caritas italiana, un'associazione che si occupa da molto tempo dell'assistenza ai pi bisognosi, nel nostro Paese ci sarebbero circa 80.000 stranieri con meno di 14 anni di et. Non si sa quanti di questi bambini lavorino, ma in almeno tre comunit di immigrati sembra particolarmente frequente il ricorso al lavoro minorile: la comunit cinese, quella magrebina e quella Rom. Praticamente tutti i minori delle famiglie cinesi in Italia sembrano essere coinvolti in attivit lavorative: nel periodo della scuola dell'obbligo si parla di 3-4 mila bambini lavoratori cui si deve aggiungere un altro 50% nella fascia di et tra i 15 e i 18 anni. Per la comunit magrebina non abbiamo cifre affidabili: tuttavia, si sa che l'et dei bambini lavoratori varia tra gli 8 e i 16 anni e che i minori sono spesso impiegati in attivit di venditori ambulanti e in altre precarie attivit di strada. I bambini della comunit Rom, soprattutto se minori di 14 anni, vengono spesso impiegati per compiere furti, vendere fiori o chiedere l'elemosina; per quanto riguarda l'attivit del furto, questo accade perch a quell'et non si pu essere imputati di alcun reato.

Potrebbero piacerti anche