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Il fatto principale è rappresentato da un futile litigio avvenuto il 15 giugno 1767 nella tenuta di

Ombrosa, per via di un piatto di lumache non accettate da Cosimo che per protesta sale sugli alberi
del giardino di casa e non scenderà mai più. Nonostante la collera e le minacce del padre, la vita del
protagonista si svolge sempre sugli alberi, prima nel giardino di famiglia, poi nei boschi di Ombrosa,
inframezzata da viaggi in terre lontane raggiunte saltando di ramo in ramo. La vita di Cosimo è
piena di eventi, dalle scorribande con i ladruncoli di frutta alle battute di caccia, dalle giornate
dedicate alla lettura alle relazioni amorose: a Olivabassa Cosimo fa la conoscenza di alcuni esiliati
spagnoli e si innamora di Ursula che però, terminato l’esilio, ritorna in Spagna mettendo fine alla
loro relazione .

Nel frattempo, la fama del barone rampante si diffonde con grande rapidità, e se inizialmente
Cosimo era ragione d'imbarazzo per la famiglia, in seguito arriva a intrattenere rapporti con
personaggi del calibro di Denis Diderot, Jean-Jacques Rousseau, Napoleone Bonaparte e lo Zar di
Russia.

L'amore fra Viola e Cosimo è forte, ma la relazione si conclude per una serie di equivoci dopo
numerosi litigi e altrettante riconciliazioni.

Quando Cosimo si ammala viene assistito dall'intera comunità di Ombrosa; lo invitano a scendere
ma lui si rifiuta in maniera categorica. Un giorno sorprende tutti: si arrampica sulla cima di un
albero, si aggrappa a una mongolfiera di passaggio e scompare nel cielo, senza tradire il suo intento
di non rimettere più piede sulla terra.

Cosimo è forte, testardo, introverso e scontroso ma onesto e dotato di forza di volontà, fatto che gli
consente di non venire mai meno ai propri ideali. Mantiene una normale vita di relazione, prosegue
gli studi, impara a cacciare, consolida amicizie e segue la vita di famiglia. Ciò contribuisce
sensibilmente a renderlo strano ma anche affascinante agli occhi della società.

La sua fama si diffonde con rapidità e toni impensabili per l’epoca d’ambientazione del racconto. Se
all’inizio Cosimo diviene famoso come fenomeno da baraccone e la sua famiglia quasi se ne
vergogna, in seguito interagisce anche con personaggi come Diderot, Rousseau, Napoleone e lo Zar
di Russia, stratagemma che Calvino usa probabilmente per conferire dignità e importanza a un
personaggio in parte autobiografico. Cosimo scrive anche un Progetto di Costituzione di uno Stato
ideale fondato sugli alberi, opera che contribuisce alla fama e al rispetto di cui sopra.

Il ritorno di Viola, suo primo amore, fa esplodere un sentimento reciproco in realtà sempre esistito,
che si concluderà drammaticamente per una serie di equivoci e cose non dette. La morte di Cosimo
non viene descritta, vecchio e stanco, un giorno si aggrappa a una mongolfiera di passaggio
scomparendo nel nulla. I personaggi più importanti che lo affiancano, oltre ai componenti della
famiglia, sono: Viola d’Ondariva, bellissima smorfiosetta che si “impossessa” del suo cuore fin dalla
più tenera età, il cane Ottimo Massimo, bastardino ricordo di Viola e inseparabile compagno di
caccia, il brigante Gian dei Brughi che Cosimo inizia ai piaceri della lettura, l'abate tutore
Fauchelafleur e il Cavalier Avvocato.

Cosimo, figlio del barone di un paese della Liguria, che, stanco della vita piena di regole e
costrizioni, decide, come segno di protesta, di andare a vivere sugli alberi e di non scendere mai
più.
Dapprima Cosimo conosce una bambina, Violante, di cui si innamora perdutamente; ma in seguito
questa parte, spezzandogli il cuore.
Negli anni seguenti Cosimo si adatta alla vita sugli alberi sopravvivendo grazie alla caccia e
vivendo molte avventure e molti avvenimenti: lotta contro i pirati, legge molti libri diventando un
filosofo conosciuto in tutta Europa, conosce un pericoloso brigante, che riesce a redimere grazie alla
cultura ma che vede poi morire sulla forca, fonda una squadra di vigili del fuoco, incontra un gruppo
di persone spagnole che come lui vivono sugli alberi e conosce Ottimo Massimo, il cane che gli tiene
compagnia per molti anni. Un giorno Violante ritorna a casa, e tra i due nasce un grande amore,
che però si conclude male e quindi la ragazza riparte.
Cosimo passa tranquillamente gli ultimi anni della sua vita e alla fine muore, a sessantacinque anni,
dopo essersi ammalato gravemente, attaccandosi all'ancora di una mongolfiera in volo e buttandosi
lontano dal suo paese, per non dare agli abitanti la soddisfazione di vederlo alla fine toccare la
terra.

Il personaggio principale de “Il barone rampante” è senza ombra di dubbio Cosimo. Anche se del
suo aspetto fisico l'autore non scrive niente, il suo comportamento e il suo carattere vengono
riportati nel romanzo con estrema cura.
L'aspetto più importante del suo carattere è sicuramente il grande anticonformismo e la grande
avversione nei confronti delle regole del suo ceto sociale.
Nonostante questo suo stranissimo modo di vivere cerca di procurarsi tutte le comodità che
possedeva durante la vita con i piedi per terra oltre a procurarsi un caldo giaciglio, un fucile per
cacciare e un modo per potersi lavare. Dedica gran parte del suo tempo allo studio e alla lettura:
continua a prendere lezioni dal suo vecchio maestro, fino a diventare, grazie alla lettura, più colto di
lui e di molti letterati di fama mondiale, diventando un filosofo di fama internazionale conosciuto
addirittura da Voltaire.

La vicenda si svolge principalmente ad Ombrosa, un paese immaginario della riviera ligure; spesso
però il luogo della narrazione cambia per spostarsi in altri paesi della Liguria o addirittura a Parigi,
dove il fratello di Cosimo, si recava per affari.Sono tutti luoghi aperti e che acquistano un ruolo
fondamentale nella narrazione.Le caratteristiche psicologiche sono amplificate e proiettate nei
luoghi descritti.

Le vicende narrate ne “Il barone rampante”, si svolgono in un paese immaginario, Ombrosa, che è
situato in un punto imprecisato della Riviera ligure. il territorio di Ombrosa, oltre ad essere vicino al
mare, era composto anche da ampli spazi adibiti all’agricoltura, che si alternavano a immense
distese di boschi o alberi da frutto sui quali Cosimo si arrampicava e passava l’intera
giornata.L’episodio che è stata ‘la goccia che ha fatto traboccare il vaso’ si riferisce ad un pranzo
familiare, in cui Cosimo rifiutò di mangiare le lumache, una delle tante stranezze culinarie preparate
dalla sorella Battista. Questo rifiuto segnò il cambiamento totale della sua esistenza; un’esistenza
adesso condotta sugli alberi, ma non per questo monotona o stancante, anzi, si potrebbe definire
addirittura avventurosa. Tuttavia, pur vivendo in un’altra dimensione, Cosimo non dimentica i propri
obblighi familiari, partecipando dalla cima di qualche albero a feste e ricevimenti, e assistendo i
propri genitori quando erano ormai in fin di vita. Lo stare sugli alberi rappresenta comunque per lui
un pretesto per mantenere tra se e i suoi simili una ‘minima ma invalicabile distanza’, come
sostiene l’autore stesso. Infatti, questa immagine di un uomo che si arrampica sulle piante per
sfuggire alla solita routine e alla solita gente (pur essendo portata alle estreme conseguenze e
presentata da Calvino come un paradosso), rappresenta in un certo senso l’immagine dell’uomo
attuale, che, oppresso molto spesso dal lavoro, dalle persone, o semplicemente dalla noiosa
quotidianità, decide di trovare una via di scampo e di evadere. Ciò che apprezzo maggiormente in
Cosimo è comunque l’ostinazione, qualità (o difetto?) che l’ha fatto perseverare nel suo obiettivo
iniziale dì non discendere mai dagli alberi. Infatti, persino in punto di morte, egli ha avuto la forza
d’animo di non lasciarsi trasportare giù a terra, e ha preferito agganciarsi alla corda di una
mongolfiera di passaggio e di buttarsi in mare, piuttosto che essere sepolto.

Cosimo: era un bambino di origini nobili, vivace e allegro. Dopo un rifiuto di un piatto di lumache
decise di trascorrere la sua vita sugli alberi. Cosimo era molto legato alla sua famiglia, infatti, nei
primi tempi della sua permanenza sugli alberi, non voleva allontanarsi tanto dal Palazzo e quindi dai
suoi genitori. Però non lo voleva ammettere. Egli instaurò un’amicizia con Viola, la bambina del
giardino vicino.
Cosimo, essendo il primogenito, alla morte del padre la nomina di conte passò a lui. Cosimo si
occupava delle faccende familiari saltuariamente.
In seguito, a 65 anni, morì.

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