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Costruzioni Idrauliche

Lezione VII – Serbatoi

Funzioni del serbatoio


Il serbatoio di accumulo assolve alle seguenti funzioni:
• sconnessione idraulica tra condotta esterna e rete di distribuzione
interna;
• riserva;
• compenso (o regolazione).
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Lezione VII – Serbatoi

Funzione di riserva
Il serbatoio di accumulo deve contenere una riserva idrica Wr, sufficiente a
garantire la prosecuzione del servizio di erogazione alle utenze anche
durante operazioni di riparazione o di manutenzione dell’acquedotto
esterno.
Il servizio può eventualmente essere assicurato in modo limitato (il
gestore può decidere di regolare la pressione gravante sulla rete di
distribuzione in modo da contenere le erogazioni massime consentite alle
utenze).
Tipicamente, al fine di evitare che le vasche del serbatoio assumano
dimensioni eccessive, si considera una capacità di riserva pari al volume
che si accumula in 24÷48 ore. Detto Wg il volume giornaliero che transita
nella condotta esterna, risulta:

Wr = 1÷ 2 Wg
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Lezione VII – Serbatoi

Funzione di sconnessione idraulica


L’andamento delle portate e delle pressioni nella rete di distribuzione
interna risultano variabili nel tempo, in funzione delle mutevoli richieste
delle utenze servite.
Al contrario, l’acquedotto esterno viene progettato per convogliare una
portata costante nel tempo (la portata media di progetto, Qm). Ciò non
sarebbe possibile se la condotta esterna risentisse delle oscillazioni di
carico della rete di distribuzione interna: si rende pertanto necessario
realizzare la sconnessione della condotta esterna dalla rete interna.
È opportuno notare che la condotta esterna risentirà comunque delle
oscillazioni dei livelli idrici della vasca di carico dell’opera di presa e in
quella del serbatoio di accumulo: al fine di assicurare comunque il
deflusso della portata di progetto, è opportuno svolgere il calcolo della
condotta esterna con riferimento ai livelli cui corrisponde il minimo carico
disponibile.
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Funzione di compenso
Come si è già più volte osservato, la portata erogata istantaneamente dal
serbatoio di accumulo è variabile nel tempo, in quanto è la somma delle
mutevoli richieste delle utenze servite. La variabilità della portata è sia
pluriennale (per cause aleatorie), che stagionale (tipicamente la richiesta
di acqua cresce nei mesi estivi), che giornaliera.
La condotta esterna alimenta invece il serbatoio con una portata costante:
nei periodi di consumo elevato, il serbatoio dovrà essere in grado di
erogare una portata superiore alla portata media di progetto, attingendo da
una opportunamente dimensionata capacità di compenso, Wc; allo stesso
modo, durante i periodi di basso consumo, il serbatoio dovrà essere in
grado di accumulare nella medesima capacità il volume d’acqua in
eccesso proveniente dalla condotta di adduzione.
Il compenso pluriennale e stagionale comporterebbe l’accumulo di volumi
eccessivi all’interno del serbatoio, al quale si affida pertanto la sola
funzione di compenso giornaliero.
Costruzioni Idrauliche 450

Lezione VII – Serbatoi 400

Q [l/s]
350

Compenso giornaliero
300

L’entità delle variazioni di


250

portata rispetto alla media è 18/02/1937


200 14/08/1938
strettamente legata alle
dimensioni dell’agglomerato 150

da servire: i grandi acquedotti 100


0 3 6 9 12 15 18 21 24
manifestano minori t [ore]

8000
oscillazioni relative di portata
7000
rispetto a quelli piccoli. Volume erogato 18/02/1937
Volume affluito 18/02/1937
6000
Volume erogato 14/08/1938
L’esempio riporta i grafici V [l] Volume affluito 14/08/1938

5000
dell’andamento delle portate
e dei volumi erogati dal 4000

serbatoio di Bari (Qm=320 l/s) 3000

dell’Acquedotto Pugliese in 2000

due giorni, uno estivo e uno 1000

invernale. 0
0 3 6 9 12 15 18 21 24
t [ore]
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Compenso giornaliero
La curva integrale dei deflussi consente la valutazione del volume di
compenso giornaliero (pari al massimo tra i due volumi indicati in figura).
Di solito risulta sufficiente un volume pari a:

Wc = 0.2 ÷ 0.3 Wg

Massimo
riempimento
Massimo
svuotamento
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Dimensioni del serbatoio
Giacché è sempre ipotizzabile che il serbatoio debba svolgere la propria
funzione di compenso giornaliero a valle di un completo svuotamento della
capacità di riserva, è opportuno, ai fini della determinazione del volume totale
del serbatoio Ws, considerare per intero i due volumi innanzi definiti:
Ws = Wr + Wc
Nella quasi totalità dei casi (salvo piccolissimi serbatoi) è obbligatorio
suddividere il volume in almeno due vasche indipendenti.
Il massimo tirante idrico all’interno del serbatoio è di 3÷4m per i piccoli
serbatoi, può arrivare a 6 ÷ 7m per i grandi serbatoi.
Nel caso dei serbatoi sopraelevati, di solito si dispone in cima al traliccio la
sola capacità di compenso (a volte meno, con un massimo di circa 1000 m3),
molto spesso in un’unica vasca, mentre la capacità di riserva è accumulata in
un serbatoio interrato in prossimità della base del traliccio. Il riempimento
della vasca pensile è affidato ad un impianto di sollevamento proporzionato
almeno per la portata di punta oraria.
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Ubicazione del
serbatoio di accumulo
Il serbatoio di accumulo
si dispone in prossimità
del centro abitato da Serbatoio
servire. di testata

La condotta che connette il


serbatoio di accumulo alla
rete di distribuzione,
attraverso la quale passa
l’intera portata erogata alle
utenze, prende il nome di
condotta di avvicinamento.
Serbatoio
di estremità
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Condotta di avvicinamento
La condotta di avvicinamento, attraverso la quale defluisce tutta la portata
che alimenta la rete di distribuzione, può assumere dimensioni rilevanti e
rappresenta un punto debole del sistema.
È pertanto opportuno contenerne il più possibile la lunghezza e, ove
possibile, realizzarla attraverso due condotte in parallelo, onde scongiurare
la completa interruzione del servizio in caso di guasto.
Per questo motivo, quando non sia possibile realizzare un serbatoio
interrato o seminterrato nelle immediate vicinanze del centro abitato, si
preferisce, nonostante i costi più elevati e il maggiore impatto ambientale,
la realizzazione di un serbatoio pensile.
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Schema funzionale di un
serbatoio
Ciascuna vasca deve essere
dotata di:
• tubazione di
adduzione;
• tubazione di presa;
• scarico di fondo;
• scarico di superficie;
• misuratori di portata
in ingresso e in uscita;
• saracinesche per
l’apertura o la chiusura
dei vari tratti di
tubazione.
Inoltre, molto spesso,
oltre alle vasche si
realizza un pozzetto di
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Camera di manovra
Le varie apparecchiature e tubazioni sono tutte
alloggiate all’interno della camera di manovra.
Spesso è realizzata su due livelli: quello
inferiore, che contiene le apparecchiature e gli
scarichi, è posto quota inferiore al fondo delle
vasche; quello superiore ospita gli organi di
manovra e di controllo ed è normalmente
accessibile gli operai.
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Camera di manovra – piano inferiore


Le varie tubazioni di scarico sono tutte
convogliate a un unico corsetto di
scarico che recapita in una vicina
fognatura o impluvio naturale. Lo
scarico deve essere protetto da una
chiusura idraulica.
Le saracinesche di intercettazione sono
presenti lungo tutte le tubazioni, ad
eccezione degli scarichi di superficie,
che devono essere sempre attivi.
Gli organi di misura delle portate
entranti e uscenti dalle vasche
(venturimetri, diaframmi, misuratori
elettromagnetici) devono essere montati
con particolare cura perché le misure
siano attendibili.
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Camera di manovra – piano


inferiore
Il pozzetto di shuntaggio assolve a
molteplici funzioni: stabilisce il
carico sugli organi di regolazione e
misura all’interno della camera di
manovra (il pelo libero al suo interno
si trova alcune decine di cm al di
sopra di quello delle vasche); in caso
di manutenzione delle vasche
assicura la sconnessione idraulica tra
la condotta esterna e la rete di
distribuzione interna; può essere
utilizzato per la disinfezione
dell’acqua (clorazione) se provvisto
di apposita apparecchiatura
automatica.
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Camera di manovra – piano


superiore
I volantini delle saracinesche devono
riportare chiaramente l’indicazione
della loro funzione.
L’accesso alle vasche avviene
attraverso delle porte, che aprono
verso l’interno, poste a livello
superiore a quello di massimo invaso
e delle scale che possono essere a
pioli di acciaio inossidabile infissi nel
muro o in cemento armato.
Deve essere presente un indicatore
del livello di riempimento delle
vasche (piezometro).
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Requisiti funzionali delle vasche


L’immissione e la presa devono
avvenire in punti distanti della vasca, al
fine di garantire la circolazione
dell’acqua ed impedirne il ristagno.
Spesso viene realizzato un percorso
obbligato mediante opportuni setti.
L’immissione avviene di solito dall’alto,
a sbocco libero per evitare che la
condotta esterna sia influenzata dal
livello della vasca.
La presa, protetta da sugheruola,
avviene qualche decina di centimetri al
di sopra del punto più depresso per
evitare di drenare eventuali sedimenti.
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Requisiti funzionali delle vasche


Nel punto più depresso, spesso in un pozzetto,
è posta la presa dello scarico di fondo.
Per agevolare lo svuotamento delle vasche in
occasione di interventi manutentivi, il fondo è
dotato di una pendenza di 1÷2% in direzione
dello scarico.
Lo scarico di superficie è realizzato mediante
una soglia stramazzante (nelle piccole vasche
è un semplice imbuto).
Per evitare depressioni e sovrapressioni in
conseguenza delle variazioni di livello, sono
previste delle prese d’aria protette da una rete
finissima.
Le vasche sono protette dalla luce, onde
evitare lo sviluppo di vegetazione algale.
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Salvaguardia della qualità dell’acqua nelle vasche


Il serbatoio deve essere protetto da ogni possibile inquinamento: è pertanto
necessaria, per i serbatoi interrati, una zona di rispetto.
Il serbatoio è protetto superiormente da una cappa impermeabilizzante in materiale
bituminoso, ricoperta da uno strato di argilla ben compattata. È bene disporre anche
perimetralmente uno strato di argilla, sul quale viene prolungata la cappa. Un vespaio
di drenaggio convoglia eventuali infiltrazioni ad una canaletta di scarico. Nei grossi
impianti può esservi un’intercapedine praticabile lungo il perimetro delle vasche.
Per isolare termicamente il serbatoio, si realizza un ricoprimento in terreno vegetale,
dello spessore di 50÷70 cm, seminato ad erba. Nel caso delle vasche sopraelevate
l’isolamento è assicurato da opportune intercapedini.
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Impermeabilizzazione delle vasche


La tenuta delle vasche deve essere perfetta (è tollerabile una perdita fisiologica
solo nella fase iniziale di maturazione del calcestruzzo): ciò viene assicurato
dall’intonaco cementizio a doppio strato, eventualmente additivato per
impermeabilizzarlo e da una particolare cura nelle verifiche a fessurazione.
Il controllo della tenuta viene fatto, oltre che a partire dal bilancio delle portate
in ingresso e in uscita, grazie ad una rete di drenaggio all’interno delle pareti e
della soletta di fondo delle vasche, di solito realizzata con tubi annegati nel
getto con i giunti semplicemente accostati.
Tutti i drenaggi, sia interni che esterni, devono confluire in un’unica canaletta
ispezionabile a vista.
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Caratteristiche strutturali delle vasche dei serbatoi interrati


La copertura è di solito costituita da una soletta continua in calcestruzzo armato,
eventualmente provvista di nervature di irrigidimento. Raramente la copertura è
realizzata a volta.
Per la verifica della copertura occorre considerare i carichi permanenti (peso
proprio, peso del terreno di ricoprimento, ecc.) e i carichi accidentali (neve,
automezzi per la manutenzione, ecc.).
La soletta poggia sulla muratura perimetrale, anch’essa di solito in calcestruzzo
armato e, per vasche di notevoli dimensioni, su pilastri o setti intermedi, le cui
sezioni devono pertanto resistere ai carichi verticali.
Le murature perimetrali devono essere inoltre verificate considerando la sola spinta
attiva del terreno (vasca vuota) e la sola spinta dell’acqua. I setti di separazione tra
le vasche vanno verificati rispetto all’ipotesi che una sola delle vasche sia piena.
La fondazione è di solito costituita da una platea in calcestruzzo armato,
eventualmente nervata, di rigidezza tale da non deformarsi per effetto di eventuali
cedimenti differenziali del terreno
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Caratteristiche strutturali delle vasche dei serbatoi sopraelevati


L’elemento verticale di sostegno è realizzato mediante un traliccio di travi in
acciaio, in calcestruzzo armato o, più spesso, in calcestruzzo armato
precompresso. In alcuni casi si tratta di una struttura cilindrica cava, realizzata
assemblando elementi anulari in calcestruzzo armato precompresso.
La vasca è quasi sempre realizzata in calcestruzzo armato o precompresso,
frequentemente mediante assemblaggio di elementi prefabbricati.
Trattandosi di strutture snelle, hanno particolare importanza nelle verifiche
strutturali i fenomeni di instabilità locale o globale, nonché le azioni sismiche
e del vento.
Molto spesso il traliccio è racchiuso da una tompagnatura che realizza uno
spazio chiuso che può ospitare la camera di manovra, la stazione di
sollevamento, depositi, ecc.
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Serbatoi sopraelevati

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