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Dispositivi per sollevare le acque assumono particolare rilievo nel quattrocento su ispirazione di
modelli classici (Archimede 287 a.c. - Vitruvio 500 d.c.). Furono realizzate macchine necessarie per
creare artificialmente “salti d’acqua” indispensabili per alimentare le ruote idrauliche (Figura 1).
Figura 1 . Le ruote:
a. a cassetti
b. a secchielli
c. timpani
d. a schiaffo
L’evoluzione della ruota a tazze, descritta da Vitruvio nel de Achitectura è stata la noria (Figura 2)
: i recipienti sono fissati ad una catena sostenuta da due pulegge di cui la superiore è la motrice.
Nel caso in cui gli assi delle pulegge sono contenuti nello stesso piano verticale si ha la noria verti-
cale. La formula che fornisce il valore della portata è identica al caso precedente, salvo il valore
del rendimento volumetrico che è sensibilmente maggiore η = 75-85 %. Dal punto di vista costrut-
tivo la limitazione alle dimensioni delle norie è dipendente dallo sviluppo della catena , pertanto
possono arrivare fino a circa 12 metri . Oggi le norie sono ancora usate soprattutto nelle draghe
scavatrici o nel trasporto di materiali sciolti all'interno di porti, officine, silos , ecc.
Figura 2 . Norie
ηπd2
La portata è espressa da Q = v [m3/s]
4
con
η = rendimento pari al 60-70%
d = diametro del disco [m]
v = velocità di traslazione dei dischi [m/s] .
Questo tipo di pompa trova applicazione per l'estrazione di liquidi
molto torbidi o viscosi e possono spingersi fino a profondità di
circa 120-150 m.
Figura 3. Pompa a catena
90 Costruzioni Idrauliche
La Coclea o vite d'Archimede (Figura 4) rappresenta un tipo di macchina essenzialmente costi-
tuita da un cilindro rotante ad asse inclinato nel cui interno, solidale ad esso, è un'elica cilindrica
coassiale detta verme. Secondo la descrizione di Vitruvio l'asse della coclea aveva un'inclinazio-
ne di circa 37° mentre quella del verme di 45° rispetto all'asse di rotazione .
qzn
La portata può essere espressa dalla formula: Q= [l/s]
60
con
q volume di liquido compreso all'interno dell'involucro tra due filetti in litri
z numero di filetti
n numero di giri al minuto
Anche questa macchina viene attualmente utilizzata per l'estrazione e trasporto di liquidi molto
torbidi quali acque reflue e fanghi residuali da impianti di depurazione trattamento (Figura 5).
Figura 5
Il vapore prima e l’energia elettrica dopo hanno reso possibile la realizzazione di macchine idrauli-
che operatrici ; queste ricevono energia meccanica che trasferiscono in parte (rendimento η) al
liquido che le attraversa.
Nella Figura 6 sono illustrate tre tipologie classiche di impianto:
A. Impianto di sollevamento diretto tra due serbatoi ;
B. Impianto inserito lungo un tratto unicursale dove la quota piezometrica relativa tende ad an-
nullarsi;
C. Impianto costituito da una pompa sommersa inserita in un pozzo; la pompa solleva la portata
Q dalla quota del livello dinamico ( pari all’abbassamento del livello statico di falda a seguito
dell’emungimento del pozzo) al serbatoio in quota.
In ognuno dei casi gli elementi caratteristici di un impianto e della condotta soggetta a sollevamen-
to meccanico sono:
• La portata Q , espressa in [l/s] o [m3/ora], generalmente nota;
Hm = Hg+∆h(Q,DN,k,L)+ Σhi
92 Costruzioni Idrauliche
Per ciascun tipo di pompa, la funzione Hm = Hm (Q) può essere rappresentata graficamente dando
luogo ad una curva detta curva caratteristica della pompa.
• La potenza teorica Pt per sollevare la portata Q alla quota Hm sarà pari a
Nel campo acquedottistico, nei casi A e B, trovano largo impiego le elettropompe centrifughe ad
asse orizzontale (Figura 7) mentre in situazioni analoghe al caso C si ricorre all’uso di elettropompe
sommergibili (Figura 8).
la potenza da installare P =
(
9,81 Q Hg + ∆h + Σhi ) è funzione delle perdite di carico;
η
Il problema dell’ottimo economico si risolve nel ricercare il valore del diametro commerciale DN che
renda minima la somma del costo Ci di impianto rappresentato, generalmente, dal solo costo delle
tubazioni in quanto sia i lavori per la posa in opera della condotta (scavi, letto di posa e rinterro)
sono poco variabili con il diametro, così come le opere civili connesse con la realizzazione della
stazione di sollevamento,e del costo capitalizzato dell’energia CeC spesa per il funzionamento
dell’impianto per tutto il periodo di efficienza (≅25 anni). Nella seguente Figura 9 sono raffigurati
rispettivamente l’andamento qualitativo della funzione costo Ci(DN) e Ce(DN).
Una volta capitalizzati i costi di esercizio con la formula dell’interesse composto bancario
(1 + r ) n − 1
CeC = Ce con r =tasso di interesse ed n = durata economica dell’impianto
r (1 + r ) n
sarà possibile sovrapporre le due funzioni e ricavare dalla loro somma il valore minimo al quale cor-
risponde il DN di massima economia
Figura 9. Andamento qualitativo della funzione costo di impianto Ci costo di esercizio capitalizzato CeC
L’esempio seguente oltre a chiarire il concetto espresso dimostrerà, inoltre, che il calcolo economi-
co è indipendente dalla prevalenza geodetica e può essere riferito ad un metro di condotta.
94 Costruzioni Idrauliche
ESEMPIO N.7
Un impianto di sollevamento deve approvvigionare un serbatoio con una portata costante di 35 l/s
per una durata di 8 ore al giorno (pari a 8*365=2.920 ore /anno).
La condotta , in acciaio con coefficiente di scabrezza Strickler 90, ha uno sviluppo di 14.500 m ed
un salto geodetico di Hg=375 m.
Determinare il diametro commerciale che ottimizza l’impianto.
Definiti:
9 , 81 Q H m
• P= [kW] la potenza da installare
η
• E = t ore P [kWh] energia spesa nel periodo di funzionamento
• ck= 0,125 €/kWh prezzo dell’energia
• v = 0,5 [m/s] velocità minima in condotta
• V = 3,0 [m/s] velocità massima in condotta
• r=5% tasso di interesse
• n = 25 durata economica dell’impianto
• η = 0,75 rendimento
Nel campo compreso tra le suddette velocità risultano compatibili diametri commerciali dal DN 100
al DN 300 .
Q V ω Di DN
0,035 0,5 0,070 0,299 300-250
0,035 1,0 0,035 0,211 200
0,035 1,5 0,023 0,172 200-150
0,035 2,0 0,018 0,149 150-125
0,035 2,5 0,014 0,134 125
0,035 3,0 0,012 0,122 125-100
Si rilevano sul mercato i costi Γ, per m, delle tubazioni , comprensivi di trasporto ed IVA, riportati
nella seguente tabella
DN Di Costo DN Di Costo
mm €/m mm €/m
100 114 19,66 200 219 52,80
125 140 26,80 250 273 73,80
150 168 32,40 300 324 92,60
• Hm = Hg + ∆h altezza manometrica
• Ci = Γ* L costo dell’impianto
• P potenza installata
• E energia spesa
• Ce = ck * E
• CeC = Ce
(1 + r ) n− 1 = 14,0954 Ce
r (1 + r ) n
valore capitalizzato del costo di esercizio al tasso di interesse r= 5% per n=25 anni
Tabella I
DN Di Ks L Q ∆h Hg Hm
3
mm m m /s m m m
100 114 90 14500 0,035 2400,40 375,00 2775,40
125 140 90 14500 0,035 803,02 375,00 1178,02
150 168 90 14500 0,035 303,87 375,00 678,87
200 219 90 14500 0,035 73,96 375,00 448,96
250 273 90 14500 0,035 22,85 375,00 397,85
300 324 90 14500 0,035 9,17 375,00 384,17
DN Γ Ci P E ck CE CeC
€/m € kW kW/h €/kw € €
100 19,66 285.070,00 1270,6 4E+06 0,125 463.761 6.536.895
125 26,80 388.600,00 539,3 2E+06 0,125 196.843 2.774.579
150 32,40 469.800,00 310,8 907497 0,125 113.437 1.598.942
200 52,80 765.600,00 205,5 600164 0,125 75.021 1.057.444
250 73,80 1.070.100,00 182,1 531833 0,125 66.479 937.050
300 92,60 1.342.700,00 175,9 513550 0,125 64.194 904.836
7
)
6
6
Costi capitalizzati (€*10
Ci
5
CEc
4 Ci+CeC
0
100 150 200 250 300 350
Diametri commerciali DN
Il grafico mostra come all’aumentare del diametro DN aumentino i costi d’impianto Ci mentre il Co-
sto capitalizzato dell’energia CEC ha andamento opposto.
La somma delle due curve consente di tracciarne una terza, Ci + CEc , che presenta un minimo in
corrispondenza del quale si individua il diametro commerciale DN 200 che ottimizza l’impianto.
Ad analogo risultato si perviene svolgendo i calcoli senza tener conto della prevalenza geodetica e
riferendo i costi di impianto e di esercizio ad un metro di condotta, come riportato nella Tabella II e
relativo grafico.
96 Costruzioni Idrauliche
Tabella II
DN Di Ks Q ∆h
3
mm m /s m
100 114 90 0,035 0,1655
125 140 90 0,035 0,0554
150 168 90 0,035 0,0210
200 219 90 0,035 0,0051
250 273 90 0,035 0,0016
300 324 90 0,035 0,0006
DN G Ci P E ck CE CeC
€/m £ kW kW/h €/kw € €
100 19,66 19,66 0,0758 221,296 0,125 27,66 389,91
125 26,80 26,80 0,0254 74,0312 0,125 9,25 130,44
150 32,40 32,40 0,0096 28,0142 0,125 3,50 49,36
200 52,80 52,80 0,0023 6,81883 0,125 0,85 12,01
250 73,80 73,80 0,0007 2,10635 0,125 0,26 3,71
300 92,60 92,60 0,0003 0,84542 0,125 0,11 1,49
350
300
250
€
Ci
Costi capitalizzati
200 CEc
Ci+CeC
150
100
50
0
100 150 200 250 300 350
Diametri commerciali DN
Per il diametro DN 200 e per la portata assegnata di 0,035 m3/s corrisponde una velocità in con-
dotta di ≅ 1 m/s; questo rappresenta il valore assunto comunemente per la determinazione, spedi-
tiva, del diametro da assegnare alla condotta elevatoria, prescindendo dal calcolo economico.
1
Questi diagrammi a mosaico sono forniti dalle case costruttrici
Le altre grandezze caratteristiche della pompa così scelta vengono evidenziate dalle curve caratte-
ristiche tipiche del modello 100-251 (Figura 11).
In primo luogo si verifica che al punto di funzionamento corrisponda un rendimento soddisfacente ;
in questo caso risulta circa il 75% valore accettabile per questo tipo di macchine. Nel caso in cui il
rendimento si discosti da valori accettabili si dovrà scegliere un’altra pompa.
2
Per verificare la soglia oltre la quale inizia il fenomeno della cavitazione si utilizza la curva NPSH
Net Positive Suction Head (carico assoluto netto all’aspirazione). Per il corretto funzionamento
dell’impianto dovrà essere che :
NPSHdisponibile ≥ NPSHrichiesto
Sollevando acqua fredda in condizioni di pressione atmosferica normali
NPSHdisponibile=10 +Z+Y [m]
Z= dislivello tra superficie libera nella vasca di aspirazione ed il baricentro della girante ; per Z>0 il
dislivello è positivo e si chiama battente; per Z<0 il dislivello è negativo ed il suo valore assoluto si
chiama altezza di aspirazione (Figura 12).
2
aspirazione d’aria e creazione di vuoto nel tubo di aspirazione e nel collettore con conseguente caduta del
rendimento, rumore e portata irregolare
98 Costruzioni Idrauliche
Figura 11. curve caratteristiche tipiche della pompa KSB modello 100-251/k
Infine, sempre dalla Figura 11, può essere stabilita, con sufficiente precisione, la potenza assorbita
P [kW] mentre, nella Figura 12 sono illustrate le dimensioni di ingombro del gruppo pompa-motore,
il posizionamento della valvola di regolazione Vrg e della valvola di ritegno Vrt .
Qualora una singola pompa non sia in grado di erogare tutta la portata necessaria , oppure si de-
sidera per esigenze di servizio frazionare la portata complessiva, si ricorre all’installazione di due o
più pompe in parallelo, in questo caso le singole portate si sommano e la curva caratteristica si co-
3
struisce sommando le curve delle singole pompe in corrispondenza di punti alla stessa prevalen-
za (Figura 13).
Qualora una singola pompa non sia in grado di fornire tutta la prevalenza necessaria, oppure si de-
sideri per esigenze di servizio frazionare tale prevalenza, si può ricorrere a vari sistemi.
Il primo consiste nel realizzare stazioni intermedie di sollevamento provviste di serbatoi di discon-
nessione e di prelievo per il rilancio successivo (Figura 14).
3
se le pompe sono uguali la portata totale è data dalla moltiplicazione delle portate della singola pompa per il
numero delle macchine in parallelo.
La scelta di questo particolare tipo di macchina, note la portata Q e la prevalenza Hm del punto di
funzionamento desiderato, viene effettuata preliminarmente esaminando diagrammi del campo ca-
ratteristico di impiego di elettropompe multi-stadio . Ad esempio per una coppia di valori Q=45 l/s
( 2.700 l/min – 162 m3/h) ed Hm = 260 m di colonna d’acqua dal Campo caratteristico di impie-
go di elettropompe centrifughe multi stadio ad asse orizzontale tratto dal catalogo della Ercole Ma-
relli si individua il tipo PGM 150/8 giranti (Figura 17).
Figura 17. Campo caratteristico di elettropompe centrifughe multistadio ad asse orizzontale MARELLI
Figura 18. curve caratteristiche tipiche della pompa MARELLI modello PGM 150
Scelta la pompa resta definita, come detto, la curva caratterista rappresentativa della condizione
espressa dalla Q=Q(Hm) determinando condizioni di funzionamento variabili: aumentando progres-
sivamente la portata diminuisce l’altezza monometrica o viceversa.
Per contro la prevalenza Hm è altresì funzione delle perdite ∆h caratteristiche di un solo tipo di im-
pianto elevatorio; questa condizione è rappresenta da una parabola con vertice in H sulla retta
delle ordinate e viene definita Curva caratteristica dell’impianto. Questa deriva dalla somma della
componente statica rappresentata dalla altezza geodetica Hg, indipendente dalla portata, e dalla
Figura 20. spostamento del punto di funzionamento sulla curva caratteristica dell’impianto
Nel caso in cui si abbia a disposizione una pompa di assegnata caratteristica Q=Q(Hm) si potrà de-
terminare il diametro della condotta costituente l’impianto in modo da avvicinarsi al Punto di Fun-
Figura 21. Spostamento del punto di funzionamento sulla curva caratteristica della pompa
ESEMPIO N.8
Determinare il diametro di una condotta di acciaio necessaria per riempire, in circa 12 ore, una va-
sca di 3500 m3 posta a quota 160 m s.m. Il serbatoio di alimentazione, ubicato a quota di 35 m
s.m., è distante 2.850 m. Determinare il Punto di Funzionamento ottimale dovendo utilizzare una
elettropompa, della quale è nota la curva - Figura A.
2
H = -0,0176Q + 0,4352Q + 314,11
Q ∆H150 ∆H200 ∆ H250 ∆ Hg ∆ Hm150 ∆ Hm200 ∆ Hm250
R = 0,988 20 25,04 6,07 1,83 125 150,04 131,07 126,83
400 30 56,35 13,67 4,12 125 181,35 138,67 129,12
H m [m]
100
350
DN150
0 300
0 40 80 Q [l/s] 120 DN200
250
Figura A
Poiché la curva caratteristica dell’im- DN250
200
Hm [m]
Figura B
Sul diagramma (Figura B) le coppie di valori Qi e ∆Hi definiscono tre curve caratteristiche
d’impianto; il punto di funzionamento ottimale è dato dalla condotta con DN 200 con una portata
di circa 80 l/s pari a 3.456 m3 in 12 ore di funzionamento della pompa.
Per quanto riguarda il volume da assegnare alla vasca di accumulo questo è funzione del-
le ore di funzionamento dell’impianto (generalmente le 8-10 ore notturne); infatti, nelle
ore di fermo dell’impianto, la portata del giorno dei massimi consumi Qgm [l/s] dovrà esse-
re invasata per poter essere sollevata nel periodo di funzionamento.
Con riferimento alla Figura 23 fissato un tempo di pompaggio Tp=8 ore resta definito un
tempo di fermo dell’impianto Tf =24 – Tp =16 ore . Pertanto il volume Vs della vasca di alimen-
3600
tazione S sarà pari Vs = Qgm ⋅ Tf ⋅ = Qgm ⋅ 16 ⋅ [m3] mentre la portata di dimensionamento
1000
24
della condotta elevatoria Qs , essendo Qgm ⋅ 24⋅ = Qs ⋅ 8 sarà Qs = Qgm ⋅ = 3 ⋅ Qgm
8
Figura 23
Infine circa il numero di pompe da installare si può considerare che, a parità di portata sollevata ,
tra due impianti possibili quello con più pompe sarà sicuramente più costoso ma con il vantaggio di
avere una maggiore flessibilità di esercizio. Poiché in qualsiasi impianto si dovrà provvedere anche
ad unità di riserva, partendo dal caso più semplice di installare una sola pompa capace di sollevare
4
Venturimetro : rientra nella famiglia delle apparecchiature di misura a pressione differenziale : diaframmi,
boccagli , tubi Venturi. Sono particolarmente adatti per la misura delle portate di correnti in pressione; le ca-
ratteristiche dei singoli dispositivi e le modalità di installazione e misura sono riportate nelle Norme UNI 1559 e
1597 ( diaframmi e boccagli) e dalla UNI 2323 e 2330 (venturimetri). Il principio di funzionamento si basa sulla
caduta di pressione statica ∆h tra monte e valle dell'apparecchio inserito nella condotta (Figura 26), la quale
permette di dedurre la portata Q = k ∆p , una volta noto il coefficiente strumentale k funzione, principalmente,
della geometria dello strumento. La misura di pressione differenziale viene eseguita sia con apparecchi a lettura
diretta quali manometri differenziali, sia con apparecchi a lettura indiretta tramite un segnale meccanico,
pneumatico , elettrico ed elettronico. A seconda del tipo di apparecchio è possibile la trasformazione del ∆h letto
in valori di portata Q.
5
generalmente su cavetto bipolare posto in opera all’interno di una guaina di protezione affiancata alla condotta
elevatoria.
In un impianto con sollevamento meccanico nel caso in cui si abbia un arresto brusco del funzio-
namento del motore della pompa, causato ad esempio per interruzione di energia elettrica, la co-
lonna d‘acqua, in moto ascendente, si arresta provocando all’inizio della condotta, nei pressi della
pompa, un’onda elastica di depressione (1^ Fase) che può scendere al disotto di quella atmosferica
con conseguenti sforzi di compressione sulla tubazione. Successivamente inizia a staccasi dal ser-
batoio verso la pompa un’onda elastica di pressione che produce sull’otturatore della valvola di ri-
tegno un colpo diretto o d’ariete (2^ Fase) che genera sovra-pressione estremamente pericolose
per la resistenza del materiale. Per contraccolpo si genera una seconda onda che si propaga dalla
pompa verso il serbatoio. Quando questa arriva al serbatoio un’altra onda si propaga verso la
pompa generando un secondo colpo d’ariete, smorzato rispetto alla fase precedente e fino
all’esaurimento del fenomeno dovuto alle perdite di carico per attrito lungo la condotta.
Figura 28. Schema di impianto di sollevamento con cassa d’aria per attenuazione del colpo d’ariete
1 ⎡1 D ⎤
= ρ⎢ +
c2
⎣ ε s ⋅ E ⎥⎦
ε
Nell’ipotesi di condotta estremamente rigida (E= ∞) la celerità c = =1.425 m/s.
ρ
In realtà, per effetto della deformabilità della tubazione, la celerità assume valori variabili anche in
funzione del modulo di elasticità E del materiale. (Tabella I)
Tabella I
Il fenomeno, sommariamente descritto, è estremamente complesso ed esula dai contenuti del cor-
6
so e pertanto si forniscono nozioni di carattere pratico sufficienti per valutare le massime sovrap-
pressione e depressioni e per verificare la necessità o meno di dispositivi di attenuazione.
Si consideri una pompa che sollevi una portata Q0 con una velocità media in condotta V0 supposto
che la velocità diminuisca bruscamente ad un valore V< V0 si genera una depressione
c
∆h = − ⋅ (V0 − V) [m]
g
c
Per arresto brusco del motore si avrà V=0 per cui la massima depressione sarà : ∆h = − ⋅ V0 [m]
g
Nel caso di tubazione metallica c = 1000 m/s g = 9,81 m/s2 ∆h ≅ - 100 V0
Nel caso di tubazione di PEAD c = 200 m/s g = 9,81 m/s2 ∆h ≅ - 20 V0
La massima depressione, in metri di colonna d’acqua, risulta nel primo caso circa 100 volte la velo-
cità media mentre nel secondo caso scende a circa 20 volte. La massima sovrappresione generata
nella seconda fase, è circa uguale, in valore assoluto, alla massima depressione.
Nel caso di impianti elevatori la determinazione della legge di chiusura V = V(t) è estremamente
complessa tenuto conto sia del numero di giri della macchina e sia dalla curva caratteristica porta-
ta-prevalenza Q= Q(H).
6
Le situazioni particolari che possono verificarsi e la complessità del problema fanno si che tali dispositivi ven-
gono, di regola, dimensionati da specialisti del settore.
Tabella II
k dipende dalla lunghezza della condotta L : K=1 per L > 2000 m ; K= 2- 0,0005 L per L ≤ 2000 m
Per la determinazione della massima oscillazione di carico si utilizza la formula di Micheaud
2 ⋅ L ⋅ V0
∆Ymax =
g ⋅ Tc
Le Norme Tecniche sulle tubazioni di cui al DM del 12 dicembre 1985 pongono limiti alla massima
sovrappressione da colpo d’ariete ammissibile in funzione della pressione idrostatica (Tabella III).
In caso di sovrappresioni maggiori occorrerà prevedere dispositivi di attenuazione .
Tabella III
Q0 0,035
• Velocità a regime V0 = = = 0,92 m/s
ω 0,2192 ⋅ π
4
Hm 448,96
Per = = 0,031 Ö C=0.5 mentre per L> 2000 m Ö K=1
L 14500
V0 ⋅ L 0,92 ⋅ 14500
pertanto il tempo di chiusura Tc = C + k ⋅ = 0,5 + 1 ⋅ ≅ 3,52 secondi
g ⋅ Hm 9,81 ⋅ 448,96
2 ⋅ L ⋅ V0 2 ⋅ 14500 ⋅ 0,92
mentre la massima sovrappressione ∆Ymax = = = 772,63 (*) m
g ⋅ Tc 9,81 ⋅ 3,52
(*) valore superiore a quanto riportato nella Tabella III delle Norme Tecniche sulle tubazioni di cui
al DM del 12 dicembre 1985 e pertanto è da prevedere una cassa d’aria per l’attenuazione del colpo
d’ariete. All’interno della cassa l’acqua raggiunge un livello al disopra del quale c’è aria in pressione
che, in condizione di regime, ha un valore pari alla piezometrica nella sezione iniziale della condot-
ta. Nell’eventualità di stacco dell’energia e conseguente blocco della pompa diminuisce la portata
e conseguentemente la pressione in condotta ; l’aria contenuta nel serbatoio si espande inviando
acqua nella tubazione prolungando, di fatto, il tempo di chiusura Tc.Questo tempo è ovviamente
funzione del volume d’acqua immesso nella condotta, ovvero della dimensione e del numero della
casse.
Per il dimensionamento possono essere seguite teorie elastiche le quali tengono conto delle carat-
teristiche del liquido e della tubazione o teorie semplificate , o anelastiche, che considerano il
fluido incomprimibile e la condotta indeformabile (teoria di Evangelisti).