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Le ristrutturazioni del battistero nel Medioevo

N eda P annegiani, Alberto Pronti

Dopa la fase della sua realizzazione, che abbiamo fissato nella prima meta del V secolo, il battistero di Santa Ce ... cilia fu oggetto eli consistenti interven ... ti eli ristrutturazione all'inizio del IX secolo e nel XII ... XIII secoio.

Gli interventi del IX secolo

Quando Pasquale I (817-824) erige la nuova basilica, per sostituire l'antica onnai in rovina', vengono effettuati contestualmente alcuni interventi che in .... teressano Ie strutture situate nella zona del battistero e che meritano particolare attenzione (tav.IO a p. 64). Nell'ambiente M fu tamponata la gran, de finestra esistente nella parete 18 e fu ricostruita la parete 79 al di sopra di quella del V secolo, della quale rimane il tratto originario per un' altez za eli soli m 0,35, salvo nella parte piu occiden ... tale dove essa e conservata, con resti della decorazione pittorica, per una al ... te::z~ maggiore', Evidentemente, propno m considerazione dell' andarnen-

to irregolare del raccordo tra la veccbia e la nuova muratura, si deve ritenere che rintervento ebbe carattere restaurativo e fu reso necessaria dalle condizioni fatiscentidella parete rneridio ... nale del battistero-, Nella nuova pare ... te laterizia, che chiameremo 79 bis si

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aprono tre grandi feritoie a gola di Iu-

po che si trovano ad altezza d'uomo ri-

. . ~etto alla quota pavimentale del bat-

.. ' tistero~questafase (m12,95) (fig. 70).

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70. Parete 79 bis

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opera listata 82 che si insert tra le piu antiche strutture del secondo secolo creando un piccolo ambiente rettan ... golare, una sorta di corridoio cieco, comunicante a nord con I' aula battesimale mediante I'apertura tra 15 e 16. Nello stesso periodo, 0 in una fase leggerrnente pill tarda, questa piccolo ambiente fu coperto con una volta a bette impostata sui muri 17a e 82.

In sostanza, in occasione delle sistemazioni operate nel IX secolo, il piccolo ambiente attiguo all'aula battesi ... male, accessibile, come si e visto, sol ... tanto da una porta che doveva aprirsi nella parete orientale e forse destinato a consignatorium, fu osservabile soltan .... to dalletre feritoie a strombo della pa ...

rete nord. Questa singolare situazione suggerisce l'ipotesi che per un cerro pe-riodo esso abbia potuto fungere da camera delle reliquie.

Un utile contributo a questa riguardo viene dal racconto nel Liber Pontificali5 del ritrovarnento e della sistemazione del corpo di santa Cecilia, in cui si ac , ..

cenna anche ad una separazione della testa dal corpo della santa e della sua conservazione in una arcdltt. Senza voler affrontare in questa sede il proble ... rna relanvo all' esatto significato del termine arcella, che nell'ambito del Liber Pontificalis compare soltanto nella vita eli Pasquale I, sembra comunque evi ... dente che a un certo punto, presumi ... bilmente negli anni 819,820, il corpo e

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I.E RISTRUITURAZIONI DEL SA IIISTERO NEL MEDIOEVO • 57

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tale e per la tamponatura dell'esedra, rna e leggermente rientrante e forma un piccolo dente nel punto eli c~ntat .. to con la parete stessa. Inoltre, ed e que .. sto l'aspetto eli maggiore rilievo, Ia de .. corazione pittorica, stesa a suo tempo in modo uniforme su rutta la parete set .. tentrionale dell' arnbiente, risulta bruscamente interrotta nella spazio della porta" che poi e stato nuovamente af ... frescato riprendendo il precedente ~o .. tivo, anche se risulta evidente la differenza tra Ie due fasi (fig. 69).

La riapertura della porta comporto ~_. che la demolizione di parte della paVl'" mentazione situata nell'aula, nella 20' na delle operazioni eli cantiere. AI mo ...

. 7l~ Pilastroal cenriodell'apcrtura:sitlla pare~~.ov~stdelraulabatt~im~e . menta della nuova tamponatura I' area

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tistoncbe. Golleg~clo ad.e$sifrisWr-: ·~~~·:ppr~a~.o¢Si¢lentaJ.~s-qlla parete frammentarie Iastre eli manna che de ...

. ·tatidellfindaginearc:heolpgicasi·puo .>. 's~ttentrl9nhl~~cheer-a' stata chiusa.in notano una posa in opera non rroppo

anche supporre chela separazione'dcl .' ... occasidneden~insediamento del bat- curara (fig. 72).

capo eli santa Cecilia dal resto del cor- . . tistero, a un certo punta fu riaperta per La struttura di definitiva chiusura del ...

po, col chiaro intento eli ottenere una esigenze connesse, probabilmente, ad 1a porta mostra, nella parte esterna, Ie

importantissima reliquia da esporre al- operazioni eli cantiere che dovettero caratteristiche eli una costruzione "con-

la venerazione del £ede1i in un luogo di- svolgersi all'interno deltaula e che forse tro terra", cost come appare evidente

con il carattere dclltambiente·M. l'elevazione della parete 79bis. la stessa epoca. Cia denota una fase

lnfarn porrebbe essere stata proprio La porta fu poi nuovamente tampona, interramento dell'area situata a nord

questa stanza, Iegata 0 comunquecon~ ta con una rozza muratura (fig. 25 a del battistero, fase probabilmente con-

nessa al battistero e vicina a11uogo del .p. 19),visihUe dalresterno solo per la nessa alle operazioni di costruzione

martirio (il baillcum secondo Ia passio ), meta occidentale~ farmata quasi com, della basilica eli Pasquale I.

ad ospuare In preziosa reliquia trasfor- pletamente da una Cart ina Iaterizia Ia Sia Ia costruzione del pilastro al centro

mandosi per qualche decenruo5in un cui tessitura appare moltodisordina- deIl'apertura sulla parete occidentale,

Alrn due interventi, probabilmenre Ia tamponatura:e presente, sulla Iac- to la porta, dovrebbero essere attribui-

contestuali rra loro. inrcressarono a un cia esterna, un vespaio, compOsto da ti a questa periodo, come fanno ritene ...

certo punro la zona ovest dell'aula bat- conci eli tufo e blocchrdiconglo1D.e~ rel' esarne delle quote, le caratreristiche

) ~ ; AI centro dcll'apertur« sulla parete oc- Questa il'ltetve'l:lto di riapertura.e nuo- .' ". ta e l'interramento della zona esterna,

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zione pittorica, tuttora conservata, che si ispira al motivo "a fogliame" presen~ te nel registro centrale dei vela del battistero paleocristiano (fig. 73).

Inoltre vi fu una risistemazione dell'impianto idraulico del battistero. In partieolare, fu "restaurata n una condu ttura che dallato settentrionale della vasea paleocristiana si dirigeva verso est e che t: aneora conservata ad una quo ... ta Ieggermente inferiore a quella della pavimcntazione dell'epoca'", L'allocazione della fistola fittile comporto il rifacimento della parte di pa..vimentazione relativa al suo tracciato con framrnentarie lastre marmoree di piccole dimensioni e di tipo diverso, Quindi, una soluzione abbastanza approssimativa che, del resto, appare coerente con la qualita della risistemazio ... ne pavimentale operata, come abbia ... rna visto, nella parte occidentale del ... l'aula,

L'esigenza di "restaurare" una condut ... tura per il deflusso dell' acqua dalla vasea, collegata anche ad un impianto di troppo pieno" fa ritenere che aneora a quell'epoca si procedesse ad un suo riempimento e che, pertanto, fosse an .... cora in usa anche il battesimo per im ... mersione. Cia comporta ovviamente l'esigenza di un afflusso di acqua, anche se si deve rilevare che la fistola plurnbea del battistero originario pro..?abilmente cesso eli funzionare proprio m quest'epoca Infatti, essa risulta troncata nel punta di passaggio dall'estern~ all'intemo dell' aula-' e non e possibile affennare se ve ne sia ancora qualc~e tratto al di sotto dei resti della pa-vnnentazione paleocristiana 13.

Che l'asponazione della parte mancante della fistola, e quindi la cessazione del suo funzionamento, abbia avuto luogo nel corso dei lavori eli sistemazione effettuati nel IX secolo si deduce chiaramente dall' analisi di alcune operazioni eli sistemazione effettllate proprio· nel punto in cui la fistola do ...

. . veva entrare nell'aula, Infatti, in uno

. .... . .. ·spanoa ridosso della parete nord e a . . ' .: , ..... , ::.... ::' ..... contam, .: COn la parete est (circa m

72. Pavimentazione mannorea nell'angolo N_.. W dell'ambienre 0

1,80xO,40), quindi vicino al percorso della fistola, fu collocata una cassa firtile (fig. 74) sopra la quale fu stesa la nuova pavimentazione'".

AlIa stessa fase degli interventi di Pasquale I appartengono una "ripresa" della decorazione pittorica nell'ango- 10 nord-orientale dell'aula e una nuova decorazione pittorica a vela stesa sulla fascia settentrionale della parete 79 bis in modo da sovrapporsi ai resti di quella pin antica, rispetto alla Quale presenta connotati del tutto diversi

(fig. 75).

La decorazione e conservata per una

altezza eli circa m 1,55 a partire dalla quota di m 13,38. I vela, ugualmente bianchi, mostrano una composizione in cui si intersecano strisce azzurre e rosse della spessore di em 2. Le prime segnano i bordi superiore e infenore del panneggio, oltre alle sue linee radiali che si dipartono dai sostegni. Le strisce rosse si muovono con un andamento orizzontale concave che accom ...

pagna 10 svolgersi del drappo. Nella parte superiore si nota la presenza di linee gialle e blu in cui e difficile rico'

noscere un motivo leggibile. NeI corn .. plesso, rispetto alIa fase paleocristiana, si assiste ad una verticalizzazione e ad un "irrigidimento" delle Iinee de-corative con una conseguente perdita di "morbidezza" nella raffigurazione

del panneggio.

AI di sapra dei vela vi e, come in quelli

piu antichi, un campo azzurro che rermina Inferiormente con andamento concavo. Nel punta superiore destro della decorazione e conservato un lacerta contenente due Iettere, 0 un nu ... rnero. di cui restano visibili ¥ I, parte rroppo ridotta per consentire una attendi bile interpretazione.

Per questa decorazione. databile all'inizio del IX secolo in base a considerazioni di tipo archeologico, si propone anche il confronto stilistico con altri esempi eli area romana dell'VIII··IX secolo". Pertanto, quando all'inizio del IX se colo furono effettuati alcuni interventi di sistemazione funzionale nell'ambito del battisrero, si procedette anche a stendere una nuova decorazione dipinta a velarii, secondo 10 stile dell'epoca, h dove era necessario: in particola ...

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LE RI5lRUl IURAZIONI DEL BATIISTERO NEl MEDIOEVO· S9

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13i Decorazione de1·sQ~nu:co.centra1e·della. trUora

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74. Cassa Iittile

re sul]a parete 79 che veniva praticamente ricostruita. Invece sulla tamponatura 81 della porta occidentale si pre ... fen riprendere il motivo dei vela secondo 10 stile originario per non comprotnettere, in modo traurnatico, la conti ... nuita della decora zione sulla parete settentrionale. In ogni caso, e evidente che per un cerro periodo, dal IX secolo al momento dell'abbandono del battiste .. ro paleocristiano, coesistettero nell'ambiente i due tipi di decorazione pittorica a velarii.

L'insiemo degli intervenri riconducibi ... li a questa fase suggerisce l'ipotesi ri .. costruttiva dell'area del battistero che viene proposta nella fig. 76.



Lafasedcl XII-XIII secolo

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so del XII e del XIII seeolo e i cui risul .. tati, per quanta riguarda la basilica e il convento, vengono illustrati in altra parte del volume.

In questa contesto di trasformazioni strutturali e eli arricchimenti decorativi il battistero fu oggetto eli un im .. portante intervento che, dal punta eli vista architettonico, ne modifico so ... stanzialmente il rapporto con la chie ... sa. Infatti, pur mantenendo Ie dimen ... sioni originarie, l'intero ambiente fu in ... nalzato eli m 2,15 e portato alla quota eli m 15,12, molto vic ina a quella della basilica'",

Nel momento in cui si decise eli effet ... tuare la sopraelevazione si provvide, come spesso avveniva in questa perio ... do, ad asportare sia la pavimentazione marmorea dell'aula sia il rivestimento marmoreo della vasca che, come si di .. ra piu avanti, venne in parte riutilizzato nell'ambito della stesso intervento. n nuovo battistero ebbe una pavimen-

tazione eli tipo comune costituita da un massetto di calce e pozzolana alli ... sciato in superficie (tipo cocciopesto )17 (fig. 77).

Furono mantenute esattamente la for .. rna e le dimensioni della vasca pin an ... tica, il cui rivestimento marmoreo fu parzialmente riutilizzato per rieopri ... re l'intemo e l'estemo del bordo della nuova vasca'". n bordo e conservato per un'altezza eli soli em 37perche proba ... bilmente fu "tagliato" quando tre secoIi piu tardi 10 spazio venne occupato dalla Cappella delle Reliquie.

La pavimentazione della vasca medievale, che fu realizzata in cocciopesto (fig. 78), al momento della scavo e stata trovata nettamente divisa in due par' ti da una fenclitura irregolare, della Iar ... ghezza media di em 60, disposta in eli ... rezione nord ... sud. La parte orientale della pavimentazione, che, a differen ... za dell'altra, era gia staccata dalla pa ... rete perimetrale in tern a della vasca, e stata rimossa per poter procedere nel ...

l'indagine archeologica.

Nella spazio della Ienditura, alla pro ... fondita di circa em 50, si sono rinve ... nuti i resti del corpo di una gio-

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71. Pavimentazione del battistero medievale

76~ Ipotesi ricostruttiva dell' area del . batt istero nel IX secolo

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cocciopesto can quello paleocristiano. Esso proteggeva, appunto, la canalet .. ra di scarico la cui posizione, eviden .. temente, coincideva con quella del foro della vasca paleocristiana.

T ra la vasca e la parete settentrionale dell'aula, in corrispondenza della tamponatura dell'esedra, si e rinvenuta, al di sotto della quota della pavimentazione medievale, una strutrura in rnuratura, di rozza fattura (fig. 80), che creava una sorta di piccolo ambienre coperto da una volticina a botte realiz ... zata mediante "gettata'" su una arma .. rura lignea della quale si e trovata qualche piccola traccia.La struttura si apr' poggiava sia alla parete settenrrionale decorata con la pittura a vclarii~ sia al# la vasca paleocrisriana ed alla sua so ... praelevazione medievale.

AI momento del ritrovamento essa non

presentava alcuna possibilira eli acces .. so all'interno, in quanta completamen .. te chiusa cIa tutti i lari 20. Ma l'indagi ~

ne svolta sulla struttura muraria ha consentito di individuare le tracce di un'aperrura, nel punto eli contatto tra la parete occidentale e Ia vasca, che, dopo aver permesso I'uscitadi chi aveva lavorato all'intemo eli questomanufat-

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battistero nella seconda meta del XV secolo (fig. 79).

La strutrura del rialzamento della vasca, che va dalla quota eli m 13,38 al-

la quota eli m 15,36" e rivestita da una cortina laterizia costiruita cia mattoni e da spezzoni, eli colore rosso e giallo, disposti in fiJari sufficientemente

regolari.

All'interno della parete della va-

sea, in direzione nord, rimane un

........................ utatto in muratura, rivestito con la stessa cortina Iaterizia, che, in corrispondenza del foro eli scarico dell'ac-

qu~ collega il pavimentomedievale in

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78. :PaVimentazione della-vasca medievale

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.-:li'zzat9dopo_Ja-COStrl1ziOne.dell~vascac.· 'Ai fini di unadat~zione della sopraemediev3J.e,alla quale 1a struttura si ap... levazione del battistero assume partipoggia~ rna prima dell'interramento colare rilievo !'analisi dei materiali, in

de11'ambiente; che altrimerm non avreb- particolare dei frammenn ceramici, tin--

be eonsentito llespletamento dell'uln- venuti sia all'tnrerno della vasca, tra la ma fase lavorativa e la posain opera quota della deposizione e quella paleo ... della sovrastanre payimentazione me- ertsnana, sia nell'interro dell'ambien .. dievale: quindi, esattamentedurante la te, al eli sotto d~l]a pavimentazione me ... fase della generale sopraelevazione.. dievale. I materiali cetamici rinvenuti

Proprio al di sopra di questa struttura conducono, per i repern pill tardi, a da- ".

sono dipmte, sulla parere senenmo- tare l'epoca del rialzamento dell'am... 79. Deposizione femminile nella vasca

nale delltambiente, Ie lertere n Rt in . biente battesirnaIe tra il XII e gli inizi medievaIe

colore rosso (fig. 81). Nonsisonoindi# del XIII secololla

ad inte-rpre~1rC il significato eli queste to in cui si vuale tentare una ricostru... plessiva, la sua altezza si ridusse a err-

suale. . collegamento Con la b'asiIica (fig. 82). cOrrispondente all'attuale Cappella del

Pit) prnblematico il discorso sulle ftna- Per quanta riguarda le-paretidell' aula, Ponziam e che quindi la relazione tra

lita e sulla destinazione eli quesro mi- si puc dire quaIcosa soltanto,diquella . quest'ultimo el'aula battesimale fu man-

nuscolo e inacccssibile arnbiente =. orientale pq:iche Ie.~uc~e$Siv.e_ trasfot ... _ . .teuuta anche in questaepoca. Analogo terraneo~.l'ipotesi piu plausibilepuo ma:::iQ~h~nu\l':SQ_st~nZi¥m·¢n~e:c~~~_ .... _~corSo.puo farsi per l'ambiente M.

essere quells Iegeta al desideriodicon~ cellato .~tta~~·;,~~t '~~~.:R9~~q : ... , _ ::.Piu· di£ficile -il.discorso sugIi accessi al

servare, e in qualche modo proteggere, meno aldi sop~: q,~:q,~.lQ~tt1.)~j~¥~;' :: .. ' battist~ro~ Infatti I'unica cosa cerra,

uno~oou~me~~~~~~:~~ ~~~:~~~'~'dta~a~a~ne~~iam~

t ·S1"an:C!"~t4,nperlaVl"""~del·bat~ . nuta}a:soltl2loneai' '" ,;,,,c_·:~:'-'-hi;i1'~A:~~1%m]t;:·<f.,t::, •. ;·::~.:·<;'·'~·ti~· ~ .. ·.;....;.:L· . o ...... 1a ..

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81. Scritta DRL sulla parete settentrionale dell'aula

anche se, indubbiamente, la conseguita uniforrnita dei livelli, devette facili .. tare il transito tra i due edifici. La gia accennata assenza di informazioni desumibili da eventuali resri di strutture riferibili a tre delle quattro pareti deltaula in questa Iase lascia i1 campo alia piu ampia gamma di ipotesi: l'ingresso all'aula battesimale sarebbe po'"

tuto avvenire direttamente dalla strada, a nord 0 ad ovest, dalla basilica, a sud, attraverso l'ambiente M soprae .. Ievato, 0 passando per l'ambiente situato a est e successivamente per la tri ... fora. Tuttavia e poco probabile che in un ambiente destinate ad una funzione cost importante, per la quale era ne ... cessario assicurare un clima di raccol-

ta e devota meditazione, vi fosse una pluralita di accessi. Pertanto, si ritiene che l'unico ingresso fosse quello da est, passando attraverso la trifora, 0 che al massimo ve ne fosse un altro a sud, rna che in ogni caso il passaggio, in quest'epoca, avvenisse sempre dalla basilica. Si tende, invece, ad escludere un accesso diretto dall'esterno con aper""' ture situate sulle pareti settentrionale ad occidentale.

Per concludere, a partire dall' origine e fino a questa memento, il battistero fu concepito come una unita architettonica e funzionale autonorna, sicuramente articolata in pili ambienri. dei quali l'aula con la vasca cosntuiva il punta focale, anche se era ovvio 10 stretto rapporto con la basilica che ne curava la gestione in tutti i suoi aspetti. Dal XII - XIII secolo, con la soprae-levazione, il battistero restringe probabilmen te la sua superficie funzionaIe all'aula con la vasca, pur rnantenendo il collegamento con gli aItri ambien _-

ti, e mostra una piu stretta connessio ne con la basilica. Inline, t: anche da considerare che onnai la vasca ha piu una funzione simbolica che pratica in quanto ci si rrova in un'epoca in cui il battesimo per irnmersione e stato abbandonato e si effettua il battesirno

per infusione.

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f' ; '. '. . '. . " ':t.... • '. '. . 1990),'" per una panoramica pill gene e s

1 Qutla nuovaparete si sovrappone al pili armco 10 La.conduttuta si sviluppa quasi "a filo~ con la

costituiteda UIlal11Ur3.turalate:. Ji1ia conevidente pre. ceden .. te situ3.ZJ.. "one di p ill "nobile" £attura. 17 Tale pavimentazione e stata nnvenuta n cia

framm taria e sf on ta

de eli SPdolilal~o~~: r~::p:~~

rcl.iquia del capo della san. ta nella c. hiesa del . .IIo percorso. monumentali't e ulteriormente provata .

· egatrvo

proprio at di sopra di quesro ambiente e inunettendosi nella conduttura fittile. riutilizzate per il rivestnnento del bordo

"~J u d .... 11·_ .. n..;.... A' all . .. OSlZlone

essafu~htputtesettentriOnalen(lna\n-a. '.' ·~~s~<Adti:~JaG-~O-·;(9~~~~~~~:"s~,::~~~".,_:"~' .. :cldIap'_areteriord.,Sia .. perfavorue.lamuellseaJuIa1Z ....

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Marina Righetti

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«Omnium ecclesiarnm Do aLltor, restaurator atque exorna to f» , cos} il Liber Pontificalis in efficacissima sintesi definisce la personalita eli Pasquale I, pontefice che, nei soli sette anni del suo pontificato (817 ... 824), aveva coinvolto tutta rUrbs in una intensa e fertile attivita costruttiva.

Due i versanti della sua attivita; il primo vede una serie eli interventi di diversa portata, tutti tesi alla riqualificazione cultuale di alcune aree cittadine. n progetto si concretizza in interventi eli restauro della portica vatic an a, di costruzione eli un nuovo altare in San Pietro, nonche di risistemazione del presbiterio e della catteclra pontificale di Santa Maria Maggiore e in una serie di importanti nuove fondazioni ubicate in diverse zone della citra: sull'Esquilino, tra il settembre dell'Sl? e l'agosto dell'Bld, viene eretta la nuova basilica eli Santa Prasscde: tra il setternbre dell'Blf e l'agosto dell'819, al Celio viene costruita Santa Maria in Domnica e,

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In stretta continuita cronologica, tra il settembre 819 e

I'agosto dell'820, in Trastevere e invece fondata, sulluogo del titulus di Santa Cecilia, la nuova basilica dedicata alla santa martire.

~I secondo aspetto dell'attivita del pontefice e mirato a mterventi architettonici e decorativi definibili di carattere P~iI "personale", e il caso della costruzione, presso la basilica di San Pietro, del sacello dei Santi Processo e Martiniano, destinato a proprio mausolea, e quella della cappella dedicata a San Zenone, eretta, in onore e memoria della madre T eodora, presso l'appena costruita basilica di Santa Prassede.

A questa irnponente attivita di costruttore e restaurator, si affianca un'altrettanto imponente attivita di exornator. Nei nuovi edifici si istallano qualificati cantieri di mosaicisti, mentre argentieri e tessitori operano per dotare le nuove fondazioni, Ie grandi basiliche romane e anche molti altri edifici eli culto. di immagini ex auro purissimo, lampade d'argento, vangeli aLm baticin ex argento, calici e patene ex argento deauratas, pergulae, concae. gabathae~ canistrae nonche di vela e vesres per l'altare. Corredi ricchissimi, la cui dovizia

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. mtorno e sopra gli altari doveva trasformarli in trionfi

. monumentali sfavillanti eli ori e eli luci, certamente difficili .. ... . ... da ricostruire nella nostra percezicne abituata a vedere

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strutture essenziali, denudate eli questi rutilanti apparati decorativi.

II minuzioso elenco di doni fornito dal Liher Pontijicalis,

scandito sugli anni del papato eli Pasquale I, conferma anche il primo epiteto, omnium ecclesianlm Dei adtor, con cui il Liber introduce la personalita eli questa pontefice, alla cui non facile attivita eli govemo della chiesa, tesa a garantirne spazi di autonomia dalla pressione degli imperatori carolingi, Ludovico il Pio e poi il figlio Lotario, fa da contraltare 10 straorclinario interesse per la qualificazione architettonica

ed estetica delle chiese romane' .

Molti di questi interventi sono legati a traslazione di reliquie,

un tema fondamentale nella politica religiosa di Pasquale I; il pontefice si qualifica infatti in modo nuovo nella storia

del pontificato romano.

II culto delle reliquie e i conseguenti intervcnti di

valorizzazione di questa patrimonio spirituale della chiesa romana avevano caratterizzato I'attivita di diversi pontefici, basti ricordare Damaso (366.- 384) 0 anche Sisto III (4 32 ~ 440), e si erano soprattutto concrenzzan nella cura delluogo delle deposizioni dei martiri, la cui passio era stata evocata

in eleganti iscrizioni apposte a beneficia dei pellegnni che compivano gli itincra ad sanctos. Pasquale I modifica invece radicalmente questa politica di mrerventi, trasferendo nel contesto urbano le venerate reliquie. costruendo intorno a loro srrutture monumentali decorate con Ie immagiru di quei santi venerati. Era peraltro un atteggiamento verso il culto dei martiri gia iniziato dai suoi irnrnediati predccessori; «i

cimiteri all'aperto e quelli interrari erano andati in rovina e d'altra parte i fedeli romani, e soprattutto i pellegrini, chiedevano insistentemente di vedere e toccare i resri dei martiri e la devozione popolare considerava reliquie rurre le ossa trovate nelle catacombe 0 nei santuari Iuon citta. U n ultimo tentativo di far rivivere il culto dei martin in situ mediante il restauro eli cappelle e cimiteri era stato cornpiuto tra il 730 e il 740, rna senza risultato. I sacchcggi, le devastazioni e I'mcuria generale obbligarono la Chiesa ad adottare una nuova politica, fin allora malvista aRoma e praticata solo cia papi di formazione orientale: traslare le



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Pontiftcalis, giacevano in cimiteri onnai abbandonatI (<<HIe enim beatissimus et praeclarus pontifex multa corpora sanctonlm dirutis in cimiterris iaccntia») e che il pontefice trasferi appunto

nei nuovi edifici da lui fondati. . .

In questa linea e proprio il caso delle reliquie di. s:mta Cecilia ad apparire come il pin emblem a tic 0 della politica cultuale

di Pasquale I. .

n Liber Pontiftcalis ci conduce passo per passo nella vicenda della miracolosa inventio delle reliquie della santa, d~a.l~ro prima momentanea deposizione fino alia lora definl~l:a sistemazione e il testa viene riportato anche dal Baroruo .

Secondo questa racconto, il pontefice a:~va da poco ricostruito la chiesa dedicata a Santa Cecilia, che avev.a trovato in stato eli grande abbandono «<moenia a jundama:tls ruitura videns [..J magno studio et opere eodan in loco novam ecclesram in meliorem quam an tea !ll era t formam srruere coepu» ) qua~do, colpito da un sonno improvviso mentre era in pre?hi~:a presso Ia confessio della basilica Vaticana, vide appanrgli m

sogna una fanciulla che gli si rivolgeva ringraziandolo ~er quanta Pasquale aveva fatto per lei; 10 stupore del pontefic~ davanti alia visione fu dapprima chiarito. con le .. p~ol~ «SI nomen inquilis Cedliafiamula Christi VOCOf» e pol, dopo 1 obiezione

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che le spoglie della santa marnre, per quanta constava

stesso pontefice, erano state trafugate dallongobardo Astolfo durante l'assedio eli Roma, la fanciulla rivelo che, non 0 stante le ricerche dei longobardi't Ie sue spoglie giacevano ancora intatte, esortando il pontefice a cercarle e a traslarle n~a reliquietsingolarmente 0 in massa, per metterle al sicuro chiesa a lei dedicata appena costruita. Le ricerche subito

entre Ie mum cittadine»2~ Cost nel761 Paolo I aveva trasfenro iniziate dal pontefice furono presto premiate dal

molticorpinel1anuovachiesaenelmonasterodiSanSilvestro rinvenimento «in coemeterio Praetextati situm foris portam in Capite, e 10 stesso aveva fatto Adriano I~ erigendo nella Appiam»5 delle spoglie della martire, rivestite eli vesti auree

nueva cripta della ricosrruita Santa Maria in Cosmedin ancora segnate dal sangue del martirio, insieme a quelle del

pared scavate da nicchie a due ripiam percustodire le reliquie manto Valeriano. Le preziose reIiquie, insieme con quelle e renderle accessibfll ai pellegrini. c Tanto facilmente di Ttburzio. Massimo e dei ponteftci Lucio e Urbano, fur?no

accessibtli, pero.che in molte chiese del IX secolo (Santa prontamente ttasferite nella nuova basilica trasteverma, Prassede, Santi Quattro Coronati., Santo Stefano degli dove in pontefice «sub sacrosamo altare collocavit», mentre il

Abissini, ecc.) si prefer! tomare al tipo molto piu stcuro eli capo della santa fu deposto in una arcella per Ia quale furono crtpra semianulare adottato per Ia prima volta a San Pietro realizzati preziosi paramentL M~ dopo poehi passi il Liber verso il SOO,.J, modello che verra adottato appunto anche Ponti{icalis aggiunge «Enimvero a in ecdesic beatae Caeciliae

nella chiesa eli Santa Cecilia" .. martyris!ecit concam ex argento, ubi er pretiosum eiusdem virginia

Ira Ie prime iniziative monumentali eli Pasquale I il.Liber caputcondidit,pens.lib~ VIIlsanis».

Poncificalis indica la costruzione nella basilica di San Pietro II ponteficequindi, dopa il rinvenimento dei carpi e Ia loro dell'elrare eli Sisto It destinato ad accogliere lereliquie eli .. tras1azionesottol~altaredella basilica, avrebbe fatto porre il quel pontefice martirizzat~nel ~8nelcimiterodi~C~i~t~ .. ~apo··tli·· C~c~~.inunaarcella distinra da quella che ne e II sepolto; le reliqufe del sann Processo e·Ma~~o11 .. " .. : c9~~en~,ajlC6r:po,ma,.pO<;hiannidopo~presumibilmente

ponrence·e . ben 2300 reliquie sonopoIt\te dmc1nnreg:: .. :~:<CQneai;-;deL~jfso\di:1ibi:e8>li2>trfTettura . delle . diverse fasi

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Pianta della chiesa

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e Alberto Prontf sugli interventi eli IX secolo nel cosiddetto ambiente M, che, in questa periodo venne reso di fatto maccessibile con la costruzione di un muro, il 79 bis, aperto solo da tre grandi Ieritoie a bocca di Iupo; qui, secondo l'ipotesi degli studiosi, la preziosa reliquia poteva essere venerata in condizioni di massima sicurezza e inviolabilita e la situazione devette rimanere in alter at a solo per alcuni anni, perche gia con Leone IV, negli anni 848-849, il reliquiario e il suo prezioso contenuto furono trasferiti nella chiesa dei Santi Quattro Coronati Non a casa, come suggeriscono ancora Pannegiani e Pronti", la costruzione sette secoli dopo, nella prima meta del Cinquecento, della Cappella delle Reliquie proprio sopra questo ambiente e sopra la conrigua aula battesimale, potrebbe essere un segno di continuita 0 eli di antiche presenze. In realta, a seguire la testimonianza della passio, la prima deposizione della martire non sarebbe stata nel cimitero eli Protestato, rna sarebbe piuttosto avvenuta in quello di

. Callisto; nell'ambiente presso la Cripta dei Papi, noto appunto

.. .'... . . con il nome di Cripta diCecilia; la tesrnnonianza e confortata

da una serie di dati archeologici, nonche dai resti di decorazione pittorica con la figura di una giovane orante e il capo circondato da aureola, identificata con molta probabilita con la stessa Cecilia, e un altro frammento con la figura eli Urbano, il pontefice autore secondo la passio della deposizione delle spoglic della martire «inter collegas suos episcopos, ubi sunt omnes confessores et martyres collocati», affresco databile al principio del secolo IX. L'errore del redattore del Liber Pontificalis sarebbe da imputare alla attestata traslazione delle reliquie di Valeriano nella chiesa del cimitero di Pretesrato, rna per questa serie di questioni rimandiamo alle pagine curate da Neda Parmegiani e Alberto Pronti anche

in questa volume.

Pasquale I comunque, come riferisce il Libcr Pontificalis (It

56), «magnifico opere novam ccnsrruere ecclcsiam cepit», presso la quale «constnlXit monasterium in honore sanccarum vi'XinllmAgathae a Caeciliae iuxta ipsius ecclcsiam in loco 'lui didturCoIles iaCenles» (LP. Il, 57)9. Inoltre «fmt ecclesitI£ absidam muswo opere decoratant er dboriummire magnitudinis ex argento [.-1 confessionan interius

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ha ripristinato in forme analoghe ~ quelle delle finestre laterali dando cost vita a una facciata con tre aperture allineate, integrate da transenne marmoree realizzate in cemento armato, esemplificate suI modello di una transenna aneora intatta conservata nel campanile'? .

Attualmente la chiesa d.i Santa Cecilia e preceduta dall' atria, uno spazio monumentale eli m 34,60 eli lunghezza e 25 .. 30 di larghezza, a cui si accede tramite la fronte eretta. da Ferdinanda Fuga nell724 per volere del cardinal Acqua~v~; entrando, a destra, e visibile la £ronte di un edificio in laterizio

aperta da tre piccole finestre databili al pieno XII ~e~olo, staccata eli circa m 9,30 dall'attuale ingresso; sulla smistra invece il blocco degli edifici e compatto e fu eretto nel XVI secoIo .

Gil scavi del 1897 di Giovenale" hanno perc> individuato importanti tracce di strutture precedenti: satto rattua1~ livello dell'atrio, a una profondita eli m 2,30, sono em~rsl ·t:Xterillsquecum 11lgulis stns ex lamminis argenteis_compsiLfedt etiam resti eli costruzioni relativi agli edifici sottostanti il portico

ante vestibulumaltaris regularem investitum ex lamminis argenteis della chiesa, oggi visibili dal piano sotterraneo della chiesa,

etcolumnisduabus».. .. mentre a una profondira eli soli 20 em Ie murature emerse Labasilica eretta da Pasquale I tra 1'817 el'824 eancora ben dovevano essere pertinenti all'atrio della chiesa. Esse ~ve~ano leggibUeesostaIlZiahn~nteintegra,anchesein.alcuneparti. un an dam ento parallelo all'attuale lato destro.dell atr:0' a

con' abs~.de~,cnpta.~nulare; lc 'nayate'~ranos~p~rateda .'... era parallelo all entrata settecentesca, a unadist~a .

di 'consoliclamento'promossi nel1823 dal cardinale Giorgio Ia faccrata dell'entrata e Ia linea frontale dell ala destra d

DOria hanna murato denrro tozzi pilastri, Solo due delle monastero.

antiche colonne sono ancora visibilineI locale ricavato Questi muri indicano chiaramente, come rileva Krautheimer=, all:iniziodeDanavata sinistra, sotto la strutturadell'esonartece Ie ali principali dcll'ala destra e frontale eli un atria circo~~~~ rea1izzatointomon11527persostenereilcorodellemonache, . da quattro portici, i cui resti erano parzialmente V1S1~ili

quando la chiesa fu data alle monaChe benedettine provenienti ancora al tempo delI'U gOnioil: -l .... ] ha dinanzi un gran cortile,

dal monastero eli clausura eli Campo Marzia. che anticamente era attorno cinro eli portici omati di pitture, L1. Ironte, preceduta dal portico e affiancata dal campanile, come e di esse pitture e delle colone e archi de portici ne

entrambi interventi riferibili alla fine del Xll-inizi del XIII rimangono alcuni vestigij».

secolo, e stata anch'essa completamente trasfonnata dagli Un dato nuovo e rnai rilevato risolve ogni dubbio circa Ia interventi settecenteschi. Una sua immagine precedente cronologia dell'atrio, consentendo di ricostruire anche a puc) essere recuperata da un'mcisione del 1588 eli Girolamo Santa Cecilia una sttuttura analoga a quella eli Santa Prassede,

;:~ ;; Francinio che delinea un edificio in laterizio, con timpano dove Ia chiesa era preceduta da un quadripcrtico, e

;: .' ;" triangolare traforaro da un piccolo rosone, probabile esito confennando cos! l'iInpottanza che i modelli dell' architettura

r: , ... ~ dell'intervenro duecentesco che, poco prima dell'inizio della paleocristiana assumono nell'architetrura di Pasquale I: in

-';. .~. ',' decorazione pittorica,del1a controfacoata, in teress 0 Ie pam questo caso, in particolare., e il madelIa del San Pietro

; : .':~, alte della chiesa; una cornice su mensole aggettanti separa COstantiniano a divenire nonnativo~

"1 -;;. ~ U nmpano dalla parte Inferiore, aperta ai lati cia due, finestre Quasi aI Centro della parete di destra dell'attuale atria sono

':: •. ~ chiuse da transenne e un rosone al centro~anch"esso· ben leggibilii resn eli una finestra, delimitata in alto da un

of ' i L1 facciata della chiesa carolingla pub essere nCt;lstru,lta,_ .: . d,oPPio tclaio mannoreo lavoratocon sottili motivi a denti

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circa m 3,65, come Ie murature rinvenute da Giovenale attestano, aperto dalle arcate che I'U gonia poteva ancora vedere entro il1588, era dunque con ogni probabilita affiancato da edifici che aprivano Ie lora finestre sotto Ie arcate. Purtroppo questa documento e inserito in una parete completamente intonacata e l'edificio retrostante e stato completamente trasformato, cancellando ogni traccia della sua storia architettonica.

Oggi di questa sistema porticato, largo quanta le navate laterali della chiesa, sopravvive solo il portico eli facciata, Ia cui fronte e pero esito di una vicenda architerronica che si svolse diversi secoli dopa, agli inizi del XIII secolo.

Di forma quasi rettangolare, esso appare leggermente pill stretto verso il fondo, e cio, come peraltro avviene anche per I'interno della chiesa, a causa dei condizionamenti dei sottostanti muri romani,

I muri laterali e quello eli fondo erana decorati con affreschi dei quali sopravvive solo un frammento staccato nel corso dei lavon del 1785 e collocato sulla parete di fondo della navata destra: Ie condizioni di conservazione addirittura

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stilistica. Il ciclo, che gia I'Ugonio'" descriveva come «istoria eli santa Cecilia, con figure vecchie, e quasi del tutto rouinate», e noto grazie allecopie eseguite da Antonio Eclissi nell630, su COmmittenza del cardinalFrancesco Barberini, conservate nel cod Barb.Iat, 4402: la narrazione rizuardava le vicende

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II pannello superstite raffigura l'Apparizj.one di santa Cecilia a Pasquale 1 e it ritrovamrnto del corpo: il colore e ridotto in forma Iarvale e il disegno si Iegge con difficolta.

Le proposte eli datazione variano fortemente, c1alla fine dell'Xl al primo quarto del XIII: il Matthiae'? ne propane Ia collocazione al secondo quarto del XII secolo, con possibili confronti per l'iconografia con gli affreschi eli Sant'U rbano alla Caffarella e per cadenze stilistiche con i murali eli Castel Sant'Elia e eli Magliano Romano, e Ia datazione e accettata anche da Gandolfo"; Waetzoldt'[li riferiva invece al primo quarto del Duecento e questa proposta potrebbe trovare conforto nella datazione delle strutture architettoniche del portico che vanna riferite al primo quarto del Duecento. Va peraltro osservato che la loro storia potrebbe anche essere sganciata da quella dell'erezione del portico attuale: Ia presentazione all'esterno della chiesa eli storie del santo titolare trova un precedente in San Lorenzo fuori le mura, dove i1 portico sud della basilica pelagiana era decorato sulle tre pareti interne da un ciclo di affreschi con storie eli san Lorenzo, commissionato da Raniero di Bieda, abate di San Lorenzo e futuro papa Pasquale II (1099 ... 1118), cicIo testimoniato cIa aleuni acquerelli fatti eseguire nell'Ottocento dal Vespignani prima della loro distruzione".

II portico e staro solo parzialmente risparmiato dai rifacimenti del cardinal Acquaviva che sovrappose la sua monumentalc iscrizione alia trabeazione, coronando poi la struttura con una balaustra e pilastrini a forma di braciere ardente.

Due pilastri e quattro colonne che sorgono su alri piedestalli sostengono su capitelli ionici l'architrave decorata con mosaici, peraltro fortemente alterati cIa restauri e interventi successtvi'"; essi hanna addirirtura replicato I'imrnagine di santa Cecilia, sostituendo probabilmente l'immagine di Valeriano, il marito della santa, unico assente tra i san ri inserin nei clipei disposti tra girali azzurri con fondo oro e oro su fondo azzurro.

La struttura del portico e stata genericamcnte e in piu casi

riferita all'inizio del XII secolo, al tempo di Pasquale II, a una fase di interventi nella basilica che avrebbe riguardato l'insertmento del chiostro, del campanile c appunto del portico. Ma essa trova piuttosto assonanze con analoghc strutture della prima meta del XIII secolo. del tipo di quello di San Giorgio in Velabro di eta innocenziana, e ancora piu stretti confronti, per la presenza di un'analoga soluzione della fronte con pilastri laterali che inquadrano colonne issate su un alto basamenro, nonche per la presenza di una trabeazione decorata, anche se con diversi morivi, con il portico di San Lorenzo al Verano, realizzato in plena eta onoriana (1216 ... 1227). Peraltro, come vedremo, una datazione tra XII e XIII secolo e confortara anche dall'analisi del chiostro, anch'esso prossimo ai caratteri di quello eretto in


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PASQUAI E lElA FONDAZIONE CAROUNGIA • 69

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applicazione causa la tamponatura delle quattro finestre che vi si aprivano. Vennero cost pesantemente alterate sia la spazialita sia la luminosita non solo della chiesa carolingia, rna anche del suo pin importante arredo liturgico. L'intervento del 1725 fu ancora piu pesante e radicale: il volume della navata centrale fu completamente alterato dall'inserzione di un soffitto ligneo a sesto ribassato, Ia cui messa in opera provoco danni irreparabili agli affreschi duecenteschi della parte alta della navata. Nei lavori del Paradisi vennero modificate anche le finestre e si creo il piano dei coretti sopra Ie navate laterali destinati alle pratiche liturgiche delle monache eli clausura.

L'ultimo intervento fu quello del 1823 commissionato dal cardinal Giorgio Doria e con esso nelle navate fu definitiva ... mente cancellata ogni traccia della basilica di Pasquale I. Le colonne, preservate dall'intervento settecentesco, furono infatti murate all'interno di pilastri quadrangolari, mentre il ritmo delle arcate fu alterato dall'inserzione con ritmo altemato di strutture architravate, escludendo cosi di fatto le navatelle dalla span alita della navata centrale.

T ra ill899 e il1901 i lavori del cardinale Rampolla del Tindaro, susseguenti alle indagini archeologiche del Crostarosa" all'interno della basilica, portarono alla costruzione, davanti alla cripta anulare, di una vasta cripta ad oratorio realizzata da Giovanni Battista Giovenale. L'intervento altern completamente il volume e il sensa della cripta anulare, progettata e castruita dagli architetti di Pasquale I, ancora una volta in ideale richiamo alle strutture del San Pietro, non solo per 10 stravolgimento del sistema degli accessi al corridoio anulare, rna anche per Ie modifiche appartate alle dimensioni della struttura, il cui pavimento fu abbassato eli oltre 50 em, mentre la parte iniziale dei due bracci del corridoio semicircolare fu sfondata e messa in comunicazione con l'ampio vano della cripta moderna tramite due scalette. Essa era alta in origine m 2,23 e larga m 1,60 ed era accessibile tramite due scale che scendevano dalle navate laterali.

La sua tipologia e ben documentata nella Roma del IX secolo: oitre a Santa Cecilia, 10 stesso impianto si ripeteva a Santa Prassede, Santo Stefano degli Abissini e forse a Santa Susanna, tutti edifici che applicavano il modello della cripta che Gregorio Magno alia fine del VI seco1o aveva introdotto nella basilica vaticana e il cui recupero, insieme con quello del quadriportico precedentemente analizzato, rientra in quel complesso recupero eli modelli paleocristiani, 0 assimilati ai paleocristiani, che segna l'architettura del IX secolo.

La basilica eretta cIa Pasquale I tral'Sl? e 1'824 e agevolmente ricostruibile; I'icnografia a tre navate, con unica abside e cripta anulare riprende consapevolmente modelli paleocristiani suggeriti dalla volonta del committente e del tutto in linea conla sua opera eli recupero e glorificazione delle reliquie dei martiri protagonisti di que! periodo glorioso della chiesa, Larenovcno dei modellipaleocristiani ca ratterizza peraltro

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T erminazione absidale

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Prassede/", nonche con quello sul pilastro angolare destro contro da rilevare l'unicita di ogni pezzo, unicita determinata

del transetto della stessa chiesa 29 testimoniano i caratteri dalle sottili rna ben precise differenze che distinguono ogni

di questa bottega ramana e il suo impegno nell'imitazione elemento e 10 rendono di fatto unico, proprio per il modo

di modelli antichi. di impaginare ogni volta in maniera originale le diverse

Non sono rari i casi nella cosiddetta "rinascenza carolingian parole tratte dal voc a bolario dell' archi tettura e della

eli opere talmente aderenti ai modelli classici da ingenerare decorazione classica.

dubbi sulla loro effettiva datazione, frutto di quella volonta Inoltre, in alcuni sintagmi di questa sistema decorative, le

di far rivivere, entro le mura della reggia di Aquisgrana e rosette in particolare, sembrano evidentemente trapelare i

degli altri centri eli produzione legati ai re franchi, il mito modi e le tecniche eli artisti medievali, certarnente abilissimi

della Rorna classica. Su questa linea si pangono anche Ie nel difficile esercizio della copia, rna anche non semprc del

maestranze eli Pasquale I che si muovono a recuperare modelli tutto in grado di celare alcune rigidezze ne! comporre volumi

della chiesa paleocristiana e forme decorative classiche plasticamente definiti.

nell'esaltazione del tempo glorioso di quei martiri Ie cui L'abside, di fonna perfettamente semicircolare, era apena

reliquie il pontefice, omnium ecclesianlm Dei adtor, restaurator da quattro finestre. delle quali e possibile individuare

atque ccornator, andava recuperando e monurnentalizzando. all'esterno Ie tracce; nella muratura, realizzata a corsi ondulati

A queste maestranze si potrebbero forse riferire anche gli irregolari eli rnattoni, alti da em 3,3 a em 4,6 (em 3,6 in media),

straordinari mensoloni inseriti all'esterno nell'abside di alternati a strati eli malta che varia da em 1,1 a em 2,5 (em

Santa Cecilia; si tratta eli monumentali elernenti, scanditi 1,65 di media), cost che per ogni 50 em 'vi sono in media da

lungo il perimerro da sottili cornicifonnate cia motivi diversi 9 a 10 mattoni e da 8 a 9 strati di malta, sono infatti ben

di classica ascendenza e modellati nella prepotente leggibili le tracce eli almeno due aperture larghe circa m 1,35,

emergenza dalla parete di fondo da corpose foglie d'acanto, alte L95, intervallate di circa m 1,68, coronate dalla doppia

talora ripiegate a uncino sulla terminazione apicale. Quattro ghiera di mattoni che e caratteristica presente anche in rutte

tipi analoghi sono superstiti anche a Santa Prassede, dove le Iinestre del fianco della chlesa e che appare anche a Santa

I'abside e ora racchiusa all'interno eli una intercapedine e Prassede nei finestrati della navata centrale, nell'abside e in

difficilmente visibile; Caperna'" Ii ritiene pezzi di spoglio facciata. La muratura a corsi ondulati e anch'essa prcsentc

e naturalmente la sua osservazione coinvolge anche quelli negli aItri edifici voluti cia Pasquale I~ cioe Santa Prassede,

del tutto analoghi di Santa Cecilia, rna, osservandoli c Santa Maria in Domnica, rna essa e attestata anche nella

attentamente .. si potrebbero forse avanzare dubbi sulla loro massirna parte degli edifici del IX secolo romano".

provenienza e ipotizzarvi invece un esercizio di altissima All'interno manca invece ogni traccia delle Iinesrre, nascoste,

artenzioneal mondo classico e eli riproposizione di elementi come si e gia detto, dietro il rivestimento marmoreo fatto

sintattici antichi in un contesto del tutto nuovo. A sostenere eseguire nell599 dal cardinal Paolo Emilio Sfondrato", . qllestaipotesi puo contribuire rosservazione che, a fronte rifatto nel 1899 dal cardinal Rampolla, alterando cost

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clavata con piccola croce pettorale che sostiene un volume

con legatura gemmata, santo peraltro non identificabile. Lo stringente parallelisrno con la chiesa del Foro si estende aIle sponde del Giordano, alle palme, alla fenice, alla mann divina tra Ienubte alla sottostante fascia con gli agnelli,

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Un angolo del chiostro

Capitello a stampella ricavato cia una lastra altomedievale e gli archerti, particolari del chiostro

Un altro motive decorativo e quello del Korbboden, cioe del rombo iscritto in un cerchio e solcato cia un motive a X a nastro virnineo; la lastra di grandi dimensioni ( 83xlll em) e la prima dal basso, a sinisrra della finestra di destra del portico. Anche in questo caso il monvo e documentato nella scultura del territorio, gift dalla £ine dell'Vlll secolo, da San Silvestro al Soratte a Ferentino ( oggi nel Palazzo

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IV, 827-844), San Cosimato e Santi Quattro Coronati (Leone IV, 847,.855) per arrivare fino a Santa Maria del Priorato (Nicola I, 856 ... 867). n quinto e ultimo motivo indicato dal Kautzsch e quello che contraddistingue il pezzo al centro dei tre murati a sinistra della finestra eli destra del portico: si tratta di un frammento dilastra digrandi dimensioni (98xlOl em), con un reticolato quadrangolare su tre file, determinato cIa una treccia eli nastro vimineo bisolcato; ogni scomparto include un elemento decorativo, da figure eli uccelli che beccano, ad altri ad ali spiegate, grappoli, fogUe cuoriformi, fogUe gigliate. I confronti in ambito romano sono pero con opere pin tarde, da un pezzo di Santa Sabina (824 ... 827)43, ad altri di Santa Maria in Trastevere e Castel Sant'Elia ( entrambi del tempo di Gregorio N, 827 ... 844) e a San Cosimato (Leone IV, 847.-855). Ai pezzi analizzati dal Kautzsch'" vanno poi aggiunti, oltre all'incorniciatura eli finestra aneora in situ sul fiance destro dell'atrio della quale si e gift parlato come preziosa testimonianza della struttura del quadriportico carolingio, tre aim frammenti, uno murato sulla porta d'ingresso all'ambiro dietro l'abside, frammento di trabeazione con motivo a piccole archeggiature, un pezza erratieo, ora nel comle interne al monastero, anch'esso un frammento di trabeazione con motivo a intreccio eli nastro trifido a formare nodi a due punte, e infine il frammento scalpellato e rilavorato

per realizzare uno dei capitelli a stampella del chiostro. Vicende della basilica fino al Duecento

La struttura eli buona parte dei pezzi superstiti, 10 spessore

delle lastre e la grande dimensione di una delle lastre Una serle di iscrizioni relative alla consacrazione di altari,

sostanzialmente pill intatte, nonche la presenza tra i vari scalate tra il1060 e il 109846, accompagna la storia della ~teriali eli due pilastrini, fanno ipotizzare che buona parte basilica fino alla fine del XII secolo, quando riprende

di questi pezzi facessero parte eli un sistema eli recinzione un'intensa attivita edilizia che si pro me almeno fino ai primi presbiteriale~ analoga a quella aneora in situ a Santa Sabina, decenni del Duecento.

.. . ~eal~7zata con lastre intervallate da pilastrini tra 1'824 e Non esistono documenti relativi a questa intensa attivira

.,1827~ sotto il pontificato del successore di Pasquale I, che rrasforma e rinnova diverse parti ~ella basilica e ..... :: ·.,511gPlion. Le misure dellalastra pin grande, frammentaria dell'annesso comple~s~ abitativo mo~a~nco, rna son~ le ......• '-',.::--,-mc~te?zaj mainratta inlunghezza, cm228, sono tra l'altro strumtre stesse a fornrrcrun,quadro·sufficrentemente chiaro

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decorativo, e invece pressoche intatto in altezza, em 98, con misure dunque sostanzialmente analoghe ai pezzi di Santa Prassede.

Si tratta nel complesso di una produzione scultorea nella quale i grandi afflari eli ripresa dell'antico/paleocristiano che animano architettura e scultura sembrano tacitati nella ripresa eli forme e motivi decorativi, intreccio, vegetazione stilizzata, figure geometriche, tutti riuniti in composizioni regolari, simmetriche 0 concentriche, che si ripetono nella scultura omamentale dei due secoli precedenti. Non si tratta pero eli una prosecuzione priva eli novita: I'impaginazione dei motivi tratti dai vocabolari dei secoli precedenti avviene in realta con sistemi estremamente chiari e definiti, secondo una limpida sintassi geometrica che da vita a opere in cui la forma raggiunge i vertici dell'astrazione: la struttura complessiva prevale cioe sui singoli elementi che la

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II motivo di questa sottile differenza puo comprendersi osservando la parete orientale della chiesa, al di sopra dell'abside: al centro della parete e inserita una mensola diversa, scolpita con motivi del repertorio ciassico, concepita come punto cardine eli tutto il sistema della cornice; da que! punto infatti Ie due fasce eli beccatelli a dente eli sega iniziano "a muoversi" lungo il perimetro della chiesa, divergendo e inclinandosi simmetricamente nei due diversi livelli. E evidente che impostare Ie due fasee su inclinazioni

contrastanti avrebbe completamente annullato l'idea architettonica di indicare un punto di partenza per la lettura del perimetro della chiesa.

All'interno 10 staceo tra Ie antiche e le nuove murature fu poi occultato dagli affreschi che coprirono tutta la chiesa dalle navate alla controfacciata, rna questa e la vicenda pienamente duecentesca che trasformo cornpletamente l'invaso carolingio in uno spazio rinnovato in linea con la nuova lingua "gotica",

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29 PANI ERMINI 1974, scheda 76, p. 131. 30 CAPERNA 1999. fig. 68 e p. 42,

3t BERTEW-GUIGLlAGV1OOBALDI-RoVIGATII SPAG~OJ_F.TTI1976-1977, pp.146,

147.

32 BosIO 1600, p. 171: «[ ... J Muri facitm pacgrinorum lapidum, vans coloribus in

diversas formas scctorum artificiosa cr nitida coagmentatjone restituit-.

n PARMEGIANI-PRONTI 2004. pp.120··122 con la bibliografia precedenre.

H Le prime notizie relative alia chicsa di San T eodoro risalgono al periodo di Gregorio Magno, quando l'lstiruzione c ricordara come waconia. Net mosaico absidale della piccola chiesa, riteriro al VI secolo, rna segnato cia pesanri inrerventi seriori, l'apparente derivazione dal protl~tipo ~ej Santi Cosma e Damiano e marcata da piu nette desinenze bizantine

(ANDALORO 1987t p. 246).

15 BRANDI 1980, p. 17 e ANDALORO 1987, p. 279.

36 MAITHIAE 1967, p. 250.

17 Ibid

38 PANI ER~HNI 1974. nn. 74~ 75, pp. 130-- m.

19 KAlJTZSCH 1939, pp.S 31.

.ttl PANI ERMINI 1974, p. 120,

41 TRINe! CECCHELu1976, pp. 199- 200, schede 211· 232.

41 Ibid.> pp. 213-214.

4,1 Ibid.. pp. 119,·120.

44 Non e stato possibile individuate il pezzo pubblicato dal KO\CTZSCH 1939

a p. 23, fig. 40 .

45 AA. vv 1976. pp. 267 ~ 28B; ~tAccHIARFllA 1976, pp. 2,89.' 3~){l , .

46 KRAUTHElMER 1937, p. 97 con indicazione delle fonti bibliografiche. Le

date eli consacrazione sono 1060, I07I~ 1072, 1073. [080.1098.

47 PARI.ATO~RoMANO 1992. p.l71.

48 ROMANIN11994b~ pp. 58,60;

49 PRIESTER 1990; Ead 1993~

50 PRIESIER 1993, pp. 217 ... 219.

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1 BAlLARDINl 1999~ 2 KRAUTHEIMER 1981, p.I48. 3 Ibid., p.l49.

4 BARONIO 1602, p. 688. 5 PARMEGIANI-PRONTI 2004, pp.16-20 e lIS-I22. 6 Ibid., p. 116.

7 Ibid., p. 116-U7. 8 IbicL p. lIT

9 Per il monastero delle Sante Agata e Cecilia ad colles iacentcs PARMEGIANI~

PRONTI 2004. pp. 120-122, anche con riferimento alIa bibliografia precedente. 10 CAPERNA 1999, pp.133-138. 11 GIOVENALE 1897. 12 KRAl.iTIIElMER 1937, p. lOS. H UGONIO 1588, ff. 130-13l 14 Ibid., f. 131.

15 MA ITHIAE 1966" pp. 39-40. 16 GAl\T>OLFO 1988, p_ 270.

l7 W AETZOlDT 1964, pp. 30~ 31. 18 TaUBERT 1976.

19 ~IARCHETTI 1999, pp. 43-45, 20 PfSIU 111991, p. 48. Per una dlversa ipotesi eli darazione BARClAY LLOYD

2006, p. 189 che 10 rifensce alla fine del XII secolo.

n BOSIO 1600, p. 176.

] 22KRAUIHEIMER 1937, p. Ill.

:; 13 CROSrARDSA 1899 e Ead.1900.

j. : CKRAUTHEL\fER 1981, p. 426

1 . : .. .. .. . ROSTARoSA 1899 e Ead, 1900·.

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Una nuova importante fase di vita della basilica si apre nella seconda meta del Duecento, quando, ne11261, Urbano IV conferisce a Simon de Brion il titalo di cardinale di Santa Cecilia.

Simon, nato nella T ouraine, era stato personaggio di assoluto primo piano nella vita politica francese: nel1260 era stato infatti designata come cancelliere e guardasigilli del re di Francia, Luigi IX. Nominato cardinale nel1261, nel1264 era stato posto da Urbano IV a capo della legazione che doveva procedere alla nomina di Carlo d'Angio a re di Napoli e Sicilia, in osservanza ai patti stretti u is agosto 1264 tra 10 stesso pontefice e Luigi IX, fratello di Carlo, al fine di strappare il regno di Sicilia a Manfredi, figlio di Federico II. I legami can Carlo d'Angio si strinsero aneora di pili al momenta della nomina eli Simon de Brion al soglio pontificio: l'intervento eli Carlo d' Angie aveva infatti sbloccato nel1281 i lavori del conclave che si protraevano ormai da sei mesi nel palazzo papale di Viterbo, dando il via alia nomina al soglio pontilicio di Simon de Brion; assunto il nome di Martino IV, resse la sede pontificia fino al1285.

In questi anni il sostegno alla politica angioina fu eostante e significativo: Martino IV nomina Carlo d' Angie senatore eli Roma e 10 sostenne anche nel U82, in oecasione dei Vespri siciliani, quando, non solo rifiuto l'offerta di sudditanza offertagli dai siciliani, ribelli conrro Carlo, rna scornunico anche Pietro III d' Aragona., incoronato re dai siciliani, sulla base dei diritti acquisiti con le n07Ze con Costanza, figlia di Manfredi e nipote di Federico II.

II ruoIo di cardinale titolare di Santa Cecilia venne prontamente assegnato a un altro cardinale francese: pochi giorni dopo la sua consacrazione pontificale Martino IV designo infatti Jean Cholet come titolare della basilica, ruolo svolto fino alla motte nel1292. Due anni dopo gli successe nella carica Tommaso d'Ocre, monaco celestiniano, creato cardinale cIa Celestino V., il quale pero, gia ne11295, veniva riinviatoalla vitamonastica da Bonifacio VIII, con lanomina ad abate di San Giovanni in Venere in Abruzzo.

La breve premessa storica inquadra uno dei momenti pin aIti della storiadella basilica, segoato CIa una serie di interventi

che, non solo qualificarono I'edificio con l'intervento di maestri prestigiosi coma Arnolfo e Cavallini, rna che trasfonnarono completamente anche la pereezione della spazio interno.

Manca purtroppo ogni documentazione di questa serie di interventi, i quali, come ha ipotizzato Serena Romano', vanno quasi sicuramente riferiti alla volonta eli Martino IV, cardinale titolare della basilica per vent'anni; nel suo testamento ricorda infatti la chiesa di Santa Cecilia e Ie des tin a il dono di una statua reliquiario d'argento raffigurante la santa e contenente un dente della martire, La sua volonta fu concretizzata dal suo esecutore testamentario, Onorio IV Savelli, che ill7 giugno 1285 consegnava alla basilica la statua

promessa dal suo predecessore.

Illegame tra Simon de Brion e la basilica sembrerebbe

attestato solo da questa dono, rna il brano tratto dai registri di Onorio IV, che ricorda la consegna del dono da parte del nuovo pontefice e insieme celebra Ie virtu del suo predecessore, ha consentito a Serena Romano eli aprire nuove importanti vie per I'indagine sugli interventi duecenteschi e sui legami tra il cardinale Simon de Brion e la basilica. Il racconto celebra la devozione e il culto dei santi delle reliquie e dei santi martiri di Onorio IV e del suo predecessore, Martino IV, del quale si ricorda 10 strettissimo legame con la basilica di Santa Cecilia; della santa egli possedeva la statua reliquiario contenente un dente, reliquia chc, per volonta testamentaria, restiruisce alla basilica ed e appunto quanta si realizza per opera del suo esecutore testarnentario

ne11285~

Si ricostituisce cost l'integrita del patrimonio delle reliquie

della santa; il fatto pero che Martino 1\' fosse in possesso di una preziosa reliquia, per la quale aveva fatto eseguirc una statua reliquiario, e dato eli estrerno interesse.

Come aveva potuto entrare in possesso di un cimelio tanto importanre, dato che Pasquale I aveva collocato Ie spoglie della santa in un'urna nella cripta della basilica?

Un altro dato documentario, trascurato dana cntica, 0 meglio non compreso nella sua realta storica e documentaria, soccorre e sostiene l'ipotesi, formulata da Serena Romano,

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LA NUOVA FACIES DELlA BASIUCA: TRA ARNOlFO E CAVAlilNI • 85

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eli una invenzione delle reliquie operata da Martino IV, al tempo del suo cardinalate,

11 documento e fornito da un' iscrizione rubricata, incisa intomo a una croce cosmatesca suI retro di una lastra di

. sarcofago paleocristiano con l'immagine frammentaria del Buon Pastore. La lastra e attualmente posta nell'ambiente che precede la cripta, rna la sua storia e stata ricostruita dalla Romano, grazie ai testi che, come quelli del Basio e del Baronio, riferiscono i modi e i tempi dell'invenzlone delle reliquie eli santa Cecilia da parte dal cardinal Sfondrato nel 1599 .. «Saepitls idem Cardinalis antiquam in marmore: inscriptionan legeratin subterranea Confessione directe.sub Ara maiore positam, quo in loco effodicndum erat. ~uae inscriptio diserte commanorat Pascalem Pontificcm illic supradicta Corpora condidissc» e Ie parole del Bosio- sono confermate da que1Ie del Baronio che ricorda anche come Ia lastra, al termine dei Iavori del cardinal Sfondrato, Iosse stata collocata al di sopra dell'altare costruito

davanti al sepolcro ritrovato proprio grazie alla lastra, «divenendo quindi la prova indiscutibile e manifesta, il segnale delle reliquie, reliquia essa stessa» (Romano). Nel

. corso dei lavon ottocenteschi che alterarono completamente il sistema della cripta e della fruizione del Iuogo eli . . deposizione della santa, la lastra fu spostata dalluogo dove

.. il cardinal Sfondrato l'aveva rtcollocata per collocarla nell'ambiente ricavato davanti all'attuale cripta ...

II teste dell'iscrizione e rnolto chiaro e celebra in esametri l'opera di Pasquale I come fondatore della basilica, nella quale

. depose le reliquie eli Cecilia, dei pontefici Lucio e Urbano, e eli Tiburzio e Valeriano. HANC FIDEI ZELO PASCAL(IS) PRIM(US) AB IMO ECCL(ESI)AM RENOVANS I DUM CORPORA. SACRA REQUIRIT ELEVAT INVENTUM

. - . I MARTYRlS ALME CECILIE CORPUS HOC JUUD NlARMOR CONDENS I LUCIUS URBANUS HUIC PONTIFICES SOCIANTUR VOSQ(UE)DEI I TESTES

TYBU(R)TI VAIFRlANE MAXIME CU(M)DICTIS CON / SORTIA DIGNA TENETIS/ HOS COUT EGREGIOS DE / VOTE ROMA PATRONOS. E evidente come la lettura dell'iscrizione avesse portato i cronisti dell'intervento del cardinal Sfondrato a leggerla come antiquam in marmore inscriptionem, senza approfondime l'analisi dei caratteri epigrafici, sottintendendone anzi una pertinenza ai lavori di Pasquale I. n testa e invece inciso con caratteri epigrafici misti, lettere capitali e onciali, presenti a Roma in pieno Duecento e simili tra l'altro a quelli dell'iscrizione posta da Arnolfo alla base del soprastante ciborio, eretto nel1293 nella basilica e strettamente legato a questa epigrafe anche per il fatto che ai suoi angoli spiccano Ie statue proprio dei santi che I'iscrizione ricorda: Cecilia, Urbano, Tiburzio e Valeriano. L'iscrizione si dispone poi intomo a una croce dalle braccia ansate decorata con mosaici cosmateschi, Ie cui forme decorative convalidano appieno I'attribuzione al pieno Duecento proposta per i caratteri epigrafici.

PuC> essere legittimo ipotizzare che il testa sia una copia duecentesca eli quello originale pascaliano, rotto e sostituito per consegnare alIa memoria il suo valore cultuale; in questa caso si PUD spiegare la mancanza di ogni accenno all'intervento duecentesco, intervento che modifico profondamente Ia lettura degli spazi della chiesa carolingia, remtepretandola in fonne gotiche.

La ristrutturazione duecentesca

Lo spazio carolingio di Santa Cecilia era fondato su una percezione e una fruizione ancora essenzialmente paleocristiani. n fedele, entrando nella chiesa, veniva immesso in una dimensione eli spazi e di luci che prevedeva una lettura esclusivamente longitudinale: dal momenta dell'ingresso

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l'occhio veniva infatti immediatarnente calamitato all'altra estremita dell'invaso, nella spazio del presbiterio sonnontato dallo sfolgorio cromatico e tematico del mosaico della calotta absidale. L'attenzione, seguendo Ie lisee luminose pareti della navata centrale lunge il ritmo misurato e pacato delle arcate, era immediatamente captata e assorbita dalla grande compIessa figurazione absidale, dove 10 sguardo si immergeva nella luce trasfigurata e atemporale della rappresentazione, centrata sulla grande figura del Cristo, affiancata dai principi degli apostoli e dagli altri santi.

Guidato dalla figura del Cristo, 1ungo l'asse verticale tracciato tra Ia mana di Dio in alto e quella dell'Agnus Dei, l'occhio scendeva poi sull'altare, luogo dove il mistero dell'incamazione, adclitata in alto dana mana divina, si concludeva nel sacrificio della redenzione attualizzata continuamente nella celebrazione della messa.

La struttura semantica era estremamente chiara ed emotivamente immediatamente percepibile proprio perche inserita in un sistema iconico saturo di riferimenti alla dottrina cristiana.

L'intervento duecentesco entra nel euore di questa sistema costituito dal perfetto equilibria eli architettura e decorazione musiva, andando a inserirsi nei punti cardine con nuove e diverse istanze spaziali e di fatto scardinandolo.

Punti cardine dell'intervento di trasformazione della spazio della chiesa sono la nuova decorazione delle navate e della controfacciata e l'inserzione del ciborio.

I lavori dovettero concludersi entro il 20 novembre 1293, due giomi prima della festa della santa; la data fu apposta insieme alla firma da Arnolfo sulla lapide inserira sull'alta base della colonna eli sinistra del ciborio, Quasi sicuramente e infatti questa la data di conclusione del grande cantiere che rinnovo integralmente la basilica, perche si puo legittimamente ipotizzare che, per evidenti motivi di sicurezza, il prezioso arredo sia state messo in opera solo a cantiere quasi concluso.

La chiesa venne integralmente rinnovata, con un grande ciclo pittorico che copriva le pareti e la controfacciata: di esso rimangono solo una parte del Giudizio Universale in controfaccia~ alcune scene pertinenti alia decorazione delle navate, immediatamente contigue alia parete di facciata, nonche alcuni frammenti della decorazione della parte alta delle navate. Tutto il resto e andato distrutto in diversi momenti della storia successiva della basilica.

Nel1527 alla controfacciata venne addossato un corD per Ie monache benedettine proveniente dal convento di clausura di Campo Marzio che taglio a meta il Giudizio Universale, la zona superiore del quale ando distrurta, mentre quella

. inferiore fu nascosta alla vista dalla nuova struttura.

.. . Successivamente, nel 1599, il "nnnovamenro" della

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antiquas vetens ac novi testament~ ullaque Sanctonlm effigies, qU011lm scnio decor exoleverat renovavit, ita tamen ut ad a1Jtiquam conscrvanda~prisca forma non sit obliterata»3. Dopa l'intervento voluto da Paolo Emilio Sfondrati, «venerandae antiquitatis observantissimus»., Ie pitture «nitent., ut novae, auctoritate obtinent, ut antiquate»!

Le tracce eli questa lavoro sono peraltro ancora ben visibili in alcuni brani nel sottotetto che coprono la decorazione duecentesca. Si tratto eli una pesante ridipintura di tutti gli affreschi, la cui triste sorte fu definitivamente segnata dai lavori del1723~ 1725; il cardinal Acquaviva, nella cornpleta trasformazione dell'interno dell'edificio. inserl una nuova volta lignea, la cui posa in opera comporto la distruzione eli tutti gli affreschi sulle pareti della navata, nonche pesanti mutilazioni agli affreschi con figure di santi della parte apicale, causate dal brutale inserimento delle strutture eli sostegno della nuova struttura.

Gli affreschi della controfacciata vennero scialbati, tranne la figura della Vergine, che era rimasta sempre visibile dietro uno sportello, perche, secondo un pio racconto, aveva sempre respinto il mobile che si intendeva addossarle. Benche pesantemente ridipinta, essa costitul per Federico Hermanin" la traccia per il ritrovamento nel1900 degli affreschi della

controfacciata.

La prima scoperta riguardo il registro del Cristo con gli

Apostoli, poi gli scavi intrapresi nel pavimento del cora portarono in luce la fascia inleriore. con gli angeli che da un lato spingono i dannati, mentre dall'altro accompagnano gruppi di eletti, poi una parte di due episodi dell' Antico Testamento sull'attacco della parete della navata destra, con le scene eli lsacco che rcspinge Esau e il Sogno di Giacobbe, e infine l'Annullciazione sulla parete di sinistra, ricomposta con resti

staccati e conservati nel monastero.

Le notizie fornite dal Ghiberti e dal V asari 5 che riferivano

la decorazione al Cavallini, sia pure con diversa valutazione dell'entita dell'intervento, nonche la straordinaria qualita dei murali, confortarono senza ombra di dubbi l'autografia

del maestro.

Secondo il Ghiberti infatti il Cavallini avrebbe dipinto -rutta

eli sua mana santa Cecilia in Trastevere», mentre il Vasari riferisce che «dipinse quasi rutta la chiesa di sua mano-, indicando COSI con precisione la presenza di diversi collaboratori nella realizzazionc del rnonumentale ciclo.

E certo sorprendente, come nota il T omei", aurore dell'ultimo studio monografico suI Cavallini, che, dopo il Vasari e prima della distruzione settecentesca, i ricordi del ciclo trasreverino siano abbastanza [irnitati; 10 ricordano. tra pochi altri, scrittori corne il Baglione 0 iI Tiri, rna l'ennta eli que! renovavit, riferito dal Bosio all'mrervento dello Sfondrato, devette essere eli tale portata da nascondere quasi completamente la memoria del resto duecentesco. Unica voce discordante nell'attribuzione dell'Intero ciclo al Cavallini e stata quella

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LA NUOVA fACIES DEllA BASIUCA: TRA ARNOLFO E CAY ALliNI • 87

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all'Aracoeli, ai lavori commissionatigli da Bonifacio VIII in Vaticano, prima di trasferirsi a Firenze per mettere ~ano al monumento simbolo della citta, Ia cattedrale e ad altre imprese come Santa Croce 0 Palazzo Vecchio. A lui, come gift era avvenuto a San Paolo, si affianca Pietro Cavallini, pittore del

quale, per spiegare secondo la consueta pro~p~t~va fiorentinocentrica Ia straordinaria attivita, il Vasan riferiva

addirittura eli un discepolato presso la bottega di Giotto. In realta, come tutta la piu recente e avveduta storia critica ha dimostrato, Ie radici del Cavallini sona romane, eben consolidate nella cultura artistica cittadina deg1i anni SettantaOttanta; reduce dai lavon a San Paolo, a Santa Maria in Trastevere, e protagonista anche a San Giorgio in Velabro, all'Aracoeli, Cavallini opera a Santa Cecilia entro il1293. ~ sua attivita e quella della sua bottega proseguiranno pOI ~ Napoli, dove fu chiamato dalla corte angioina che apprezzo particolannente questa pittore che per I'innovativita ~el suo linguaggio meglio poteva essere compreso in un ambiente Ie cui radici.culturali erano innestate nella cultura francese: non cerro a caso, I' artista opera ne! cantiere di Santa Cecilia, cantiere parrocinato, come si e visto, da Simon de Brion, cardinale francese legato a Carlo d'Angio, Per quanta riguarda quest'ultimo, eda ricordare come gia neI1277, per p~ter ottenere l'inrervento di Arnolfo di Cambia alla costruzione de11afontana inpede plateae, il Comune di Perugia avesse dovuto cbiedere preventivamente l'autorizzazione allo stesso SO~O del Mancini che, scrivendo agli inizi del Seicento, ricorda angiotno che aveva dato il suo assenso ache I'artista, atnvo

=alcunedelle picture della pariete eli sotto, d' Arnolfo», aRoma e a lui evidentemente legato da una sorta ill contratto osservazione molto interessante che, come nota il Tomei eli esclusiva, si recasse in que! comune per iniziare Ia nuova «sembra.suggerire un~intuizione da parte dello scrittore commissione.

senese deIIe-dive.rsita~gotiche' che queidipinti esprimevano». Da tutta questa sene eli considerazioni il cantiere di Santa Le ~diversita" e Ie novita del ciclo di Santa Cecilia ne fanno Cecilia appare dunque nettamente segnato da un marcato uno dei cicli pittorici cardine per Ia storia della cultura carattere angiomo, sia per la committenza, sia per quanta duecentesca, non solo rornana .. La quanta pittorica del murali, riguarda la scelta degli artisti che vi operarono.

le novita tee niche' ed esecutive, il vitalissimo rapportocon In controfacciata il centro della parete e dominato dalla la pitrura antica, la capacita di stnrest tra architettura e figura di Cristo, inseriro in una mandorla sorretta da angeli pittura in funzione de1l'e1aborazione percettivadello spazio dalIe grandi ali multicolori; e affiancato dalla Vergine sulla architetronico, gli srretnssirm indissolubili legami tra il ciclo sinistra e dal Battista sulla destra, ambedue stanti, mentre trasteverino e il cantiere assistate. sono tutti elementi infam ~ Apostoli si dispongono negli stalli di un cora ligneo. che portano il ciclo ad assumere il ruolo di testa base per E propno la struttura degIi stalli a darci un primo importante

analizzare le molrephci componenti me attivano questo elernento di Iettura; essi sono scorciart in funzione di una

memento storico e fanno della Roma della fine del Duecento visione assolutamente centrale e tenendo canto di un punta

il crogiolo di una nueva lingua arnsnca. . di vista totahnente diverso da quello cia cui oggi e possibile Significanvo c illuminante mi pare U paragone proposto da . csservare la scena:essisono infatti misurati, cost come tutti

Serena Romano: cIa Roma degli ultimi anni del Duecento, . gli elemenn deUa:monumentale composizione, per essere con il vicino polo assrstate, doveva assomigliare alla Parigi visti dalp:4tnodellachi~'4: . .... . .• ..

del primo No~ecent~ \~t allargatoCantierepienodiartisti,.· .Ilm?~odella'fA1?~·~r_~qI?-~,:lf:~. rifaccio alle parole di autoctoni e eli stranten- · . . .. .. . . . .Tomei, «e:~~catal11~~~m~~~Slbihnente centripeto; Ie

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della tavola vaticana del GiudiZio Universalc, opera enigmatica firmata da Nicola e Giovanni, variamente datata tra XI e XIII secolo, rna con piu verosimiglianza riferibile alla prima meta del XIII secolo, ipotizzava la presenza di un grande clipeo con la figura del Cristo dipinta nella spazio eli un grande rosone che Cavallini avrebbe tamponato per pater ricavare una parete ininterrotta per la stesura del Giudizio Universale. n restauro ha di fatto evidenziato un intervento del tutto diverso, teso a ricavare nella superficie muraria un rosone ottenuto ampliando la finestra centrale, la cui presenza e attestata daIla facciata carolingia di Santa Prassede; la sistemazione della facciata con due finestre a fianeo di un rosone centrale e documentata nella xilografia pubblicata nel1588 dal Franzino.

La prima importante osservazione su questa monumentale decorazione e di tipo teenieo e riguarda il modo con cui gli affreschi vennero realizzati.

L'indicazione e: emersa dai restauri eseguiti negli anni Ottanta del secolo scorso da Donatella Zari e Carlo Giantomassi": la scoperta della tecnica esecutiva contribuisce a comprendere la straordinaria novita del cicIo: alia tradizionale tecnica medievale di esecuzione a "pontate" si sostituisce infatti quells "a giornate",

II sistema "a pontate", tecnica diffusa fino alla fine del Duecento, prevedeva stesure eli intonaco moto larghe, determinate dall'altezza dei piani eli calpestio dell'impalcarura; data l'estensione della zona da dipingere, essa comportava una notevole celerita eli rea] izzazione delle parti essenziaIi che dovevano poi essere completate e rifinite a secco. Questo sistema agevolava un'esecuzione stratificata in sensa cronologico, cioe con Interventi in tempi diversi anche di mani diverse, creando cost in qualche caso una gerarchia di cantiere 0 addirittura delle diverse spccializzazioni dei singoli

pittori, esperti nella rea1izzazione di figure piuttosto che in quella eli sfondi 0, addirittura, all'inremo delle singole figure, esperti nella rea]jzzazione eli volti piuttosto che eli carpi 0 di mani, Era dunque un lavoro ampiamente collettivo, dove al capobottega spettava, oltre che la supervisione generale, la progettaz1one deIrintero ciclo,

La tecnica "a giomare", che compare nel cantiere di Assisi, prima nelle scene del cosiddetto Maestro d'Isacco, poi nclle Storie francescane, prevedeinvece rindividuazione, all'interno del progetto generale del ciclo, di sezioni diverse, ognuna e~eguita:on la tecnica del huon fresco nella spazio eli una gto~ta di lavoro, Essa peru eragiA stata applicata nella pittura :mnca e Ia SU~ristoPertava letta in que! nuovo rapporto con il.mondo:~ticQ'J nonpiu costi~i~o come semplice serbatoio

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I'anrichita ha sicuramente un protagonista assoluto in Amolfo di Cambia e negli artisti che con lui si trovarono ad operare nei pili importanti cantieri romani, Cavallini in primis.

Non e percio sorprendente notare come ad Assisi il sistema a "giomate" compaia per la prima volta proprio nei due riquadri attribuiti al cosiddetto Maestro d'Isacco, maestro la cui opera e talmente prossima ai modi usati da Arnolfo in scultura da aver fatto parlare la Romanini di un alter ego di Arnolfo,

La "giornata" a Santa Cecilia funziona secondo la clivisione carpi/teste; alle teste e sempre riservata un'intera giornata, alia restante porzione del corpo altrettanto, mentre i piedi del Cristo, straordinario brano eli virtuosismo nello scorcio e nella resa plastica e chiaroscurale, sono realizzati in due giornate distinte, Iorse a causa della loro complessita strutturale.

Nella parte inferiore dell'affresco e stata individuata poi la presenza dell'rarriccio" , altra prassi esecutiva fino a questa momenta sconosciuta a Roma; si tratta eli un miglioramento della preparazione degli intonaci, la cui composizione diventa piu complessa e resistente e simile a quella antic a: composto eli sabbia di flume, materiale pozzolanico, calce, I'arriccio serviva a garantire una maggiore coesione tra mUIO e intonaco. Accuratissimi sono i disegni preparatori del registro eli Cristo e degli Apostoli, nella parte con gli eletti e nelle scene laterali, mentre diventano piu sornmari nella zona dei dannati: l'uso eli disegni preparatori con altissimo grado eli finitura si configura, come nota Tomei, caratteristica peculiare delle botteghe pittoriche ramane attive tra Rama e Assisi e =fomisce una preziosa e troppo spesso sottovalutata testimonianza sull'eccellenza operativa da queste raggiunta e sul ruolo egemone da esse svolto nella ricerca di formule espressive e tecniche originali, almena per quanta riguarda l'ultimo quarto del secolo»,

Nel Gilldjzio Universale il disegno non e stato riportato su cartont, rna e: stato fatto direttamente sul muro, dove, come riporta Ia relazione di restauro di Donatella e Carlo Giantomassi, sono visibili correzioni e pentimenti: ne e testimonianza il calice tenuto in mana da san Giovanni evangelista, dove il disegno preparatorio, in terra gialla e bruna, prevedeva una versione differente da quella che e poi srata reahzzata mediante la doratura, oggi perduta.

In altre parti, sana ancora visibili Ie dorature realizzate con ~amine metalliche applicate a missione, inserite negli spazi mdicati da incisioni su intonaco secco. Nell'insieme degli affreschi Incisioni, fate pero su intonaco fresco, sono usate nelle pareti laterali per definire spazi architettonici, decorazionL cerchi e manti finiti a tempera con azzurrite,

n:~~e net Giudizi_o Ie incisioni su intonaco ancora plastico Sllimitano ai manti finiti in azzurrite.

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nella parte inferiore con Ie schiere degli eletti e, anche se in maniera meno raffinata, nelle scene laterali; nella parte dei dannati invece il disegno preparatorio e molto piu sommario. Le "giomate" si susseguono con grande regolarita lungo tutto il registro del Cristo con gli ApostoIi, procedendo dal centro verso i lati. Nelle ultime tre figure a destra e stata rilevata invece un'inversione di sovrapposizione; l'irregolarita, unita ad alcune discordanze tecniche e stilistiche, puo far supporre la presenza di collaboratori.

Anche Ie "giomate" della pontata inferiore seguano 10 stesso criteria di avanzamento dei lavori, procedendo anche qui dal centro verso i Iati.

L'intonaco della parete del Giud;zio risulta soprammesso a quello della grande colonna tortile che delimita a sinistra Ie scene del Vecchio Testamento, le cui "giomate" procedono, per quanta e stato possibile rilevare, data 10 stato frammentario della decorazione, da destra verso sinistra, cioe dalla parete eli fondo verso la navata in direzione dell'abside: t: dunque questa la parte che venne realizzata per prima, a partire dalla colonna angolare potentemente scorciata in prospettiva.

Nella parete opposta I'intonaco della figura di san Michele e invece soprarnmesso ed e quindi posteriore a quello del Giudizio; Ie "giornate" de1l'Annllncia,zione vanno anch'esse da destra a sinistra, cioe nella direzione della parete eli fondo. I pigmenti impiegati sana terre naturali e bruciate, cere, bianco san Giovanni e nero vegetale; Ie finiture sono a tempera con azzurrite usata pura su fonda ad affresco color antracite per i cieli, azzurrite mischiata a bianco e ocra su fondo antracite 0 morellone per aleuni manti, cinabro e minio. Le croci rette dagli Apostoli, la palma eli san Giacomo minore e I' asta della lancia eli san T ommaso sono reali zzate a tempera con ocra gialla e terra bruna ora parzialmente cadute: coprendo ognuna di esse 10 spazio di tre ~giornate~ sarebbe stato di fatto estremamente complesso dipingerle in maniera uniforme in tre tempi diversi.

Anche la tecnica pittorica varia notevolmente tra la parte

superiore e quella infertore destra, cioe il gruppo dei dannati. Gli incarnati di Cristo e degli Apostoli sono moclellati con pennellate sottilissime, i passaggi chiaroscurali sono ottenuti con rratteggi vibranti, il colore viene steso densissimo, quasi

a pasta, in modo da dare rilievo ad ogni penn:llata. .

I manti degli Apostoli e Ie architerture dei rrom sono campite

in modo omogeneo, con colori compatti e quasi lucidi; la

parte inferiore destra invece presenta una tecnica pi~to~~~ diversa: Ie pennellate sono piu fuse, it modellato del VISI e

piu morbido e rneno disegnato, i manti hanno pieghe piu

svolazzanti, eli colore meno compatto.

Un cantiere dunque certamente guidato da un grande

maestro come Cavallini, rna al quale si affiancano altri

frescanti, eli cui almeno due eli livello primario.

AI CavaIlini sperta senza dubbio la fascia centrale con Cristo

giudice tra gli Aposroli.

La NUOVA FACIES DEllA BASIUCA: TRAARNoLFO E CAVAWNl. 91

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PietroCavalllni, Giudizjo Universal" particolare del Cristo tra gli angeli

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«Una fittissima trama.di sottili pennellate, mai calligrafiche, personaggi adiacenti e bilanciari nella loro cadenza bilaterale.

costruisce - dal fondo, verrebbe da dire - le possenti I chiaroscuri si snodano sottilmente nelle conche d'ombra volumetrie dei carpi: nel senso che esse sembrano emergere dei panneggi e degli incarnati, costruendo volumetric

dall'uniforme e uniflcanre bIn scuro del fondale, invece eli monumentali e mai grevi, sbalzando figure che dialogano

apparirvi applicate dall'azione dell'artista, Questi procede con la tridimensionalita eli uno spazio che esse stesse per sovrapposizione e accostamenti di pigmentt e contribuiscono a definire».

lumeggiarure che, armonlzzatl in un impasto cromanco n colore svolge un ruolo fondamentale anche nelle note pill incredibilmente omogeneo e sottilmente rnaterico, esplorano alte e squillanti; Ie bianche lumeggiature che concludono il tutta l'ampiezza di gamma di ogni singolo colore processo costrumco dellYimmagine e che animano barbe e

fondamentale di partenza. Non vi sana giustapposizioni eli capelli eli fluttuanti rnovimenn, «trasfonnazione endogena colore entro campirure definite 0 ronalira che sovrastino di un colore me taggiunge il massimo grado eli illuminazione,

altre zone cromatiche: tutto e mirabilmente fuso in un quasi si trattasse di una materia magmatica incandescente» continuum eli variazioni di Iuminostta ortenute attraverso (T omei), accompagnano i movimenti delle splendide teste l'uso rigoroso di ferratlssimi trarti eli pennello-. Cia che chestvoIgonoversoilCristoo,comenelcasodelsant'Andrea,

sorprende, per connnuare la Ietrura avviata da Tomei, e puntano diretto il Ioro sguardo in quello dell'osservatore, l'unifcrmira e Ia connnuita eli questo personalissimo modo calamitandone l~attenzionesnlla solenne assise dominata di stendere la pellicola pittortca; -uniformita che contribuisce dalla monumentale figura del Salvatore~

in misura derermtnante, assieme all'organizzazione degli I manti avvolgon~corpiconcep~ti.coninedito naturaIismo, spazi e delle masse, a creare quella sensazione di solenne e mentre;serril?reOcome'sQtto1llieaTom~letipologie facciali, la pacara convergenza degli Apostoli verso I'immagine del . solennioldeigt::S~ .~·Je·PQse~ppai:ono sostanzjalmente Cristo giudice. I lora manri cosrruiscono volumi di esemplificatiS\l.'qllem~d~J~culcinilantic.~t .... ..... . .... . ecceztonale . corposlta e' . di particomre' . armOniannamralismo-iJtii~:ap_~n~i:Vpl~-;~':ie&thhQmanzadinuave nell'accostamenro dei colon, maio ugualia quelli deiistafizeche':~dbIi()!Ia;;Pittunt:~di~'qpeSfi:fuini~ie:stesse roe

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AnnllnciQZione, particolari

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parte inferiore destra, quella con Ie schiere dei dannati. Un altro maestro, eli grande interesse, e invece autore delle storie veterotestamentarie della parete destra della chiesa, ed e anche il primo all'opera sui ponteggi del cantiere pittorico; l'intonaco della colonna tortile angolare e infatti sottomesso a quello degli affrescbi della controfacciata.

La colonna, scorciata in evidenza tridimensionale contro i1 fondo scum, indica la volonta del pittore eli aIludere all'esistenza di uno spazio oltre la superficie parietale entro il quale proiettare I'azione delle diverse scene, un sistema che, nota T omei, anticipa Ia soluzione adottata nelle storie francescane di Assisi: ra&,oruppate tre per campata, esse si svolgono su un piano individuato per ogni campata da quattro colonne tortili che sostengono un architrave con motivi a cassettoni e mensolette: il sistema di questa architerrura dipinta e centrato otticamente sull' asse mediano della scena centrale, mentre ognuna delle tre scene inserite nel sistema di partizione e regolata da un ordinamento autonorno rispetto a quello dell'incorniciatura. Del ciclo trasteverino sopravvivono solo due stone, Isacco cd Esall e il Sogno di Giacobbe; parte certarnente rnolto esigua di un ciclo monumentale, rna che tuttavia consentc eli notare la profonda e innovativa riflessione del pittore sulIa spaziali ta dell' ambiente in cui colloca la scena e sulla sua resrituzione. A Roma, alIa soglia del 1280, c'era stata la grande impresa della decorazione del Sancta Sanctantm, cantiere sperimentale dove, tra gli altrt all'opera, un grande maestro aveva gift dato il via alle sperimentazioni eli rappresentazione dello spazio illusivo, ritagliando nelle pareti, rra classiche incorniciature, ftnesrre spalancate su scene che alludono a piani al di la di quello

parietale. L'efferto fu ottenuto eliminando patti eli ~o~i 0 ~i arredi, nascoste dietro le comici, oppure con part! di COrpI,

esemplare il caso del piede di san Pietro nella scena della

presentazione al Cristo in trono del papa .Ni~ol~ Ill, che sporgono verso l'interno, sorpassando U Iimire della

riquadranrra.

AI eli sotto delle grandi scene compare poi una sorta eli loggia,

ricavata tramite colonnme a muro che delimitano nicchie

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Pietro Cavallini, Giudizio Universale, particolare di san Giovanni evangelista e del calice

contemporaneamente 0 poco prima animano le sculture di Amolfo, dal monumento De Bray eli Orvieto, a quello Annibaldi, al Presepe di Santa Maria Maggiore, alIo stesso ciborio di Santa Cecilia, dove la straordinaria testa di vecchio di papa Urbano, posta all'angolo posteriore sinistro, attesta nella ~tesso cannere trasteverino l'intensita della studio del vero, m atto nell' ambito romano.

Ogni dettaglio del ciclo appare impregnato eli questa nuova SOStanza dena cultura artistica romana: un esempio t: 10 squarcio nella veste del Cristo, drammaticamente aperta dall'ampio ges~ del braccio sinistro; la profonda zona d'ombra, che affonda ~el fianco, e stacca nettamente 1a veste dalle carni, riportandone

velaf · ·

enta S ............................. te, marcata da una netta profonda linea

scura che affonda nel costate, ne sottolinea 10 spessore fisico

mentre ilr~sso acceso del sangue che ne stilla diventa il pllnto

, . focale dell llDmagine.

. . :. . ?nsecondo pittore riconoscibile per una pennellata piu fusa,

i . ' .. ':., .•..•.... - . il.modeUato dei visi piu morbido e meno disegnato, il colore

~ ". ..'. •.. '.: .. ' .' disteso con ampie campiture tramite pennelIate rap ide e sciolte ; ..... _: :_ .... , ·euna:ca· ., dl

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una porta socchiusa dipinta eli scorcio suggerisce alla nostra percezione l'esistenza eli uno spazio retrostante il palcoscenico del grande letto sul quale e adagiato il corpo di Isacco, spazio verso il quale si dirige Rebecca, all'altra estremita della seena, vista eli spalle, uscendo da quella stanza dove Isacco sta per scoprire l'inganno perpetrato da Giacobbe ai danni del fratello Esau.

Rebecca esce e il suo passo sollevato ne indica il procedere, rna Ia mana appoggiata alIo stipite frena il suo movimento in un'attesa spaventata degli esiti dell'inganno, ordito insieme al figlio Giacobbe per strappare la benedizione riservata al primogenito Esau: il momenta e rappresentato come un fotogramma, la scelta e quella dell'attimo sospeso e Ia mana sinistra di Isacco, ripiegata sul braccio trattenuto lungo il corpo, rna tesa in avanti a esplorare e misurare 10 spazio di questa seena teatrale, e il fuoco ottica e insieme dinamico del rnovimento che percorre il corpo del vecchio giacente, attraversato dal brivido della riveJazione del tradimenro,

. archiacute, dove sona paste figure di santi, Le immagini attuali Come narra la Bibbia (Genesi 25- 27), Isacco e Rebecca ebbero

sono cinquecentesche, mae lecito supporre che esse si in tarda eta due figli gemelli; «il primo che USC! fuori era rosso;

sovrnppongano su un'ana!oga decorazione medievale. egli era tutto quanta come un mantello peloso; cost 10

lltema difigure, facenti parte eli una teoria, rna ognuna inclusa chiamarono Esau», il secondogenito fu Giacobbe, preferito

in uno spazio delirnitato cia colonnine ha episodi digrande dalla madre Rebecca. Esau amava la caccia e la vita dei campi

. rilevanza ad Assisi, nellaparti pin nntiche del transetto sud e, tornando un giorno stanco e affamato, fu ricattato da riferite da.Cadei ai decenni centralide1 Duecento a opera eli . Giacobbe con un piatto eli lenticchie, offerto in cambia della un maestrooltremontano .. e poi, come vedremo, anche a Santa primogenitura.

Cecilia. Prossimo alla motte Isacco chiese al figlio Esau di andare a

Ma gia in Francia, nelle tombe eli Saint Denis, in particolare caccia e eli portargli per l'ultima volta un piatto di cacciagione.

quelle eli Filippo Dagoberto e di Luigi eli Francia, motto ne! Rebecca, udite Ie parole del marito, convinse prontamente

1260., Ia scultura aveva previsto una teoria eli personaggi inseriti Giacobbe a uccidere dei capretti che lei stessa cucino e a olfrire

in nicchie scandite da colonnine, e plasticamente emergenti il piatto al vecchio padre cieco per ottenere sulletto eli motte

cIa fondi smalratl di blu, come se fossero profilati sullo spazio la benedtzione con i conseguenti diritti riservati. al primogenito.

liberodel cielo .. n particolare·non e secondario, quando si rifletta All'osservazione di Giacobbe che al padre non sarebbe sfuggito

come cia accada anche nei casi italiani e, in particolare per il fatto che Ie sue mani erano glabre, mentre quelle di Esau quanta riguarda questo contesto, Santa Cecilia crano villose, Rebecca ordl tinganno eli far rivestire Ie mani e II mad ell 0 delle tombe reali eli Saint Denis era stato gia citato il collo eli Giacobbe del vella dei capretti. T occando le mani dalla Romantni per quanto riguardava sia il monumento De del figlio e abbracciandolo, il vecchio cieco non si accorse Bray, sia la Iastra Annibaldi, rna l'inllusso del modello rayonnant dell'inganno .. benedicendo cosl il secondogenito Giacobbe.

va esteso anche alla pittura. Esau, tomato poco dopa daUa caccia, porto al padre la lepre

E l'ennesima prova degli strettissimi rapporti tra Romal Assisi che aveva ucciso e solo in quel momenta Isacco si rese conto e In Francia intessuti con grande vivacita nella seconda meta del tenibile inganno ordito contro dilui da Rebecca e Giacobbe.

del Duecento. E questo il memento rappresentato a Santa Cecilia e il gesto !vIa nelle stone veterotestamentarie di Santa Cecilia e evidente di Isacco esprime la subitaneita delIa rivelazione dell'inganno

anche l'acuta perspicace rillessione che il pittore svolge anche e l'orrore del vecchio padre per l'errore commesso.

sugli spazi illusivi della pittura classica, dove, tramite AdAssisineg1istessianni,maeproblematicostabilirelapriorita l'architetrura raffigurata, i plttori erano stati in grado di traleduescene,ilMaestrod'Isaccodipmgevaindueriquadri "sfondare" gli spazi materiali, spalancandoli in rrompe ... l'odl su i due momenn eli questa storia biblica. ..

giardini 0 lontanl paesaggi; basti pensare alle celebri decorazioni Onnai CtitiCamentesuperam.tattribuzioneaun Giottogiovane

della Casa eli Livia 0 aIle Storie.di Ulisse, affrescbidalla Casa che,dapo~ap.~\'a;~e qUelIa.d.ei.duenquadri, entrambi

sull'Esquilino, ora nella Biblioreca Vancana, . .. . pervasicIall~tas$61~·~:.~pamta.diorganizzare: spazialmente

Nella scena ell Iaacco ed Esau due particolari arrestano Ia . Ie $cene:'a1l~mtetn~l·dt.':l.ln.'~~isttjna'.::~~hite~tonito. virtuale,

volonta del pittoredi presentare unospazio ~e": a sinistra . . . ~abitabileJ.\'~&d~:·~fft?;ij?~:;SR#~~Pjtl, .. ql.,lasi.co~~'sctdture~ si

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II sogno di Giacobbe, particolare delle storie vererotestamentarie

trasferire nell'irnmota situazione dell'opera d'artela freschezza e Ia dinamicita del colpo d'occhio, dell'attimo " tico" che sintetizza in se Ia pluralita dei momenti della storia

Ad Assisi l'anonimo maestro opera anche, come ghi si e detto, una rivoluzione tecnica, essendo il primo a impiegare neI cantiere del San Francesco il sistema delle giomate; la cronologia del suo intervento non e definita, anche se, secondo Tomei, essa dovrebbe precedere sia pure di poco l'intervenro trasteverino, avendo come riferimento quel1288 in cui ascese al soglio pontificio Nicola IV, primo papa francescano, la cui elezione segno, dopa una lunga stasi la ripresa ai lavori della

basilica assisiate.

II pittore di Santa Cecilia, come ha osservato la Rornanini,

prende Ie masse daIla lezione delle Srone d'Isacco assisiati, da cui mutua certe lumeggiature raglienti, rna segue sviluppi suoi propri, nel senso di un piu accentuato linearismo gotico. «Nulla conosciamo purtroppo eli questa maestro, e la sua mano non sembra apparire in altre opere note; cia che conra, a ogni modo, e sottolineare anche in questa caso Ia centralita del nodo Rorna- Assisi, nella fase piu cruciale di quelle 'invenzioni' 0 riscoperte della spazio pittorico che di II a qualche anno trasmigreranno, subendo comunque decisive elaborazioni,

nelle opere giottesche» (Tomei).

II sistema decorative di Santa Cecilia era concluso nella

parte alta della navata, al eli sopra dei riquadri del 'Vecchio e Nuovo Testamento, da un sistema di nicchie, cuspidate,

traforate e fiorite a gattoni, ospitanti figure stanti.

«Era questa antica chiesa tutta net Ian dipinra a fresco da

figure di gotico dtsegno-: le parole sana quelle del Ficorcni" che scrive nel1744, basandosi forse su un suo ricordo. dal momenta che i lavori del cardinale Francesco Acquaviva" datati da un'iscrizione al1724, inserirono nello spazio della navata centrale un soffitto ligneo a sesto ribassato, che nascose le capriate lignee medievali e tutto il sistema della decorazione delJa parte alta della navata. Le nicchie medievali avevano subito peraltro ridipinture gia durante i lavori eli

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~er momenta, si svolgono le scene della storia biblica, alternativamente l'una privilegiata rispetto all'altra - e

attuaH~zatrn nell' hinc et nunc eli un preciso istante e il pensiero rimando alle pagine eli quellibro fondamentale che e Strutrura

va alIa figura di Rebecca, colta quasi cIa uno scatto fotografico e arcltitettura di Cesare Brandi - il gotico Italiano, a partite

nel memento in cui viene assalita dar panico per Ie da Assisi., attraverso il testo cardine della cappella del Sanaa

conseguenze del suo inganno. SanctolLm, solo con i mezzi delle pittura arriva a un'interpre-

~ome gotische Diaphanie Angiola Maria Romanmi" tazione originalissirna del rayonnant.

mterpretava la parete eli Santa Cecilia, legando tra l' altro Ie La chiesa si rrasforma, perdendo la sua fisicita e, analogamenre

forme dei t b Ii lId la h 11 di P II- .. d 1 .....

....... a ernaco e a oro ecorazione cosrnatesca al a spazi come Sainte Cape e angi, ove a parete e

monumento cardine della nuova chiesa trasformata da semplice schermo Iuminoso che media incessantementc il

carolingiaingotica, ilciborio diArnolfodi Cambio.I'artista dialozo e I'osmosi tra "inrcmo" ed LIOestemo", a Santa Cecilia

che puc> essere legittimamenre ritenuto alIa base della la parete si dissolve in uno schermo architettonico coronato

progettazione di questa metamorfosi degli spazi. da gortche ghllnberghe; nello stesso tstante in cl1ntrofacciata

La parete plena, che e e rimane sempre fondamentale si concretizza la parusta del Cristo, in una visione dell'ralto

nell" archi .. · h d II D

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J ..... ..•.•.. . ..•...... StOri~oev~ Io .. spazio per il ~acconto~ ~er Ie unmagnn e Ie Commedia, ed e una parusla continuamente attualizzata, nunc

.':'u' ..... :.dini. ,~er il disegno e per il colore, vrve cost una nuova a semper, nella sua immanenza negli spazi della nueva c.biesa

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cost esernplare eli questa ineditainterpretazionedel rayonnant. disegni recentemente pubblicati da T. Montanari"; eseguiti

n completamento del nuovo spazio della chiesa e segnato nel 1599 essi attestano la prima fase dei lavori per la

dalla messain opera del ciborio; esso completa la sistemazione della statua eli santa Cecilia e, in particolare,

trasformazione "gotica=dello spazio della chiesa carolingia, della nicchia che la ospita. II disegno mostra Ia nuova

anteponendosi can la suaaerea struttura alla conca absidale struttura inserita tra Ie basi del ciborio, aneora

e almosaico. completamente a vista sullato front ale , mentre i fianchi

Previsto come nuovo centro focale dell'interno della chiesa, interni sana occlusi dall'inserimento della nicchia.

il ciborio e datato 20 novembre 1293 e finnato da Arnalfo eli Dato fondamentale che ci viene fomito dal calco con la figura

Cambio che sigla il suo lavoro nella lapide posta alla base dell'angelo, integrato con l'immagine del disegno, e quello della colonna sinistra del ciborio, oggi solo parzialmente a dell'altezza originaria del ciborio, ricostruibile con esattezza

. vista perche oscurata dal rialzamentc della zona presbiteriale, proprio grazie alla completa documentazione di tutto il rna riletta esattamentenel1980, grazie all'esecuzione di un sistema di cornici e zoe colo eli base. La sua restituzione e

calco: .HOC OPUS / FEaT/. '.' RlS I ANNO DOMINI fondamentale per I'esatta lettura della struttura e per un suo

MGC l .' •. '. . .... .. III I M NOVEMBER I D XX16• pin preciso confronto con l'analoga struttura eretta nell285

I Iavori promossidal cardinale Sfondrato dopa il ritrovamento dallo stesso Arnolfo nella basilica di San Paolo £Uori le mura".

delcorpodi santa Cecilia, e in particolare la collocazione della Numerose le differenze tra i due cibori, soprattutto da rilevare

stafua,delMaderlloai piedide.1faltare,hanno completamente 'in un piu compiuto rapporto con 10 spazio circostante che alteratoIa siruazione'originaria, affogando le altebasi del si realizza nella struttura di Santa Cecilia. Qui, infatti, il

. dbonoalhnrerno dell'altobasamento del nuovo presbiterio. sistema eli copertura si imposta su quattro colonne eli marmi

E _per questo che non. solo non' e piu · visibile la lapide classici eli spoglio con capitelli diversi, tutti ugualmente eli

"'anagraficaltdelcibOrio,masonoanchesparite:leduetavolette spoglio - questa e dato emerso con chiarezza durante il

conla scenadell' Annunciazione che erano posteanch'esse recente restauro curato da Susanna Sannati - sopra i quali

allabase delciborio; ne furolio:Peroeseguiti~9~e calchi, oggi '. sono collocatldadt mannorei con la £ronte decorata da collOcatilllrigo lascalache scendeallazona archeologica della'· mosaici 'cQsmateschi: questa elemento, cosl particolare e basilica, documenti digrande rilevanzastorica.': .. . . ..' poco canonico nel rapporto tra capitella e trabeazione

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l uno rappre sen tal' angelo Gabriele, vista front almen te con soprastante, manca a San Paolo ed c funzionale a garantire le grandi ali spiegate, lamano destra lievemente Ilessa con un maggiore stacco visivo aile statue angolari. Mentre poi indice e medio protest in un gesto benedicente, che esprime a San Paolo esse sono collocate eli tre quarti, all'interno eli la sacralita del messaggio di cui e latore, I'altro Ia figura della nicchie scavate negli angoli retti delle estremita delle fronti

Vergine Annunciata, dal corpo lievemente reclinato, la mana e profilate da linee continue, dalla base al baldacchino a

sinistra tesa in basso a reggere U manto e la destra ripiegata Santa Cecilia gli angoli sono smussati in taglio obliquo sul petro, a manifestare 10 srupore e l'mcredulna per Ie parole rispetto Ie quattro pareti principali e il taglio e messo in

che sta ascoltando: pur nella rozzezza del medium plastico risalto dal vigoroso aggetto in questo punta della cornice

e Ia grossolanira eli realizzazione, i due calchi attestano onzzomale che fa da base ai timpani e alle guglie'",

ancora la capacita di trasmettere l'intensita emotiva eli que! In comspondenza al forte taglio obliquo degli angoli la

momento. cornice si piega e aggetta, sottolineandolo: e su questa sua

Essi sono peri) anche documenti importantissimi per sporgenza si appoggiano, in falso, le quattro gugliette,

ricostruire la struttura originaria del cihorio: essi, in anch'esse pertanto impostate in asse obliquo rispetto al particolare quello con la figura dell'angelo, furono infatti blocco quadrangolare. Le nicchie sono poi piu alte e Ie statue

eseguiti riportando in parte anche il sistema di incorniciature aggettano libere, coperre solo dal cornicione base dei timpani

in cui erano insertti, nonche fa base della soprastante colonna A una figura statica, come il quadrate, si sostintisce cosl a

e questo consente anche di ricostrtrire la loro originaria Santa Cecilia una figura geometrica inedita, generata

collocazione. I due rtlievi erano collocati alla base dei due dall'intersezione di un quadrato piu piccolo, quello sostegni anreriori del ciborio. rivolti perc entrambi verso corrispondente alla'fronte del ciborio, con due piu grandi l'Interno, t angelo alla base del sostegno di sinistra, (l'uno, il cuiframmento di lato corrisponde al profilo interno

r~nuncia~ ~a base di qu~llo :n des~ -~ ~onnessio.ne ·delcOnllcione me copreJestatue angolan, I'altro indicate all angolo simsrro della .laplde anagrafl~a . - In modo da~ ?rQfilo~~o 4t4.p.teq.etto G~cione); la comprensione

essere collocati frontalmente r_uno nspeno all'alrro. . .... ·diFlu~s.9:medi~afigur.ageometrica 'non puc pill avvenire ..

-, L'inserzione della srrutmra che ospira la statua del Mademo ......• s.ol(),,;C9~~:PIla:~$i~:n~_;~c?1it:·~e :dr,Pgtluno delle fronti del .'

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eli sopra delle colonne, a Santa Cecilia risulta piu contratta eli quella eli San Paolo, per un minore sIancio verticale, sia per una maggiore semplificazione delle forme e delloro «apparire nitide allo sguardo negli effettivi conflniv". L'ossatura architettonica e ora scoperta e misurata, mentre nelciborio di San Paolo «era nascosta nella fitta fioritura eli Iinee verticali, non subordinate a profilare pared e strutture,

rna valide in se, nella loro autonoma evidenza figurativa». Ma Ia differenza fondamentale e quella che riguarda, come si e detto, il disegno planimetrico e I'alzato ed e una differenza che toccale radici stesse della concezione spaziale arno1£iana. Alla

visione distinta e frontale delle pareti del ciborio di San Paolo, in Santa Cecilia, annullata la visione bidimensionale di un piano, gia dalla prima veduta frontale si sostituisce il blocco del ciborio presente nelle tre dimensioni in «una impostazione

prismatica che i profili lineari rendono perspicua»?", Evidente e il dialogo in atto con il mondo classico che pennea

Ie forme architettoniche, con il recupero «dell' esperienza delIa spazi ali tft imperiale e tardo ... im · e, spazialita centrica e plastica mossa in dinamicismo continuo per una sorta eli rotazione inrerna che non intacca la statica unita d'impianto»,

Esemplare e anche la diversa soluzione data nei due cibori all'arco trilo bo delle fronti ..

Intessuto in forme rayonnant quello del ciborio ostiense, per

il quale la Romanini vedeva uno stretto legame con I'analoga Arnolfo di Cambia, ciborio. particolare con capitello e dado

struttura eretta a Parigi nella Sainte Chapelle, ritagliato nel soprastante

corpo vivo della lastra, profilato secondo Iinee derivate da

esempi eli lingua purissima transalpina, come sono i tracciati tesa nel gesto dell' adloaltio, e tangibile l'indicazione con cui

dei partali della cistercense abbazia angioina eli Santa Maria I'imperatore sembra indirizzare il movirnento avanzante del

della Vittoria, eretta in Abruzzo a partire dall27 4 , 0 ancora suo cavallo, quasi a mostrargli la strada, nel cavaliere del

prima la tracery della tomba di Isabella d'Aragona, eretta nel ciborio la replica puntuale del gesto - rna Ia mana attuale e

Duomo di Cosenza dopa la tragica motte della moglie di esito eli un intervento eli ripristino, probabilmente del tempo

Filippo III eli Francia, marta a Cosenza nell271 al ritorno dei lavori del cardinale Sfondrato, ed e anche questa un dato

da un viaggio in Oriente, l'arco trilobo si trasforrna emerso durante i lavori di restauro - il gesto appunto va

compI~e~ente a San~a Cecili~~~ . . . invece in clirezione opposta a quella indicata dalla testa del

n ~rofilo tril?bo, tracciato con un cordolo eli pletra applicato cavallo per spalancare a ventaglio, a 90~, l'angolo della

all mterno eli un areo dall'andamento lievemente archiacuto, struttura architettonica.

e intersecato da una classica ghirlanda centrata su un clipeo In altri punti la ripresa dal gruppo equestre classico e invece

mos~cato, a testimonianza di que! rapporto vivo e palpabile quasi dotta: la mana sinistra dell'imperarore, che in origine

can il mondo classico che permea il cantiere eli Santa Cecilia doveva tenere una briglia del cavallo, viene riempita nel Tiburzio

- 10 si e vis to per i m urali ca valliniani - gli affresc hi dalla mappa con cui i consoli davano inizio ai giochi del circo,

ca:alliniani, rna che anima l'attivita di Amolfo con piu ricordo colto forse di qualche ditrico consolare tardoantico e,

eVIdenza per tutti gli anni della sua attivita romana. se dell'imperatore rimane il ricordo nell'indinazione della testa

T estimomanza palmare e peraltro piu volte segnalata ne e e della sguardo, il cavallo del ciborio non esita a fregiarsi sulla

la starua a cavallo di Tiburzio, derivata, anche se non frontedellasressaacconciaturadellacriniera,quelciuffodritto

.. pedissequamente, daI bronzo equestre eli Marco Aurelio. inanellato alla base inrerpretato, come riferisce Maestro

;I:ao:enzione al Marco Aurelio porta ArnoIfo a riprendeme Gregorio scrivendo nei primi decenni del Duecento la sua

: . . g~tI e "particolari, rna non si tratta di semplici citazioni; si Narracio de mirabilibu5 urbis Romae, come un piccolo uccello,

~; ,... . . ~atta mvece eli elementi assunti per poi reinterpretarli e «£lViadaquam alrulam vocant», e chenelle leggende urbane veniva

~. . . . . '. ' rifonnuIarlitnfunzionedel ruolo di snododi rotazione che, interpretato come una piccola civetta che avrebbe cantato per

~ .. '::";~::::.u.;. ::~~~~~,de~o~ il Tiburziosvelge; esemplarein questo sensa annunciare Ia fine del mondo, evento che accadra quando la

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Arnolfo di Cambio~ciborio

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interpreta invece correttamente, segno eli un'attenzione acuta e diretta non viziata dai racconti, diversamenre daqusnro era accaduto a que! peraltro attenro descnnoredt Roma che era state Maestro Gregorio".

Curiosa invece la disattenzione di Arnolfo per i finimenti del suo cavallo: rnentre quello eli Marco Aurelio esibisce unfiletto complete, connesso alIe briglie e descritto analiticamente in tutre Ie sueparti, il cavallo del ciborio ha le briglie direttamente connesse ad un morse inse ri to nella bocca del cavallo senza nessun sostegno della tesnera. Un gnrve errore .. non sappiamo

se dovuto all'mesperienza di Arnolfo nel campo dclre~ . tazione - rna i documenti relativi ai Iavor! per Iafonrana eli .

Perugia ci attestano pagamentl alloscultoredlri~~rsQ~' spese per i viaggi a cavallotra Perugia.e Roma:-~ppti~ ... :a1~ . .-:.,.,

desiderio eli sempliflcare at massimola ~op.,¢: .. ~~~:,; .

testa del cavallo.' . . "'!,:.'~.~-', ._/:,

L'artenzione ill .Arnolfo·. sl .concentra Invece.sn .al~~lji,

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Amolfo di Cambia, ciborio, particolare della fronte

particolari come il piede del Marco Aurelio: il bronzista prelabbricazione dei pezzi 10 scultore ha quindi diviso in classico ci fa percepire quasi tattilmente la struttura del parti distinte I'immagine complessiva dell'evangelista, con piede dell'imperatore al di sotto della calzatura e, se nel un sistema a puzzle, immagine che viene ricomposta solo

Tiburzio la realizzazione del piede e simile, rna abbastanza nella fase di assemblaggio dei pezzi, come appunto in una

sornmaria, il ricordo quasi suggestivo e in altri pezzi serta di puzzJe monumentale.

arnolfiani, come il piede della Madonna De Bray, riscolpito La tecnica costruttiva garantisce grande elasticita alIa

da Arnolfo all'interno del blocco basamentale della statua complessa architettura, dove Ie varie patti sono unite insieme

classica,o come il piede dell'accolito di sinistra della stesso con sistemi eli perni realizzati con fusioni in piombo celati

monumento, rna i confronti potrebbero estendersi anche al alla vista dalle finiture a mosaico, sistemi rilevati dal restauro

piede della Madonna in trono dalla facciata del Duomo eli di Susanna Sarmati,

Firenze 0 a quello eli Carlo d'Angio. Le statue posre ai quattro angoli del ciborio rappresentano

n sistema costruttivo del ciborio t: stato analizzato da Angiola la storia dei santi e dei martin Ie cui reliquie sono venerate

Maria Romanini " che vi ha individuato una tecnica nella chiesa: sulla fronte si dispongono a sinistra Cecilia e a

costru ttiva a Masswcrk., cioe mediante l'incastro a gancio di destra Valeriano, sul retro Tiburzio e papa Urbano: Ie figure,

pezzi singoli, prefabbricati allo scopo, un sistema collegato che nel ciborio di San Paolo sono incluse in edicole copene

~ tecnica parigina degli anni Settanta .. Ottanta, che compare da baldacchini voltati, qui avanzano a tutto rondo. libere

In Italia per la prima volta con Arnolfo e in opere a lui nello spazio, e delle edicole rimane sullo sfondo solo il profilo.

::- collegate .. come Ie finestre della parte alta dell'Aracoeli, e Da notare che esse sono, per qualche parncolare, nettamente

L che diverra tnvece consueto dopo di lui e per suo tramite. diverse le une dalle altre: le due anteriori sono entrambe

~.; La tecnica e particolarrnente evidente suI fiance destro del impostate su colonnine a rnuro, elementi invece mancanti

r cib~rio,nel rriangolo mosaicato con l'immagine di san Luca: in quelle posteriori. Le edicole eli Valeriano e Tiburzio sono

r al di sopra della spalla dell'evanzelista e evidente il sistema profilate da un arco trilobo, dal profiIo molto acute, appena

~ .'. di congiunzione delle cornici ~he racchiudono la lastra, accennato e invece l'arco trilobo aIle spalle della testa della

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federiciana che aveva farmato il SUO maestro, Nicola Pisano, basata sul «manifestare ea que sllnt sirut snnr», programmatico impegno di Federico II nel De arte venandi rum avibus, rna esse avevano novato nuova linfa nella cultura scientifica della curia papale degli ultimi decenni del Duecento".

E da questa ambiente che Arnolfo trae anche i suoi interessi per l'ottica, cioe, nel suo case, per la rappresentazione delle figure nella spazio, rappresentazione del tutto peculiare secondo quello che Ia Romanini ha definite come "criterio di visibiltta", che e uno dei cardini della tecnica scultorea dell'artista; essa modella Ie superfici solo per que! tanto e nel modo con cui le prevede visibili da quel 0 da quei determinati punti di vista, il che implica anche una graduazione della rifinitura corrispondente al progressivo ridursi della visibilita sino alia scomparsa totale la dove questa si interrompe. In secondo luogo riproduce su eli esse, oltre alle defonnazioni ottiche connesse alla sguardo umano, anche gli scorci e i possibili tagli dipendenti dal punta di vista previsto .. La detenninazione di un preciso punto eli osservazione, fuoriuscendo dal quale l'immagine si deforma, e il conseguente condizionamento impasto all'osservatore, portano alla creazione di uno spazio "figurale", una. prospettiva eli natura attica che si identifica con l'atto visivo .. Esemplari in questosenso nel ciboriosono sia Ia figuradel papa Urbano, dove la meta sinlstra del corpo e nettamente pin sviluppata di quella di destra ecio proprio per compensare la veduta di tre quarti che porta in primo piano la spalla destra del pontefice, sia Ie figure degli angeli nei timpani del ciborio, dove nelle mani che sostengono i rosoni, Ie dita si allunganoinnaturalmente~ Ie bracciasi riducono a moncherini, quando non spariscono affondando nel fonda rnosaicato, magma solido che inghiotte in parte anche i volti deg1i angeli In altro luogo ho recenternente indagato questa tecnica eli Amolfo" denvata <1, un'attenta ~ one dei proc:edimenti

della staruana classica, in partie olare delle defOrIllazioni ottiche applicate alle figure in funzione eli un precise punta eli osservazione, nonche dei modi eli progressiva riduzione della Iavorazione dei marmi sempre in funzione del punto di vista 6ssato per 1\1s. ... servatore. ArnoIfo trovonel mondo classico quanta i trattatisti a lui contemporanei, attivi nella corte dei papi, \ Vitelo in particolare, andavano elaborando anche sulIa base degli antichi rranan di ottica, greci e latini.

La mano delle scultore anima anche Ie figure degli Evangelis~ sul franco destro c su quello sinistro del ciborio, dalla saldissima e hbera impostazione spaziale rin unita d'atto". La Rom anini 3~ faceva anche rilevare -la palpitante quahta

pittorica delle superfici- ed e questo elemento non sempre a sufficienza rilevato nella lertura del cibono che e st opera di archirerrura e scultura, rna che vive anche deglistrumenti

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«Scultura e architettura sono dunque ancora una volta in pieno accordo in un'opera in apparenza 'riposata' e 'classica' e in realta da intendersi come un difficile equilibria tra opposti valori, bene indicati dallo sfaccettarsi dell'impianto che introduce quattro diversi assi d'orientamento entro I'unita di un astratto piano eli proiezione frontale. Non si

tratta tuttavia di una soluzione prospettica in se chiusa, rna di linee spezzate e inserti obliqui, bruschi quanto sottili. Si tratta di un dinamismo non intuibile a pieno se non cogliendone il nesso in un caratteristico 'racconto', che coincide con i tagli operati nei momenti salienti, nei nodi costitutivi dell'ossatura architettonica, ave si innestano le figure dei protagonisti», La risistemazione seicentesca del presbiterio ha disperso anche l'arredo liturgico duecentesco, ne sopravvivono parti

isolate e decontestualizzate, come il candelabra pasquale e uno degli amboni, oltre a diversi frammenti di lastre, probabilmente pertinenti a una recinzione, rna la ricerca si deve limitare a registrare i dati di un parziale inventario, I plutei rimontati l'uno sulla frante dell' altare della Cappella

senza pater evidentemente procedere oltre. del Bagno eli santa Cecilia e l'altro nella Cappella dei Ponziani,

II candelabro peril cero pasquale e oggi posto ne! presbiterio appartengono anch'essi alla fase duecentesca della chiesa,

a fianco del ciborio; illungo fusto e costituito da una colonna anche se, anche in questa caso, e impossibile determinarne

tortiledecoratadamosaicicosmateschi,desinentem unampio la precisa provenienza; quello dell'altare della Cappella del

bocciolo a coppa baccellata a mosaici. II basarnento della Bagno e resecato alla base, rna la grande lastra eli marmo

colonna e appoggiato su una coppia eli leoncini accucciati; Ie rossa (porfidoi), circondata da una sottile fascia eli tessellate

zampe anteriori rigidamente abbozzate, i musi privi di ogni marmoreo, testimonia la rilevanza che essa devette avere

attenzione descrittiva, Ie fauci rigidamente spalancate e Ie nell'arredo dello spazio liturgico.

criniere sintetizzate da rigide ciocche Ianno di questo Problematiche sana anche le vicende delle quattro frammentarie

basamento un pezzo di secondario livello nel panorama della esili colonnine tortili che 10 affiancano e che sostengono la

produzione delle botteghe cosmatesche, del tutto in contrasto mensa dell' altare; esse sono coeren ti con i ca pi telli che le

con la qualita delle sculture del vicino ciborio. concludono, rna sona state mozzate e mancano delle basi;

L'arnbone e invece stato spostato e ricollocato nel refettorio lungo le loro spire sono ben visibili i segni degli alloggiamcnti

delle monache; e un pezzo di grande interesse, ad andamento delle tessere della decorazione, superstite solo in alcuni isolati

ottagonale, ricavato nella parte inferiore da un blocco brani dove appaiono tessere vitree di colore oro, rosso e nero .

monolitico e in quella superiore da pezzi diversi saldati da Queste colonnine vengono talora ricordate nel contesto delle

grappe metalliche, scandito sugli spigoli da lesene mosaicate poche citazioni riservate nella letteratura alla tom ba del

fondate su un alto basamento. Lastre di manni diversi, tutte cardinale Adam, oggi collocata a destra dell'ingresso della

eli spoglio, una con i resti di una iscrizione, formano Ie facce chiesa; potrebbero essere riconoscibili nelle quattro colonnine

deItambone. I mosaici sono eli ottima qualita, realizzati con tortili che sostenevano la copertura eli sagoma trapezoidale

tessere vitree, e i motivi decorativi sono vicini a quelli del della tomba del cardinale Adam nel disegno con il commento

ciborio. di Suares del codice Barberini lat. 3084 della Biblioteca

Per i diversi frammenti custoditi lungo Ie scale di discesa V a tic ana, f. 282M; dal commento del Suares si apprcnde che

alla zona sottostante la chiesa e invece problematico stabilire la tomba era pos ta in isolato nella cappella dedic ata alIa

la pertinenza a una parte piuttosto che a un'altra dell'arredo Vergine, alIa destra della tribuna in fondo alla chiesa, rna gia

:,,;, duecentesco, anche se Ia presenza eli una lunga struttura 10 stesso De Nicola esprimeva perplessita perche «troppo

[atchitravata" tagliatain posizione simmetrica da due fori tortili e a mosaico> rispettoa quelle poste agli angoli della

~' . selIJicircolari~l?revistifindallamessain opera, dalmomento cassafunebre .. L'osservazione e pertinenre, soprattutto per

;;"e~e:4tsbttile fasciamosatcata che corre al centro della trave la presenza del mosaico, rna le colonnine potrebbero ~( .', ..,' '. •. ':~:~p,etta,.'-_nonche,qndIa' eli frammentidi Iastre.decorate provenire daqnalche parte superiore del monumento, data '.\ ...•. ":,;:,';,,:::.~':T.~n;~~~4t,*:~a9Ilorei,~a',motivi di.rQtae~.p()ttebb~ masi'" .·13: :soIniglian:za- che invece mrercorre tra i loro capit~ ~ .

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in posizione simmetrica a quella del quattrocentesco sepolcro gia smembrato del cardinal Forteguerra, morto nel1473; riferisce il Suares'" che il cardinale Sfondrato feee porre i due sepolcri «tuna alla sinistra et l'altro alla destra mana nell'entrar dentro la chiesa», dal momento che «non era capace eli riponerlo in isolato come prima, et anco avrebbe discordato con I'intiero adornamenro», mentre un altro cronista, il Cardella 36, riferisce che il corpo del cardinale inglese fu ritrovato «affatto intero e incorrotto» e che venne trasportato con grandi onori «al manco lato della porta». II trasferimento del sepolcro ne comporto 10 smontaggio, rna non fu ncostruito integralmente perche «non vi fu rimesso il suo coperchio-",

I pezzi non rimontati furono donati aile monache del monastero annesso al titolo, mentre il baldacchino, ritrovato anni dopa nei Giardini Ludovisi, dove era usato come coperchio eli un sarcofago, venne ricomprato dal Gualdi su richiesta del cardinal Francesco Barberini, intenzionato a riportarlo nel portico eli Santa Cecilia «acciocche si vedesser almena le parti di tal Memoria, intere: poiche in questa coperchio, ancorche fusse stato riposto al suo Iuogo; con hesser hoggi statoil Monumento risarcito e ristretto al muro; non si sarebbero i suddetti versi dell'epitafio patuti pin leggere compiutamente al dintomo come prima) quand'era separato dal muro»38. n pezzo fu comprato sicuramente dopa il1623, anno in cui il Barberini fu creato cardinale, e prima del 1654, quando il Gualdi scrisse il testa in cui riporta I' episodio.

n cop ere hi 0 e documentato nel portico fino a poco prima dei Iavori del 1724 del cardinale Francesco Acquaviva. Oggi la tomba e ridotta alIa sola cassa con la Figura del giacente, montata su un alto basamento sul quale fu incisa

una scritta in memoria del cardinale Inglese, presbitero del titolo eli Santa Cecilia, motto, secondo questa lapide illS agosto 1397.

Ben diversa e soIenne era invece la seritta che correva lungo i quattro lati del tugurio ill copertura, cosl come e stata trascritta daI Ciacconio39: ARTIBUS ISTE PATER FAMOSUS IN OlvlNIBUS ADAM / THEOLOGUS SUMMUS CARDINAUSQUE ERA T / ANGLIA CUI PATRIAM TlTUlUM DEDIT ISTA BEATAE / AEDES CAECILIAE MORSQUE SUPREMA POLUM / ANNO

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Adam era nato a Easton nel Norfolk; entrato nell'ordine benedettino, aveva avuto occasione eli mostrare Ie sue capacita durante una legazione a Roma, entrando COS! nella Curia; nel1381 fu nominato cardinale titolare eli Santa Cecilia cia Urbano VI che, nel1385, 10 feee imprigionare accusandolo eli aver partecipato a una congiura contro di lui, ordita con altri cinque cardinali. Reintegrato nel1389 del titolo di cardinale dal suceessore di Urbano VI, Bonifacio IX, Adam marl a Roma illS settembre 0 il20 ottobre 1397.

La cassa del sepolcro, fiancheggiata da colonnine angolari, presenta sulla fronte, divisa in tre campi, tre stemmi; i later ali ritraggono Ie insegne del defunto, coronate dal copricapo ecclesiastico, il centrale effigia 10 stemma del re d'Inghilterra con la corona. Gli specchi laterali contengono ciascuno una croce a racemi di acanto su uno sfondo con motivi vegetali appiattiti.

La parte posteriore dovrebbe essere lavorata come quella anteriore.

n sepolcro doveva essere libero sui quattro lati., anche se il volta del defunto privilegia eli fatto la visione attuale: rughe della fronte e pieghe del viso appaiono infatti nettamente piu marcate sullato lievemente reclinato verso il cuscino. La figura del defunto, abbigliato con dalmatica e casula, mitra., guanti e due anelli, all'lndice e all'anulare della mana destra, e realizzata in unico blocco con i due cuscini e con ildrappo.

II monumento attende di fatto uno studio attento che chiarisca anche sia la questione arrributiva, sia la possibile pertinenza al sepolcro delle cinque statuette, quattro eli angeli e una della Vergine custodite all'interno dei locali del monastero; due figure di angeli sono collocate a fiance

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dell'attivita in corso in Santa Cecilia per la tomba di un cardinale da parte eli uno scultore che insieme a lui aveva scavato una statua classica di ermafrodito, ha fatto parlare il T oesca?" di uno scultore fiorentino, forse Giovanni d'Ambrogio con il figlio Lorenzo. I due scultori, stando agli atti eli pagamento dell'Opera del Duomo eli Firenze, tra il 1397 e il 1401, avevano lasciato improvvisamente e senza pennesso il cantiere della cattedrale fiorentina. L'attribuzione delle statuette alla scultore fiorentino e stata

respinta sia da Garms sia da Gardner, rna su eli essa e forse il caso di ritomare con uno studio phi approfondito eli questa monumento: alcuni possibili confronti tra gli angeli eli Santa Cecilia e opere attribuite a Giovanni, per Ia facciata eli Santa Maria del Fiore, come un angelo musicante scolpito nel1388, o aneora tra alcuni particolari della cassa, come il motivo eli un fiore, e gli dementi vegetali che circondano i personaggi minori negli stipiti della fiorentina Porta della Mandorla possono infatti riaprire una questione storica eli grande interesse.

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.' 23 RplvlANIN11969. p. ai

24lbidan

25 RIGHE I II 2005. 26 RIGHE I I I C .. S.

27 ROI\tANINI 1994a.

28 ROMANINI 1969. p. 82. 29 RO~1ANINI 1986 ..

30 PAR..~\lCINI BAGLIANI 1991 31 RIGHEm CAS~

J2 ROMANINI 1969, p_ 82. 33 Ibidem

34 DE NICt1L~ 1907~ 35 SLr~-\RES s .. d.

16 C;\RDELL-\ 1792-1797.. II [1793}. pp. 283- 285.

37 GLTAlDI 1654, f, 149v ..

381bidan

39 ClACONlCS 1601, p. 774.

4l) CL~CCIO 1906; FILIPPINI 19081 ~l GAR.\1S 1994, pp. 28~ 34.

42 GARDNER 1992,pp.130~132" . _ .

43 GHIBER TI [1912]. I~ libro III. pp. 61 ~62: cRimondandosl el detto luogo, e~

sopra a sancto Celso, in detto lato si ferI~l~ ~ sculrore, fec~ [ra:re fuon detta statu a et condussela a sancta CecilIa In Trastevere 0\ e el scultore

lavorava una scultura d'uno cardinale et d'essa aveva levaro rnarmo per

poterla meglio conducete nella nostra terra» .

44 TOESCA 195t pp. 360- 361.

Note



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LA NUOVA FACIES DEI I A BASIllCA: TRAARNOLFO E CAVAWNl • III

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