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Raffaele Pezone

Mutamenti del territorio comunale di


Parete (CE) del passato, presenti ed
eventuali futuri
Tomo I - Il testo

Raffaele Pezone

Mutamenti del territorio


comunale di Parete (CE) del
passato, presenti ed eventuali
futuri

Tomo I

Il testo

Comprensivo di proposte dellautore per il rilancio


del paese come entit fisica, come centro di vera
produzione economica e come patrimonio
immateriale riconoscibile dagli altri.

AGOSTO 2015

Prefazione

Se gi il tenimento comunale di Parete si estendesse su una maggiore


superficie ovvero vantasse un numero di abitanti pari alla met ovvero fosse situato
in una zona meglio dotata in termini infrastrutturali e meno sottoposta alla
frantumazione paesaggistica, storica, economica, percettiva di quella compresa fra
le citt di Napoli e Caserta, questa trattazione avrebbe avuto ben poca ragione per
venire alla luce. Tuttavia, essendo assai diverso lo stato delle cose, il sottoscritto ha
deciso di condividerla nei modi e nelle forme prescelti. In particolare, essa non deve
essere intesa dal lettore come una gratuita provocazione, bens come un invito ad
acquisire la vera consapevolezza del contesto territoriale in cui il paese risulta
inserito, senza cedere a quelle inopportune descrizioni di mirabolanti scenari di
arricchimento individuale o consociativo i quali non necessariamente coincidono con
lo stare bene di una comunit intera.

Occorre soprattutto tenere a mente una semplicissima osservazione: la durata


della vita di ciascuna persona sempre pi breve del ciclo esistenziale del territorio
in cui ella risiede. Con riferimento a Parete, allora, si auspica che questa trattazione
possa, fra laltro, sensibilizzare il lettore verso un approccio soltanto in apparenza
sparagnino al suolo locale, ma nel concreto volto a preservarne sia lutilit
economica sia il valore ideale, in continuit rispetto al passato e al futuro,
nonch al riparo da ulteriori urbanizzazioni capaci solo di aggravare lattuale livello
di insostenibilit.

Raffaele Pezone, Parete, 25 Agosto 2015

INTRODUZIONE

Oggetto e scopo della presente trattazione


Questa trattazione, incentrata su un Tomo I e su un Tomo II, ha per oggetto i
mutamenti passati, attuali ed eventualmente futuri del territorio comunale di
Parete, sito a cavallo delle provincie di Caserta e Napoli.

Scopo del corrente lavoro, in particolare, lelencazione di una serie di


proposte volte a rilanciare Parete come entit fisica, come centro di vera
produzione economica e come patrimonio immateriale riconoscibile dagli altri.

Figura 1 - Posizione del territorio comunale di Parete (in giallo)

Presupposti ispiratori
I presupposti ispiratori della presente trattazione sul territorio comunale di
Parete sono due.

Da un lato, vi la constatazione che pure a Parete (alla pari della restante


zona compresa fra Napoli e Caserta) sembra oramai imporsi definitivamente un
moderno rapporto Uomo-Territorio, caratterizzato sempre meno da un uso
continuo e ripetuto nel tempo della risorsa suolo allo stadio vergine, cos come
invece avvenuto fin da antiche epoche soprattutto nellambito delle locali e
centralissime attivit agrarie.

Dallaltro lato, va ricordato come il paese di Parete potrebbe essere dotato ben
presto di un nuovo Piano Urbanistico Comunale, il quale potrebbe divenire un vero
volano del rilancio paesaggistico, ambientale, economico, culturale e sociale del
posto

oppure

lennesimo

contributo

alla

perdurante

finora

inarrestata

frantumazione del territorio locale, zonale e sub regionale.

Cenni legati alla suddivisione dellesposizione nel corrente Tomo


I
Dei due, il Tomo I quello prettamente testuale e in esso lesposizione appare
divisa in parti e sezioni.

La prima parte, costituita dai capitoli 1 e 2, rappresenta una sorta di breve


rassegna storica dei mutamenti avvenuti nel territorio di Parete dalla fine del
Settecento fino al giorno doggi. In particolare, il capitolo 2, incentrato sulla
continuazione del processo di consumo del suolo vergine nellultimo decennio
(attraverso la costruzione di stabili, a scopo speculativo e non, e di infrastrutture),
pur potendo risultare eccessivamente lungo agli occhi del lettore, reca gi in s
taluni concetti il cui significato sar ben chiaro nel prosieguo del tomo.

La seconda parte, che abbraccia i capitoli dal 3 all8, d spazio a una serie di
specifiche riflessioni sullinopportuno processo paretano di consumo del suolo

vergine sia rispetto alla situazione attuale (continua espansione delledilizia


residenziale, localizzazione disinvolta dei servizi, del commercio e di talune attivit
artigianali) sia in vista di ipotizzate evoluzioni future (area oppure aree PIP a ovest
del paese; parco agricolo; collettore fognario in corrispondenza dellalveo Spierto;
nuova arteria di collegamento a sud della c.d. Strada degli Americani e parallela a
questultima). In relazione ad essa, occorre precisare come la fastidiosa percezione
di chiusura che potrebbe avvertire il lettore vada considerata semplicemente come
propedeutica a quanto appare scritto in seguito.

La terza parte suddivisa a sua volta in un capitolo di premessa (il 9) e in


nove sezioni (A1, A2, A3, A4, A5, A6, B, C, D). In essa sono concentrate le
proposte che il sottoscritto cortesemente avanza per il rilancio del territorio
comunale di Parete come entit fisica, come centro di vera produzione
economica e come patrimonio immateriale riconoscibile dagli altri.

Le sezioni A1, A2 e A3 (capitoli dal 10 al 19), ruotanti attorno alla necessit


irrinunciabile di un significativo riordino urbanistico, rappresentano, forse, il cuore
pulsante dellintera trattazione. A loro interno, per lesattezza, appaiono unidea di
ripartizione del territorio comunale in zone omogenee, il rimando alladozione di
specifici accorgimenti normativi per sanare le odierne criticit, cenni sul supporto
finanziario

sul

riposizionamento

concreto

del

suolo

agricolo

dovera

precedentemente.
La sezione A4 (capitoli 20, 21 e 22), invece, cerca anzitutto di evidenziare una
certa affinit fra i suggerimenti del sottoscritto e gli scenari desumibili per Parete
dai testi di pianificazione sovraordinata a livello regionale e provinciale, in modo da
evitare ogni equivoco gratuito sulla seriet e sulla buonafede che accompagnano il
corrente lavoro.
La sezione A5 (capitolo 23), nellottica delle proposte di riordino urbanistico di
Parete, va concepita come una sorta di parentesi, visto che lascia brevemente
spazio ad una soluzione alternativa in merito ad una possibile concentrazione
artigianale nella parte est del comune, gi antropizzata in larga misura per motivi
diversi dallagricoltura.
La sezione A6 (capitoli 24 e 25) fa riferimento a ipotetici scenari di localizzazione
oltre i confini comunali di persone residenti, di attivit commerciali e artigianali, e di
grossi servizi che potrebbero risultare numericamente in eccesso gi prima e in

contemporanea a un auspicato riordino urbanistico; in questo senso, si prova pure


a descrivere il ruolo eventualmente ricopribile dallAmministrazione locale.

Le sezioni B e C (rispettivamente corrispondenti ai capitoli 26 e 27) mostrano


una forte attinenza riguardo la materia urbanistica, malgrado siano incentrati su
temi di rilevanza economica e demografica; anzi, dopo la lettura, a chiunque parr
evidente la reciprocit fra essi. A sua volta, la sezione D (capitolo 28) rappresenta
una sorta di chiusura di tutta la terza parte.

La quarta e ultima parte (capitolo 29) mette in risalto un esempio paretano di


patrimonio immateriale che rimanda a uninterazione Uomo-Territorio di tipo
ciclico: il culto e la ricorrenza di Maria ss. della Rotonda.

Per il Tomo I, lautore chiarisce di aver dato allesposizione un taglio


discorsivo, nonch di essere ricorso alla frequente ripetizione di taluni concetti e
ad espressioni apparentemente troppo colorite fondamentalmente per due
ragioni: da un lato, per non confonderlo con altri documenti di carattere ufficiale
concernenti la programmazione territoriale di Parete; dallaltro lato, per agevolare
la comprensione a un numero maggiore possibile di persone.

Infine, occorre precisare che quanto esposto nel Tomo I costituisce sia il frutto
delle conoscenze possedute in partenza dal sottoscritto sia il risultato delle fonti
bibliografiche e informatiche a cui egli riuscito ad accedere. Di conseguenza, il
presente testo rimane privo di esaustivit assoluta e di perfezione, volendo
rappresentare solo la legittima voglia di intervenire su un determinato argomento
nel pieno rispetto di chicchessia.

PARTE PRIMA Mutamenti del territorio comunale


di Parete (CE). Cenni storici

Capitolo 1
Dalla fine del Settecento agli anni Novanta del XX secolo

1.1 Premessa
In questo capitolo, effettuata una sintesi dei mutamenti del territorio
comunale di Parete dalla fine del Settecento fino alla conclusione degli anni Novanta
del Novecento, durante i quali si indubbiamente manifestato un inopportuno
consumo del suolo, a scopo speculativo e non speculativo.

Da notare come, per ciascuna epoca rilevata, sono date pure delle rapide
informazioni di natura economica e sociale.

1.2 Dalla fine del Settecento agli anni Trenta dellOttocento


Verso la fine del Settecento, Parete di certo appariva agli occhi di ogni persona
che vi transitava come un piccolissimo paese popolato da circa duemila individui.

Le strade principali del centro abitato corrispondevano allora alle attuali vie
Umberto I e Roma, al Capo di Aversa (adesso via Garibaldi) e al Capo di Napoli
(oggi primo tratto di via Vittorio Emanuele II). Qualche altro caseggiato era inoltre
presente nellarea dellodierna via Cavour (I tratto e in parte del II) fino al Largo
della Croce (parte iniziale di via G. B. Basile), nella Starza (porzione dellattuale via
Cirillo) e nellincompleta Piazza Nova (via Magenta).

I contatti fra Parete e lesterno erano assicurati da diverse arterie.

Innanzitutto, per andare a nord e a nord est, dopo aver superato il Capo di
Aversa, era necessario imboccare l'attuale via Ventignano (dal nome del remoto
villaggio che un tempo gi assai lontano le sorgeva attorno). Giunti poi al quadrivio
di Santa Caterina, si svoltava a sinistra entrando nellantica strada conducente al

vicino paese di Trentola1. Per completezza di informazioni va poi segnalato che una
volta arrivati in quellabitato e girato ulteriormente a destra si attraversava il
piccolo borgo di Ducenta fino ad approdare ad Aversa.
Sempre nel tentativo di essere quanto pi esaustivi possibili, occorre riferire
brevemente dellesistenza di due percorsi alternativi che, richiedendo parimenti il
transito lungo lantica strada per Trentola, permettevano comunque di arrivare
Aversa. Il primo prevedeva che non si entrasse nellabitato trentolese, ma che ci si
fermasse poco fuori, svoltando verso occidente in direzione di Lusciano2 e, quindi,
della citt normanna. Il secondo, invece, prevedeva, qualche decina di metri oltre i
confini di Parete, di seguire unulteriore deviazione diretta subito verso Lusciano3 e,
in ultimo, nella localit fondata da Rainulfo Drengot.

Per andare a mezzogiorno, verano due strade che partivano dal Capo di
Napoli: la via adesso denominata Vicinale Torre (verso sud est, in direzione
dellattuale Giugliano in Campania) e la Cesa (verso sud ovest, in direzione
dellodierno quartiere giuglianese di Casacelle).

Per spostarsi verso occidente, veniva utilizzata la via che partiva dal Largo
della Croce (oggi primo tratto di via G.B. Basile) e che, allaltezza dellincrocio della
Madonnella, immetteva nella strada Cupa, lunga circa un paio di chilometri.
A tal riguardo, va poi precisato come, a cominciare da qualche anno dopo (a inizio
Ottocento, per lesattezza), la Cupa avrebbe consentito di confluire direttamente
nella strada Qualiano-Villa Literno4, voluta dal sovrano Ferdinando I di Borbone

Verso settentrione, oltre il confine paretano, la situazione dellantica strada per Trentola adesso questa:

faticosa sopravvivenza, a causa di impedimenti di vario tipo che impediscono qualsiasi accesso agli
estranei, fino al punto in parallelo al centro commerciale Jambo; fattiva e inopportuna copertura del
percorso causata da costruzioni varie per il tratto successivo.
2

Attuali vie De Nicola e Circumvallazione nel comune di Trentola Ducenta.

Tale deviazione funge oggi da confine fra i comuni di Trentola Ducenta e Lusciano. Per il versante

trentolese, i toponimi sono due: via Vesuvio e via Craxi.


4

In realt, la strada Qualiano-Villa Literno costituiva solo un piccolo tratto della lunga arteria che

collegava il casale partenopeo di Capodimonte allabitato di Cascano, presso Sessa Aurunca, e che voleva
rappresentare, nelle intenzioni dei suoi sostenitori, il tentativo di rilanciare i contatti con una delle tante
innumerevoli zone interne del regno meridionale preunitario. Oggigiorno, per il tratto pi prossimo a
Parete, la denominazione ufficiale della Qualiano-Villa Literno, affidata alla gestione dellente Citt
10

nellambito di unazione di ammodernamento delle direttrici da Napoli verso la parte


interna del suo regno.

A queste strade vanno anche aggiunte altre, spesso dei semplici sentieri
campestri, ma non per questo meno utili su scala locale.
A settentrione, la strada diretta a Trentola era attraversata da ci che rimaneva
della Via Antiqua, di origine addirittura osca, la quale proseguiva verso ponente
lambendo il perduto abitato di Centore.
Dal Capo di Aversa, sempre andando verso occidente, vi era poi il tracciato della
strada Cedrale, la quale immetteva nellaltra via che sfiorava il perduto villaggio di
Santa Maria (di cui resta la chiesetta dedicata solo in epoche recenti a Maria ss.
della Rotonda, patrona di Parete).

A ovest di Parete, lo stesso incrocio della Madonnella conosceva altre due


ramificazioni: una verso nord ovest, nella citata via che menava allex villaggio di
Santa Maria, e laltra verso sud ovest, in direzione dellodierna via Castagnola.
Dopo circa mezzo chilometro dallesservi entrati, la medesima Cupa aveva unaltra
deviazione che, in un atto amministrativo di inizio Ottocento sar presentata come
Serpi e Cancelliere.
Da riportare come larteria che conduceva al villaggio di Santa Maria e la Serpi
volgessero entrambe verso ci che rimaneva della citata via Antiqua, nei pressi
dellaltrettanto menzionato villaggio remoto di Centore.

Citazione a s stante merita la Vicinale Vecchia (oggi via Vicinale Vecchia), a


est dellabitato di Parete, che metteva in contatto il quadrivio di Santa Caterina con
lestrema propaggine sud del Capo di Napoli.

A sud di Parete, vi era la Cupa Cesa, la quale si staccava dalla Cesa e in cui
immettevano la Cupa Rosolina (con inizio dal Largo della Croce) e la citata via
Castagnola. Infine, dopo aver attraversato la campagna per un buon chilometro, la
Cupa Cesa immetteva in unaltra arteria conducente allo scomparso villaggio di
Casacugnano.
Metropolitana di Napoli, strada p.le 58 Santa Maria a Cubito-Aversa; ci malgrado, per ragioni di
brevit, il sottoscritto user la dicitura informale per tutta la corrente trattazione sperando altres di fare
cosa gradita sul versante della comprensione del lettore.
11

Per quanto concerne le attivit economiche, va osservato come Parete traesse


essenziale sostentamento dalle attivit agricole. Ci malgrado, la feracit naturale
dei suoi suoli non costituiva il fulcro di un ampio benessere materiale collettivo.
Anzi, le famiglie contadine (il modello aziendale prevalente su scala locale) erano
talmente assillate dalla ricerca di soluzioni per sbarcare il lunario da ricorrere,
alternativamente oppure in contemporanea, alla coltivazione del proprio fazzoletto
di terra (laddove ne erano proprietarie), a prestazioni giornaliere su fondi altrui e
alla sottoscrizione di contratti daffitto, con questultimi occasione di ulteriore
preoccupazione a causa delle periodiche scadenze.

In questottica, pur peculiarizzando assai il paesaggio, si spiegava anche la


medesima promiscuit colturale, perseguita nella speranza di compensare con un
prodotto le scarse rese di un altro. In ciascun appezzamento, in particolare,
trovavano posto coltivazioni cerealicole (indispensabili per la produzione di pane),
orticole, arboricole (pesco, melo, albicocco), della canapa e delluva Asprina, le cui
viti maritate ai pioppi sorgevano quasi sempre ai bordi dei campi, secondo uno
schema di ottimizzazione volto a lasciare al centro la crescita dei seminativi di
terra.

I motivi per cui la generosit naturale dei terreni paretani non si traducesse in
un ampio benessere materiale collettivo erano diversi. Fra essi, comunque,
spiccavano la scarsit di capitali (abbondava, ad esempio, la presenza di vaticali
che mettevano a disposizione semi, salvo poi pretendere una percentuale dei
raccolti), lutilizzo di tecnologie premoderne sia in fatto di strumentazione (vanga,
zappa, pennato detto ronciglio, coltellaccio per la potatura, e falce mietitrice detta
serrecchia) sia di fertilizzazione (ricorso allo scarto animale o al sovescio dei
legumi o perfino alla spazzatura antropica), e, soprattutto, un basso coinvolgimento
dei grandi possidenti (originari non solo di Parete, ma pure di Aversa e perfino di
Napoli), i quali al rischio dimpresa preferivano appena la cessione in affitto di quote
spesso infinitesimali di terra in cambio dellestaglio5, a cui laffittuario doveva
corrispondere con quote del raccolto.

A mo di semplice esempio, si cita Carlo Francesco Moles, duca di Parete quando venne eseguito nel

1753 il Catasto Onciario. Egli, infatti, disponeva di ben 670 moggia (221 ettari pari a 2.210.000 metri
12

Rispetto ad una realt produttiva del genere, la realizzazione di ci che oggi


verrebbe definito surplus di raccolto non costituiva un obiettivo facile da
raggiungere, anche perch agli anzidetti fattori occorrevano aggiungere conflitti,
epidemie, carestie e cattive condizioni climatiche in grado di compromettere
irreparabilmente unintera annata. Ci malgrado, era possibile che leventuale parte
di raccolto non direttamente utile a sfamare la famiglia contadina e/o non oggetto
di trattenute da parte del grande possidente fondiario (in virt dellaffitto) e/o non
sottoposta alle mire del vaticale di turno fosse avviata verso i vicini mercati delle
citt di Aversa e di Napoli dove erano venduti.
A tale riguardo, volendo allargare brevemente lo sguardo, si nota come Parete
risultasse inserito in un contesto di casali sparsi e di piccoli paesi che erano sorti
assai vicini fra loro e che erano tutti dediti alle attivit dei campi fino a costituire
ununica e preziosa riserva di cibo proprio per la citt partenopea, allora capitale
di un vasto regno meridionale.

quadrati ovvero sia a 2,21 chilometri quadrati) di terreno nelle campagne circostanti il paese che non
disdegnava di cedere in fitto agli indigeni. Di sotto i nominativi di coloro i quali emersero da tale catasto.
Domenico Giardiello 8 moggia (2,64 ettari); Paolo Cimma, vaticale, 2 moggia e 7 quarte (0,89 ettari);
Sebastiano Di Cesa, bracciante, 4 moggia (1,32 ettari); Gennaro Di Cicco, bracciante, 5 moggia (1,65
ettari); Domenico Fabbozzo, bracciante, 3 moggia (0,99 ettari); Tommaso Feliciello, bracciante, 4 moggia
(1,32 ettari); Giovanfrancesco Iacolare, bracciante, 100 moggia (33 ettari); Maiello Andrea 6,5 moggia
(2,14 ettari); Domenico Mariniello, bracciante, 5 moggia (1,65 ettari); Giacomo Mariniello 3 moggia
(0,99 ettari), Pietro Marzocca, pettinatore, 4 moggia (1,32 ettari); Crescenzo Pezone, vaticale, 4 moggia e
3 quarte (1,45 ettari); Paolo Saggiomo, bracciante, 5 moggia (1,65 ettari); Antonio Tamorrino, bracciante,
7 moggia (2.31 ettari); Carmine Tamorrino, bracciante, 3 moggia (0,99 ettari); Marco Vitale, vaticale, 6
moggia (1,98 ettari).
A parte una considerevole eccezione, insomma, sembra essere confermato quanto appena scritto nel
paragrafo: scarso coinvolgimento del grande possidente e modello aziendale agricolo avente una
dimensione microscopica, imperniato non su personale qualificato e composto soprattutto da onesta
manodopera bracciantile.
Si precisa che 1 moggio di terra stato fatto equivalere a 0,33 ettari che, a loro volta, possono essere fatti
corrispondere a 3333 metri quadri. Il quarto di moggio, essendo dieci volte minore del moggio, allora vale
0,033 ettari. Circa lequivalenza suddetta: F. Corvese, lites, mercato e istituzioni. Caserta e Terra di
Lavoro nella seconda met dellOttocento (1848-1880), Caserta 1989.
13

Tornando

Parete,

va

sottolineato

come

la

fine

degli

anni

Trenta

dellOttocento segnassero un primo importante mutamento nella fruizione del locale


territorio, vista la decisione degli amministratori comunali6 dellepoca di portare a
termine la costruzione del cimitero a ovest del paese, lungo la strada che dal
Cedrale conduceva al citato villaggio scomparso di Santa Maria. A riguardo, infatti,
non si pu non evidenziare come tale ubicazione abbia finito per incidere
sullespansione

dellabitato

in

prevalenza

nella

parte

orientale

nei

periodi

immediatamente a seguire.

In merito a quanto scritto in questo paragrafo, lautore si premurato da


aiutare il lettore con un adeguato supporto visivo. Di conseguenza, si rimanda
altres alle immagini 1.2.1, 1.2.2, 1.2.3, 1.2.4, 1.2.5 e 1.2.6 pubblicate nel Tomo II
della corrente trattazione sul territorio comunale di Parete7.

1.3 Alcune precisazioni sullantica toponomastica

Non un caso che laggettivo comunale venga usato solo a questo punto del resoconto storico poich

listituzione dellente Comune avviene nel Decennio Francese, durante il quale sono stabiliti anche gli
odierni confini del territorio paretano.
7

Nellimmagine 1.2.4 del Tomo II indicato, con una certa approssimazione, un solo determinato punto

a testa per i villaggi di Ventignano e Santa Maria onde non voler confondere alcuno. Dando tuttavia prova
di puntigliosit, il sottoscritto afferma che Ventignano aveva unestensione tale da includere i paraggi
occidentali dellattuale cimitero, il Lavinaio, peraltro oggi ricadente nel comune di Trentola Ducenta,
lodierno rione M. Polo (in cui si trova la menzionata via Ventignano) e il Pezzo alle Decime
corrispondente grosso modo alla sezione finale di via Pellico, a piazza Caduti di Nassiryia e a via
Moravia. Ventignano annoverava anche tre chiese dedicate a San Secondino, a San Martino e a Santa
Maria Annunciatella, con questultima che gli storici locali ritengono essere giunta ai nostri giorni
collappellativo di Santa Caterina da Siena.
A sua volta, il villaggio di Santa Maria abbracciava unarea che andava dai dintorni dellodierna cappella
M. ss. della Rotonda e scendeva a sud verso la strada rurale Cupa.
Malgrado una discreta ampiezza territoriale, per, non bisogna cadere nel tranello: nel corso della loro
esistenza, infatti, questi due e altri villaggi nei dintorni di Parete hanno contato appena qualche casa
sparigliata qua e l nella campagna e difficilmente possono aver superato la soglia del centinaio di
abitanti anche nel momento della loro massima vitalit, presumibilmente attorno allanno Mille.
14

Nel precedente paragrafo sono stati menzionati alcuni antichi toponimi di


Parete che, pur avendo eventualmente suscitato una certa divertita curiosit,
possono sembrare di oscuro significato per i lettori e che, quindi, necessitano di
precisazioni.

Starza una parola di origine medievale (starcia) molto diffusa in Campania.


Sta per terreno da seminare oppure per fattoria.

Cesa un termine risalente allepoca greco-romana che pu rimandare sia


ad una zona disboscata sia ad una siepe divisoria. Tuttavia, considerando la
specifica stradina, potrebbe addirsi maggiormente il secondo vocabolo vista lutilit
(come verr meglio mostrato in seguito) a separare Parete dalla vicina Giugliano in
Campania (NA).

Cupa, vocabolo assai presente nel Napoletano, pu indicare genericamente


una strada stretta e oscurata dalla vegetazione.

Vicinale una parola ancora oggi presente nei dizionari e vuole indicare una
strada campestre su cui saffacciano diversi suoli agricoli.

Le informazioni in possesso del sottoscritto non gli permettono, allo stato


attuale, di comprendere in maniera univoca il perch del toponimo Serpi.
Cancelliere, invece, si spiega col fatto che nel tratto meridionale della strada in
questione vera un terreno denominato in tal modo.

Madonnella era il nome dato allincrocio nei pressi del quale sorgeva
unedicola votiva8, a sua volta realizzata negli immediati paraggi della chiesa di
Santa Maria di Mater Domini, della quale, gi alla fine del Cinquecento, non restava
in piedi che qualche pietra.

Capo se fosse confermato il significato etimologico di principale, guida,


doveva

indicare

proprio

il

rango

di

strada

principale.

In

particolare,

la

Tale edicola risultava ancora visibile nella prima met del XX secolo, poi anchessa andata incontro ad

uninesorabile decadenza.
15

specificazione delle citt di Aversa e di Napoli poteva servire per esaltare il loro
valore di ideale collegamento con tali centri.

Piazza, nello specifico contesto paretano, poteva indicare anche qualsiasi


strada ove poteva radunarsi la gente. Laggettivo nova precisava la sua recente
origine, come peraltro si evince dalla lettura del passato paragrafo.

1.4 Dal 1860 agli anni Dieci del XX secolo


In merito al centro abitato, per avere un buon ragguaglio della situazione in
questa fase, occorre partire da un rilevamento catastale dellultimo decennio del
diciannovesimo secolo. Esso, peraltro, fornisce pure delle ulteriori e preziose
indicazioni circa limpianto preesistente, indubbiamente contrassegnato da vicoli
ciechi, a volte brevi e a volte lunghi, che confluiscono nelle vie pi o meno principali
del paese.
Passando al dunque, va segnalato come proprio il periodo oggetto del corrente
messaggio non sia stato portatore di significative espansioni, le quali, anzi, sono
rimaste essenzialmente circoscritte al completamento dellattuale via Magenta e alla
costruzione del tratto iniziale dellodierna via Vittorio Veneto. Ci pu essere molto
probabilmente spiegato e con una situazione pressoch stabile a livello demografico
(2.500 individui secondo il censimento del 1901) e collopposizione dei locali
proprietari terrieri, interessati comprensibilmente a non vedere ridotti i margini dei
loro guadagni o, financo, della loro rendita in seguito ad uneccessiva sottrazione di
suoli.

A differenza di quanto appena riportato per il centro abitato, durante la


medesima fascia di tempo era la comunicazione verso lesterno a conoscere delle
novit di maggiore rilievo.

Innanzitutto, come provano altre mappe, a nord ovest di Parete, appena fuori
il caseggiato veniva realizzata una nuova strada che conduceva al cimitero e che
scorreva in parallelo allantecedente prolungamento dellarteria Cedrale9.

Trattasi dellodierna via C. Marchesi.


16

Nella zona nord est di Parete, poi, veniva costruita una nuova strada che
conduceva alla vicina Trentola (1866), comune capoluogo di mandamento e, perci,
sede zonale di riferimento sia amministrativo sia giudiziario10.
Dal centro del paese, per immettersi immediatamente in tale novella arteria
occorreva, in particolare, attraversare due piccoli ponti: uno che, se esistesse
ancora oggi, si situerebbe allincrocio delle vie Marconi e Forno; laltro, detto di
Santa Caterina, che, se esistesse ancora oggi, sorgerebbe nellintersezione delle vie
Marconi e Ventignano.
Specifica conseguenza di codesto mutamento, che contribuiva ad accelerare i
contatti con la stessa Trentola, e poi con Ducenta, Lusciano ed Aversa, era la
progressiva decadenza della via pi antica che le stava esattamente accanto, sul
lato che volgeva a occidente.

Nella sezione sud est del paese, intanto, la nuova strada per la vicina cittadina
di Giugliano in Campania (1878) determinava un calo dimportanza di alcuni vetusti
assi viari che partivano da Largo Croce e da Capo di Napoli, ma, nel contempo,
offriva loccasione di arrivare in maniera relativamente pi rapida proprio nel
capoluogo campano, nonch nelle localit pi adiacenti a questultimo.

Per quanto concerne le attivit economiche, bisogna evidenziare come


lannessione di tutto il Meridione al Regno dItalia, determinando una certa revisione
al ribasso del protezionismo commerciale di epoca borbonica, avesse offerto la
possibilit di ulteriori approdi nazionali e internazionali per la locale produzione
agricola, al cui settore restava ancorata parte assai ampia della popolazione di
Parete. Ci malgrado, loccasione veniva a vanificarsi a causa della permanenza di

10

Il sistema amministrativo dopo lUnit prevedeva la ripartizione del territorio nazionale in province, a

loro volta divise in circondari, a loro volta suddivise in mandamenti, ognuno dei quali abbracciava pi
comuni. Di conseguenza, Parete rientrava nel mandamento di Trentola, nel circondario di Caserta, in
provincia di Terra di Lavoro.
Mandamenti e circondari saranno abrogati durante gli anni Venti del XX secolo; stessa sorte avverr per
Terra di Lavoro nel 1927, con Parete che sar aggregata alla provincia di Napoli fino al 1945, quando sar
istituito lente Provincia di Caserta.
17

fattori limitanti come la scarsit dellaccesso al credito e a una migliore tecnologia,


nonch dellatteggiamento distaccato dei grossi possidenti fondiari della zona11.
Emblema di ci era quanto avveniva ai raccolti duva Asprina dellintera area
circostante il paese i quali non mancavano di essere oggetto di incetta a prezzi
stracciati da parte di mercanti che saggiravano per case e campagne su incarico di
grandi aziende estere.

Nel Tomo II di questa trattazione sono presenti una serie di immagini che
provano a dare supporto visivo a quanto appena affermato. Trattasi per lesattezza
delle immagini: 1.4.1, 1.4.2, 1.4.3 e 1.4.4.

1.5 Dagli anni Venti fino al 1945


In questo lasso di tempo, come mostra limmagine 1.5.1 sita nel Tomo della
trattazione del sottoscritto, avvengono altri mutamenti nella parte prettamente
urbana del territorio comunale di Parete.

Dallo spazio antistante la chiesa di San Pietro Apostolo sorgeva ora via Matteo
Basile che, attraversando letteralmente il cortile e il frutteto del Palazzo Ducale
sopravvissuti fino a l, arrivava fino a via Vittorio Veneto. Parallela alla nuova
arteria, poi, su parte del medesimo frutteto, emergeva la futura via Scipione
lAfricano.

Ma era sempre sul piano della viabilit verso lesterno, come mostrano le
immagini 1.5.2 e 1.5.3, che avvenivano i cambiamenti pi importanti poich
destinati ad incidere sullo sviluppo della parte abitata del paese nel secondo
dopoguerra.
11

A mo di semplice esempio, si ricorda come la produzione di frumento, da cui ricavato un alimento

essenziale come il pane, fra il 1870 e il 1909 restasse a livelli sostanzialmente immutati in Terra di
Lavoro: rispettivamente 10,5 e 10,2 quintali per ettaro. Nello stesso periodo di tempo, per, grazie
allimpiego di capitali e di tecnologie migliori, in provincia di Ravenna si passava da 9,22 a 17,30 q/ha,
mentre nel Ferrarese si balzava addirittura da 10,65 a 21,10 q/ha. I dati sono tratti da G. Porisini,
Produttivit e agricoltura: i rendimenti del frumento in Italia dal 1815 al 1922. Appendice statistica,
1971, pp. 138, 151 e 317.
18

Agli anni Venti risaliva anzitutto la costruzione della strada Parete-Tre Ponti
che, correndo parallelamente a sud della strada rurale Cupa e confluendo
direttamente nella Qualiano-Villa Literno (sita oltre i confini comunali), offriva
linteressante prospettiva di velocizzare i contatti con tutta la vasta piana a ponente
del paese, con vantaggio soprattutto dei contadini che vi dovevano giungere ogni
giorno.
A tale evento, molto probabilmente, vanno collegate pure le costruzioni dei ponti
detti di Canzarriello (soprastante la Cupa Rosolina) e di Bassotto (presso lincrocio
con lattuale via Castagnola).

Da notare, in particolare, come la Parete-Tre Ponti confluisse nella QualianoVilla Literno qualche metro a nord delluscita precedente della Cupa, in un punto
maggiormente al riparo dallalveo naturale di Casacugnano, cosa che divenuta di
maggiore utilit in epoche recenti, quando lurbanizzazione incontrollata nei paraggi
ha cominciato a favorire episodi veri e propri di straripamento del canale.

Agli anni del Secondo Conflitto Mondiale, invece, da ricondurre la costruzione


della c.d. Strada degli Americani, destinata ad attraversare i territori di Aversa,
Lusciano, Parete e Giugliano in Campania (sfiorando quello di Trentola) fino a
confluire nella summenzionata Qualiano-Villa Literno.

Scrivere su questarteria pi complesso di quanto possa apparire. La sua


genesi, difatti, ha ragioni puramente militari, risultando essa il frutto di un apposito
intervento delle Forze Alleate, desiderose soltanto di creare un asse di collegamento
a cavallo delle direttrici Capua-Napoli e Qualiano-Villa Literno. In questottica, anzi,
buon senso avrebbe dovuto spingere gli amministratori dellepoca dei comuni
interessati a farla letteralmente sparire dopo il 1945, visto che tutti i tenimenti da
loro gestiti gi usufruivano da tempo di strade che menavano a ovest e che,
soprattutto, nessuno a quellepoca possedeva una sfera di vetro in modo da predire
le successive espansioni urbane, come ad esempio, quella verso mezzogiorno della
citt di Aversa.
A riguardo, sinvita a consultare le immagini 1.5.4 e 1.5.5 visibili nel Tomo II.

19

Osservando lo stato dei fatti al 1945 nella posizione di Parete, in particolare,


pacifico affermare che i vantaggi per la comunicazione extrapaesana erano
praticamente inesistenti.
In primis, come conferma limmagine 1.5.6 presente nel Tomo II, gi esistevano i
contatti con Trentola e Aversa, i pi vicini centri di riferimento zonale. Per
lesattezza, prendendo a confronto il chilometraggio della c.d. Strada degli
Americani

del

percorso

Parete/via

Marconi-Trentola-Ducenta-Aversa/piazza

Mercato (questultima presa a riferimento in quanto cuore del centro storico di


codesta citt) emerge come la nuova arteria non accorciasse le distanze, ma anzi le
allungasse: 5,34 km contro 3,9 km (perlomeno stando al software Google Earth)12.

A questo punto, chiunque potrebbe almeno provare a ipotizzare come la c.d.


Strada degli Americani almeno facilitasse i contatti con Napoli. Invece, mettendo a
confronto il chilometraggio del percorso Parete/via Marconi-Strada degli Americanitratto dellantica strada Capua/Napoli fino a Secondigliano/via Vittorio Emanuele III
(gi nel 1945 soltanto quartiere dellantica Partenope) con quello preesistente
Parete-Giugliano-c.so Campano-colonne di Melito fino a Secondigliano si pu
comprendere come neppure stavolta il tragitto novello non comportasse un taglio
delle distanze, bens un incremento, seppure lieve: 12,3 km contro 11,8 km
(perlomeno stando al software Google Earth)13.
12

In maniera dettagliata, i chilometraggi del tragitto precedente e di quello successivo utilizzando gli

attuali nominativi stradali in modo da non confondere il lettore e premettendo la non assoluta esattezza
dei rilevamenti. Percorso vecchio di circa 3900 metri: intersezione via Marconi/novella Strada degli
Americani di Parete fino allincrocio viario Romaniello/Circumvallazione di Trentola: 920 metri; fino a
incrocio viario Romaniello/4 Novembre 460 mt; vie IV Novembre, De Simone e Roma fino a piazza
PIME di Ducenta: 920 mt; da piazza PIME di Ducenta fino alla svolta a destra di via Santa Lucia di
Aversa: 1020 mt; vie Santa Lucia e San Nicola fino allincrocio con vicolo San Nicola: 450 mt; vicolo
San Nicola e vico Volturno fino allimbocco di p.za Marconi: 130 mt.
Percorso nuovo di circa 5340 metri: Strada degli Americani per il tratto compreso fra lincrocio paretano
con via Marconi e quello aversano di via di Jasi: 3400 mt; vie di Jasi e Roma fino allimbocco di via
Sanfelice: 1400 mt; vie Sanfelice e Seggio e vico San Girolamo: 540 mt.
13

In maniera dettagliata, i chilometraggi del tragitto precedente e di quello successivo utilizzando gli

attuali nominativi stradali in modo da non confondere il lettore e premettendo la non assoluta esattezza
dei rilevamenti. Percorso vecchio di circa 11.800 metri: Parete/p.za del Popolo e via Vittorio Emanuele II
e Giugliano/via Arco SantAntonio fino allincrocio con via I Maggio: 3530 mt; via Frezza e svolta a
destra lungo via Marconi: 1010 mt; c.so Campano, via Colonne fino alle c.d. Colonne di Melito: 2160
20

Limmagine 1.5.7 pubblicata nel Tomo II della corrente trattazione dovrebbe essere
abbastanza indicativa a riguardo.

Insomma, specie nellottica di Parete, va ribadito come la c.d. Strada degli


Americani avrebbe dovuto costituire solo un ricordo storico e nullaltro. E invece,
messe le armi a tacere, tale arteria rimane tranquillamente al proprio posto.
Volendola fare breve, in particolare, il sessantennio susseguente il Secondo
Conflitto Mondiale segner un sostanziale assorbimento del colpo rappresentato
dalla Strada la quale la quale, anzi, acquister limportante ruolo di comunicazione
di rilevanza sovracomunale per il relativo spicchio di hinterland nord partenopeo,
seppure recando progressivamente i negativi segni (appesantimento del traffico
veicolare e peggioramento della vivibilit pei residenti) di unurbanizzazione
pressoch incontrollata lungo i suoi lati e nei suoi paraggi.

1.6 Anni Cinquanta, Sessanta e Settanta


Limmagine 1.6.1 del Tomo II mostra il mutamento relativo al territorio di
Parete durante gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta culminato anzitutto in una
crescita abnorme della parte propriamente urbana del paese.

Su questa crescita, che si traduceva in una costante occupazione di ampi spazi


fino a quel punto agricoli, incidevano diversi fattori.
In primis, una continua ascesa demografica (da 4.826 abitanti nel 1951 a quasi
ottomila alla fine degli anni Settanta), favorita dal miglioramento delle condizioni
igieniche.
In secundis, grazie anche allaiuto di una pi capillare scolarizzazione, la legittima
voglia di individuare lavori meno faticosi (?) e/o meglio retribuiti di quello
mt; Colonne di Melito fino allingresso della chiesa Santa Maria delle Grazie di Melito: 880 mt; fino
allincrocio di c.so Secondigliano e viale Regina Margherita in Napoli: 4250 mt.
Percorso nuovo di circa 12.300 metri: Strada degli Americani per il tratto compreso fra lincrocio
paretano con via Marconi e quello aversano di via di Jasi: 3400 mt; svolta a sinistra lungo via via di Jasi
fino ad arrivare alle c.d. Colonne di Melito: 3800 mt; Colonne di Melito fino allingresso della chiesa
Santa Maria delle Grazie di Melito: 880 mt; fino allincrocio di c.so Secondigliano e viale Regina
Margherita in Napoli: 4250 mt.
21

dellagricoltore che, in un modo o nellaltro, finiva per ripercuotersi a livello


territoriale: difatti, pure Parete cominciava a registrare un numero maggiore di
commercianti (specie al dettaglio), di artigiani di vario tipo, di muratori e affini, di
impiegati pubblici, di liberi professionisti di ogni genere.
In tertiis, un benessere materiale relativamente pi diffuso rispetto al passato che,
assieme ad una contestuale evoluzione dei gusti e dei consumi, spingeva tante
famiglie ad abbandonare le precedenti dimore (specie se fatiscenti) a e costruirne
ex novo delle altre.
Soprattutto, per, limpressione che pure nel caso di Parete (al pari di altre parti a
nord di Napoli) sembravano verificarsi episodi di coltivatori i quali sceglievano
(?????) di spostare in modo apparentemente inspiegabile le proprie attivit nelle
zone di Capua e di Sessa Aurunca, laddove era altrettanto ben rinomata la fertilit
dei terreni dellhinterland circostante Parete.

In particolare, la crescita abnorme della parte propriamente urbana veniva a


consolidarsi anzitutto nella porzione pi orientale del territorio comunale, lungo
lasse verticale rappresentato dalle vie Marconi e Vittorio Emanuele II.

Nellarea nord orientale del paese, avveniva la costruzione di numerose case


lungo il segmento paretano della c.d. Strada degli Americani (in seguito
ufficialmente chiamata via DAcquisto, nel primo tratto, e strada provinciale 33
Aversa-Qualiano-Villa Literno, nel secondo) e lungo la parte di via Marconi in
estrema contiguit colla vicina superficie comunale di Trentola Ducenta (CE).

Sempre nella zona nord orientale del paese, e sempre lungo via Marconi,
erano destinati a sorgere i rioni Marco Polo e Silvio Pellico, i quali determinavano di
fatto linnalzamento del livello dellodierna via Ventignano favorendo la sparizione
del cosiddetto Ponte di Santa Caterina tramite un cospicuo interramento.

Allincrocio delle vie Marconi e Forno, un altro considerevole movimento terra


incideva sulla scomparsa del ponte che qui sorgeva consentendo sia unulteriore
erezione di stabili nel citato rione Pellico sia la contemporanea definizione, da
ponente, dellattuale via Buozzi.

22

Nella parte sud orientale di Parete, una massiccia edificazione portava, nel giro
di pochissimi anni, alla nascita dellattuale piazza del Popolo, di un iniziale
caseggiato circostante il secondo tratto di via Vittorio Emanuele II (strada verso
Giugliano) e del rione Di Vittorio.

Tuttavia, in questo stesso periodo, lattivit edilizia interessava anche altre


aree del territorio comunale fino a dare limpressione di un vero e proprio
andamento tentacolare.
A partire dal centro storico, infatti, nuovi appartamenti erano innalzati nel
prolungamento settentrionale di via 25 Aprile (fino alla fine del Secondo Conflitto
Mondiale, questultima era soltanto un vicolo cieco a cui si accedeva dallo slargo
antistante la chiesa San Pietro Ap.), nellarea di via Cedrale, nel rione Cirillo e
nellodierna via I Maggio (alle spalle del primo tratto di via Vittorio Veneto).
Oltre il ponte di Canzarriello, poi, sassisteva, a destra e sinistra di chi passava,
alla costruzione dellintero popoloso quartiere di via della Repubblica accompagnato
dallinterramento anche del c.d. ponte di Bassotto.

Malgrado abbia usato laggettivo abnorme per qualificare la crescita urbana di


questo trentennio, il sottoscritto non intende riferirsi ad essa in termini solo
negativi, anche perch costituiva cosa improba mettere sotto al tappeto fattori
come la crescita demografica e i mutamenti socio-economici. A conti fatti, per, non
pu essere taciuto come suddetta espansione urbana abbia portato pure a degli
sviluppi assai inopportuni, anche a causa di un ruolo di guida non esercitato fino in
fondo dalle amministrazioni comunali dellepoca.
Da un lato, infatti, si registrava una costruzione di edifici che provocavano
letteralmente la scomparsa visiva dei primissimi segmenti dellantica strada per
Trentola (nei paraggi della chiesetta di Santa Caterina), dellodierna via Vicinale
Vecchia (che confluiva nel vetusto quadrivio di Santa Caterina) e dellattuale via
Vicinale Torre (che partiva da quella che oggi si chiama piazza del Popolo).
Dallaltro lato, invece, la realizzazione di altri insediamenti sul lato orientale del
tratto della Strada degli Americani ricadente nel tenimento di Parete comportava il
vero e proprio intombamento di una parte dellalveo Spierto, attivit che, pian
piano, sarebbe sciaguratamente proseguita fino ai nostri giorni.
Conseguenza negativa di simili episodi era unalterazione della percezione collettiva
del locale territorio che, forse, continua a farsi sentire tuttora specie a carico delle

23

giovani generazioni. Va poi precisato come lavvio di un processo di intombamento


relativo a una porzione dellalveo Spierto rappresentasse un non indispensabile
contributo alla compromissione dellassetto idrogeologico locale e zonale, cosa
peraltro verificatasi in tutto lhinterland a nord di Napoli.
Le immagini 1.6.2, 1.6.3, 1.6.4 e 1.6.5 pubblicate nel Tomo II della trattazione
corrente provano a dare conforto visivo rispetto a quanto appena sostenuto.

Il fortissimo spesso incontrollato e a tratti perfino inopportuno processo di


edificazione di questi anni non implicava, comunque, una totale cancellazione della
campagna allinterno della quale, invece, si manifestavano ora dei reali mutamenti
rispetto al passato. In particolare, lo stabile utilizzo di mezzi meccanici (camion,
trattori, ecc.)14 e applicati chimici, favorito altres dalla nascita di qualche gruppo
cooperativo contraddistinto dalla condivisione delle spese comuni agli iscritti,
consentiva un aumento delle rese unitarie (e quindi dei guadagni medi), mentre
lesigenza di intercettare una rinnovata domanda alimentare (a livello locale e non)
determinava nel contempo una progressiva contrazione delle coltivazioni cerealicole
e lulteriore affermazione dei prodotti orticoli, del melo e del pesco15.

1.7 Anni Ottanta


Nel corso degli anni Ottanta, il territorio comunale di Parete conosceva diversi
cambiamenti. Di essi, alcuni erano senzaltro positivi, data, ad esempio, lutilit
emergente sul piano della viabilit oppure dellassecondamento dei nuovi gusti in
fatto di tempo libero. Qualcun altro, invece, gi appariva sotto una tinta
relativamente pi fosca.
14

Per amor di verit, va puntualizzato come la trebbiatrice meccanica avesse messo piede nella piana fra

Caserta e Napoli fin dallinizio del XX secolo. Ci malgrado, una novit del genere non era bastata a
scuotere un settore agricolo che, come osservato in coda al paragrafo 1.6, avrebbe conosciuto reali
migliorie strutturali solo col Secondo Dopoguerra.
15

A mo di esempio, si scrive che per la zona intensiva della Campania in cui veniva fatta rientrare

Parete, il valore del prodotto netto dellagricoltura (ossia del valore della produzione sottratto di tutti i
costi) balzava da dato-base di 100 per il periodo 1923-28 a ben 151 per il triennio 1951-61.
Sullargomento, sinvita a consultare: M. Rossi Doria, Analisi zonale dellagricoltura italiana. Italia
Meridionale e Insulare, 1969, pag. 85.
24

Circa le novit in buona sostanza positive o comunque semplicemente innocue


(vedasi limmagine 1.7.1 del Tomo II), spiccavano anzitutto i lavori per la
realizzazione

della

nuova

sede

municipale,

per

il

campo

sportivo

per

lallargamento del cimitero comunale. Ci malgrado quelle realmente di rilievo


erano soprattutto due: la strada della Circumvallazione e la vasca per la raccolta
dellacqua irrigua gestita dallEnte di Bonifica del Basso Volturno.

La Circumvallazione (collegante la p.le 33 Aversa-Qualiano-Villa Literno e la


p.le Parete-Tre Ponti) aveva il merito di consentire un prezioso e rapidissimo
aggiramento del centro abitato sia per i provenienti da settentrione sia per chi
arrivava da meridione.

A sua volta, la vasca per la raccolta delle acque irrigue (che, peraltro, sorgeva
nei pressi della Circumvallazione) diveniva di grande utilit agli agricoltori operanti
in loco durante la calura estiva.
Poich collegate alle attivit facenti capo al menzionato Ente, a partire da questi
anni si poteva altres notare la presenza di due nuove strade asfaltate,
rispettivamente a nord e a sud del serbatoio: una che transitava nei paraggi del
cimitero; laltra che scorreva in modo parallelo a ovest dellodierna via Castagnola
(segmento sud).

Circa i mutamenti poco felici o peggio ancora negativi (vedasi limmagine 1.7.2
del Tomo II), era possibile sostenere come gli anni Ottanta fossero pure quelli
durante i quali la crescita della parte abitata di Parete cominciava a mostrare segni
allapparenza contraddittori, ora riconducibili al pur comprensibile (e financo
lodevole, a tratti) desiderio di limitarsi alla porzione orientale del comune e ora
quasi ispirati da una sorta di volont inarrestabile che favoriva delle ulteriori
impermeabilizzazioni fondiarie.

In primo luogo, va citata la realizzazione di stabili nellarea di via Fellini che


aveva come difetto quella di coinvolgere una sezione poco estesa e soprattutto
letteralmente attaccata ai confini colla vicina citt di Giugliano in Campania.

25

In secondo luogo, va ricordato il caseggiato nellarea di via Siani che,


gravitando sul secondo tratto di via Vittorio Emanuele II, cominciava a contribuire
ad un appesantimento del transito veicolare lungo unarteria ancora di rilevanza
sovracomunale, visto che metteva in contatto con la suddetta Giugliano.

Tuttavia era specialmente la costruzione dal nulla di alcuni palazzi nellarea


c.d. 167 a gettare le premesse per quel deleterio consumo di suolo vergine che
sarebbe proseguito in maniera forte nel decennio seguente. Infatti, si trattava di
una zona in cui occorreva partire da zero, vista la sua posizione relativamente
isolata rispetto al resto della parte urbana del paese.

Nelle campagne paretane, frattanto, non era soltanto il cimento irriguo a farsi
sentire, ma anche la definitiva ascesa di una diversa coltivazione: la fragola. Per
diversi mesi lanno, allora, ecco che il paesaggio paretano iniziava a essere
contrassegnato dallallestimento di apposite serre le quali, per, non costituivano
soltanto un contributo allintensificazione ulteriore dellattivit agricola, ma financo
un vero e proprio problema di inquinamento ambientale, data lusanza dei
coltivatori locali di incendiare i teloni in plastica dopo il raccolto primaverile.

In chiusura di paragrafo, va poi segnalato come pure lo stesso corpo sociale


paretano continuasse a conoscere delle mutazioni, contrassegnate in particolar
modo dalla quella diversificazione delle mansioni lavorative cominciata nel
secondo dopoguerra e che vedeva unascesa costante del numero di addetti al
commercio (in primis, al minuto), di liberi professionisti, di impiegati pubblici e
privati, di membri dei corpi di polizia e delle forze armate.

1.8 Anni Novanta: vera e propria affermazione del devastante


processo di consumo di suolo vergine
Rispetto al decennio precedente, purtroppo, quando pure vi erano state delle
novit in positivo (Circumvallazione e vasca irrigua, su tutti), gli anni Novanta si
delineavano esclusivamente come un crocevia in negativo rispetto ai mutamenti
territoriali perpetrati in seguito.

26

Difatti, proprio a questo periodo che va associato il vero e proprio


affermarsi di quel devastante processo di consumo del suolo vergine
destinato a compromettere progressivamente la fruibilit della rete stradale locale
e, soprattutto, le condizioni di vivibilit nel paese.

In primo luogo, nellultimissimo tratto di via Pellico a ridosso dei confini di


Lusciano (CE) si aveva il sorgere di un grande complesso di case a schiera con
annessi locali commerciali (via Moravia).
In secondo luogo, nel rione Di Vittorio, veniva a definirsi lodierna via King,
contraddistinta anzitutto da insediamenti di tipo residenziale privato.
In terzo luogo, altri aumenti dellantropizzazione extragricola si registravano nella
parte urbana di sud est, nelle sezioni delle vie Fellini e Siani.
Inoltre, visibili e discutibili indizi di localizzazione abitativa e commerciale
apparivano sempre a sud est nellarea dellattuale via M. T. di Calcutta.

A Parete, tuttavia, i pi deleteri segni di consumo del suolo degli anni Novanta
continuavano a concentrarsi nella zona sud ovest, dove larea c.d. 167 (sorta nel
precedente decennio con uno sparuto gruppo di palazzoni) cominciava ad assumere
lattuale volto: ossia quello di un crogiuolo di insediamenti abitativi ora di carattere
sociale ora di carattere familiare e ora di tipo prettamente speculativo, culminati
colla costruzione di taluni parchi residenziali.

In ultimo, per la prima volta nella storia del comune, si gettavano le premesse
per un inopportuno insediamento a carattere sparso di case e di capannoni anche
nella

parte

propriamente

extraurbana:

quindi

su

entrambi

lati

della

Circumvallazione, lungo la strada provinciale 33 Aversa-Villa Literno-Qualiano


(corrispondente al tratto paretano della c.d. Strada degli Americani) e lungo la
Parete-Tre Ponti.

In zona Circumvallazione, in particolare, aveva luogo un infelice insediamento


di attivit esattamente sopra lestrema propaggine settentrionale dellantica strada
(oggi via G.B. Basile) che dalla Madonnella menava al remoto villaggio di Santa
Maria.

27

Anche stavolta, insomma, emergeva un negativo episodio di alterazione della


percezione collettiva del locale territorio che, forse, continua a farsi sentire tuttora
specie a carico delle giovani generazioni.

Le immagini 1.8.1 e 1.8.2 pubblicate nel Tomo II della trattazione corrente


provano a dare conforto visivo a quanto appena sostenuto.

28

Capitolo 2
Dal Duemila fino ai nostri giorni

2.1 Prosecuzione del devastante processo di consumo di suolo


vergine
Allinizio del Terzo Millennio, come mostra limmagine 2.1.1 visibile nel Tomo II
della corrente trattazione del sottoscritto, il territorio comunale di Parete appariva
in pratica diviso in due parti.
A oriente del segmento nord della Circumvallazione, del prolungamento verso nord
di via G. B. Basile e di via Castagnola sorgeva la sezione propriamente urbana la
quale aveva finito per seguire un andamento sia nord-sud (da via Marconi fino al II
tratto di via Vittorio Emanuele) sia est-ovest (dal rione Di Vittorio a via della
Repubblica).
A occidente della Circumvallazione, di via G. B. Basile e di via Castagnola, invece,
sestendeva una parte ancora fortemente extraurbana con campi coltivati in vario
modo, seppure contrassegnata da diverse forme di insediamento abitativo e
commerciale.

Quindi, rispetto a mezzo secolo prima (a riguardo, il lettore invitato a


consultare limmagine 2.1.2 del Tomo II), limpronta agricola nel territorio
comunale risultava fortemente diminuita, di pari passo con quegli accennati
mutamenti sociali e occupazionali che avevano portato ad unascesa numerica di
lavoratori nel settore terziario (commercianti, liberi professionisti, impiegati pubblici
e privati, arruolati stabili nelle varie forze dellordine) e che, infine, sembravano
portare progressivamente proprio al superamento dellunico, vero e predominante
modello economico locale basato sul settore primario, il quale aveva avuto
perlomeno il rilevante pregio dellutilizzo continuo della risorsa suolo a livello
vergine.

In realt, il caso paretano sinseriva in un processo che aveva accomunato


lintera area a nord di Napoli nei decenni successivi il 1945 e che nei fatti aveva

29

determinato laccantonamento di quellantico e funzionale ruolo di prima credenza


alimentare della citt partenopea.
Entrare nei dettagli di questa trasformazione non ha senso ai fini della presente
trattazione poich richiederebbe uno spazio eccessivo. Perci si vuole soltanto
evidenziare come allinizio del Terzo Millennio la frammentazione/indebolimento del
tessuto economico-sociale zonale fosse giunta ad un livello altissimo.

Negli anni susseguenti il 2000, per, a tale frammentazione/indebolimento, le


autorit locali, provinciali, regionali e nazionali hanno cercato di porre rimedio (?)
attraverso azioni scoordinate fra loro, effimere, quando non addirittura dissennate.
Esse, comunque, hanno avuto come unico denominatore unaccelerazione del
mutamento territoriale della zona attraverso cambi di destinazione duso dei suoli
agricoli per realizzare anzitutto enormi quartieri dormitorio, maxi centri commerciali
e, in qualche caso, delle fantomatiche aree PIP.

Codesta impennata dalla speculazione edilizia ha certamente tratto slancio


dalla crisi del medesimo settore primario nord napoletano, oramai ampiamente
esposto ai danni di unimportazione incontrollata di derrate simili a quelle coltivate
in loco e capace di far diminuire costantemente i prezzi.
In particolare, in una zona storicamente contraddistinta dalla polverizzazione del
possesso fondiario e dalla massiccia presenza di imprese agricole affittuarie, la crisi
ha portato questultime ad avere minori introiti spingendole verso una minore
pratica del noleggio ovvero allabbandono dei campi. Sommando a ci la
coincidenza di unascesa del prelievo fondiario (e non solo), ecco la decisione di
numerosi proprietari di non considerare pi il pezzo di terra come una sorta di
investimento a bassissimo rischio da dismettere o da accrescere per quote, a
seconda dei frangenti ma di cedere alle lusinghe della cementificazione attraverso
una vendita diretta o perfino la creazione di societ ad hoc col costruttore di turno.
Da qui ai gi menzionati cambi di destinazione duso dei suoli, il passo stato
breve.

In questo contesto votato allo sfacelo, financo la costruzione (tra la fine degli
anni Ottanta e i primi anni Novanta) della Strada Sopraelevata dei Ponti della Valle
e del c.d. Asse Mediano che, peraltro, lambiscono il territorio di Parete
rispettivamente da est e a da sud ha finito per rappresentare un terribile

30

svantaggio poich la pretesa di unesaltazione industriale dellintera zona a nord del


capoluogo

campano

si

tradotta

mestamente

in

un

supporto

della

cementificazione e, addirittura, della prosecuzione dello sversamento legale/illegale


di rifiuti tossici nelle aree rurali ancora rimaste.

Risultando

frammentata

lorganicit

economica-sociale

del

territorio

settentrione di Napoli, di certo lultima cosa necessaria pure per Parete era la
prosecuzione dellerosione di suolo agricolo locale, anche perch, nel contempo,
appariva oramai indubbia la saturazione della parte urbana, arrivata a toccare a
pi riprese i confini dei vicini comuni di Trentola Ducenta, Lusciano e Giugliano in
Campania.

Buon senso, in particolare, avrebbe dovuto consigliare agli amministratori del


paese di evitare come la peste bubbonica ogni ulteriore espansione dellattivit
edilizia verso le parti rurali, alfine di garantire una ritrovata fruibilit dellesiguo
territorio (5,7 chilometri quadrati) ad una popolazione che, nel corso degli anni era
gi cos repentinamente aumentata fino ad ammontare, il 31-12-2001, a 10.333
unit.

E invece, gli anni dal Duemila fino ai nostri giorni (amministrazioni Volpe,
Verrengia II e Vitale) non hanno conosciuto una salvifica inversione di tendenza e
la devastante attivit di consumo di suolo vergine continuata in tutte le
direzioni della superficie comunale, specie verso sud ovest e verso ovest,
attraverso lubicazione fin troppo generosa di attivit extragricole (commercio,
artigianato) e la costruzione di abitazioni messe o meno in vendita.

2.2 Suddivisione del territorio comunale per aree da esaminare


con maggiore accortezza
Onde meglio mostrare il proseguimento del devastante processo di consumo di
suolo vergine susseguente il 2000, si passa ora ad un esame per aree del
territorio comunale di Parete.

31

In generale, verranno fatti confronti basati su rilevamenti aerei del 2003 e del
2014 (il primo quello pi datato offerto dal software pc Google Earth)16.

Le aree considerate sono:


-

via DAcquisto (lato orientale) e via Marconi (direz. Trentola Ducenta);

via Pellico e immediati paraggi;

via Vicinale Vecchia (III tratto, versante est) e rione Di Vittorio (lato nord);

rione Di Vittorio (lato sud);

via Vittorio Emanuele (II tratto) fra via Santi e lestremo confine sud est del
comune;

via Vittorio Emanuele (II tratto) fra via Di Giulio e la porzione a nord di via
Madre Teresa di Calcutta;

via Madre Teresa di Calcutta e campagne verso sud;

rione 167, via Giorgio Amendola I e II tratto, via Follerau, via San Giuseppe
fino a via Petroselli;

campagne a sud e a sud-ovest del rione 167;

lato sud del rione di via della Repubblica;

prolungamento occidentale di via della Repubblica (dallintersezione con via


Castagnola fino alla coop. Sole);

strada provinciale 109 Parete-Tre Ponti;

campagne circostanti la strada rurale Portella;

Circumvallazione, lato sud;

Circumvallazione, lato nord;

zona Cimitero, strada provinciale 33 Aversa-Qualiano-Villa Literno.

Prima di entrare nel merito, il sottoscritto ritiene necessario precisare che


lindividuazione di alcuni terreni ed edifici non vuole celare alcuna forma di banale
ripicca verso chicchessia, ma ha principalmente il valore di sintesi storica fra il
passato e il presente.

16

Per lesattezza, 19-6-2003 e 11-8-2014. In merito a questultima data, tuttavia, va precisato che nelle

immagini relative a questo capitolo e presenti nel Tomo II della corrente trattazione appaiono evidenziati
anche episodi di consumo di suolo vergine concretamente realizzatisi a partire da un momento
successivo. Di conseguenza, per lanno 2014, il sottoscritto ha posto a s stesso come riferimento ultimo
il 31-12.
32

Limmagine 2.2, visibile nel Tomo II della corrente trattazione del sottoscritto
sul territorio paretano, cerca di chiarire al lettore lubicazione delle aree di seguito
esaminate.

2.3 Via DAcquisto (lato orientale) e via Marconi (direz. Trentola


Ducenta)
A rigor di logica, lurbanizzazione della parte orientale di via DAcquisto e della
porzione di via Marconi verso Trentola non avrebbe mai dovuto esservi per quattro
ragioni.

Anzitutto, perch estremamente a ridosso dei confini coi vicini comuni di


Trentola Ducenta (CE) e Lusciano (CE). Quindi perch era doveroso garantire una
piena riconoscibilit fisica del territorio, primo indispensabile elemento per ogni
identit comunitaria locale.

In seconda battuta, per consentire la salvaguardia veramente economica di


superfici anche piccole, ma comunque destinabili, ad esempio, alla localizzazione di
attivit orticole e/o vivaistiche e/o di piccolo allevamento (volatili).

In terzo luogo, perch levidenziato tratto di via Marconi ha importanza


sovracomunale, dato che dal 1866 conduce allabitato del vicino comune di Trentola
Ducenta.

In quarto luogo, perch il segmento di via DAcquisto qui menzionato


corrisponde al primo tratto paretano della c.d. Strada degli Americani (il secondo
la provinciale 33 Aversa-Qualiano-Villa Literno conducente a ponente): ossia ad
unaltra arteria di importanza sovracomunale.

A danni oramai fatti, per, si tratta di capire se durante il periodo 2003-2014


vi sia stato o meno un ulteriore puntellamento edilizio. Ebbene, come mostrano, le
immagini 2.3.1 e 2.3.2 pubblicate nel Tomo II della corrente trattazione, tale
inopportunit non ha mancato di verificarsi.

33

2.4 Via Pellico e immediati paraggi


Larea qui considerata quella che ha come cuore via Pellico e che limitata
a nord dal tratto di via DAcquisto conducente ad Aversa (CE), a sud da via Forno,
ad ovest da via Marconi e ad est da un quartiere periferico di Lusciano (CE).

Le immagini 2.4.1 e 2.4.2 pubblicate nel Tomo II della corrente trattazione


raffrontano i cambiamenti avvenuti in questarea fra il 2003 e il 2014.

Ebbene, anche da esse emerge un consumo del suolo diretto verso il quartiere
periferico luscianese, fino a creare un unico indistinto caseggiato, e contraddistinto
dalla realizzazione di fabbricati (alcuni dei quali tipici della speculazione edilizia
residenziale).

In virt di quanto osservato nel precedente paragrafo, tale erosione di spazi


vergini estremamente a ridosso di Lusciano rappresenta un grave danno per la
riconoscibilit fisica del territorio paretano, primo indispensabile elemento per ogni
identit comunitaria locale, e per la salvaguardia financo veramente economica
delle superfici di confine.

Per il futuro, come si evince dallimmagine 2014, non meno imprudente


potrebbe risultare levoluzione nei pressi di piazza Caduti di Nassiriya dove, stando
a qualche annuncio immobiliare, ad una preesistente serie di costruzioni a schiera
dovrebbero

essere

affiancate

altre

sette

unit

monofamiliari

con

annesso

allargamento carreggiata del tratto finale di via Forno.

Per quanto possa sembrare bizzarro a qualche lettore, va sottolineata anche


lassenza della trave di cemento per tanti anni posizionata in fondo a via Pellico e
fungente da spiccio segnale di confine fra Parete e Lusciano. Difatti ci pu essere
visto come lindizio di una definitiva accelerazione dellinurbamento di questarea,
con effetti negativi in termini di viabilit e vivibilit capaci di riversarsi financo
sullintero paese.
A riguardo, ognuno pu consultare le immagini 2.4.3 e 2.4.4 visibili nel Tomo II.

34

Linopportunit di far realizzare edifizi negli ultimissimi tratti delle vie


Ventignano, Pastore, Treves e Pellico si fa ulteriore se specificato che tale
sottosezione corrisponde a un tratto attualmente invisibile ad occhio nudo dellalveo
naturale Spierto (immagine 2.4.5 del Tomo II).

Sull'alveo Spierto, comunque, altro viene specificato nel paragrafo 7.2.

A margine va segnalato brevemente pure altro. Riguardando con attenzione


verso destra le immagini 2.4.1 e 2.4.2, infatti, si ha modo di notare un aumento
dellurbanizzazione anche in corrispondenza del tenimento di Lusciano capace di
produrre un ulteriore appesantimento del traffico veicolare lungo la c.d. Strada
degli Americani e di compromettere in misura maggiore ampia parte della vivibilit
locale e zonale. In particolare, tale incremento si verificato nel citato rione
periferico e col sorgere di un maxi parcheggio utile al centro commerciale Jambo (il
quale a sua volta possiede dei locali espositivi qualche metro pi a nord, ma
ricadenti nel tenimento di Trentola Ducenta).

2.5 Via Vicinale Vecchia (III tratto, versante est) e rione Di


Vittorio (lato nord)

Le immagini 2.5.1 e 2.5.2 pubblicate nel Tomo II della corrente trattazione


mostrano le situazioni 2003 e 2014 della parte settentrionale del rione Di Vittorio e
del terzo tratto (versante est) di via Vicinale Vecchia, strada che oggigiorno
congiunge piazza del Popolo e via Forno.

A voler essere sinceri, in riferimento alla fascia temporale considerata non v


nulla di significativo da segnalare per la porzione nord del rione Di Vittorio.
Francamente inopportuna, invece, levoluzione legata al terzo tratto di via Vicinale
Vecchia dove qualsiasi nuova urbanizzazione sul lato di levante dovrebbe essere
evitata come la peste bubbonica.

A partire dal Secondo Dopoguerra, infatti, con un inurbamento contenuto


soltanto sul lato di ponente (poich le case, per fortuna, avevano il loro ingresso
unico o principale solo dai primi tratti delle vie Marconi e Vittorio Emanuele, nonch
35

da via Pino Amato), il terzo troncone di Via Vicinale Vecchia ha progressivamente


accresciuto il suo ruolo di valvola di sfogo per il traffico veicolare del paese,
altrimenti paralizzato lungo la direttrice Marconi-Vittorio Emanuele. Negli ultimissimi
anni, poi, tale funzione venuta ancora a consolidarsi collelevazione a senso unico
di marcia da sud a nord, in modo da creare una rete integrata collaltro percorso
obbligatorio che, da settentrione a meridione, riguarda le citate strade Marconi e
Vittorio Emanuele I tratto (immagine 2.5.3 del Tomo II).

Specialmente, per, va osservato come il terzo tratto di via Vicinale Vecchia


rechi una carreggiata larga circa 1,55 metri nel punto pi stretto e circa 3,95 metri
nel punto pi largo, come mostrano le immagini 2.5.4 e 2.5.5 nel Tomo II della
corrente trattazione su Parete.

A stretto giro di posta, quindi, lutilissimo e attualissimo ruolo di facilitazione


del traffico rischia di venire meno perch, come viene evidenziato gi nellimmagine
2.5.2, risulta in pieno corso unattivit di speculazione edilizia attraverso la
costruzione di sette fabbricati multipiano destinati a contenere appartamenti privati
e unit commerciali, la realizzazione di un parcheggio auto e perfino lapertura di
una nuova strada collegante via Ungaretti (attualmente traversa cieca di via Di
Vittorio) e il terzo troncone di via Vicinale Vecchia.

Ma non finisce qui. Difatti, per il prosieguo dellarteria Vicinale, esattamente


nel punto in cui curva repentinamente verso nord, gi appare come fulgida aurora
il progetto di unaltra consistente opera di speculazione edilizia culminante nella
costruzione di unit immobiliari mono e plurifamiliari.
In particolare, stando a quello che si percepisce dalla cartellonistica esposta in loco,
potrebbero essere realizzati almeno una ventina di stabili a schiera e multipiano
intervallati da tre novelle strade, di cui una parallela alla medesima Vicinale e due
che vi si allacciano direttamente, nonch contraddistinti da due aree adibite a verde
pubblico (?!?!?!) e da un parcheggio.

Tre sono le principali conseguenze di un progressivo devastante inurbamento


del lato di levante del III tratto di via Vicinale Vecchia:
a) un appesantimento del traffico veicolare causato dalla presenza di nuovi
edifizi e capace di coinvolgere, indipendentemente dal mantenimento di un senso

36

unico di marcia o dallistituzione di uno doppio, ladiacente rione Di Vittorio, la


direttrice Marconi-Vittorio Emanuele II e perfino lintero paese;
b) la crescente ovvero definitiva cancellazione di ogni traccia visibile del profilo
storico di questa stradina, evocante encomiabilmente la civilt contadina, specie
se ne venisse stravolto lo svolgimento mettendo mano alla larghezza della
carreggiata;
c) una maggiore invivibilit che, dallarea qui considerata, pu estendersi a
tutta Parete dando alla collettivit la sgradevole sensazione di essere simile alle
sardine in scatoletta17.

2.6 Rione Di Vittorio (lato sud)


Le immagini 2.6.1 e 2.6.2 pubblicate nel Tomo II della corrente trattazione
mostrano le situazioni 2003 e 2014 dellarea delimitata a nord da via Di Vittorio, a
est dal tenimento di Lusciano (CE), a ovest dal secondo tratto di via Vittorio
Emanuele.

In primo luogo, spicca in negativo la costruzione di altri stabili in via King


(strada,

di

fatto,

sorta

durante

gli

anni

Novanta),

la

quale

contrasta

collirrinunciabile necessit di garantire la riconoscibilit fisica del territorio


paretano, primo indispensabile elemento per ogni identit comunitaria locale, e la
salvaguardia financo veramente economica delle superfici di confine.

In secondo luogo, emerge in modo non meno inopportuno la realizzazione di


ulteriori edifici, anche di natura prettamente speculativa, destinati ad affacciarsi
direttamente su via Vicinale Torre, un tempo strada congiungente Parete e il

17

Nel corso del paragrafo 2.5, lautore ha scelto di soffermarsi essenzialmente solo sul ruolo di

smaltimento del traffico veicolare del III tratto di via Vicinale Vecchia. Tuttavia, rimane altrettanto vero
che i terreni a ponente di questarteria, fino a qualche anno addietro, costituivano un ottimo esempio di
sfruttamento economico del suolo a quattro passi dal centro storico di Parete, data la presenza di
coltivazioni di vario tipo. Ora, guardandoli, savverte soltanto una sensazione di smarrimento assoluto
poich ogni cosa stata sradicata, mentre i ciuffi di erbacce che spuntano qua e l vegliano appena una
prossima alla costruzione di stabili.
37

villaggio scomparso di Torre Villa Ariosa (conosciuto anche col nome di Torre
Pacifico).
Nello specifico, le discutibili conseguenze sono quelle di veder aumentato il traffico
veicolare, di assistere alla definitiva cancellazione di ogni traccia visibile del profilo
storico di suddetta arteria (specie per il tratto oltre lincrocio con via Brodolini), di
dare un ulteriore nefasto contributo allinvivibilit sia di questa parte sia financo
dellintero paese.

2.7 Via Vittorio Emanuele (II tratto) fra via Santi e lestremo
confine sud est del comune
A rigor di logica, lurbanizzazione dellarea di via Vittorio Emanuele (II tratto)
compresa fra via Santi e lestremo confine sud est del territorio comunale di Parete
non avrebbe mai dovuto esservi per due ragioni.

In primo luogo, perch avvenuta a ridosso dei confini coi vicini comuni di
Lusciano (CE) e Giugliano in Campania (NA). Quindi perch era doveroso garantire
una piena riconoscibilit fisica del territorio, primo indispensabile elemento per ogni
identit comunitaria locale.

In secondo luogo, per consentire la salvaguardia veramente economica di


superfici anche piccole, ma comunque destinabili, ad esempio, alla localizzazione di
attivit orticole e/o vivaistiche e/o di piccolo allevamento (volatili).

A danni oramai fatti, per, si tratta di capire se durante il periodo 2003-2014


vi sia stato o meno un ulteriore puntellamento edilizio. Ebbene, come mostrano le
immagini 2.7.1 e 2.7.2 pubblicate nel Tomo II della corrente trattazione, ci
purtroppo avvenuto compromettendo ulteriormente lidea di riconoscibilit fisica del
territorio paretano relativamente a questarea e il tentativo di salvaguardia
veramente economica di superfici anche piccole di confine.

38

2.8 Via Vittorio Emanuele (II tratto) fra via Di Giulio e la


porzione a nord di via Madre Teresa di Calcutta
A rigor di logica, la costruzione di stabili nellangolo di ponente disegnato da
via Livatino e da via Siani non avrebbe mai dovuto esservi perch landamento
TROPPO verso sud est del II tratto di via Vittorio Emanuele lasciava relativamente
scoperta tale porzione di territorio comunale estremamente a ridosso del confine
con Giugliano in Campania (NA).

A danni oramai fatti, per, si tratta di capire se durante il periodo 2003-2014


vi sia stato o meno un ulteriore puntellamento edilizio. Ebbene, come mostrano le
immagini 2.8.1 e 2.8.2 pubblicate nel Tomo II della corrente trattazione, tale
inopportunit non ha mancato di verificarsi.

2.9 Via Madre Teresa di Calcutta e campagne verso sud


A rigor di logica, qualsiasi ipotesi di urbanizzazione relativa al lato sud di via
Madre Teresa di Calcutta e alle campagne verso mezzogiorno doveva essere gi
esclusa in passato per due ragioni.

In primo luogo, perch larea troppo poco estesa, visto che stretta su tre
lati dal territorio comunale di Giugliano in Campania (NA).

In secondo luogo, per continuare collutilizzazione veramente economica delle


varie superfici, ancora ampiamente adibite ad attivit agricole.

Tenendo conto, comunque, che dagli anni Novanta del XX secolo ha avuto
luogo il sorgere di insediamenti abitativi e commerciali, si tratta di capire se pure
per il periodo 2003-2014 vi sia stato o meno unulteriore localizzazione extra
agricola.

Ebbene, per il lasso temporale in questione, il confronto delle due immagini


2.9.1 e 2.9.2 visibili nel Tomo II della corrente trattazione non ha evidenziato, a
differenza di altri casi esaminati finora, dei puntellamenti cementizi veri e propri.
39

2.10 Rione 167, via Giorgio Amendola I e II tratto, via Follerau,


via San Giuseppe fino a via Petroselli

Le immagini 2.10.1 e 2.10.2 visibili nel Tomo II della corrente trattazione


rimandano,

rispettivamente,

al

2003

2014

mostrano,

in

particolare,

linopportuno processo di consumo di suolo vergine dellarea del rione 167, via
Giorgio Amendola I e II tratto, via Follerau, via San Giuseppe fino a via Petroselli.

A conti fatti, questa la parte del territorio comunale di Parete che continua a
versare il pi significativo contributo di sangue nel nome della cementificazione,
assai spesso collegata alla speculazione edilizia.

Le ragioni per cui occorreva evitare tale intensificazione del consumo di suolo
vergine sono essenzialmente tre.

In primo luogo, perch i tratti relativi a via 2 Agosto, via Follerau e, svoltando
verso destra, a via San Giuseppe si trovano estremamente a ridosso dei confini col
vicino comune di Giugliano in Campania (NA). Quindi perch si verificata una
grave compromissione della riconoscibilit fisica del territorio paretano, primo
indispensabile elemento per ogni identit comunitaria locale.

In secondo luogo, per consentire la salvaguardia veramente economica di


quanto pi superfici possibili, anche piccole, ma comunque destinabili, ad esempio,
alla localizzazione di attivit orticole e/o vivaistiche e/o di piccolo allevamento
(volatili).

Ma soprattutto perch la realizzazione continua di stabili adibiti a residenza


privata/commerciale ha mandato in malora parti non irrilevanti della fruibilit viaria
e della vivibilit dellintero paese, visto che la zona qui evidenziata poteva
assurgere

ad

un

pi

funzionale

ruolo

di

circumvallazione

circumvallazione interna, seconda circumvallazione.

40

implicita,

Per comprenderlo basta osservare limmagine 2.10.3 presente nel Tomo II dove
viene tracciato un percorso ideale a doppio senso di marcia che include, da est
verso ovest, piazza Trinit, via Follerau e via Giorgio Amendola I tratto.

A ulteriore dimostrazione che le ultime affermazioni del sottoscritto non sono


campate in aria, va precisato che fino a qualche annetto fa proprio via Follerau era
ufficialmente denominata via Circumvallazione Cecaro. Che tale cambiamento di
titolazione abbia voluto rappresentare nella mente di qualcuno una sorta di suggello
formale allinopportuna definitiva urbanizzazione di questa sezione del territorio
comunale???

Proseguendo oltre, giusto sottolineare come la trionfante vittoria del


progresso (edil-speculativo, ma anche non speculativo) richiederebbe, se possibile,
unaggiuntiva disponibilit di strade, cosa che, invece, fa a cazzotti colle concrete
decisioni prese recentemente dagli amministratori del paese.
Per lesattezza, si allude alla chiusura al traffico della stradina a cavallo del
municipio e della villa comunale Caduti sul Lavoro adibita, seppure con alterni
risultati, ad isola ecologica.

Per il resto, va altres evidenziato come faccia appena sorridere la decisione


della Giunta Comunale paretana (delibera n. 46 del 2014) di affidare alla Pro Loco
del paese uno spazio recintato in cui dar seguito ad attivit ludiche e sportive18.
Difatti, agli occhi del sottoscritto, troppo forte limpressione di voler dare al
popolo una sorta di scialbo contentino fra tanto bel mattone.

2.11 Campagne a sud e a sud-ovest del rione 167


A rigor di logica, la costruzione di stabili nelle campagne a sud e a sud ovest
del rione 167 non avrebbe mai dovuto esservi o, perlomeno, non avrebbe mai
dovuto estrinsecarsi in modo da stare troppo a ridosso dei confini fra Parete e la
vicina citt di Giugliano in Campania (NA).

18

Tale spazio stato attrezzato e inaugurato nei primi mesi del 2015.
41

Purtroppo, per, le immagini 2.11.1 e 2.11.2 visibili nel Tomo II della corrente
trattazione mostrano un confronto fra le situazioni 2003 e 2014 che conferma un
ulteriore inopportuno puntellamento edilizio.

Ai primi anni Duemila, inoltre, grazie allutilizzo di fondi comunitari, risalgono


lasfaltatura e la dotazione di segnaletica verticale per lultimissima parte del II
tratto e lintero III tratto della strada rurale Cupa Cesa, manco si trattasse del
centro del paese e non di una via ancora sostanzialmente interpoderale che, per
giunta, funge da limite fra due comuni.

2.12 Lato sud rione della Repubblica

Le immagini 2.12.1 e 2.12.1 visibili nel Tomo II della corrente trattazione,


risalenti rispettivamente al 2003 e al 2014, mostrano linopportunissimo processo di
consumo del suolo vergine avvenuto immediatamente a sud del rione di via della
Repubblica. Per lesattezza, la seconda foto evidenzia come, nel giro di appena dieci
anni, siano soprattutto sbucate dal nulla una bella ventina di abitazioni multipiano,
in pieno stile edil-speculativo: roba da tenere testa alla cementificazione dellarea
167 presentata nel paragrafo 2.10.

Una curiosit. Ancora nel momento in cui il sottoscritto pubblica il presente


paragrafo, il modo migliore per accedere al citato novello concentrato di case da via
della Repubblica non transitare direttamente per il segmento sud di via
Castagnola, ma passare anzitutto per via dellAversana, svoltare a destra in una
traversa laterale e poi girare a sinistra per immettersi, finalmente, nel menzionato
segmento: un bel zig-zag, insomma, come cerca di far comprendere limmagine
2.12.3 sempre visibile nel Tomo II.

Allo stadio attuale, il segmento sud di via Castagnola appare, quindi, diviso in
tre parti. Il primo, che direttamente immette da via della Repubblica, risulta essere
un abbozzo malriuscito di rifiuti abbandonati, chiusini, spruzzate dasfalto ed
erbacce largo mediamente circa 160 centimetri. Il secondo, dopo essere svoltati a
sinistra dalla traversa di via dellAversana, che si contraddistingue per la maggiore
larghezza

larredo

urbano

indispensabile
42

per

la

colonizzazione

dellarea

prospicente.

Il

terzo,

non

visibile

nelle

immagini

sopracitate,

che

ha

sostanzialmente ancora le sembianze di un aspetto campestre.

Per quanto possa sembrare assurdo agli occhi dei lettori, il sottoscritto si
augura che il primissimo tratto del segmento sud di via Castagnola resti sempre
identico. E dato che il motivo dovrebbe essere percepibile, si preferisce non
aggiungere altro.

2.13

Prolungamento

occidentale

di

via

della

Repubblica

(dallintersezione con via Castagnola fino alla coop. Sole)


Via della Repubblica non una strada qualsiasi di Parete, ma una vera e
propria

arteria

di

importanza

sovracomunale

che,

in particolare,

al di

dellintersezione con via Castagnola, consente, dopo un paio di chilometri e dopo


aver superato pure la p.le 109 Parete-Tre Ponti, di immettersi nella Qualiano-Villa
Literno.

A rigor di logica, quindi, avrebbe dovuta essere evitata come la peste


bubbonica qualsiasi forma di insediamento extragricolo (abitazioni private e locali
commerciali) almeno a occidente dellincrocio con via Castagnola onde evitare un
progressivo

aggravamento

incontrollabile)

processo

di

del

flusso

consumo

veicolare
di

suolo

un

vergine.

crescente

(ovvero

Purtroppo,

per,

limpressione del sottoscritto che gli anni a seguire saranno, per Parete, quelli
della Conquista del West, con gravi ripercussioni sulla vivibilit locale e zonale.

Le immagini 2.13.1 e 2.13.2 presenti nel Tomo II della corrente trattazione


raffrontano, in particolare, le situazioni 2003 e 2014 lungo e nei paraggi del
prolungamento occidentale di via della Repubblica (compreso fra lincrocio di via
Castagnola e la coop. Sole).

Le varie evidenziazioni in rosso nellimmagine datata 2014 mostrano un


indubbio e inopportuno consumo di suolo vergine sul prolungamento occidentale
di via della Repubblica.

43

Le evidenziazioni in arancione, invece, riguardano quelle del secondo tratto della


strada rurale Cupa, il quale corre a nord e parallelamente a via della Repubblica; da
notare, in aggiunta, la perdurante presenza di vasche dacqua che, per, a modo di
vedere del sottoscritto, difficilmente sono adibite alla macerazione annuale della
canapa.

Una riprova della probabile conquista verso lovest coinvolgente questa zona
data anche dalladempimento di talune formalit burocratiche e dallesecuzione, nel
frattempo, di opere di arredamento urbano finanziate con fondi comunitari.

Anzitutto, in due differenti circostanze, lAmministrazione Comunale di Parete


ha chiesto e ottenuto il declassamento da strada provinciale a strada comunale di
due tratti in successione del prolungamento occidentale di via della Repubblica:
quello fra via Castagnola e limbocco sud della Circumvallazione19 e quello oltre tale
imbocco fino allo spazio antistante la coop. Sole20.

In secondo luogo, durante i primi mesi del 2010 (sindacato Verrengia II), il
tratto di via della Repubblica compreso fra via Castagnola e limbocco sud della
Circumvallazione stato interessato da lavori volti al posizionamento di lampioni,
marciapiedi, fogne, chiusini, canalini di scolo e tombini che hanno determinato la
copertura dei fossi naturali destinati al reflusso delle acque piovane alle due
estremit della carreggiata.
Le

immagini

2.13.3

2.13.4,

anchesse

visibili

nel

Tomo

II,

mostrano,

rispettivamente, il prima e il dopo.

Sinvita ogni lettore a non sottovalutare la propedeuticit di simili adempimenti


burocratici rispetto alle successive opere manuali poich perfettamente funzionali
ad unurbanizzazione di questa parte del territorio comunale che resta quanto mai
sconsigliabile
19

Linclusione del tratto in questione si desume dal Decreto Dirigenziale n. 102 del 1 settembre 2010

dellA.G.C. 15, Lavori Pubblici, Opere Pubbliche, Attuazione, Espropriazione, Settore 04, presso la
Regione Campania.
20

A riguardo, il sottoscritto ha individuato la Delibera di Giunta Comunale n. 113 del 9 Dicembre 2010

colla quale il Comune di Parete chiedeva alla Provincia di Caserta la cessione del tratto stradale compreso
fra limbocco su della Circumvallazione e lingresso della coop. Sole lungo la strada Parete Tre Ponti.
44

Ai primi anni Duemila, invece, risalgono lasfaltatura e la dotazione di


segnaletica verticale per il secondo tratto della strada rurale Cupa, manco si
trattasse del centro del paese e non di una via ancora sostanzialmente
interpoderale, malgrado i puntellamenti edilizi occorsi nel frattempo.

2.14 Strada provinciale 109 Parete-Tre Ponti


Le immagini 2.14.1 e 2.14.2, presenti nel Tomo II della corrente trattazione,
risalgono rispettivamente al 2003 e al 2014 e mostrano come unattivit negativa di
consumo del suolo attraverso il puntellamento edilizio sia proseguita anche nella
zona circostante la strada provinciale 109 Parete-Tre Ponti, dove, invece, nulla
avrebbe dovuto esservi se non spazi esclusivamente dediti ai raccolti agricoli.

Ci che si nota sono soprattutto manufatti industriali, capannoni e piazzali


recintati in cui sembrano giacere abbandonati mezzi pesanti di ogni tipo. Su due,
per, vale la pena di scrivere qualcosa.

Il primo insediamento rimanda ad unattivit commerciale fattivamente


avviata verso la fine del 2014 e sciaguratamente localizzata accanto allalveo
naturale di Casacugnano (dal nome del primitivo villaggio che secoli fa sorgeva nei
paraggi), gi di per suo mal tutelato e oggetto di esondazioni financo capaci di
creare disagi al traffico di passaggio lungo la strada Qualiano-Villa Literno.

Il secondo lo stabilimento Resit, sorto nei primi anni 2000 dietro richiesta
dellomonima impresa per venire destinato al trattamento di rifiuti riciclabili. Dopo
le vicissitudine giudiziarie che hanno travolto la citata azienda, esso stato
confiscato dallo Stato il quale, nel 2014, lha ceduto in fitto a dei soggetti privati,
vanificando cos le proposte elaborate intanto dalle istituzioni locali, fra cui quella di
adibirlo ad isola ecologica.

2.15 Campagne circostanti la strada rurale Portella

45

La strada rurale Portella scorre per oltre un paio di chilometri parallelamente a


sud del lungo asse viario disegnato da via della Repubblica e dalla strada
provinciale 109 Parete Tre Ponti, immettendosi in questultima dopo unultima
deviazione a destra.

Le immagini 2.15.1 e 2.15.2, nel Tomo II della corrente trattazione,


raffrontano, rispettivamente, le situazioni 2003 e 2014 di tutta la zona circostante
questa arteria campestre.

Essendo difficile notarlo dallalto, si precisa come durante questo decennio


anche la via Portella sia stata interessata da unopera di asfaltatura e di dotazione
di segnaletica verticale realizzata grazie a fondi comunitari, manco si trattasse del
centro del paese e non di una via ancora sostanzialmente interpoderale.

Tuttavia, non lunico caso dellarea. A sud di via Portella, infatti, scorre,
incatramato, un altro sentiero rurale che funge da ennesimo confine fra i comuni di
Parete e di Giugliano in Campania.

Per lintera sezione considerata, va altres accennata la presenza di qualche


sparuto caseggiato utile per lattivit agricola, ma forse, anche per dare dimora
stabile a taluno della manodopera.

2.16 Zona sud della Circumvallazione


Come scritto precedentemente, la costruzione della Circumvallazione di Parete
risale agli anni Ottanta. Durante i venti anni successivi, essa ha svolto soprattutto
un ruolo di aggiramento del centro abitato sia per i provenienti da nord sia per chi
arrivava da sud contribuendo positivamente allalleggerimento del traffico veicolare
e alla pi generale vivibilit nel territorio comunale.

Osservando per i mutamenti avvenuti nelle zone ambo i suoi lati dopo linizio
del Terzo Millennio, invece, limpressione che, pure da qui, avr svolgimento quel
nefasto processo di Conquista del West, secondo la definizione data tre paragrafi
addietro.
46

A titolo di prova, viene menzionato un momento solo apparentemente


insignificante: il cambio di denominazione ufficiale dellarteria consumato durante
lamministrazione Verrengia II e che ha portato a dedicarla a Carlo Pezone, come
mostrano a chiunque di passaggio ben quattro targhe (due delle quali in marmo
bianco). Carlo Pezone, quindi, come Guglielmo Marconi, Enrico Berlinguer o
Umberto I: toponomastica che rimanda immediatamente al centro abitato del
paese. Ci malgrado, il sottoscritto continuer a usare lappellativo precedente,
onde non offendere il buon senso che sempre dovrebbe ispirare ogni atto di
gestione del territorio comunale.

Si passa ora alla zona meridionale della Circumvallazione. A riguardo, lo


scrivente, in modo del tutto arbitrario, ha deciso di considerarla delimitata, sul lato
ancora prevalentemente extraurbano del comune paretano, dalla linea ideale che va
dalla vasca dellEnte di Bonifica del Basso Volturno fino agli appezzamenti
affacciantesi direttamente sulla stessa Circumvallazione; mentre, sul lato urbano, di
concepirla come confinata fra via Marchesi (da nord), via II Cavour (da ovest) e via
della Repubblica (da sud).

Anche per la sezione qui esaminata, per lesattezza, non sono mancati gli
episodi capaci di modificarne laspetto nel corso del doppio lustro considerato. A
riguardo, il lettore invitato anzitutto a osservare le immagini 2.16.1, 2.16.2,
2.16.3 e 2.16.4 presenti nel Tomo II della corrente trattazione.

In primo luogo, guardando direttamente la strada Circumvallazione, vanno


menzionati i lavori di arredamento urbano avvenuti lungo le due estremit della
carreggiata durante i primi mesi del 2010 (amministrazione Verrengia II) grazie
alluso di fondi comunitari, i quali hanno consentito il posizionamento di lampioni,
marciapiedi, fogne, chiusini, canalini di scolo e tombini in sostituzione dei fossi
naturali presenti ancora in diversi punti (seppure spesso sommersi da erbacce) e
destinati al reflusso delle acque piovane.

In secondo luogo, come conferma il confronto aereo fra il 2003 e il 2014, si


verificata, purtroppo, una significativa attivit di consumo di suolo vergine nei
dintorni dello stadio comunale, culminata nella realizzazione di alloggi di carattere

47

prettamente speculativo. A questa, vanno aggiunti gli altri lavori di arredamento


urbano in corrispondenza dellultima traversa a sinistra di via Marchesi, direzione
Cimitero, e del primo tratto ovest di via Luca Giordano.

A margine, va citata pure la presenza di un recente edificio di culto ubicato in


un terreno in fondo a via G.B. Basile. Questo, infatti, se per un verso potrebbe
essere visto come il tentativo di rinverdire i fasti di unantica edicola votiva che qui
sorgeva un tempo (Madonnella), dallaltro lato sembrerebbe incastonarsi alla
perfezione con quellinesorabile (?) processo volto, prima o poi, a completare
lurbanizzazione dei circostanti e grandi spazi rimasti miracolosamente ancora liberi
fino ad oggi.

2.17 Zona nord della Circumvallazione

Le immagini 2.17.1 e 2.17.2, visibili nel Tomo II della corrente trattazione sul
territorio paretano, raffrontano le situazioni 2003 e 2014 della zona nord della
Circumvallazione che, per facilit di trattazione, si considera finire poco pi ad est di
via Bologna.

Dalla consultazione delle citate immagini sembra evincersi che in questa zona
del territorio comunale il devastante processo di consumo del suolo vergine pare
aver assunto gi delle proporzioni davvero ragguardevoli, forse seconde solo a
quelle della zona 167.

In primo luogo, considerando le superfici che si affacciano direttamente sul


versante occidentale della strada Circumvallazione, va osservato come il periodo
2003-2014 abbia visto addirittura un inopportuno aumento delle aree adibite ad
attivit extragricole, specialmente di deposito.

Per quanto concerne larea relativamente pi vasta che guarda a oriente (rione
Cirillo fino a via Bologna ambo i lati), il periodo 2003-2014 ha visto la creazione di
unit abitative a carattere sia speculativo sia non speculativo. In questottica, non
manca il delinearsi di qualche nuovo collegamento viario colla Circumvallazione.

48

Per il prossimo futuro, come mostra la X in rosa dellimmagine datata 2014, e


stando a quanto pubblicizzato dalla cartellonistica in loco, dovrebbe sorgere, con
evidenti scopi speculativi, un altro maxi complesso residenziale a stretto contatto
colla medesima Circumvallazione.

2.18 Zona Cimitero, strada provinciale 33 Aversa-Qualiano-Villa


Literno
A rigor di logica con esclusione delle sezioni vecchia e seminuova del
cimitero (che dallalto appaiono come un unico blocco) e della cappella rurale della
Madonna della Rotonda in questarea nullaltro avrebbe dovuto esservi se non
terreni adibiti a produzione agricola. E invece gi nel 2003 (immagine 2.18.1 del
Tomo II) spiccava in modo evidentissimo il caso di via Pirandello, una traversa della
strada provinciale 33 sorta praticamente dal nulla e dove gi era localizzato un
concentrato eccessivo di case.

Limmagine 2.18.2, visibile nel Tomo II della corrente trattazione e riferita al


2014, mostra in maniera relativamente pi nitida il permanere o il sorgere di
diverse forme di antropizzazione extragricola che, collaiuto di Google Earth, si
scopre

andare

dal deposito

al

ferramenta,

dal

locale

di ristorazione

fino

allabitazione sparsa. Qualche antenna di troppo intravista sulla cima di qualche


tetto, inoltre, parrebbe provare la presenza di taluni alloggi usati temporaneamente
(?) dalla manodopera che agisce nei paraggi.

Approfittando delloccasione, si ritiene giusto menzionare anche il caso di via


Vicinale della Rotonda, strada antichissima che un tempo assai lontano lambiva lo
scomparso villaggio di Santa Maria.
Nei primi anni 2000, essa venne sottoposta a lavori di asfaltatura e venne dotata di
segnaletica verticale grazie a fondi comunitari utilizzabili pel miglioramento
strutturale delle zone agricole.
Negli ultimi anni, poi, la costruzione della sezione nuovissima del cimitero
(avviata concretamente durante il sindacato Verrengia II) ha contribuito a
sfigurarne in modo particolare il profilo attraverso un forzato allargamento di un
altro tratto partendo da levante.
49

Tutto qui? No, perch va ricordato come il vigente Piano Regolatore Generale gi
preveda, nel contempo, linsediamento di attivit PIP in corrispondenza dei terreni
siti lungo lultimo tratto di tale arteria, presso i confini col comune di Giugliano in
Campania21.

Proprio a riguardo della sezione nuovissima del cimitero, si preferisce non


inquadrarla immediatamente come una forma di inopportuno consumo di suolo
vergine. Tuttavia, ritenendo fuorviante lidea di altri allargamenti futuri volti alla
pratica realizzazione di una necropoli vera e propria, il sottoscritto invita i lettori a
leggere quanto pubblicato nel paragrafo 11.4 di questo Tomo I.

A margine, va sottolineata velocemente pure la permanenza nellarea di


strutture di vario tipo ricadenti amministrativamente nel territorio di Trentola
Ducenta, ennesimi tasselli di uningiustificata ramificazione verso sud della parte
urbana di tale paese casertano, il quale, invece, ha, prevalentemente conosciuto
unespansione dellabitato da est a ovest almeno fino a tempi assai recenti22.
Da non trascurare, difatti, i rischi crescenti di un appesantimento del traffico
veicolare

diretto

verso

la

c.d.

Strada

degli

Americani,

altres

capace

di

compromettere ampia parte della vivibilit locale e zonale.

2.19 Probabili conseguenze dellantropizzazione extragricola


lungo la strada Circumvallazione

Fra il 2003 e il 2014, tutta la zona circostante la Circumvallazione ha visto la


prosecuzione dellantropizzazione extragricola che, iniziata in buona sostanza negli
anni Novanta del Novecento, s contraddistinta per il sorgere/mantenimento di
unit soprattutto abitative. Lungo la stessa strada Circumvallazione, in particolare,
risulta essere continuata la permanenza ovvero la localizzazione di depositi, negozi
e perfino di ristoranti e bar.
21

Nel momento in cui il sottoscritto condivide le sue riflessioni sul territorio comunale di Parete,

ringraziando il Cielo, linsediamento PIP in fondo a via Vicinale della Rotonda risulta ancora irrealizzato.
Sullargomento, si rinvia al Capitolo 6 di questo corrente tomo.
22

A riguardo, sinvita a consultare la tav. B5.1.2 (Levoluzione degli insediamenti) del Piano Territoriale

di Coordinamento della Provincia di Caserta.


50

Per il futuro, ove mai tale tendenza non conoscesse unopportuna inversione,
si potrebbe delineare una dilatazione allinverosimile del volume del traffico
veicolare e pedonale lungo la strada Circumvallazione con provenienza da via
DAcquisto, dalla strada provinciale 33, da via della Repubblica, dalla strada
provinciale 109 e dalle vie (oramai sempre meno) rurali Cupa e Vicinale della
Rotonda per motivi progressivamente estranei da quello dal solo (ma comunque)
importante aggiramento del centro abitato, con buona pace pure della vivibilit nel
paese.

In chiusura, caso mai non fosse chiaro a qualcuno, va scritto come, in


unottica di assurda reciprocit, la crescita abnorme del traffico veicolare e pedonale
lungo la strada Circumvallazione tenderebbe a ripercuotersi su tutte le citate strade
(a loro volta oggetto di specifici fenomeni di consumo di suolo vergine) riducendo
pesantemente labitabilit della pi ampia area zona compresa fra Aversa e la p.le
Qualiano-Villa Literno.

In merito a quanto osservato in questo paragrafo, sinvita a consultare le


immagini 2.19.1 e 2.19.2 visibili nel Tomo II della presente trattazione.

2.20 Esame per aree. Quadro riepilogativo


possibile provare a quantificare con una certa precisione lammontare del
devastante processo di consumo di suolo vergine avvenuto nel territorio comunale
di Parete

fra

linizio

del Terzo

Millennio

il 2014?

Pur

con

una

certa

approssimazione (per la quale il sottoscritto si scusa di cuore), si ritiene di s.

Per il periodo compreso fra il 2003 e il 2014, lautore riuscito a calcolare la


costruzione di 131 fabbricati residenziali. Di questi, in particolare, una gran parte
(circa 80) pare recare le tristi stimmate delledilizia speculativa. Ora, volendo
ipotizzare che ogni stabile da immettere sul mercato conti ciascuno due o tre
appartamenti, si pu stimare, seppure soltanto a occhio e croce, la realizzazione di
200 case destinate ad ospitare mediamente tre persone per un movimento totale di

51

almeno

600

individui23.

Dettaglio

non

da

poco

per

una

popolazione

che

nellundicennio in questione salita di 882 unit, anche se prima di scatenarsi nella


caccia al forestiero occorrerebbe tenere presente che, comunque, non tutti gli
acquisti immobiliari per scopo abitativo sono riconducibili a questultimi.

Sempre per il periodo compreso fra il 2003 e il 2014, inoltre, il sottoscritto


riuscito a censire la presenza di 20 fra nuovi negozi in muratura e depositi di vario
tipo.

Per quanto concerne le strade rurali (alcune delle quali, forse, manterranno
solo per poco tempo ancora tale status), i primi anni del Duemila hanno sancito la
discutibilissima impermeabilizzazione dei suoli di via Cupa (1850 metri circa), via
Portella (1800 metri circa), di parte della Cupa Cesa (750 metri circa) e di via
Vicinale della Rotonda (1200 metri) per un totale ben 5,6 chilometri. Via Vicinale
della Rotonda, a sua volta, ha subito drastici allargamenti della carreggiata per
almeno 300 metri a causa dellesigenza di creare spazi auto per il Cimitero, il quale
andato espandendosi verso ovest.
Al summenzionato totale andrebbe poi aggiunto il sentiero di 1 km circa che
conduce allantico villaggio di Casacugnano, anche se la mancanza di cartellonistica
in loco ha impedito al sottoscritto di affibbiare la paternit della spalmatura del
catrame direttamente allautorit comunale paretana.

Va altres ribadita la chiusura dei canali di scolo naturali per entrambi i lati
della carreggiata sia lungo via della Repubblica (fra lintersezione con via
Castagnola e lincrocio colla Circumvallazione) sia lungo via Circumvallazione per un
totale calcolato di 1,1 chilometri.

Sembra poco quanto appena riportato? Oggettivamente no, perch va tenuto


sempre a mente come tutto vada rapportato allesiguit della superficie comunale
paretana: 5,7 kmq e nulla in pi. E peraltro se la storia italiana ci ha insegnato che

23

Lavere scritto che ogni casa nuova costruita pu ospitare tre persone non rappresenta una pura

invenzione del sottoscritto. Difatti, allo scopo di agganciarsi a qualche dato oggettivo, sono stati presi
come riferimento i bilanci demografici di Parete del 31-12-2003 e del 31-12-2013 dai quali emerge una
sostanziale stabilit: da 3,1 a 2,7 membri, con questultima cifra approssimata per eccesso.
52

bastano appena tre deputati per far cadere un Governo, non si vede perch non
possano risultare in eccesso, ad esempio, 131 fabbricati residenziali nuovi di zecca.

Infine, vi sarebbe da ricordare altro (come ad esempio limpermeabilizzazione


del primissimo tratto di via Cesa per circa 100 metri), ma per ogni dettaglio il
sottoscritto preferisce rinviare alla lettura dei paragrafi precedenti fra il 2.3 e il
2.19. Ci che preme risottolineare, invece, che le ultime tre amministrazioni locali
succedutesi (Volpe, Verrengia II e Vitale) nulla ha potuto e voluto fare per porre un
argine al devastante consumo di suolo vergine nel territorio comunale, malgrado
gi cogli inizi degli anni Duemila fosse evidentissima la saturazione della parte
urbana, arrivata a toccare a pi riprese i confini dei vicini tenimenti di Trentola
Ducenta, Lusciano e Giugliano in Campania.

In merito a quanto osservato in questo paragrafo, sinvita a consultare


limmagine 2.20 visibile nel Tomo II della presente trattazione.

53

54

PARTE SECONDA Mutamenti del territorio


comunale di Parete (CE). Specifici approfondimenti
legati allinopportuno processo di consumo del
suolo vergine sia rispetto allo situazione attuale
sia in relazione a ipotizzate evoluzioni future

55

56

Capitolo 3
Due premesse da farsi

3.1 Il trionfo della logica scippa e fuje?


Considerando gli angusti confini comunali in cui ristretto (5,7 kmq), diventa
possibile affermare, senzombra di alcuna logica smentita, come il pi grave
problema di oggi e degli ultimi venticinque anni del territorio di Parete sia
rappresentato dallinopportuno processo di consumo del suolo vergine,
troppo rapidamente destinato a localizzazioni di attivit extragricole.

In

particolare,

senza

girarci

ampollosamente

attorno,

la

dispiaciuta

impressione del sottoscritto che pure a Parete (come in tanti altri comuni a nord
di Napoli) sia venuta a consolidarsi una deleteria mentalit dello SCIPPA E
FUJE (cio del prendi e scappa), volta a privare il tenimento locale
dellunica sua vera ricchezza, dellunico suo vero petrolio: la terra.

A chi non a conoscenza delle usanze agricole dellager campanus in caso di


affitto, va precisato che lo scippa e fuje corrispondeva a un contratto che aveva
una durata temporalmente limitata alla semina e al raccolto di un determinato
prodotto e che non obbligava il contadino di turno ad attivit di preservazione
strutturale del fondo (ad esempio: palificazioni ai confini, pulizia dei canali di scolo).
Esso, quindi, si contraddistingueva per la sua instabilit ed era semplicemente volto
a massimizzare lutile per il coltivatore e la rendita per il possidente.

Allo stesso modo, seppure in chiave moderna, sembra avvenire guardando


giornalmente il territorio paretano dove, con troppa disinvoltura, si nota la
continuazione del processo di consumo di suolo vergine. Una volta che i
proprietari originari del fondo hanno lucrato per lultima volta sul loro possesso, i
vari esponenti del mondo edilizio sono stati pagati e che le istituzioni locali hanno
incassato i diversi oneri legati allurbanizzazione, infatti, i suoli interessati
esauriscono allistante la loro capacit di creare ulteriore profitto e fuoriescono dal
circuito economico, cosa che puntualmente si verifica nel momento in cui i nuovi
57

stabili ospitano in misura prevalentissima, se non addirittura totale, appartamenti


privati, negozi e uffici.

Circa lesposizione del concetto di economia, il sottoscritto rimanda al


paragrafo 4.3. Frattanto, caso mai non fosse ancora chiaro, si prova adesso ad
individuare i principali fautori della mentalit dello scippa e fuje in quel di Parete.

Di certo, una responsabilit di tipo morale va anzitutto affibbiata alla


locale classe politica e istituzionale, legittimamente sempre alla ricerca del
consenso popolare, ma non sempre attenta a guidare la collettivit verso una sana
gestione del territorio comunale. Anche attraverso dei sani dinieghi.

Non sono meno responsabili moralmente anche tutti coloro che


appartengono al locale comparto edilizio: muratori, imbianchini, idraulici,
fabbri, elettricisti, addetti alla distribuzione di materiale, architetti, ingegneri,
geometri e agenzie di vendita immobiliare. Un intero settore antieconomico che ha
finito storicamente per incunearsi nei meandri elettivi fino a incidere sugli indirizzi
dello sviluppo (ahinoi, che parola abusata!) del territorio comunale.

Infine, non sono meno responsabili moralmente tutti coloro che, in


virt dei pi vari e disparati obiettivi personali, hanno eventualmente tratto
e/o

vogliono

ricavare

beneficio

da

unincontrastata

espansione

edilizia24

contribuendo in cotal guisa alla progressiva disarmonia territoriale25.

3.2

Linopportuno

consumo

di

suolo

vergine

non

concettualmente associabile allabusivismo edilizio

24

Un esempio a riguardo quello del proprietario originario del fondo che ne desidera la trasformazione

edilizia per scopi comprensibilmente speculativi.


25

Diventa possibile sostenere lidea che a Parete esista una specie di Partito dellEdilizia, pi o meno

trasversale alle formazioni partitiche e sociali, nonch di consistenza numerica variabile a seconda delle
circostanze, capace di influenzare le sorti amministrative locali e, di conseguenza, la pianificazione
territoriale? La domanda lasciata in sospeso dal sottoscritto e alla libera risposta del lettore.
58

A questo punto urge fare una precisazione a titolo generale. Il processo


inopportuno del consumo di suolo vergine non concettualmente associabile al
fenomeno dellabusivismo edilizio.

Labusivismo edilizio un problema anzitutto di carta bollata, cio di


procedure formali rispettate solo in parte oppure per nulla. In particolare, fatti salvi
quei clamorosi casi di stabili isolati in parta campagna o, addirittura, di interi
quartieri fantasma (Orta di Atella e Casalnuovo di Napoli docet), esso tende assai
spesso a limitarsi ad aree urbane gi ampiamente edificate da tanti decenni: quindi,
ad esempio, allaggiunta di mansarde ovvero ad ingrandimenti condotti alla meglio.

Il processo inopportuno del consumo di suolo vergine rimanda, invece, ad un


questione di merito. Cio ad uninedita edificazione residenziale, commerciale, di
servizi, artigianale, industriale e infrastrutturale in aree precedentemente adibite a
destinazione agricola. In particolare, esperienza insegna come tale devastante
attivit sia mandata avanti proprio a colpi di carta bollata, cio dove tutte le
procedure seguono il percorso previsto dalle norme vigenti.

Quindi in uno specifico caso potrebbe esservi coincidenza fra abusivismo


edilizio e consumo di suolo vergine, ma le due fattispecie restano comunque
nettamente separate sul piano concettuale.

59

60

Capitolo 4
Linopportunit della continua espansione delledilizia
residenziale

4.1 Parete: anomalia di un totale abitanti che sale di circa un


quarto, mentre la fascia det 0-25 anni s abbassata del 12% fra il
1993 e il 2014
All1-1-1993, la popolazione paretana ammontava a 9.195 abitanti in appena
5,7 kmq. All1-1-2003, invece, essa era pari a 10.440, mentre esattamente dieci
anni dopo ha raggiunto quota 11.048; il primo giorno dellanno 2014, infine, ha
toccato le 11.322 unit.

Nello stesso arco di tempo, in provincia di Caserta, il numero di residenti


passato da 823.704 a 853.331, e da 908.784 a 923.113.

Frattanto, nello stesso ventennio, in tutta la Campania si passati da


5.655.459 a 5.699.296, e da 5.769.750 a 5.869.965.

In Italia, infine, si andati da 56.821.250 a 57.130.506, e da 59.685.227 a


60.782.668.

In buona sostanza, fra l1-1-1993 e il 1-1-2014, la popolazione paretana


risulta aumentata del 23,13 per cento, ben oltre la medie provinciale (12,06%),
regionale (3,79%) e nazionale (6,97%).

Innanzi a dati simili chiunque potrebbe chiedersi, fra il serio e il faceto, se a


Parete vi siano delle conigliette intente a partorire incessantemente oppure se i
residenti vengano conteggiati per 2 a partire da una certo momento della vita.

Le immagini 4.1.1, 4.1.2, 4.1.3 e 4.1.4, visibili nel Tomo II della presente
trattazione, rappresentano dei grafici a torta dai quali, di volta in volta, viene
61

ripetutamente estrapolata la fascia di popolazione locale di et compresa fra i 0 e i


24 anni rispetto al totale. Ebbene, ci che balza immediatamente agli occhi il calo
di oltre 10 punti percentuali di tale fascia: in particolare, nel giro di un ventennio,
essa risulta passata dal 42,11% a meno di un terzo; per lesattezza, nel 2013
appare calata al 31,09%, mentre nel 2014 al 30,56%.

Di conseguenza, ne si ricava che laumento di circa un quarto del popolo


paretano risulta stimolato soltanto da quello degli over 25, i quali segnano
addirittura un incremento positivo del 47,68%. Limmagine 4.1.5, visibile nel Tomo
II, in particolare, trasmette una sensazione assai chiara a riguardo visto che in essa
spicca un abbassamento della sola curva dei pi giovani.

Come spiegare, a questo punto, lanomalia di una popolazione che sale mentre
la fascia det 0-25 sabbassa evitando ogni accusa di parzialit?

Anzitutto, andrebbe ammessa la volont, seppur abbastanza modesta in


termini statistici, degli autoctoni di mettere su famiglia o comunque di mettere al
Mondo altri figli.
In secondo luogo, occorrerebbe considerare leventualit di compaesani (specie
appartenenti al ramo edilizio) che ritornano in loco per colpa della difficile
congiuntura economica.
Inoltre,

andrebbe

soppesata

la

quota

di

immigrati che,

temporalmente

stabilmente, stabiliscono la loro residenza a Parete.

Ma soprattutto la nefasta impressione che anche Parete sia stata e sia


ancora interessata da un processo di popolamento proveniente dai comuni vicini e
dalladiacente metropoli partenopea, favorito pure da quella strada sopraelevata dei
Ponti della Valle e dal c.d. Asse Mediano che passano nei paraggi e che, in verit,
non paiono aver portato finora dei benefici economici strutturali, ma rifiuti tossici
sversati abusivamente, e, appunto, cemento, cemento, cemento.
In questottica pare venire perfettamente incontro proprio laumento della quota di
popolazione over 25, ossia di quella che, con uno o con entrambi i partner in
possesso di un lavoro stabile, ha la possibilit di accollarsi importanti mutui
pluriennali, data la rarit del caso in cui abbiano gi la preliminare propriet in loco
di un terreno inedificato.

62

Inoltre, va suggerito che il paretano disoccupato tornato a casa pu gi avere dei


propri locali disponibili, mentre gli stranieri (eccetto quelli sposati o conviventi cogli
autoctoni) difficilmente investono in appartamenti se intenzionati, prima o poi, a
tornare nella propria Nazione.

Osservato questo, a partire dal prossimo paragrafo sono esposte differenti


ragioni per cui occorrerebbe assolutamente porre rimedio al consumo di suolo
vergine nel territorio comunale paretano causato dalla continua espansione edilizia
residenziale.

4.2

Ragionamento

in

generale.

Eventuali

difficolt

nellerogazione di servizi di rilevanza pubblica e/o nellaffrontare


attivit di intervento
Lespansione delledilizia residenziale
comunale

sempre

inopportuna

poich

in ogni direzione di un territorio


tende

rapidamente

trasformare

questultimo in una realt congestionata dove qualsiasi servizio di rilevanza


pubblica potrebbe venire erogato con difficolt crescente, per nulla, ovvero a costi
maggiorati.

Ad esempio, nulla garantisce che un aumento crescente della popolazione


veda un adeguato potenziamento del servizio postale e/o di quello di polizia, se
lautorit preposta non ne ravvisa la necessit oppure oggettivamente impedita.
Quindi, fra le varie possibili implicazioni negative vi potrebbero essere quelle di una
aumento della delinquenza di strada o di problemi di ordine pubblico.

Ad esempio, nulla garantisce che un aumento crescente della popolazione


veda un miglioramento dellassistenza sociale erogata dai Comuni, a maggior
ragione se si tengono a mente i continui tagli di fondi decisi negli ultimi tempi dal
Governo nazionale.

Ad esempio, nulla garantisce che unincontrollata crescita della parte urbana


non comporti, specie nel medio-lungo periodo, un aumento di spesa pubblica per la
manutenzione stradale, fognaria ed elettrica di nuove aree sorte unicamente per
63

motivi speculativi ovvero ubicate a eccessiva distanza dal centro abitato. Daltro
canto la spesa pubblica ad ogni livello sempre frutto di una tassazione preventiva
a carico dei cittadini.

Inoltre, lespansione delledilizia residenziale in ogni direzione di un territorio


comunale

sempre

inopportuna

poich

tende

rapidamente

trasformare

questultimo in una realt financo ingestibile dove qualsiasi attivit di intervento


(temporaneo oppure no, emergenziale oppure no) potrebbe essere effettuata con
minore efficacia oppure per nulla.

Per far comprendere immediatamente il senso di questultima affermazione, il


sottoscritto si permette di ipotizzare in termini un pochino estremi.

Ad esempio, in un dato paese colpito da un devastante terremoto potrebbe


essere necessario lallestimento provvisorio di tende ove far alloggiare la gente. Ci,
per, riuscirebbe con successo solo a patto di avere delle aree libere poich cercare
riparo in zone edificate risulterebbe pericoloso innanzi a stabili danneggiati e/o
alleventualit di altre scosse.

Ad esempio, nel corso di unemergenza rifiuti determinata dallimpossibilit


temporanea di individuare delle aree di sversamento, potrebbe essere necessario
allestire dei siti provvisori allinterno di un territorio comunale. Ci, per,
riuscirebbe con estrema difficolt o per nulla se tutte le zone fossero edificate, vista
lindispensabilit di tenere i miasmi ben distanti dalla gente.

Ecco perch quanto mai necessario circoscrivere larea adibita ad


edilizia residenziale, ma, soprattutto, risulta quanto mai indispensabile non
stabilire nuovi confini ogni volta che quelli precedenti vengono superati.
Tornando a Parete, ad esempio, sarebbe assai opportuno non edificare in termini
anzitutto residenziali sui due lati della Circumvallazione, a occidente dellincrocio fra
la stessa Circumvallazione e la strada provinciale 33, ad ovest dellintersezione delle
vie Castagnola e della Repubblica.

64

4.3

Ragionamento

in

generale.

Lestraneit

dellattivit

di

edilizia residenziale dal concetto di economia


Malgrado quanto viene propinato quotidianamente da politici e mass media,
lattivit edilizia residenziale sempre antieconomica. E ci vale per Parete,
la Campania, lItalia e il Mondo; quindi vale per ogni dove.

A riguardo, occorre anzitutto capire che cosa si pu veramente intendere per


economia al di l delle pappardelle esposte pure nei manuali scolastici. Ebbene,
spiegando

in

maniera

rapida,

economia

ogni

attivit

mirata

alla

produzione costante e ripetuta nel tempo di beni materiali che soddisfano


bisogni materiali costanti e ripetuti nel tempo.

Tanto per intendersi, economia la produzione agricola perch occorre


sfamarsi quotidianamente; economia la produzione di scarpe poich ne vengono
cambiate non poche nella vita di ognuno di noi; economia financo la produzione
di auto, anche se in questo caso occorrerebbe una riflessione aggiuntiva sullutilit
di unattivit ancora ad ampio raggio in un Paese come lItalia che oramai giunta
a un livello di saturazione.

Ledilizia residenziale non MAI economia perch generalmente le persone


incorrono nel problema abitativo soltanto una volta nella vita. A parte gli sceicchi, i
vip, i pezzenti risaliti (che vogliono la prima casa, la casa al mare, la casa per
lamante, eccetera), i riciclatori di danaro sporco e, purtroppo, chi costretto a
spostarsi per cercare/cambiare lavoro.

Quindi, approssimativamente, almeno un 70 per cento degli Italiani (tanto per


non spostarsi dal Belpaese) avverte una volta soltanto nella propria vita il problema
abitativo.

Solo lattivit volta alla soddisfazione di bisogni costanti e ripetuti nel tempo,
quindi, pu garantire un costante flusso di ricchezza in un dato sistema, visto che
non possibile lavorare una volta ogni tanto. In questottica, quindi, resta davvero
assurdo agli occhi del sottoscritto come un terreno destinato ad abitazione possa

65

valere, ad esempio, molto pi di uno agricolo, vista la sua fuoriuscita fattiva dal
circuito di quelle materie prime utilizzabile ciclicamente.

Non finita qui, per.

Infatti, da intendere come economia anche ogni produzione


materiale che porta allutilizzo degli stessi luoghi per un periodo di tempo
tendenzialmente illimitato.

Ad esempio, lagricoltura economia per eccellenza perch uno stesso


terreno, salvo mutamenti climatici in negativo che per giungono al termine di
svariati secoli, viene usato in maniera differente a seconda dei periodi dellanno
(potatura, semina, raccolto). La produzione di magliette, ad esempio,
economia perch, salvo dismissioni per trasferimenti altrove, pu rimanere
benissimo nel luogo prescelto.

Neppure in questa seconda ottica, invece, ledilizia residenziale economia


visto che il vero business del mattone si fa costruendo continuamente da zero e non
stando ad aspettare a braccia conserte che il pensionato voglia tenere con s la
figlia femmina.

Insomma, in virt di quanto osservato in questo paragrafo, pretendere di


associare al concetto di economia il comparto delledilizia residenziale
francamente illogico. E chiunque insiste nel negare questa evidenza diventa solo
un ingenuo oppure una persona in assoluta malafede26.

4.4 Ragionamento in generale. Lassoluta incapacit di creare


unoccupazione stabile gi a partire dal medio periodo

26

Per facilit di comunicazione, dal concetto di economia qui esposto, stato escluso ogni riferimento a

produzioni immateriali legate allarte (ad esempio, allattivit musicale o cinematografica).


66

A questo punto, dopo i ragionamenti esposti dal sottoscritto nel precedente


paragrafo, chiunque potrebbe attribuire almeno unimplicazione occupazionale al
settore delle costruzioni abitative.

Di per s resta indubbia la capacit di assorbire uneventuale disoccupazione


nel brevissimo periodo. Tuttavia i problemi cominciano a porsi gi nel medio
periodo.

Prima di entrare nel merito, si espongono alcuni dati riferiti a Parete che sono
indubbiamente allarmanti.
Secondo quanto scritto nella pagina 81 dellallegato F1 del Piano Territoriale di
Coordinamento della Provincia di Caserta, fra il 1991 e il 2001 il solo numero di
addetti nel settore delle costruzioni salito del 485% facendo balzare il paese all8
posto su 104 comuni di Terra di Lavoro, ben prima di grosse citt come Marcianise;
tanto per dare ulteriore cognizione, precisato che nello stesso arco di tempo la
medesima provincia si fermata complessivamente al 55,1%, mentre Campania e
Italia si sono rispettivamente attestate al 13 e al 15 per cento.
Ancora nel 2011, a Parete erano ufficialmente censiti 145 addetti per le imprese di
costruzioni di edifici, 95 figure specializzati (preparazione cantieri, installazione di
impianti elettrici, fognari, lavori di finitura, e simili), 23 fra architetti, ingegneri e
simili.

Per Parete, allo stadio attuale, insomma, tenendo sempre a mente linstabilit
occupazionale che insita nellintero ramo edilizio, leventualit per i concittadini di
lavorare comunque nelle zone circostanti e per i forestieri di recarsi invece in loco,
nonch la possibile presenza di manodopera in nero ovvero di soggetti privi
dellidonea qualifica professionale, si potrebbe provare a quantificare il numero di
persone impiegate almeno fra 200 e 300. Ora, ricordando che le incommensurabili
legioni persiane furono fermate da appena trecento coraggiosi spartani, viene
spontaneo il paragone con un vero e proprio esercito da sfamare, perennemente
esposto ad ogni eventuale forma di pressione (locale ed extralocale; di matrice
politica, imprenditoriale, professionale, eccetera) volta a danneggiare lintegrit del
territorio comunale anche dal punto di vista economico e, in fondo, la stessa idea di
comunit paesana a s stante, riconoscibile da tutte le altre.

67

Si passa ora a motivare in linea generalissima lincapacit del settore


delledilizia residenziale di assorbire occupazione nel lungo periodo.

In primo luogo, al netto delle immobilizzazioni bancarie e di quelle legate al


riciclaggio danaroso, va osservato che loccupazione nel settore delledilizia
residenziale resta pesantemente collegata a un fabbisogno abitativo che deve
partire dai potenziali clienti e non pu essere sempre calato dallalto dalle imprese.
Ci significa che vi pu essere domanda solo se il richiedente di turno ha soldi a
sufficienza ovvero la volont di non accontentarsi magari della solita mansarda.
Daltro canto il business edile vive in linea essenziale di lavorazioni dalle
fondamenta poich, in linea concettuale, guadagna relativamente di pi di quelle
parziali.

In secondo luogo, loccupazione nel settore delledilizia residenziale entro i


ristretti confini di un comune comunque destinata a non conoscere unespansione
eterna. Difatti, nellipotesi che unintera superficie venga sacrificata al Dio Cemento,
agli edili non resterebbe alternativa allo spostamento altrove, a meno che non sia
improvvisamente imposto per legge lobbligo alle famiglie e alla generalit delle
imprese di alzare e tirare gi fabbricati ogni tot di anni.
E peraltro collallungamento dellattuale crisi economica italiana, sarebbe da
preventivare una certa difficolt anche nel trovare lo stesso impiego da unaltra
parte. Ad esempio, se lintera Parete fosse edificata, non detto che tutti i muratori
locali riuscirebbero a coronare con un successo il trasferimento nel Nord Italia, data
la dismissione industriale in atto e quindi laggiunta di altri nominativi al macabro
elenco dei senzalavoro.
Ovviamente un ragionamento come quello appena esposto sarebbe meno efficace
nel caso di manovalanza manovrata da organizzazioni criminali capaci, per ragioni
assai intuibili, di dare talvolta unimmediata risposta ai problemi occupazionali.

Sarebbe interessante notare quali sarebbero, allora, le proposte di un governo


comunale, provinciale, regionale e nazionale nel caso di completa cementificazione
a scopo residenziale delle superfici ricadenti nella propria giurisdizione. Quindi
continuare follemente a ritenere loccupazione edilizia residenziale come la panacea
di tutti i mali ridicolo.

68

4.5 Ragionamento in generale. Contro la specifica attivit


speculativa perch non ha alcun valore sociale
Chiunque potrebbe tentare di attribuire alledilizia residenziale almeno un
significato sociale, mirato a non costringere nuove famiglie a vivere stipate come
le sardine.

Tuttavia, occorrerebbe allora capire perch trova gran spazio anche a Parete
unattivit edilizia residenziale A SCOPO SPECULATIVO, cio dove le case sono
costruite per essere vendute a terzi.

In linea generale, infatti, chi costruisce per vendere non guarda al


numero di case gi possedute da un eventuale compratore n ha alcuno
interesse a risolvere un problema abitativo. In questottica, quindi, nulla
impedirebbe allimpresa di turno di cedere tutti i loro vani a un Berlusconi, a un Bill
Gates oppure a un Agnelli, a patto, ovviamente, di ricevere quanto pattuito.

Ledilizia speculativa, quindi, non soddisfa una domanda abitativa, ma


anticipa solo una probabile domanda di eventuali clienti. E questa non una
puntualizzazione astratta, bens qualcosa di dannatamente pratico a pensarci bene.
In poche parole, trattasi di un settore che, nel peggiore dei casi, pu
proseguire

le

sue

attivit

in

modo

totalmente

avulso

dalla

realt

circostante, ad esempio costituendo una semplice immobilizzazione bancaria


ovvero addirittura unoccasione di riciclaggio danaroso.

Un ulteriore particolare svantaggio delledilizia speculativa residenziale sta nel


fatto che costringe obbligatoriamente ogni soggetto ad acquistare ununit abitativa
rifinita in ogni aspetto. Specie nei paesini, invece, capitato innumerevoli volte che
una famiglia completasse pian pianino la propria dimora in modo da diluire
significativamente la correlativa spesa.

69

4.6 Ragionamento in generale. Il non sempre felice legame


imprescindibile fra nuove lottizzazioni e i c.d. standard urbanistici
poich esso stimola un ulteriore consumo di suolo vergine
Gli strenui difensori, a parole e/o coi fatti, dellallargamento a macchia dolio
delledilizia

residenziale

sostengono

come

questultima

non

contribuisca

ad

accrescere linvivibilit nel complesso del territorio (a cominciare da quello


municipale), bens porti beneficio gi a livello di quartiere, dato che ogni processo di
lottizzazione

scopo

prevalentemente

abitativo

annovera

una

contestuale

dotazione di sezioni standard, da adibire cio a parcheggio, a scuole, ad attivit di


interesse collettivo (ad esempio, teatro rionale), a servizi pubblici (ad esempio,
ufficio postale) e a verde urbano.

In Italia, il concetto di standard urbanistico ha trovato una prima importante


affermazione negli articoli 3, 4 e 5 del Decreto Ministeriale n. 1444 del 1968, in cui
vengono esplicitate le misure minime sia per le zone omogenee prettamente
residenziali (A, B, C) sia per quelle individuate come agricole (E) e artigianaliindustriali (D). In Campania (citata perch in tale regione che si trova Parete),
poi, buon punto di riferimento sul tema sembra essere la Legge Regionale n. 14 del
1982, e successive modificazioni e integrazioni, specie nel punto 1.4 del titolo II
dellAllegato 1 che, seppur con qualche puntualizzazione, segue la scia tracciata
dalla normativa nazionale.

Tornando

far

soffermare

lattenzione

del

lettore

sulle

nuove

zone

prevalentemente residenziali, va osservato come sia proprio il modo in cui si


svolge il legame imprescindibile fra nuove lottizzazioni e standard a lasciare
perplessi.
Nellarticolo 3 del D.M. n. 1444 del 1968, in particolare, viene fissata una soglia
minima di standard per abitante pari a 18 mq. Ad ogni individuo, poi, viene
associata unarea abitabile pari a 80 metri cubi vuoto per pieno (cio lo spazio
compreso fra le murature e quello delle murature medesime), estendibile fino a 100
mc nel caso di contemporanea ubicazione di attivit non strettamente residenziali,
come lo studio professionale o il negozietto di generi alimentari27.
27

Colla Legge Regionale Campania n. 14 del 1982, Allegato 1, titolo III, capo III, punto 1, data

possibilit ai Comuni di stabilire misure superiori in fatto di dotazioni minime di standard urbanistici.
70

Cosa significa tutto ci in parole chiare? Che, al netto delle superfici da lasciare
logicamente alla sede stradale, la volumetria edificatoria di una specifica area viene
in pratica condizionata dalla presenza di una quota di standard.

Con un apposito esempio, ci si prova umilmente a spiegare.

Per unarea di 10.000 metri quadri su cui costruire stabili prevalentemente


residenziali, lautorit comunale ha previsto, tramite apposita programmazione
urbanistica, una viabilit complessivamente estesa per 1.000 mq e un indice di
fabbricabilit territoriale (che un indice di costruzione riferito ad una zona e non al
singolo fondo) pari a 2 mc/mq. Di conseguenza, con una superficie effettivamente
sfruttabile di 9.000 mq, una volumetria complessiva che non pu superare i 18.000
mc e una volumetria per abitante pari a 100, il numero massimo di persone
previste nel nuovo insediamento diverrebbe pari a 180, mentre lestensione degli
standard dovrebbe come minimo essere pari a 3.240 mq (180 persone x 18 mq).

Fin qui tutto bene, potrebbe esclamare qualcuno. E invece no, purtroppo. Se
per la stessa area sfruttabile di 9.000 mq fosse associato un indice di fabbricabilit
territoriale pari a 6 mc/mq, la volumetria massima consentita salirebbe a 54.000
mc, il numero di persone previste a 540, mentre lestensione dei soli standard
raggiungerebbe addirittura i 9.720 mq (540 individui x 18 mq di superficie minima
per legge), vanificando nei fatti ogni processo di edificazione per scopo in primis
abitativo.

In buona sostanza, un saggio tentativo, fra laltro, di promuovere ledificazione


in verticale potrebbe trovare ostacoli in unimmarcescibile dotazione di standard
che, calcolata infine sul numero di abitanti, spingerebbe a includere nella fascia
urbanizzata (a cui appartiene, senza se e senza ma, lo spesso idolatrato verde
urbano) parti crescenti di territorio. Da qui, allora, ecco la frequente decisione degli
enti comunali di adottare per le nuove zone residenziali degli indici di fabbricabilit
territoriale talvolta inferiori a 1, in modo da limitare limpatto di individui previsto e,
con s, lestensione dei citati (e a questo punto perfino famigerati) standard.

In questottica, lusanza di monetizzare gli standard (per la Campania, ove


sorge Parete, un buon punto di riferimento sul tema sembra essere il punto 1, capo

71

III, titolo III, Allegato 1 della summenzionata Legge Regionale n. 14 del 1982

28

pu venire a rappresentare, per apparente paradosso, una specie di panacea. Ci


malgrado, la possibilit per il privato di trarre a s una parte o unintera sezione in
oggetto resta generalmente subordinata al potere discrezionale dellente locale,
chiamato

decidere

su

uneventuale

richiesta

dopo

attenta

verifica

dellubicazione, estensione e conformazione di tale area.

In parole ancora pi dirette, con particolare accento sulle nuove aree


prevalentemente residenziali, ci che umilmente lascia perplessi del meccanismo
tracciato dal D.M. n. 1444 del 1968 il sostanziale automatismo che vincola le
possibilit edificatorie, nonch la mancanza di ogni contestualizzazione rispetto agli
ambiti locali di applicazione. Daltro canto una citt non un paesino, e le maggiori
comprensibilissime pretese della prima circa una puntuale distribuzione degli
standard non necessariamente restano tali nel secondo, specie se di carattere
storicamente agricolo, come nel caso di Parete.

Volendo essere espliciti in modo ulteriore, i meccanismi che regolano


linsediamento specie nelle aree con destinazione prevalentemente residenziale
favoriscono in pratica unedificazione in orizzontale, a macchia dolio e, quindi, un
costante consumo di suolo vergine. Fra laltro, sembrano essere stati creati
apposta

per

favorire

la

realizzazione

di

fabbricati

per

finalit

meramente

speculative; difatti, inducendo a circoscrivere lidea di sostenibilit soltanto ai


paraggi del lotto di residenza, si spinge la famiglia di turno a versare una somma
maggiore per lacquisizione.

Specie per piccole realt comunali (ma ancora per quanto tempo???) come
quella di Parete, invece, da sottolineare come la percezione di una
migliore vivibilit non vada ricercata attraverso linstallazione di qualche
aiuola o di qualche scivolo ogni sette centimetri, ma guardando al territorio
28

Dalla Legge Regionale Campania n. 14 del 1982, Allegato 1, titolo III, capo III, punto 1: () Qualora

l'acquisizione di tali aree [per lurbanizzazione secondaria] non venga ritenuta opportuna dal Comune in
relazione alla loro estensione, conformazione o localizzazione, ovvero in relazione ai programmi
comunali di intervento, la convenzione pu prevedere, in alternativa totale o parziale della cessione che
all'atto della stipula i lottizzanti corrispondano al Comune una somma comunque non inferiore al costo di
acquisizione di altre aree..
72

locale nella sua interezza, in modo da non metterne a repentaglio la piena


riconoscibilit fisica, primo indispensabile elemento per ogni singola
identit comunitaria.
Per una realt piccola come quella di Parete, poi, a parte uneventuale
comprensibile difficolt legata allubicazione dei parcheggi pubblici, che comunque
potrebbe perfino rimanere relativamente circoscritta, viene rispettosamente da
chiedersi, quanti uffici postali, quante panchine, quante chiese e, in generale,
quanti standard possano servire per davvero.

4.7 Ragionamento in generale. Cautela massima attorno alla


c.d. edilizia popolare poich probabile causa di insediamento di
forestieri totalmente avulso dallindirizzo economico prevalente o,
almeno, da qualsiasi fabbisogno locale legato alloccupazione
Due paragrafi addietro stata evidenziata la caratteristica antisociale
delledilizia speculativa residenziale poich, per caratteristiche intrinseche legate al
lucro, non si prefigge lobiettivo di risolvere il fabbisogno abitativo locale.

Ci nonostante anche la c.d. edilizia popolare pu contraddistinguersi in


negativo. Difatti, se vero che essa risulta creata per compensare, almeno in linea
di partenza, il disagio abitativo delle fasce sociali meno agiate, rimane altrettanto
indubbio che essa pu favorire una importazione di forestieri per motivi
totalmente

slegati

dallindirizzo

economico

prevalente

tracciato

(ovvero

confermato) in sede di pianificazione urbanistica e/o per nulla discendenti da


qualsiasi massiccia richiesta di nuova manodopera allinterno di un singolo
comune29.
29

Questo potrebbe capitare con maggiore facilit nel momento in cui liniziativa, di matrice anche

privata, di realizzare degli alloggi mirasse alla loro libera immissione sul mercato. Inoltre potrebbe
verificarsi, seppure in una misura intuitivamente pi ridotta, qualora linsediamento divenisse oggetto in
via preliminare di unapposita convenzione fra pubblico e privato che stabilisse precisi criteri di
successiva selezione fra i terzi richiedenti sia in termini di locazione sia di vendita. Peraltro, la stessa
possibilit di lasciare campo pure alle classiche cooperative edilizie potrebbe rivelarsi un controsenso,
laddove il lettore ricordasse che colui il quale ha un disperatissimo bisogno di un posto ove dormire la
notte non possiede in genere un reddito tale da aggregarsi in qualit di socio a simili forme associative.
73

Tradotto in maniera spiccia. Nella pi felice delle ipotesi, la c.d. edilizia


popolare andrebbe soprattutto indirizzata verso quei contesti in cui previsto
larrivo di industrie in grado di intercettare la potenziale manodopera venutasi a
creare ovvero in quelle citt capoluogo o di riferimento zonale che, per
caratteristiche proprie, attraggono svariata gente. Passando a realt come quella
paretana, che non risulta aggregabile a nessuno dei due profili appena citati,
tuttavia, si auspica almeno che ogni programmazione del genere venga impostata
con estrema cautela, in modo da limitare (ovvero da azzerare) il consumo di suolo
vergine con tutto ci che di negativo ne discende30.

Sul tema, comunque, si rimanda anzitutto al Decreto Giunta Reginale Campania n. 572 del 2010 e, per
lesattezza, alle Linee Guida in materia di Edilizia Residenziale Sociale.
A umile parere del sottoscritto, infine, anche i criteri della residenza anagrafica e dellattivit lavorativa
esclusiva o principale possono costituire unoccasione inopportuna di importazione di forestieri se sono
riferiti ad un ambito territoriale capace di andare ben oltre i limiti amministrativi (ad esempio, lintera
provincia di appartenenza) del Comune che ha indetto il bando di concorso per ledilizia residenziale
pubblica. A questultimo riguardo, si rinvia al comma 1 dellart. 2 della Legge Regionale Campania n. 18
del 1997.
In buona sostanza, la differenza percepibile fra lEdilizia Residenziale Sociale e lEdilizia Residenziale
Pubblica parrebbe essere soprattutto questa: mentre la prima ammette un ventaglio diversificato di
iniziative di costruzione (pubblica, pubblica e privata, solo privata), la seconda riconosce linziale
disponibilit di alloggi al solo soggetto pubblico.
30

Nel comma 5 dellart. 66 delle Norme del Piano di Coordinamento Territoriale della Provincia di

Caserta (PTCP) scritto: Negli ambiti di Caserta, Aversa e del Litorale Domitio, almeno il 30% del
dimensionamento complessivo deve essere riservato alledilizia sociale e dei servizi, come definiti dalla
Dgr 572/2010 ().. Di conseguenza, il prossimo novello strumento urbanistico del Comune di Parete
(inserito proprio nellagro aversano), tenendo tuttavia conto del numero di permessi di costruzione
rilasciati fra il momento della adozione del PTCP nel 2008 e di adozione del locale PUC, dovrebbe
eventualmente destinare una quota ad un misto di case e servizi per finalit almeno in linea di principio
popolari. Trattasi per di una disposizione normativa che, in virt di quanto osservato in coda alla
precedente nota a pi pagina circa lEdilizia Residenziale Sociale, desta non poche perplessit.
74

4.8 Ragionamento in generale. Il dimensionamento per scopo


prevalentemente residenziale: un poco delizia, ma anche parecchia
potenziale croce
Nellambito
quellinsieme

di

urbanistico,

per

accorgimenti

dimensionamento

volti

determinare

possibile

intendere

quantitativamente

la

trasformazione del territorio in termini abitativi e pi generalmente extragricoli.

Sul tema, lautore vuole con umilt provare a scrivere qualcosa, soffermandosi
sulla destinazione prevalentemente residenziale.

Il

dimensionamento

scopo

soprattutto

di

alloggio

pu

essere

comprensibilmente visto sotto una luce positiva poich cerca di porre un limite
oggettivo allattivit edilizia che, altrimenti, risulterebbe totalmente incontrollata. In
questottica, si riesce a trovare una spiegazione del motivo per cui i parametri
urbanistici (altezza, indice di fabbricabilit fondiaria, ecc.) sono spesso espressi in
una certa maniera e non unaltra.
Oggigiorno, inoltre, sembra essere decisamente diffusa lusanza (quando non
esistono specifiche norme a riguardo) di sottrarre dal computo di alloggi da
edificare nelle zone di espansione delle quote corrispondenti a quelli disabitati o da
ristrutturare siti nelle parti gi urbanizzate, nonch a quelli cui sono stati dati i
permessi di costruzione precedentemente alladozione di un nuovo piano urbanistico
comunale.

Tuttavia dal dimensionamento paiono discendere anche degli elementi di


perplessit rilevanti.

In primo luogo, il dimensionamento legato a novelle zone di espansione


urbana, se espresso in termini restrittivi dal Municipio, tende a stimolare un
continuo inopportuno consumo di suolo vergine nel medio-lungo periodo. La
fissazione al ribasso dei parametri urbanistici (altezza, indice di fabbricabilit
fondiaria, ecc.), infatti, pu condizionare la progettazione e la realizzazione di nuovi
stabili in modo da impedire una paventata sovrapposizione di piani in verticale.
Con un esempio magari un po estremo si cerca di orientare il lettore. Se un novello
PUC fissasse obbligatoriamente unaltezza di appena 3 metri per tutti gli edifici da
75

realizzare in aree di espansione, possibile che essi siano dimensionati a loro volta
(numero e distanza fra i pilastri, ad esempio) allo scopo di massimizzare sia un
eventuale risparmio per chi spende per dimorare (nucleo famigliare) sia il guadagno
per coloro i quali legittimamente lucrano (dallarchitetto fino agli operai).

In secondo luogo, in virt di quanto scritto nel precedente punto, anche un


dimensionamento espresso dal Municipio in termini restrittivi poco conveniente in
termini monetari nel medio-lungo periodo per i non appartenenti al ceto edilizio
(dallingegnere fino alla manovalanza). Difatti, se un edificio novello venisse
progettato

per

raggiungere

soltanto

una

certa

altezza,

uneventuale

sovrapposizione di nuovi piani non potrebbe che passare per labbattimento


dellintera struttura preesistente e, quindi, per un intuibile incremento delle spese a
carico dei destinatari.

In terzo luogo, sempre con particolare riferimento alle aree di espansione


urbana, il dimensionamento pu prevedere un numero di nuovi alloggi, ma non che
questultimi finiscano interamente nelle mani della popolazione gi residente. Pi
semplicemente, potrebbe esservi uno sfasamento temporale fra lanticipata
realizzazione dei primi e un possibile fabbisogno posteriore dei secondi capace di
determinare nel medio-lungo periodo un doppio fabbisogno: uno rimandante agli
autoctoni e laltro ai forestieri (che, per, nel frattempo sarebbero statisticamente
computati come indigeni).
Con un altro esempio magari un po esagerato si cerca di orientare il lettore. Se
tutte le zone C di un comune appartenessero ad una sola ditta di costruzioni che
costruisse e vendesse ogni appartamento nel giro di un anno a dei forestieri,
sarebbe

evidente

linsoddisfazione

per

gli

autoctoni

linefficacia

del

dimensionamento che, non va dimenticato, ha comunemente come assunto


levoluzione demografica dei residenti (nascite, morti, saldo di partenza e arrivo) e
non unicamente lindiscriminata massiccia importazione di gente da fuori.

Fin qui sono stati evidenziati dei punti deboli del dimensionamento collegati
alle nuove zone di espansione prevalentemente residenziale. Ci malgrado un
inopportuno consumo di suolo vergine verso lesterno pu essere stimolato anche
collintroduzione di misure restrittive per le aree gi abitate, ma non incluse nei
centri storici.

76

Un esempio di condotta a riguardo pu essere ascritta allente locale quando


esso si limita a reiterare i parametri urbanistici preesistenti al novello Piano
Urbanistico Comunale (altezza, indice di fabbricabilit fondiaria, ecc.) in modo da
ostacolare unipotetica sovrapposizione di piani in verticale. Di conseguenza, una
ristrutturazione potrebbe certamente risolvere un singolo problema abitativo nel
breve periodo, ma non contribuire ad assecondare un diffuso fabbisogno nel mediolungo periodo.

Altra scorciatoia quella seguita dai Comuni quando individuano una


disavanzo abitativo pregresso al nuovo PUC a cui, magari, viene associata la
persistenza di altri problemi: dalla pratica di alti affitti che sarebbe di ostacolo per
le famiglie in difficolt fino a una generale indisponibilit degli alloggi gi esistenti.

77

78

Capitolo 5
Linopportunit della localizzazione disinvolta dei servizi e
del commercio i quali, peraltro, sono generalmente
estranei al concetto di economia

Ogni diversificazione delle attivit umane spinge naturalmente ad un maggiore


consumo del suolo vergine.

Si ponga il caso iniziale di due contadini confinanti che arino i rispettivi terreni.
Sammetta, per ipotesi, che uno di essi ottenga lautorizzazione per costruire sulla
propria parte un negozio di scarpe o un ristorante o una discoteca. Diventa quindi
conseguente che la presenza di un nuovo servizio o di un nuovo commercio genera
unerosione di spazi.

Per Parete, linopportuna localizzazione di attivit commerciali e di servizi


tocca picchi considerevoli lungo la Circumvallazione, nella zona di via della
Repubblica per il tratto ad ovest dellincrocio con via Castagnola, nella zona della
provinciale Tre Ponti, lungo la provinciale 33 Aversa-Qualiano-Villa Literno e (ma in
modo relativamente pi ridotto) nellarea circostante via Giorgio Amendola (I
tratto) e via Follerau.
Inoltre, non va trascurata linfelice presenza di attivit extragricole lungo strade che
stanno progressivamente perdendo il loro storico profilo rurale, ossia via Cupa e via
Vicinale della Rotonda.

Limmagine 5, visibile nel Tomo II della corrente trattazione, dovrebbe aiutare


il lettore a individuare i punti del territorio comunale paretano appena evidenziati
dal sottoscritto31.

31

Si precisa, comunque, che la bocciatura delle aree paretane qui individuate non risulta in toto, data

lindubbia rilevanza dimensionale o limportanza pubblica di alcune attivit presenti. Tuttavia, per avere
ulteriori ragguagli, ogni lettore rimandato al paragrafo 11.3 di questo tomo.

79

Oltre allerosione del suolo, va ricordato come unubicazione disinvolta dei


servizi e del commercio incide in negativo sulla viabilit e sulla vivibilit locale e
perfino zonale, considerato il continuo andirivieni quotidiano di clienti lungo alcune
delle

citate

strade

che

restano

di

indubbia

rilevanza

sovracomunale

(Circumvallazione, Repubblica-Tre Ponti, strada p.le 33).

Riflettendo nuovamente in linea generale, occorre sottolineare che anche i


settori dei servizi e del commercio sono estranei al concetto di economia esposto
nel paragrafo 4.3.

Ad esempio, chi vende una scarpa (commercio) non la produce; quindi chi
soddisfa il bisogno di calzare la fabbrica allorigine. Chi consegna a domicilio un
televisore (servizio) non produce questultimo; quindi chi premia la voglia di tv il
fabbricante allorigine. La stessa attivit scolastica, peraltro, resta semplicemente
un servizio perch mirata alla trasmissione di conoscenza (storia, geografia, arte)
e non alla sua creazione.

In questottica, poi, ha poco rilievo il fatto che commercio e servizi possano


svolgersi allinterno dei medesimi luoghi per un periodo di tempo potenzialmente
illimitato.

Servizio e commercio, caso mai non fosse chiaro, sono due settori che non
producono ricchezza in s, ma che si limitano a trasferire flussi di moneta (mezzo di
interscambio) da un soggetto allaltro. Punto e basta.

80

Capitolo 6
Area (o aree) PIP a Parete: il dovere di agire con enorme
ponderatezza circa un eventuale posizionamento nel
territorio comunale e comunque lassoluta inopportunit di
procedere con una localizzazione nella parte occidentale

6.1

Cenni

introduttivi.

Particolare

riferimento

alla

zona

omogenea D1 del vigente PRG di Parete


Larticolo 27 della Legge n. 865 del 1971 d ai Comuni la facolt di individuare
al loro interno delle aree da destinare ad insediamento produttivo, intendendo per
esse la concentrazione di impianti di carattere industriale, artigianale, commerciale
e turistico.

Tenendo altres conto della possibilit di dare spazio anche alla localizzazione
di servizi e perfino di segmenti lavorativi dellonnipresente comparto edilizio,
ipotizzabile che le zone P.I.P. di un singolo paese possono rappresentare tutto e il
contrario di tutto. Occorre quindi complimentarsi di cuore con il legislatore per
questo ennesimo capolavoro di certezza del diritto32.
32

Malgrado in questo capitolo e nel corrente Tomo I, il sottoscritto riconosca, in fondo, seppure a

precisissime condizioni, una certa possibilit di localizzazione PIP nel territorio comunale paretano, il
sottoscritto ne approfitta per sostenere, anche a costo di apparire impopolare e perfino bizzarro agli occhi
dei lettori, lanacronismo della Legge n. 865 del 1971 proprio per quanto concerne i PIP. Difatti, la
possibilit di demandare ai Comuni la creazione di apposite aree di insediamento produttivo poteva
sembrare maggiormente funzionale in un contesto italiano come quello di oltre quaranta di anni fa, dove
effettivamente vera il bisogno di estendere a livello locale un numero maggiore di alternative
occupazionali allagricoltura. Nella situazione odierna, invece, la strabordante terziarizzazione lavorativa,
il continuo sviluppo tecnologico e laltrettanto grave pericolo di un indiscriminato consumo di suolo
vergine nelle varie localit dovrebbero saggiamente consigliare una strategia di ubicazione di carattere
prettamente sovralocale (provinciale e/o regionale, ad esempio) in modo da concentrare le imprese fino a
stimolarne il contatto reciproco e la crescita dimensionale. Anche sullirrinunciabilit di una
pianificazione del genere, lautore si sofferma anche nel prosieguo di questo Tomo I.
81

Pure Parete dovrebbero essere prima o poi interessata dal fenomeno P.I.P.
Difatti, il vigente Piano Regolatore Generale, tra laltro, individua un esteso
insediamento produttivo (zona omogenea D1 industriale) nella parte ovest del
territorio comunale, lungo la provinciale 33, esattamente ai confini con Giugliano in
Campania e Trentola Ducenta33.
In merito allarea in questione si desidera effettuare un rapidissimo sunto.

Qualche anno fa (durante il sindacato Verrengia II) venne approvato un Piano


di Insediamento Produttivo per il quale venne anche pubblicato un bando di
selezione. Era stata progettata, in particolare, una suddivisione della zona
omogenea D1 in 33 lotti, ognuno avente unestensione media di 2.191 metri quadri
e un prezzo indicativo medio pari a 155.997,66 euro comprensivo degli oneri di
urbanizzazione34.

Nel

complesso,

considerando

il

correlato

adeguamento

infrastrutturale (3 nuove strade e il probabilissimo allargamento di carreggiata per


gli estremi tratti settentrionali di via Vicinale della Rotonda e della strada rurale
Serpi e Cancelliere) e la creazione di taluni spazi per i servizi, la zona P.I.P.
avrebbe dovuto coprire una superficie di 100.000 metri quadri35.
Collelezione dellattuale sindaco Vitale (2011), il processo di realizzazione dellarea
P.I.P. lungo la provinciale 33, il cui avvio pareva addirittura imminente, ha subito
un brusco arresto suscitando una serie di polemiche che, per evitare di annoiare il
lettore, si desidera non richiamare affatto. Ci malgrado, una generale voglia di
P.I.P. non sembra essere tramontata se vero che ne risulta annunciata la
presenza pure allinterno del prossimo Piano Urbanistico Comunale paretano.

33

Stando alla versione delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG vigente pubblicata nel sito internet

del Comune di Parete, in realt, le zone oggetto di Piano di Insediamento Produttivo sono due: la D1
(definita industriale) e la D3 (definita commerciale). Per questultima area, per, la mancanza nel
citato sito informatico di un elaborato grafico PRG di tutto il territorio locale ha spinto il sottoscritto a
non sbilanciarsi ulteriormente con illustrazioni basate appena su propri vaghi ricordi personali. chiesto
quindi umilmente perdono ai lettori per codesta carenza informativa, probabilmente capace di scatenare
del comprensibilissimo disappunto.
34

Delibera di Giunta Comunale di Parete n. 116 del 9 Dicembre 2010 di approvazione del bando di

assegnazione P.I.P.
35

Giornale La Parete, numero 0, anno 0, gennaio 2010


82

Per ragguagli visivi sullarea PIP in zona D1, sinvita a consultare le immagini
6.1.1 e 6.1.2 presenti nel Tomo II della corrente trattazione.

Limmagine 6.1.1, in particolare, mostra due cose. Anzitutto, che la parte nord
del progettato distretto starebbe direttamente a ridosso di un alveo naturale, il
quale potrebbe potenzialmente creare problemi in caso di forti precipitazioni.
Inoltre, che tale distretto sorgerebbe poco a ponente pure della cappella di Maria
ss. della Rotonda (manco 400 metri in linea daria calcolati col software Google
Earth), con buona pace dellantica quietudine campestre ancora faticosamente
evocata da questultima.
Nelluno e nellaltro caso non trattasi di dettagli di poco conto. Lalveo naturale,
infatti, originandosi a ridosso del cimitero di Parete parte integrante di un sistema
di canali che prosegue verso ponente per diversi chilometri fino a confluire nel Lago
Patria, a breve distanza dal Mar Tirreno. Circa il contrasto percettivo fra la serenit
evocata dalla cappella e l'eventuale P.I.P., invece, il sottoscritto rimanda allultimo
capitolo di questo Tomo I, in cui viene accennato al contrasto fra lodierno rapporto
Uomo-Territorio e lideale di ciclicit trasudante dalla locale ricorrenza patronale.

6.2 Brevi considerazioni sulla grandissima difficolt nel dare al


territorio di Parete una significativa svolta economica di tipo
artigianale e/o industriale
Una seria localizzazione di unit artigianali e manifatturiere in misura
indipendente dalla loro dimensione ha necessariamente bisogno di vaste aree
situate lontano dai centri abitati e/o nellimminenza di grandi vie di comunicazione
(autostrade,

scali

merci

ferroviari,

porti,

aeroporti)

onde

favorire

una

concentrazione di imprese in grado di abbattere i costi di trasporto e di avviare


delle possibili sinergie fra loro, nonch addirittura di fondersi in realt pi grandi per
dare lassalto ai mercati nazionali e internazionali.

Nel caso di Parete, per, ci sembra mancare vistosamente.

In primis, a causa dellesiguit della superficie comunale (estesa appena 5,7


kmq) e per laltissima densit abitativa (11.322 abitanti all1-1-2014).
83

Ad esempio, la vicina citt di Giugliano, pur dichiarando 120.157 abitanti all1-12014, conta ben 94 kmq di tenimento complessivo e una vera e propria ASI (zona
industriale) distante circa 6,5 chilometri in linea daria (calcolati col software Google
Earth) dal nucleo del centro urbano, ossia piazza Annunziata.

In secundis, lipotetico vantaggio di poter contare sulla vicina presenza di


strade sopraelevate (Ponti della Valle e c.d. Asse Mediano) risulta essere
neutralizzato dalla loro spaventosa trafficabilit e dal fatto di giocare oramai solo un
ruolo di supporto per i mega centri commerciali che sorgono a ridosso (Jambo e
Auchan) e di appoggio per i pendolari che quotidianamente vanno e vengono dal
capoluogo regionale, distante meno di venti chilometri.
Inoltre, va evidenziato come le strade sopraelevate in questione contino appena
due corsie per senso di marcia e che ogni lavoro di allargamento risulta
difficilissimo, se non impossibile. La Ponti della Valle, ad esempio, spacca
letteralmente in due labitato di Trentola Ducenta: per averne conferma, basta e
avanza gi la consultazione di Google Earth.

Tuttavia, linopportunit di unarea (o aree) P.I.P. di Parete con, in parte o in


toto, carattere artigianale e/o industriale diverrebbe ancora pi evidente nel caso in
cui lapprovazione del prossimo PUC ne confermasse la possibilit di localizzazione
anche lungo la provinciale 33. Difatti vi sarebbe da considerare la sostanziale
impossibilit di un allargamento verso due direzioni su quattro: non verso nord a
causa della giurisdizione di Trentola Ducenta (CE), che lungo i confini con Parete ha
recentemente deliberato solo la presenza di una zona agricola, e non verso ovest a
causa della giurisdizione di Giugliano in Campania (NA), che col suo Piano
Regolatore Generale vigente individua ancora solo delle aree agricole a mo di
separazione da Parete36. Quindi si potrebbe puntare soltanto verso est (direzione

36

Mettendo da parte il profilo industriale ipoteticamente associabile ad una confermata area P.I.P.

paretana lungo lo stesso punto della strada p.le 33, una cosa certa: il Piano Territoriale Regionale (PTR)
e, limitatamente al Casertano, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) danno indirizzo
agli enti locali affinch i c.d. insediamenti produttivi (come se lagricoltura non avesse nulla a che fare
colla produzione) abbiano un carattere intercomunale, in modo da limitare la dispersivit delle
iniziative imprenditoriali e da mitigare limpatto paesaggistico-ambientale. In virt di ci, si scrive quanto
segue.
84

cimitero) e mezzod (direzione via della Repubblica/strada provinciale 109), ma con


modalit attualmente inimmaginabili.

In buona sostanza, lerezione di unarea (o aree) P.I.P. di Parete con connotati


artigianali e/o industriali potrebbe financo rispondere al tentativo di dare al paese
un

reale

indirizzo

economico

oltre

lagricoltura,

ma

ragioni

logistiche

oggettivamente insormontabili ne rendono assai difficile la caratterizzazione in tal


senso.

A margine, si precisa che possibile visionare le immagini 6.2.1 e 6.2.2


presenti nel Tomo II della corrente trattazione per poter maggiormente soppesare
le soprastanti affermazioni del sottoscritto.

Il Comune di Trentola Ducenta, con delibera del Consiglio Comunale n. 19 del 2015, ha approvato il
proprio Piano Urbanistico Comunale che consultabile nel sito internet di tale ente. La visione della
tavola P1, relativa alla suddivisione del tenimento per zone omogenee, conferma la gi citata destinazione
agricola lungo tutta la zona che sta al confine con Parete, mentre individua il suo P.I.P. e la generalit
delle aree D (artigianali, industriali, commerciali, di servizi) in direzione di San Marcellino (CE) o di
Lusciano (CE). Inoltre, attrezzature tecnico distributive (depositi, mattatoi, ecc.), passibili di piano
attuativo pubblico o privato, sono previste in altre sezioni marginali a contatto coi tenimenti di San
Marcellino, Lusciano e Aversa (CE).
Il vigente PRG di Giugliano in Campania risale agli anni Ottanta del XX secolo. Esso individuava il
nucleo ASI e altre sezioni catalogate colla lettera D in prevalenza lungo la direttrice che dal centro
cittadino mena a Lago Patria. In questottica, il sorgere di insediamenti di carattere abitativo,
commerciale, di servizi, artigianale e perfino ricettivo (non sempre realizzati in regime di legalit)
verificatosi nel trentennio successivo lungo le strade intercomunali conducenti a Parete (strada p.le 151
Santa Maria a Cubito-Aversa da nord ovest; via Arco SantAntonio da sud est) o che ne lambiscono i
confini da ovest (strada Qualiano-Villa Literno) non va interpretato in senso positivo, ma qualificato
come illogico sviluppo tentacolare, spessissimo a bassa intensit fondiaria, alla base di un peggioramento
della vivibilit e di un appesantimento del movimento veicolare su scala zonale.
85

6.3

Lassoluta

inopportunit

di

localizzare

nella

parte

occidentale di Parete unarea (o pi aree) P.I.P. con caratteristiche


in parte o in toto commerciale, di servizi, turistica, di supporto al
ramo edilizio
Osservato

con

franchezza,

appare

semplicemente

eccessiva

lidea

di

posizionare nella parte occidentale di Parete (cio a ovest della Circumvallazione e


del segmento sud di via Castagnola) una o pi aree PIP a vocazione commerciale e
di servizi. Buon senso, infatti, impone di individuare delle soluzioni soltanto interne
al centro urbano, non essendovi per nulla lobbligo di replicare la city londinese o il
Centro Direzionale di Napoli.
E, a riguardo delle proposte, il sottoscritto non mancher di suggerirne nel
prosieguo della corrente trattazione.

Per quanto concerne unarea P.I.P. a ovest di Parete aperta, fra laltro, ad
attivit edili, va evidenziato come ci costituirebbe soltanto un vero paradosso per
un territorio comunale che di tutto ha bisogno fuorch di affidarsi in via prevalente
a questo comparto antieconomico.

Infine, si fa oggettivamente molta fatica ad immaginare linsediamento di una


o pi strutture di carattere turistico-alberghiero, visto che Parete non si trova n a
100 metri dalla battigia n in cima al Monte Bianco n lungo una via di
comunicazione (come la sopraelevata dei Ponti della Valle) tale da facilitare la
presenza, ad esempio, di qualche minuscolo motel37.
37

Parete avrebbe potuto diventare un vero centro di riferimento archeologico, e quindi turistico, ma

loccasione andata perduta a causa dello scavo clandestino che, approfittando dellignoranza della gente
del posto, dellinettitudine delle autorit e della mancanza di scrupoli da parte di antiquari provenienti da
ogni dove, ha fatto sparire nel nulla il contenuto di oltre un centinaio di tombe risalenti alle et degli
Etruschi, dei Sanniti e dei Romani. Questultime, prevalentemente localizzate a ovest dellodierno abitato
(nei pressi del Cimitero, nei paraggi immediati della strada rurale Cupa, nonch nellarea a cavallo della
provinciale Parete-Tre Ponti e della via rurale Portella) erano di varia forma (a cupola, a tempio,
colombario, ecc.) e dovevano la loro preziosit a recipienti di terracotta, capitelli, tavole di marmo con
iscrizioni, idoli di bronzo e di creta, fibule, anelli, urne cinerarie, lucerne, monete doro e argento, e
perfino a scheletri cinti di corazze e spade. Lo scempio archeologico, iniziato occasionalmente nel XIX
secolo, ha conosciuto una drammatica intensificazione durante gli anni Sessanta e Settanta del Novecento,
86

6.4 Un mito da sfatare: qualsiasi area P.I.P. non garantisce mai


automaticamente nuovo lavoro per i disoccupati del paese in cui
dovrebbe sorgere
Una proposta P.I.P. spesso accompagnata dalla mirabolante descrizione di
scenari futuri dove la disoccupazione locale tenderebbe soltanto a costituire un
nefasto ricordo. Ebbene, il sottoscritto desidera cimentarsi anche in questa
confutazione.

In primo luogo, va evidenziato che i bandi P.I.P. possono dare facolt di


presentazione dellistanza dinsediamento pure a quelle imprese gi residenti nel
comune di turno, ma in zone confliggenti colla normativa urbanistica vigente. Da
questo punto di vista, quindi, tutto potrebbe risolversi in un semplice trasferimento
senza alcuna assunzione di gente del posto.

In secondo luogo, va sottolineato che i bandi P.I.P. possono dare facolt di


presentazione dellistanza dinsediamento pure a quelle imprese desiderose di
accorparsi se frazionate in diverse sedi. Ci nonostante, anche in questa ottica,
tutto potrebbe consistere in un semplice trasferimento senza alcuna assunzione di
gente del posto. A meno che non vi sia un trasloco di migliaia di chilometri o
addirittura extracontinentale, eventualit che non capita ovunque n a qualsiasi
condizione.

Ma soprattutto anche la facolt di presentazione dellistanza dinsediamento


conferita

ad

imprese

desiderose

di

ampliarsi

neocostituite

pu

non

necessariamente portare alla creazione di nuovo lavoro per la gente del posto.
Difatti non tutte le mansioni di questo Mondo possono essere affidate al primo che
passa, ma richiedere una certa formazione e/o unesperienza precedente. Daltro
quando, nel perenne silenzio generale, furono soltanto due voci a levarsi, ma invano: quella di Giovanni
DAmore (allora pretore di Marano di Napoli, altro territorio interessato da un simile saccheggio) e quella
del prof. Silvio Misso, allepoca Ispettore onorario per conservazione dei monumenti, il quale ricorse
perfino allaffissione di manifesti in paese. Su DAmore e Misso, si rimanda L. Santagata, Parete, Parete
1981, pp. 10 e 11.
87

canto, ad esempio, se le parrucchiere cercano shampiste gi rodate perch una


falegnameria dovrebbe affidarsi solo a individui che ignorano la differenza fra il
pioppo e lebano???
Volendo estremizzare, se a Parete sinsediasse unazienda nucleare in cerca di
ingegneri specializzati, evidente che il numero di assunti locali potrebbe
pressoch scendere a zero n sarebbe possibile far assumere colla forza dei
compaesani laureati in lettere antiche o degli onesti meccanici.

Circa leventualit di costringere le aziende P.I.P. ad assumere manodopera


locale, va chiarito che solo la sottoscrizione di uno specifico atto formale in tal
senso da parte del titolare di turno potrebbe creargli un vero e proprio vincolo.
Tuttavia, rimane altrettanto pacifico sottolineare che forzare eccessivamente in
cotali

termini

ladesione

imprenditoriale

potrebbe

rivelarsi

financo

controproducente, cio far fuggire le aziende anzich farle arrivare, specie quelle di
grossa

dimensione

e/o

quelle

alla

ricerca

di

personale

specializzato

non

necessariamente presente in loco, come stato cercato di dimostrare pocanzi.


Volendo ulteriormente spaccare il capello, una ditta P.I.P. potrebbe financo
infischiarsene dellobbligo formale di assunzione di gente autoctona se fossero
previsti a suo danno dei meccanismi ritorsivi semplicemente inconsistenti (ad
esempio, multa di appena 100 euro per ogni operaio forestiero assunto).

In virt di quanto appena osservato sopra, insomma, la sola semplice tipica


ipotesi di attribuzione di punteggi prevista dai bandi P.I.P. legata a un generico
impegno ad arruolare autoctoni pu benissimo non tradursi in alcun vantaggio
rispetto alla diminuzione della disoccupazione in un paesino. Al massimo riuscirebbe
utile alle imprese candidate, le quali salirebbero in graduatoria facendo leva
sullaria fritta, nonch al Sindaco e allassessore al ramo, che guadagnerebbero
qualche voto in pi gettando fumo negli occhi.

6.5 Un brutto rischio legato alle aree P.I.P.: il trionfo di logiche


speculative di carattere infrastrutturale, a stretto giro di posta, e di
carattere residenziale nel lungo periodo

88

Malgrado quanto spesso strombazzato dai sostenitori, le aree P.I.P. possono


non rappresentare una salda alternativa economica, bens un tremendo salto nel
buio.

Sgradevolissima, in particolare, la sensazione che tali opere servano per


premiare delle logiche speculative, passanti anzitutto per la cessione dei terreni
allente locale, nonch attraverso la progettazione e realizzazione dei soli elementi
infrastrutturali (rete elettrica, impianto fognario, asfaltatura, segnaletica verticale, e
simili).

Inoltre, nel lungo periodo, un ipotizzabile insuccesso di un progetto P.I.P.


potrebbe sempre stimolare lapprovazione di piani urbanistici comunali e/o di
varianti urbanistiche volte a dare ulteriore suolo per la costruzione di unit
abitative, magari sotto la forma di vilette a schiera o case multilivello dotate di
qualche segmento verde.

6.6 La necessit dellente municipale di Parete di puntare su


uneventuale localizzazione P.I.P. unicamente nella parte est del
comune
Ad avviso del sottoscritto, la possibilit da parte dellAmministrazione
Comunale di Parete di individuare nel territorio di propria competenza una o pi
sezioni prevalentemente non residenziali e non agricole dovrebbe essere anzitutto
vagliata con enorme prudenza, dato il pericolo di fare un doppio buco nellacqua, sia
dal punto di vista della mancata svolta economica-occupazionale sia dal punto di
vista della concretizzazione di un drammatico consumo di suolo perpetrato solo per
assecondare degli obiettivi speculativi.

A riguardo, si desidera riportare alcuni specifici passaggi del paragrafo 8.4.2


della Relazione A1 del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di
Caserta (PTCP).
In primo luogo, stando a quanto ognuno pu leggere, in Terra di Lavoro risultano
programmati o realizzati 58 P.I.P. in 55 comuni per una superficie complessiva

89

stimata di 783 ettari e un ammontare di 1.334 lotti; eppure, di essi sarebbero


ancora liberi 548,1 ha e 934 lotti, pari al 70% di entrambi i totali.
In secondo luogo, in collegato alla soprastante constatazione, in coda al medesimo
paragrafo (a pagina 204) appare perfino puntualizzato: Non appare quindi
opportuno, allo stato attuale delle conoscenze, procedere allindividuazione di nuovi
insediamenti produttivi quanto piuttosto avviare una riflessione attenta sulla
effettiva ed efficace utilizzazione delle aree gi programmate valutando anche
lipotesi di un parziale ridimensionamento.

Di conseguenza, laddove non se ne potesse e/o volesse fare a meno, si


auspica in primis che il Municipio di Parete punti su una localizzazione
P.I.P. nella sola parte orientale del comune, gi finora antropizzata per motivi
diversi dalla semina e dal raccolto di derrate alimentari, allo scopo di evitare
quella drammatica Conquista del West che innescherebbe delle orribili
conseguenze sul piano della viabilit e, soprattutto, della vivibilit locale e
zonale. Tenendo tuttavia conto del livello di saturazione raggiunto proprio dalla
porzione urbanizzata, si confida altres in una scelta che interessi sezioni gi
impermeabilizzate ovvero terreni marginali non ancora trasformati.

90

Capitolo 7
Altri mutamenti inopportuni che potrebbero delinearsi in
futuro per il territorio comunale di Parete

7.1 C.d. Parco agricolo


Per la serie continuiamo a farci del male, va osservato che, in anni recenti,
ha fatto capolino nel dibattito pubblico paretano pure la mirabolante idea di istituire
nel territorio comunale un parco agricolo. In particolare, stando a quello che il
sottoscritto riuscito a carpire, esso dovrebbe sorgere nella zona extraurbana che
resiste (ma chiss per quanto tempo ancora) a nord ovest del centro abitato,
come viene mostrato nellimmagine 7.1 visibile nel Tomo II della corrente
trattazione.

Ma perch occorre saggiamente opporsi ad una simile proposta?

Una definizione ecumenica pescata da internet aiuta a inquadrare il parco


agricolo come unarea nella quale creare, riscoprire oppure potenziare lattivit
primaria al fine di salvaguardare e tutelare il territorio e lambiente in esso
inserito.

Tuttavia, una consultazione pi paziente delle fonti di informazione, permette


di approfondire i connotati di tale creazione, riscoperta, potenziamento. In linea
generale, infatti, in codesti parchi resterebbe pur sempre possibile localizzare
anche attivit di natura nettamente extragricola: da forme di viabilit interna agli
agriturismi, dai maneggi ai parcheggi fino a sezioni destinate agli hobby (come, ad
esempio, il footing).

Caso mai non fosse chiaro, si precisa con forza che lagriturismo non
agricoltura, ma mera ricettivit; che il maneggio rimanda allequitazione e giammai
allallevamento; che attivit come il footing costituiscono del tempo libero e non
una forma di occupazione a tempo indeterminato.

91

In buona sostanza, se mai divenisse realt un parco agricolo nel comune di


Parete, si potrebbe attivare, fra una variante urbanistica e laltra, un devastante
processo di consumo del suolo vergine basato su asfalto, fognature, marciapiedi,
lampioni, ristoranti e, perch no, perfino strutture residenziali ad hoc38.

Per quanto possa sembrare strano a qualcuno, va chiarito che, in linea


generale, non esiste attivit migliore dellagricoltura per tutelare fattivamente lo
stesso comparto economico e lintegrit di un territorio. Quindi dovere degli
amministratori di ogni livello (locale, regionale e nazionale) attivarsi per creare un
serio sostegno financo ricorrendo a misure di natura protezionistica per scoraggiare
larrivo di derrate estere ed evitare la fuga dai campi.

7.2 Collettore fognario in corrispondenza dellalveo Spierto per il


tratto a cavallo delle giurisdizioni di Parete, Lusciano e Giugliano

38

Si vuole citare a mo di esempio il documento elaborato dalla regione Campania e appellato Linee

Guida per listituzione del sistema dei parchi urbani di interesse regionale. Nel paragrafo 7 di tale Guida
si sostiene, fra laltro, che il parco urbano pu contribuire allo sviluppo del c.d. turismo sostenibile
attraverso unofferta ricettiva novella (bed and breakfast, agriturismi) o legata al rafforzamento di unit
eventualmente gi presenti e legate a settori contigui (come quello della ristorazione). Ancor prima, nel
paragrafo 4, viene esaltato il ruolo prettamente urbanistico del parco urbano che visto come
unarea strategica ai fini di un pi razionale e confortevole comporsi ed articolarsi della citt.
Va poi osservato come la Guida sia stata realizzata sulla scia della L. R. n. 17 del 2003, con questultima
che, nel comma 2 dellart. 1, permette ai Comuni di individuare dei parchi urbani allinterno di zone che
gli strumenti urbanistici vigenti classificano come aree a parco, aree verdi, aree agricole, aree
archeologiche.
Approfittando delloccasione, il sottoscritto afferma di essere di essere perplesso dopo la lettura dei due
menzionati atti per una duplice ragione. In primo luogo, perch pare mancare una certa
contestualizzazione, dato che non tutti i posti possono essere associati ad una citt. In secondo luogo,
perch lapparente innocua motivazione del recupero delle strutture rurali (sempre nel paragrafo 4 della
Guida) sembra contribuire ad unespansione ulteriore delle aree edificate aventi bassi indici di
fabbricabilit territoriali.
92

Altri drammatici scenari legati al consumo di suolo vergine potrebbero


delinearsi colla realizzazione di un collettore fognario in corrispondenza dellalveo
Spierto: per lesattezza lungo il tratto a cavallo dei territori comunali di Parete,
Lusciano e Giugliano in Campania.

Lalveo Spierto un canale di scolo naturale che origina nel tenimento di


Giugliano in Campania, poco a ridosso della strada che congiunge questa citt
allabitato di Parete. Subito dopo, in particolare, funge da confine fra i due citati
comuni e quello luscianese, salvo poi continuare a salire verso settentrione per
diversi chilometri fino a sfociare nei Regi Lagni, percorso risalente allet borbonica
realizzato a sua volta in corrispondenza dellantico fiume Clanio.
Limmagine 7.2.1, presente nel Tomo II della corrente trattazione, mostra lintero
percorso dello Spierto, peraltro inopportunamente interrato in non pochi punti.

La figura 7.2.2 del Tomo II, per lesattezza, permette di visionare lattuale
situazione, da sud a nord, del tratto di Spierto oggetto di attenzione del
sottoscritto. Un primo segmento ha la classica forma di un canale di scolo,
fortunatamente pulito nel corso del 2014. Un secondo segmento, separato dal
precedente da un ammasso di terra che pare messo alla meglio, reca invece la
forma di un sentiero rurale, molto probabilmente oggetto di interramento in periodi
passati. Un terzo segmento, infine, assume progressivamente la forma di un
canalone che, svoltando a sinistra, immette nel prolungamento di via Forno.

I fautori del collettore fognario sostengono che la sua realizzazione potrebbe


rimediare con efficacia ai periodici allagamenti stradali al confine fra Parete e
Giugliano, allaltezza del c.d. Ponte di Cosimiello, i quali sarebbero dovuti a due
ragioni: la costruzione di stabili su terreni siti nei paraggi e ricadenti nel comune
giuglianese; lultimazione di un tratto fognario che, salendo sempre dalla citt
partenopea, non avrebbe attualmente alcuno sbocco.
Malgrado ci il sottoscritto si permette di auspicare vivamente laccantonamento
definitivo di ogni progetto di realizzazione dellopera che, una volta terminata,
potrebbe invece dare una sciagurata accelerazione al processo di edificazione in
tutte le zone a ridosso dello Spierto: da Lusciano, da Giugliano in Campania e,
ovviamente, da Parete, come sembra delineare limmagine 7.2.3 visibile nel Tomo
II.

93

Insomma, la vivibilit locale e zonale subirebbe un durissimo colpo.

Attenzione, per. Con questa rapida riflessione il sottoscritto non vuole fare
professione di insensibilit rispetto agli odierni allagamenti stradali fra Parete e
Giugliano, ma precisare che, in realt, esiste un preoccupante e pi vasto disordine
idraulico che vede coinvolte tutte le localit presenti nellarea che da Marano di
Napoli scende fino al canale dei Regi Lagni. Tradotto in parole semplici: prima di
realizzare un solo collettore fognario di diverse centinaia di metri, sarebbe
necessario che ciascun comune (da solo o, meglio ancora, in sede di pianificazione
concordata cogli enti locali vicini e/o con le amministrazioni di rango provinciale e/o
regionale) procedesse pure ad un significativo riordino urbanistico in modo da
ovviare al consumo di suolo vergine perpetrato fino ad adesso e, quindi, da
circoscrivere in maniera nettissima leventuale fabbisogno di infrastrutture di
raccolta sotterranea delle acque39.

7.3

Una

nuova

strada

Parete-Lusciano-Giugliano

la

quale

scorrerebbe parallelamente a sud della c.d. strada degli Americani


Unulteriore potenziale drammatica occasione di consumo di suolo vergine,
capace di mandare ulteriormente in malora la vivibilit nel comune di Parete,
potrebbe derivare dallipotizzata costruzione di una nuova arteria parallelamente a
sud della c.d. Strada degli Americani.

In via approssimativa, possibile sostenere che la nuova arteria dovrebbe


partire da Parete, da via Di Vittorio per lesattezza, attraversare la parte
meridionale della giurisdizione di Lusciano (CE) e arrivare nella periferia di
Giugliano in Campania (NA), in unarea al confine con Aversa (CE).

fautori

del

progetto

evidenziano

la

necessit

di

porre

rimedio

allappesantimento del traffico veicolare lungo la c.d. Strada degli Americani.


39

Sullargomento, il sottoscritto avrebbe voluto aggiungere qualche rigo, ma lesigenza di non allungare

smodatamente la corrente trattazione obbliga a passare immediatamente oltre.

94

Effettivamente, allo stato attuale, tale Strada risulta essere una via di importanza
extracomunale a cavallo delle province di Caserta e Napoli dotata di sole due corsie
di marcia, ma che, in concreto, viene chiamata a servire unutenza potenziale di
oltre 200.000 persone (quelle che risultano dalla somma dei residenti di Aversa,
Lusciano, Parete, Giugliano in Campania e Trentola Ducenta, il cui territorio viene
sfiorato nella parte meridionale, nonch dei clienti del c.c. Jambo il quale sorge
negli immediati paraggi). Chiunque abita in zona, poi, sa che almeno un paio di
volte al giorno lasse viario rimane in balia di uninterminabile fila di mezzi su uno o
addirittura entrambi i sensi di movimento.

Ci malgrado gli stessi patrocinanti paiono non voler ricordare che lodierna
situazione ha origine da una massiccia ed incontrollata urbanizzazione registrata in
tutti i comuni circostanti a partire dal Secondo Dopoguerra la quale, peraltro,
mentre viene pubblicato questa riflessione, non mostra nessun segno di arresto.
In questottica, gi la sola idea di realizzare una novella arteria dovrebbe far
accapponare la pelle dal terrore.
In Italia, nel Sud Italia, a maggior ragione in unarea a nord di Napoli gi
spaventosamente sovraffollata, tradizione e cultura insegnano che ogni nuova
strada tende, prima o poi, a far divenire edificabili tutti i terreni circostanti. Quindi,
un problema come quello del traffico e della vivibilit nelle zone attraversate dalla
Strada degli Americani potrebbe uscire dalla porta e rientrare dal portone
perpetrando la oramai barbara usanza di aggiungere altro asfalto e cemento,
cemento, cemento.

Le immagini 7.3.1 e 7.3.2, presenti nel Tomo II, tentano di delineare il


malaugurato scenario ipotizzato in codesto paragrafo.

95

96

Capitolo 8
Altre due riflessioni da farsi in chiusura della seconda
parte del presente Tomo I

8.1 Parete: la carica antieconomica, antisociale, illogica e


antistorica del consumo di suolo vergine attuale e possibile in
futuro
In questo paragrafo, caso mai non bastasse quanto scritto finora, si prova a
evidenziare una volta per tutte la carica antieconomica, antisociale e illogica e del
consumo di suolo vergine per il paese di Parete. Inoltre, si cerca di accennare
rapidamente alla suo carattere antistorico.

Per Parete, il consumo di suolo vergine attualmente in corso, nonch


ipotizzato per il futuro, massicciamente antieconomico poich, tenuta a mente
lestrema difficolt di una vera localizzazione industriale, toglie spazi allattivit
agricola, lunica che, in loco, pu fregiarsi della fondamentale caratteristica di
ciclicit, ossia della prerogativa di soddisfare bisogni materiali costanti e ripetuti nel
tempo.

Per Parete, il consumo di suolo vergine attualmente in corso, nonch


ipotizzato per il futuro, ha pure connotati antisociali poich, non rafforza, ma anzi
indebolisce, il relativo tessuto.
A riguardo viene anzitutto da ricordare che la vendita di case, in linea concettuale,
e non solo, non ha la vocazione di risolvere un eventuale problema abitativo, ma
solo

di

intercettare

una

domanda

che

pu

rispondere solo

logiche

di

immobilizzazione di capitali e basta.

Per Parete, il consumo di suolo vergine attualmente in corso, nonch


ipotizzato per il futuro, ha pure caratteri fortemente illogici poich favorisce la
trasformazione del territorio in una realt ingestibile, sia in termini di erogazione di

97

servizi di pubblica rilevanza sia in termini di interventi di carattere emergenziale o


no, provvisorio o no.
Unosservazione simile gi stata fatta in riferimento allinopportunit di una
massiccia edificazione a scopo residenziale. Tuttavia nulla impedisce di estendere il
ragionamento allipotizzata area (o alle ipotizzate aree) P.I.P. se prevista (o
previste) a ovest del paese, allauspicata (da qualcuno) nuova strada PareteLusciano-Giugliano, al paventato parco agricolo, a un profilabile collettore fognario
in corrispondenza dellalveo Spierto.

Infine, per Parete, il consumo di suolo vergine attualmente in corso, nonch


ipotizzato per il futuro, antistorico poich la progressiva cancellazione del profilo
fisico del paese porta alleclissamento del suo patrimonio immateriale, fatto di
mentalit e di usanze, indispensabile per renderlo riconoscibile dalle realt
immediatamente circostanti. A questultimo riguardo, il sottoscritto ricorda che,
nellultimo capitolo della corrente Tomo I, far riferimento al culto e alla ricorrenza
patronale di Maria ss. della Rotonda a semplice titolo di esempio.

Per farla in breve, mettendo assieme quanto scritto finora, emerge la


minaccia di una scomparsa della stessa idea di una viva comunit
paretana.

La forte erosione degli spazi agrari, e quindi di sezioni veramente sfruttabili in


senso economico, la messa a repentaglio del tessuto sociale, anche attraverso la
diffusa pratica della vendita di appartamenti, una graduale ingestibilit del
territorio, per lincapacit di offrire servizi di rilevanza pubblica, e il pericolo di
estinzione del proprio patrimonio paesaggistico e immateriale rappresentano i
quattro aspetti di quel pericolo di crescente invivibilit a cui si accennato pi volte
finora.
Ad essi, va poi aggiunto laumento verticale del traffico veicolare e i collegabili
problemi di salute e di stress per i residenti.

98

8.2 Parete: lantropizzazione diversificata ai massimi livelli, e


quindi oggettivamente insostenibile, come causa della morte del
territorio locale (idea di antrofizzazione)
Un

territorio

di

poca

estensione,

sovraccarico

demograficamente

contraddistinto dalla ricerca di un faticoso equilibrio quotidiano fra agricoltura,


edilizia residenziale speculativa e non, attivit commerciali, servizi, artigianato,
industria e infrastrutture di vario tipo destinato prima o poi a morire da un punto
di vista sia dellintegrit fisica e immateriale sia economico, considerato il molto
probabile approdo ad una situazione di ingestibilit dellantropizzazione spinta ai
massimi livelli.

Questo esattamente il rischio che continua a correre Parete da circa


venticinque anni attraverso il dissennato consumo di suolo vergine, il quale
potrebbe divenire fatale colla citata Conquista del West, ossia collinurbamento
della zona occidentale, a partire dalla Circumvallazione e dal segmento sud di via
Castagnola fino ai limiti con Giugliano in Campania (NA).

Unantropizzazione diversificata ai massimi livelli pu essere paragonata


alleutrofizzazione dei laghi. Come questultima si manifesta con uniniziale
sovrabbondanza di sostanze nutritive che porta a una crescita spaventosa delle
alghe e alla susseguente mancanza di ossigeno a danno dei pesci tutti, allistessa
maniera

lapparente

benessere

iniziale

determinato

da

una

fortissima

concentrazione di abitanti e di impieghi produce a lungo andare il decesso del


territorio poich ogni componente cerca uno spazio che potrebbe gi mancare del
tutto e per tutti. Ad esempio, una localizzazione di strutture di sostegno
allagricoltura e un ingrandimento di unarea P.I.P. potrebbero essere entrambe
vanificate o svolgersi luna a danno dellaltro se interessassero una medesima zona.

Con licenza scrivendo, possibile dunque sostenere lidea che anche Parete
corre il pericolo di abboccare agli infausti miraggi dellantrofizzazione
(dallincrocio delle parole eutro[fizzazione] + [antropi]zzazione).

99

100

PARTE TERZA Proposte del sottoscritto volte a


rilanciare Parete come entit fisica, come centro
di vera produzione economica e come patrimonio
immateriale riconoscibile dagli altri

101

102

Capitolo 9
La necessit di raggiungere un rinnovato assetto del
territorio comunale e le direzioni da seguire a riguardo

9.1 La conurbazione Napoli-Caserta e lhinterland aversanogiuglianese: situazione attuale


Pur appartenendo dal punto di vista amministrativo alla provincia di Terra di
Lavoro, il tenimento di Parete oggigiorno pienamente inserito nella conurbazione
Napoli-Caserta che, venutasi a consolidare nella seconda met del XX secolo,
abbraccia 96 comuni per un totale di 3.229.956 abitanti e 1270,88 kmq40. Rispetto

40

Il numero dei comuni coinvolti stato desunto dalla fig. 8.18 della Relazione A1 del Piano Territoriale

di Coordinamento della Provincia di Caserta che a sua volta rimanda a studi Svimez 1971-1981. I dati
demografici, risalenti all1-1-2014, e lestensione di ciascun tenimento, tratta dal Censimento 2011,
risultano invece ricavati dal sito internet dellIstat. Il sottostante elenco dei comuni appare diviso in
quattro gruppi per consentire al lettore unimmediata comprensione di quanto risulta scritto nel prosieguo
di questo capitolo.
ZONA DI NAPOLI: Acerra, Afragola, Arzano, Bacoli, Brusciano, Caivano, Camposano, Carbonara di
Nola, Cardito, Casalnuovo di Napoli, Casamarciano, Casandrino, Casavatore, Casoria, Castello di
Cisterna, Cercola, Cicciano, Cimitile, Comiziano, Crispano, Ercolano, Frattamaggiore, Frattaminore,
Grumo Nevano, Liveri, Mariglianella, Marigliano, Massa di Somma, Monte di Procida, Napoli, Nola,
Ottaviano, Palma Campania, Pollena Trocchia, Pomigliano d'Arco, Portici, Pozzuoli, Quarto,
Roccarainola, San Gennaro Vesuviano, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, San Paolo Bel
Sito, San Sebastiano al Vesuvio, San Vitaliano, Sant'Anastasia, Sant'Antimo, Saviano, Scisciano, Somma
Vesuviana, Torre del Greco, Tufino, Visciano, Volla. AGRO GIUGLIANESE: Calvizzano, Giugliano in
Campania, Marano di Napoli, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Qualiano, Villaricca. AGRO
AVERSANO: Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Cesa, Frignano, Gricignano
dAversa, Lusciano, Orta di Atella, Parete, San Cipriano dAversa, San Marcellino, Sant'Arpino, Succivo,
Teverola, Trentola Ducenta, Villa di Briano. ZONA DI CASERTA: Capodrise, Capua, Casagiove,
Casapulla, Caserta, Curti, Macerata Campania, Maddaloni, Marcianise, Portico di Caserta, Recale, San
Felice a Cancello, San Marco Evangelista, San Nicola la Strada, San Prisco, Santa Maria a Vico, Santa
Maria Capua Vetere.
103

alla regione Campania, in particolare, in tale conurbazione si ammassa il 55 per


cento delle persone in appena il 9,3 per cento della superficie complessiva.

La zona fra Napoli e Caserta, quindi, appare generalmente contrassegnata da


una forte pressione antropica a cui le autorit di vario livello (locali, provinciali,
regionali, nazionali) non riescono a rispondere in maniera efficace fino a perpetrare
una situazione di diffusa insostenibilit. Infatti, le gravi difficolt del settore
primario, che un tempo ne costituiva lasse economico portante, le esitazioni nel
comparto manifatturiero e la terziarizzazione abnorme continuano a stimolare un
modello di gestione territoriale assai frammentato e contraddistinto da un consumo
di suolo vergine tanto massiccio quanto soprattutto scoordinato. Per lesattezza,
affianco a fenomeni interessanti di concentrazione delle unit manifatturiere (zone
ASI) convivono una polverizzazione dei medesimi nuclei artigianali (testimoniata
dalla tendenza modaiola di far sorgere e di veder create ovunque delle aree PIP),
una localizzazione disinibita di grandi centri commerciali e una capillare diffusione di
quartieri residenziali dormitorio.

Volendo essere maggiormente precisi, il territorio di Parete occupa quella


sezione della conurbazione Napoli-Caserta che corrisponde allhinterland aversanogiuglianese41. Questultimo, in raffronto alla regione campana, copre soltanto il 2
per cento della superficie totale, ma raccoglie la decima parte della popolazione e
vanta una densit abitativa che 5 volte superiore (2150,47 contro 429,37). Nel
dettaglio, va sottolineato come 14 dei 25 comuni che lo compongono sono fra i
primi cento dItalia (su un totale di 8.100) per numero di abitanti per chilometro
quadrato.

In virt di tali dati, non possibile escludere lhinterland aversano-giuglianese


dalla quella pressione antropica che preme per unindistinta trasformazione degli
spazi non ancora edificati e che, anzi, si avvale di unulteriore incognita
rappresentata dalla collocazione della zona a cavallo di due province. Al suo interno,
perci, pregi e difetti sopraccennati si ripetono, come mostrano la presenza di
positivi casi di ottimizzazione delle attivit di supporto allagricoltura (mercato
ortofrutticolo di Giugliano in Campania) e di raccolta delle aziende artigianali41

Dato che lagro aversano e quello giuglianese si sviluppano luno accanto allaltro ininterrottamente, il

sottoscritto ha deciso di considerarli assieme.


104

manifatturiere (agglomerati ASI di Aversa Nord e Giugliano-Qualiano), ma anche di


aspetti decisamente inopportuni (come la proliferazione di aree PIP e una
speculazione edilizia a fini abitativi e non solo).

I tre comuni confinanti con Parete, in particolare, non sono da meno rispetto a
una

reiterata

indiscriminata

impermeabilizzazione

dei

suoli.

Giugliano

in

Campania, che con oltre 120.000 abitanti la prima citt non capoluogo dItalia per
numero di abitanti, sta avvicinandosi al paese qui oggetto di trattazione da sud e
da ovest. Trentola Ducenta e Lusciano, rispettivamente la terza e la quinta localit
su diciannove dellagro aversano42 per densit abitativa (2850 e 3328 ab./kmq),
nonch fra le prime cento dello Stivale nellambito della stessa classifica,
condividono a loro volta pure lubicazione di un centro commerciale che altres
fonte di ulteriore disagio sia per il movimento veicolare (anzitutto lungo la c.d.
Strada degli Americani) sia per le attivit di vendita al dettaglio nei paraggi. In
questottica, va richiamato il ruolo oramai svilito delle due superstrade Ponti della
Valle e Asse Mediano che lambiscono proprio il tenimento paretano e che oramai
supportano solo i centri commerciali della zona (Jambo e Auchan) e lonestissimo
movimento quotidiano di pendolari da e verso Napoli.

A riguardo di quanto osservato in questo paragrafo, nel Tomo II sono


pubblicate tre immagini. La 9.1.1 che ricorda lappartenenza amministrativa di
Parete alla provincia di Caserta. La 9.1.2 che ne precisa lattuale concreta
collocazione nella conurbazione partenopeo-casertana. La 9.1.3 che permette al
lettore di comprendere meglio lattuale situazione negli immediati paraggi del paese
qui oggetto di trattazione.

9.2 Il tenimento di Parete a cavallo di due scenari: uno di


progressiva

invivibilit,

laltro

di

assecondamento

delle

sue

peculiarit
All1-1-2014, il mandamento di Parete esteso su una superficie di 5,7
chilometri quadrati e ha una popolazione residente di 11.322 unit; di conseguenza,
42

In questo caso, il sottoscritto ha deciso di riconsiderare anche il comune di Villa Literno che gli studi

Svimez 1971-1981 avevano escluso a suo tempo dalle loro considerazioni.


105

esso risulta fra i primi duecento comuni dItalia per densit abitativa. N allinterno
dei suoi confini n a poca distanza da questultimi, per, sono situate delle grandi
infrastrutture comunicative, come autostrade, stazioni ferroviarie, aeroporti e porti
capaci di favorire una svolta consistente in termini extragricoli dellassetto
economico locale. Inoltre, va ribadita lutilit oramai scemata delle due superstrade
site a mezzod (Asse Mediano) e a est (Ponti della Valle).

In buona sostanza, anche Parete vive al suo interno i nefasti effetti del
sovrappopolamento e della pressione antropica per motivi extragricoli. Ci
malgrado, a modesto avviso del sottoscritto, ancora nulla irrimediabilmente
compromesso.

Un primo indizio di ci sta proprio nella sua densit abitativa che dodicesima
nellhinterland aversano-giuglianese e quarantasettesima rispetto alla conurbazione
Napoli-Caserta. Una ben pi rilevante prova, per, sta, a parte taluni inopportuni
episodi, nella mancata cementificazione di una fetta ancora preponderante a
occidente del paese, come conferma limmagine 9.2 aggiunta nel Tomo II della
trattazione in corso.

Per farla breve, la gestione del territorio comunale di Parete a cavallo


di due scenari. Quello in negativo che porterebbe a reiterare a livello locale
linsostenibilit insediativa gi molto diffusa a nord del capoluogo regionale. Quello
in positivo che, avvalendosi di un arresto definitivo della propria espansione urbana
in orizzontale e perfino del riazzeramento di una serie di episodi di consumo di
suolo vergine perpetrati, mirerebbe a rilanciare il paese come entit fisica, come
centro di vera produzione economica e come patrimonio immateriale.

9.3 Il rilancio di Parete come specifica entit fisica, dal punto


di vista economico e come patrimonio immateriale
Rilanciare Parete come entit fisica significa perseguire un assetto migliore
sia per la parte edificata sia per quella inedificata. Tra le due, per, la preminenza
va data a questultima per motivi non soltanto potenzialmente economici ma
soprattutto perch il rapporto umano con essa che ha influenzato nei secoli e che
106

deve

continuare

ad

influenzare

lottimizzazione

degli

spazi

nella

porzione

propriamente urbana. Va altres ricordato che il mantenimento della riconoscibilit


del profilo territoriale costituisce una premessa indispensabile per dare vita ad una
comunit locale vera e propria.

Nel paragrafo 4.3 del presente Tomo I stato evidenziato un duplice concetto
di economia. Da un lato, infatti, stato scritto che essa consiste in ogni attivit
mirata alla produzione costante e ripetuta nel tempo di beni materiali i quali
soddisfano bisogni materiali costanti e ripetuti nel tempo. Dallaltro lato che essa
corrisponde a ogni produzione materiale portante allutilizzo degli stessi luoghi per
un periodo tendenzialmente illimitato.
In questottica, tenendo conto del sovrappopolamento locale, di una chiara assenza
di infrastrutture di rilievo, dellinserimento in una conurbazione Napoli-Caserta gi
diffusamente invivibile di suo, il sottoscritto sostiene la necessit di un rilancio
economico di Parete attraverso lagricoltura, intendendo nello specifico la semina
e il raccolto di derrate alimentari.

Rilanciare Parete come patrimonio immateriale non significa preoccuparsi


della semplice immutabilit di riti e usanze locali che lo compongono, bens fare in
modo che essi non costituiscano un dato anacronistico laddove sono chiamati a
rappresentare un rapporto Uomo-Territorio di tipo ciclico. E occorre convenire come
tale ulteriore obiettivo non possa venire centrato assieme a mutazioni del
tenimento

totalmente

decontestualizzate

rispetto

ad

ununica

strategia

sovracomunale e soprattutto contrassegnate da una finalit opportunistica.

9.4 Le tre direzioni da seguire per il triplice rilancio di Parete


Il rilancio di Parete come specifica entit fisica, come centro di
vera produzione economica e come patrimonio immateriale riconoscibile
dagli altri costituisce lunico modo per garantire la vivibilit agli autoctoni
nel lungo periodo.

107

In particolare, diventa quanto mai fondamentale il raggiungimento di un


assetto territoriale capace di essere pienamente usufruibile dai residenti (fin dalla
viabilit) e ottimamente gestibile dagli amministratori locali.

Di conseguenza, simpone la ricerca di soluzioni valide per un tempo


potenzialmente illimitato e non di semplici palliativi che potrebbero perfino
aggravare la portata dellantropizzazione extragricola in corso.

Nel caso di Parete, oramai indispensabile che gli Amministratori


Comunali agiscano attraverso le seguenti leve:

a) un vasto riordino urbanistico, in grado di stabilire dei limiti invalicabili


ed evitare in cotal guisa che si possa ripetere del consumo di suolo
vergine in futuro;

b) la

promozione

dellattivit

agricola,

peraltro

lunica

economia

logicamente possibile in loco;

c) la diffusione di una mentalit comunitaria volta al contenimento


delle nascite.

Nei capitoli a seguire, e fino al 27 del corrente Tomo I, saranno fornite varie
giustificazioni per le accennate tipologie di azioni e verranno formulate una serie di
pertinenti proposte da parte dellautore.

108

SEZIONE A1 Il vasto riordino urbanistico. Zone


omogenee proposte dal sottoscritto

109

110

Capitolo 10
Zone omogenee prevalentemente residenziali

10.1 Premessa
La prima leva utile per un rilancio strutturale di Parete un vasto riordino
urbanistico capace di stabilire soprattutto dei limiti invalicabili per la porzione
extragricola ed evitare in cotal guisa che si possa ripetere del consumo di suolo
vergine in futuro. E ci diventa non pi rinviabile, dati lesiguit della superficie
comunale (appena 5,7 kmq) e il sovrappopolamento (oltre undicimila abitanti all11-2014).

Per lesposizione delle proposte legate al riordino urbanistico, il sottoscritto si


rif a grandi linee (pur non avendo alcun pretesa di esaustivit) alla zonizzazione
che generalmente sta alla base delle pianificazioni nei singoli comuni43. Le sezioni
suggerite (si badi, non imposte) sono le seguenti:

pertinenze del Palazzo Ducale e della chiesa San Pietro Apostolo;

centro storico Umberto I Roma Berlinguer Municipio I e II;

aree Garibaldi Magenta Vittorio Emanuele II (tratto fra via Roma e


p.za del Popolo);

fascia urbana restante;

concentrazione di attivit supportanti lagricoltura lungo il lato est della


Circumvallazione (con alcuni segmenti urbani da riconvertire in tale ottica);

concentrazione di unit di servizi nellestremo nord di via Bologna;

insediamenti che, per il loro impatto dimensionale o per la loro peculiarit,


possono rimanere a ovest del paese;

43

La ripartizione stata realizzata non tenendo conto di eventuali cavit presenti nel sottosuolo che

possono influenzare la quantit e lintensit degli interventi edili, nonch lorientamento della parte
antropizzata per motivi extragricoli. Al momento, poi, pur consultando innumerevoli volte il sito internet
del Comune di Parete e lo spazio web nel suo complesso, il sottoscritto non in grado di affermare con
certezza che lAmministrazione locale sia dotata di una mappatura delle cavit sotterranee.
111

zona agricola (semina e raccolto di derrate) ad est del territorio comunale,


con alcune sezioni urbane da riconvertire in tale ottica;

zona agricola (semina e raccolto di derrate) ad ovest del territorio


comunale, con alcuni segmenti urbani da riconvertire in tale ottica;

sezioni adibibili ad orto urbano lungo via della Repubblica, a cavallo degli
incroci con via Castagnola e la Circumvallazione (con alcuni punti oggetto
di uneventuale riconversione fondiaria)

sezioni per allestimenti temporanei di carattere emergenziale o meno (con


alcuni segmenti urbani da riconvertire in tale ottica).

In particolare, per ragioni legate a una ragionevole lunghezza dei capitoli del
presente Tomo I, va precisato che i ragguagli sulle zone omogenee non residenziali
ed extragricole sono dati nel capitolo 11, quelli sulle zone propriamente agricole a
est e a ovest del paese sono forniti nei capitoli 12 e 13, mentre quelli sugli orti
urbani e le sezioni per allestimenti di carattere temporaneo vengono esposti nel
capitolo 14.

A questo punto, duopo evidenziare due cose. In primis, che il confine fra est
e ovest dato dalla linea ideale che unisce la Circumvallazione (ora tristemente
denominata via Pezone) e il segmento sud di via Castagnola (parte asfaltata e non).
In secundis, che le azioni di riordino urbanistico proposte dal sottoscritto
riconoscono di volta in volta la necessit di qualche concessione, specie nella zona
orientale, magari in attesa di tempi migliori.

Nel Tomo II della presente trattazione possibile osservare tre immagini: la


10.1.1 che indica lattuale svolgimento territoriale paretano e, in particolare,
lauspicata linea ideale di demarcazione fra le parti orientale e occidentale; la
10.1.2

che,

seppur

in

maniera

comprensibilmente

approssimativa,

espone

visivamente la proposta di zonizzazione del sottoscritto; la 10.1.3 che accenna a


vari tipi di riconversione fondiaria da effettuare.

10.2 Pertinenze del Palazzo Ducale e della chiesa San Pietro


Apostolo

112

Nello specifico, per pertinenze, il sottoscritto intende tutti quei fabbricati che
si trovano negli immediati paraggi e a ridosso del Palazzo Ducale e della chiesa San
Pietro Apostolo, due edifici che rappresentano il cuore del nucleo primitivo della
parte abitata del paese44.

Tenendo anche conto di un certo valore artistico-architettonico che entrambi


vantano (soprattutto il Palazzo Ducale), proposto di lasciare per le pertinenze
esattamente le volumetrie raggiunte evitando ogni loro incremento sia in
orizzontale e sia in verticale45.

Per quanto concerne la destinazione duso, lautore non pu non suggerire


quelle gi attualmente presenti: abitativo, commerciale al dettaglio e di servizi,
senza trascurare perfino la possibilit di insediamenti microartigianali non insalubri
(ad esempio, vecchio calzolaio).

Per il lunghissimo periodo, in aggiunta a quanto osservato, sarebbe altres


auspicabile labbattimento di una struttura abitativa che sorge esattamente alle
spalle del Palazzo Ducale, in modo da recuperare una parte, seppure piccolissima,
del grande giardino che un tempo lo contraddistingueva46.

In merito al corrente paragrafo, ogni lettore invitato a consultare le immagini


10.2.1 e 10.2.2 posizionate nel Tomo II.

44

Si propone di associare a tali pertinenze la lettera A nellambito della ripartizione urbanistica

comunale.
45

Eventuali interventi potrebbero essere subordinati al diretto rilascio della concessione edilizia ovvero,

qualora non fossero isolati, a propedeutici piani attuativi di recupero.


46

A riguardo, nellart. 33 comma 2 delle Norme del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia

di Caserta scritto: I Puc, ai fini della tutela e della valorizzazione dei centri e nuclei storici, provvedono
a () perseguire la ricomposizione ambientale, paesaggistica e urbanistica dei centri di cui al presente
articolo, individuando gli immobili contrastanti con i valori tutelati dal presente piano, disponendone la
demolizione e quindi la ricomposizione dellarea di sedime..
113

10.3 Centro storico Umberto I Roma Berlinguer Municipio


I e II
Limmagine 10.3.1, visibile nel Tomo II della corrente trattazione, mostra
lestensione di quello che il sottoscritto intende come centro storico Umberto I
Roma Berlinguer Municipio I e II. In particolare, esso rappresenta la parte del
territorio comunale di Parete includente i fabbricati che affacciano direttamente o
indirettamente proprio sulle vie Umberto I e Roma, su piazza Berlinguer, nonch sui
vicoli Municipio I e Municipio II47.

Chi del loco potrebbe storcere il naso innanzi allesclusione di altri tratti
stradali di pari rilievo storico come, ad esempio, le vie I e II Cavour, via Garibaldi
(fino allincrocio con via Buozzi), piazza Garibaldi, vico Garibaldi, ampia parte di via
Magenta, nonch del segmento iniziale di via Vittorio Emanuele e traverse
(Giovanni Amendola, Serrati, Pisacane, B. Croce, Verdi, G. Bruno) fino a piazza del
Popolo. Tuttavia, nellottica di scongiurare un gratuito consumo di suolo vergine, si
assunta anzitutto la necessit di una delimitazione assai stringente.

A questo punto, per, leggendo lespressione centro storico, altri potrebbero


menzionare il contenuto del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di
Caserta (PTCP) che per Parete riporta una perimetrazione decisamente assai vasta.
Per lesattezza, nella tavola B3.1.8 (rielaborata per loccasione e visibile come
immagine

10.3.2

nel

Tomo

II

della

corrente

trattazione),

viene

illustrata

unestensione che giunge ad abbracciare un segmento di via Marconi a nord


dellincrocio con via Buozzi, un caseggiato in corrispondenza dellintersezione delle
vie Cedrale e Cirillo, direz. cimitero, e gli abitati delle vie Scipione e Matteo Basile.
Ci malgrado a umile parere del sottoscritto, suddetta perimetrazione, che trova
fondamento dallarticolo 33 delle Norme del PTCP di Caserta, non appare per nulla
condivisibile.
La ragione principale sta nel fatto che larticolo 33 rimanda a una cartografia
dellIstituto Geografico Militare del 1950 la quale, forse, stata interpretata in
senso lato, vista linclusione di parti allora catalogabili come di recente origine (le
vie Scipione e Matteo Basile, difatti, risalgono agli anni Venti del Novecento e al loro
47

Si propone di associare al centro storico Umberto I Roma Berlinguer Municipio I e II la lettera

A nellambito della ripartizione urbanistica comunale.


114

posto vera solo il frutteto del Palazzo Ducale) o, peggio ancora, costituenti
semplicemente delle estreme propaggini del paese (via Marconi oltre via Buozzi,
intersezione Cedrale-Cirillo, direz. Cimitero). In questottica, invece, gi molto
meglio avrebbe fatto lente casertano a perseguire un contenimento in modo da
corrispondere almeno alla mappatura catastale del 1893, la quale stata riportata
in forma rielaborata allinterno dellimmagine 1.4.1 visibile nel Tomo II della
corrente trattazione.

Per quanto lart. 33 delle norme PTCP sembri subordinare la possibilit di una
riperimetrazione dei centri storici ad una logica fondamentalmente inclusiva, il
sottoscritto rimane deferentemente dellidea che lAmministrazione Comunale di
Parete possa suggerire alla Provincia di Caserta anche una classificazione in senso
opposto48, in virt dellaltrettanto importante esigenza di non esporre al pericolo di
mummificazione un numero crescente di sezioni urbane contraddistinte da
unorigine lontana nel tempo49.

Per quanto concerne la destinazione duso, il sottoscritto suggerisce quelle gi


attualmente presenti: abitativo, commerciale al dettaglio e di servizi, senza
trascurare la possibilit di insediamenti microartigianali non insalubri (ad esempio,
calzolaio).

48

Uno spiraglio (?) a riguardo sembra emergere sempre dal comma 2 dellart. 33 delle citate Norme

PTCP: I Puc, ai fini della tutela e della valorizzazione dei centri e nuclei storici, provvedono a
verificarne e, se necessario, a modificarne la perimetrazione sulla base di adeguati studi ricognitivi e di
unidonea documentazione cartografica ().
49

Occorre comprendere che la continuit storica nel tempo futuro di un tenimento locale non pu

risultare fattivamente circoscritta alla preservazione/commemorazione del solo centro antico, mentre le
sezioni esterne ancora deurbanizzate vengono abbandonate al proprio destino, pi o meno a tinte
speculative. Per farla breve, nel caso di Parete, si ritiene giusto conservare quanto basta della porzione
primitiva, concentrare le trasformazioni edilizie principalmente nella parte est del territorio comunale, e
comunque entro gli ambiti gi impermeabilizzati, preservare e perfino ripristinare lutilizzo
essenzialmente agricolo nelle aree residue fatte salve talune eccezioni evidenziate anzitutto nel corso del
capitolo 11 di questo Tomo I.
115

Circa la dimensione degli edifici, va scritto come la proposta di far rientrare gli
stessi in unarea storica non sembra favorire dei significativi incrementi delle
volumetrie esistenti50.

10.4 Aree Garibaldi Magenta Vittorio Emanuele II (tratto fra


via Roma e p.za del Popolo)

In questo paragrafo sono associate tre aree, di cui le ultime due in contiguit
fra loro, contrassegnate da unorigine piuttosto retrodatata. Per lesattezza si fa
riferimento alle sezioni di:
-

via Garibaldi (primo tratto, fino allincrocio con via Buozzi), piazza Garibaldi
e vico Garibaldi;

via

Magenta,

col

limite

del

caseggiato

occidente

tracciato

in

corrispondenza del rilievo catastale di fine Ottocento (vedasi a riguardo


limmagine

rielaborata

1.4.1

presente

nel

Tomo

II

della

corrente

trattazione);
-

via Vittorio Emanuele II e traverse, per il tratto compreso fra lincrocio con
via Roma e piazza del Popolo51.

Allo stato attuale, le tre aree appaiono anzitutto contraddistinte dalla diffusa
presenza di vicoli ciechi pi o meno lunghi e aventi in alcuni punti la carreggiata
assai stretta e da un patrimonio edilizio per ampi tratti sfruttato (specie per
motivi abitativi), seppure qua e l non sfugge allo sguardo qualche episodio di
abbandono o di piena fatiscenza (ad esempio, il sottoscritto ne ha contati tre lungo i
due lati di via Magenta, uno in via Vittorio Emanuele e altri due in fondo alle vie
Serrati e Giovanni Amendola), di percepito utilizzo dallesterno seppure in condizioni
che non paiono ottimali (allimbocco di via B. Croce), nonch di vendita.

50

Eventuali interventi potrebbero essere subordinati al diretto rilascio della concessione edilizia ovvero,

qualora non fossero isolati, a propedeutici piani attuativi di recupero.


51

Alle aree Garibaldi Magenta Vittorio Emanuele (tratto fra via Roma e p.za del Popolo) si propone

di associare la lettera B nellambito della ripartizione urbanistica comunale.


116

Le tre aree, inoltre, sono punteggiate da corti, grandi spazi condivisi


sopravvissuti al passare del tempo e contraddistinti dalla convivenza di nuclei
familiari, molto spesso privi di legami di parentela tra loro.
Nel caso di Parete, le corti (che rappresentano un genere abitativo di marca
popolare ampiamente in voga fino alla prima met del XX secolo) appaiono ancora
a chiunque si trovi di passaggio nelle varianti sia chiusa (cio separate dalla sede
stradale tramite cancelli) sia aperta (cio tranquillamente accessibili dalla
carreggiata dalla quale, talvolta, non pare emergere una netta percezione di
separazione).

Le immagini 10.4.1 e 10.4.2 presenti nel Tomo II provano a precisare


lestensione delle aree Garibaldi Magenta Vittorio Emanuele II (tratto fra via
Roma e p.za del Popolo).

Per quanto concerne le proposte umilmente avanzate dal sottoscritto, viene


anzitutto suggerita una destinazione duso abitativa, commerciale al dettaglio e di
servizi, senza trascurare la possibilit di insediamenti microartigianali non insalubri
(ad esempio, calzolaio).

Circa la dimensione degli edifici, va osservato come il paragrafo 7.2.2 delle


Norme Tecniche di Costruzione del 2008 (a differenza del Decreto Ministeriale 16
Gennaio 1996) sembri lasciare un maggiore spazio di discrezionalit agli enti locali
per la progettazione in zone sismiche (a tal proposito va ricordato come Parete
rientri in una zona 2, intermedia) poich non indica misure stringenti n in fatto di
altezza massima52 n fissa limiti per questultima in proporzione alla larghezza della

52

Volendo ragionare in linea generale sulle altezze prestabilite dallo strumento di pianificazione

urbanistica comunale, bisogna constatare come laltrettanto diffusa giustificazione di tenere conto del c.d.
decoro urbano possa costituire un indubbio ostacolo per ledificabilit in verticale (della quale lautore si
fa umile portavoce nel corso della corrente trattazione su Parete). Tale ostacolo, in particolare, d
limpressione di accrescere in misura alla minore estensione dei lotti, per cui, a parit di altezza e rapporto
di copertura, pu trarre maggiori benefici chi ha pi superficie fondiaria. Sono la modesta opinione del
sottoscritto e linoppugnabile necessit di risparmiare suolo vergine, invece, ad auspicare che i PUC
perseguano anzitutto lutilit e non un generico sentimento di bellezza, anche perch non tutti gli stabili
doggigiorno devono giocoforza ispirare nobilt danimo.
117

sede

stradale53.

Di

conseguenza,

sarebbe

quanto

mai

opportuno

che

lAmministrazione Comunale di Parete spingesse lindice di fabbricabilit


fondiaria (utile a determinare il massimo volume edificabile in un singolo lotto) a 3
ovvero a 4 mc/mq, secondo quanto desumibile dal punto 1.5 del titolo II
dellAllegato 1 della Legge Regionale Campania n. 14 del 1982 (e successive
modificazioni e integrazioni).

Una probabile, nonch auspicata, determinazione verso lalto dellindice di


fabbricabilit fondiaria porterebbe un duplice notevole vantaggio: un popolamento
che proseguirebbe in parti gi urbanizzate di Parete, con costi (anche sociali)
collettivi intuitivamente pi contenuti verso il medio-lungo periodo rispetto ad una
nuova colonizzazione, nonch un assetto complessivo del locale territorio che
garantirebbe vivibilit e fruibilit specie verso lesterno.

Tuttavia, se lo stato dei fatti avesse gi diffusamente spinto lindice di


fabbricabilit fondiaria a 3 ovvero a 4 mc/mq, sarebbe quanto mai
necessario, a modestissimo avviso del sottoscritto, che lamministrazione
civica di Parete portasse tale indice ancora pi in alto, ad esempio almeno
fino a 5 mc/mq.
Approfittando delloccasione, si precisa che stata consapevole scelta del sottoscritto quella di non
avanzare proposte sul rapporto di copertura, ossia quella percentuale di superficie di lotto sulla quale
possibile edificare.
53

Norme Tecniche di Costruzione del 2008, paragrafo 7.2.2: () Altezza massima dei nuovi edifici

Per le tipologie strutturali: costruzioni di legno e di muratura non armata che non accedono alle riserve
anelastiche delle strutture, ricadenti in zona 1, fissata una altezza massima pari a due piani dal piano di
campagna, ovvero dal ciglio della strada. Il solaio di copertura del secondo piano non pu essere calpestio
di volume abitabile. Per le altre zone laltezza massima degli edifici deve essere opportunamente limitata,
in funzione delle loro capacit deformative e dissipative e della classificazione sismica del territorio. Per
le altre tipologie strutturali (cemento armato, acciaio, etc.) laltezza massima determinata unicamente
dalle capacit resistenti e deformative della struttura.
Limitazione dellaltezza in funzione della larghezza stradale I regolamenti e le norme di attuazione
degli strumenti urbanistici possono introdurre limitazioni allaltezza degli edifici in funzione della
larghezza stradale. Per ciascun fronte delledificio verso strada, i regolamenti e le norme definiranno la
distanza minima tra la proiezione in pianta del fronte stesso ed il ciglio opposto della strada. Si intende
per strada larea di uso pubblico aperta alla circolazione dei pedoni e dei veicoli, nonch lo spazio
inedificabile non cintato aperto alla circolazione pedonale..
118

Innanzi al profilarsi di codesta ulteriore prospettiva qualcuno potrebbe


obiettare che la medesima legge campana 14/1982 prevede per i comuni con un
numero di abitanti compreso fra i 10.001 e i 20.000 (come nel caso di Parete) un
massimo indice di fabbricabilit fondiaria pari a 4 mc/mq. Ci nonostante, a tale
legittima osservazione potrebbe essere cortesemente replicato come sia la stessa
legge regionale a precisare che: Eventuali prescrizioni dello strumento urbanistico
che si discostino dai [prestabiliti] valori devono essere specificatamente motivate,
sia sotto il profilo dei costi insediativi e di urbanizzazione, sia sotto il profilo della
qualit di paesaggio urbano risultante.54. Quindi, in poche parole, ci sarebbe, pi o
meno remota, la possibilit di seguire un approccio derogatorio.

Comunque, laddove il Comune non avesse la possibilit di decidere da


solo per la diffusa edificabilit in verticale nella sezione urbana qui
esaminata,

poich

ci

potrebbe

portare

un

contrasto

coi

limiti

del

dimensionamento abitativo di tutta Parete desumibili dal calcolo matematico


dellart. 66 comma 3 delle Norme del PTCP (soprattutto in riferimento al 2018, anno
di

scadenza

dellapplicazione

della

formula)55,

sarebbe

da

considerare

uninteressante alternativa: la promozione, da parte dello stesso ente

54
55

Legge Regionale Campania n. 14 del 1982, Allegato 1, titolo II, punto 1.5.
La formula matematica per calcolare il dimensionamento abitativo per ciascun comune dellagro

aversano (di cui fa parte Parete), valida fino al 2018, la seguente:


DIM = DIMamb x (Pcom / Pamb) x (Damb / Dcom).
DIM sta per totale del dimensionamento abitativo nel singolo comune.
DIMamb indica il dimensionamento abitativo di 19.000 alloggi previsto per lagro aversano per il periodo
2007-2018;
Pcom sta per popolazione residente nel singolo comune al 31-12-2007;
Pamb indica i 261.023 residenti nellagro aversano al 31-12-2007;
Damb sta per sta per densit insediativa nellambito aversano, pari a 52,6;
Dcom indica la densit insediativa nel singolo comune che data dal rapporto fra la popolazione residente
e il territorio urbanizzato, secondo i dati forniti nella seconda e terza colonna della tabella 8.32 della
Relazione A1 (pagg. 182-184) del PTCP.
Ovviamente il segno = indica uguaglianza; il segno x indica una moltiplicazione; il segno / indica una
divisione.
119

locale, di unattivit di copianificazione cogli altri soggetti coinvolti (a


partire dalla Provincia di Caserta) allo scopo di superare il motivo ostativo.

A questo punto del paragrafo, per, vanno fatti due importanti distinguo.
In primis, per gli edifici preesistenti, ogni possibilit di incremento dimensionale
andrebbe saggiamente subordinata ad una preliminare verifica legata alla vetust e
alle caratteristiche strutturali. Quindi, la crescita tendenzialmente in verticale qui
evocata potrebbe valere specialmente nel caso di rifacimento daccapo, e anche in
questultimo frangente occorrerebbe tenere conto di altri fattori come, ad esempio,
lestensione del lotto in questione.
In secundis, il summenzionato paragrafo delle Norme Tecniche di Costruzione del
2008 lascia un ulteriore margine di manovra per gli stabili realizzati con materiale
diverso dal legno o dalla muratura non armata. In tale caso, infatti, sembra venire
meno ogni riferimento alla classificazione sismica del territorio e perci gli
incrementi in verticale potrebbero riuscire con maggiore facilit56.

In aggiunta a quanto appena scritto, si evidenzia anche quanto segue.


Per lipotetico caso di rifacimento daccapo delle costruzioni esistenti,
lAmministrazione Comunale di Parete potrebbe stabilire, per ciascun piano
delledificio,

una

soglia

massima

di

estensione

per

ogni

singolo

appartamento compresa fra gli 80 e i 100 metri quadri, colla sola


comprensibile esclusione delle proiezioni in orizzontale di scale ed eventuali
ascensori. Questo perch potrebbero determinarsi potenziali situazioni in grado di
favorire la creazione di insediamenti molto grandi allinterno di un singolo livello
che, invece, sarebbe opportuno spezzettare.
Per lipotetico caso di accorpamento/sminuzzamento di lotti preesistenti,
invece, sarebbe importante che lAmministrazione Comunale di Parete stabilisse
una soglia massima compresa fra i 250 e i 300 metri di superficie lorda per
ciascun fondo. Partendo altres dallassunto di una contemporanea costruzione o
rifacimento di stabili, resterebbe fondamentale circoscrivere, per ciascun piano
delledificio, una misura massima di estensione oscillante fra gli 80 e i 100
56

Va ribadito, a riguardo, quanto appare scritto nel paragrafo 7.2.2 delle Norme Tecniche di Costruzione

del 2008: () Altezza massima dei nuovi edifici () Per le altre tipologie strutturali (cemento armato,
acciaio, etc.) laltezza massima determinata unicamente dalle capacit resistenti e deformative della
struttura..
120

metri quadri, colla sola comprensibile esclusione delle proiezioni in orizzontale di


scale ed eventuali ascensori57.

Di certo, dopo aver letto quanto risulta pubblicato fino a questo punto,
qualcuno potrebbe ancora ipotizzare delle difficolt a concretizzare le suelencate
proposte, specie se sono tenute a mente, fra laltro, la retrodatata origine
temporale delle aree Garibaldi-Magenta-Vittorio Emanuele II, la poca larghezza
delle carreggiate in alcune delle loro strade cieche e la presenza di diversi impianti
abitativi a corte dove pure lelemento parentale pu venire facilmente meno. Ecco
perch la voglia del sottoscritto di essere corretto nei confronti di terzi spinge a
concludere accennando ad una replica.

Per il fabbricato situato in un fondo s stante, in linea generale, a ogni


intervento volto alla modifica della volumetria preesistente o alla ricostruzione
daccapo potrebbe corrispondere solo il rilascio di una concessione edilizia. Ci
malgrado, laddove tale stabile sorgesse in un punto di una strada cieca
contrassegnato da una forte riduzione della carreggiata, la concessione potrebbe
divenire subordinata allapprovazione di un precedente Piano Attuativo58 (il quale
pu essere immaginato come una sorta di costola del Piano Urbanistico Comunale
da cui discende) in grado di abbracciare pi stabili adiacenti e avente lo scopo, in
particolare, di orientare landamento delle costruzioni e di stimolare eventuali e
leggeri allargamenti della sede viaria.

Per il fabbricato situato allinterno di una corte, ovvero per unintera corte,
invece, il rilascio di una concessione edilizia per interventi volti alla modifica della
volumetria

preesistente

oppure

alla

ricostruzione

daccapo

potrebbe

essere

subordinato allapprovazione di un precedente Piano Attuativo59, utile, come appena

57

Gli

scenari

di

aumento

della

volumetria

preesistente,

di

ricostruzione

daccapo,

di

sminuzzamento/accorpamento dei fondi tratteggiati durante questo paragrafo possono far associare i
proponimenti del sottoscritto a quelli di Attila prima di valicare le Alpi. Di conseguenza, si precisa di non
avere nulla in contrario alla semplice preservazione di qualche (si badi allaggettivo scelto, volto ad
esaltare unidea di eccezionalit) edificio di reale valore storico-artistico, specie se evocante la civilt
contadina, in ognuna delle tre aree Garibaldi Magenta Vittorio Emanuele II (fino a p.za del Popolo).
58

Il pensiero corre a Piani Attuativi di iniziativa privata, presumibilmente di coloro che sono gi residenti.

59

Vedasi la precedente nota.


121

scritto, per orientare landamento delle unit coinvolte e, magari, per ottenere pure
eventuali e leggeri allargamenti della sede viaria.

In entrambi i casi, per lealt doverosa nei confronti di chi legge, va osservato
come il ricorso preliminare a un Piano Attuativo avrebbe s dei vantaggi legati ad
una riottimizzazione probabile degli insediamenti, ma potrebbe recare delle
intrinseche debolezze. In particolar modo, prima di definire lindice di fabbricabilit
fondiaria, occorrerebbe passare per lindice di fabbricabilit territoriale (ossia il
massimo volume edificabile in una singola zona omogenea o parte di essa), il quale,
se di valore troppo basso, costituirebbe un ostacolo alledificabilit tendenzialmente
in verticale auspicata dal sottoscritto; in secondo luogo, nellambito della singola
pianificazione attuativa, potrebbe divenire necessaria la definizione di punti da
adibire a standard urbanistici (ossia spazi da destinare a servizi di rilevo pubblico,
come ad esempio un parcheggio), seppure resti possibile allente municipale
ricorrere a una loro monetizzazione.

Piani Attuativi o meno, rimane logico che ogni intervento volto alla modifica
della volumetria preesistente o alla ricostruzione daccapo dovrebbe permettere un
approdo di persone in numero come minimo simile a quello odierno, altrimenti
sarebbe tutto tempo perso.

10.5 Fascia urbana restante


Ad eccezione di via Cirillo (per il tratto compreso fra via Umberto e via
Cedrale), via I Cavour e via II Cavour (segmento sud) che hanno unorigine
retrodatata nel tempo; a differenza dei caseggiati affacciantesi sulle vie Matteo
Basile e Scipione che sono sorti invece negli anni Venti del Novecento; ad
esclusione di una residua corte sita in via Di Vittorio (nello spazio di fronte alla
filiale del Banco di Napoli), va segnalato come la parte del territorio comunale di
Parete qui intesa come fascia urbana restante risalga soltanto al Secondo
Dopoguerra60.

60

Alla fascia urbana restante si propone anzitutto di associare la lettera B nellambito della

ripartizione urbanistica comunale.


122

In particolare, limmagine 10.5.1, visibile nel Tomo II della presente


trattazione, ne mostra una panoramica complessiva.

A loro volta, le immagini 10.5.2, 10.5.3, 10.5.4, 10.5.5, 10.5.6, 10.5.7, 10.5.8
e 10.5.9, sempre pubblicate nel Tomo II, tentano di entrare maggiormente nel
dettaglio in modo da soddisfare leventuale curiosit del lettore61.

Si passa subito alla serie di proponimenti62.

Per la fascia urbana restante, al pari quanto avviene gi ora, si suggerisce


una destinazione duso abitativa, commerciale al dettaglio e di servizi.
Per

quanto

concerne

la

presenza

di

piccole

unit

artigianali

microartigianali (nel senso di produzione e servizi artigianali), viceversa,


occorrerebbe capire, di caso in caso, quanto impatto negativo potrebbe esservi
rispetto alla fruibilit viaria e, soprattutto, alla vivibilit negli immediati paraggi.
Proprio a questultimo proposito, larticolo 216 del Regio Decreto n. 1265 del 1934,
pur delineando lo scenario di attivit insalubri di prima classe e di seconda
classe stanziabili a distanza dal centro abitato, lascia importanti margini di
manovra residui: quelle di seconda, infatti, potrebbero rimanere dietro
ladozione di speciali cautele da parte dellautorit preposta (ad esempio,
imponendo lapertura e la chiusura dei locali in determinati orari per evitare la
reiterazione di rumori che alla lunga potrebbero essere percepiti come fastidiosi),
mentre quelle di prima a patto che limprenditore di turno riesca a

61

Lo sviluppo del centro abitato nella porzione orientale del tenimento, lorientamento longitudinale di

uno dei due assi viari di riferimento del paese (Marconi-Vittorio Emanuele II) e lestrema esiguit delle
superfici a contatto, a seconda dei casi, colle giurisdizioni di Trentola Ducenta (CE), Lusciano (CE) e
Giugliano in Campania (NA) suggeriscono di includere nella fascia urbana restante anche punti per i
quali, invece, buon senso imporrebbe fin da subito la riconversione a scopo agricolo. Per lesattezza, si
allude al tratto di via Marconi che mena a Trentola, agli ultimissimi abitati a est delle vie DAcquisto,
Ventignano, Pastore e Treves, alla porzione nord dellultimo segmento est di via Pellico, alle superfici
comprese fra le vie De Gasperi e Fellini, al marciapiede sud di via Follerau.
62

Dal gruppo dei proponimenti, il sottoscritto ha scelto volontariamente di escludere quelli legati

allindividuazione ovvero alla conferma di una fascia di rispetto dallelettrodotto che attraversa il
tenimento comunale nella parte settentrionale, coinvolgendo via DAcquisto e la strada p.le 33 AversaQualiano-Villa Literno.
123

mostrare che ladozione di particolari accorgimenti possa bastare a non


produrre danni al vicinato (ad esempio, provando che linsonorizzazione dei
locali sia idonea a scongiurare la diffusione di rumori molesti).

Circa la dimensione degli edifici in muratura a scopo prevalentemente


abitativo (ma con lammissibile presenza di locali adibiti a diverso utilizzo),
anche stavolta va osservato come il paragrafo 7.2.2 delle Norme Tecniche di
Costruzione del 2008 (a differenza del Decreto Ministeriale 16 gennaio 1996)
sembri lasciare un maggiore spazio di discrezionalit agli enti locali per la
progettazione in zone sismiche (a tal proposito va ricordato come Parete rientri in
una zona intermedia) poich non indica misure stringenti n in fatto di altezza
massima63 n fissa limiti per questultima in proporzione alla larghezza della sede
stradale.

Di

conseguenza,

sarebbe

quanto

mai

opportuno

che

lAmministrazione Comunale di Parete spingesse lindice di fabbricabilit


fondiaria a 4 mc/mq, secondo quanto desumibile dal punto 1.5 del titolo II
dellAllegato 1 della Legge Regionale Campania n. 14 del 1982 (e successive
modificazioni e integrazioni).

Tuttavia, se lo stato dei fatti avesse gi diffusamente spinto lindice di


fabbricabilit fondiario a 4 mc/mq, sarebbe quanto mai necessario, a
modestissimo avviso del sottoscritto, che lamministrazione civica di Parete
portasse tale indice ancora pi in alto, ad esempio almeno fino a 6 ovvero
7 mc/mq.

Innanzi a proposte del genere, per, qualcuno potrebbe evidenziare, come la


suddetta legge campana n. 14/1982 preveda per comuni con un numero di abitanti
compreso fra i 10.001 e i 20.000, come nel caso di Parete, un massimo indice di
fabbricabilit fondiaria pari a 4 mc/mq. A tale legittima osservazione, tuttavia, va
cortesemente replicato come sia lo stesso dispositivo giuridico regionale a precisare
che: Eventuali prescrizioni dello strumento urbanistico che si discostino dai
[prestabiliti] valori devono essere specificatamente motivate, sia sotto il profilo dei
63

Circa il ragionamento in generale sulle altezze prestabilite dallo strumento di pianificazione

urbanistica comunale, si rimanda alla nota 52. Si ricorda altres che stata consapevole scelta del
sottoscritto quella di non avanzare proposte sul rapporto di copertura, ossia quella percentuale di
superficie di lotto sulla quale possibile edificare.
124

costi insediativi e di urbanizzazione, sia sotto il profilo della qualit di paesaggio


urbano risultante.64.

In particolare, un duplice notevole vantaggio legato allapplicazione di


prescrizioni

discostanti

sarebbe

senzaltro

legato

ad

un

popolamento

che

proseguirebbe in parti gi urbanizzate di Parete, con costi (anche sociali) collettivi


intuitivamente pi contenuti verso il medio-lungo periodo rispetto ad una nuova
colonizzazione, e ad un assetto complessivo del locale territorio che garantirebbe
vivibilit e fruibilit specie verso lesterno.

Comunque, laddove il Comune non avesse la possibilit di decidere da


solo per la diffusa edificabilit in verticale nella sezione urbana qui
esaminata,

poich

ci

potrebbe

portare

un

contrasto

coi

limiti

del

dimensionamento abitativo di tutta Parete desumibili dal calcolo matematico


dellart. 66 comma 3 delle Norme del PTCP (soprattutto in riferimento al 2018, anno
di

scadenza

dellapplicazione

della

formula)65,

sarebbe

da

considerare

uninteressante alternativa: la promozione, da parte dello stesso ente


locale, di unattivit di copianificazione cogli altri soggetti coinvolti (a
partire dalla Provincia di Caserta) allo scopo di superare il motivo ostativo.

A questo punto, vanno fatti due importanti distinguo.


In primis, per gli edifici preesistenti, ogni possibilit di incremento dimensionale
andrebbe saggiamente subordinata ad una preliminare verifica legata alla vetust e
alle caratteristiche strutturali. Quindi, la crescita in verticale qui sostanzialmente
suggerita potrebbe valere specialmente nel caso di rifacimento daccapo, e anche in
questultimo frangente occorrerebbe tenere conto di altri fattori come, ad esempio,
lestensione del lotto in questione.
In secundis, il summenzionato paragrafo delle Norme Tecniche di Costruzione del
2008 lascia un ulteriore margine di manovra per gli stabili realizzati con materiale
diverso dal legno o dalla muratura non armata. In tale caso, infatti, sembra venire

64
65

Legge Regionale Campania n. 14 del 1982, Allegato 1, titolo II, punto 1.5
Si ricorda velocemente che la formula matematica per calcolare il dimensionamento abitativo per

ciascun comune dellagro aversano (di cui fa parte Parete), valida fino al 2018, la seguente: DIM =
DIMamb x (Pcom / Pamb) x (Damb / Dcom). Per ogni ulteriore spiegazione a riguardo si rimanda alla nota 55.
125

meno ogni riferimento alla classificazione sismica del territorio e perci gli
incrementi in verticale potrebbero riuscire con maggiore facilit.

Approfittando delloccasione si vuole umilmente provare a proporre pure altro.


Per lipotetico caso di rifacimento daccapo delle costruzioni esistenti,
lAmministrazione Comunale di Parete potrebbe stabilire, per ciascun piano
delledificio usato a scopo abitativo, una soglia massima di estensione per
ogni singolo appartamento compresa fra gli 80 e i 100 metri quadri, colla
sola comprensibile esclusione delle proiezioni in orizzontale di scale ed eventuali
ascensori. Questo perch potrebbero determinarsi potenziali situazioni in grado di
favorire la creazione di insediamenti molto grandi allinterno di un singolo livello
che, invece, sarebbe opportuno spezzettare.

Nellipotetico caso di accorpamento/sminuzzamento di lotti preesistenti,


invece, sarebbe importante che lAmministrazione Comunale di Parete stabilisse
una soglia massima compresa fra i 300 e i 600 metri di superficie lorda per
ciascun fondo. Partendo altres dallassunto di una contemporanea costruzione o
rifacimento di stabili, resterebbe fondamentale circoscrivere, per ciascun piano
delledificio usato a scopo abitativo, una misura massima di estensione
oscillante fra gli 80 e i 100 metri quadri, colla sola comprensibile esclusione
delle proiezioni in orizzontale di scale ed eventuali ascensori. Ci per evitare ancora
una volta il determinarsi di potenziali situazioni in grado di favorire la creazione di
insediamenti molto grandi allinterno di un singolo livello.

Suggerimenti simili a quelli appena esposti, ci si sente di estendere a


eventuali aree ancora libere per le quali la suddivisione in lotti non stata
ancora messa su carta o comunque non ancora effettivamente avvenuta.

In linea generalissima, corrispondendo la fascia urbana restante a una


porzione di territorio la cui trasformazione cominciata molti anni addietro, i
rifacimenti daccapo e le nuove edificazioni nelle ultime sezioni residue potrebbero
risultare successivi al semplice rilascio di un permesso di costruzione. Ci malgrado,
ciascun

intervento

potrebbe

financo

venire

subordinato

alla

preliminare

approvazione di un Piano Attuativo66, in modo da incanalarlo in uno schema


66

Il pensiero corre a Piani Attuativi di iniziativa privata, presumibilmente di coloro che sono gi residenti.
126

maggiormente complesso capace di abbracciare pi immobili lungo una stessa


strada ovvero in una precisa area.
Ad esempio, un Piano Attuativo che delineasse (in virt di unapposita previsione
della locale disciplina urbanistica) il diretto contatto di due (o diversi) stabili
ubicati sulle sponde opposte del medesimo confine potrebbe implicare laumento
dello spazio libero rispetto agli altri fabbricati siti nei paraggi immediati67.
Il ricorso a un Piano Attuativo, fra laltro, potrebbe perfino stimolare un
allargamento di una determinata sede viaria, laddove si ritenesse insufficiente la
situazione di partenza68.
Al pari di quanto scritto nel paragrafo 10.4, per, per lealt doverosa nei confronti
di chi legge, bisogna ripetere come il Piano Attuativo porterebbe s dei vantaggi
legati ad una riottimizzazione probabile degli insediamenti, ma potrebbe recare
delle intrinseche debolezze. In particolar modo, prima di definire lindice di
fabbricabilit

fondiaria,

occorrerebbe

passare

per

lindice

di

fabbricabilit

territoriale, il quale, se di valore troppo basso, costituirebbe un ostacolo


alledificabilit tendenzialmente in verticale vagheggiata dallautore; in secondo
luogo,

nellambito

della

singola

pianificazione

attuativa,

potrebbe

divenire

necessaria la definizione di punti da adibire a standard urbanistici (ossia spazi da


destinare a servizi di rilevo pubblico, come ad esempio un parcheggio), seppure
allente municipale rimanga lopzione di propendere per una loro monetizzazione.
Piani Attuativi o meno, resta logico che ogni modifica della volumetria preesistente
ovvero ogni ricostruzione daccapo dovrebbe permettere un approdo di persone in
numero come minimo simile a quello odierno, altrimenti sarebbe tutto tempo perso.

Con un ulteriore breve esempio, in chiusura, fatto il tentativo di esporre il


vantaggio principale di unedificazione tendenzialmente in verticale, peraltro
tratteggiata anche nel precedente paragrafo. Se potesse tradursi in realt lauspicio

67

Per favorire un diretto contatto fra due o pi stabili confinanti, tuttavia, gi potrebbe bastare un

permesso di costruzione, sempre laddove, per, suddetta fattispecie sia riconosciuta dalla locale disciplina
urbanistica.
68

Si evoca uno scenario che, va ammesso, rappresenta al momento qualcosa di enormemente ipotetico.

Lapprovazione di un Piano Attuativo, ridisegnando (col consenso delle parti interessate, ovviamente) i
confini delle propriet poste lungo uno stesso versante viario, potrebbe anche permettere la crescita
delledificabilit in verticale per coloro i quali, eventualmente, hanno ora il possesso di lotti di estensione
troppo ridotta per potervi fare un pensiero da subito.
127

del sottoscritto di elevare a 4 mc/mq lindice di fabbricabilit fondiaria, partendo da


una superficie abitabile di 100 mq e da un minimo di 2,70 metri di altezza per
ciascun piano69, si potrebbero ottenere almeno 4 livelli fuori terra (cio dal suolo a
salire) da un edificio ubicato su un fondo di 300 metri quadrati.

10.5-bis

Precisazione

aggiuntiva

circa

la

fascia

urbana

restante
Per quanto riguarda leventuale presenza allinterno della fascia urbana
restante di edifici non costruiti in muratura e aventi solo finalit di tipo diverso da
quello abitativo, il sottoscritto precisa che non ha particolari proposte generali da
formulare circa il loro dimensionamento. Perci si sottolinea soltanto la necessit
che essi non siano la causa di un gratuito consumo di suolo vergine70.

10.6 La necessit di promuovere un modello abitativo di tipo


famigliare nelle aree Garibaldi Magenta Vittorio Emanuele II
(tratto fra via Roma e p.za del Popolo), nonch nella fascia urbana
restante
Come trapela dalla lettura dei paragrafi 10.4 e 10.5, insomma, sarebbe vitale
che la classe politica, il settore amministrativo e il comparto edilizio paretano
promuovessero principalmente un modello abitativo di tipo famigliare.

69

Laltezza minima di ciascun piano abitabile stabilita nellart. 1 comma 1 del Decreto Ministero della

Sanit del 5 Luglio 1975.


70

Circa lo strumento propedeutico alledificazione potrebbe bastare un semplice permesso. Ci malgrado,

lautore ipotizza perfino lapprovazione precedente di un Piano Attuativo in grado di inserire lopera in
uno schema maggiormente complesso, volto, anzitutto alla riottimizzazione degli spazi in una determinata
sezione urbana e/o a un eventuale allargamento della sede viaria. Indipendentemente dalla scelta dello
strumento, se diretto o indiretto, inoltre, si potrebbero perfino individuare una o pi sottozone della
fascia urbana restante in cui circoscrivere la presenza del tipo di edificio individuato nel paragrafo 10.5bis.
128

Sono soprattutto due, difatti, le peculiarit in positivo associabili a tale


modello: la possibilit di poter ospitare differenti generazioni nel medesimo stabile
e

la flessibilit

nelluso

specialmente

dellappartamento

genitoriale

quando

questultimo sito al piano terra.

In particolare, lutilizzo della dimora genitoriale quando situata al piano terra


permette di paventare lipotesi di una cessione integrale ovvero parziale a uno o pi
discendenti (ad esempio, la rinuncia ad una propria stanza per consentire la
realizzazione di un vano scala per il parente destinato ad abitare al livello
soprastante).

10.7 A riguardo degli edifici pubblici e di rilevanza pubblica siti


nelle zone omogenee prevalentemente residenziali

Per quanto riguarda la presenza di edifici pubblici (ad esempio, scuole) e di


strutture di rilevanza pubblica (ad esempio, chiese) allinterno delle quattro zone
omogenee prevalentemente residenziali cos come individuate dal sottoscritto in
questo capitolo, si precisa di non avere particolari proposte generali da formulare in
fatto di parametri urbanistici (altezza, indice fabbricabilit fondiaria, superficie lorda
copribile, eccetera)71.
Ci nonostante, per essi andrebbe premessa la necessit di evitare ogni forma
di gratuito consumo di suolo vergine.

10.8

Un

principio

da

ribadire

in

modo

assoluto:

il

dimensionamento abitativo di Parete, sia per il breve sia per il lungo


periodo, che deve soprattutto puntare in verticale
Nel paragrafo 4.8 del corrente Tomo I stato in pratica osservato che il
dimensionamento
71

abitativo

mira

stabilire

il

relativo

ammontare

della

A edifici pubblici e strutture di rilevanza pubblica, si suggerisce di associare la lettera F nellambito

della ripartizione comunale.


129

trasformazione in un singolo territorio. Fra laltro, stato scritto come limposizione


da parte degli enti locali di parametri edilizi al ribasso (indice di fabbricabilit
fondiaria, altezza, eccetera) possa condizionare a sua volta il dimensionamento del
singolo fabbricato e complicare unipotetica sovrapposizione di piani in verticale nel
medio-lungo periodo fino a stimolare un diffuso ininterrotto consumo di suolo
vergine. In buona sostanza, ogni lettore ha avuto modo di comprendere come
emerga un deciso

contrasto

fra la validit sostanziale

degli strumenti di

pianificazione urbanistica, in genere quattro o cinque lustri, al netto dellapposizione


di probabili varianti, e la possibile durata di uno stabile, anche di parecchi decenni.

Cominciando ad avvicinarci a Parete, duopo ricordare come lart. 66 comma


3 delle Norme del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Caserta
stabilisca il modo preciso con cui calcolare il numero di alloggi occorrenti per
ciascun PUC dellagro aversano (di cui fa comprensibilmente parte il paese qui
oggetto di considerazioni) per il periodo 2007-2018

72

. Bisogna per ora aggiungere

che al totale relativo a ogni comune va sottratta una quota corrispondente al


numero di nuovi alloggi gi realizzato o per i quali stata gi rilasciata la
concessione edilizia fra il momento della adozione del PTCP (2008) e il periodo
della adozione del nuovo PUC73.
Circa la formula matematica del suddetto comma 3, occorre evidenziare la grande
incognita della scadenza non lontana nel tempo del suo periodo di applicazione
(anno 2018), al verificarsi della quale lorizzonte sembra apparire alquanto
nebuloso, visto che ogni ulteriore dimensionamento abitativo comunale viene
rimandato ad un tavolo copianificatorio colle Regione Campania74. Almeno a parere

72

Per la terza volta in questo capitolo, onde evitare al lettore un numero eccessivo di avanti e indietro, si

ripropone la formula matematica per calcolare il dimensionamento abitativo per ciascun comune dellagro
aversano (di cui fa parte Parete): DIM = DIMamb x (Pcom / Pamb) x (Damb / Dcom). Per ogni ulteriore
spiegazione a riguardo, tuttavia, si rimanda ancora alla nota 55.
73

quanto si desume dal comma 1 dellart. 66 delle Norme PTCP. Tuttavia per avere sottomano un

esempio concreto si rimanda al paragrafo 3.2.4 della relazione illustrativa R1 del PUC del Comune di
Trentola Ducenta, adottato nel febbraio 2014.
74

In chiusura del comma 1 dellart. 66 delle Norme PTCP puntualizzato testualmente: Il calcolo

delleventuale fabbisogno ulteriore, successivo al 2018, effettuato in sede di copianificazione con la


Regione Campania, come da parere reso dalla medesima Regione Campania per la conformit del Ptcp al
Ptr..
130

dellautore, infatti, la materia potrebbe divenire oggetto di una negoziazione


illogicamente imperniata sui soli parametri in genere individuati (previsione
demografica, stima delle famiglie, calcolo degli alloggi potenzialmente necessari) o
addirittura finalizzata per andare ben oltre questultimi, in modo da perseguire coi
fatti il consolidamento della mostruosa metropoli Napoli-Caserta a dispetto di
quanto prospettato, per esempio, nel capitolo 12 della Relazione A1 del PTCP.

Stando in questo modo le cose, serve ribadire instancabilmente lassoluta


necessit che il dimensionamento abitativo previsto per Parete, sia per il breve
periodo sia per il medio-lungo, punti essenzialmente su uno sviluppo in verticale,
allo scopo di evitare unespansione in orizzontale allinfinito (ora di poco e ora di
molto) della parte urbanizzata.

A riguardo, il sottoscritto, proprio nel corso di questo capitolo, ha provato a


proporre un diffuso innalzamento verso lalto degli indici di fabbricabilit fondiaria
sia per le aree Garibaldi-Magenta-Vittorio Emanuele II fino a p.za del Popolo
(paragrafo 10.4) sia per la fascia urbana restante (paragrafo 10.5): in un caso
suggerendo un valore perlomeno fino a 3-4 mc/mq (estendibile fino a 5 mc/mq);
nellaltro consigliando un valore perlomeno di 4 mc/mq (estendibile fino a 5, 6 o 7
mc/mq).

Del duplice vantaggio anticipato nei paragrafi 10.4 e 10.5 (popolamento che
proseguirebbe in parti gi urbanizzate di Parete, con costi collettivi, anche sociali,
intuitivamente pi contenuti verso il medio-lungo periodo rispetto ad una nuova
colonizzazione; assetto complessivo del locale territorio che garantirebbe vivibilit e
fruibilit specie verso lesterno) stato gi scritto. Di conseguenza, si aggiungono
altre tre ricadute in positivo:

lasciare decidere a chi residente in stabili gi eventualmente e


opportunamente dimensionati il momento in cui aggiungere nuovi livelli;

stimolare il rifacimento daccapo per coloro che hanno alloggi non progettati
a loro tempo per assommare ulteriori piani orizzontali;

favorire la costruzione per la prima volta di fabbricati in grado di contare in


futuro su altri strati.

Insomma, si tratterebbe di generare un modello virtuoso di gestione complessiva


del tenimento locale, premiando nel contempo parte assai ampia il popolo.

131

Le obiezioni a uno scenario del genere potrebbero essere anzitutto due. La


prima starebbe nella sua portata discriminatoria, specie per chi abita, ad esempio,
in lotti molto piccoli o in stabili multilivello popolati da gente fra loro estranea e
magari incapace di trovare un accordo sullinquilino/sugli inquilini dellultimo/degli
ultimi piano/i. La seconda starebbe nella non idoneit ad azzerare larrivo di
forestieri.
Ebbene, in un caso, si replica che i PUC sono intrinsecamente una fonte di disparit
e che da soli non riescono sempre a correggere la scelta abitativa fatta in passato
dalle persone; nellaltro caso, invece, si fa presente il ruolo che potrebbe giocare
lelemento

della

parentela,

utile

perlomeno

circoscrivere

la

probabilit

dellapprodo di gente non autoctona.

Perlomeno rispetto al brevissimo periodo (anno 2018), bisogna rimembrare


come laltro motivo ostativo rispetto al diffuso innalzamento verso lalto degli indici
di fabbricabilit fondiaria sia per le aree Garibaldi-Magenta-Vittorio Emanuele II
fino a p.za del Popolo sia per la fascia urbana restante potrebbe indubbiamente
appartenere allo stesso metodo di dimensionamento individuato nellart 66 comma
3 delle Norme PTCP. Ecco perch va ripetuto che se la locale Amministrazione
Comunale non potesse agire da sola in tal senso in sede di formazione del nuovo
PUC,

occorrerebbe

eventualmente

tentare

interessati

una

allo

copianificazione

scopo

di

assieme

perimetrare

in

agli

maniera

altri

enti

definitiva,

addirittura eterna, larea in prevalenza abitata di Parete, visto che il tenimento


resta di superficie esigua rispetto alla sproporzionata popolazione ed situato in un
hinterland aversano-giuglianese dove le spinte al consumo di suolo vergine
cominciano ad assumere una connotazione unicamente irresponsabile.

Scontato a questo punto sostenere che se una copianificazione come quella


appena rievocata non fosse possibile o si concludesse con un nulla di fatto,
rimarrebbe limpegno a carico del Municipio di Parete di circoscrivere la parte
principalmente residenziale alfine non solo di evitare ulteriori cementificazioni, ma
anche per correggere le distorsioni gi presenti attraverso una serie di riconversioni
fondiarie.

132

Capitolo 11
Zone omogenee non residenziali ed extragricole

11.1 Concentrazione di attivit supportanti lagricoltura lungo


il lato est della Circumvallazione (con alcuni segmenti urbani da
riconvertire in tale ottica)
Lesigenza di non lanciarsi sciaguratamente alla Conquista del West (ossia
della zona ad ovest della Circumvallazione, nonch degli incroci con la strada
provinciale 33 e con via della Repubblica) dovrebbe spingere lAmministrazione
Comunale di Parete a circoscrivere linsediamento di attivit diverse dalla semina e
dal raccolto di derrate agricole alla parte est del territorio locale.

questo

proposito,

il

sottoscritto

suggerisce

di

localizzare

una

concentrazione di attivit supportanti lagricoltura lungo il lato orientale della


Circumvallazione75, con un andamento ben intuibile dalle immagini 11.1.1 e 11.1.2
presenti nel Tomo II della corrente trattazione su Parete.

La localizzazione lungo la Circumvallazione si spiega colla possibilit di


sfruttare, almeno per scopi diversi da quelli prevalentemente abitativi, gli
arredamenti urbani gi presenti lungo il marciapiede est, ai quali basterebbe
aggiungere soltanto lo spostamento dei lampioni oggi siti sul ciglio opposto.

Si entra ora maggiormente nel merito.

Innanzitutto, la scelta della parola concentrazione non casuale. Difatti, tale


sezione urbana dovrebbe servire in principio a raccogliere tutte quelle attivit che,
eventualmente, ora si affacciano e sono destinate ad affacciarsi a stretto giro di

75

Alla concentrazione di attivit supportanti lagricoltura si propone di associare la lettera D

nellambito della ripartizione urbanistica comunale.

133

posta, sulla p.le 33 e sul lato ovest della Circumvallazione, sul prolungamento ovest
di via della Repubblica e sulla strada p.le Tre Ponti, nonch sulle strade rurali
Portella, Cupa e Vicinale della Rotonda. In questo senso, lestensione ad altri
soggetti probabilmente siti nella parte est del paese ed altre unit novelle varrebbe
soltanto in un secondo momento e in ragione degli spazi forse ancora disponibili.

Per attivit supportanti lagricoltura, poi, il sottoscritto vuole rimandare in


principio a quei momenti di deposito occasionale di frutta (ad esempio, luoghi ove
consentire ai contadini di far caricare i loro frutti) e a tutti quei punti di deposito e/o
di vendita di materiali e mezzi agricoli (treppiedi, trattori), compatibilmente
collesigenza di rispetto delle condizioni di salubrit, sulla scia di quanto ricavabile
dallinterpretazione dellarticolo 216 del Regio Decreto n. 1265 del 1934.

Dovendo fare riferimento ad attivit supportanti, il sottoscritto ritiene assai


opportuno limitare le possibilit insediative allo specifico svolgimento delle mansioni
lavorative, con conseguente esclusione di ogni finalit residenziale ad appannaggio
del titolare di turno. Il resto (dalla superficie copribile sul lordo fino alladozione o
meno di costruzioni in muratura) spetterebbe ai relativi regolamenti edilizi.
Rispetto a quanto appena proposto, potrebbero essere riconosciute delle eccezioni
solo per la realizzazione di locali adibiti ad ufficio e/o guardiania: per questultimi,
per, onde evitare ogni equivoco futuro, diverrebbe saggio consentire il ricorso solo
a strutture non fisse e, possibilmente, non in muratura.

Allo stadio attuale, tuttavia, va evidenziato come la definizione della


concentrazione cos come tratteggiata dal sottoscritto sia di fatto ostacolata dalla
presenza di alcuni stabili per scopi prevalentemente residenziali, di pubblici esercizi
(bar e ristorante), di negozi di abbigliamento e di botteghe di genere alimentare.
Ecco

perch,

tal

riguardo,

sarebbe

quanto

mai

indispensabile

che

lamministrazione comunale di Parete procedesse col loro abbattimento, nonch


adottasse ogni iniziativa per bloccare qualsiasi altro progetto se avente finalit
differenti da quella qui proposta.

Nelle immagini 11.1.3 e 11.1.4, presenti nel Tomo II, sono mostrati i punti che
lautore suggerisce di radere al suolo.

134

Non ci si illude che tale concentrazione possa essere risolutiva rispetto ad


una domanda di insediamento

attuale

potenziale

di attivit supportanti

lagricoltura. Di conseguenza, laddove gli spazi fossero insufficienti e/o non fossero
rispettate le condizioni di salubrit, non vi sarebbe altro che una condizione di
impossibilit di approdo per uno o pi soggetti76.

11.2 Concentrazione di unit di servizi nellestremo nord via


Bologna
Sempre la sacrosanta esigenza di non lanciarsi sciaguratamente alla Conquista
del West dovrebbe spingere lAmministrazione Comunale di Parete a individuare
unaltra concentrazione di unit di servizi nellultimo tratto nord di via Bologna77,
come suggerisce limmagine 11.2 visibile nel Tomo II della corrente trattazione.

Da precisare che la localizzazione in questo punto del paese (di circa 20.000
mq, almeno secondo calcoli comunque approssimativi effettuati tramite software
Google Earth) si spiega colla possibilit di sfruttare, almeno per scopi diversi da
quelli prevalentemente abitativi, la parte di arredamento urbano gi realizzato.

Anche stavolta, va osservato come la scelta della parola concentrazione non


sia casuale. Difatti, essa dovrebbe portare in principio alla raccolta di tutte quelle
attivit che, eventualmente, ora si affacciano e sono destinate ad affacciarsi a
stretto giro di posta, sulla p.le 33 e sul lato ovest della Circumvallazione, sul
prolungamento ovest di via della Repubblica e sulla strada p.le Tre Ponti, nonch
sulle strade rurali Portella, Cupa e Vicinale della Rotonda. In questo senso,
76

Malgrado quanto osservato nel paragrafo 11.1, qualcuno potrebbe continuare a sostenere la tesi di

unubicazione anche di unit non specificatamente supportanti lagricoltura. Ebbene, collopportunissima


esclusione di bar, negozi al dettaglio, ristoranti e simili (che possono benissimo stanziare allinterno
dellabitato), il sottoscritto non ritiene del tutto impossibile uno scenario alternativo, legato ad esempio,
allinsediamento di pure qualche rimessa dauto o di qualche deposito di giostrine, a patto per che il
fenomeno avvenga in una misura percentuale assai ridotta e al verificarsi delle condizioni accennate. Si
d una cifra tanto per rendere unidea: non oltre il 20% dello spazio totale disponibile.
77

Alla proposta concentrazione di unit di servizi di via Bologna si propone di associare la lettera D

nellambito della ripartizione urbanistica comunale.


135

lestensione ad altri soggetti probabilmente siti nella parte est del paese ed altre
unit novelle varrebbe soltanto in un secondo momento e in ragione degli spazi
forse ancora disponibili.

Fatti salvi gli insediamenti lavorativi gi presenti, si propone, ad esempio,


laggiunta di rimesse di veicoli per uso civile78, nonch di depositi e/o punti vendita
di beni diversi dallattivit agricola, compatibilmente collesigenza di rispetto delle
condizioni di salubrit, sulla scia di quanto ricavabile dallinterpretazione dellarticolo
216 del Regio Decreto n. 1265 del 1934.

Non volendo neanche per questa seconda concentrazione far profilare il


soddisfacimento ulteriore di scopi residenziali per il titolare di turno, il sottoscritto
ritiene assai opportuno limitare le possibilit insediative allo specifico svolgimento
delle mansioni lavorative. Il resto (dalla superficie copribile sul lordo fino
alladozione o meno di costruzioni in muratura) spetterebbe ai relativi regolamenti
edilizi.
Rispetto a quanto appena proposto, potrebbero essere riconosciute delle eccezioni
solo per la realizzazione di locali adibiti ad ufficio e/o guardiania: per questultimi,
per, onde evitare ogni equivoco futuro, diverrebbe saggio consentire il ricorso solo
a strutture non fisse e, possibilmente, non in muratura.

Innanzi a questa onesta prospettiva per lestremo tratto nord di via Bologna,
sarebbe quanto mai indispensabile che lamministrazione comunale di Parete
procedesse colleventuale blocco di ogni altro progetto edilizio con finalit differenti
da quella qui proposta79.

78

Anche se il sottoscritto propone, rimanendone convinto, di localizzare in questa sezione omogenea

punti di vendita di veicoli per uso civile, resta altrettanto vero che gli esponenti di unattivit del genere
potrebbero riorganizzarsi in modo da occupare assai meno suolo possibile, trasformando la concessionaria
da solito vasto deposito, magari allaria aperta, in un accogliente punto di consultazione catalogo esteso
appena qualche decina di metri quadri e ubicato lungo il corso principale o nella piazza centrale; in
questottica, la consegna del mezzo avverrebbe direttamente presso il domicilio del cliente (o comunque
nei paraggi) abbattendo significativi costi di gestione (dallaffitto alla luce).
79

Ai primi mesi del 2015, purtroppo, risale la costruzione di un edificio abitativo nello spazio ancora

inedificato di via Bologna (lato destro, direzione via D'Acquisto) che pare confliggere colla destinazione
d'uso qui evocata. Di conseguenza, s'auspica un rimedio.
136

Neppure stavolta ci si illude che tale concentrazione, cos come tratteggiata,


possa essere risolutiva rispetto ad una domanda di insediamento sia attuale sia
potenziale. Di conseguenza, laddove gli spazi fossero insufficienti e/o non fossero
rispettate le condizioni di salubrit, non vi sarebbe altro che una condizione di
impossibilit di approdo per uno o pi soggetti.

11.3 Insediamenti che, per il loro impatto dimensionale o per la


loro peculiarit, possono rimanere a ovest del paese
Come osservato in diversi precedenti paragrafi, nel caso del territorio
comunale di Parete, sarebbe necessario che lAmministrazione locale cercasse di
impostare una pianificazione in grado di contenere lantropizzazione extragricola
entro la zona che sta a est della Circumvallazione e del segmento sud di via
Castagnola.

Ci malgrado, si ritiene possibile anche la persistenza di qualche insediamento


diverso

dalla

semina

dal

raccolto

delle

derrate

agricole

ovest

della

Circumvallazione per motivi che si prover ad evidenziare di volta in volta.

Lungo la strada p.le 33 Aversa-Qualiano-Villa Literno, si potrebbero mantenere


due insediamenti: il vivaio e il deposito di legname80. La ragione potrebbe essere
ricercata nella loro peculiarit (specie il vivaio), la quale spingerebbe a individuare
localizzazioni non adiacenti al centro abitato.
Duplice, per, la condizione legata alla persistenza futura di questi due tipi di
insediamenti: non concedere ingrandimenti futuri in orizzontale se contraddistinti
dal consumo di altro suolo vergine nel medesimo fondo; mantenere le stesse
80

In maniera legittima, qualcuno potrebbe chiedere di accostare a questi due insediamenti la lettera E

nellambito della ripartizione urbanistica comunale. Ci malgrado, il rischio potrebbe consistere nel
vedere assegnata allintera zona agricola a ovest di Parete delle destinazioni duso eccessivamente e
progressivamente distanti dalla semina e dal raccolto di derrate agricole fino a determinare inopportune
impermeabilizzazioni del suolo. Di conseguenza, pur trattandosi di due attivit che complessivamente non
occupano una superficie assai estesa da far gridare subito alla omogeneit zonale", si suggerisce di
associare a ciascuna di esse la lettera D.
137

identiche destinazioni duso in modo da favorire la prosecuzione dell'iniziativa


imprenditoriale da un soggetto allaltro.

Considerando il prolungamento verso occidente di via della Repubblica e la


zona che saffaccia lungo la strada p.le 109 Parete-Tre Ponti, si potrebbero
comprensibilmente ammettere alcune limitatissime eccezioni di insediamento
extragricolo (nel senso di semina e di raccolto delle derrate): lo stabilimento Sole,
in primis per lampia estensione che ne renderebbe complicato il riposizionamento
allinterno della fascia urbana di Parete; lex Resit, data la possibilit futura di una
localizzazione artigianale e laltrettanto forte impatto dimensionale; limpianto di
imballaggi di legno che gioca un importante ruolo di supporto per lagricoltura locale
(produzione di cassette per il raccolto)

81

Anche stavolta, per, doppia sarebbe la condizione legata alla persistenza


futura di questi due tipi di insediamenti: non concedere ingrandimenti futuri in
orizzontale se contraddistinti dal consumo di altro suolo vergine nel medesimo
fondo; mantenere le stesse identiche destinazioni duso in modo da favorire la
prosecuzione dell'iniziativa imprenditoriale da un soggetto allaltro.

Infine, va ammessa lestrema difficolt di spostare in altra sede sia il


Cimitero Comunale sia le strutture dellente di Bonifica del Basso Volturno82.
Questultime, peraltro, sono state concepite proprio per dare supporto allattivit
agricola locale.

Per fugare ogni dubbio legato alla localizzazione degli insediamenti sopracitati,
sinvita a visionare le immagini 11.3.1, 11.3.2 e 11.3.3 presenti nel Tomo II della
corrente trattazione su Parete.

81

Occorre ammettere che le tre attivit non sono poste in maniera chiaramente contigua cos da far

pensare subito ad una sola zona omogenea. Tuttavia, a ciascuna di esse, presa singolarmente, si propone
associare

la

lettera

nellambito

della

ripartizione

urbanistica

comunale.

Lalternativa

sconsigliatissima, difatti, sarebbe ipoteticamente quella di affibbiarle la lettera E in modo da veder


assegnata allintera zona agricola a ovest di Parete delle destinazioni duso eccessivamente e
progressivamente distanti dalla semina e dal raccolto di derrate agricole fino a incoraggiare delle
inopportune impermeabilizzazioni del suolo.
82

Al Cimitero e alla Vasca si propone di associare la lettera F nellambito della ripartizione comunale.
138

11.4 A proposito del Cimitero di Parete


Per quanto concerne il cimitero di Parete, il sottoscritto ritiene che la locale
Amministrazione debba fare quanto possibile per diffondere in seno al popolo una
mentalit volta a favorire la cremazione dei defunti, data linsensatezza di una
futura necropoli innanzi allesiguit della superficie comunale: 5,7 kmq.
Il vantaggio rispetto alla diretta tumulazione delle salme nelle cappelle gentilizie,
cos tanto diffusa in loco, evidente. Ragionando in linea generalissima, infatti, in
un loculo di 225 x 75 x 70 cm83 sarebbe possibile inserire almeno una dozzina di
urne cinerarie aventi una dimensione media di 30 x 30 x 30 cm (misurazione
prevista da non pochi regolamenti comunali di polizia mortuaria).

Per quanto concerne la realizzazione di un forno crematorio, il Comune di


Parete potrebbe costituire un consorzio ad hoc coi comuni vicini in modo da
abbassare la media delle spese gestionali e da consentire unubicazione concordata
capace di evitare ogni polemica di marca ambientalista.

Ovviamente ci si rende conto che ci da solo potrebbe non bastare. Quindi si


approfitta delloccasione per auspicare anche ladozione di una legge nazionale che
renda obbligatoria la cremazione di ogni salma (indipendentemente dallepoca del
decesso). Questo perch una tumulazione soprassuolo di massa delle urne
cinerarie favorirebbe lanacronismo delle cappelle gentilizie, spesso pi utili al
cicaleccio dei congiunti che allossequioso omaggio dei trapassati, e la loro
sostituzione con numerosi e lunghi tratti murari da dividere in cellette.

Tornando a Parete, va osservato come, con o senza una legge nazionale,


laffermazione definitiva dellusanza crematoria possa portare alla redazione di un
piano cimiteriale al ribasso, ossia in grado di abbattere le attuali casette e di
lasciare molto suolo al reinsediamento delle attivit agricole di semina e di raccolto.

83

Le misure minime, valide a livello nazionale, dei loculi cimiteriali sono fissate nellart. 13.2 della

Circolare del Ministero della Sanit n. 24 del 24 Giugno 1993.


139

Ai cristiani che ancora oggi rabbrividiscono ogni volta viene proferita la parola
cremazione, infine, va fatto presente che la resurrezione dei corpi dellUltimo
Giorno avverr direttamente per opera del Buon Dio. E nullaltro qui si vuole
aggiungere per fiducia verso lintelligenza altrui.

140

Capitolo 12
Zona agricola (semina e raccolto di derrate) ad est del
territorio comunale, con alcune sezioni urbane da
riconvertire in tale ottica

12.1 Indicazioni generali


In linea generale, per tale zona84, onde scongiurare qualsiasi pericolo di
ritorno cementizio a stretto giro di posta, lAmministrazione Comunale di Parete
dovrebbe

riconoscere

una

possibilit

di

edificazione

solo

per

quegli

appezzamenti estesi per almeno 10.000 mq (1 ettaro)85 e limitatamente


agli annessi (per un indice di fabbricabilit fondiaria pari a 0,01 mc/mq),
subordinandola tuttavia allesercizio dellattivit agricola a titolo principale
da parte del soggetto richiedente.

Vanno per effettuati una serie di distinguo.

In primo luogo, occorre precisare che per annesso si vuole intendere il locale
svolgente un ruolo di supporto per il lavoro agricolo. Ad esempio, dove depositare
attrezzi di vario tipo come scale, vanga, zappa.

In secondo luogo, gli annessi preesistenti allentrata in vigore del nuovo piano
urbanistico paretano potrebbero rimanere colla medesima dimensione e collo stesso
materiale col quale sono stati costruiti. I nuovi annessi e gli annessi oggetti di
rifacimento daccapo dopo lentrata in vigore del PUC, invece, non dovrebbero
superare il consigliato indice di fabbricabilit fondiaria pari a 0,01 mc/mq.

84

Alla zona agricola della parte orientale del territorio di Parete, si pu comprensibilmente associare la

lettera E nellambito della ripartizione urbanistica comunale.


85

I diecimila metri quadri sarebbero da intendersi esclusivamente entro i confini comunali.

141

In terzo luogo, per quanto concerne gli alloggi occasionali e stagionali ove
trovano riparo i lavoratori della terra (specie quelli stranieri), si potrebbe pensare
ad unipotesi di costruzione n in muratura n soprattutto dotata di fondamenta: ad
esempio ad una roulotte.

Per quanto riguarda le abitazioni private, infine, si ritiene quanto mai


indispensabile un loro abbattimento, anche qualora rientrassero nella propriet
degli agricoltori. Ogni motivazione a riguardo sar fornita successivamente.

Malgrado quanto proposto in apertura di paragrafo, tuttavia, si


sostiene che lAmministrazione Comunale compirebbe un vero e proprio
capolavoro solo se apponesse un vincolo di INEDIFICABILIT ASSOLUTA
per tutta la zona agricola della parte orientale del paese, sulla scia di quanto
prospettato

dallart.

44

comma

delle

Norme

del

Piano

Territoriale

di

Coordinamento della Provincia di Caserta per le aree estremamente urbanizzate


come quella in cui ricade Parete86. In questottica, infatti, esclusi gli annessi
preesistenti, nullaltro diverrebbe ammissibile.

Nel Tomo II della corrente trattazione sono postate una serie di immagini volte
ad aiutare il lettore ad individuare con maggiore certezza la zona agricola ad est del
territorio comunale cos come individuata dal sottoscritto.
Limmagine 12.1.1, in particolare, d una visione panoramica.
Le immagini 12.1.2, 12.1.3 12.1.4, 12.1.5 e 12.1.6 invece, provano a scendere
maggiormente nel dettaglio.

12.2 Precisazioni legate a un'ipotetica riconversione fondiaria a


scopo agricolo di alcune sezioni ora urbanizzate
Se si afferma che lunica economia paretana possibile sia quella agricola
(vista la presenza di una serie ostacoli che impediscono oggettivamente una

86

Il territorio rurale e aperto complementare alla citt destinato dai Puc ad attivit rurali in regime di

inedificabilit (). Sul territorio rurale e aperto complementare alla citt, altro aggiunto nel
paragrafo capitolo 21.7 del corrente Tomo I.

142

significativa industrializzazione o una terziarizzazione di matrice turistica e che


includono lesiguit del territorio di appena 5,7 kmq e la lontananza da autostrade,
stazioni ferroviarie, porti, aeroporti), potrebbe divenire ampiamente fattibile la
riconversione fondiaria di suoli attualmente impermeabilizzati siti in diverse zone
del comune.

In riferimento alla parte est del paese non mancherebbero occasioni di


riconversione fondiaria. Per lesattezza, lAmministrazione Comunale di Parete
dovrebbe procedere col solerte abbattimento degli stabili gi costruiti e col
tempestivo arresto di tutte le eventuali progettazioni immobiliari estranee alla
finalit agricola. Inoltre, lo stesso ente locale dovrebbe procedere colleliminazione
di ogni elemento infrastrutturale (rete elettrica, fognaria e telefonica, manto
stradale e marciapiedi) e di qualsiasi arredamento urbano (panchine, aiuole,
monumenti) ora presenti.

In questottica, sarebbero ammissibili delle eccezioni solo per quegli elementi


infrastrutturali importanti per lintero paese o di importanza sovracomunale diversi
dalle strade; esempi a riguardo sono le antenne di telefonia mobile e le cabine Enel.

Le immagini 12.2.1, 12.2.2, 12.2.3, 12.2.4 e 12.2.5 visibili nel Tomo II della
trattazione del sottoscritto provano a indicare i punti della parte est del territorio
comunale che si propongono come oggetto di riconversione fondiaria a scopo
agricolo.

12.3 Ulteriori vantaggi possibili per il paese a seguito della


riconversione

fondiaria

scopo

agricolo

di

alcune

sezioni

attualmente urbanizzate
Allo stadio attuale, larea corrispondente a piazza Caduti di Nassiriya e a via
Moravia si pone estremamente a contatto col tenimento della vicina Lusciano (CE).
Di conseguenza, sfruttando un processo di urbanizzazione qui ancora incompleto,
potrebbe essere realizzata con una certa facilit la riconversione a fini agrari delle
relative superfici. Nello specifico, unulteriore importante ricaduta in positivo

143

verrebbe rappresentata dal recupero di tasselli utili alla riconoscibilit fisica del
territorio comunale paretano.

Trattasi di un dettaglio non irrilevante dato che tale riconoscibilit fisica


rappresenta il primo indispensabile elemento di ogni identit comunitaria locale.

La ruralizzazione in corrispondenza degli stabili siti nelle estreme propaggini


orientali di via King avrebbe due risvolti in positivo: salvaguardare quanto pi
possibile

del profilo

storico

di via

Vicinale

Torre,

antichissima

strada

di

collegamento fra Parete e lo scomparso villaggio di Torre Villa Ariosa (conosciuto


pure come Torre Pacifico); evitare una saldatura edilizia a cui paiono essere
tristemente e inevitabilmente destinati il rione Di Vittorio e ladiacente sezione
abitata che saffaccia sulla via Parete-Giugliano (ossia il secondo troncone di via
Vittorio Emanuele II).

Per quanto concerne il versante est del III tratto di via Vicinale Vecchia
(ancora per larga parte risparmiato dagli effetti deleteri della peste edilizia), un
auspicato ritorno a destinazione agricola dei suoli comporterebbe due vantaggi: uno
ideale e laltro pratico. Il primo consisterebbe nello scongiurare qualsiasi ipotesi (pi
o meno remota) di allargamento della carreggiata stradale fino a minarne il profilo
storico. Il secondo confermerebbe lodierno positivo ruolo di valvola di sfogo del
traffico veicolare: va difatti ricordato che il senso unico verso settentrione di via
Vicinale Vecchia e il senso unico verso meridione dellasse viario Marconi-Vittorio
Emanuele fino a piazza del Popolo costituiscono da questo punto di vista un unico
blocco.

Sempre per quanto concerne il versante est del III tratto di via Vicinale
Vecchia, per amor di onest, va sottolineato come gi da anni vi siano due
abitazioni di tipo famigliare. Di conseguenza, anche se il sottoscritto li ha inclusi
nella fascia urbana restante (paragrafo 10.5), per il lunghissimo periodo sarebbe
auspicabile un loro abbattimento onde evitare il balenarsi di qualsiasi forma di
equivoco.

Le immagini 12.3.1 e 12.3.2, visibili nel Tomo II della corrente trattazione,


provano a dare chiarezza circa quanto appena scritto su via Vicinale Vecchia.

144

La zona a sud di via Madre Teresa di Calcutta si presenta ancora oggi per
larghissima

parte

ancora

risparmiata

dalla

mannaia

edilizia.

Laffermazione

definitiva della ruralizzazione avrebbe il merito di arrestare un processo di


urbanizzazione destinato inevitabilmente a riversarsi sulla strada Parete-Giugliano,
la quale, per chi non lo sapesse o facesse finta di ignorarlo, ha ancora oggi
unestrema rilevanza intercomunale, visto che congiunge ad una citt-monstre di
circa centoventimila anime.

Per quanto concerne larea a ovest di via Vicinale Coppa e a nord di via Madre
Teresa di Calcutta, il riordino in senso agricolo avrebbe due felici ricadute: la
mancata cementificazione dellintera zona, che sarebbe in contrasto collandamento
verso

sud

est

della

strada

Parete-Giugliano

(che

nel

tenimento

paretano

corrisponde al secondo troncone di via Vittorio Emanuele II); una maggiore


efficienza proprio della citata arteria, di rilevanza non strettamente paesana, come
pocanzi osservato.

In merito allarea a sud e a sud ovest dellattuale rione 167, i vantaggi


derivanti dalla destinazione agricola dei suoli sarebbero anzitutto rappresentati dal
mantenimento di una fascia territoriale di separazione netta fra i tenimenti
comunali di Parete e Giugliano: daltro canto non esiste identit comunitaria locale
se manca una certa riconoscibilit fisica.

Infine, labbattimento degli stabili e la sottrazione di infrastrutture in


corrispondenza delle due ultime traverse del segmento sud di via Castagnola,
avrebbe due implicazioni una ideale e una concreta. Quella ideale rimanderebbe a
un possibile recupero del profilo storico del secondo tratto proprio di via
Castagnola, un tempo lontano strada di collegamento fra il paese e le zone a
mezzod. Quella concreta rimanderebbe a una salvifica cancellazione di ogni ipotesi
di saldatura edilizia collattuale rione 167.

A margine, pure per quanto concerne il segmento sud di via Castagnola, va


sottolineata la presenza di un gruppetto di sei stabili (immagine 12.3.3) che,
seppure fatti rientrare dal sottoscritto nella fascia urbana restante, potrebbero
essere oggetto di un intervento di ripristino agricolo per il lunghissimo periodo. In

145

particolare, il loro abbattimento dovrebbe venire subordinato allaccertamento


dellimpossibilit di un ingresso alternativo da via DellAversana (ramo principale).

146

Capitolo 13
Zona agricola (semina e raccolto di derrate) a occidente
del territorio comunale, con alcuni segmenti urbani da
riconvertire in tale ottica

13.1 Indicazioni generali


In linea generale, per tale zona87, onde scongiurare qualsiasi pericolo di
consistente

impermeabilizzazione

di

superfici

stretto

giro

di

posta,

lAmministrazione Comunale di Parete dovrebbe riconoscere una possibilit di


edificazione solo per quegli appezzamenti estesi per almeno 10.000 mq (1
ettaro)88 e limitatamente agli annessi (per un indice di fabbricabilit
fondiaria

pari

0,01

mc/mq),

subordinandola

tuttavia

allesercizio

dellattivit agricola a titolo principale da parte del soggetto richiedente.

Anche nel presente caso, tuttavia, vanno effettuati una serie di distinguo.

In primo luogo, occorre ribadire che per annesso si vuole intendere il locale
svolgente un ruolo di supporto per il lavoro agricolo. Ad esempio, dove depositare
attrezzi di vario tipo come scale, vanga, zappa.

In secondo luogo, gli annessi preesistenti allentrata in vigore del nuovo piano
urbanistico paretano potrebbero rimanere colla medesima dimensione e collo stesso
materiale col quale sono stati costruiti. I nuovi annessi e gli annessi oggetti di
rifacimento daccapo dopo lentrata in vigore del PUC, invece, non dovrebbero
superare il consigliato indice di fabbricabilit fondiaria pari a 0,01 mc/mq.

87

Alla zona agricola della parte occidentale del territorio di Parete, si pu comprensibilmente associare la

lettera E nellambito della ripartizione urbanistica comunale.


88

I diecimila metri quadri sarebbero da intendersi esclusivamente entro i confini comunali.

147

In terzo luogo, per quanto concerne gli alloggi occasionali e stagionali ove
trovano riparo i lavoratori della terra (specie quelli stranieri), si potrebbe pensare
ad unipotesi di costruzione n in muratura n soprattutto dotata di fondamenta: ad
esempio ad una roulotte.

Per quanto concerne le abitazioni private, infine, si ritiene quanto mai


indispensabile un loro abbattimento, anche qualora rientrassero nella propriet
degli agricoltori. Ogni motivazione a riguardo sar fornita sempre successivamente.

Malgrado quanto proposto in apertura di paragrafo, tuttavia, si


sostiene che lAmministrazione Comunale compirebbe un vero e proprio
capolavoro solo se apponesse un vincolo di INEDIFICABILIT ASSOLUTA
per tutta la zona agricola della parte occidentale del paese, sulla scia di
quanto prospettato dallart. 44 comma 3 delle Norme del Piano Territoriale di
Coordinamento della Provincia di Caserta per le aree estremamente urbanizzate
come quella in cui ricade Parete89. In questottica, infatti, esclusi gli annessi
preesistenti, nullaltro diverrebbe ammissibile.

Nel Tomo II della corrente trattazione sono postate una serie di immagini volte
ad aiutare il lettore ad individuare con maggiore certezza la zona agricola a
occidente del territorio comunale cos come individuata dal sottoscritto.
Limmagine 13.1.1, in particolare, d una visione panoramica.
Le immagini 13.1.2 e 13.1.3, invece, provano a scendere maggiormente nel
dettaglio.

13.2 Precisazioni legate a un'ipotetica riconversione fondiaria a


scopo agricolo di alcuni segmenti attualmente urbanizzati
Come puntualizzato gi diverse volte oramai, il pi grande pericolo che corre
Parete dal punto di vista territoriale, economico, storico e umano rappresentato

89

Il territorio rurale e aperto complementare alla citt destinato dai Puc ad attivit rurali in regime di

inedificabilit (). Sul territorio rurale e aperto complementare alla citt, altro aggiunto nel
paragrafo capitolo 21.7 del corrente Tomo I.

148

da unimpennata del consumo di suolo vergine nella parte occidentale, eventualit


triste per la quale il sottoscritto non ha esitato a coniare (in maniera non tanto
originale, a onor del vero) lespressione Conquista del West.

Ecco perch sarebbe quanto mai necessario che lAmministrazione Comunale


di Parete agisse per evitare il peggioramento della situazione odierna promuovendo
una serie di riconversioni fondiarie.

Fra laltro, lente locale dovrebbe procedere col solerte azzeramento di alcuni
insediamenti abitativi, artigianali e commerciali ora presenti e col tempestivo
arresto di ogni ulteriore tentativo simile. Inoltre, allo scopo di abbassare
significativamente ogni possibilit di densificazione urbana, molto opportuna
diverrebbe la decisione di ripristinare il sistema di scolo naturale dellacqua (fossi)
in corrispondenza dei punti ora antropizzati o in via di antropizzazione extragricola
del prolungamento di via della Repubblica e delle strade p.li 109 e 33.

Anche

per

la

sponda

ovest

della

strada

Circumvallazione

sarebbe

fondamentale agire in modo da abbassare di molto la probabilit di una crescita


urbana.

Per

l'esattezza,

diverrebbero

utili

leliminazione

di

ogni

segno

di

arredamento urbano (lampioni, marciapiedi, elementi fognari) e il ripristino dei fossi


naturali di scolo.

Per tutta la strada Circumvallazione, invece, per le implicazioni non soltanto


simboliche, sarebbe auspicabile cambiare perfino la titolazione ufficiale: ad
esempio, da Carlo Pezone a Strada Extramurale.

Specifici motivi legati allassetto idrogeologico locale e zonale (nonch alla


necessit di non ripetere le inopportunit legate allalveo Spierto, a tratti interrato e
a tratti intombato) consigliano inoltre di eliminare ogni segno di insediamento
occupazionale extragricolo (nel senso di semina e di raccolta di derrate)
direttamente a contatto con altri due alvei: quello che parte dalle spalle del cimitero
e quello che sorigina nei paraggi del remoto villaggio di Casacugnano; specie
questultimo, poi, tristemente noto per i suoi periodici allagamenti, con disagi
evidenti per il movimento veicolare da, per e lungo la strada Qualiano-Villa Literno.

149

Malgrado

la

furia

iconoclastica,

per,

resterebbero

validissime

delle

eccezioni. Innanzitutto, per quegli elementi infrastrutturali importanti per lintero


paese o di importanza sovracomunale (antenne di telefonia mobile, cabine Enel,
ecc.). Inoltre, andrebbero lasciati dove sorgono tutti quegli insediamenti che, per
loro natura o impatto dimensionale, non potrebbero facilmente spostarsi a est del
comune, a cominciare dal Cimitero (paragrafo 11.3).

Le immagini 13.2.1, 13.2.2, 13.2.3 e 13.2.4, visibili nel Tomo II della


trattazione del sottoscritto, provano a indicare i punti della parte occidentale del
territorio paretano che si propongono come oggetto di riconversione fondiaria a
scopo agricolo90.

13.3 Ulteriori vantaggi possibili per il paese a seguito della


riconversione

fondiaria

scopo

agricolo

di

alcuni

segmenti

attualmente urbanizzati
Una salvifica diminuzione della pressione antropica extragricola a ovest del
paese porterebbe vantaggi di non poco conto.

In primo luogo, per ragioni di viabilit e di vivibilit locale e zonale, verrebbe


salvaguardata limportanza sovracomunale della provinciale 33 Aversa-QualianoVilla Literno, che, va risottolineato, corrisponde a un tratto della c.d. Strada degli
Americani, la quale, a sua volta, gi ora costretta a sobbarcarsi un movimento
veicolare potenziale giornaliero di oltre 200.000 anime (fra abitanti dei centri di
Aversa, Giugliano in Campania, Lusciano, Parete e Trentola Ducenta, affacciantisi
su di essa in maniera diretta o meno, e i clienti del centro commerciale Jambo che

90

Il cerchio rosso nellimmagine 13.2.3 mostra larea in cui si concretizzato nei primi mesi del 2015 un

ennesimo inopportuno consumo di suolo vergine. Tale avvenimento viene considerato assai
negativamente dal sottoscritto non solo perch lo stabile eretto sorge a ovest del segmento sud di via
Castagnola, posto come limite fra le parti prevalentemente extragricola e agricola del comune, ma
soprattutto perch esso appare ubicato esattamente accanto alla strada costruita nellambito delle attivit
dellEnte di Bonifica del Basso Volturno.

150

sorge negli immediati paraggi), malgrado conti appena una corsia per senso di
marcia.

In secondo luogo, sempre per ragioni di viabilit e di vivibilit locale e zonale,


verrebbe salvaguardata la rilevanza sovracomunale del prolungamento occidentale
di via della Repubblica e della strada provinciale 109 Parete Tre Ponti, indispensabili
per il movimento veicolare Giugliano-Parete-zone a ponente.

Da ricordare, inoltre, come limportanza zonale della strada 33 AversaQualiano-Villa Literno e dellasse via della Repubblica-Parete Tre Ponti sia
amplificata dal fatto che tutte simmettono nella provinciale 58 Santa Maria a
Cubito-Aversa, gi nota ai tanti come Qualiano-Villa Literno.

In quarto luogo, malgrado la localizzazioni di attivit supportanti lagricoltura


lungo la sponda orientale (paragrafo 11.1 di questo tomo), capace di trascinarsi un
apposito movimento veicolare, diverrebbe nuovamente inequivocabile il ruolo
fondamentale della strada Circumvallazione: quello di aggiramento del centro
abitato paretano.

Un riordino urbanistico in grado di coinvolgere la parte occidentale del


tenimento di Parete, infine, consoliderebbe per le strade rurali Vicinale della
Rotonda, Cupa, Portella e dellaltra che conduce verso il territorio del remoto
villaggio di Casacugnano il doppio ruolo degli ultimi anni: quello di movimento
veicolare legato pressoch solo alla lavorazione della terra nei paraggi e quello
amatoriale legato a chi ama fare attivit allaria aperta nel tempo libero (ad
esempio, biciclettate, footing)91, tenuta anche a mente la constatazione di trovarsi
ancora oggi miracolosamente innanzi a carreggiate a senso unico di marcia.

Le immagini 13.3.1 e 13.3.2, visibili nel Tomo II della trattazione del


sottoscritto su Parete, provano a dare chiarezza su quanto appena scritto.
91

Attenzione a non confondere. Il sottoscritto non sta cadendo in contraddizione proponendo

implicitamente listituzione di qualche fantomatico parco agricolo urbano, la cui inopportunit nel
tenimento paretano stata tratteggiata nel paragrafo 7.1 di questo Tomo, ma sta suggerendo di lasciare le
strade rurali in questione anzitutto collattuale larghezza di carreggiata, senza perseguire adeguamenti
descritti ipocritamente come un regalo per gli amanti dellaria aperta.

151

13.4 La necessit di adottare delle misure stringenti per la


presenza di stabili nelle aree a est e a ovest del tenimento paretano
individuate come agricole. Tentativo di spiegazione
Nel passato e nel presente capitolo, rispettivamente dedicati alle zone agricole
a oriente e a occidente del Comune di Parete, stata sostanzialmente evidenziata
lopportunit che la locale Amministrazione adotti delle misure stringenti circa la
presenza di stabili.

Infatti, onde scongiurare qualsiasi pericolo di ritorno cementizio a stretto


giro di posta, stata proposta una possibilit di edificazione solo per quegli
appezzamenti estesi per almeno 10.000 mq (1 ettaro) e limitatamente agli annessi
(per un indice di fabbricabilit fondiaria pari a 0,01 mc/mq), subordinandola
tuttavia allesercizio dellattivit agricola a titolo principale da parte del soggetto
richiedente.

Eppure, stato altres osservato che lAmministrazione Comunale di Parete


compirebbe

un

vero

proprio

capolavoro

solo

apponendo

un

vincolo

di

INEDIFICABILIT ASSOLUTA per entrambe le zone agricole, sulla scia di quanto


prospettato dallart. 44 delle Norme del Piano Territoriale di Coordinamento della
Provincia di Caserta per le aree estremamente urbanizzate come quella in cui ricade
Parete. E ci perch, esclusi gli annessi preesistenti allentrata in vigore di un nuovo
Piano Urbanistico Comunale, nullaltro diverrebbe ammissibile.

A questo punto, per, qualcuno potrebbe obiettare evidenziando la necessit


di tenere in piedi almeno quelle eventuali abitazioni di agricoltori dediti alla
coltivazione di terreni circostanti.

Per ribattere, il sottoscritto ricorda anzitutto che Parete ha unestensione


territoriale cos esigua (5,7 kmq), un numero di abitanti gi relativamente
sproporzionato (pi di undicimila) e un livello di antropizzazione extragricola (da est
a ovest) oltre il livello di saturazione da rendere poco opportuna perfino la
prolungata presenza di stabili sparigliati per le campagne rimaste.
152

Inoltre,

occorre

precisare

che

il

paese

sorge

sua

volta

in

una

zona

spaventosamente urbanizzata come quella a nord di Napoli e che, quindi,


unipotetica conduzione a scopo agricolo dei suoli arriverebbe con grande difficolt a
vedere il coinvolgimento assiduo di persone originarie di parti assai lontane della
regione Campania e/o della Nazione.
Di conseguenza, non sarebbero certo ladozione di misure edilizie stringenti a
pregiudicare lincolumit dei raccolti n ad accrescere le problematicit legabili al
tran tran quotidiano, bens gi da adesso lo la deriva cementizia coinvolgente
allunisono Parete e le localit circonvicine. Per il resto, va ricordato pure che hanno
inventato i motoveicoli proprio per velocizzare i tempi di spostamento.

Il successo delle misure stringenti per la presenza di stabili nelle due zone
agricole di Parete dovrebbe per passare anche per il fattivo e definitivo abbandono
al proprio destino dei resti delle poche (e spesso malmesse) masserie rurali che
fanno ancora timidamente capolino. Difatti, pacifico sostenere che il passato
dellagricoltura va sostenuto dandole un futuro in senso produttivo e non
scioccamente commemorativo; soprattutto essenziale evitare unedilizia di ritorno
a scopo abitativo, o peggio ancora commerciale e ricreativo, perseguita da soggetti
che,

seppure

con

una

fedina

penale

immacolata,

dimestichezza con semina e raccolto di derrate.

153

difficilmente

avrebbero

154

Capitolo 14
Orti urbani e sezioni per allestimenti temporanei

14.1

Sezioni

Repubblica,

adibibili

cavallo

Circumvallazione

(con

ad

degli
alcuni

orto
incroci

urbano
con

punti

via

oggetto

lungo

via

Castagnola
di

della
e

la

uneventuale

riconversione fondiaria)
Limmagine 14.1.1 del Tomo II mostra una serie di superfici circostanti via
della Repubblica, e comprese fra gli incroci delle vie Castagnola e Circumvallazione,
che potrebbero essere adibite ad orto urbano, cio a forme di coltivazione non
richiedenti grossi spazi92. Nel caso paretano, in particolare, tali insediamenti
potrebbero costituire: un estremo sussidio materiale per uno o pi soggetti in
estreme condizioni di disagio economico e sociale; unulteriore occasione di tempo
libero, una preziosa occasione di diversificazione della didattica vera e propria per le
giovani generazioni; uno specifico momento di formazione professionale. Essi, poi,
potrebbero essere gestiti direttamente dallente locale ovvero affittati a una o pi
associazioni del posto.

Limmagine 14.1.2 mostra che la scelta di localizzare gli orti urbani in questo
punto del territorio comunale non casuale. La parte che mena a settentrione,
infatti, pu fungere da cuscinetto fra le propaggini urbanizzate e quelle superfici ad
est della Circumvallazione per le quali si proposto linsediamento di attivit
supportanti

lagricoltura.

La

parte

che

mena

mezzogiorno,

invece,

pu

rappresentare una sorta di separazione fra un altro gruppo di caseggiati e la zona


propriamente agricola a ovest del comune. Da non sottovalutare, inoltre, la
salvaguardia funzionale dello stradone costruito negli anni Ottanta nellambito delle
opere targate Ente di Bonifica Basso Volturno e che spacca letteralmente in due
larea qui considerata.

92

Ad esse si propone di associare una lettera F nellambito della ripartizione comunale.

155

Per adibire questa parte del territorio ad orto urbano, per, potrebbe essere
necessaria una riconversione fondiaria guidata dal Comune di Parete che, fatto
salvo qualche capannone presente (da uniformare tuttavia alla destinazione
urbanistica qui suggerita), si contraddistinguerebbe per labbattimento di qualche
edificio e per il repentino blocco di ogni altro progetto immobiliare.
Sempre per scongiurare qualsiasi prurito edilizio, inoltre, sarebbe opportuno che il
medesimo

ente

locale

si

facesse

promotore,

presso

lautorit

ecclesiastica

competente, delleliminazione della recente chiesa che sorge allincrocio delle vie
Castagnola e Basile93. Daltro canto se lintento quello di rinverdire con essa gli
antichi fasti del tabernacolo della Madonnella, basterebbe e avanzerebbe una
piccola edicola votiva al livello della strada; se invece lintento fosse quello di
consentire

di

pregare

al

coperto,

occorrerebbe

semplicemente

ricordarsi

dellesistenza delle altre strutture cattoliche dedicate a san Pietro e alla ss. Trinit,
nonch di quelle pi piccole intitolate allAddolorata, a san Filippo e santa Caterina.

Circa lauspicata riconversione fondiaria sinvita a visionare limmagine 14.1.3


del Tomo II. Per quanto concerne in particolar modo larea ora corrispondente alla
chiesa della Madonnella, invece, viene precisato che qualcosaltro verr scritto nel
paragrafo 17.7.

Riguardo una residua possibilit di edificazione negli orti urbani, infine,


sarebbe assolutamente opportuno collegarla soltanto alleventualit di dotarli di
annessi (piccoli locali dove lasciare a deposito, ad esempio, attrezzi di vario tipo
come vanga e zappa), in parziale comunanza con quanto suggerito nei capitoli
precedenti per le zone agricole a est e a ovest del tenimento paretano.

14.2

Sezioni

per

allestimenti

temporanei

di

carattere

emergenziale o meno (con alcuni segmenti oggetto di uneventuale


riconversione fondiaria)
Ogni territorio comunale gestito come Dio comanda dovrebbe prevedere la
presenza di sezioni da utilizzare soltanto per allestimenti temporanei di carattere
93

Ledificio religioso in questione stato, purtroppo, inopportunamente e sostanzialmente completato nel

corso dei primi mesi del 2015.


156

emergenziale oppure no94; ad esempio: giostre, circo, parcheggi auto per eventi,
tende per dare riparo alle persone in caso di calamit naturali. Ci malgrado,
laltrettanto sacrosanta esigenza di non erodere superfici in piena zona extraurbana
dovrebbe consigliare agli amministratori di Parete di individuare delle soluzioni in
estrema prossimit del centro abitato.

A riguardo, si propongono due distinte sezioni, site in realt luna nei paraggi
dellaltra. La prima, infatti, sorgerebbe a oriente della Villa Comunale, lungo la
sponda nord di via Follerau. La seconda, invece, sorgerebbe a sud della citata villa,
presso lattuale incrocio delle vie Giorgio Amendola, 2 Agosto e Follerau.

Circa lindividuazione esatta di queste sezioni, sinvita a visionare limmagine


14.2.1 presente nel Tomo II della corrente trattazione.

Il raggiungimento di un assetto del genere, per, potrebbe richiedere la


modifica dellattuale situazione con il diretto impegno del Comune di Parete.
Anzitutto, sarebbero fondamentali la rapida demolizione degli stabili ora esistenti e
il subitaneo arresto di ogni altro progetto immobiliare nellarea qui evidenziata.
In secundis, sarebbe opportuno eliminare la presenza di ostacoli fissi (ad esempio,
marciapiedi) per almeno un lato di ognuna delle sezioni considerate, in modo da
garantire laccesso immediato, specie in caso di estrema urgenza.
In tertiis, sarebbe opportuno lasciare tutti i terreni recuperati liberi da installazioni
permanenti e comunque al riparo da ogni forma di impermeabilizzazione, dato che
a priori non facile individuare la destinazione provvisoria a cui andrebbero
incontro. Ovviamente, nessuno ne pretende labbandono assoluto fra un periodo di
utilizzo e laltro: basterebbe appena qualche pulizia a intervalli regolari per
trasmettere una sensazione di armonia a tutti quelli che sono di passaggio.
In virt di quanto appena osservato, infine, andrebbe recuperata possibilmente
anche la permeabilit della superficie attualmente assegnata alla Pro Loco.

Per quanto concerne le modifiche da farsi, il lettore invitato a visionare


limmagine 14.2.2 presente nel Tomo II.

94

Ad esse si propone di associare una lettera F nellambito della ripartizione comunale.

157

158

Capitolo 15
Un primo ammontare dei punti del territorio paretano da
sottoporre a interventi di riconversione fondiaria, tenendo
conto della situazione all11-8-2014 desumibile dalla
consultazione del software Google Earth

Nel corso dei precedenti capitoli 10, 11, 12, 13 e 14 stata evidenziata
leventualit di una serie di abbattimenti di stabili e di riconversioni fondiarie che
potrebbero rivelarsi indispensabili per riordinare efficacemente il territorio comunale
di Parete.

A mo di sintesi, allora, qui si vuole rapidamente accennare a un primo


ammontare approssimativo dei punti del tenimento che, in base alle varie novelle
destinazioni duso proposte, potrebbero essere oggetto di tali interventi.

Ebbene, stando a quello che le immagini aeree di Google Earth datate 11-82014 fanno percepire, risulterebbero coinvolti 83 edifici95 e 26 superfici.

Si ricorda ai lettori che limmagine 10.1.3 presente nel Tomo II della corrente
trattazione prova a fornire una visione panoramica dei punti e delle sezioni da
coinvolgere.

95

In realt, considerando gli episodi di consumo di suolo vergine dei primi mesi 2015 relativi alle

costruzioni di uno stabile abitativo nella parte nord di via Bologna, confliggente colla destinazione duso
proposta nel paragrafo 11.2, e di un altro fabbricato a cavallo del segmento sud di via Castagnola e della
strada dellEnte di Bonifica, mostrato nellimmagine 13.2.3, il totale potrebbe a salire fino a 85.
Conteggiando poi i vagheggiati abbattimenti di lunghissimo periodo delle due abitazioni che gi da tempo
saffacciano lungo il lato orientale del terzo tratto di via Vicinale Vecchia e di altri 6 fabbricati che da
qualche anno incombono direttamente sul versante est del segmento sud di via Castagnola, la somma
potrebbe addirittura spingersi fino a 93.
159

160

SEZIONE A2 Il vasto riordino urbanistico. La


necessit di ricorrere a specifici strumenti giuridici

161

162

Capitolo 16
Il ricorso a specifici strumenti giuridici in riferimento a:
pertinenze del Palazzo Ducale e della chiesa San Pietro
Apostolo; centro storico Umberto I Roma Berlinguer
Municipio I e II; aree Garibaldi Magenta Vittorio
Emanuele II (tratto fra via Roma e p.za del Popolo);
fascia urbana restante; insediamenti che possono
rimanere a ovest del paese

16.1 Premessa
Lazione di riordino urbanistico di Parete cos come proposta dal sottoscritto fra
i capitoli 10 e 14 ha permesso di avere una cognizione maggiormente dettagliata
della possibilit di dividere il territorio comunale in due fasce prevalenti. Quella a
oriente della Circumvallazione e del segmento sud di via Castagnola, allinsegna
dellantropizzazione extragricola, fatta salva lesigenza di preservare dei corridoi
verdi coltivati verso i vicini tenimenti di Lusciano e Giugliano anche attraverso una
paventata riconversione fondiaria di alcuni segmenti adesso urbanizzati. Quella a
occidente delle citate strade, allinsegna della presenza pressoch esclusiva di
attivit di semina e di raccolta di derrate agricole, fatte salve la necessit di lasciare
alcuni insediamenti dove sorgono (ad esempio, Cimitero) e lopportunit comunque
di ridare permeabilit a una serie di suoli.

In merito alla menzionata suddivisione in fasce prevalenti, si suggerisce


nuovamente di consultare limmagine 10.1.1 visibile nel Tomo II della corrente
trattazione.

Ci malgrado, pacifico affermare che un ente locale non pu agire in


maniera caotica e quindi, per il raggiungimento di un assetto ottimale
complessivo,

sarebbe

fondamentale

il

ricorso

anzitutto

specifici

strumenti giuridici, come quelli a cui si accenner fino al termine del prossimo
163

capitolo 17. A questultimo riguardo, va precisato che quanto osservato e/o


suggerito non ha alcuna pretesa di esaustivit, mancando al sottoscritto un grado
assoluto di onniscienza.

16.2 Brevissimi cenni per le seguenti zone: pertinenze del


Palazzo Ducale e della chiesa San Pietro Apostolo; centro storico
Umberto I Roma Berlinguer Municipio I e II; aree Garibaldi
Magenta Vittorio Emanuele II (tratto fra via Roma e p.za del
Popolo); fascia urbana restante
Per queste quattro zone omogenee, la ricerca di un ritrovato assetto ottimale
dovrebbe necessariamente partire dallapprovazione di un nuovo Piano Urbanistico
Comunale96

96

(e

di

correlate

Norme

Tecniche

di

Attuazione)

da

parte

Per la Campania, stando a quello che chiunque pu desumere dagli schemi esemplificativi procedurali

pubblicati nel Manuale operativo del Regolamento 4 agosto 2011 n. 5 di attuazione della L.R. 16/2004 in
materia di Governo del territorio, limitatamente allatto denominato Piano Urbanistico Comunale il
procedimento di approvazione il seguente.
In primo luogo, il Comune di turno elabora il preliminare di PUC che composto di due parti: un
quadro conoscitivo del territorio locale e un documento strategico, con questultimo che indica gli
obiettivi generali e il livello di trasformabilit ambientale e insediativa. In codesta fase, inoltre, si verifica
la conformit di tale Piano alle leggi e ai regolamenti vigenti, nonch agli indirizzi fissati dalle
pianificazioni sovralocali.
In secondo luogo, in un arco di tempo previsto fra i 45 e i 90 giorni, il preliminare di PUC sottoposto
alla consultazione delle organizzazioni sociali, culturali, economiche, professionali, sindacali ed
ambientaliste; in genere, ci avviene tramite pi incontri aperti al pubblico che si cerca di coinvolgere
eventualmente con la compilazione di questionari.
In terzo luogo, la Giunta Comunale approva il preliminare di PUC dando il via alla redazione.
In quarto luogo, la Giunta Comunale adotta il PUC che viene pubblicato sul Bollettino Ufficiale della
Regione Campania (Burc) e nel sito web dellamministrazione procedente; inoltre, depositato presso la
sede dello stesso ente locale. altres compito dellautorit civica indicare alla collettivit i modi e i
tempi di consultazione del PUC adottato in modo da poter presentare proposte e osservazioni di
modifica. Va precisato che la comunit locale, presa sia singolarmente sia per gruppi, nonch in qualit di
soggetto privato e di interlocutore pubblico, ha comunemente tale facolt per 60 giorni a partire dalla
pubblicazione del PUC adottato.
164

dellAmministrazione di Parete in grado di esaltarne la destinazione duso e, specie


per le aree Garibaldi Magenta Vittorio Emanuele II (tratto fra via Roma e p.za
del Popolo) e per la fascia urbana restante, di dare concretezza a una possibilit
di costruzione tendenzialmente in verticale allo scopo di evitare la mummificazione
insediativa.

Per il resto, in realt, non avendo nulla di speciale da aggiungere, il


sottoscritto rimanda al capitolo 10 di questo Tomo I dove sono menzionate anche
talune normative.

In quinto luogo, entro 90 giorni dalla pubblicazione del PUC adottato, e a pena di nullit del
procedimento formativo, la Giunta Comunale valuta e recepisce le osservazioni eventualmente formulate
dal popolo.
In sesto luogo, il PUC adottato, integrato con le eventuali osservazioni, trasmesso alle
amministrazioni competenti (Autorit di Bacino, Soprintendenze, Enti Parco, ecc.) per lacquisizione dei
pareri, nulla osta, autorizzazioni e quantaltro di necessario. Inoltre inviato allAmministrazione
Provinciale di competenza che, entro 60 giorni dalla trasmissione del PUC adottato completo di tutti gli
elaborati, procede alla dichiarazione di conformit al proprio Piano di Coordinamento Territoriale
Provinciale; a tal riguardo, da precisare che la mancanza di tale dichiarazione di conformit impedisce
lapprovazione finale del PUC.
Successivamente, il Comune acquisisce tutti i pareri di competenza e provvede alle eventuali revisioni del
Puc adottato; in seguito, la Giunta adotta il PUC per la seconda volta.
A questo punto, il PUC adottato per la seconda volta, unitamente agli eventuali pareri obbligatori e alle
ipotizzabili osservazioni, sottoposto allesame del Consiglio Comunale che ha a disposizione due
opzioni: procedere alla approvazione oppure restituirlo alla Giunta per la rielaborazione entro 60 giorni,
pena la decadenza dellintero procedimento formativo.
Il PUC approvato pubblicato contestualmente nel Burc e sul sito web dellamministrazione locale
procedente ed efficace dal giorno successivo alla sua pubblicazione nel suddetto Burc.
Il PUC corredato di Norme Tecniche di Attuazione; inoltre da esso discende pure il Regolamento
Urbanistico Edilizio Comunale.
Altra documentazione che affianca il PUC nel suo percorso procedurale quella relativa alla Valutazione
Ambientale Strategica (VAS).
Infine, altra documentazione rimanda comunemente alla Carta dellUso del Suolo Agricolo e Forestale
(relazione con elaborati grafici), alla Relazione Geologica (con elaborati grafici), e al Piano di
Zonizzazione Acustica (relazione con elaborati grafici).
165

16.3

Cenni per

gli insediamenti che, per

il loro

impatto

dimensionale o per la loro peculiarit, possono rimanere a ovest del


paese
Nel paragrafo 11.3 di questo Tomo I sono stati elencati una serie di
insediamenti a ovest del paese per i quali risulta supposta limpossibilit di una
diversa localizzazione nella parte antropizzata extragricola (ad esempio, Cimitero).

Neppure a riguardo, in realt, il sottoscritto ha qualcosa di speciale da


aggiungere per cui egli ribadisce sostanzialmente quanto scritto a suo tempo, e cio
che dallapprovazione di un nuovo Piano Urbanistico Comunale (e delle correlate
Norme Tecniche di Attuazione) da parte dellAmministrazione di Parete dovrebbe
essere desumibile la persistenza di due condizioni: 1) non concedere ingrandimenti
futuri in orizzontale se contraddistinti da altro consumo di altro suolo vergine nel
medesimo fondo; 2) mantenere le stesse identiche destinazioni duso in modo da
favorire la prosecuzione dell'iniziativa imprenditoriale da un soggetto allaltro.

166

Capitolo 17
Il ricorso a specifici strumenti giuridici in riferimento a
tutte le altre sei zone omogenee restanti cos come
individuate dal sottoscritto

17.1 Approvazione di un nuovo Piano Urbanistico Comunale


Per tutte le altre sei zone omogenee individuate dal sottoscritto anzitutto nel
paragrafo 10.1 (concentrazione di attivit supportanti lagricoltura lungo il lato est
della Circumvallazione; concentrazione di unit di servizi nellestremo nord di via
Bologna; le due zone agricole a est e a ovest di Parete; orti urbani lungo via della
Repubblica; sezioni per allestimenti temporanei di carattere emergenziale o meno),
la ricerca di un ritrovato assetto ottimale dovrebbe necessariamente partire
dallapprovazione di un nuovo Piano Urbanistico Comunale (e di correlate Norme
Tecniche di Attuazione) da parte dellAmministrazione di Parete.

Lentrata in vigore di una nuova pianificazione territoriale locale, infatti, gi


capace di produrre non poche conseguenze sul piano strettamente formale.

In primo luogo, un cambio di destinazione fondiaria nelle direzioni di volta in


volta

indicate

dal

sottoscritto

renderebbe

diversamente

edificabili

oppure

inedificabili tutte quelle superfici per le quali non stato ancora rilasciato il
permesso di costruire.

In secondo luogo, per tutte quelle opere edilizie autorizzate in precedenza, ma


in contrasto colle nuove previsioni PUC, lamministrazione comunale paretana
potrebbe ritrovarsi nelleventualit di adottare un provvedimento di decadenza del
permesso di costruire, sulla scia di quanto desumibile dal comma 4 dellart. 15 del
Decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001, e successive modificazioni
e integrazioni.
A riguardo, tuttavia, vanno effettuate due precisazioni. Da un lato, va evidenziato il
valore solo dichiarativo del citato provvedimento di decadenza, visto che leffetto
167

giuridico gi si delineerebbe collentrata il vigore di una novella pianificazione


urbanistica97.
Dallaltro lato, invece, va osservato come il ricorso alla suddetta tipologia di
soluzione riuscirebbe solo nel caso in cui i lavori di costruzione non fossero iniziati
entro 1 anno massimo dalla data di rilascio del permesso e/o non fossero
completati entro 3 anni dalla data di partenza dei lavori, come si desume dalla
lettura dei commi 1, 2 e 4 del menzionato articolo 15 del DPR n. 380 dellanno
Duemilauno98.

Approfittando delloccasione, e volendo soddisfare i pi curiosoni, inoltre, si


puntualizza come il comma 3-bis dellarticolo 30 della Legge n. 98 del 2013 abbia
prorogato di due anni i termini di validit, di inizio e di fine lavori in relazione a quei
piani di lottizzazione le cui convenzioni siano state stipulate entro il 31-12-2012.

A proposito della proroga in campo edilizio (sia in caso di mancato avvio sia di
incompleta realizzazione), va segnalato come lapprovazione di un novello PUC
inibirebbe pure la possibilit di ricorrervi laddove la singola costruzione si ritrovasse
a confliggere con una nuova destinazione fondiaria.
Tanto per capire. Se una persona non riuscisse a completare la costruzione di una
propria casa in una zona precedentemente individuata come residenziale, non
97

Il Comune di Parete potrebbe solo eventualmente decidere di adottare un atto di decadenza del

permesso di costruire perch unobbligatoriet del genere non esiste. Infatti nella sentenza n. 2915 del 18
Maggio 2012 del Consiglio di Stato, sez. IV, scritto che la pronuncia di decadenza del titolo edilizio
() ha una natura [meramente] ricognitiva, perch accerta [soltanto] il venir meno degli effetti del titolo
edilizio in conseguenza dellinerzia del titolare, ovvero della sopravvenienza di una nuova e diversa
strumentazione edilizia, e assume pertanto decorrenza ex tunc (). Inoltre, il T.A.R. del Lazio, sede di
Roma, sez. II-bis, colla sentenza n. 5370 del 28 Giugno 2005 ha aggiunto che se vi fosse lobbligatoriet
di emanare una disposizione amministrativa potrebbero crearsi delle () disparit di trattamento tra
situazioni che nella sostanza si presentano identiche ().
98

Ecco cosa appare stabilito nei commi 1, 2 e 4 dellart. 15 del Decreto del Presidente della Repubblica n.

380 del 2001. Comma 1: Nel permesso di costruire sono indicati i termini di inizio e di ultimazione dei
lavori.. Comma 2: Il termine per l'inizio dei lavori non pu essere superiore ad un anno dal rilascio del
titolo; quello di ultimazione, entro il quale l'opera deve essere completata, non pu superare tre anni
dall'inizio dei lavori. (). Comma 4: Il permesso decade con lentrata in vigore di contrastanti
previsioni urbanistiche, salvo che i lavori siano gi iniziati e vengano completati entro il termine di tre
anni dalla data di inizio..
168

avrebbe neppure la possibilit di ottenere una proroga se, nel frattempo, risultasse
approvato un nuovo piano urbanistico in grado di mutare la destinazione duso della
medesima area (ora divenuta industriale, ad esempio).
Sullargomento, un buon punto di riferimento la sentenza 19.101 del 2008 della
III sezione penale della Corte di Cassazione99.

17.2 Un onorevole atteggiamento dei privati che gi beneficiano


del permesso di costruzione, ma che ancora non hanno fatto avviare
i lavori di costruzione in quelle sezioni del territorio di Parete
eventualmente

contrastanti

con

una

successiva

pianificazione

urbanistica generale
Nel passato paragrafo stato scritto che il Comune di Parete potrebbe
trovarsi nelleventualit di adottare dei provvedimenti di decadenza di quei
99

() Secondo la ratio che governa l'istituto, () la proroga non pu essere pi accordata quando

siano sopravvenute previsioni urbanistiche incompatibili con l'intervento assentito. Nient'altro che
questo, infatti, il significato della succitata disposizione [il comma 4 dellart. 15 del DPR 380/2011]
(che - si ripete - di stretta interpretazione), secondo cui il permesso di costruire decade quando entra in
vigore una disciplina urbanistica contraria, a meno che i lavori siano stati gi iniziati e vengano
completati nel termine ordinario dei tre anni. In altre parole, il termine decadenziale non ammette
proroga quando il regime urbanistico sopravvenuto non consente pi la realizzazione dell'intervento.
Non pu quindi condividersi nella sua assolutezza quella giurisprudenza amministrativa secondo cui la
proroga della concessione edilizia non ancora scaduta non possiede una propria autonomia, ma
accessoria alla concessione originaria, con la conseguenza che l'autorit amministrativa non pu
denegarla a motivo della sopravvenienza di una disciplina urbanistica incompatibile (.).
Questa giurisprudenza infatti in insanabile contrasto con il tenore letterale della norma in esame.
Disattenderla non vuol dire negare la differenza antologica tra la proroga e il rinnovo della concessione,
essendo indubitabile che la proroga ha carattere accessorio, e perci, contrariamente al rinnovo, non
comporta nuovi oneri concessori e deve essere rilasciata con riferimento alla disciplina vigente al
momento in cui la concessione prorogata venne emanata. Significa invece, pi semplicemente, che
l'istituto della proroga non pi applicabile quando sia sopravvenuta una disciplina urbanistica
incompatibile con l'intervento assentito. In tal caso, infatti, l'interesse urbanistico considerato
prevalente rispetto all'interesse privato a portare a termine l'intervento, che non sia stato completato nel
termine triennale anche per causa indipendente dalla sua volont. ().

169

permessi di costruzione gi rilasciati in relazione a parti del tenimento comunale


confliggenti con una successiva destinazione urbanistica. Sullargomento, tuttavia,
possibile sostenere che nulla impedirebbe ai privati di agire ovvero non agire di
propria iniziativa.

Da un lato, infatti, i privati potrebbero inoltrare allautorit municipale una


domanda formale per far decadere (ovvero annullare) i rispettivi permessi di
costruzione. Dallaltro lato, poi, essi potrebbero anche soltanto limitarsi a non
avviare i lavori entro un anno dal momento del rilascio del titolo in modo da
provocarne una spontanea decadenza.

17.3 Cenni a proposito di quei piani di lottizzazione a scopo


prevalentemente residenziale (gi approvati e/o per i quali gi
stata stipulata la relativa convenzione) eventualmente contrastanti
con una successiva pianificazione urbanistica generale
I piani di lottizzazione vanno inquadrati come piani attuativi100, ossia come
una tipologia di pianificazione di una parte del territorio comunale che trae senso
concreto e validit formale dallo strumento urbanistico generale da cui discendono.

100

Per la Campania, stando a quello che chiunque pu desumere dagli schemi esemplificativi procedurali

pubblicati nel Manuale operativo del Regolamento 4 agosto 2011 n. 5 di attuazione della L.R. 16/2004 in
materia di Governo del territorio, limitatamente ai piani attuativi il procedimento di approvazione il
seguente.
In primo luogo, il proponente elabora il Piano Urbanistico Attuativo.
In secondo luogo, il proponente, se diverso dal Comune, trasmette il Pua allente locale che ne verifica la
compatibilit anzitutto rispetto alla pianificazione generale. Prima delladozione, inoltre, lo stesso ente
dovrebbe garantire pubblicit e partecipazione al procedimento a tutti i soggetti pubblici e privati.
In terzo luogo, la Giunta Comunale adotta il Pua che viene pubblicato sul Bollettino Ufficiale della
Regione Campania (Burc), nel sito web e nellalbo pretorio del Comune. Nel periodo immediatamente
successivo altres compito dellautorit civica offrire a chiunque la possibilit di presentare osservazioni
al piano attuativo.
In quarto luogo, il Comune invia il Pua, completo dei vari elaborati, allAmministrazione Provinciale di
appartenenza, la quale invitata a formulare proprie osservazioni entro 30 giorni.
170

In particolare, va osservato come i piani di lottizzazione rappresentino uno


strumento di pianificazione attuativa assai utile per consentire lespansione di un
centro abitato in zone fino a quel punto inedificate o edificate in percentuale assai
marginale.

Ci che contraddistingue i piani di lottizzazione la stipulazione di una


convenzione, la quale avviene comunemente dopo lapprovazione del medesimo
piano da parte dellautorit locale. Per lesattezza, tale convenzione, redatta in
forma scritta, lega formalmente i soggetti proprietari dei terreni interessati al tipo di
trasformazione e il Municipio e prevede (in linea generale) lesecuzione da parte dei
primi delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, destinate poi (dopo
collaudo) ad essere cedute al suddetto ente, nonch lallacciamento dellarea ai
pubblici servizi (acqua, elettricit e simili).

Sia i piani di lottizzazione (art. 16 comma 5 della Legge n. 1150 del 1942) sia
le relative convenzioni (art. 28, comma 5, punto 3 della medesima legge) non
possono prevedere una durata superiore ai 10 anni; le seconde, tuttavia, possono
anche interessare una fascia di tempo minore (art. 28 comma 9 della suddetta
legge), a seconda di quanto concordato dalle parti, comprensibilmente in funzione
dellentit dei lavori previsti. Di conseguenza, pacifico affermare che dovrebbe
costituire scopo dei soggetti coinvolti procedere ad una stipulazione della
convenzione poco tempo dopo lapprovazione del piano di lottizzazione da cui
discende.

La giurisprudenza, integrando col tempo le disposizioni degli articoli 16 e 28


della Legge n. 1150 del 1942, ha poi circoscritto in dieci anni il periodo massimo
entro il quale, dal momento dellapprovazione del piano di lottizzazione, vanno non
Entro ulteriori 45 giorni, la Giunta Comunale approva il Pua recependo eventualmente le possibili
osservazioni ricevute.
Il Pua approvato pubblicato contestualmente nel Burc e sul sito web dellamministrazione locale
procedente ed efficace dal giorno successivo alla sua pubblicazione nel suddetto Burc.
Il Pua comunemente corredato di Norme Tecniche di Attuazione; pu essere o meno assoggettato a
procedura di Valutazione Ambientale e Strategica; per esso, infine, pu essere previsto il rilascio di pareri
da parte di organi terzi competenti (Autorit di Bacino, ecc.) prima dellapprovazione.

171

solo completate le opere di urbanizzazione primaria, ma portata altres a termine la


realizzazione dei lotti. Ci in virt di unesigenza di certezza legata ad uneventuale
trasformazione territoriale in mancanza della quale il potere di pianificazione della
medesima amministrazione locale tenderebbe a essere inopportunamente ridotto101.

Stando cos le cose, a questo punto qualcuno potrebbe chiedersi se


unautorit comunale (come potrebbe essere quella di Parete) abbia modo
di tornare indietro da un piano di lottizzazione a scopo prevalentemente
101

Sul tema, si richiamano qui alcuni stralci dellimportante sentenza n. 2045 del 6 Aprile 2012 emessa

dalla IV sezione del Consiglio di Stato. () La giurisprudenza di questa Sezione ha da tempo affermato
(), proprio in relazione allobiezione che il termine decennale di efficacia dei piani particolareggiati
non potrebbe essere applicato in via di analogia alle lottizzazioni, () quanto segue:

la legge urbanistica [Legge n. 1150 del 17 Agosto 1942] stabilisce espressamente la durata degli
altri strumenti urbanistici che disciplina: di quelli generali (il piano territoriale di
coordinamento ed il piano regolatore generale, in vigore a tempo indeterminato ex artt. 6 e 11
della LUN) e del piano particolareggiato, avente la durata di dieci anni per espressa previsione
dellart. 17 della stessa LUN;

la durata massima dei piani di lottizzazione, se ad essi non fosse applicabile il termine decennale
di efficacia dei piani particolareggiati, sarebbe quella, indeterminata, degli strumenti urbanistici
generali, invece di quella decennale dello strumento urbanistico attuativo: il che costituirebbe di
per s motivo di incoerenza;

non giova, inoltre, rilevare che lart. 28 della LUN, come modificato dallart. 8 della L. 6 agosto
1967 n. 765, preveda un termine decennale soltanto per lesecuzione delle opere di
urbanizzazione e non per ledificazione dei singoli lotti, tenuto conto che la fissazione di un
termine risponde ad un preminente interesse pubblico, non soltanto per lesecuzione delle opere
di urbanizzazione, ma anche per ledificazione dei lotti;

il disegno di fissazione di un termine di decadenza per le licenze prima, poi per le concessioni
edilizie e poi, ancora, per i permessi di costruire, diretto ad assicurare leffettivit e lattualit
delle nuove previsioni urbanistiche, sarebbe incompleto alla fonte se, prima del rilascio del titolo
abilitativo, le lottizzazioni convenzionate avessero lefficacia di condizionare a tempo
indeterminato, con laffidamento dei suoi titolari, la pianificazione urbanistica futura.

N pu farsi questione che detto affidamento (del lottizzante) comporti lintangibilit della destinazione
urbanistica impressa con il PdL convenzionato poich, come ha ancora chiarito la citata giurisprudenza:

lultrattivit di detto affidamento, oltre il termine di scadenza del PdL stesso, sarebbe incoerente
con la finalit di fissazione di un termine di efficacia degli strumenti urbanistici attuativi, il quale
(termine) attiene alleffettivit delle nuove previsioni urbanistiche; ().
172

residenziale approvato e/o da una convenzione gi stipulata nel caso in


cui sia successivamente approvato un piano urbanistico generale che
prevede, per talune sezioni, una destinazione duso confliggente con quella
precedentemente stabilita.
Ebbene, a parere del sottoscritto, si ritengono possibili entrambe le
opzioni.

In

primo

luogo,

lorientamento

giurisprudenziale

afferma

che

unAmministrazione Comunale, dopo aver approvato un piano di lottizzazione, ha


sempre la possibilit di rivedere i propri intenti pianificatori su una medesima area
fino a prendere la decisione di non stipulare pi la relativa convenzione, anche se
ci significasse porsi in contrasto colle intenzioni dei soggetti privati di turno.
Questo perch si sostiene la natura meramente programmatoria del piano di
lottizzazione, che , di per s, inidoneo a far sorgere in capo ai privati aspettative
giuridicamente qualificate (sentenza n. 31 del 12 Gennaio 2011 emessa dal
T.A.R. della Calabria, sede di Catanzaro, sez. I).
In buona sostanza, e magari con parole che farebbero impallidire ogni esperto di
materia giuridica, lapprovazione del piano di lottizzazione andrebbe sempre
perfezionata colla stipulazione della convenzione, senza la quale le attese dei privati
sarebbero ancora irrilevanti dal punto di vista formale102.

In secondo luogo, per quanto concerne i piani di lottizzazione approvati e


formalmente convenzionati per i quali lautorit comunale non ha ancora rilasciato il
permesso
prevalente

di

costruire,

abbia

va

precisato

riconosciuto

agli

come
enti

lorientamento

locali

la

giurisprudenziale

possibilit

di

recedere

unilateralmente e implicitamente da ogni stipulazione siglata laddove le superfici


coinvolte siano state oggetto di un mutamento della destinazione duso collentrata
in vigore di un nuovo Piano Urbanistico

102

103

In aggiunta, va anche scritto che, mancando la stipulazione della convenzione, non esiste n un

obbligo giuridico n una necessit pratica di motivazione da parte del Comune. A riguardo, viene pure in
soccorso il comma 2 dellart. 3 della Legge n. 241 del 1990 dove appare stabilito: La motivazione non
richiesta per gli atti normativi e per quelli a contenuto generale..
103

Nella sentenza del TAR Lombardia-Milano, sez. II, n. 2882 del 7 Luglio 2008 possibile leggere:

() La giurisprudenza prevalente attribuisce al piano regolatore sopravvenuto contrastante con la


convenzione di lottizzazione natura di provvedimento di secondo grado, con cui l'amministrazione
173

Difatti, va ancora una volta sottolineato che la validit decennale di questo tipo di
piano attuativo vale nellambito dello strumento urbanistico generale a cui rimanda
e del quale rappresenta solo una costola, tanto per intendersi. Quindi, se nel
frattempo venisse approvato un altro piano generale e il singolo piano di
lottizzazione fosse ancora privo del permesso di costruire, tale progetto di turno
non potrebbe tradursi in realt, a maggior ragione se la nuova destinazione duso
andasse in direzione contraria da quella edificatoria. Insomma qualsiasi permesso di
costruire ipoteticamente rilasciato in seguito sarebbe illegittimo trascinando con s
lopera.

Attenzione, per. Il suddetto orientamento giurisprudenziale prevalente ha


ribadito pure che la decisione dellente locale di mutare la precedente destinazione
duso di unarea a lottizzazione convenzionata andrebbe espressamente motivata
anche raffrontando linteresse pubblico al nuovo assetto colla situazione soggettiva
del proprietario104. In poche parole, lente locale avrebbe la possibilit fattiva di
recedere a patto di dimostrare la superiorit del citato interesse pubblico rispetto
alle aspettative del privato.
Va rapidamente scritto che per interesse pubblico sintende il perseguimento del
miglioramento delle condizioni esistenziali di una collettivit e di ogni singola
persona che ne fa parte. Quindi, in maniera forse impropria per qualcuno, ci
implica che ogni individuo pu stare meglio costruendogli una determinata opera,
ma anche abbattendo laddove fosse necessario.

manifesta, anche non esplicitamente, l'intenzione di recedere dalla precedente convenzione di


lottizzazione ().
104

Lespressione virgolettata tratta dalla sentenza TAR Lombardia n. 2882/2012. Sul tema, poi, va

assolutamente puntualizzato come la giurisprudenza prevalente faccia riferimento alla necessit di fornire
una motivazione e non ad un obbligo vero e proprio. In particolare, il Consiglio di Stato, sez. VI, colla
decisione n. 173 del 14 Gennaio 2002 ribadisce che: non [si] ignora il consolidato insegnamento
giurisprudenziale a tenore del quale il Comune, nellesercizio della facolt latamente discrezionale di
modifica delle precedenti previsioni urbanistiche, non tenuto ad una specifica ed analitica motivazione
a corredo delle scelte innovative relative alle singole zone (). [Occorre] tuttavia rammentare che,
secondo il medesimo insegnamento pretorio, il principio della non necessit di una specifica motivazione
incontra una deroga, [quando] lesercizio dello jus variandi vada ad incidere in senso sacrificativo su
aspettative assistite da una peculiare tutela o da uno speciale affidamento, quali quelle derivanti da un
piano di lottizzazione debitamente approvato e convenzionato (...).
174

Ad esempio, linteresse pubblico a bloccare una lottizzazione convenzionata ancora


priva del permesso di costruire in una zona che ha per riferimento solo una stretta
stradina sostanzialmente a senso unico di marcia, di grande utilit per il movimento
dauto e moto a livello locale/extralocale, nonch evocante la civilt contadina,
potrebbe

essere

dimostrato

dallesigenza

di

salvaguardare

questa

triplice

caratteristica, qualora laspettativa privata non si traducesse altro che in un


aumento a dismisura del traffico veicolare e perfino in una cancellazione del profilo
storico dellarteria, a maggior ragione se questultima fosse fatta oggetto di
allargamenti.

Comunque, laddove il richiamo allorientamento giurisprudenziale prevalente


risultasse eccessivo, pu essere menzionata quellampia parte della dottrina e della
giurisprudenza che associa le convenzioni gi stipulate dei piani di lottizzazione ad
accordi sostitutivi del provvedimento amministrativo e che, per sopravvenuti
motivi di pubblico interesse, giustifica la possibilit dellente locale di recedere
unilateralmente da tale accordo, in virt di quanto si desume dal comma 4 dellart.
11 della Legge n. 241 del 1990.
Va tuttavia precisato come questultima norma faccia anche riferimento a
uneventuale obbligo della pubblica amministrazione a indennizzare il privato (in
capo al quale, colla convenzione stipulata, sorgerebbero ora s delle aspettative
formalmente riconosciute), ma in solo riferimento al c.d. danno emergente105.
105

Il comma 4 dellart. 11 della Legge n. 241 del 1990 recita testualmente: Per sopravvenuti motivi di

pubblico interesse lamministrazione recede unilateralmente dallaccordo, salvo lobbligo di provvedere


alla liquidazione di un indennizzo in relazione agli eventuali pregiudizi verificatisi in danno del privato..
Che lindennizzo debba corrispondere al danno emergente una possibilit esplicitamente ipotizzata in
dottrina (ossia di ragionamento teorico elaborato dagli esperti di diritto), dove il recesso unilaterale
della Pubblica Amministrazione associato al provvedimento di revoca di cui allart. 21-quinquies della
citata Legge del 1990; sullargomento: avv. Giuseppe Bergonzini, Gli accordi integrativi e sostitutivi di
provvedimento amministrativo.
In ultimo, approfittando delloccasione, si richiama proprio lart. 21-quinquies della Legge n. 240/1990;
comma 1: Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse ovvero nel caso di mutamento della situazione
di fatto non prevedibile al momento dell'adozione del provvedimento o, salvo che per i provvedimenti di
autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici, di nuova valutazione dell'interesse pubblico
originario, il provvedimento amministrativo ad efficacia durevole pu essere revocato da parte
dell'organo che lo ha emanato ovvero da altro organo previsto dalla legge. La revoca determina la
inidoneit del provvedimento revocato a produrre ulteriori effetti. (); comma 1-bis: Ove la revoca di
175

In maniera spiccia, si pu descrivere la nozione di danno emergente come


collegata ad una diminuzione patrimoniale del soggetto coinvolto. Quindi, ad
esempio, il danno emergente legato a una sopravvenuta impossibilit di edificare
potrebbe consistere in una mancata valorizzazione del possesso di un determinato
pezzo di terreno.

Di certo, se valesse in tutto e per tutto lassociazione delle convenzioni di


lottizzazione

gi

stipulate

agli

accordi

sostitutivi

del

provvedimento

amministrativo, non sarebbe da trascurare leventuale incidenza degli indennizzi


che dovrebbe corrispondere un ente locale, a maggior ragione se fossero
complessivamente di forte entit. Di conseguenza, in alternativa allipotesi di
recesso unilaterale di marca municipale, il sottoscritto ritiene possibile che
anche i privati coi terreni coinvolti possano fare un passo indietro prima di
stipulare una convenzione di lottizzazione a scopo prevalentemente
residenziale o addirittura dopo aver messo in calce la propria firma).

Da un lato, il privato potrebbe presentare domanda di revoca o di


annullamento da parte dellente municipale di un piano di lottizzazione gi
approvato che lo vede coinvolto, ma per il quale non stata ancora stipulata la
relativa convenzione106.
un atto amministrativo ad efficacia durevole o istantanea incida su rapporti negoziali, l'indennizzo
liquidato dall'amministrazione agli interessati parametrato al solo danno emergente e tiene conto sia
dell'eventuale conoscenza o conoscibilit da parte dei contraenti della contrariet dell'atto amministrativo
oggetto di revoca all'interesse pubblico, sia dell'eventuale concorso dei contraenti o di altri soggetti
all'erronea valutazione della compatibilit di tale atto con l'interesse pubblico..
106

unipotesi gi attualmente individuata in sede di dottrina. A riguardo, si cita a mo di esempio il

commento dellavv. Alessandro Del Dotto alla decisione n. 3217 del 21 Maggio 2010 del Consiglio di
Stato, sezione V: () La convenzione deve essere considerata, infatti, come un atto () nel quale
l'incontro delle volont trova formalizzazione. Da un lato, infatti, c' la volont dei privati che, dopo aver
chiesto e ottenuto l'approvazione del piano, potrebbero avere interesse a procedere nel successivo
passaggio della convenzione per, poi, procedere alla realizzazione dell'intervento con i dovuti e necessari
titoli edilizi. Dall'altro lato, contestualmente, c' la volont dell'amministrazione, espressa con
l'approvazione della proposta di piano di lottizzazione, cos come proposta in sede di esercizio della
iniziativa privata. (). Perci () potrebbe essere interesse dei privati non pi interessati (che hanno
mutato volont rispetto alla originaria proposta di lottizzazione) provvedere a inoltrate domanda di
revoca (ovvero annullamento) del piano di lottizzazione ()..
176

Dallaltro lato, il privato avrebbe pur sempre la possibilit, dietro richiesta formale,
di rinunziare alla convenzione di lottizzazione anche dopo averla sottoscritta. La
natura pattizia dellatto convenzionato, difatti, consente a tutte le parti coinvolte di
poterne venire meno laddove scemi la volont edificatoria, e non soltanto allente
pubblico in virt della potest esercitata sul territorio di pertinenza.
opinione dellautore, in particolare, che a queste due soluzioni si possa giungere
specie nel caso di una lottizzazione promossa da privati, i quali avrebbero piena
legittimit a fare un passo indietro dopo averne fatto uno in avanti107.

In un contesto come quello di Parete, contrassegnato da una sostanziale


saturazione della parte comunale a est e dalla minaccia di un massiccio inopportuno
consumo di suolo vergine a occidente, sarebbe certamente inteso come gesto di
grande nobilt e di altissimo senso civico, la rinuncia di un privato a dare seguito a
un piano di lottizzazione a scopo prevalentemente residenziale gi approvato e/o
stipulato. Ovviamente se ci riguardasse terreni per i quali il sottoscritto ha di volta
in volta umilmente proposto delle soluzioni alternative, come ad esempio, la
destinazione agricola.

Insomma, dalla lettura degli orientamenti giurisprudenziali, delle posizioni


delle dottrina giuridica e delle norme vigenti una cosa sembra essere certa: il
contenuto delle convenzioni di lottizzazione non immodificabile per le eternit
delle eternit n tantomeno appare illogica la possibilit di una loro modifica e di
una loro revoca che, al verificarsi di talune condizioni (alcune delle quali si cercato
di menzionare), pu essere riconducibile alla volont dellamministrazione comunale
ovvero del privato.

A margine, malgrado una non diretta attinenza colloggetto del corrente


paragrafo, si desidera dare qualche altro velocissimo accenno.

In primis, si ritiene che le considerazioni di sopra possano anche valere per


quei piani di lottizzazione ad iniziativa privata ricadenti in aree a destinazione
artigianale-industriale, tipicamente individuate colla lettera D nellambito delle
pianificazioni urbanistiche comunali.
107

In aggiunta alle due ipotesi, se ne pu aggiungere una terza che vedrebbe i privati non avviare mai le

opere di edificazione per tutti e dieci gli anni generalmente concessi a loro dalla convenzione lottizzata.
177

In secundis, si ritiene che quanto qui umilmente evocato possa valere anche in
riferimento alle aree P.I.P. (Piano di Insediamento Produttivo), generalmente
associate alle zone D di una pianificazione generale comunale e contraddistinte
anchesse da una durata decennale del relativo piano di attuazione dal momento
dellapprovazione da parte dellAmministrazione locale di turno (comma 3 dellart.
27 della Legge 22 Ottobre 1971, n. 865). Difatti anche in questo caso vi la
stipulazione di una convenzione fra Comune e privato, con questultimo che pu
giungere ad accollarsi gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria onde
stabilirsi direttamente ovvero, in seguito allaggiudicazione di unapposita selezione
pubblica, per far approdare altre ditte.

In tertiis, si ritiene che quanto qui umilmente esposto possa valere anche in
riferimento

alle

aree

P.E.E.P.

(Piano

di

Edilizia

Economica

Popolare),

generalmente associabili alle zone C di una pianificazione generale comunale e


contraddistinte da una durata di ben 18 anni del relativo piano di attuazione dal
momento dellapprovazione da parte dellAmministrazione locale di turno (comma 1
dellart. 9 della Legge n. 167 del 18 Aprile 1962). Difatti anche in questo caso vi
la presenza di una convenzione stipulata fra soggetti pubblico e privato, con
questultimo che pu giungere ad accollarsi gli oneri di urbanizzazione primaria e
secondaria onde stabilirsi direttamente ovvero, in seguito allaggiudicazione di
unapposita selezione pubblica, per far approdare altri individui.

17.4 La necessit di ricorrere a meccanismi giuridici ancora pi


complessi con inclusa lespropriazione per pubblica utilit
Malgrado quanto osservato nei tre precedenti paragrafi, pacifico affermare
che lazione di riordino urbanistico di Parete nelle altre sei zone individuate dal
sottoscritto (concentrazione di attivit supportanti lagricoltura a oriente della
Circumvallazione; concentrazione di unit di servizi nellestremo nord di via
Bologna; le due zone agricole a est e a ovest di Parete; orti urbani lungo via della
Repubblica; sezioni per allestimenti temporanei di carattere emergenziale o meno)
non potrebbe, in realt, poggiare soltanto su un nuovo PUC e sulle correlate Norme
Tecniche di Attuazione. Difatti, leventualit di ricorrere anche a delle fattive
178

riconversioni fondiarie (abbattimenti di stabili privati, anzitutto) potrebbe


spingere la locale Amministrazione a utilizzare un meccanismo relativamente
pi complesso e composto, in buona sostanza, dal Piano Urbanistico
Comunale, dal procedimento di espropriazione per pubblica utilit e dai
singoli Piani Attuativi.

Ci si prova ora a chiarire, ricordando che il procedimento espropriativo


disciplinato dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001, e
successive modificazioni e integrazioni.

Anche stavolta tutto partirebbe dallapprovazione di un nuovo PUC. Nellottica


espropriativa, per, tale atto varrebbe anche come apposizione del vincolo
preordinato allespropriazione108, ossia come primo passo formale a cui si potrebbe
ricorrere per una fattiva riconversione fondiaria.

In linea generale, leffetto pratico del vincolo preordinato allespropriazione sta


nellimpedire al possessore del fondo la realizzazione di ogni opera che possa essere
in contrasto colla novella destinazione duso. Ad esempio, se fosse pianificata una
localizzazione di industrie altamente tossiche, di certo non sarebbe ammissibile la
costruzione di una palazzina residenziale.

Cosa potrebbe significare, nel caso di Parete, lapposizione di un vincolo


preordinato allespropriazione? Che le opere edilizie gi esistenti e complete non
potrebbero conoscere qualsiasi ulteriore lavoro di incremento volumetrico se
ricadenti in una zona con destinazione duso novella (ad esempio, agricola).

A questo punto, entro 5 anni dallapprovazione del nuovo strumento


urbanistico generale e, quindi, dallinizio dellefficacia del vincolo preordinato
espropriativo (comma 2, articolo 9, DPR n. 327 del 2001), il secondo passo

108

Nel comma 1 dellart. 9 del DPR n. 327 del 2001 scritto: Un bene sottoposto al vincolo

preordinato all'esproprio quando diventa efficace l'atto di approvazione del piano urbanistico generale,
ovvero una sua variante, che prevede la realizzazione di un'opera pubblica o di pubblica utilit..
179

consisterebbe

nellapprovazione

di

un

singolo

Piano

Attuativo,

premessa

indispensabile per la dichiarazione di pubblica utilit109.


Limportanza

del

singolo

Piano

Attuativo,

nellottica

espropriativa,

non

va

sottovalutata, data la peculiarit di individuare con esattezza le zone di intervento,


cosa che, nel caso paretano, essenziale per circoscrivere i punti oggetto di
riconversione fondiaria.
I commi 3 e 4 dellarticolo 13 del DPR 327/2001, in particolare, stabiliscono che il
periodo di efficacia della dichiarazione di pubblica utilit di 5 anni, salvo termine
minore stabilito dallautorit espropriante110 che, ovviamente, nello specifico non
potrebbe non corrispondere allAmministrazione Comunale di Parete.

Senza volere ulteriormente annoiare il lettore, va osservato che entro il


periodo di efficacia della dichiarazione di pubblica utilit andrebbe calcolata
lindennit (provvisoria) a carico del soggetto espropriato e, soprattutto, dovrebbe
essere emanato il decreto di esproprio. Questultimo, in particolare, darebbe il via
libera allimmissione in possesso dellimmobile di turno da parte del soggetto
espropriante111 e, quindi, nel caso paretano, darebbe finalmente il via libera a
109

Lettere a) e b) del comma 1 dellart. 12 del DPR n. 327 del 2001: La dichiarazione di pubblica utilit

si intende disposta: a) quando l'autorit espropriante approva a tale fine il progetto definitivo dell'opera
pubblica o di pubblica utilit, ovvero quando sono approvati il piano particolareggiato, il piano di
lottizzazione, il piano di recupero, il piano di ricostruzione, il piano delle aree da destinare a insediamenti
produttivi, ovvero quando approvato il piano di zona; b) in ogni caso, quando in base alla normativa
vigente equivale a dichiarazione di pubblica utilit l'approvazione di uno strumento urbanistico, anche di
settore o attuativo, la definizione di una conferenza di servizi o il perfezionamento di un accordo di
programma, ovvero il rilascio di una concessione, di una autorizzazione o di un atto avente effetti
equivalenti..
110

Art. 13 del DPR 327/2001. Comma 3: Nel provvedimento che comporta la dichiarazione di pubblica

utilit dell'opera pu essere stabilito il termine entro il quale il decreto di esproprio va emanato.. Comma
4: Se manca l'espressa determinazione del termine di cui al comma 3, il decreto di esproprio pu essere
emanato entro il termine di cinque anni, decorrente dalla data in cui diventa efficace l'atto che dichiara la
pubblica utilit dell'opera..
111

A questo punto, per, prima di passare per davvero allazione di riconversione fondiaria, a

modestissimo avviso del sottoscritto, potrebbe divenire necessaria financo lapprovazione di un progetto
esecutivo dellopera, ipoteticamente da realizzarsi sia nel caso di ripristino del suolo agricolo
(associabile a un risanamento ambientale) sia nel caso in cui labbattimento miri a un livellamento del
terreno propedeutico linsediamento non residenziale ed extragricolo.
180

quegli abbattimenti di stabili privati e a quelle riconversioni fondiarie che il


sottoscritto ritiene necessari112.
112

Mettendo da parte lindennit espropriativa, inoltre probabile, a detta umilissima dello scrivente, che

una o pi riconversioni fondiarie (abbattimenti e/o rimozioni degli strati impermeabilizzati) debbano
essere esplicitamente previste pure allinterno di un Piano Triennale delle Opere Pubbliche redatto dai
Comuni. Questultimo, per lesattezza, annovera obbligatoriamente al suo interno ogni lavoro di importo
superiore ai 100.000 Euro, al quale va associata la finalit, la/e fonte/i di finanziamento e i tempi supposti
per lultimazione.
Collegato al Piano Triennale, vi lElenco Annuale, documento nel quale sono incluse quelle opere che
lente locale intende realizzare nel corso del primo anno di riferimento dei tre. A ciascun lavoro, in
entrambi gli Elaborati, risulta aggregato anche un numero indicante il livello di priorit attribuita, che pu
essere massima (1), media (2) o minima (3).
Per inserire le opere nellElenco Annuale, in particolare, necessario come minimo uno studio di
fattibilit approvato per quelle di importo inferiore a 1.000.000 di Euro, ovvero un progetto preliminare
approvato per quelle di importo pari o superiore a tale cifra. Indipendentemente dalla somma, tuttavia,
possibile aggiungere nellElenco anche un singolo lotto (sezione, cio) purch sia stato elaborato il
progetto preliminare e siano state calcolate le somme necessarie per lintero lavoro di appartenenza.
Ora, tenendo conto che lazione espropriativa presentata nel paragrafo 17.4 dovrebbe volgere alla
concretizzazione solo dopo lapprovazione di uno o diversi Piani Attuativi (associabili susa questo
termine chiedendo scusa agli esperti di Diritto al progetto definitivo di unopera pubblica), evidente
che, da un punto di vista strettamente formale, limmissione nel Piano Triennale e nel Piano Annuale di
una o pi riconversioni fondiarie non dovrebbe far precipitare questultime in una sorta di girone dantesco
dagli esiti imprevedibili, a maggior ragione se gli stanziamenti fossero gi usabili o di facile accesso.
Attenzione, per. Una o pi riconversioni fondiarie potrebbero divenire realt anche senza limmissione
nellElenco Annuale, ma solo sulla base di un piano finanziario a s stante oppure di eventuali risorse
resesi disponibili nellambito del medesimo Elenco in seguito a ribassi dasta o a qualsivoglia risparmio.
A dispetto del nome, il Piano Triennale delle Opere Pubbliche non viene redatto e approvato ogni
trentasei mesi, bens ogni anno. In maniera spiccia, quindi, ogni Piano fa riferimento a trienni che vanno a
scalare ogni volta in avanti di un anno; ad esempio, il Piano approntato nel 2015 abbraccia il periodo
2016-2017-2018, mentre quello stillato nel 2016 riguarda la fase 2017-2018-2019. Di conseguenza,
lElenco Annuale preparato nel 2015 considera il 2016, e quello steso nel 2016 mira al 2017.
In unottica prettamente procedurale, bisogna accennare che gli schemi di Piano Triennale e di Elenco
Annuale vengono redatti dal personale preposto entro il 30 settembre di ciascun anno; essi sono adottati
dalla Giunta Comunale entro il 15 ottobre; nei 60 giorni successivi sono poi pubblicati nellalbo pretorio
e, infine, giungono allapprovazione da parte del Consiglio Comunale in sede di Bilancio di Previsione
(cio del documento contabile che a sua volta prevede tutte le entrate e le uscite finanziarie di un Comune
per lesercizio finanziario futuro).
181

17.4-bis Cenni aggiuntivi legati allespropriazione per pubblica


utilit
Approfittando

delloccasione, si prova

a fornire

qualche

elemento

per

soddisfare leventuale curiosit del lettore circa lindennit a cui ha diritto ogni
soggetto espropriato del suo bene.

Il comma 1 dellart. 38 del citato Decreto n. 327 del 2001 stabilisce che
lindennit di una costruzione legittimamente edificata calcolata partendo da un
valore di mercato oggettivamente individuato tramite stima, in modo da attutire
leventuale impatto economico della perdita.
Il comma 2 del medesimo art. 38, invece, afferma che per il fabbricato realizzato
abusivamente spetta unindennit pari allarea di sedime, la quale, in maniera forse
grossolana agli occhi di qualcuno, corrisponde alla semplice proiezione a terra.
Peraltro lo stesso comma stabilisce che, in caso di manufatto parzialmente abusivo,
lindennit pari al valore della sola parte eretta legalmente.
In

linea

generale,

va

altres sottolineato

che

un espropriato

che

accetta

immediatamente lofferta dellespropriante ha diritto ad una maggiorazione del 10%


sul valore venale del bene113.
Inoltre, stando a quello che si legge nel comma 3 dellart. 26 del summenzionato
D.P.R., nel caso in cui limmobile sia gravato da ipoteca (tipica situazione del
mutuo), al proprietario viene data la possibilit di ricevere lindennizzo a condizione
di essere autorizzato in forma scritta dal titolare del diritto di ipoteca (ad esempio,
una banca).

Lautore ritiene che, su quanto osservato fino a questo punto della nota, dei punti di riferimento normativi
siano anzitutto il Decreto Legislativo n. 163 del 2006 (art. 128) e il Decreto del Presidente della
Repubblica n. 207 del 2010 (art. 13).
Infine, dato che il lettore pu apparire confuso rispetto alla tabella di marcia di una qualsiasi
progettazione in campo edilizio, si afferma che, grosso modo, essa la seguente: studio di fattibilit
(valutazione iniziale in linea di massima), progetto preliminare (primo approccio specifico), progetto
definitivo (planimetrie e studi dettagliati) e progetto esecutivo (antecedente linizio dei lavori).
113

La possibilit esplicitamente prevista nel comma 2 dellart. 37 del DPR 327/2001.


182

17.5

Il

recupero

di

suolo

per

uso

agricolo:

chiarimento

sulleventualit o meno di approvare un Piano Attuativo nellambito


della procedura espropriativa
Nel paragrafo 17.4, anche in riferimento alle due zone agricole a est e a ovest
di Parete (cos come proposte dallautore nei capitoli 12 e 13), stato osservato
che il procedimento espropriativo dovrebbe passare per lapprovazione pure di un
singolo Piano Attuativo da parte dellAmministrazione Municipale. Ebbene, su
uneventualit del genere, allo scopo di facilitare la comprensione altrui, si desidera
accennare a due scenari generalissimi a mo di esempio.

Se lo stabile in questione rappresentasse uninopportuna impermeabilizzazione


perch occupa una posizione isolatissima in aperta campagna, a umile parere del
sottoscritto, potrebbe bastare, nel periodo entro il quale va formalizzata la
dichiarazione di pubblica utilit, lapprovazione di un progetto definitivo di
riconversione fondiaria senza ricorrere a un Piano Attuativo in virt di quanto
appare stabilito nella lettera a) comma 1 dellart. 12 del citato DPR n. 327 dellanno
Duemilauno114.

Se limpermeabilizzazione consistesse, invece, in una serie di edifici siti luno


accanto allaltro (o soltanto separati da una breve distanza), a modesto avviso
dellautore, la soluzione migliore potrebbe rimanere quella del Piano Attuativo, a
maggior ragione se prevalesse la volont di non accorpare larea sotto ununica
gestione o propriet agricola, ma di procedere per una diverso frazionamento delle
estensioni (in termini di ulteriore sminuzzamento o di accorpamento)115.
114

Per la lettura dellaccennato dispositivo giuridico si rimanda alla nota 105. Passando oltre, il

sottoscritto giunge ad ipotizzare che il ricorso ad una soluzione del genere potrebbe addirittura essere
valutato anche quando labbattimento e/o il pi generale ripristino del suolo agricolo riguardasse diversi
edifici ubicati luno accanto allaltro in area campestre, ma sussistesse nel contempo la necessit di agire
un passo alla volta.
115

Il paragrafo 17.5 stato redatto pensando solo alle due zone agricole. Ci malgrado, lautore non si

sente di escludere del tutto unestensione delle considerazioni contenute in esso anche rispetto ai
paventati orti urbani lungo via della Repubblica e alle auspicabili sezioni per allestimenti temporanei di
carattere emergenziale e non (capitolo 14 del corrente Tomo I).
183

17.6 Il procedimento espropriativo innanzi a opere edilizie


concretamente avviate
Amor

di

eventualmente

verit

spinge

coinvolgente

a
le

scrivere
altre

sei

che

il

zone

procedimento
individuate

dal

espropriativo
sottoscritto

(concentrazioni; zone agricole a est e a ovest di Parete; orti urbani; sezioni per
allestimenti temporanei) potrebbe trovare forti ostacoli per quelle opere edilizie
concretamente avviate (poich perfettamente a regime coi termini di validit, inizio
e/o termine dei lavori) in virt dei rilasci dei permessi di costruzione derivanti da
uno strumento urbanistico generale precedente quello novello.

A riguardo, le soluzioni per rimediare e a disposizione di un ente comunale


potrebbero essere quattro.

La prima verterebbe su un blocco fattivo delle opere edilizie concretamente


in corso a seguito dellapprovazione di un nuovo Piano Urbanistico Comunale che
per i punti interessati prevedrebbe una destinazione duso differente.
Ci malgrado, una strategia del genere potrebbe presentarsi come particolarmente
forzata, se non addirittura irrealistica.

La seconda soluzione consisterebbe sempre nellapprovazione di un nuovo PUC


in grado di stabilire un cambio di destinazione duso per tutta una serie di punti.
Eppure, le opere edilizie divenute eventualmente confliggenti col successivo regime
urbanistico (ad esempio, case in zona stabilita come agricola) potrebbero
comunque andare avanti fino alla scadenza dei termini indicati nel permesso
originario, ma senza alcuna possibilit di proroga in caso di mancata conclusione.
A umile parere del sottoscritto, per, un particolare difetto di una strategia del
genere deriverebbe da una contraddizione concettuale fra lapposizione del vincolo
preordinato al momento dellapprovazione del PUC (la quale si contraddistingue per
una forza inibitrice) e la continuazione delle costruzioni.

La terza soluzione sarebbe solo allapparenza cervellotica. In pratica, un nuovo


Piano Urbanistico Comunale confermerebbe, almeno in linea di partenza, la
184

destinazione fondiaria limitatamente ai punti dove starebbero proseguendo le varie


opere edilizie.
Poco prima della scadenza del termine formale di conclusione della costruzione (in
genere 3 anni dalla data di avvio dei lavori), per, lAmministrazione Comunale di
Parete dovrebbe approvare una variante (o pi varianti) al Piano Urbanistico
Comunale116;

tale

atto,

infatti,

avrebbe

valore

di apposizione del vincolo

preordinato espropriativo e consentirebbe di dare vita al relativo procedimento


secondo quanto accennato nei paragrafi 17.4 e 17.4-bis.

Esisterebbe poi una quarta soluzione, che si rifarebbe alla procedura


ulteriormente semplificata descritta nellarticolo 19 del DPR n. 327 del 2001
secondo il quale lapprovazione del progetto definitivo di unopera espropriativa
costituisce essa stessa variante urbanistica facendo scattare il gi citato vincolo
preordinato117.

La differenza fra gli articoli 9 e 19, in buona sostanza, sarebbe in questo:


mentre nel primo caso la variante efficace in misura precedente lapprovazione
del progetto definitivo dellopera, nel secondo caso la variante risulta approvata
contemporaneamente al progetto definitivo regalando allautorit espropriante pi
tempo per portare a termine il proprio cimento.

Il mutamento di destinazione duso sopraggiunto collapprovazione della


variante (III soluzione) o del progetto definitivo (IV soluzione) inibirebbe la
possibilit di concedere delle proroghe agli interessati, cristallizzando finalmente la
situazione e dando (sempre a parere del sottoscritto!) una maggiore stabilit
formale alla procedura espropriativa118.

116

Va citato ancora una volta il comma 1 dellart. 9 del DPR 327/2001: Un bene sottoposto al vincolo

preordinato all'esproprio quando diventa efficace l'atto di approvazione del piano urbanistico generale,
ovvero una sua variante, che prevede la realizzazione di un'opera pubblica o di pubblica utilit..
117

Nel comma 2 dellart. 19 del DPR n. 327 del 2001: appare scritto: L'approvazione del progetto

preliminare o definitivo da parte del consiglio comunale, costituisce adozione della variante allo
strumento urbanistico..
118

Nel paragrafo 17.6 stata richiamata pi volte la variante a un piano urbanistico vigente. Essa va

intesa come una modifica (parziale o generale) allassetto planimetrico di un Comune ovvero alle Norme
Tecniche di Attuazione. Per la Campania, stando a quello che chiunque pu desumere dagli schemi
185

17.7 Due ipotesi, una espropriativa e laltra non espropriativa,


per il terreno dove ora sorge la nuova chiesa della Madonnella
Nel paragrafo 14.1 di questo Tomo I della trattazione sul territorio di Parete, il
sottoscritto ha ipotizzato labbattimento della recentissima chiesa della Madonnella
nellottica di una riconversione fondiaria della sezione omogenea in cui stata fatta
rientrare (orti urbani). A riguardo, per, va adesso precisato che il comma 4
dellart. 4 del DPR n. 327 del 2001 presuppone lesistenza di gravi motivi e
ladozione di accordi collautorit cattolica di turno onde poter procedere anzitutto
collespropriazione per pubblica utilit da parte dellAmministrazione Municipale.

Come si potrebbe agire, allora? Partendo dalla premessa che una chiesa in
pi rappresenta un inutile caso di urbanizzazione nellambito di un tenimento locale
gi dotato di luoghi di preghiera cattolici anche molto ampi (parrocchie San Pietro
Apostolo e SS. Trinit, a cui vanno aggiunte le cappelle dellAddolorata, di Santa
Caterina e di San Filippo) e gi abbondantemente esposto a fenomeni di consumo
di suolo vergine, lautore non riesce che a immaginare due scenari alternativi.

Il primo verterebbe sullespropriazione propriamente intesa a vantaggio del


Comune di Parete, labbattimento e la riconversione a suolo agricolo, cio a orto.

esemplificativi procedurali pubblicati nel Manuale operativo del Regolamento 4 agosto 2011 n. 5 di
attuazione della L.R. 16/2004 in materia di Governo del territorio, il procedimento di approvazione della
Variante al Piano Urbanistico Comunale identico a quello del Piano Urbanistico Comunale ma coi
termini ridotti della met.
Contrariamente a quello che nei paesini possono sostenere il Tizio e il Caio di turno, quindi, un ente
locale ha sempre la possibilit di apporre delle variazioni alla pianificazione urbanistica vigente e,
coerentemente con quanto scritto nel paragrafo 17.3, senza neppure un obbligo formale di motivazione.
Tuttavia la necessit (mai lobbligo, si badi) di giustificazione, sempre in linea con quanto evidenziato nel
paragrafo 17.3, si porrebbe solo nel caso in cui fossero emerse delle legittime aspettative di qualche
interessato; per i piani di lottizzazione, ad esempio, varrebbe unicamente se vi fossero sia lapprovazione
di tale piano sia la successiva stipulazione della relativa convenzione (Consiglio di Stato, sez. VI,
decisione n. 173 del 14 Gennaio 2002).
186

Il secondo nulla avrebbe a che fare collespropriazione, ma col buon senso, il


senso logico e il senso del limite del soggetto ecclesiastico il quale manterrebbe la
propriet fondiaria in cambio delleliminazione delledificio, la permeabilizzazione dei
suoli interessati e la cessione in affitto dei terreni a chi ne facesse richiesta nel
pieno rispetto della qui auspicata destinazione fondiaria. A tal fine, il Comune di
Parete potrebbe esercitare una sorta di moral suasion nei riguardi del clero,
magari collappoggio dellopinione pubblica del posto, ponendo laccento sui benefici
ideali e non legati al mutamento dellattuale situazione.

17.8

Rimandi

alla

Costituzione

Italiana

per

giustificare

lespropriazione per pubblica utilit


Dalla lettura dei paragrafi 17.4, 17.4-bis, 17.5 17.6 e 17.7 si evince che il
riordino urbanistico di non poche sezioni di Parete dovrebbe avvenire anche
attraverso un particolare strumento giuridico: lespropriazione per pubblica utilit.

Il concetto di pubblica utilit permette di immaginare una situazione in cui


viene perseguito il miglioramento delle condizioni della collettivit e quindi di ogni
singola persona che ne fa parte. Di conseguenza, lespropriazione per pubblica
utilit propedeutica al raggiungimento di un assetto territoriale che determina per
ciascun uomo e ciascuna donna un passo in avanti sia in termini pratici sia di
benessere psicologico e fisico.

Onde dimostrare che la proposta di espropriazione per pubblica utilit di tutti


quegli edifici paretani che si trovano in luoghi in contrasto con pi opportune
destinazioni fondiarie non stata pescata a caso fra le migliaia di leggi italiane, il
sottoscritto vuole velocemente rimandare il lettore alla massima fonte giuridica del
Paese: la Costituzione, la norma a cui tutte le altre (nazionali e locali) debbono
sottostare.

Nello specifico, non si pu non partire dallart. 42 che prevede esplicitamente


lespropriazione per pubblica utilit per motivi di interesse generale. Tale articolo
altres assai importante poich, pur ammettendo lesistenza della propriet privata,

187

ne stabilisce un possibile godimento limitato e rapportato alla funzione sociale che


pu assumere.

Lart. 44 non meno diretto poich rimanda testualmente ad un razionale


sfruttamento del suolo e, quindi, alla possibilit di limitare ovvero bloccare ogni
intento edificatorio.

Lart. 41 riconosce a sua volta liniziativa economica privata, ma, anche in


questo caso, mai in unottica che possa andare a travalicare lutilit sociale.

Tradotto in parole semplici: i tre articoli citati permettono lesistenza di una


propriet privata e di una iniziativa economica, ma solo nellottica di un loro
incastro allinterno di un contesto collettivo mirato al miglioramento. Pertanto,
laddove ci manchi, diventa pienamente motivata anche unazione espropriativa.

Fra i principi fondamentali della Costituzione spicca, poi, quello legato alla
tutela del paesaggio (art. 9), con questultimo che pu essere inteso come frutto
dellinterazione Uomo-Natura119.
Specie con riferimento alla aree classificabili come agricole, allora, nulla esclude che
tale tutela possa concretizzarsi sia in una mancata cementificazione sia nel
recupero funzionale (per attivit di semina e di raccolto delle derrate) dei segmenti
inopportunamente sottoposti allimpermeabilizzazione.

Lart. 32 della Costituzione, infine, esplicitando il diritto alla salute individuale


e collettiva, ricollega a quellesigenza di benessere psicofisico che finora lautore ha
riassunto colla parola vivibilit.

Insomma, se la stessa Suprema Norma a riconoscere la legittimit di


unazione espropriativa per pubblica utilit nei termini ipotizzati dal sottoscritto,
diventa financo possibile sfruttare per il verso giusto (una volta tanto!!!!) il principio

119

A riguardo, lart. 131 comma 1 del Decreto Legislativo n. 42 del 2004 stabilisce esplicitamente: ()

per paesaggio si intendono parti di territorio i cui caratteri distintivi derivano dalla natura, dalla storia
umana o dalle reciproche interrelazioni..
188

di autonomia degli enti locali stabilito dallart. 5 della medesima Costituzione120 e


procedere con lapplicazione della lettera a) del comma 1 dellarticolo 7 del Decreto
del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001: Il Comune pu espropriare: le
aree inedificate e quelle su cui vi siano costruzioni in contrasto con la destinazione
di zona ().

17.9 Una prima alternativa ASSOLUTAMENTE NON CONSIGLIATA


alla procedura espropriativa: labbattimento per abusivismo edilizio
attraverso procedura amministrativa
Per tutte le altre sei zone omogenee individuate dal sottoscritto anzitutto nel
paragrafo 10.1 (concentrazione di attivit supportanti lagricoltura a oriente della
Circumvallazione; concentrazione di unit di servizi nellestremo nord di via
Bologna; le due zone agricole a est e a ovest di Parete; orti urbani lungo via della
Repubblica; sezioni per allestimenti temporanei di carattere emergenziale o meno),
allo scopo di accorciare i tempi e/o contenere gli esborsi finanziari, il Comune di
Parete potrebbe procedere semplicemente collindividuazione e labbattimento degli
immobili abusivi.

In linea generale, la procedura partirebbe collaccertamento dellopera abusiva


da parte del competente ufficio comunale che, eventualmente, predisporrebbe la
sospensione dei lavori e, soprattutto, ingiungerebbe la demolizione al proprietario
dellimmobile. Trascorsi 90 giorni, se lordine non fosse nel frattempo eseguito,
lopera

verrebbe

acquisita

al

patrimonio

dellente

locale

sottoposta

successivamente alla distruzione con spese sempre a carico del precedente


possessore121.

Malgrado il doppio citato vantaggio per lamministrazione comunale paretana,


tuttavia, il sottoscritto si sente di sconsigliare in modo assoluto il ricorso a codesta
tipologia di azione anzitutto per due motivi. In primis, perch, in virt di quanto
scritto nel paragrafo 3.1 del corrente Tomo I, il consumo di suolo vergine resta un
120

Nellart. 5 della Costituzione scritto: La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le

autonomie locali ().


121

Lo scenario evocato genericamente nel paragrafo 17.9 rimanda allart. 31 del DPR n. 380 del 2001.
189

problema concettualmente diverso da quello della mancanza o disattesa di una


carta bollata. In secundis, perch lo scopo dovrebbe essere quello di riordinare
urbanisticamente il territorio comunale e non quello di cacciare la gente a pedate
nel sedere.

A questi vanno assommati altri inconvenienti di natura prettamente giuridica.


Ad esempio, il proprietario dellimmobile abusivo potrebbe richiedere allautorit
comunale il rilascio di un permesso di costruire in sanatoria, sfruttando quanto
previsto dal comma 1 dellart. 36 del citato D.P.R. n. 380 del 2001 (opera edilizia
conforme alla disciplina urbanistica vigente sia al momento della realizzazione dello
stesso sia al momento della presentazione della domanda). Vanno inoltre
considerate le eventuali sentenze ostative agli abbattimenti da parte del giudice
TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) ovvero dal Consiglio di Stato.

Infine, anche laddove potesse concretizzarsi lipotesi di abbattimento, va


evidenziato il ruolo negativo giocabile dalla stessa amministrazione comunale. Ad
esempio, in sede consiliare, essa potrebbe decidere di lasciare in piedi taluni
immobili mutandone solo la destinazione, secondo lo scenario prospettato dal
comma 5 dellart. 31 del citato D.P.R. n. 380 dellanno Duemilauno122. Oppure essa
potrebbe non dare semplicemente seguito alle demolizioni per ragioni politicoelettorali.

122

Comma 5 dellart. 31 del DPR n. 380 del 2001: L'opera acquisita demolita con ordinanza del

dirigente o del responsabile del competente ufficio comunale a spese dei responsabili dell'abuso, salvo
che con deliberazione consiliare non si dichiari l'esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che
l'opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici o ambientali..
190

17.10

Una

seconda

alternativa

ASSOLUTAMENTE

NON

CONSIGLIATA alla procedura espropriativa: lannullamento dufficio


del permesso di costruire per vizio riconducibile al soggetto
richiedente e per ragioni di interesse pubblico123
Per tutte le altre sei zone omogenee individuate dal sottoscritto anzitutto nel
paragrafo 10.1 (concentrazione di attivit supportanti lagricoltura a oriente della
Circumvallazione; concentrazione di unit di servizi nellestremo nord di via
Bologna; le zone agricole a est e a ovest di Parete; orti urbani lungo via della
Repubblica; sezioni per allestimenti temporanei di carattere emergenziale o meno),
allo scopo di accorciare i tempi e/o contenere gli esborsi finanziari, il Comune di
Parete potrebbe imboccare una seconda via alternativa: lannullamento dufficio del
permesso di costruire per vizio riconducibile al soggetto richiedente e per ragioni
di interesse pubblico (come, ad esempio, proprio lintegrit del territorio), secondo
lo scenario desumibile dagli artt. 21-octies e 21-nonies delle Legge n. 241 del 1990,
e successive modificazioni e integrazioni124.

In parole povere (e, forse, ampiamente inesatte per i professionisti del


settore), se un qualsiasi richiedente avesse ottenuto un permesso di costruzione
perch ha indicato sulla carta una situazione diversa da quella reale (ad esempio,
specificando che il proprio fondo si trovava in una zona edificabile quando

123

Lautore ha scritto il paragrafo 17.10 proponendo una (pur sconsigliatissima) soluzione per quelle

opere edilizie concretamente avviate, ed in questottica che sono sviluppate le considerazioni al suo
interno. Tuttavia egli non si sente di escludere una possibilit di veder applicato il tipo di rimedio
individuato anche per quei lavori ancora lungi dal cominciare.
124

Legge 240/1990. Art. 21-octies, comma 1: annullabile il provvedimento amministrativo adottato in

violazione di legge o viziato da eccesso di potere o da incompetenza.. Art. 21-nonies, comma 1: Il


provvedimento amministrativo illegittimo ai sensi dell'articolo 21-octies, esclusi i casi di cui al medesimo
articolo 21-octies, comma 2, pu essere annullato d'ufficio, sussistendone le ragioni di interesse pubblico,
entro un termine ragionevole e tenendo conto degli interessi dei destinatari e dei controinteressati,
dall'organo che lo ha emanato, ovvero da altro organo previsto dalla legge. Rimangono ferme le
responsabilit connesse all'adozione e al mancato annullamento del provvedimento illegittimo..
Al di l dellapparente successione delle parole, in realt, va sottolineato come il comma 1 dellart. 21octies tendi a stigmatizzare sia il vizio riconducibile al soggetto amministrativo sia il vizio imputabile
al soggetto privato.
191

questultima non lo era), lente locale potrebbe procedere collannullamento del


medesimo atto e collordine di abbattimento dellimmobile.

Difatti, lannullamento del permesso di costruire genera una situazione simile a


quella della vera e propria mancanza del suddetto, essendo capace di innescare la
stessa procedura accennata rapidamente nel precedente paragrafo. Ecco perch,
malgrado il doppio citato vantaggio per lamministrazione comunale paretana, il
sottoscritto si sente di sconsigliare in modo assoluto il ricorso pure a codesta
tipologia di azione.

In particolare, ai tre inconvenienti di natura giuridica e politico-amministrativa


elencati sempre nel precedente paragrafo (concessione del permesso in sanatoria ai
sensi dellart. 36 del DPR n. 380 del 2001, sentenze ostative eventuali di TAR e
Consiglio di Stato, ipotetica decisione del Consiglio Comunale di dare una pubblica
destinazione agli immobili anzich abbatterli in virt dellart. 31 dello stesso DPR n.
380) possibile aggiungerne altri due.

Il primo consiste nello scenario desumibile dallart. 38 del DPR 380/2001: il


responsabile dellapposito ufficio comunale, accertando leventuale impossibilit di
rimuovere il vizio o di procedere alla situazione di ripristino, potrebbe limitarsi ad
applicare una sanzione pari al valore venale della parte abusivamente realizzata. Al
versamento di questultima, infatti, gli effetti giuridici sarebbero simili a quelli della
concessione del permesso di costruzione in sanatoria, permettendo allimmobile di
essere recuperato e vanificando lintento demolitore che dovrebbe essere invece
perseguito125.

125

Art. 38 del DPR n. 380 del 2001. Comma 1: In caso di annullamento del permesso di costruire,

qualora non sia possibile, in base a motivata valutazione, la rimozione dei vizi delle procedure
amministrative o la restituzione in pristino, il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale
applica una sanzione pecuniaria pari al valore venale delle opere o loro parti abusivamente eseguite,
valutato dall'agenzia del territorio, anche sulla base di accordi stipulati tra quest'ultima e
l'amministrazione comunale. La valutazione dell'agenzia notificata all'interessato dal dirigente o dal
responsabile dell'ufficio e diviene definitiva decorsi i termini di impugnativa.. Comma 2: L'integrale
corresponsione della sanzione pecuniaria irrogata produce i medesimi effetti del permesso di costruire in
sanatoria di cui all'articolo 36..
192

Il secondo ulteriore inconveniente di natura giuridica consiste nel possibile


riconoscimento, dopo liter giudiziale, di un risarcimento nei confronti del soggetto
interessato laddove fosse accertata la sua irresponsabilit, specie nel caso
dellabbattimento di grossi edifici. In poche parole, lente locale e lo stesso
responsabile del provvedimento potrebbero essere costretti ad esborsare fortissime
somme di denaro.

17.11 Suoli riconvertiti in agricoli nelle zone a est e ovest.


Cenni a qualche ulteriore accorgimento normativo
Nei capitoli 12 e 13 di questo Tomo I, il sottoscritto ha esposto una serie di
proposte riguardanti le zone agricole site rispettivamente a est e a ovest del
tenimento paretano. Per entrambe, in particolare, stata auspicata lipotesi di
procedere a una serie di riconversioni fondiarie (abbattimento di stabili privati, ma
non solo) onde accentuare la integrit fisica del territorio locale, consentire una
possibile reale valorizzazione economica dei suoli e creare i presupposti per la
completa trasmissione del patrimonio immateriale collegato a codesto paese.

Della necessit di approvare in primis un novello Piano Urbanistico Comunale,


di avviare unattivit espropriativa e di proseguire con relativi Piani Attuativi stato
gi scritto grosso modo nel corso di questo capitolo. Quindi si desidera aggiungere
solo quanto segue.

Dopo uneventuale ruralizzazione delle sezioni o dei singoli punti ora


urbanizzati, potrebbe rivelarsi utile ladozione di un vero e proprio bando per
assegnare, in modo definitivo o in affitto, i singoli appezzamenti. A riguardo, per,
sarebbe utilissimo: 1) che le categorie di beneficiari fossero circoscritte a
imprenditori esercitanti lattivit agricola a titolo principale; 2) impedire ogni
cambio di destinazione fondiaria per almeno un certo numero di anni, ad esempio
50.

193

194

SEZIONE A3 Il vasto riordino urbanistico. Dal


sostegno finanziario al fattibile recupero di aree da
destinare allattivit agricola

195

196

Capitolo 18
Ipotesi di sostegno finanziario

Unazione di riordino urbanistico come quella delineata a cavallo dei capitoli 10


e 15 del corrente Tomo I della trattazione sul territorio comunale di Parete non
potrebbe richiedere soltanto il ricorso a tutta una serie di accorgimenti normativi,
ma, comprensibilmente, passerebbe anche attraverso un sostegno finanziario.

Su questo argomento, a onor del vero, il sottoscritto vorrebbe condividere


molto di pi. Eppure, a causa delle sue non vastissime conoscenze e dellesigenza di
accelerare i tempi di esposizione, egli si limiter a suggerire quanto segue.

Anzitutto,

per

lAmministrazione

condurre

Comunale

in
di

maniera
Parete

efficace

potrebbe

un

riordino

trovarsi

urbanistico,

nellopportunit

di

destinare al proposto cimento una percentuale delle proprie entrate complessive.

Inoltre, facendo sempre leva sul proprio sistema di entrate, il Comune di


Parete potrebbe ricorrere a due risorse specifiche: quelle derivanti dagli oneri
accessori

(contributo

di

costruzione,

calcolato

in

percentuale

sul

valore

dellintervento da realizzare, e oneri di urbanizzazione primaria e secondaria) e


quelle derivanti dalle sanatorie per le opere abusive.

Attenzione, per. Laccesso alla risorsa numero uno andrebbe perseguito in


relazione ai lavori edilizi compatibili colle destinazioni duso di volta in volta
individuate dallautore e limitatamente alle seguenti aree: pertinenze del Palazzo
Ducale e della chiesa San Pietro; centro storico Umberto I Roma Berlinguer
Municipio I e II; Garibaldi Magenta Vittorio Emanuele (tratto fra via Roma e
p.za del Popolo); fascia urbana restante; concentrazione di attivit supportanti
lagricoltura lungo il lato est della Circumvallazione; concentrazione di unit di
servizi nellestremo nord di via Bologna; insediamenti che, per il loro impatto
dimensionale o per la loro peculiarit, possono rimanere a ovest del paese.
.

197

Il conseguimento della risorsa numero due, invece, andrebbe ottenuto in


relazione ai lavori edilizi solo delle aree: Garibaldi-Magenta-Vittorio Emanuele II
fino a p.za del Popolo; fascia urbana restante; insediamenti che possono
rimanere a ovest del paese.

Il perch di quanto suggerito per la seconda risorsa specifica presto scritto.


Da un lato, gli abusivismi, specie se in grado di accrescere le volumetrie, nelle
pertinenze e nel centro storico sarebbero da considerare come degli episodi di
abbruttimento architettonico a danno dei due edifici di rilievo del paese: il Palazzo
Ducale e la chiesa San Pietro. Dallaltro lato, si tratta di escludere dalle sanatorie
tutti quegli stabili ricadenti in aree dove invece la repressione delleventuale
fenomeno illegale potrebbe rappresentare unalternativa (anche se sconsigliatissima
dal sottoscritto) allespropriazione per pubblica utilit di manufatti parzialmente o
interamente abusivi126.

Ci si rende tuttavia conto che le entrate finanziarie accennate sopra


potrebbero non bastare. Di conseguenza, il Comune di Parete potrebbe ritrovarsi
nella necessit di integrare le proprie risorse con altri stanziamenti erogati da enti
esterni, ipotizzando financo il ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti.
Attenzione, per. Laccesso ai soldi altrui potrebbe essere reso difficile dallassenza
di competenze e/o di specifici strumenti normativo-finanziari riconducibili agli
organi terzi in materia di riordino urbanistico (almeno nei termini ipotizzati dal
sottoscritto).

Comunque, specie per il riordino urbanistico nelle due zone agricole a est e a
ovest del paese, nonch nelle sezioni adibibili ad orto urbano, una scorciatoia fra le
tante potrebbe consistere nel richiedere fondi in virt di processi di bonifica
ambientale.

In

buona

sostanza,

gli

insediamenti

extragricoli

ora

inopportunamente presenti (come ad esempio i fabbricati privati) potrebbe essere

126

Allo scopo di facilitare la comprensione del lettore senza trasformare il testo in un guazzabuglio

visivo, le sezioni in oggetto sono qui elencate: concentrazione di attivit supportanti lagricoltura lungo
il lato est della Circumvallazione; concentrazione di unit di servizi nellestremo nord di via Bologna;
le due zone agricole a oriente e a occidente del paese; gli orti urbani localizzabili lungo via della
Repubblica; le sezioni per allestimenti temporanei di carattere emergenziale e non.
198

intesi come una forma di inquinamento. Ma anche in questultima ottica


occorrerebbe tenere a mente la precedenza eventualmente riservata ad altri siti.

In chiusura, va osservato che unauspicabile voglia di riordinare il territorio


comunale da parte dellAmministrazione paretana in tempi rapidissimi renderebbe
pi urgente la ricerca di denaro verso lesterno e viceversa. Ci malgrado, resta
altrettanto vero che pi le fonti finanziarie sarebbero diversificate e/o cospicue, pi
lazione guadagnerebbe in capillarit.

199

200

Capitolo 19
La fattibilit della deurbanizzazione volta al recupero di
aree agricole per la semina e il raccolto

19.1 Premessa
Nei precedenti capitoli si fatto riferimento alla necessit di riconversioni
fondiarie per recuperare al meglio, rispettivamente, la zona classificabile come
agricola nella parte est del comune di Parete, la zona proposta come agricola
nella parte occidentale e due sezioni adibibili ad orti urbani nel tratto di via della
Repubblica compreso fra via Castagnola e lincrocio colla Circumvallazione.

In particolare, per i diversi punti ora urbanizzati e da recuperare alluso


agricolo (nel senso di semina e di raccolto delle derrate), stato scritto che
lAmministrazione Comunale di Parete dovrebbe procedere col solerte abbattimento
degli stabili privati gi costruiti e col tempestivo arresto di tutte le eventuali
progettazioni immobiliari estranee alla finalit agricola; stato altres precisato che
lo

stesso

ente

dovrebbe

procedere

colleliminazione

di

ogni

elemento

infrastrutturale (rete elettrica, fognaria e telefonica, manto stradale e marciapiedi)


e di qualsiasi arredamento urbano (panchine, aiuole, monumenti) adesso
presenti.

Ovviamente, a suo tempo, stata anche evidenziata la necessit di lasciare


dove ora sono quegli elementi infrastrutturali importanti per lintero paese o di
importanza sovracomunale diversi dalle strade (antenne di telefonia mobile, cabine
Enel...). Soprattutto stata messa nero su bianco leventualit di far permanere al
loro posto tutti quegli insediamenti che, per loro natura o impatto dimensionale,
non potrebbero facilmente spostarsi a est del comune, come ad esempio il Cimitero.

Ma davvero fattivamente possibile procedere ad una riconversione


fondiaria nei termini suggeriti dal sottoscritto? Per poter rispondere a questa
domanda, occorre partire dal seguente assunto: per quanto possa sembrare
strano, il suolo non si distrugge n il suo consumo irreversibile, al
201

contrario di quanto ripetono come un mantra, fra laltro, tanti politicanti locali e
nazionali e perfino gli ambientalisti.

Comunque, allo scopo di far meglio comprendere il senso dellultima


affermazione, si ritiene giusto effettuare un fugace ripasso di scienze della
cementificazione.

Tutto comincia con un sollevamento di terra ad opera dalle ruspe, le quali


versano il loro carico su camion che a loro volta si dirigono in genere verso luoghi di
deposito temporaneo. Poscia, il suolo sventrato viene sottoposto ad unattivit di
livellamento e di versamento di materiale impermeabile (di tipo cementizio nel caso
di edifici) utile per dare stabilit alla struttura che dovr poggiarvi sopra.
Frattanto il terreno prelevato in principio pu essere utilizzato, ad esempio, per
innalzare il livello stradale oppure per coprire discariche. Nella zona di Parete,
tuttavia, la casistica dimostra un uso diverso e a tratti inopportuno, come
lelevamento di fondi agricoli su cui vengono collocate delle piante e linterramento
di alvei naturali con buona pace dellequilibrio idrogeologico locale.

Insomma, il suolo, nel peggiore dei casi, viene trasferito da un punto allaltro e
non sempre (e fortunatamente) per contribuire a scempi territoriali di questo o quel
tipo. Di conseguenza, non c nessuna fantomatica volatilizzazione dei terreni,
manco si trattasse di acqua messa a bollire nella pentola.

202

19.2 Cenni illustrativi127


In virt di quanto osservato nel precedente paragrafo, quindi, anche nel
territorio comunale di Parete possibile ricollocare terra l dove stava e
lillustrazione dei sottostanti passaggi, seppure fatta a livello sommario per ovvie
ragioni di rapidit comunicativa, vuole proprio rappresentare un tentativo di
dimostrarlo.

In primo luogo, onde favorire il recupero della permeabilit dei suoli


interessati,

lAmministrazione

dallabbattimento

delle

attuali

Comunale
opere

edilizie

di

Parete
private

dovrebbe
dalla

pi

partire
generale

riconversione fondiaria in corrispondenza dei punti ora urbanizzati.

Per quanto concerne i fabbricati privati, occorrerebbe tirare gi sia la struttura


che svetta verso il cielo sia, soprattutto, espiantare i pilastri e le fondazioni. Due,
per lesattezza, le ipotesi di demolizione: tradizionale e selettiva.
La demolizione tradizionale avrebbe s il merito di accorciare i tempi di azione, ma
pure lo svantaggio di un negativo impatto territoriale dovuto da uno smaltimento
pressoch indifferenziato.
La demolizione selettiva, invece, comporterebbe grosso modo un triplice vantaggio:
lo smontaggio del materiale subito riutilizzabile (ad esempio, porte e finestre); lo

127

Il paragrafo 19.2 evidenzia unicamente le fasi della fattiva riconversione fondiaria a scopo agricolo.

Tuttavia occorre precisare come esse possano soltanto seguirne unaltra legata alla scelta del soggetto
incaricato, visto che lautore immagina un Comune di Parete non attualmente dotato di persone e di mezzi
per agire in modo diretto. Nellipotesi ritenuta pi felice, la selezione tramite gara dappalto non dovrebbe
concernere nientaltro che lesecuzione dei lavori (lettera a, comma 2, art. 53 del Decreto Legislativo n.
163 del 2006) in virt di un preesistente progetto esecutivo dellopera redatto dal competente ramo
burocratico locale; in linea puramente di principio (non risulta un caso lutilizzo di questa espressione),
infatti, potrebbe esservi un minore impatto finanziario proprio a causa dellesclusione di ogni
progettazione ad appannaggio di professionisti esterni.
Pur non avendo nulla a che fare con il contenuto di codesto capitolo, il sottoscritto conclude reputando
come assai verosimile il ricorso a gare dappalto anche per concretizzare la riconversione fondiaria
(perlomeno in merito allabbattimento degli stabili e a un iniziale livellamento del suolo con laggiunta di
terreno) in altri punti del tenimento paretano per i quali non stata suggerita la destinazione duso
agricola.
203

smantellamento delle opere murarie e quantaltro di simile tramite apposti


strumenti, peraltro non necessariamente maneggiabili da personale specializzato
(ad esempio, le seghe da parete); il riciclaggio dei residui presso appositi centri (ad
esempio, il ritorno del calcestruzzo come asfalto).
Ovviamente, nulla impedirebbe di smontare il materiale subito pronto come le
finestre e poi di procedere colla demolizione tradizionale.

Per quanto riguarda le sole superfici impermeabili, unattivit di depaving,


cio di sottrazione del pavimento artificiale, potrebbe anche essere sufficiente.
Inoltre, va sottolineato che anche un materiale come lasfalto potrebbe essere
destinato a centri specializzati per il riciclaggio.

In secondo luogo, per le voragini apertesi dopo labbattimento degli stabili,


lAmministrazione

Comunale

di Parete

dovrebbe

logicamente

promuovere

il

reinserimento di terreno. Nello specifico, l'ipotesi ottimale prevederebbe il ricorso a


terra incontaminata avente origine alluvionale, con depositi di materiale vulcanico,
in modo da favorire un rapido innesto rispetto ai campi circostanti128.
Malgrado quanto appena osservato valga per i buchi, molto probabile che anche
le sole superfici liberate dallo strato impermeabile possano essere coinvolte da un
simile intervento.

Ma dove sarebbe necessario andare per recuperare suolo non inquinato onde
rendere possibile un cimento simile? A riguardo, la soluzione pi immediata
consisterebbe nellandare a prelevarlo i quei punti del tenimento paretano ove
sarebbe stato lasciato nel corso degli anni, ad esempio per riempire scoli naturali
e/o per accrescere il livello del terreno agricolo di turno.

Un particolare rimedio alternativo a quello appena esposto consisterebbe


nelleffettuare del trasporto terra da quelle parti della superficie comunale che il
sottoscritto ha proposto in precedenza come edificabili a quei luoghi dove la
riconversione fondiaria prevederebbe il ritorno a un utilizzo agricolo. A riguardo,
128

Lesigenza di rendere celere lesposizione ha spinto a non considerare lipotesi di ricorrere a terreni

inquinati, anche perch necessiterebbero di unattivit di risanamento (dove si trova ovvero in appositi
centri specializzati) che richiederebbe diverso tempo e diverso denaro in aggiunta.

204

tuttavia, potrebbe esservi qualche difficolt rappresentata dalla necessit di veder


coordinati quanto pi possibile il movimento a sottrarre e quello a versare, in modo
da non reiterare unaltra inopportuna usanza della zona a nord di Napoli:
ammonticchiare suolo qua e l per gli appezzamenti incolti per un tempo
imprecisato.

In terzo e ultimo luogo, per accorciare i tempi ripresa della fertilit, diverrebbe
utile lacquisto di compost e/o di humus.

Si segnala ai lettori che le immagini 19.2.1 e 19.2.2, presenti nel Tomo II della
corrente trattazione, provano a dare cognizione del movimento terra diretto dalle
zone edificabili a quelle da tamponare per un ritorno alla destinazione agricola.

205

206

SEZIONE A4 Una certa affinit fra le proposte del


sottoscritto di riordino urbanistico di Parete e gli
scenari desumibili dal Piano Territoriale Regionale
della Campania (PTR) e dal Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale di Caserta (PTCP)

207

208

Capitolo 20
Una certa affinit fra le proposte del sottoscritto di
riordino urbanistico di Parete e gli scenari desumibili dal
Piano Territoriale Regionale della Campania (PTR)

20.1 Premessa
Nei capitoli 20 e 21, lautore prova a dimostrare che i suoi suggerimenti e
auspici

incentrati

sul

riordino

urbanistico

di

Parete

non

sono

frutto

di

improvvisazione solitaria, ma di una ponderatezza di cui si trova traccia anche in


testi di pianificazione sovraordinati a quelli comunali: il Piano Territoriale Regionale
della Campania (PTR) e Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di
Caserta (PTCP), con questultimo, peraltro, citato gi diverse volte allinterno del
corrente Tomo I. In particolare, la scelta di aggiungere nei titoli di entrambi i
capitoli lespressione una certa affinit sta a indicare che, pur muovendosi da
presupposti non sempre identici, pur ponendosi traguardi non sempre eguali e pur
profilando interventi comunque di intensit differente, esiste un legame fra quanto
delineato dal sottoscritto e quanto desumibile dalla pianificazione degli enti
extralocali.

20.2 Con particolare riferimento ai Sistemi Territoriali di


Sviluppo (STS)
Il Piano Territoriale Regionale della Campania (PTR) stato approvato con la
Legge Regionale n. 13 del 2008 e risulta quindi attualmente in vigore. Esso pu
essere definito come uno strumento che cerca di offrire un supporto alle
pianificazioni

immediatamente

sottoposte,

ossia

quella

provinciale

quella

comunale, in modo da orientare landamento territoriale regionale.

A parte unintroduzione, il testo del PTR appare suddiviso in una relazione,


un documento di piano, delle linee guida per il paesaggio e degli elaborati
209

cartografici. Il Documento di Piano, a sua volta, risulta articolato in cinque Quadri


Territoriali di Riferimento (QTR) dei quali, per quanto concerne pi da vicino
Parete, a modesto avviso del sottoscritto, quello dotato di maggiore interesse il
terzo che viene appellato Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS).

Ciascun sistema territoriale di sviluppo, in maniera forse impropria agli occhi di


qualcuno, pu essere inquadrato come una sezione regionale da cui emergono i
profili specifici di una identit locale e meccanismi propulsivi di autosviluppo. In
particolare, il PTR, individuandone in numero complessivo di 45, partito dalla
semplice osservazione della situazione attuale (dietro verifica delleventuale
esistenza di tutta una serie di atti, accordi, patti e cos via aventi lintenzione di
accomunare una serie di realt singole) cercando tuttavia di delineare delle
strategie future di evoluzione.

Il territorio di Parete, per lesattezza, appare inquadrato allinterno del STS


denominato

Sistema

Aversano

E4

per

il

quale

si

individuato

una

predominante urbano industriale129. Tale predominate, per il PTR, trarrebbe


anzitutto giustificazione da unevoluzione per i periodi 1981-1991 e 1991-2001 che
ha portato: a una crescita demografica forte (+ 21,11%)130, con stimolato aumento
del numero di alloggi realizzati; a un incremento industriale delle unit (+ 39,96%)
e degli addetti (+ 9,7%); a un boom in termini percentuali nel settore dei servizi sia
di unit (+ 42,52%) sia di addetti (+ 53,65%)131. Inoltre, a supporto della
catalogazione di partenza, vi sarebbero, sempre stando ai rilievi PTR, 9 comuni con
piani PIP finanziati, 12 comuni inseriti nel Distretto Industriale delle calzature, del
tessile e dellabbigliamento Grumo Nevano-Aversa132, oltre ai comuni a cavallo dei

129

I Comuni fatti rientrare dal PTR nellSTS E4 dellagro aversano sono: Aversa, Carinaro, Casal di

Principe, Casaluce, Casapesenna, Cesa, Frignano, Gricignano dAversa, Lusciano, Orta di Atella, Parete,
San Cipriano dAversa, San Marcellino, SantArpino, Succivo, Teverola, Trentola Ducenta, Villa di
Briano, Villa Literno.
130

Il dato demografico, per lesattezza, rimanda alle elaborazioni Istat per i Censimenti 1981 e 2001.

Tuttavia per avere un accesso immediato e facilitato, si consiglia la consultazione on line del servizio
statistico della Regione Campania.
131

Pagine 22 e 23 del III QTR Sistemi Territoriali di Sviluppo.

132

Tabella a pag. 127 del III QTR.


210

quali ubicato il nucleo ASI Aversa Nord (Gricignano di Aversa, Teverola,


Carinaro).

Essendo

individuata

su

questi

presupposti

la

predominante

urbano

industriale per il sistema territoriale di sviluppo E4 di Aversa, gli eventuali fautori


della svolta extragricola di Parete potrebbe venir presi dalla smania di stappare la
bottiglia di spumante per la contentezza. In realt, non mancano motivi per
spegnere i facili entusiasmi.
In primo luogo, i rilevamenti statistici del PTR legati al settore industriale e ai
servizi rimandano al massimo al 2001, un periodo di gran lunga antecedente
lattuale cattiva congiuntura economica: di conseguenza, scontano una certa
comprensibile vetust.
In secondo luogo, al di l del probabile anacronismo dei dati, la suevidenziata
sproporzione fra lincremento degli addetti (+9,7%) e quello delle unit (+39,96%)
testimonia comunque una scarsa propensione del comparto manifatturiero in
genere ad intercettare delle quote consistenti di forza lavoro.
In

terzo

luogo,

il

citato

numero

dei

PIP

finanziati rimanda

una

fase

contemporanea lapprovazione del PTR, n il documento regionale pu logicamente


segnalare il successivo destino di tali PIP.
In quarto luogo, il distretto industriale Grumo Nevano-Aversa gi in un momento
antecedente lattuale crisi economica scontava dei problemi, molto probabilmente
aggravatisi, di non poco conto: dislocazione dispersiva su un numero eccessivo di
comuni (oltre 20 fra le province di Napoli e Caserta), scarsi controlli sulla qualit dei
prodotti,

carenza

di

operai

specializzati,

bassa

cooperazione,

sommerso,

concorrenza estera133.

Una lettura pi approfondita consente, allora, di cominciare a diradare le nubi


sugli scenari strategici che la Regione Campania suggerisce primariamente per
lSTS E4 di Aversa.

Ebbene, le priorit strategiche individuate dal PTR sarebbero costituite dagli


indirizzi E2a (Attivit produttive per lo sviluppo agricolo Sviluppo delle filiere), B4
(Valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio), B5 (Recupero aree
133

Si rimanda al documento strategico del Distretto Industriale delle calzature, del tessile e

dellabbigliamento Grumo Nevano-Aversa.


211

dismesse), C2 (Rischio sismico) e D2 (Riqualificazione e messa a norma delle citt).


Per il contesto di Parete, per, a modesto avviso del sottoscritto, acquisirebbero
centralit assoluta le strategie E2a, B4 e D2

134

Lindirizzo E2a, in particolare, andrebbe interpretato in modo tale da fare delle


campagne di Parete il primo passo del ciclo agricolo, quello legato alla semina e al
raccolto di derrate senza i quali nullaltro, in unipotetica filiera, avrebbe senso. Per
lesattezza, sarebbe fondamentale riconoscere al paese casertano un funzionale
ruolo di costola primaria allinterno di un processo che abbraccerebbe i campi del
posto, la vendita allingrosso presso i centri ortofrutticoli ovvero la trasformazione
manifatturiera in zone pi o meno vicine, lapprodo finale nei mercati nazionali e
non.

Lindirizzo B4 aiuta a considerare il territorio non urbanizzato come una fonte


sia paesaggistica sia culturale (nel senso che contribuisce alla identit della
comunit locale). In tale ottica, lo stesso PTR a promuovere il recupero delle aree
degradate mediante misure di ricoltivazione e la rimozione dei detrattori
paesaggistici ed ambientali anche attraverso unintensa attivit di demolizione135.
Ma ci, per una realt di estensione decisamente esigua come quella paretana,
perlomeno a parere del sottoscritto, non basta perch si tratta altres di evitare
delle anomalie di ritorno, cio consumi di suolo mascherati da attivit pseudo
naturalistiche, come quelle che potrebbero discendere dai c.d. parchi agricoli urbani
(agriturismi, aree attrezzate per lo sport e il tempo libero ecc.).

Lindirizzo D2 si rivela utile per un tenimento locale di superficie ridotta come


quello paretano, di fatto inserito in ununica spaventosa citt che parte da Napoli e
sale fino a Caserta. In particolare, sembra interessante lo scenario basato sulla
riqualificazione naturalistica e sulla diffusione delle reti ecologiche in contesti
urbani e periurbani136.

134

Per avere una prima idea sintetica degli interventi strategici che la Regione Campania ritiene prioritari

per lSTS E4 di Aversa e, in parte, per Parete, il sottoscritto rimanda a una piccola tabella riassuntiva
presente nelle pagine 129 e 130 del III QTR del documento di piano PTR.
135

Queste due azioni appaiono esplicitamente elencate a cavallo delle pagine 94 e 95 del III QTR.

136

Queste due azioni appaiono esplicitamente elencate a pagina 113 del III QTR.
212

In buona sostanza, le strategie E2a, B4 e D2 possono essere interpretate in


unottica di preservazione culturale e naturalistica (apparentemente capace di
generare solo dellimmobilismo, specie agli occhi di chi vede in ogni metro quadro
un metro cubo), ma nel contempo non escludono una valorizzazione veramente
economica137 dei suoli agricoli paretani (a ovest e a est; ancora vergini o quelli
per i quali nei capitoli 12 e 13 stata proposta questa destinazione in misura
susseguente labbattimento degli stabili adesso presenti e delle superfici ora
impermeabilizzate), forse larma pi potente per tenerli al riparo dalla peste
edilizia.
E poi nulla dovrebbe impedire di vedere nellattivit agricola di semina e di raccolto
di derrate unespressione culturale vera e propria (intesa come modo di relazionarsi
dellUomo colla Natura), quale in realt gi .

La strategia D2, per, pu anche essere guardata sotto una luce ulteriormente
diversa.

Difatti,

laddove

incentiva

ladozione

di

programmi

mirati

alla

riqualificazione urbana pare creare una coincidenza con alcuni auspici dellautore
per Parete, fra i quali vale la pena ricordare: la concentrazione a oriente della parte
urbanizzata del comune, il rilancio delledificabilit tendenzialmente in verticale in
talune sezioni per evitare la mummificazione insediativa (aree Garibaldi
Magenta Vittorio Emanuele II e fascia urbana restante138) e il cambio di
destinazione duso (per fini agricoli e non solo) in punti ora impermeabilizzati in
modo differente139.

20.3 Perch il PTR non tende a favorire la svolta industrialeartigianale delleconomia paretana
Dalla lettura degli indirizzi strategici per il Sistema Territoriale di Sviluppo E4
dellagro aversano, emerge nel complesso unimportanza relativamente defilata del
comparto

artigianale-industriale

rispetto

al

settore

agricolo

alla

tutela

paesaggistica-culturale. Ovviamente ci non significa che debba sparire ogni traccia


137

Circa il concetto di economia esposto dal sottoscritto, si rimanda al paragrafo 4.3 del corrente Tomo

I.
138

Per ragguagli aggiuntivi si rimanda ai paragrafi 10.4 e 10.5 del corrente tomo.

139

A riguardo, si rimanda ai capitoli 11, 12, 13 e 14.


213

di manifatture, nonch di servizi pi o meno collegati ad esse, bens che,


indipendentemente

dalle

dimensioni,

grandi

piccole

che

siano,

assume

preminenza vitale la necessit di concentrare le attivit extragricole in punti


intercomunali e sovralocali ben precisi in modo da dare un comprensibile supporto
infrastrutturale e magari gettare le premesse per contatti reciproci, ingrandimenti o
perfino fusioni.

Per lesattezza, a pag. 117 del III QTR del Documento di Piano, emerge che le
pianificazioni provinciali e comunali hanno il compito di privilegiare lindividuazione
di nuove aree manifatturiere e di grandi servizi in zone limitrofe a quelle industriali
e inoltre di recuperare le sezioni dismesse dentro gli insediamenti ASI gi esistenti.
Insomma, gi a partire dal PTR che si cerca di non sponsorizzare delle ubicazioni
fatte anche colle migliori intenzioni, ma molto probabilmente destinate a non dare
significativi vantaggi nel lungo periodo ai soggetti i quali vorranno insediarvisi,
specie se lontane da grandi assi viari (autostrade), porti, aeroporti, scali ferroviari.

20.4

Con

particolare

riferimento

alle

Linee

Guida

per

il

Paesaggio
Il testo denominato Linee Guida per il Paesaggio parte integrante del PTR
Campania e va anzitutto inteso come uno strumento che prova a fornire criteri e
indirizzi di tutela, valorizzazione, salvaguardia e gestione del paesaggio rispetto alle
pianificazioni provinciale e comunale.

Al suo interno lesposizione si presenta divisa in due fasi: una evidenzia


lattuale situazione (Carta delle risorse naturalistiche ed agroforestali) e laltra
elenca gli indirizzi e le strategie per il futuro propriamente intesi (Carta dei sistemi
del territorio rurale e aperto).

Il territorio di Parete attualmente inquadrato dal PTR nellambito D4 Mosaici


agricoli della pianura ed aree agricole a pi elevata complessit strutturale,
contraddistinto dalla presenza di arboreti tradizionali, promiscui e specializzati,
nonch di orti di vario tipo. Rispetto allo schema di rete ecologica regionale

214

tracciato dal medesimo PTR, fra laltro, suddetto tipo di ambito tende a essere
descritto come:

zona cuscinetto, la quale comunemente circonda unarea di maggiore


naturalit (ad esempio, bosco, foresta, parco naturale), costituendo nel
contempo un limite allespansione di elementi perturbatori esterni (ad
esempio, zone edificate);

collegamento ecologico, il quale mette in contatto due o diverse aree di


maggiore naturalit favorendo la mobilit delle specie viventi e gli scambi
genetici fra questultimi.

Dal punto di vista degli indirizzi e delle strategie, invece, il territorio paretano
risulta

classificato

nel

sottosistema

36

Pianura

flegrea

(rispetto

ai

56

complessivamente elencati dal PTR). Una certa affinit rispetto ai proponimenti del
sottoscritto la si individua specialmente nei punti b), d), f)140.

Nel punto b) scritto che i Piani Urbanistici Comunali definiscono misure per la
salvaguardia dei corsi dacqua, inclusi gli alvei naturali. Nel caso di Parete, quindi,
nulla sembrerebbe impedire la preservazione funzionale e culturale degli alvei locali
attraverso linedificabilit lungo il loro percorso e nei paraggi immediati (alveo che
parte dal cimitero e poi va parallelamente alle spalle degli insediamenti presenti o
ipotizzati lungo la strada p.le 33) o perfino predisponendone un vero e proprio
ripristino (tratti dello Spierto attualmente interrati lungo i confini con Lusciano e
Giugliano in Campania).

Nel punto d) affermato che i Piani Urbanistici Comunali definiscono misure


per la salvaguardia e il recupero funzionale delle opere e degli schemi di bonifica.
Essendo stato il territorio paretano interessato dal posizionamento di elementi
riconducibili alle attivit dellEnte di Bonifica del Basso Volturno negli anni Ottanta
del XX secolo, nulla sembrerebbe impedire il concretizzarsi dellauspicio del
sottoscritto circa linedificabilit anzitutto lungo e nei dintorni delle due strade
asfaltate contestualmente aperte: una presso il cimitero, una parallelamente a via
Castagnola. Per questultima sezione, poi, la proposta esposta a suo tempo di

140

I tre punti sono elencati nel paragrafo 6.3.2.3 delle Linee Guida del Paesaggio.
215

adibirla orti urbani141 si arricchisce di senso rispetto allimpedimento di unaltra


inopportunissima espansione edilizia verso ovest.

Nel punto f) stabilito che i Piani Urbanistici Comunali definiscono norme per
la salvaguardia e il mantenimento alluso agricolo delle aree rurali di frangia
periurbana. Anche nellottica di Parete, quindi, il PTR suggerisce di mantenere e di
supportare in vario modo la semina e il raccolto di derrate attorno alla parte
edificata, visto laccertato ruolo di mitigazione del rischio idrogeologico, di
continuit del paesaggio rurale di pianura, di interfaccia riconoscibile, di contributo
allinnalzamento della stessa qualit di vita in ambito urbano, cosa, questultima,
che avverrebbe con estrema difficolt nel caso di un ulteriore consumo di suolo
vergine verso ogni direzione.
Circa la sestuplice valenza delle due zone agricole a oriente e a occidente del
tenimento di Parete, comunque, il sottoscritto rimanda al paragrafo 26.8 del
corrente Tomo I.

20.5 Visioning tendenziale e preferita per il tenimento di


Parete visibili negli elaborati cartografici
Nel Tomo II della corrente trattazione del sottoscritto sul territorio comunale di
Parete sono pubblicate due immagini che mostrano degli stralci degli elaborati
cartografici del PTR.

Limmagine 20.5.1 sintetizza visivamente levoluzione territoriale regionale che


potrebbe venirsi a creare qualora le pianificazioni di ogni livello (sovralocali e locali)
non si ponessero come obiettivo la correzione delle attuali criticit. Osservando
bene il territorio di Parete, ognuno pu notare la presenza di puntini verdi che, pur
confermando per larghi tratti la destinazione agricola, mettono in guardia da una
pressione insediativa (abitativa, di servizi, artigianale e commerciale) in grado di
produrre ulteriore degrado.

Limmagine 20.5.2 sintetizza visivamente levoluzione territoriale regionale


suggerita dal PTR agli enti provinciali e locali per rimediare alle attuali criticit. In
141

Si rimanda al paragrafo 14.1 del corrente Tomo I.


216

merito a Parete, i puntini verdi confermano il ruolo preminente del settore agricolo
nelleconomia

locale,

senza

apparenti

commerciali-speculative.

217

concessioni

industrialiste-artigianali-

218

Capitolo 21
Una certa affinit fra le proposte del sottoscritto di
riordino urbanistico di Parete e gli scenari desumibili dal
Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di
Caserta (PTCP)

21.1 Premessa
Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta stato
approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 26 del 2012 e risulta perci
attualmente in vigore. Esso pu essere definito come uno strumento che cerca di
offrire un supporto alle pianificazioni comunali in modo da orientare landamento
territoriale complessivo.

Lassetto generale proposto per il Casertano dal PTCP nel capitolo 12 della
Relazione A1 riconosce una suddivisione fra il territorio urbano e il territorio
rurale e aperto. Tale demarcazione viene inquadrata nellambito di una strategia
volta a contrastare la creazione di una metropoli indistinta Napoli-Caserta, in modo
da affievolire notevolmente la dipendenza di Terra di Lavoro dal capoluogo
regionale. Per una realt come quella di Parete, esattamente posta a cavallo delle
due province, lo scenario suggerito dal PTCP implica quindi una svolta locale in
direzione nettamente opposta a quella di un ulteriore consumo di suolo vergine e
in grado perfino di stimolare la correzione delle criticit gi presenti al momento
dellapprovazione del Piano Provinciale nel 2012.

Dato che nel paragrafo 3.1 di questo Tomo I stato scritto che il pi grave
rischio che corre il territorio paretano legato al citato consumo di suolo vergine,
nel

corrente

capitolo

si

fa

riferimento

ci

che

il

PCTP

suggerisce

allamministrazione civica locale circa lassetto futuro da dare alle due zone a est e
a

ovest

dellabitato

ancora

prevalentemente

inedificate.

In

particolare,

ci

sintrattiene sulle nozioni di territorio rurale e aperto e aree negate, provando a

219

evidenziare

affinit

occasioni di perplessit

discendenti dalla medesima

pianificazione provinciale.

21.2 Con riferimento al territorio rurale e aperto


Lidea che sta alla base della nozione di territorio rurale e aperto quella di
considerare la parte non destinata ad abitazioni e insediamenti vari (rurale) come
capace, indipendentemente dagli assetti legati alla propriet privata, di dare
benefici

generali

alla

collettivit

(aperto).

Vantaggi

rappresentati

comprensibilmente dalla produzione agricola e perfino dallassorbimento di una


quota occupazionale (va difatti ricordato come il settore primario sia economia nel
vero senso del termine, dato lutilizzo costante dei suoli per soddisfare bisogni
alimentari continui e ripetuti nel tempo), ma anche pertinenti al raggiungimento di
un ottimale equilibrio idrogeologico-climatico, a una migliore percezione visiva della
zona in cui si vive (che trasmette una gratificante sensazione di vivibilit) e a una
trasmissione

di

valori

usanze

(patrimonio

culturale)

che

non

incorre

nellanacronismo.

Il PTCP individua ben sei tipi di territorio rurale e aperto. Senza girarci
troppo attorno, quelli proposti per Parete sono due: territorio rurale e aperto
complementare alla citt e territorio rurale e aperto a preminente valore
agronomico

produttivo.

Limmagine

21.2.1,

pubblicata

nel

Tomo

II

rappresentante uno stralcio della tavola C1.1.8 (chiamata Assetto del territorio.
Tutela e trasformazione), mostra con precisione lampiezza suggerita delluna (in
verde scuro) e dellaltra parte (verde chiaro).

Inoltre, limmagine 21.2.2, sempre aggiunta nel Tomo II, consente di notare
una certa affinit delle previsioni PTCP rispetto allestensione delle due zone
agricole a oriente e occidente del tenimento comunale proposta a suo tempo dal
sottoscritto.

220

21.3 Con particolare riferimento al territorio rurale e aperto


complementare alla citt
Limmagine 21.2.1 del Tomo II della corrente trattazione permette di
osservare come il territorio complementare alla citt abbracci integralmente la
parte urbana di Parete e come la spaziosit di tale territorio (seppure definita
qualche anno addietro) sembri essere stata determinata apposta sia per evitare
ulteriore consumo di suolo vergine sia per sponsorizzare delle riconversioni
fondiarie nellottica della semina e del raccolto di derrate in corrispondenza delle
segg. sezioni: p.za Caduti di Nassiriya, lato est del III tratto di via Vicinale Vecchia,
estreme propaggini est di via King, campagne circostanti via Madre Teresa di
Calcutta, prolungamento di via Siani a ridosso del confine giuglianese, paraggi del
rione 167, recente lottizzazione a sud di via della Repubblica, tutta la zona a
ponente del paese.

Lart. 44 comma 2 delle Norme del PTCP, in particolare, stabilisce che


compito del PUC prevedere lesistenza del territorio complementare alla citt in
modo da scongiurare le saldature edilizie coi centri vicini (nello specifico, Lusciano,
Trentola e Giugliano), preservare il paesaggio storico, consentire la prosecuzione
dellattivit agricola.
In virt del raggiungimento di tali scopi, il comma 3 dello stesso articolo offre la
preziosissima opzione di determinare un regime di inedificabilit assoluta, cosa che
il sottoscritto non ha mancato di suggerire nei paragrafi 12.1 e 13.1 del corrente
Tomo I come soluzione per sgombrare il campo da ogni equivoco.

Malgrado

le

ottime

prospettive

che

sembrano

profilarsi

dai

suddetti

suggerimenti PTCP, non mancano elementi di perplessit. In primo luogo, la


collocazione di Parete in un comprensorio aversano-giuglianese che versa in
condizioni assai critiche dal punto di vista del consumo di suolo vergine fa ritenere
estremamente striminzita lestensione del territorio complementare alla citt:
quindi si ripete lauspicio che lAmministrazione Comunale, in sede di definizione di
PUC, possa circoscrivere ledificabilit ai soli annessi o procedere collinedificabilit
totale per tutte le due zone agricole cos come individuate dal sottoscritto.
Inoltre, resta pendente la spada di Damocle rappresentata sia dal recupero degli
stabili

preesistenti,

che,

alla

lunga,

non
221

necessariamente

potrebbe

essere

funzionale allattivit primaria, sia dallindividuazione nelle sezioni agricole di parchi


agricoli urbani, con annessi i rischi di unedificazione diffusa e a bassi indici di
fabbricabilit caratterizzata da bed and breakfast, agriturismi, eccetera. In buona
sostanza, la sciagura dellimpermeabilizzazione incontrollata dei suoli potrebbe
uscire dalla porta e rientrare dalla finestra.

21.4 Con particolare riferimento al territorio rurale e aperto a


preminente valore agronomico e produttivo
Il PTCP usa la nozione di territorio rurale e aperto a preminente valore
agronomico e produttivo rispetto alle aree agricole della provincia casertana che
ritiene rendano di pi sia per qualit sia per quantit. Per il comune di Parete, come
si evince ancora una volta dallimmagine 21.2.1 del Tomo II, emerge come la
proposta di estensione PTCP di tale territorio a valore agronomico e produttivo
riguardi un minuscolo lembo a sud est, a cavallo di due strade rurali che segnano il
confine con Giugliano in Campania (NA), e soprattutto la porzione a ovest, lungo il
tratto finale di via Vicinale della Rotonda, la strada rurale Serpi e Cancelliere, il
segmento della Cupa convergente nella Parete-Tre Ponti, lintera zona circostante
larteria Portella.

Da una prima lettura dellart. 41 delle Norme del PTCP relativo a questa
tipologia di zona rurale spicca la buona intenzione di limitare ledificabilit a solo
vantaggio dei lavoratori della terra, in termini residenziali e non. In questottica,
alle prescrizioni che qualsiasi PUC pu dare, il PTCP ne aggiunge unaltra
subordinando, di fatto, la possibilit di costruire casa al raggiungimento di un certo
valore di estensione colturale per ettaro142.

Eppure il sottoscritto non riesce a nascondere la sue perplessit.


142

Gli indici di utilizzazione fondiaria evidenziati nel comma 3 dellart.41 delle Norme PTCP

stabiliscono che per ogni ettaro di una determinata coltivazione possibile edificare fino al massimo
prestabilito, espresso in mq di superficie lorda di pavimento. Per lesattezza, i rapporti individuati sono:
colture ortofrutticole protette: 160 mq/ha; colture orticole di pieno campo e tabacco: 53,3 mq/ha; frutteti
40 mq/ha; vigneti: 32 mq/ha; oliveti; 26,7 mq/ha; castagneti da frutto: 22,9 mq/ha; mais: 20 mq/ha;
cereali e foraggere avvicendate: 16 mq/ha; bosco, pascolo, pascolo cespugliato e arborato: 5,3 mq/ha.
222

In primo luogo, si richiama per lennesima volta lubicazione del tenimento


paretano in un comprensorio aversano-giuglianese, il quale versa condizioni cos
critiche dal punto di vista del consumo di suolo vergine che pure il pi recente
innocuo stabile costruito in aperta campagna pu divenire un elemento di grave
disturbo per la corretta percezione collettiva di un paesaggio.

In secondo luogo, nellottica di Parete, la scelta di riconsentire la realizzazione


di fabbricati a scopo abitativo e lavorativo al di l di una zona a potenziale
inedificabilit come quella complementare alla citt pu essere gravemente
contraddittoria perch foriera di inopportune futuribili espansioni edilizie in
direzione degli stabili pi lontani, secondo uno schema trito e ritrito del minore
male possibile.

Fra

laltro,

sempre

per

Parete,

il

timore

che

vi

possa

essere

unintensificazione anche in una sezione come quella a meridione della Portella la


quale fino a oggi ha (per destino? per caso? per miracolo?) conservato una sorta
di illibatezza fondiaria143.

Perci, per entrambe le zone a est e a ovest del comune definite agricole dal
sottoscritto, alfine di evitare spiacevoli situazioni nel lungo periodo (come, ad
esempio, quella della casa rurale che passa dal padre bracciante al figlio avvocato),
si ribadisce instancabilmente la proposta di limitare la nuova edificabilit ai soli
annessi ovvero di procedere colladozione di un regime di inedificabilit assoluta
capace di chiarire allorigine come stanno le cose.

21.5 Con riferimento alle aree negate


Il PTCP, a pagina 276 della Relazione A1, definisce le aree negate come
distese urbane ed extraurbane prive di funzione univoca e contrassegnate perfino
da segni di degradazione. Nel tenimento di Parete, al momento dellapprovazione

143

Per fugare ogni dubbio su questultima affermazione, si ritiene che possa gi bastare la consultazione

dellimmagine 2.15.2 presente nel Tomo II della corrente trattazione.


223

del PTCP, ne sono risultate censite ben 41 per una superficie complessiva di 21,6
ettari, pari a 216.000 metri quadri.

Nella pagina 294 della summenzionata Relazione compare una catalogazione


delle aree negate in due tipi.
Le aree negate con potenzialit ambientale sono quelle della porzione extraurbana
di un territorio per le quali il PTCP propone interventi di ripristino dei caratteri
naturalistici preesistenti.
Le aree negate con potenzialit insediativa sono quelle site nella parte urbana o in
estrema prossimit con essa per le quali il PTCP ritiene possibile procedere
collindividuazione di una destinazione specifica, col recupero da uneventuale
situazione di degrado e colla realizzazione di stabili che, a seconda di quanto
prescritto dal PUC di turno, possono essere di natura prevalentemente abitativa
oppure no.

21.6

Con

particolare

riferimento

alle

aree

negate

con

potenzialit ambientale
Il colore arancione presente nellimmagine 21.6 (visibile nel Tomo II di questa
trattazione su Parete) evidenzia quelle aree negate di Parete per le quali il PTCP ha
proposto il ripristino dei caratteri naturalistici preesistenti.

Da notare come tali aree negate siano state individuate dal PTCP in relazione
al solo lato occidentale del comune. Ci si rivela di grande interesse perch
permette di escluderne il recupero per qualsiasi finalit insediativa (abitativa,
artigianale, commerciale, servizi).

A parte la specifica individuazione dei punti critici per mano del PTCP (che
indubbiamente si rif a tempi diversi e risponde a criteri non necessariamente
identici a quelli del sottoscritto), una cosa sembra essere certa: lapposizione di un
ulteriore tassello a conferma della destinazione agricola per la parte ovest del
paese.

224

21.7

Con

particolare

riferimento

alle

aree

negate

con

potenzialit insediativa
Il colore giallo presente nellimmagine 21.7 (visibile nel Tomo II di questa
trattazione) evidenzia quelle aree negate di Parete per le quali il PTCP ha proposto il
recupero per finalit insediative.

Entrando nel dettaglio, il sottoscritto afferma di condividere la svolta


insediativa suggerita per la sezione compresa fra il marciapiede est del segmento
nord della Circumvallazione e lestremo tratto settentrionale di via Bologna, nonch
per lo spazio esattamente sopra lo stadio comunale. Ci malgrado, a differenza del
PTCP che sembra lasciare un certo margine di scelta fra varie opzioni, egli ritiene
necessaria lesclusione della localizzazione abitativa e ribadisce quanto suggerito a
suo tempo: dare posto ad attivit di supporto allagricoltura e ad unit di servizi144,
in modo da evitare di consumare del suolo vergine a occidente del paese.

Per le aree negate individuate dal PTCP nellappezzamento incolto che sta
alle spalle del caseggiato di via Moravia e nei pressi dellintersezione viaria Giorgio
Amendola-Follerau-2 Agosto, invece, il sottoscritto non scorge alcuna forma di
affinit rispetto ai suoi suggerimenti e quindi ritiene inopportune le previsioni di
recupero a scopo insediativo avanzate dalla Provincia.
Innanzitutto

perch

spicca

una

duplice

contraddizione

rispetto

quanto

vagheggiato dal medesimo PTCP: entrambe le sezioni, infatti, stanno allinterno del
territorio aperto e rurale complementare alla citt per il quale lart. 44 delle
Norme prospetta perfino uno scenario di inedificabilit assoluta; inoltre, ciascuna di
esse sita estremamente a ridosso dei confini comunali, col rischio di dare
sciagurato seguito alle saldature edilizie coi centri vicini, cosa evidentissima
riguardo a Lusciano (via Moravia), ma anche rispetto a Giugliano in Campania
(paraggi dellintersezione viaria Giorgio Amendola-Follerau-2 Agosto): gli stabili
ricadenti nel tenimento partenopeo, in particolare, sono in numero cos consistente
da costituire oramai una sorta di appendice del nucleo abitato di Parete

145

144

Per ragguagli aggiuntivi si rimanda ancora una volta ai paragrafi 11.1 e 11.2 del corrente tomo.

145

Per fugare ogni dubbio su questultima affermazione, si ritiene che possa gi bastare la consultazione

di prodotti informatici come Google Maps o Google Earth.


225

In secondo luogo, si desidera ricordare che il terreno incolto che sta alle spalle del
caseggiato di via Moravia sorge esattamente ai bordi dellalveo Spierto. Quindi,
anzich sforzarsi di evitare un ulteriore episodio di degrado idrogeologico, il PTCP
suggerisce la prospettiva opposta.
Tenendo conto dei suddetti rilievi, lautore si permette di ribadire le destinazioni
duso suggerite: agricola (semina e raccolto di derrate) il suolo alle spalle del
caseggiato di via Moravia146; realizzazione di allestimenti temporanei di carattere
emergenziale

meno

per

lintersezione

viaria

Giorgio

Amendola-Follerau-2

Agosto147.

Neppure per le aree negate individuate dal PTCP lungo via della Repubblica e
la Circumvallazione il sottoscritto scorge alcuna forma di affinit rispetto ai suoi
suggerimenti e quindi ritiene inopportune le previsioni di recupero a scopo
insediativo avanzate dalla Provincia.
In primis, perch si ricrea una contraddizione rispetto a quanto vagheggiato dal
medesimo PTCP: entrambe le sezioni sono site allinterno del territorio aperto e
rurale complementare alla citt per il quale lart. 44 delle Norme prospetta perfino
uno scenario di inedificabilit assoluta.
In secundis, perch le due aree negate sono poste a occidente della linea di
demarcazione fra le porzioni prevalentemente urbana ed extraurbana di Parete
tracciata idealmente dallo scrivente e costituita dalla medesima Circumvallazione e
dal segmento sud di via Castagnola148.
Inoltre, larea negata lungo via della Repubblica ubicata accanto alla strada
costruita nellambito delle attivit dellEnte di Bonifica del Basso Volturno: quindi si
ritiene estremamente saggio non procedere a edificazioni vere e proprie, indirizzo
peraltro anche esaltato allinterno del PTR Campania.

In chiusura, per quanto concerne la campagna a sud del rione 167, il


sottoscritto esprime, almeno in linea di partenza, tutta la propria contrariet
rispetto alla relativa proposta PTCP poich unespansione dellurbe anche in

146

Per ragguagli aggiuntivi si rimanda ai paragrafi 12.2 e 12.3 del corrente tomo.

147

Per ragguagli aggiuntivi si rimanda al paragrafo 14.2 del corrente tomo.

148

Per avere unimmediata idea si rimanda il lettore allimmagine 10.1.1 visibile nel Tomo II della

presente trattazione.
226

questarea, specie se avente connotati prevalentemente abitativi, tenderebbe ad


avvicinare notevolmente ai confini col comune di Giugliano in Campania (NA).

227

228

Capitolo 22
I Comuni a cavallo di due ruoli: agenti migliorativi
ovvero concorrenti alla disgregazione del territorio
locale e sovralocale

22.1 Premessa
Questo capitolo stato scritto anzitutto per evidenziare alcuni margini di
manovra in sede di pianificazione urbanistica di cui usufruiscono i Comuni di Terra
di Lavoro pure in virt di quanto stabilito nei testi sovraordinati, quali il PTR e il
PTCP. Seguono, poi, un veloce richiamo normativo riguardante la competenza
urbanistica dei Comuni e la formulazione di un paio di specifici auspici dellautore
per il paese di Parete.

22.2 Talune crepe che stanno aperte in seno alle previsioni


PTR e PTCP
Da quanto appare scritto nei capitoli 20 e 21, e rimanendo strettamente
nellambito casertano, possibile ricavare limpressione che i Piani Urbanistici
Comunali non sono soggetti alla sola volont delle autorit locali, ma che essi
devono seguire le indicazioni delle pianificazioni territoriali sovraordinate a livello
provinciale e su scala regionale. Ad esempio, resta innegabile che lapprovazione
definitiva del PUC da parte del Consiglio Comunale non pu avvenire senza una
dichiarazione di conformit rilasciata dallente Provincia149.

Ci, per, non implica una totale sottomissione dei Comuni, ma lascia a
questultimi, collesclusione dellesistenza di specifici vincoli, dei margini di

149

A riguardo, si rimanda al procedimento di formazione del PUC descritto nella nota 96 di questo Tomo

I.
229

programmazione ancora significativi, i quali effetti tendono ad amplificarsi nel caso


di tenimenti dallestensione esigua.

Nellintroduzione al documento di piano del Piano Territoriale Regionale della


Campania (PTR), ad esempio, appare la seguente frase: il carattere strategico del
PTR va inteso come ricerca di generazione di immagini di cambiamento, piuttosto
che come definizioni regolative del territorio. La parola ricerca, in particolare,
sembra essere stata appositamente usata per confermare il carattere non
totalmente vincolante della pianificazione regionale e quindi questo spiega anche la
scelta del sottoscritto di citare ogni volta il PTR ricorrendo a verbi come suggerire
e proporre.

Per quanto si sia cercato di angustiare (ad esempio, dando valore veramente
obbligatorio al limite massimo di dimensionamento per fini abitativi) i margini di
manovra per gli enti locali, anche il Piano Territoriale di Coordinamento della
Provincia di Caserta (PTCP) non li ha azzerati del tutto.
Col comma 3 dellart. 65 delle Norme, infatti, data possibilit a ciascun Comune di
espandere la propria parte urbanizzata anche a discapito dei suoli agricoli, a
condizione che sia dimostrata limpossibilit di soddisfare le nuove esigenze
utilizzando gli spazi gi edificati, incluse le aree negate con potenzialit
insediativa150. Il criterio dellubicazione in prossimit della porzione urbana, per
lesattezza, se rispondente da un lato a principi di buon senso, specie nel caso di
Parete pu rappresentare una preoccupante svolta in negativo.
Il comma 2 dello stesso articolo, peraltro, consente ai PUC di poter riconfermare in
zona agricola gli insediamenti abitativi e non abitativi preesistenti alla loro entrata
in vigore, ma a patto di effettuare degli interventi riqualificativi151.

150

Qualunque nuovo impegno di suolo rurale e aperto consentito esclusivamente a condizione che si

dimostri limpossibilit di soddisfare le nuove esigenze allinterno del territorio gi urbanizzato e


insediato, comprensivo delle aree negate con potenzialit insediativa e degli aggregati urbani malsani o
insicuri nel territorio urbano dimpianto recente; (). In tal caso la nuova urbanizzazione va prevista in
adiacenza al preesistente territorio urbano e configurata in modo da occupare nella minima misura
possibile la superficie del territorio rurale e aperto. ().
151

() nel territorio rurale ed aperto () possono essere confermate quelle [attivit] residenziali e

produttive oggi esistenti per le quali, comunque, vanno stabiliti specifici criteri di riqualificazione. .
230

Il comma 3 dellart. 77, a sua volta, appare al lettore non meno ambiguo poich per
ciascuna area negata con potenzialit ambientale viene associato sia il recupero
ambientale e paesaggistico in senso stretto sia la possibilit di eseguire della
forestazione urbana152. Questultima espressione, poi, lascia ben poco tranquilli
perch a dispetto delle pur encomiabili descrizioni potrebbe tradursi concretamente
solo nella realizzazione di un classico parco pubblico attrezzato.

Con riferimento a Parete, quindi, non ci vorrebbe molto per perseguire lo


sfacelo del territorio locale. In primis, basterebbe mettere assieme lulteriore
espansione ipoteticamente consentita dellabitato e le direttrici lungo le quali sono
adesso site le unit extragricole esistenti.
Nel contempo, in sede di formazione del PUC, lo stesso Comune potrebbe
pianificare

il

recupero

delle

aree

negate

con

potenzialit

ambientale

eventualmente individuate a ovest del tenimento classificandole come standard


urbanistico allo scopo di localizzarvi un giardino, unarea giochi per bambini o,
peggio ancora, una struttura sportiva vera e propria (campi di calcio, piste
datletica, velodromi, piscine, ecc.).

Ma cosa ne sarebbe esattamente di Parete, se la locale Amministrazione agisse


nel modo appena delineato?
Lallargamento continuo della fascia urbanizzata (per stabili di ogni tipo), purtroppo,
tenderebbe a dare ulteriore legittimit a quellinopportunissima frantumazione
paesaggistica, ambientale, storica, culturale ed economica che gi adesso si
scorge a ridosso dei confini con Lusciano, a sud di via M.T. di Calcutta e del rione
167, a ovest di via Castagnola e della Circumvallazione e ostacolerebbe quei
necessari abbattimenti e ripristini a favore della semina e del raccolto di derrate
suggeriti a suo tempo dal sottoscritto153.
A sua volta, la catalogazione delle aree negate con potenzialit ambientale come
standard costituirebbe un indubbio esercizio di ipocrisia poich verrebbe meno la
complessiva valorizzazione di tutta la zona a ovest del paese legata al settore
primario, mentre si procederebbe col mero assecondamento di future mire edilizie
e/o di qualche piano di lottizzazione eventualmente gi approvato o da approvare.
152

Il Ptcp promuove: il recupero ambientale e paesaggistico delle aree degradate, anche mediante il

ricorso a interventi di forestazione urbana; ().


153

Per ragguagli aggiuntivi si rimanda ai paragrafi 12.2, 12.3, 13.2, 13.3 e 13.4 del corrente tomo.
231

Tornando a generalizzare, va osservato come sembri emergere un quadro


contraddittorio delle previsioni PTCP che se da un lato esaltano la destinazione
rurale e ad economia agricola delle aree inedificate, dallaltro lato non pongono ai
Comuni dei paletti insormontabili circa future espansioni della parte antropizzata
per motivi extragricoli, incrementi che potrebbero divenire fonte di rischio per
eccellenza

in

mancanza

di

reale

collegamento

con

qualsiasi

strategia

di

localizzazione subregionale.

Ovviamente, per, occorre anche chiarire che le Norme PTCP:

impongono ai Comuni delle soglie massime di dimensionamento abitativo


(stabilite per ogni ambito insediativo di appartenenza), ma non di
raggiungere questultime giocoforza;

consentono ai Comuni di allargare le preesistenti aree gi utilizzate per


motivi artigianali e di servizi, ma premettono anche unattenta verifica del
fabbisogno presumibile, il ricorso a parti non sfruttate dei nuclei ASI e delle
aree negate con potenzialit insediativa e comunque mai costringono
gli enti locali a impermeabilizzare del nuovo suolo agricolo;

danno facolt ai Municipi di lasciare al loro posto tutti quei punti urbanizzati
in aperta campagna, ma non trasmette ordini tassativi a riguardo.

In questa triplice ottica, allora, va ancora una volta sottolineato che le varie
proposte di riordino urbanistico del territorio di Parete esposte dallautore anzitutto
nei capitoli dal 10 al 15 non perdono in credibilit, anzi vero lopposto.

22.3 Veloce richiamo normativo circa la competenza urbanistica


dei Comuni. Due auspici particolari del sottoscritto per Parete
Tenendo conto di quanto osservato nel passato paragrafo, appare in tutta la
sua limpidezza il bivio in cui si trova ogni Municipio che gestisce un tenimento
annoverante gravi problemi di consumo di suolo vergine come quello di Parete: o
diviene un agente migliorativo oppure concorre alla disgregazione definitiva del
territorio locale e, per estensione, dellintera subregione circostante.

232

Nello specifico caso di Parete, si pu sostenere che lAmministrazione


Comunale pu giocare il ruolo di agente migliorativo solo indirizzando il riordino
urbanistico in precise direzioni:

circoscrivendo lantropizzazione extragricola prevalentemente a est, senza


per alcun aumento della saldatura edilizia in direzione di Lusciano e
Giugliano;

procedendo con labbattimenti di stabili, le de-impermeabilizzazioni e le


riconversioni fondiarie in diverse parti della superficie comunale, secondo i
punti individuati e le necessit evidenziate innanzitutto nei capitoli dal 10 al
15.

Insomma,

(magari

usando

unimmediatezza

espressiva

capace

di

far

rabbrividire gli esperti del Diritto), pacifico affermare che lultima parola su una
pianificazione urbanistica spetta ai Comuni e ci si spiega in virt di una doppia
investitura giuridica. La prima deriva dallart. 14 comma 27 della Legge n. 122 del
2010

154

154

che annovera fra le funzioni fondamentali degli enti locali proprio la

Ferme restando le funzioni di programmazione e di coordinamento delle regioni, loro spettanti nelle

materie di cui allarticolo 117, commi terzo e quarto, della Costituzione, e le funzioni esercitate ai sensi
dellarticolo 118 della Costituzione, sono funzioni fondamentali dei Comuni, ai sensi dellarticolo 117,
secondo comma, lettera p), della Costituzione:
a) organizzazione generale dellamministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo;
b) organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di
trasporto pubblico comunale;
c) catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente;
d) la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonch la partecipazione alla
pianificazione territoriale di livello sovracomunale;
e) attivit, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi
soccorsi;
f) lorganizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e
la riscossione dei relativi tributi;
g) progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai
cittadini, secondo quanto previsto dallarticolo 118, quarto comma, della Costituzione;
h) edilizia scolastica, per la parte non attribuita alla competenza delle province, organizzazione e gestione
dei servizi scolastici;
i) polizia municipale e polizia amministrativa locale;
233

pianificazione urbanistica ed edilizia. La seconda discende direttamente dallart. 5


della Costituzione Italiana in cui effettuato il riconoscimento delle autonomie
locali, ovviamente per le prerogative affidate a questultime.

Se dunque la competenza urbanistica , infine, riconducibile agli enti locali,


diventa indubbiamente comprensibile la facilit con cui essi possono concretizzare il
consumo di suolo vergine. Con particolare riferimento a Parete, allora, per quanto
non del tutto risolutivi e per quanto forse capaci di suscitare nel lettore dei
prevedibili sentimenti di perplessit ovvero di disappunto, lautore si sente di
formulare i seguenti due auspici.

In primis, per un principio di umanissima prudenza (e non di sorda malafede),


sarebbe quanto mai essenziale che i movimenti partitici del paese escludessero
dalle loro liste dei candidati alla sindacatura e alla consiliatura comunale ogni profilo
dei

mestieri

delle

professioni

riconducibili

al

settore

edilizio

(a

partire

dallingegnere, dal geometra e dallarchitetto di turno)155. Difatti occorrerebbe


sempre tenere a mente il ruolo semplicemente strumentale del mattone e delle
infrastrutture sia nei confronti degli altri comparti economico-lavorativi (su tutti,
lagricoltura e la manifattura in genere) sia in rapporto ad un bisogno abitativo che
in genere avvertito una volta nella vita. Di conseguenza, le trasformazioni di un
territorio non possono venire subordinate soltanto a delle comprensibilissime
problematiche occupazionali di un unico comparto, per di giunta antieconomico,
che riprendono quota dopo la firma di ciascun progetto di costruzione ovvero
lultimazione delle attivit in cantiere.

In secundis, sempre per un principio di umanissima prudenza, sarebbe


auspicabile che ogni persona esercitante un mestiere o una professione del settore
edilizio decidesse volontariamente di autoescludersi dal locale elettorato passivo
(cio dal gruppo di coloro che aspirano ad una qualsiasi carica elettiva municipale).
Un gesto del genere, fra laltro, costituirebbe un generoso indizio di delicatezza nei
riguardi della gestione del tenimento comunale.
l) tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici nonch in
materia di servizi elettorali e statistici, nellesercizio delle funzioni di competenza statale..
155

A tal riguardo, purtroppo, non sfugge la presenza, gi nel corso del 2015, di profili professionali tipici

del settore edilizio fra Sindaco e Consiglio Comunale di Parete.


234

A margine del paragrafo, e a scanso di equivoci, il sottoscritto precisa di non


stare sostenendo la tesi di una macchina burocratica locale privata di Uffici Tecnici e
quantaltro di simile, altrimenti sarebbe il caos. Bens egli evidenzia la necessit che
la rappresentanza istituzionale del posto sia espressione anzitutto di finalit di
sfruttamento veramente economico del territorio, cosa che, nel caso di Parete,
deve essere fatta corrispondere alla semina e al raccolto di derrate agricole.

235

236

SEZIONE A5 Uno scenario alternativo legato al


riordino urbanistico di Parete

237

238

Capitolo 23
Eventuale concentrazione di attivit prevalentemente
artigianali in corrispondenza dellattuale rione 167 (con
probabile riconversione fondiaria di codesta sezione
urbana)

23.1 Premessa
Questo capitolo, forse, non avrebbe dovuto mai vedere la luce perch in esso
insito il pericolo che il lettore possa andare in confusione rispetto alla zonizzazione
territoriale di Parete tracciata dal sottoscritto nei capitoli 10, 11, 12, 13 e 14 del
corrente Tomo I. Volendo quindi porre al riparo laltrui persona, sinvita a
immaginare i paragrafi a seguire come una sorta di parentesi in cui viene
accennato

uno

lindividuazione

scenario
di

alternativo

unipotetica

di

riordino

urbanistico

concentrazione

che

artigianale

comprende
proprio

in

corrispondenza dellodierno rione 167.

23.2 Prime considerazioni: dal Regio Decreto n. 1265 del 1934


allipotesi di una concentrazione artigianale paretana proprio in
corrispondenza dellattuale rione 167
In merito alla presenza di unit artigianali (dedite alla produzione e/o
allofferta di servizi)156 nel territorio comunale di Parete non si pu non partire da
quanto desumibile dallinterpretazione dellarticolo 216 del Regio Decreto n. 1265
del 1934. Per lesattezza, tale norma, pur delineando lo scenario di attivit insalubri

156

La distinzione fra produzione artigianale e servizio artigianale presente in diversi punti del

corrente Tomo I e serve al sottoscritto per distinguere i momenti propriamente manifatturieri da quelli che
non lo sono; ad esempio, una piccola falegnameria (produzione) da un autolavaggio (servizio). Di
conseguenza, si precisa che per servizio artigianale viene qui intesa ogni attivit giammai basata su un
prevalente o esclusivo sforzo intellettuale come quello di un impiegato dufficio.
239

di prima classe e di seconda classe stanziabili fuori dal centro abitato, lascia
importanti margini di manovra residui: quelle di seconda, infatti, possono
rimanere nella cintura urbana dietro ladozione di speciali cautele da parte
dellautorit preposta (ad esempio, imponendo lapertura e la chiusura dei locali in
determinati orari per evitare la reiterazione di rumori che alla lunga potrebbero
essere percepiti come fastidiosi), mentre quelle di prima possono restare a patto
che limprenditore di turno riesca a dimostrare che ladozione di particolari
accorgimenti sia sufficiente a non danneggiare il vicinato (ad esempio, provando
che linsonorizzazione dei locali sia idonea a scongiurare la diffusione di rumori
molesti).

Cosa significa ci per un tenimento comunale di Parete di cui si vuole


preservare il profilo fisico, il patrimonio immateriale e un indirizzo economico
prevalentemente e realisticamente agricolo (semina e raccolto di derrate)? Due
cose. Da un lato, che, fatto salvo il requisito di salubrit (nonch la scorrevolezza
del movimento veicolare, almeno a parere del sottoscritto) e il rispetto delle
destinazioni urbanistiche vigenti, nulla impedisce anche ad unattivit artigianale di
situarsi allinterno del centro abitato. Dallaltro lato che, pur essendovi lesigenza di
una suddivisione territoriale per zone omogenee, nulla costringe unautorit
comunale ad individuare obbligatoriamente una zona D avente un prevalente
carattere artigianale-industriale.

Si desidera far capire questultimo passaggio con un paio di esempi. In una


data localit che assiste ad un calo di popolazione da trentanni, lindividuazione di
una zona C di espansione pu rappresentare fattivamente solo uninopportunit
tendente magari ad assecondare qualche immediato scopo speculativo (a riguardo,
basta un semplice cambio di destinazione!). In unaltra localit, dove invece tutti i
suoli sono saldamente occupati da allevamenti allaria aperta di bufali, pecore e
capre, lindividuazione di una zona D artigianale-industriale pu divenire solo una
forzatura nel merito, specie se accompagnata dallennesima recondita finalit
speculativa.

Seguitando con il ragionamento, lindividuazione a tutti i costi di una zona D


avente prevalente carattere artigianale-industriale potrebbe perfino prefigurarsi
come incostituzionale. Il razionale sfruttamento del suolo delineato dallart. 44 della

240

Carta, infatti, nel profilare dei limiti al godimento della propriet privata, sembra
lasciare spazi importanti di discrezionalit per la pianificazione urbanistica locale
anche per in termini inibitori. Comunque, pur non volendo giungere a scomodare
la Suprema Norma, resta evidente che i Comuni ognuno preso singolarmente
non possono farsi portatori di una crescita dellimpronta artigianale al loro interno
(grande o piccola che sia, salubre o meno) senza un adeguato inquadramento
nellambito della zona di appartenenza e, soprattutto, senza ununica strategia
almeno a medio raggio in grado di generare dei reali vantaggi per le popolazioni.

In parole povere, in una Parete di piccola estensione territoriale (5,7 kmq),


sovrappopolata (oltre 11.000 abitanti), ben distante da assi di comunicazione veri e
propri

(stazioni

ferroviarie,

autostrade,

porti,

aeroporti),

da

riordinare

urbanisticamente e da rilanciare economicamente in senso agricolo, la forzata


individuazione (inedita e/o reiterata) di unapposita zona artigianale-industriale
potrebbe rappresentare un azzardo capace di determinare potenzialmente danni. In
particolare, tale rischio tenderebbe a manifestarsi con seriet laddove la locale
Autorit decidesse di puntare a ovest del paese, in modo da avvalorare
unespansione urbana in una porzione che, seppure recando evidenti ferite, resta
per gran parte ancora miracolosamente inedificata.

Dunque, per una specifica sezione artigianale (nel senso di produzione


e/o servizi) a Parete non vi sarebbe nulla da fare? Ebbene, il sottoscritto ritiene
che una possibilit di insediamento vi sia, a patto, per, che venga
considerato esclusivamente il lato est del territorio comunale, cio quello
ampiamente

contrassegnato

dall'antropizzazione

extragricola.

Per

lesattezza, NELLESTREMO CASO in cui proprio non se ne potesse (o non se ne


volesse) fare a meno, lente municipale potrebbe promuovere una concentrazione
in corrispondenza dellattuale rione 167.

23.3 Descrizione dellipotetica concentrazione artigianale


Uneventuale

concentrazione

di attivit

prevalentemente

artigianali

in

corrispondenza dellattuale rione 167 potrebbe poggiare su degli iniziali nuclei A e

241

B dotati di unestensione di circa 20.000 metri quadrati a testa (almeno secondo


calcoli comunque approssimativi effettuati tramite software Google Earth).
Da precisare come la loro collocazione avverrebbe ad almeno 100 metri da quelle
che diverrebbero le costruzioni pi vicine: da ovest a est, la svolta verso sud di via
Cupa Rosolina, la casa comunale, i caseggiati oltre via 2 Agosto ricadenti nel
tenimento di Giugliano in Campania (NA).

Lesigenza di rispettare la salubrit del vicinato, in particolare, potrebbe


suggerire di far localizzare gli insediamenti potenzialmente pi dannosi nel nucleo B
che, dei due, quello proteso maggiormente verso mezzogiorno.

Inoltre, si potrebbe pensare alla definizione di un nucleo C, ubicato


ulteriormente in direzione sud, in modo da ospitare un maggior numero di unit
ovvero da tenere in posizione ancor pi isolata dal caseggiato paretano le attivit
pi dannose.

Infine, potrebbe essere delineata anche una sorta di cuscinetto allinterno del
quale vietare anzitutto ogni edificazione avente prevalente scopo residenziale e in
grado di circondare i nuclei A, B e C da nord e da est157.

In maniera assai comprensibile, non sfugge che il raggiungimento di tale


assetto dovrebbe passare attraverso labbattimento di tutti gli stabili attualmente
presenti nellarea 167 e nei pi immediati paraggi, nonch attraverso un molto
probabile

adeguamento

infrastrutturale

(sede

stradale,

fogne,

impianto

illuminazione, ecc.). Sarebbe altres indispensabile che lamministrazione comunale


di Parete procedesse colleventuale blocco di ogni altro progetto edilizio con finalit
differenti da quella qui proposta.

Le immagini 23.3.1, 23.3.2 e 23.3.3 (collocate nel Tomo II della corrente


trattazione del sottoscritto) provano a supportare visivamente quanto appena
suggerito.

157

La parola cuscinetto non va presa alla lettera pensando a chiss cosa. Si propone, quindi, di adibire

questa porzione a standard urbanistico.


242

23.4 Motivazioni che hanno spinto a proporre tale localizzazione


e ulteriori precisazioni
La proposta del sottoscritto di localizzare delle attivit prevalentemente
artigianali (nel senso di produzione e/o servizi) in corrispondenza dellattuale
rione 167 non frutto di improvvisazione, ma risponde a precise motivazioni che si
aggiungono alla fondamentale necessit di limitare lantropizzazione extragricola
soprattutto alla parte est del territorio comunale.

In primis, v la ragione di sfruttare unarea che, malgrado la crescente


urbanizzazione perpetrata fin dagli anni Ottanta del XX secolo, continua a
mantenere un certo visibile distacco dal restante centro abitato; da un lato per la
particolare

ubicazione,

dallaltro

lato

per

via

di

un

modello

abitativo

prevalentemente a scopo speculativo e popolare.

In secundis, perch labbattimento di tutti gli stabili ora ubicati nel rione 167 e
nei paraggi circostanti potrebbe implicare un alleggerimento dalla pressione
demografica

su

scala

comunale

e,

di

riflesso,

una

minore

propensione

allantropizzazione extragricola per mano dei residenti.


A tale proposito, per, qualcuno potrebbe far presente che le precedenti proposte
del sottoscritto di alzare gli indici di fabbricabilit fondiaria per le aree GaribaldiMagenta-Vittorio Emanuele II fino a p.za del Popolo (paragrafo 10.4 del corrente
Tomo I) e per la fascia urbana restante (paragrafo 10.5) verrebbero a essere
pregiudicate laddove il taglio di abitanti spingesse i Paretani al di sotto delle
diecimila unit e, di conseguenza, il limite massimo proprio dellIFF a soli 3 mc/mq,
in virt di quanto desumibile dal punto 1.5, titolo II, dellAllegato 1 della Legge
Regionale Campania n. 14 del 1982. Tuttavia, occorrerebbe ricordare pure che i
richiamati aumenti dei volumi edificatori nelle due suddette zone abitative sono
stati formulati e per circoscrivere il consumo di suolo stimolando innanzitutto la
verticalit degli edifici e per un rilancio significativo del paese anche in chiave
agricola, finalit valide in misura separata dal numero di gente che vive in effetti158.
158

Bisogna anche ricordare come il medesimo punto 1.5, titolo II, Allegato 1 delle L.R. Campania n. 14

del 1982 riconosca la possibilit di seguire un approccio derogatorio in sede di pianificazione urbanistica
rispetto ai limiti massimi degli indici di fabbricabilit fondiaria. Vale, in particolare, rimenzionare il
seguente passaggio testuale: Eventuali prescrizioni dello strumento urbanistico che si discostino dai
243

In terzo luogo, va precisato come la concentrazione artigianale cos come


concepita dal sottoscritto non dovrebbe mai avere un carattere propulsivo, ma, in
principio, soltanto quello di radunare quelle attivit che, eventualmente, ora si
affacciano e sono destinate ad affacciarsi a stretto giro di posta, sulla p.le 33 e sul
lato ovest della Circumvallazione, sul prolungamento ovest di via della Repubblica e
sulla strada p.le Tre Ponti, nonch sulle strade rurali Portella, Cupa e Vicinale della
Rotonda. Di conseguenza, lestensione ad altri soggetti probabilmente siti nella
parte est del paese ed altre unit novelle varrebbe a partire da un momento
successivo e in ragione degli spazi forse ancora disponibili.

In questo senso, limmagine 23.4.1 del Tomo II aiuta a comprendere la


gabbia ideale in cui tale concentrazione sarebbe chiusa e che sarebbe
rappresentata da via Giorgio Amendola (pressi municipio), dai confini comunali e
dallultimo tratto di via Cupa Rosolina.
Da puntualizzare soltanto che lesclusione dal ruolo di gabbia della strada
asfaltata sita a occidente di via Castagnola nasce dalla considerazione che essa va
ancora concettualmente inquadrata in quella infrastrutturazione a scopi irrigui
realizzata a Parete negli anni Ottanta e riconducibile allEnte di Bonifica del Basso
Volturno.

Con realismo, comunque, non ci si illude che la concentrazione come


presentata nel precedente paragrafo possa dare spazio ad ogni tipo di attivit
artigianale possibile. Ad esempio, considerata la posizione rispetto alla viabilit
comunale (per ogni chiarimento a riguardo basta guardare il paese dall'alto con
Google Maps o Google Earth), essa difficilmente ospiterebbe depositi di tir e simili,
mentre favorirebbe lubicazione di piccoli opifici di falegnameria, di trattamento del
ferro e di elettrauto. Ci nonostante, per agevolare almeno il movimento veicolare
in entrata o in uscita, potrebbero rivelarsi opportuni un allargamento verso
occidente della carreggiata di via 2 Agosto e/o un suo prolungamento verso
mezzogiorno,

nonch

(ovviamente)

unadeguata

organizzazione

delle

intere

superfici coinvolte (numero ed estensione dei lotti, numero e larghezza delle strade

[prestabiliti] valori devono essere specificatamente motivate, sia sotto il profilo dei costi insediativi e di
urbanizzazione, sia sotto il profilo della qualit di paesaggio urbano risultante..
244

che si immettono). Sul tema, ogni lettore invitato a consultare limmagine 23.4.2
del Tomo II.

Leventuale definizione di una concentrazione a carattere prevalentemente


artigianale non dovrebbe mirare neppure al soddisfacimento aggiuntivo di scopi
residenziali per il titolare di turno. Ecco perch il sottoscritto riterrebbe altres
indispensabile la limitazione delle possibilit insediative allo specifico svolgimento di
mansioni. Il resto (dalla superficie copribile sul lordo fino alladozione o meno di
costruzioni in muratura), infine, spetterebbe ai relativi regolamenti edilizi.
Rispetto a quanto appena proposto, potrebbero essere riconosciute delle eccezioni
solo per la realizzazione di locali adibiti ad ufficio e/o guardiania: per questultimi,
per, onde evitare ogni equivoco futuro, diverrebbe saggio consentire il ricorso a
strutture non fisse e, possibilmente, non in muratura.

23.5 Impatto di unipotetica concentrazione artigianale in


corrispondenza dellattuale rione 167 rispetto alle proposte del
sottoscritto di: zonizzazione generica del comune, estensione della
fascia urbana restante, ampiezza della zona agricola a est del
paese, movimento terra verso le parti da riconvertire per la semina e
il raccolto di derrate
Uneventuale decisione dellAmministrazione Comunale di Parete di localizzare
proprio in corrispondenza dellattuale rione 167 una concentrazione artigianale
tenderebbe inevitabilmente a influenzare la ripartizione in aree omogenee del
territorio, nonch la grandezza di alcune di esse.

Limmagine 23.5.1, presente nel Tomo II di questa trattazione curata dal


sottoscritto, mostra limpatto rispetto alla proposta di zonizzazione generica che,
quindi, consterebbe di una parte in pi.

Limmagine 23.5.2, visibile nel Tomo II, cerca di dare unidea aggiornata
delle riconversioni fondiarie da effettuare a vario titolo in tutto il tenimento
paretano.

245

Le immagini 23.5.3 e 23.5.4, visibili nel Tomo II, danno idea della contrazione
della fascia urbana restante da cui, logicamente, sarebbe escluso tutto il rione
167.

Le immagini 23.5.5 e 23.5.6, pubblicate sempre nel Tomo II, evidenziano una
duplice modifica della grandezza della zona agricola a est del comune proprio
allaltezza del rione odierno 167: una diminuzione verso mezzogiorno (che per si
concretizzerebbe solo se la concentrazione raggiungesse lampiezza massima
ipotizzata in questo capitolo, in corrispondenza del citato nucleo C) e un aumento
verso

ponente.

Da

riportare

velocemente

come

questultimo

genererebbe,

implicitamente, unaltra zona cuscinetto in direzione della svolta verso sud di via
Cupa Rosolina.

Per rinfrescarsi la memoria circa lestensione originaria della zona agricola


presso il rione 167, comunque, sinvita a riconsultare limmagine 12.1.6.

Limmagine 23.5.7 del Tomo II, poi, permette di avere una cognizione
complessiva dei punti siti allinterno e nei paraggi della 167 da destinare alla
riconversione

fondiaria

per

scopi

agricoli

ovvero

da

recuperare

per

la

concentrazione artigianale.

Infine, limmagine 23.5.8 del Tomo II prova a far emergere lipotesi alternativa
di movimento di terra dalle parti del comune edificate a quelle per le quali il
sottoscritto ha proposto la riconversione a scopo agricolo. Nel dettaglio, si pu
notare un possibile spostamento di terreno anche dalla parte sud ovest della 167.

23.6 Condizioni al verificarsi delle quali il sottoscritto ritiene


opportuno il suggerimento PTCP di recupero a scopo insediativo
delle aree negate a sud dellodierno rione 167
Nel paragrafo 21.7 di questo Tomo I, il sottoscritto ha evidenziato lassoluta
inopportunit di un recupero a scopo insediativo delle aree negate a sud del rione
167. Difatti, il suggerimento in tal senso elaborato dal Piano Territoriale di
Coordinamento della Provincia di Caserta appare in netta controindicazione colle
246

stesse Norme PTCP di evitare la densificazione edilizia nelle sezioni comunali di


confine, come la specifica, a quattro passi dal tenimento di Giugliano in Campania.

Ci malgrado, mettendo da parte lesatta collocazione delle linee gialle


allinterno dello stralcio della tav. C1.1.8 denominata Assetto del territorio. Tutela
e trasformazione, si potrebbe accettare lidea di un recupero insediativo al solo
verificarsi di due condizioni: a) la realizzazione di unipotetica concentrazione
artigianale da parte dellAmministrazione Comunale in sostituzione dellattuale
intero abitato del rione 167; b) unestensione massima di tale concentrazione da
ottenere, almeno a modesto avviso di chi scrive, procedendo esattamente verso
mezzogiorno (fino al nucleo C evocato in precedenza).

Limmagine 23.6 visibile nel Tomo II del sottoscritto riporta lo stralcio della
suddetta tav. C1.1.8 elaborata in occasione della redazione e approvazione del
PTCP.

23.7 Cenni ad accorgimenti normativi rispetto alleventuale


concentrazione artigianale
Logicamente la trasformazione dellattuale rione 167 in una concentrazione
artigianale non potrebbe essere affidata al puro caso, ma dovrebbe seguire un
percorso giuridico e fattivo ben preciso. Per quanto concerne laspetto normativo, il
sottoscritto ritiene che non si possa trascendere dalle approvazioni di un Piano
Urbanistico Comunale, di un correlato Piano Attuativo e di un procedimento
espropriativo.

Sul tema, allo scopo di evitare inutili ripetizioni che appesantirebbero la lettura
altrui, si rimanda a quanto scritto nel capitolo 17 di questo Tomo I (con
comprensibile eccezione dei paragrafi 17.7 e 17.11) passando subito avanti.

Per quanto concerne il meccanismo formale volto a disciplinare linsediamento


delle varie unit, va evidenziata leventuale estrema utilit di un vero e proprio
bando di selezione. Ci malgrado, da ribadire quanto messo nero su bianco nel
paragrafo 23.4: dato che la concentrazione artigianale non dovrebbe mai avere
247

un carattere propulsivo, la scelta dovrebbe anzitutto privilegiare quelle attivit che


ora si affacciano e sono destinate ad affacciarsi a stretto giro di posta sulla p.le 33 e
sul lato ovest della Circumvallazione, sul prolungamento ovest di via della
Repubblica e sulla strada p.le Tre Ponti, nonch sulle strade rurali Portella, Cupa e
Vicinale della Rotonda. Di conseguenza, lestensione ad altri soggetti probabilmente
siti nella parte est del paese e ad altre aziende novelle varrebbe soltanto in un
secondo momento e/o in ragione degli spazi forse ancora disponibili.

Tradotto in poche parole. Se

il meccanismo di selezione si basasse

sullattribuzione di punteggi, sarebbe indispensabile attribuirne di pi a quelle


attivit che, ad esempio, ora appaiono localizzate a ovest della Circumvallazione.

Se valesse anzitutto il criterio di favorire lubicazione delle imprese sparigliate


a occidente di Parete, poi, si potrebbe pensare anche alla definizione di oneri di
urbanizzazione quanto pi bassi possibili, in modo da rendere maggiormente...
digeribile un loro spostamento.

Infine, un ipotetico bando, sempre tenendo a mente le eventuali disposizioni


normative in materia, dovrebbe prevedere anche una localizzazione regolata da
affitti, allo scopo di scoraggiare una formazione di proprietari che, in numero
cospicuo, potrebbero altrimenti tentare, in un modo o nellaltro, di favorire il
cambiamento della destinazione duso: da artigianale ad altre non opportunamente
compatibili colla riconversione fondiaria paventata in questo capitolo159.

23.8 Un secondo ammontare dei punti del territorio paretano da


sottoporre a interventi di riconversione fondiaria alla luce di un
riordino urbanistico alternativo

159

A questo punto, dopo aver letto lintero paragrafo, qualsiasi persona potrebbe ritenere il Piano di

Insediamento Produttivo (P.I.P.) come lunico strumento attuativo a cui ricorrere, data la percepibile
vastit dellintervento riqualificativo e la correlata inevitabilit di uniniziativa pubblica. E indubbiamente
il P.I.P. costituirebbe la probabilissima soluzione.
248

pacifico constatare che pi esteso sarebbe il riordino urbanistico di Parete e


pi punti da interessare alla riconversione fondiaria per vari fini (artigianali, agricoli,
ecc.) si assommerebbero.

In particolare, stando a quello che le immagini aeree di Google Earth fanno


percepire e con lINCLUSIONE, stavolta, di unipotetica concentrazione di attivit
artigianali (produzione e servizi) in corrispondenza dellattuale rione 167, gli
interventi di recupero potrebbero arrivare a coinvolgere 163 fra singoli fabbricati,
complessi multipiano e costruzioni a schiera, nonch 26 superfici160.

160

In realt, considerando gli episodi di consumo di suolo vergine dei primi mesi 2015 relativi alle

costruzioni di uno stabile abitativo nella parte nord di via Bologna, confliggente colla destinazione duso
proposta nel paragrafo 11.2, e di un altro fabbricato a cavallo del segmento sud di via Castagnola e della
strada dellEnte di Bonifica, mostrato nellimmagine 13.2.3, il totale potrebbe a salire fino a 165.
Conteggiando poi i vagheggiati abbattimenti di lunghissimo periodo delle due abitazioni che gi da tempo
saffacciano lungo il lato orientale del terzo tratto di via Vicinale Vecchia e di altri 6 fabbricati che da
qualche anno incombono direttamente sul versante est del segmento sud di via Castagnola, la somma
potrebbe addirittura spingersi fino a 183.

249

250

SEZIONE A6 Descrizione sommaria di scenari legati


allo spostamento di persone e attivit da Parete ad
altre zone

251

252

Capitolo 24
Cenni sul trasferimento in altre localit di abitanti di
Parete ora residenti in aree comunali che dovrebbero
essere riconvertite (a fini extragricoli ed agricoli)

24.1 Ladozione di intese in grado anzitutto di interessare


lente municipale di partenza (quello di Parete) e lente municipale
(o gli enti municipali) di arrivo
Per

quanto

il

sottoscritto

abbia

proposto

di

aumentare

ledificabilit

tendenzialmente in verticale sia per le aree Garibaldi-Magenta-Vittorio Emanuele II


fino a p.za del Popolo (paragrafo 10.4 del corrente Tomo I) sia per la fascia
urbana restante (paragrafo 10.5), rimane abbastanza plausibile lipotesi che un
vasto riordino urbanistico di Parete, volto non solo a stoppare definitivamente il
consumo di suolo vergine, ma anche ad estirpare una quota delleccesso di
insediamento extragricolo risalente allultimo quarto di secolo, possa determinare
pure lo spostamento in altro/i comune/i della residenza di numerose persone.

Lammontare di uneventualit simile, per, non facile da calcolare, almeno


in mancanza di dati esaurienti. Ci malgrado, in maniera enormemente grossolana,
e tenendo conto di quanto il sottoscritto ha percepito visivamente dalle immagini di
Google Earth (risalenti alla seconda met del 2014), si stima che il numero di
individui oscillerebbe fra 300/350 e 1.500, comprensivo di autoctoni, forestieri
acquisiti e stranieri pi o meno di passaggio. In buona sostanza, la discriminante
sarebbe rappresentata dalla realizzazione o meno di unipotetica concentrazione
artigianale (produzione e servizi) in corrispondenza dellattuale area 167, sulla
quale si ragionato nel precedente capitolo.

Ora, stando alle informazioni in possesso dellautore, una volta devoluto


lindennizzo per lespropriazione, nullaltro obbligo giuridico dovrebbe sorgere in
capo allAmministrazione di Parete nei confronti delle persone che trasferirebbero
altrove la propria residenza. Ci nonostante, qualcuno potrebbe chiedersi se, in

253

accompagnamento allazione espropriativa, al locale ente municipale non possa


essere riconducibile un residuo margine di manovra in modo da stimolare lo
spostamento in una direzione ovvero nellaltra.

Ebbene, allo scopo di alleggerire la pressione demografica e porre rimedio ad


un sovrappi di antropizzazione extragricola, non si reputa inverosimile ladozione
di intese in grado anzitutto di interessare lente municipale di partenza (quello di
Parete) e lente municipale (o gli enti municipali) di arrivo, magari anche per
offrire minori costi economici e sociali a carico del soggetto in procinto di
trasferirsi.

In particolare, appartenendo amministrativamente Parete alla provincia di


Caserta, il sottoscritto non riterrebbe impossibile ladozione di simili intese con
singoli Comuni della parte di Terra di Lavoro che conduce a settentrione,
eventualmente con il coinvolgimento delle autorit sovralocali necessarie (Provincia
di Caserta, Regione Campania, ad esempio). Daltro canto, alla lunga, dal novero
dei rimedi utilissimi per provare a realizzare una discontinuit degli insediamenti
nella continuit del verde161 non potrebbe mancare proprio la redistribuzione di
uomini e attivit verso zone ancora oggi poco interessate da fenomeni di
antropizzazione extragricola.

In merito agli strumenti giuridici sceglibili per raggiungere intese istituzionali,


si potrebbe ipotizzare il ricorso alla conferenza di servizi (che, in maniera
sommaria, indica unattivit di coordinamento fra le parti alfine di accelerare il
disbrigo delle formalit)162, al c.d. accordo di programma163 (che, sempre in
maniera sommaria, indica una concertazione che sfocia nelladozione di un atto
vincolante per le controparti) ovvero ai c.d. altri accordi accennati dallart. 15
della Legge n. 241 del 1990 che sembrerebbero lasciare alle figure coinvolte

161

uninteressantissima espressione che il sottoscritto ha individuato nel paragrafo 12.3.1 della

Relazione A1 del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta e che ha parzialmente
modificato per loccasione senza per volerne alterare il significato intrinseco.
162

Punto di riferimento normativo sono gli articoli 14 e segg. della Legge n. 241 del 1990.

163

Punto di riferimento normativo larticolo 34 del Decreto Legislativo n. 267 del 2000 (Testo Unico

delle Leggi sullOrdinamento degli Enti Locali).


254

significativi margini di manovra non effettuando particolari specificazioni, specie in


fatto procedurale.

24.2 Direzioni di spostamento supposte rispetto alla provincia di


Caserta
Una traslazione di abitanti di Parete verso aree settentrionali della provincia di
Caserta

sarebbe

giustificata

da

un

livello

di

antropizzazione

extragricolo

relativamente pi basso dellintera zona a nord di Napoli.

In particolare, sarebbe possibile immaginare due tipi di trasferimenti, aventi


caratteristiche e finalit differenti.

Da un lato, si potrebbe supporre uno spostamento in direzione di localit dove


a suo tempo stato scelto di ubicare anche delle aree industriali (Alife; Mignano
Monte Lungo; Teano; Tora e Piccilli; Vairano Patenora, Riardo e Pietramelara;
Sparanise, Calvi Risorta, Pignataro Maggiore e Pastorano; Capua e Vitulazio; San
Felice a Cancello, Maddaloni e Santa Maria a Vico), in modo da offrire anche una
potenziale possibilit in termini di impiego (come imprenditore o in qualit di
semplice subordinato)164.

164

Mettendo da parte ogni implicazione di natura occupazionale, va sottolineato come la proposta del

sottoscritto non sia campata in aria, ma si ponga anzitutto sulla scia del dimensionamento abitativo per il
periodo 2007-2022 tracciato nei capitoli 11 e 12 della Relazione A1 del Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale di Caserta (PTCP). Nel capitolo 11, in particolare, i comuni di Alife,
Mignano Monte Lungo, Teano, Tora e Piccilli, Vairano Patenora, Riardo, Pietramelara e Calvi Risorta
sono posti in tre ambiti insediativi (Piedimonte Matese, Mignano Monte Lungo e Teano) per i quali
stato stimato un fabbisogno di piano di 6.909 alloggi, che ben al di sopra dei 2.092 derivati da un
calcolo tendenziale (ossia legato alla mancanza di interventi correttivi volti a contenere il forte calo
demografico in atto in quelle parti di Terra di Lavoro).
Sempre nel capitolo 11, per lambito insediativo di Caserta viene stimato un fabbisogno abitativo di
piano che anchesso superiore a quello dello scenario tendenziale: 40.693 contro 31.750; per
lesattezza, va evidenziato come questultimo ambito annoveri altri comuni citati dal sottoscritto:
Sparanise, Pignataro Maggiore, Pastorano, Capua, Vitulazio, San Felice a Cancello, Maddaloni e Santa
Maria a Vico.
255

Dallaltro

lato,

se

invece

prevalesse

un

criterio

legato

alla

semplice

occupazione di tenimenti ancora ampiamente deurbanizzati in rapporto alla loro


estensione e al numero di abitanti residenti, si potrebbe immaginare, ad esempio,
una traslazione verso Villa Literno, Cancello ed Arnone, Grazzanise, Santa Maria La
Fossa, Francolise, Carinola, Falciano del Massico, Sessa Aurunca oppure la gi citata
Teano165.

Comunque, qualora gli enti coinvolti (almeno uno, ovviamente, dovrebbe


essere quello di Parete) decidessero di dare la precedenza alluno o allaltro criterio,
oppure ad entrambi sulla base di uno schema di complementariet, sarebbero
sempre

da

soppesare

anche

lesistenza

di

eventuali

vincoli

(paesaggistici,

Per lagro aversano, invece, basta appena scrivere che mentre il fabbisogno tendenziale ascende a 26.864
alloggi, quello di piano cala a 18.785.
Nel capitolo 12 della Relazione A1 del PTCP, i dati di piano per gli ambiti insediativi di Caserta,
Aversa e delle aree interne vengono intesi pure come prescrittivi (cio di cui occorre obbligatoriamente
tenere conto) rispetto alla redazione dei singoli Piani Urbanistici Comunali; nel dettaglio, va segnalato
come quelli dellAversano e del Casertano siano confermati, mentre quelli del Matesino e del Teanese
subiscono una contrazione a 5.757.
Passando alle Norme PTCP, il comma 3 dellart. 66, dotato anchesso di valore prescrittivo, ribadisce i
summenzionati dati di piano per gli ambiti di Aversa e Caserta, seppure con qualche arrotondamento
(rispettivamente 19.000 e 40.000 alloggi) e malgrado il riferimento a una fascia temporale pi ristretta:
2007-2018.
In poche parole, anche il PTCP delinea una redistribuzione della popolazione verso zone che ora sono
relativamente meno abitate in modo da porre rimedio alla formazione di ununica metropoli NapoliCaserta che include pure Parete. Per lagro aversano, per lesattezza, valgono le parole che appaiono a
pag. 271 della suddetta Relazione A1: ...porre un argine al processo di periferizzazione dellarea
metropolitana di Caserta rispetto alla spinta proveniente dal Napoletano, limitando quindi le
espansioni nellAversano dove invece concentrare interventi di riqualificazione del tessuto urbano
anzich di ulteriore espansione.
165

Pure Grazzanise, Santa Maria La Fossa, Francolise sono posti dal PTCP nellambito insediativo di

Caserta, per il quale della differenza in positivo fra fabbisogno di piano e quello tendenziale stato
scritto nella precedente nota.
256

idrogeologici, ecc.) in grado di rallentare larrivo di Paretani in varie localit


casertane166.

Le immagini 24.2.1 e 24.2.2 presenti nel Tomo II della corrente trattazione del
sottoscritto mostrano le direzioni di spostamento in altre parti di Terra di Lavoro
che sono state ipotizzate.

24.3 Direzioni di spostamento supposte rispetto al Napoletano


Fin qui, specie per facilitare la comprensione altrui, sono stati delineati degli
scenari di trasloco verso altre parti dellantica Terra di Lavoro, appartenendo
amministrativamente Parete a questa provincia. Tuttavia, in via esclusiva o
complementare, nulla impedirebbe (almeno in linea di partenza) di immaginare un
movimento verso mezzogiorno, cio verso lhinterland partenopeo.
A riguardo, due sono le direzioni che ci si permette di evocare rapidamente: verso
la vicina citt di Giugliano in Campania (NA) e verso Napoli.

Giugliano in Campania avrebbe dalla sua lestrema adiacenza a Parete e la


vastit della superficie comunale (quasi 17 volte superiore proprio a quella
paretana). Ci malgrado andrebbero messi sullaltro piatto della bilancia la
spaventosa urbanizzazione che lha caratterizzata negli ultimi decenni, nonch la
presenza di diverse e famigerate discariche nella zona nord ovest.

A favore dellipotesi di Napoli, invece, si porrebbero dati relativamente pi


certi. Da un lato, un visibile calo del numero di residenti che, dall1-1-1993 all1-12014, passato da 1.059.984 a 989.111. Dallaltro lato, la cospicua presenza di

166

Lo spostamento di Paretani verso una o pi zone del Casertano potrebbe far aumentare le probabilit di

consumo di suolo vergine da quelle parti. In virt di ci, qualcuno potrebbe chiedere conto al
sottoscritto dellipocrisia di cui si macchierebbe rispetto allinvocata integrit del territorio paretano. A
riguardo, egli replica che il suddetto consumo rimane un dato oggettivo ovunque esso appaia, ma che le
correlate ripercussioni negative sul piano paesaggistico, sociale, culturale ed economico (laddove sono
tolti spazi allagricoltura) potrebbero essere mitigate in singoli contesti ancora oggi contraddistinti dalla
bassa densit abitativa e/o da estensioni decisamente ampie.
257

circa 14.000 abitazioni che, stando almeno allultimo Censimento, restano vuote
oppure sono delle seconde o terze case.
A questultimo proposito andrebbe considerato lo stato di conservazione degli
edifici, nonch le svariate condizioni per accedere allacquisto ovvero allaffitto.
Escludendo ci, comunque, resterebbe innegabile unofferta di impiego e di servizi
(dal quotidiano al tempo libero) potenzialmente sbilanciata a favore del capoluogo
regionale e, logicamente, a sfavore della realt paretana.

24.4

Una

veloce

riflessione

fatta

in

linea

generalissima:

lurgenza assoluta di veder mutata la mentalit collettiva nei


confronti della casa
Uno dei principali ostacoli (se non quello pi importante) frapposto a un
auspicabile riordino urbanistico di Parete (ma anche di tantissime altre localit
campane e dItalia) sembra essere rappresentato indubbiamente dallapproccio
quasi sacramentale alla casa. Difatti, per gli insediamenti artigianali e industriali
la questione potrebbe ( comunque il caso di usare il verbo al modo condizionale)
anche porsi in termini decisamente meno rilevanti, data la pratica della dismissione,
unopzione assai tipica delle strategie aziendali.

La casa, insomma. Da tal punto di vista sono evidenti le responsabilit


umane dei gestori del potere di ogni forma e ad ogni livello (nonch legale o
illegale), del variegato personale collegato alledilizia (dal carpentiere allarchitetto)
e degli esponenti del mondo finanziario laddove quest'ultimo appare connesso al
mattone (dallimpiegato nellagenzia paesana di prestito fino allamministratore
delegato di banca). Al mesto elenco, per, va aggiunto lo stesso popolo (giovani,
famiglie ed anziani) che, col suo modo di pensare, , nel contempo, vittima e
untore di un sistema immobiliare pi che mai proteso ad assumere connotati
preoccupantemente estorsivi e minanti della serenit sociale.

In primo luogo, allora, tutti devono necessariamente ficcarsi in testa che, pi


della propriet, conta il diritto alla dimora, cio quello di avere almeno un posto
dove andare a dormire la sera.

258

In questo senso, ad esempio, la pratica dellaffitto non pu costituire un vero e


proprio salasso per il soggetto che vi ricorre, n tantomeno le istituzioni di ogni tipo
dovrebbero escluderla dal novero delle alternative utili a conseguire unottimale
gestione degli insediamenti abitativi allinterno di territori piccoli come quelli
comunali; difatti, le esigenze della vita potrebbero spingere una persona a spostarsi
pi di una volta da una localit allaltra e non sarebbe giusto mummificare tale
movimento, a maggior ragione se questultimo non fungesse da intralcio rispetto a
unaltra sacrosanta necessit: la preservazione dellintegrit fisica di un singolo
tenimento.

In secondo luogo, in virt di quanto appena scritto, tutti sono chiamati a


ficcarsi in testa che la casa non deve obbligatoriamente costituire uno dei pi
importanti scopi esistenziali, ma soltanto un investimento materiale al pari di tanti
altri. Da questultimo punto di vista, in particolare, il sottoscritto non capisce la
tendenza imperante oggi di impiegare il risparmio nel cemento dato che, ad
esempio, il sopraggiungere di delinquenza, degrado urbano e perfino di calamit
naturali possono determinare una perdita di valore non sempre recuperabile.

In terzo luogo, tutti devono necessariamente ficcarsi in testa che il possesso


fondiario

non

pu

automaticamente

tradursi

in

un

fantomatico

diritto

alledificazione della casa a proprio vantaggio (per abitarvi o addirittura per


venderla a terzi). Anzi, per lesattezza, neppure la Costituzione Italiana (la suprema
norma di questa Nazione) riconosce tale diritto: viceversa si fa riferimento a un
riconoscimento della propriet che, per, pu essere soggetta a limitazioni di
godimento se ci servisse a proteggere una generale utilit sociale (art. 42).

Insomma, indipendentemente dalla singola localit di turno, le autorit civili,


religiose e della strada, il personale edile, il ceto finanziario e lo stesso popolo
devono cominciare immediatamente a capire che il diritto di propriet abitativa
conta meno del diritto alla dimora che, a sua volta, conta meno del diritto alla
vivibilit in un territorio gestito in maniera opportuna, concetto, questultimo, che
pu essere associato alla citata nozione di utilit sociale.

259

260

Capitolo 25
Ipotesi di ubicazione ben distante da Parete di attivit
legate al commercio al dettaglio, ai servizi e allartigianato

25.1 Premessa
La gestione di un singolo tenimento comunale, se concepita in maniera
appropriata, sta agli antipodi della filosofia aggiungi un posto a tavola. Non
vero, infatti, che vi posto per tutti e per tutto, ma soltanto a determinate
condizioni e, comunque, fino ad un certo punto logicamente e oggettivamente
invalicabile.

Ci vale a maggior ragione nel caso di Parete che vanta una superficie di poca
estensione (5,7 kmq), una quantit relativamente sproporzionata di abitanti (oltre
undicimila) e una zona circostante peraltro gi pesantemente urbanizzata. In
particolare, occorre ribadire instancabilmente la necessit che il locale riordino
urbanistico avvenga in modo tale da circoscrivere lantropizzazione extragricola al
lato orientale (fatte salve alcune eccezioni verso occidente), agendo anche
attraverso eventuali riconversioni fondiarie, per finalit riconducibili ora alla zappa
e ora ad altro.

Venendo dritto al sodo. Se, per qualche miracolosa e fortuita circostanza, le


proposte

di

zonizzazione

dall'Amministrazione

del

Comunale

di

sottoscritto
Parete, una

fossero
volta

tradotte

raggiunto

in
il

realt

livello

di

saturazione a est, alle ditte di servizi e di artigianato che risulterebbero


numericamente in eccesso non resterebbe altra strada che unubicazione distante
dal paese.

25.2 Circa lubicazione lontano da Parete di attivit commerciali


al dettaglio e di servizi di piccola dimensione

261

A riguardo, il sottoscritto riconosce che non ha chiss quanto da proporre. Ci


malgrado, ritenendo altamente inopportuna lerosione gratuita di suolo vergine per
qualche pur dignitoso ristorante o per una qualsiasi rispettabile autoconcessionaria,
egli non si sente di escludere una localizzazione in centri maggiormente abitati e/o
estesi in termini di superficie, potenzialmente dotati di spazi di insediamento assai
ampi e/o di una pi vasta clientela rispetto alla singola realt di Parete, come, ad
esempio, Aversa (CE), Giugliano in Campania (NA), Caserta e Napoli167.

25.3 Circa lubicazione nelle aree ASI del Casertano di attivit


artigianali

(nel

senso

di

produzione,

nonch

di

servizio

richiedente ampi spazi)


Anche per quanto concerne le attivit legate allartigianato (nel senso di
produzione, come, ad esempio, una piccola falegnameria; nel senso di servizi
che possono richiedere dello spazio, come, ad esempio, un grosso deposito di tir),
il sottoscritto potrebbe cavarsela con rapidit ipotizzando degli spostamenti verso
comuni con una superficie particolarmente estesa.

Tuttavia, appartenendo amministrativamente Parete alla Provincia di Caserta,


possibile sostenere che le attivit artigianali numericamente in eccesso rispetto al
contesto locale potrebbero anzitutto trovare ubicazione in una delle 15 Aree di
Sviluppo Industriale (A.S.I.) di Terra di Lavoro, le quali vengono illustrate
nellimmagine 25.3.1 presente nel Tomo II della corrente trattazione.

167

Il processo di trasferimento altrove potrebbe anzitutto interessare quelle attivit di commercio al

dettaglio e di piccoli servizi che ora annoverano stabili e superfici da sottoporre allespropriazione per
pubblica utilit perch ubicati in punti del tenimento paretano per i quali il sottoscritto ha proposto una
differente destinazione fondiaria (soprattutto agricola) a cavallo dei capitoli 11, 12, 13 e 14 del corrente
Tomo I.
A proposito delle conseguenze espropriative, convinzione dellautore che il Comune di Parete non
debba impegnarsi fattivamente circa una loro rilocalizzazione allesterno per due ragioni: la mancanza di
un obbligo formale; il coinvolgimento di esercizi in genere capaci di reinsediarsi nelle fasce urbane con
una certa relativa facilit.
262

Va evidenziato come tredici dei quindici nuclei A.S.I. siano situati nei paraggi
dellautostrada A1. Tutti, inoltre, hanno nei loro pressi anche dei transiti ferroviari.
Di conseguenza, essi rappresentano aree dove linsediamento di numerose altre
aziende, oltre a quelle gi attualmente presenti, potrebbe stimolare maggiori
contatti, abbattendo costi di trasporto che altrimenti esisterebbero, nonch
potrebbe favorire sinergie o perfino fusioni in realt pi grandi per dare lassalto ai
mercati nazionali e internazionali.

Gli agglomerati pi vicini a Parete, in particolare, sarebbero Aversa Nord


(tenimenti comunali di Teverola, Carinaro e Gricignano), San Nicola La Strada
(superfici

di

Caserta

Maddaloni)

Marcianise

(ricadente

nellomonima

giurisdizione). Per lesattezza, stando a quanto si legge nella pag. 201 della
Relazione A1 del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta, i
tre nuclei avrebbero ancora liberi, rispettivamente, 263, 104 e 93,8 ettari (pari a
2.630.000, 1.040.000 e 938.000 mq) per un totale di 460,8, corrispondenti a
4.608.000 metri quadri (pari a ben 46 aree P.I.P. di Parete, se viene considerata la
sola zona omogenea D1 del vigente Piano Regolatore Generale).
Le immagini 25.3.2, 25.3.3 e 25.3.4 del Tomo II provano a dare idea delle parti
urbanizzate (immobili e suoli vergini) e di quelle libere (solo suoli vergini) per
ciascuno dei tre agglomerati.

Per il resto, andrebbe osservato come gli altri dodici agglomerati A.S.I.
presentino una potenziale disponibilit di superfici libere di quasi 3.200 ettari
(trentadue milioni di metri quadri!!!). Nel complesso, per tutta la provincia di
Caserta, sarebbero ancora da industrializzare ovvero artigianalizzare quasi il 70
per cento dei luoghi gi destinati a suo tempo alla presenza delle attivit secondarie
(e non solo secondarie) delleconomia168.

168

Qualcuno potrebbe ricordare la proposta PTCP, esposta a pag. 293 della Relazione A1, di

deperimetrare (ossia escludere dal lotto dei nuclei ASI) gli agglomerati di Alife; Capua e Vitulazio;
Mignano Monte Lungo; San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico e Maddaloni; Teano; Tora e Piccilli;
Vairano Patenora, Riardo, Pietramelara e Teano a causa della poca consistenza industriale-artigianale
maturata in essi nel corso degli anni. Tuttavia il buon senso a stabilire linopportunit di tale
suggerimento PTCP per due ragioni. In primis, perch emerge un contrasto con una pi ottimale strategia
di pianificazione sovracomunale dei grossi servizi e delle attivit manifatturiere in genere. In secundis,
perch spicca una certa contraddizione con gli scenari di piano delineati a cavallo dei capitoli 11 e 12
263

Tornando ai tre summenzionati agglomerati di Aversa Nord, San Nicola La


Strada e Marcianise, va puntualizzato come il medesimo PTCP casertano (alla pag.
64 dellallegato G1 e alle tavole 1.C, 6.C e 4.C dellallegato F4) sembrerebbe lasciar
trapelare per essi una realt ulteriormente complessa, fatta, fra laltro, di sezioni
con manufatti ancora non utilizzati e insediamenti dismessi. A riguardo, il lettore
invitato a visionare le immagini 25.3.5, 25.3.6 e 25.3.7 del Tomo II della corrente
trattazione del sottoscritto su Parete.

Ma perch sono stati proposti per primi gli insediamenti di Aversa Nord, San
Nicola La Strada e Marcianise? Perch essi, oltre a essere i pi vicini a Parete,
recano i segni di uninfrastrutturazione primaria (strade, impianti fognari ed
elettrici) realizzata (II e III nucleo) o pressoch completata (I nucleo).

25.4 Qualche ulteriore precisazione rispetto allubicazione nelle


aree

ASI

del

Casertano

di

attivit

artigianali

(nel

senso

di

produzione, nonch di servizio richiedente ampi spazi)


Qualsiasi lettore potrebbe eventualmente obiettare che, in linea generale, le
zone A.S.I. sarebbero congeniali soltanto a grandi aziende, magari dotate di grosso

della citata Relazione A1 i quali prospettano la concentrazione in alcune di queste zone (il Matesino, il
Monte Lungo e il Teanese) di una maggiore quota di persone rispetto a quella raggiunta dal normale
andamento demografico, a meno che in sede di elaborazione PTCP non abbia avuto luogo unimprudente
scissione concettuale fra laumento di residenti e la crescita della probabilit di forme occupazionali
extragricole.
Lultima parola sulle deperimetrazioni, comunque, non risulta ancora detta dovendo essere il Consorzio
ASI di Caserta a programmare il futuro assetto dei suoi nuclei con un nuovo Piano Regolatore Generale
che, stando alle informazioni del sottoscritto, manca di definitiva approvazione. La proposta di nuovo
Piano Regolatore Generale dellASI (accennata anche a pag. 201 della Relazione A1 del PTCP), infatti,
rilancia la posta e ai 5.283 ettari gi in dotazione ne ha progettato laggiunta di altri 1.271 per un totale
provinciale di 6.555 ettari. Il nucleo di Aversa (Teverola, Gricignano, Carinaro), ad esempio,
ingrandirebbe per ulteriori 369 ettari in direzione nord (approssimativamente verso i Regi Lagni), che,
sommati ai 263 gi oggi liberi, porterebbe lestensione complessiva a 632 ettari (pari a 6.320.000 mq,
cio 6,32 kmq: unaltra Parete abbondante, insomma).
264

capitale e di tecnologie avanzatissime. Ci malgrado, va replicato come spiragli


favorevoli pure allarrivo di realt di minore dimensione sembrino emergere
dallapprovazione della Legge Regionale Campania n. 19 del 2013 in cui, allarticolo
8 comma 15, si afferma che nei piani consortili, i consorzi Asi individuano aree da
destinare agli insediamenti delle piccole e medie imprese e delle attivit artigianali
con superfici minime di 250 metri quadri coperti.. Non roba da poco, insomma.

Stando a quello che si riesce a comprendere navigando nel sito web del
Consorzio ASI di Caserta, poi, a partire dal 2012, stata regolamentata la
possibilit di istituire dei condomini industriali. Questultimi vanno intesi come un
singolo insediamento, gi preesistente o da definire ex novo, che suddivisibile in
spazi ancora pi piccoli, ognuno dei quali da affidare a una singola impresa
chiamata a versare contributi in ragione della quota occupata.

Unendo le informazioni esposte finora, quindi, ciascuna impresa potrebbe


spostarsi verso gli agglomerati casertani A.S.I. agendo da sola ovvero in
collaborazione con altre; inoltre, potrebbe imboccare la strada della propria crescita
dimensionale, in modo da incrementare, nel lungo periodo, ricavi e profitti. In
questottica, allora, uno dei possibili ruoli dellAmministrazione Comunale di Parete
sarebbe quello di aiutare le aziende ad inserirsi al di fuori dei confini del tenimento
locale: difatti, se davvero uno degli scopi fondamentali della classe politicoistituzionale del posto fosse la lotta alla disoccupazione anche attraverso il settore
artigianale, non dovrebbero sfuggire le ricadute in positivo di localizzazioni in aree
esterne appositamente scelte169.

169

Anche per le attivit artigianali (di produzione e di servizi richiedenti grossi spazi) gi esistenti in

parti di Parete per le quali il sottoscritto ha proposto la riconversione fondiaria (specie agricola) nei
capitoli 11, 12, 13 e 14 del corrente Tomo I pu delinearsi un processo di espropriazione per pubblica
utilit capace di spingerle fuori dal confine comunale. In tal senso, pur ribadendo lassenza di un
successivo obbligo formale di localizzazione altrove, il Comune di Parete potrebbe entrare nel merito
agendo in questa o quella direzione.
In primo luogo, collaiuto dellautorit ASI di Caserta, si dovrebbe favorire il posizionamento dentro
stabili dismessi, sottoutilizzati ovvero nuovi ma mai usati allinterno dei vari agglomerati, a partire da
quelli qui proposti di Aversa Nord, Marcianise e San Nicola La Strada.
In secondo luogo, laddove non vi fosse altra possibilit che ricorrere allimpermeabilizzazione di suoli
vergini ubicati in punti dei nuclei ASI ancora privi di urbanizzazione, il Comune di Parete potrebbe
265

In conclusione, il sottoscritto ribadisce che i singoli Comuni (a cominciare da


Parete)

non

possono

pretendere

di

imboccare

da

soli

una

loro

strada

manifatturiera n tantomeno possono decidere la localizzazione dei servizi di


grossa

dimensione

(ad

esempio,

deposito

di

tir)

in

maniera

totalmente

decontestualizzata. Difatti, la peculiarit dei due tipi di ambito lavorativo qui


accennati stimola la ricerca di una specifica pianificazione sovralocale (provinciale o
regionale, come minimo).
Ci significa che, nella malaugurata ipotesi dellassenza di una strategia zonale, i
Comuni (a partire da Parete), chiamati in primis a difendere lintegrit fisica del
proprio tenimento non tanto per scopi decorativi ma economici, non dovrebbero
mai e poi mai agitare la gente con richiami dissennati a fantomatici progetti P.I.P.,

mettersi in una posizione di attesa rispetto allapprovazione del nuovo Piano Regolatore Generale
Consortile (valido cio per tutti gli agglomerati) ovvero allapprovazione di un nuovo Piano Regolatore
limitatamente al nucleo o ai nuclei divenuti eventualmente oggetto di attenzione (in virt di quanto appare
scritto nellart. 8 comma 12 della Legge Regionale Campania n. 19 del 2013); in questottica, nella
successiva fase, lente locale potrebbe dedicarsi ad una campagna di informazione in modo da facilitare
lapprodo esterno.
In terzo luogo, sempre laddove non vi fosse altra possibilit che ricorrere allimpermeabilizzazione di
suoli vergini ubicati in punti dei nuclei ASI ancora privi di urbanizzazione, il Comune di Parete
potrebbe decidere di imboccare una sorta di scorciatoia.
Tale scorciatoia vedrebbe il Municipio paretano agire di concerto con il Consorzio ASI,
lamministrazione del Comune in cui sita larea scelta per linsediamento, nonch qualsiasi altro
soggetto istituzionale ipoteticamente da coinvolgere (Provincia, Regione, eccetera), in modo da procedere
con un Piano di Insediamento Produttivo (PIP); difatti, allo stato attuale, in mancanza di un nuovo PRG
(complessivo o di singolo nucleo), lASI non pu procedere allattivit espropriativa neppure allinterno
della propria zona di pertinenza e quindi si tratterebbe di passare formalmente la palla al Comune di
arrivo in virt della facolt concessa agli enti locali dallart. 27 della Legge n. 865 del 1971.
In merito agli strumenti giuridici sceglibili per raggiungere lintesa istituzionale, si richiamano a mo di
esempio quelli citati nel paragrafo 24.1: la conferenza di servizi, il c.d. accordo di programma, i c.d.
altri accordi accennati dallart. 15 della Legge n. 241 del 1990.
Caso mai la concertazione istituzionale proseguisse con lapprovazione di un Piano di Insediamento
Produttivo, sarebbe comprensibilmente necessario che il relativo bando di selezione desse un fattivo
vantaggio alle imprese eccedenti di Parete.
Ovviamente nulla impedirebbe di ricorrere alla scorciatoia qui menzionata ogni volta (2, 3, 4, ecc.) che
il Comune di Parete individuasse dei suoli ancora vergini dellASI ritenuti degni di interesse.
266

ma attivarsi presso le autorit competenti per veder adottati tutti gli interventi di
pianificazione sovracomunale necessari170.

170

Dopo aver letto il presente capitolo, chiunque potrebbe chiedersi e chiedere ancora una volta se il

consumo di suolo vergine paventato dal sottoscritto valga soltanto per Parete, come se si volesse fare un
dispetto a chicchessia. Perci ribadito che suddetto consumo rimane un dato oggettivo ovunque esso
appaia, ma che, nello specifico, le correlate ripercussioni negative sul piano paesaggistico, sociale,
culturale ed economico (laddove sono tolti spazi allagricoltura) possono apparire mitigate se per
lartigianato (nel senso di produzione e di servizi di grossa dimensione) risultano individuate delle
zone di insediamento ben distanti dal centro abitato e/o servite da un vero impianto infrastrutturale
(autostrade, ferrovie, porti, aeroporti) e non da uno svincolo di superstrada soprattutto utile al centro
commerciale di turno e a pendolari che ogni giorno vanno e vengono dignitosamente da citt come
Napoli.
267

268

SEZIONE B La promozione dellattivit agricola in


quel di Parete

269

270

Capitolo 26
Semina e raccolto di derrate agricole: lunica vera
economia logicamente possibile nel comune

26.1 Premessa
Nel capitolo 9 del corrente Tomo I, stato osservato che un rilancio di Parete
dovrebbe passare sia per il riordino urbanistico sia per la promozione dellattivit
agricola (semina e raccolto di derrate) sia per la diffusione di una mentalit
comunitaria volta al contenimento delle nascite.

Circa il primo punto, lautore ha messo nero su bianco una lunga serie di
proposte anzitutto a cavallo dei capitoli 10 e 19 (con laggiunta di uno scenario
alternativo descritto nel cap. 23). Di conseguenza, si passa al secondo, esponendo
di seguito considerazioni e suggerimenti.

26.2 Lesigenza di confermare lindirizzo agricolo delleconomia


paretana in modo preponderante
Dal punto di vista economico, il tenimento comunale di Parete
dovrebbe necessariamente avere una prevalente funzione agricola. A
suggerirlo non un banale capriccio del sottoscritto, bens lo stato oggettivo delle
cose:

lesiguit

della

sua

superficie

(5,7

kmq),

un

numero

relativamente

sproporzionato di abitanti (oltre undicimila), una lontananza da vere infrastrutture


di rilievo (autostrade, aeroporti, porti e ferrovie) che impedisce una consistente
svolta a favore del piccolo artigianato/industria, il suo inserimento in una zona a
cavallo delle province di Caserta e Napoli che ha gi raggiunto un livello di
urbanizzazione spaventoso.

In particolare, va ribadito che lagricoltura, specie nella sua accezione di


semina e raccolto di derrate, economia nel vero senso della parola
271

perch, attraverso una produzione costante e ripetuta nel tempo, soddisfa un


bisogno di alimentazione logicamente quotidiano.
vera economia pure perch verte sullutilizzo, anchesso costante e ripetuto nel
tempo (ossia potenzialmente illimitato), dei medesimi suoli, cosa che, per
caratteristiche intrinseche, non pu riguardare, fra laltro, la tanto sbandierata
attivit edilizia.

In buona sostanza, in un paese come quello paretano, solo la semina e il


raccolto di derrate alimentari generano un autentico flusso di ricchezza e non un
semplice trasferimento di denaro (tipico del commercio e dei servizi) o, peggio
ancora, un consumo del suolo vergine (edilizia).

Nel Tomo II presente limmagine 26.1.1 che rievidenzia lestensione delle


due zone agricole di Parete cos come individuate dal sottoscritto nei capitoli 12 e
13. Limmagine 26.1.2, poi, ne mostra lampiezza rettificata nellestremo caso in cui
il locale ente comunale decidesse di non volere (o non potere) fare a meno di una
concentrazione artigianale esattamente al posto dellattuale rione 167.

26.3

Prime

possibili

direzioni

da

seguire

per

promuovere

lattivit agricola su scala locale


Se la produzione di derrate agricole alimentari deve essere promossa per
rilanciare economicamente Parete, diventa vitale che la locale Amministrazione
Comunale adotti e/o incoraggi ogni iniziativa possibile a tal fine.

In primo luogo, occorrerebbe mantenere basso nel tempo ogni prelievo di


natura fiscale destinato direttamente al Comune e gravitante sui fondi a
destinazione agricola (ad esempio, aliquota IMU sui terreni agricoli, aliquota TASI
su fabbricati agricoli di uso strumentale, come un deposito di materiale).

In secondo luogo, occorrerebbe promuovere almeno una seria alternativa


colturale alla fragola (che si affermata negli anni nelle campagne paretane)
evitando la dipendenza da uno solo prodotto. A riguardo, il sottoscritto ritiene
possibile puntare sullUva Asprina, il cui vino, storicamente considerato solo nei
272

circuiti locali, potrebbe divenire un volano di vero sviluppo economico perfino per
lintero agro aversano-giuglianese dopo un attento processo di valorizzazione (dalla
fase vegetativa a quella prettamente promozionale sui mercati).
Unalternativa riconducibile alla floricoltura, invece, viene sconsigliata, data la
probabilit di repentine oscillazioni di mercato verso il basso a causa del suo essere
no food.
La presenza di una forte urbanizzazione a cavallo delle province di Napoli e Caserta,
inoltre, spinge a non scommettere su forme di allevamento di media e grossa taglia
(ovino, suino, bovino, equino) poich, seppure svolte in stalle con metodi intensivi,
tenderebbero a richiedere spazi che, soprattutto oggigiorno, mancano.

In terzo luogo, per garantire un contatto di bambini e ragazzi collattivit


agricola, lamministrazione comunale di Parete, di concerto coi rappresentanti
scolastici locali, potrebbe aprire degli orti botanici negli spazi eventualmente vuoti
siti nel perimetro dei plessi.

In quarto luogo, a vantaggio di giovani e adulti, lamministrazione municipale


di Parete, ricorrendo a personale insegnante qualificato o di provata esperienza,
potrebbe promuovere dei corsi di apprendimento della pratica agricola per fini
occupazionali, malgrado che (va assolutamente ribadito) la politica del lavoro non
rientri fra le competenze fondamentali dei Comuni, come conferma il comma 27
dellart. 14 della Legge n. 122 del 2010
171

171

Malgrado lelencazione completa sia gi stata esposta a pi di pagina nel capitolo 22 del corrente

tomo, si desidera ribadirla qui sotto:


a) organizzazione generale dellamministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo;
b) organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di
trasporto pubblico comunale;
c) catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente;
d) la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonch la partecipazione alla
pianificazione territoriale di livello sovracomunale;
e) attivit, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi
soccorsi;
f) lorganizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e
la riscossione dei relativi tributi;
g) progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai
cittadini, secondo quanto previsto dallarticolo 118, quarto comma, della Costituzione;
273

26.4 Altre due possibili direzioni da seguire per promuovere


lattivit agricola in quel di Parete
La necessit di un rilancio economico dellagricoltura locale, unita alle
altrettanto importantissime esigenze di conferire decoro estetico e assicurare tutela
ambientale alle campagne di Parete, potrebbe spingere lAmministrazione Comunale
ad agire anche in altre due direzioni.

Da un lato, ove mai non ne fosse in vigore gi uno, potrebbe divenire


opportuna ladozione di un Regolamento di Polizia Rurale. In tale testo, fra laltro,
potrebbe essere stabilito lobbligo per i proprietari dei fondi in zona agricola di non
lasciarli mai del tutto incolti e/o comunque di effettuare una periodica pulizia dalle
erbacce e simili.

Dallaltro lato, per ciascun fondo delle zone agricole a est e ovest del paese, il
Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale paretano (strumento previsto nella
realt regionale campana assieme al Piano Urbanistico Comunale e alle Norme
Tecniche di Attuazione) potrebbe stabilire, fra laltro:

il divieto di costruire nuovi annessi se in muratura, onde scongiurare il


preliminare posizionamento delle fondazioni e, quindi, un rischio particolare
di impermeabilizzazione del suolo;

un generale divieto di impermeabilizzazione del suolo (ad esempio, tramite


asfalto);

il divieto di usare del brecciame edile a terra;

lassoluto divieto di recintare gli appezzamenti con mattoni o con cemento


o con pannelli di ogni foggia o con fitta vegetazione, dato il rischio di celare
attivit incompatibili colla proposta destinazione delle superfici.

h) edilizia scolastica, per la parte non attribuita alla competenza delle province, organizzazione e gestione
dei servizi scolastici;
i) polizia municipale e polizia amministrativa locale;
l) tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici nonch in
materia di servizi elettorali e statistici, nellesercizio delle funzioni di competenza statale..
274

26.5 Limitazione temporale delluso delle serre in plastica


durante lanno nelle campagne di Parete?
Allo stato attuale, le campagne di Parete sono contrassegnate dalla presenza
di serre in plastica per diversi periodi dellanno. Ci vale innanzitutto per la
coltivazione della fragola, che va per la maggiore a livello locale, ma anche per altri
prodotti. Ad esempio, chiunque passeggi lungo le strade rurali durante lestate ha la
possibilit di vedere appezzamenti dove si ricorre ai teloni di tale materiale pure per
il ciclo vegetativo dei peperoni e delle melanzane; gi a febbraio, poi, in qualche
fondo avviata la raccolta di pesche messe a crescere al coperto.

In particolare, ne deriva limpressione che lallestimento di serre in plastica


non sia solo collegato a ragioni climatiche, dato il comprensibile scopo di proteggere
il raccolto da condizioni metereologiche sfavorevoli di stagione o di fuori stagione
(temporali, grandini e cali di temperatura, ad esempio), ma, soprattutto,
dallimpellente

necessit

di

escogitare

qualche

soluzione

per

anticipare

la

concorrenza (in primis, estera).

Ci malgrado, perlomeno a parere del sottoscritto, anche un ricorso nel


complesso scoordinato alle coperture pu divenire un problema, specie se viene
tenuto a mente il dovere di dare ai campi del tenimento paretano sia un aspetto
decoroso sia unefficace tutela ambientale. Di conseguenza, lAmministrazione
Comunale potrebbe ritrovarsi nella situazione di circoscrivere il loro utilizzo a uno
specifico periodo dellanno.

Per lesattezza, il gi citato Regolamento di Polizia Rurale potrebbe consentire


un ricorso alle serre limitato ad alcuni mesi (ad esempio, 6 o 7), valevole in
contemporanea per tutti gli appezzamenti rientranti nella giurisdizione locale e,
quindi, in misura indipendente dal tipo di prodotto prescelto dal coltivatore di turno.

Uno

fra

diversi

vantaggi

possibili

di

una

simile

regolamentazione

consisterebbe nel conoscere con un certo anticipo il momento della dismissione dei

275

teloni in plastica che, avvenendo in buona sostanza allunisono, permetterebbe di


offrire assistenza ai contadini circa la pratica dello smaltimento.

26.6 Limpegno degli enti istituzionali di ogni livello per il


rilancio dellattivit agricola in realt come quelle di Parete. Cenni
Malgrado quanto proposto nei paragrafi passati, il sottoscritto non sillude di
aver offerto rimedi validissimi e perfettissimi circa il rilancio dellagricoltura, e
quindi delleconomia, di Parete. Difatti, a unazione di promozione (normativa e
non) su scala locale ne occorrerebbe unaltra di proporzioni pi vaste a livello
regionale e, soprattutto, nazionale.

In particolare, lautore sostiene che immediati benefici per il settore primario


potrebbero derivare dalladozione di misure di protezionismo commerciale volte al
contenimento

dellarrivo

di

derrate

estere

(direttamente

concorrenti

semplicemente succedanee), in modo da determinare aumenti di prezzo in unottica


redistributiva a favore delle imprese produttrici. Purtroppo, per, il flagello liberista
(CEE in primis) che imperversa nelle stanze romane rende difficile una rapida
inversione di tendenza a riguardo.

Inoltre, altri vantaggi a stretto giro di posta potrebbero derivare da una


correzione della catena che dai campi porta al consumatore, onde limitare lo
strapotere

degli operatori commerciali

(specie

di quelli

legati alla

grande

distribuzione). Anche in questo caso, tuttavia, la presenza di logiche di natura


perfino

vessatoria

nei

confronti

delle

aziende

coltivatrici

non

induce

automaticamente allottimismo172.
172

Rispetto alle correzioni di natura commerciale, bisogna sottolineare come non si tratterebbe soltanto

di incidere sulla contrazione dellimportazione dallestero, ma anche di verificare lopportunit delle


richieste dirette ai produttori interni. Ad esempio, non rara la pretesa di ottenere dei frutti di
significativa pezzatura (in maniera spiccia, circonferenza) di livello AAA, AA oppure A anche
dopo il terzo giro di raccolto.
Inoltre, altri ritocchi dovrebbero riguardare il ciclo vegetativo. Ad esempio, lautore ritiene necessaria una
rivisitazione del sistema di allevamento a spalliera di alcuni arborei (fra cui diverse variet di melo), i
quali richiedono poco personale nella fase di crescita annua pur garantendo altissime rese unitarie. Per
276

Nonostante

ci,

comunque,

il

sottoscritto

non

ritiene

che

si

debba

obbligatoriamente alzare bandiera bianca. Difatti, a cominciare proprio dagli enti


locali, potrebbe delinearsi unopera di sensibilizzazione capace di arrivare alle pi
alte sfere.
Ad esempio, lesigenza di tutelare la produzione interna col protezionismo
commerciale e/o di correggere le distorsioni della catena di distribuzione potrebbe
vedere

lAmministrazione

Comunale

di

Parete

impegnata

in

unopera

di

coinvolgimento dellopinione pubblica del posto attraverso lorganizzazione di


incontri con esperti del settore primario (coltivatori, agronomi, ecc.) e, nel
contempo, intenta a rivolgersi ai referenti istituzionali di livello superiore allo scopo
di veder adottati i provvedimenti di volta in volta pi congeniali.

In una realt territoriale come quella di Parete, storicamente contrassegnata


da

uneconomia

ad

indirizzo

agricolo,

gli

amministratori

locali

hanno

due

alternative: o contribuiscono a risolvere i problemi del comparto primario,


specialmente provando ad agire dallinterno, oppure ciarlano di continuo di bassa
redditivit del lavoro dei campi come se fosse una sciagura irrisolvibile, mentre
pianificano inopportuni consumo di suolo vergine (dallennesima serie di villette a
schiera da vendere fino allinsediamento artigianale in piena zona rurale avente il
difetto della decontestualizzazione e destinato, quindi, a consumare i propri
eventuali effetti positivi come la candela al vento).

Volendosela cavare con un esempio alla buona, come se a un calciatore che


non riuscisse a battere in maniera efficace i tiri di punizione un istruttore imponesse
di scegliere fra il sottoporsi a specifici allenamenti oppure allamputazione di
entrambi i piedi.

lesattezza, le implicazioni negative sono tre: una di natura intuitivamente occupazionale (in alcuni casi si
addirittura giunti a limitare pesantemente ovvero a non praticare pi la potatura con ulteriore calo delle
giornate-lavoro); laltra legata ai bassi prezzi a sfavore dei coltivatori conseguenti uneccessiva
disponibilit di raccolto; unultima avente a che fare con regimi intensivi in grado di stressare
particolarmente i terreni (dato che, a differenza degli impianti tradizionali che entrano a pieno regime
dopo qualche anno, la produzione si ottiene gi dopo qualche mese).
277

26.7 Risposta che necessariamente occorre dare a chi potrebbe


equivocare in buonafede e, nel peggiore dei casi, a chi potrebbe
provocare in maniera gratuita
Qualsiasi lettore potrebbe insinuare inopportunamente che il settore primario
dovrebbe costituire un oggetto di preoccupazione soltanto per i campagnoli, in
virt di quel proverbio (assai discutibile, in realt) il quale stabilisce che ci deve
pensare il Papa se viene gi la Chiesa.

Ebbene, non meno grossolanamente, anche il sottoscritto potrebbe replicare


che ledilizia deve lasciare pensierosi solo architetti, ingeneri civili e muratori, la
scuola solo glinsegnanti e i bidelli, gli ospedali solo i dottori e le infermiere,
eccetera.

Invitando chiunque a dare sfoggio di buon senso e di intelligenza, invece,


lautore sostiene che proprio le vicende agricole devono sempre stare al centro
dellattenzione collettiva (locale, regionale, nazionale) perch tale comparto (a
parte le varianti della pesca e dellallevamento e le alternative riconducibili
allartigianato e allindustria) lunico a poter generare un flusso di sostentamento
monetario, se non di vera e propria ricchezza, praticamente illimitato nel tempo.

Ci a maggior ragione deve essere tenuto presente dai Paretani e da tutti


coloro che abitano in comuni con un impianto storico-economico di marca agricola.

Come esseri umani e cittadini, soprattutto, occorre sempre avere una


visione identitaria e funzionale del territorio locale in quanto tale e un
approccio in grado di contestualizzare il ruolo del medesimo tenimento
rispetto a realt geograficamente pi estese (zona circostante, provincia,
regione, nazione), evitando interpretazioni soggettive macchiate di opportunismo
e di speculazione capaci di generare effetti opposti: invivibilit e impossibilit di
radicare iniziative economiche vere.

Questo fa la differenza fra la comunit viva e lanonimo agglomeratodormitorio di consumatori/clienti!

278

26.8 Sestuplice valenza delle due zone agricole a oriente e a


occidente del tenimento di Parete
Nel contesto territoriale di Parete, le due zone agricole a oriente e a occidente,
cos come individuate dal sottoscritto nei capitoli 12 e 13 di questo Tomo I, possono
assolvere una sestuplice valenza.

In primo luogo, va ribadito come le due zone agricole rappresentino lunico


vero impianto economico possibile se viene considerata la realt paretana nel suo
complesso. Circa il concetto di economia esposto dallautore, tuttavia, sinvita
cortesemente a consultare o riconsultare quanto osservato nel paragrafo 4.3 in
modo da evitare di ripetere le stesse cose.

In secondo luogo, le due zone agricole di Parete possono contribuire in


maniera essenziale a definire il paesaggio locale. Paesaggio che va individuato
come il frutto dellinterazione fra luomo e il contesto naturale circostante in grado
di garantire una corretta percezione di vivibilit (con allegato il diritto alla salute
fisica e psichica) al primo e lefficiente funzionalit per il secondo.

Sulla scia di quanto appena scritto sopra, occorre ricordare che, per Parete, le
due zone agricole contribuiscono ad individuare con esattezza un territorio
circoscritto, il quale rimane il primo indispensabile tassello per ciascuna identit
comunitaria locale.

In quarto luogo, anche le due zone agricole di Parete vanno intese come
ambiente che, attraverso la presenza di vegetazione e la permeabilit dei campi,
contribuisce a garantire su scala locale la continuit microclimatica (protezione dagli
aumenti medi delle temperature causati dagli impianti di riscaldamento e dal
traffico veicolare) e idrogeologica (ipotetici straripamenti scongiurati in superficie).
Non va poi trascurata lesistenza di una biodiversit del sottosuolo (microrganismi
che contribuiscono alla decomposizione del materiale organico), la quale, fra laltro,
agisce in modo tale da consentire al terreno di trattenere lacqua, elemento
fondamentale per un settore come quello agricolo.

279

In quinto luogo, anche le due zone agricole di Parete, assieme a tantissime


altre che in Campania e in Italia sono dotate di grande fertilit, hanno immutata la
capacit di contribuire ad allentare il problema occupazionale nel breve, ma
soprattutto nel lungo periodo. In linea generale, anzi, possibile vedere nel
comparto primario un prezioso argine alleccesso di terziarizzazione che, proprio
nelle zone come quella a nord di Napoli, raggiunge livelli troppo alti.
A chi accusa il sottoscritto di trattare la questione occupazionale con estrema
faciloneria, si replica che uno degli scopi essenziali di qualsiasi governante
(ciascuno in virt delle relative competenze) deve essere in principio quello di
offrire al popolo lesercizio potenzialmente illimitato nel tempo delle abilit
collegate

ai

settori

veramente

economici

dellagricoltura,

della

pesca,

dellallevamento, dellartigianato e dellindustria, dato che non tutti possono e/o


vogliono sfondare con un reality show n arricchirsi in termini prettamente
speculativi n svolgere attivit impiegatizia o di vigilanza privata n vendere posate
e articoli di bigiotteria. A parte questo, si ribadisce di avere usato il verbo
contribuire e non lespressione risolvere totalmente.

In sesto luogo, anche le due zone agricole di Parete, assieme a tantissime


altre che in Campania e in Italia sono dotate di grande fertilit, possono contribuire
almeno ad allentare il problema della dipendenza alimentare dallEstero, a maggior
ragione se si tiene conto del dato nazionale di ben sessanta milioni di abitanti, il
quale risulta elevatissimo su scala europea, ma anche nellambito del c.d. Mondo
Sviluppato in cui viene annoverato pure lo Stivale173. E ci ancora ben al di l di pur

173

Tra i 28 Stati dellUnione Europea, lItalia al quarto posto per numero di abitanti, alle spalle della

Germania (80 milioni), Francia (65 milioni) e Gran Bretagna (64 milioni). Considerando anche i quattro
Paesi del Mondo ricco non rientranti geograficamente nel Vecchio Continente, lo Stivale rimane
addirittura in sesta posizione, dietro soltanto agli USA (317 milioni di abitanti) e al Giappone (127
milioni), ma ben al di sopra di Canada e Australia (rispettivamente fermi a 35 e 23 milioni di abitanti).
A questi dati, poi, vanno assommati quelli legati al consumo giornaliero di calorie per ogni persona, la cui
relativa classifica, basata su stime della FAO (agenzia delle Nazioni Unite specializzata in materia di
alimentazione) per il triennio 2006-2008, vede lItalia al sesto posto con 3650 kilocalorie (con un balzo in
avanti di 70 kcal rispetto al triennio 1990-92), alle spalle di Austria (3800), USA (3750), Grecia (3710),
Belgio (3690) e Lussemburgo (3680), nonch davanti, fra laltro, a Gran Bretagna (3450), Canada (3530)
e Germania (3540). Ora, pur volendo escludere ogni ragionamento legato alla condizione di
sovralimentazione per abitante statisticamente rilevata per lItalia, dato che la FAO individua in 2800
280

importanti considerazioni di natura contabile rimandanti a un appesantimento


progressivamente incontrollabile della Bilancia Commerciale.

kcal il fabbisogno medio al d, resta evidente come il consumo di suolo vergine, specie se coincidente
con quello agricolo, non sia funzionale alla suddetta necessit di alleggerire quanto possibile la
dipendenza alimentare dallEstero.
281

282

SEZIONE C Contenimento delle nascite

283

284

Capitolo 27
Promozione di una mentalit locale in quel di Parete e
adozione di accorgimenti normativi a livello nazionale
volte al fattivo contenimento delle nascite

27.1 Cenni introduttivi


Perlomeno nei termini proposti dal sottoscritto, il riordino urbanistico interno
alla superficie comunale di Parete potrebbe comportare un aumento tendenziale
delledificabilit in verticale in unottica anzitutto residenziale-familiare, nonch
implicare una limitazione dellantropizzazione extragricola alla porzione orientale.
Sempre in virt degli scenari ipotizzati, poi, ad abitanti e imprese divenuti
numericamente in eccesso rispetto a tale riordino non potrebbe restare altro che un
trasferimento verso altre zone (in primis, del Casertano) dotate di una maggiore
estensione territoriale e/o di una minore densit demografica e/o di un migliore
corredo infrastrutturale.

Giunti

questo

punto

della

trattazione,

per,

va

precisato

come

summenzionati proponimenti, se anche fossero tradotti in realt, correrebbero


comunque il rischio di rappresentare soltanto dei palliativi. E non soltanto in
riferimento a Parete, ma per tutte le realt comunali italiane.

Ad esempio, ledificabilit tendenzialmente in verticale per scopi anzitutto


residenziali potrebbe avere maggiore senso (gi ad uno stadio semplicemente
percettivo!) se non si traducesse alla lunga nella potenziale realizzazione di torri di
babele alte cento e passa piani. Ad esempio, lo spostamento lontano dai confini
comunali di abitanti e di imprese locali non potrebbe, molto probabilmente,
proseguire allinfinito, dato che il consumo di suolo vergine sarebbe indirizzato
soltanto verso altre localit, reiterando tutte le possibili negative implicazioni a
livello idrogeologico, ambientale e sociale.

285

E allora? Cosa potrebbe fare ancora un qualsiasi ente municipale (incluso


quello di Parete) per gestire in maniera pi efficace il problema del consumo di
suolo vergine? Come potrebbero contribuire, ciascuna in base alle proprie
competenze, le istituzioni sovralocali e, infine, quelle nazionali?

Ebbene, lautore ritiene che sarebbe possibile unicamente la scelta fra tre
alternative.

La prima alternativa vedrebbe gli enti istituzionali di qualsiasi livello


infischiarsene assolutamente fino a giungere a una situazione di ingestibilit del
territorio e di invivibilit che, magari, potrebbe richiedere tempi, mezzi e denari in
grandissima quantit onde rimediare imboccando una via di maggiore sostenibilit.

La seconda alternativa vedrebbe gli enti istituzionali di qualsiasi livello


impegnati fin da subito nellimporre uno stile di vita drasticamente proteso al
ribasso. Ad esempio, obbligando la gente a indossare vestiti bucherellati, a calzare
scarpe senza suola, ad agire nel quotidiano subendo la riduzione o lassenza di ogni
supporto tecnologico, ad alimentarsi soltanto fino ad una certa soglia di calorie.

La terza alternativa vedrebbe gli enti istituzionali di qualsiasi livello proporre,


con atti e fatti, una sorta di sentiero di mezzo, dove le conquiste giuridiche e
materiali (ad esempio, diritto allo studio, alla salute, al lavoro, alla famiglia;
elaboratori elettronici, automobili) non sarebbero messe del tutto in discussione,
ma diverrebbero oggettivamente accessibili solo per un numero prevedibile di
individui. In poche parole, si tratterebbe di propendere per una politica di
contenimento delle nascite.

27.2 Doppio presupposto concettuale alla base di una necessaria


politica di contenimento delle nascite
Leventuale decisione di imboccare la via politica del contenimento delle
nascite troverebbe fondamento in una duplice constatazione:

286

1) pi persone vi sono e pi il suolo (assieme a tutte le altre risorse naturali)


viene sottoposto a logiche di consumo, a maggior ragione in quelle realt
nazionali (inclusa lItalia) dove lapproccio al territorio d limpressione di
seguire in prevalenza una logica di tipo speculativa (pi sfruttamento, pi
vendita, pi profitto, ma solo a vantaggio di fasce ristrette di personaggi);
2) pi persone scelgono legittimamente lavori differenti da quello agricolo e
pi la diversificazione porta ad unulteriore erosione di terreno vergine.

27.3 Una terza constatazione: linefficacia del concetto di


stampo capitalistico pi figli pi consumi
Politici, sedicenti esperti del settore commerciale e della finanza, intellettuali
della penna calda ma dal cervello congelato, e perfino esponenti religiosi (in primis
quelli cattolici) tendono spessissimo ad affermare che una delle ricette pi
importanti per garantire ad uno Stato un benessere illimitato nel tempo consiste nel
mettere al Mondo un numero crescente di figli alfine di incrementare i consumi.

Ebbene, per dimostrare linefficacia di tale concetto di stampo capitalistico, si


pu rimandare brevemente i lettori allepoca contadina. Allora, infatti, padre e
madre concepivano un maggior numero di figli anche allo scopo di incrementare la
produzione ricorrendo a una minore quantit di salariati esterni. In questo modo,
leventuale ricavo legato a un potenziale surplus di derrate destinato ai mercati non
doveva subire troppe detrazioni legate ai costi e consentiva di accrescere, per
quello che era possibile, il benessere psicofisico.

Per farla breve, Sorella Logica e Fratel Buon Senso aiutano rapidamente a
dimostrare che il concetto di stampo capitalistico pi figli pi consumi inefficace
dato che non considera a sufficienza il momento della produzione economica, utile
a creare, nella nostra era moderna, quella controprestazione monetaria capace di
stimolare i consumi.

Quindi occorrerebbe affermare con maggiore correttezza pi figli, pi


produzione economica, pi consumi, ma a patto che la produzione economica
(agricoltura, allevamento, pesca, artigianato, industria) di stampo capitalistica fosse
287

per grandissima parte interna e non importata dallEstero. Tuttavia, oggigiorno,


proprio il peso demografico in aumento, labbattimento delle frontiere commerciali e
lapplicazione massiccia delle tecnologie in termini di trattamento delle materie
prime vanno a mettere gravemente in discussione la reperibilit nel breve, medio e
lungo periodo delle risorse naturali nellintero Pianeta (a cominciare dal suolo) e
quindi la validit illimitata nel tempo dello stesso ulteriore schema pi pi pi.

27.4 Le possibili direttrici da seguire per unamministrazione


comunale come quella di Parete
Il sottoscritto ritiene che un contenimento delle nascite possa essere
immediatamente perseguito a livello locale, senza necessariamente aspettare il
rilascio di chiss quali nulla osta da parte delle istituzioni sovraordinate. A maggior
ragione ci varrebbe per una realt territoriale come Parete che gi ora conta
unesigua superficie (5,7 kmq), un numero sproporzionato di abitanti (oltre
11.000), una propensione allantropizzazione extragricola giunta a livelli pressoch
insostenibili

che,

soprattutto,

non

potrebbe

pensare

di

sfruttare

parti

relativamente meno urbanizzate di Terra di Lavoro o di qualsiasi altra parte dItalia


allinfinito.

Di conseguenza, unamministrazione comunale come quella di Parete dovrebbe


attivarsi, anche attraverso capillari campagne di sensibilizzazione cartacea e
incontri pubblici, per promuovere una mentalit locale in grado di contenere
fattivamente le nascite.

In particolar modo, lente municipale dovrebbe incoraggiare:

il ricorso a pratiche contraccettive naturali e, soprattutto, artificiali;

il ricorso allaborto (specie nel caso di feti con malattie inguaribili e/o
malformazioni gravissime che impedirebbero ai futuri nascituri di vivere
normalmente);

la voglia, di ciascun uomo e ciascuna donna, di mettere al Mondo un


numero massimo di figli compreso fra l1 e il 2.

288

Inoltre, nellambito del rapporto che lega agli enti istituzionali sovraordinati (a
partire da quelli nazionali), unamministrazione comunale come quella paretana
dovrebbe richiedere ladozione di specifici provvedimenti normativi, data la
percepibile difficolt ad agire da sola. A questultimo riguardo, comunque, il
sottoscritto rimanda a qualche sua proposta esposta nel paragrafo 27.8.

Volendo ricorrere ad unimmagine di immediata comprensione, ogni superficie


comunale pu essere paragonata ad una zattera la quale, a parit di dimensione
colle altre, corre il crescente rischio di affondare qualora viene chiamata a
sorreggere un numero sempre pi alto di passeggeri.

Insomma, va ribadito che nelle singole realt territoriali non automaticamente


vi posto n per tutto n per tutti, n in termini di diversificazione economica n in
termini di occupazione n in termini abitativi: quindi, chi sostiene lopposto o pu
equivocare per ingenua buonafede oppure pu errare (e far errare) in assoluta
malafede. Punto.

27.5 Il ruolo di unamministrazione comunale come quella di


Parete chiamata a illustrare alla gente argomentazioni pi vicine ad
una dimensione personale

Alle popolazioni di intere Nazioni davvero consapevoli della necessit di


perseguire in vario modo un equilibrato rapporto col territorio naturale del quale
fanno integralmente parte, non dovrebbe essere difficile spiegare il nesso esistente
fra una politica di contenimento delle nascite e la preservazione delle conquiste
giuridiche e materiali fin l portate a termine.

Ci malgrado, a partire dalle singole realt locali, potrebbe divenire necessario


fare leva su talune argomentazioni pi vicine ad una dimensione personale. In
questa sede se ne prova ad esporre qualcuna.

In primo luogo, andrebbe fatto capire che il successo dellunione di due


coniugi/conviventi non pu dipendere in alcun modo dal momento riproduttivo.

289

Molto di pi, infatti, dovrebbe contare il legame affettivo di coppia, presupposto


vitale per la creazione di una sana atmosfera familiare.

In secondo luogo, a differenza di quanto propinato dai servizi tv in salsa


vaticana, andrebbe fatto capire che non esiste nessun legame automatico fra lalto
numero di figli (dai 3 in su) e la felicit familiare. Pi realisticamente, invece, vi
sono anzitutto spese che vanno a salire e, quindi, la probabilit di ricorrere con
maggiore frequenza a forme di aiuto assistenziale pubblico (ad esempio, sussidi).

In terzo luogo, la crescita dellunico figlio o di due soli figli pu comportare una
riconquista vera del tempo lavorativo e/o ricreativo per i genitori sia come singoli
sia come coppia. Nel 2015 pensare alla realizzazione di s come qualcosa da
sottomettere sempre e comunque allesercizio della potest genitoriale risulta
oramai qualcosa di anacronistico, se non altro perch non assicura di assolvere ai
compiti di padre e madre in modo automaticamente valido.

Fra laltro, partendo dallassunto che non tutte le persone sono discendenti di
Onassis, va osservato che il perseguimento fattivo del contenimento delle nascite
pu recare specifici vantaggi in misura di successione ereditaria poich meno figli vi
sono e pi la trasmissione dei beni riesce in misura relativamente maggiore
garantendo un (ulteriore) stato di benessere materiale e perfino immateriale.

27.6 Il ruolo di unamministrazione comunale come quella di


Parete

chiamata

impegnarsi

per

veder

accantonati

alcuni

convincimenti di paese che fungono da ostacolo


Realt

locali

come

quella

di

Parete

conservano

ancora

intatti

alcuni

convincimenti (soggettivi e comunitari) che fungono fattivamente da ostacolo


rispetto ad una pi opportuna promozione di una mentalit volta al contenimento
delle nascite. In questo senso, le singole amministrazioni comunali dovrebbero
cercare di rimuoverli sempre attraverso una capillare attivit di sensibilizzazione.

Ad esempio, andrebbe superato di slancio quellinopportuno convincimento che


porta a considerare il mancato concepimento del primo figlio subito dopo il
290

matrimonio come segno di impotenza di uno o di entrambi i partner. Difatti la


libert di utilizzo del proprio corpo passa anche per decisioni di questo tipo che (a
molti) sembrano strane. A riguardo, comunque, confidando nellintelligenza dei
lettori, nullaltro si desidera aggiungere.

Ad esempio, andrebbe superato di slancio quellinopportuno convincimento che


porta una coppia a mettere al Mondo 3, 4, 5 figli finch non arriva finalmente il
masculillo oppure la femminuccia tanto desiderato/a oppure, peggio ancora, per
banalissimo sfizio. Roba che si rintraccia ad ogni livello sociale, 'alto' o 'basso' che
sia.

Ad esempio, andrebbe superato di slancio quellinopportuno convincimento che


spinge padri e madri di famiglia a preoccuparsi addirittura di costruire o di
comprare appartamenti in ogni dove per lasciarne qualcuno non tanto ai figli, ma, a
sentirli parlare con ampia prosopopea, addirittura a nipoti e pronipoti fino alla
settima generazione. Difatti, la vera impellente necessit da avvertire dovrebbe
essere quella di dare in eredit ai propri discendenti delle localit vivibili e una
mentalit che aiuti ad approcciare a questultime in maniera idealmente saggia e
concretamente contestualizzata rispetto alle zone circostanti.

Ad esempio, andrebbe superato di slancio quellinopportuno convincimento che


spinge una coppia ad avere figli in quantit industriale solo perch in possesso di un
reddito ritenuto da essi stessi consistente. Difatti, resterebbero al loro posto tutti gli
inconvenienti legati al consumo di materie prime (a partire dal suolo), le quali (pur
al netto di ogni discussione circa il loro reale godimento) dovrebbero rientrare
concettualmente nella disponibilit del numero maggiore di persone possibile.

27.7 Perch un numero massimo di due figli?


Il tetto massimo di due figli, ipotizzato per la prima volta nel paragrafo 27.4,
non frutto di un capriccio lontano da qualsiasi logica, ma rimanda alla soglia che
separa una qualsiasi popolazione in sovrannumero da unaltra collettivit che si
mantiene in equilibrio demografico o che vira prudentemente verso la decrescita.

291

Allo scopo di far meglio comprendere il senso di quanto appena affermato,


nelle righe immediatamente sottostanti il sottoscritto ragioner attorno al concetto
di tasso di fecondit totale (TFT), nonch attorno al numero di coppie e di nuclei
monogenitorali, con particolare riferimento alla provincia di Caserta, di cui fa parte
Parete.

Si passa ora al dunque.

Il tasso di fecondit totale indica il numero di figli che una donna mette
mediamente al Mondo nella fascia di et compresa fra i 14 e i 49 anni. In relazione
a ci, possibile sostenere che una determinata situazione demografica risulta in
equilibrio

quando

tale

tasso

risulta

pari

2;

viceversa,

si

parla

di

sovrappopolamento se il valore risulta superiore a 2, e di decrescita se esso risulta


inferiore a 2.

A riguardo della specifica realt di Parete, il sottoscritto (molto probabilmente


per colpa propria) non riuscito a carpire lesatto ammontare del tasso di fecondit
totale. Ci malgrado, diventa possibile farsi unidea osservando le cifre riferite al
Casertano, alla Campania, al Meridione e allItalia. Per lesattezza, la situazione al
2011 (anno dellultimo Censimento generale effettuato dallIstat) vedeva Terra di
Lavoro con un indice pari a 1,43 (cio 1,43 figli in media per ciascuna donna), il
quale era esattamente pari a quello regionale (1,43), appena dietro quello della
provincia di Napoli (1,5), nettamente superiore a quello del Sud dello Stivale (1,36)
e pressoch in linea con quello nazionale (1,44).

Stando in cotal modo le cose nel 2011, qualcuno potrebbe sostenere la tesi di
un eccessivo fervore dellautore rispetto allipotesi di promuovere, in primis su scala
locale, una mentalit collettiva volta al concreto contenimento delle nascite. Ma non
cos, anzi.

Volendo limitare il campo dindagine a Terra di Lavoro, infatti, i dati dellultimo


Censimento generale, fanno notare come vi fossero gi allora ben 26.169 coppie
aventi tre o pi figli (12,63% del totale). Quindi, mancando pubblicazioni in grado
di precisare ulteriormente il numero di pargoli discendente da coniugi o conviventi

292

(3, 4, 5, 6, ecc.), si pu sostenere che, come minimo, risultava un eccesso di


26.169 abitanti/figli.

Al conto andrebbe poi aggiunta quella parte dei 14.604 nuclei monogenitorali
aventi anchessi tre o pi figli; ma la relativa statistica Istat comincia da due e
quindi non aiuta a capire a quanti dei suddetti nuclei era associabile un esatto
numero di frugoletti (2, 3, 4, 5, 6, ecc.).

Malgrado queste carenze informative, comunque, per Terra di Lavoro si pu


provare a ipotizzare (seppure con forte approssimazione) la presenza di un 30.000
abitanti/figli in eccesso rispetto a una situazione di equilibrio complessivo gi nel
2011.

Tenendo poi conto che la provincia di Caserta comprende 104 comuni, diventa
possibile sostenere (seppure ancora imprecisamente) come gi nel 2011 ciascun
tenimento locale vantasse mediamente 288 persone/figli in pi rispetto al limite
massimo che uno svolgimento demografico intergenerazionale non dovrebbe mai
superare: quello dei due pargoletti alla volta.

Insomma, gi nel 2011, Parete non poteva non vantare almeno una
percentuale di abitanti di troppo.

27.8 Lauspicata adozione di provvedimenti normativi per il


contenimento delle nascite da parte delle istituzioni sovraordinate, a
partire da quelle nazionali
Malgrado la promozione di una mentalit su scala locale possa essere assai
utile, il sottoscritto ritiene decisiva per davvero solo ladozione di validi strumenti
normativi da parte degli organismi istituzionali sovraordinati, a cominciare da quelli
nazionali. Difatti solo agendo in cotal guisa che, forse, si potrebbe fare qualcosa
di concreto per il contenimento demografico in una regione sovraffollata come la
Campania o, meglio ancora, in uno Stato sovrappopolato (rispetto alle risorse
materiali interne e alla struttura produttiva, agricola e manifatturiera, basata su
unit di piccola e media dimensione) come lItalia.
293

Per lesattezza sarebbero fondamentali:

1) la possibilit di procreare soltanto dai 18 anni in su e, quindi, lobbligo di


aborto per le gravidanze legate ad et inferiori;
2) per ciascuna coppia sposata o convivente, il limite legale di due figli
(indipendentemente dal sesso del nascituro e adozioni incluse);
3) per il nucleo famigliare con un solo genitore, il limite legale di due figli
(indipendentemente dal sesso del nascituro e adozioni incluse);
4) per ciascuna coppia sposata o convivente in cui uno o entrambi i partner
provengono

da una relazione

precedente

(o

da una situazione

di

vedovanza): il limite legale di un figlio (indipendentemente dal sesso del


nascituro e adozione inclusa), se uno dei due partner ne ha gi la paternit
o maternit di uno;
5) per ciascuna coppia sposata o convivente in cui uno o entrambi i partner
provengono

da una relazione

precedente

(o

da una situazione

di

vedovanza): impossibilit di avere un figlio, se uno o entrambi i partner


hanno gi la paternit o maternit di due pargoli;
6) lobbligatoriet della vasectomia (sterilizzazione) di ogni singolo uomo che
risulta legalmente padre di un secondo figlio, anche se questultimo stato
adottato;
7) lobbligatoriet dellaborto selettivo nel caso di gravidanze con 3 o pi
gemelli;
8) per ciascuna coppia sposata o convivente, nonch per ogni singolo uomo o
donna, la possibilit di ricevere sgravi fiscali e/o sussidi nel caso in cui si
decida di ricorrere volontariamente alla sterilizzazione dopo il primo figlio
ovvero di non averne alcuno (secondo un principio inedito legato al minor
consumo di materie prime, a cominciare, ovviamente, dal suolo);
9) attraverso atti e fatti di rilevanza giuridica, un reale riconoscimento
lavorativo e sociale della donna (che in zone come quella di Parete ancora
in molti concepiscono unicamente come angelo del focolare o come
lavoratrice che d solo unentrata monetaria aggiuntiva a quella
realizzata dal consorte maschio).

294

A proposito di una paventata ipotesi di sterilizzazione anche femminile, tramite


la c.d. chiusura delle tube, va precisato come la sua esecuzione possa comportare
il ricorso a differenti tecniche, pi o meno invasive e con unefficacia che potrebbe
pure variare di caso in caso. Di conseguenza, il sottoscritto, in virt delle sue poche
conoscenze in fatto di medicina, preferisce non proporre esplicitamente una sua
obbligatoriet legale allinterno del corrente messaggio.

Agli interventi prettamente normativi, ovviamente, sarebbe da affiancare una


capillare attivit di sensibilizzazione in grado di coinvolgere lintera popolazione a
partire dai pi giovani (14 anni in su) e capace di avvalersi di incontri pubblici (a
cominciare dalle scuole), dei mass media (giornali, radio, televisioni, internet) e,
magari, di un consapevole e financo entusiasta sostegno delle autorit religiose di
ogni orientamento (cristiane e non).

27.9 Uneventuale risposta a tutti coloro che, dotati di forte


sensibilit religiosa (in primis ai cristiani di ogni orientamento),
potrebbero

dimostrarsi

perplessi

rispetto

unipotizzabile

auspicabile azione mirata al contenimento delle nascite


Specie le persone dotate di una rispettabile sensibilit religiosa (a cominciare
dai cristiani di ogni orientamento) potrebbero nutrire delle comprensibili perplessit
innanzi alla promozione capillare di una mentalit volta al concreto contenimento
delle nascite.

A tal riguardo, per, si replica che lo stesso Padreterno (creatore del Mondo
per il credente) ad aver favorito nella Natura un meccanismo di selezione.

A dimostrazione di ci, il sottoscritto si permette, in piena umilt, di evocare


unimmagine campestre a mo di esempio.
Ogni anno, poco tempo prima del raccolto, i contadini effettuano uno scrupoloso
scarto delle pesche in eccesso sugli arbusti a vaso al fine di garantire una crescita

295

migliore di quelle che restano. In cotal guisa, si ottengono dei frutti non solo pi
grandi, ma, soprattutto, carichi di sostanze nutritive al punto giusto174.
Per ogni persona dotata di buon senso, codesta pratica campagnola, a sua volta
risultato di osservazioni maturate nei secoli, pu essere vista come un ottimo caso
di interazione Uomo-Natura che di certo non resterebbe estranea alla volont
creatrice dellOnnipotente.

Insomma, bisogna ribadire come lessere umano non sia estraneo n si


collochi in una posizione di superiorit rispetto allordine naturale di cui invece
parte integrante. In questottica, il dono divino della vita andrebbe sempre
considerato come unoccasione per acquisire una maggiore consapevolezza del
sano limite che ciascuno dovrebbe porsi in relazione allo sfruttamento delle
risorse disponibili, a cominciare dal suolo vergine.

27.10 A margine. Lulteriore auspicio che le istituzioni nazionali


gestiscano in termini restrittivi il flusso stranieri in arrivo verso
lItalia. Rapidi accenni sul ruolo ricopribile dai singoli comuni come
Parete
LItalia presenta un territorio non molto vasto (specie se paragonato a quello,
ad esempio, degli USA) e gi attualmente consumato in maniera massiccia in
termini speculativi, un impianto produttivo e commerciale basato sulle piccole e
medie imprese di tipo famigliare, e un profilo storico-sociale che, nel bene e nel
male, appare dotato di varie sfaccettature a livello zonale e perfino locale. In
questottica, al di l di ogni patetico perbenismo, di ogni immotivato razzismo e di
ogni eccessivo catastrofismo, sarebbe quanto mai necessario che le istituzioni
nazionali ricorressero a un modello di gestione fondamentalmente restrittivo del
flusso di stranieri in arrivo verso lItalia.

In linea generalissima, va sottolineato come il soggiorno degli stranieri in Italia


dovrebbe essere soltanto temporaneo (massimo 6 mesi alla volta, ad esempio) e
specificatamente motivato (studio, lavoro, turismo, e simili).

174

Lallusione a un metodo di coltivazione che oggi potrebbe essere classificato come tradizionale.
296

Tuttavia sulle modalit di concessione della cittadinanza italiana che


occorrerebbe un ulteriore irrigidimento, almeno a parere del sottoscritto.

In primo luogo, la cittadinanza del Belpaese dovrebbe essere limitata soltanto


a coloro che nascono in Italia da uno ovvero entrambi i genitori italiani. Ci
implicherebbe, in particolare, la restrizione dello ius soli (diritto di cittadinanza per
il semplice motivo di nascere sul suolo) unicamente ai soggetti i cui genitori fossero
ignoti o apolidi.

In secondo luogo, sarebbe utile la cancellazione della norma che subordina


lacquisizione della cittadinanza italiana alla residenza continuativa per un certo
numero di anni (opzione oggi disponibile per i cittadini degli altri Paesi U.E., gli
extracomunitari, gli apolidi e i rifugiati, coloro che hanno discendenti nati in Italia).
Inoltre, sarebbe auspicabile anche una rimozione della pratica del ricongiungimento
familiare.

In terzo luogo, per quanto possa sembrare eccessivo a qualcuno, il sottoscritto


ritiene opportuno anche non allargare le maglie normative sia per le adozioni estere
sia per i matrimoni misti, i quali, in unipotesi ulteriore, potrebbero essere financo
vietati.

Infine, sarebbe quanto mai utile eliminare ogni meccanismo di riacquisizione


della cittadinanza italiana dopo averla persa.

I tipi pratici e coloro i quali hanno il cuore traboccante di cosmopolitismo,


quando non di carit pelosa, sostengono oggi lidea di una sostanziale inevitabilit
dellallargamento

del

novero

delle

fattispecie

legate

alla

concessione

della

cittadinanza italiana a causa, fra laltro, dei buchi occupazionali apertisi in taluni
settori (agricoltura, industria, eccetera). Ebbene, a tale tesi, lautore ribatte in due
modi. Da un lato, che leventuale schizzinosit degli Italiani trae talvolta
giustificazione da condizioni lavorative esigenti oltre laccettabile (per tacere del pi
becero sfruttamento). Dallaltro lato, che nulla garantisce un ipotetico scenario in
cui gli stranieri di seconda, terza e quarta generazione continuino a seguire

297

rassegnati le orme paterne senza provare pur essi a scalare (a quel punto
legittimamente) la piramide sociale.

Ecco

perch,

se

servisse,

il

Governo

nazionale

dovrebbe

recedere

unilateralmente pure da tutti quegli accordi internazionali che prevedono un


modello economico-sociale integrativo che di umano ha per ben poco, dovendo
spesso rispondere a logiche capitalistiche miranti ad avere manodopera a basso
costo e clienti in quantit illimitata.

Tenendo

conto

di

quanto

appena

scritto,

prima

vista

riuscirebbe

inimmaginabile un ruolo delle Amministrazioni Comunali come quella di Parete, dato


che la materia esula indubbiamente dalle proprie competenze. Tuttavia, unipotetica
attivit di promozione su scala locale dellirrigidimento del flusso degli stranieri
verso lItalia (attraverso, ad esempio, incontri e dibattiti), unita ad uneventuale
opera di persuasione istituzionale rispetto agli enti sovraordinati, potrebbe gi
essere un buon inizio.

298

SEZIONE D Ulteriori considerazioni

299

300

Capitolo 28
La necessit di non assecondare ogni legittima aspettativa

28.1 Il rilancio del territorio comunale di Parete (CE) come


entit fisica, come centro di vera produzione economica e come
patrimonio immateriale riconoscibile dagli altri conta sempre pi
delle legittime ambizioni personali di chi vi abita
Ladozione

di

un

vasto

riordino

urbanistico

volto

concentrare

lantropizzazione extragricola nella porzione orientale del paese e la


promozione di una mentalit locale mirata al saggio contenimento delle
nascite costituiscono due serie e definitive modalit che lAmministrazione
Comunale ha per evitare che Parete possa estinguersi come entit fisica a s
stante in quel mare dasfalto e cemento che rischia di investirne inesorabilmente il
territorio.

Dal un punto di vista economico, in particolare, fatta salva la


localizzazione

pur

sempre

proporzionalmente

marginale

di

unit

artigianali/industriali, gli appena 5,7 chilometri quadrati di estensione, lassenza di


infrastrutture di rilievo a breve gittata (autostrade, ferrovie, porti e aeroporti),
lappartenenza ad un hinterland a nord di Napoli urbanizzato a livelli spaventosi
suggeriscono allente municipale una cosa soltanto: che Parete dovr restare
saldamente legata alla produzione agricola.
In parole ancora pi semplici, il comune casertano potr ricoprire un ruolo
realmente funzionale (sia in unottica di preservazione fisica sia in rapporto al
contesto zonale circostante) solo se una netta maggioranza dei suoi suoli sar
destinata alla semina e al raccolto di derrate alimentari.
Insomma, ove mai mancasse la legittima voglia di occuparsi di zappe, aratri e
trattori, sarebbe molto meglio lasciare incolto un terreno piuttosto che cambiarne
inopportunamente la destinazione duso.

Soltanto un concreto rilancio fisico ed economico del territorio comunale


paretano, scevro soprattutto di ogni componente opportunistica, contribuir poi a
301

tenere saldo su basi di tipo ciclico il locale rapporto Uomo-Territorio stimolando il


mantenimento e la condivisione del patrimonio immateriale comunitario,
che, in quanto tale, intimamente diverso da quelli delle localit circonvicine e che,
al pari degli altri, composto di usanze e di ritualit generatrici di immortalit.
Ogni tentativo di chiarimento su questultime parole sar dato nel capitolo 29 di
codesto Tomo I.

28.2 Chi sono i veri amministratori comunali e i veri attori


politici, specie se si considera una realt territoriale come quella di
Parete?
In ogni caso simile a quello di Parete, bisogna osservare che sono veri
amministratori comunali e veri attori politici solo coloro i quali, in rapporto alla
superficie

disponibile

allubicazione

di

questultima

rispetto

al

contesto

circostante, hanno come essenziali obiettivi lintegrit fisica e immateriale, nonch


la funzionalit veramente economica del locale territorio. Difatti, ci rappresenta
lunica ricetta per tutelare per davvero e a tempo indeterminato ciascun abitante e
lintera comunit offrendo valide condizioni di vivibilit.

In tale ottica, occorre ribadire, per lennesima volta, lassoluta irrilevanza


di una politica del lavoro a s stante a livello di singola giurisdizione,
dato che il comma 27 dellart. 14 della Legge n. 122 del 2010 (e successive
modificazioni e integrazioni) non la annovera fra le funzioni fondamentali dei
Comuni. Volendo essere perspicaci, a parte una quota occupazionale derivante
dallesercizio delle proprie prerogative, ci che possono fare i Municipi come
quello paretano soltanto creare delle premesse in virt dellindirizzo
economico prevalente (agricolo, nello specifico) individuato (o appena
confermato) tramite la programmazione urbanistica175.
175

Tali funzioni fondamentali appaiono elencate pure nella nota 154 del corrente Tomo I.

Passando oltre, va sottolineato, a scanso di ogni ulteriore equivoco, come risulti esclusa dal novero delle
competenze essenziali degli enti locali non solo la politica del lavoro intesa come linsieme delle norme
che regolano prestazioni e rapporti, ma anche la politica del lavoro mirante allinsediamento di attivit
diverse dallagricoltura capaci di modificare decisamente lassetto territoriale preesistente. Per lesattezza,
diviene assolutamente inopportuna ogni vasta localizzazione commerciale, manifatturiera e di servizi
302

I concetti di indirizzo economico e di politica del lavoro, dunque, possono


essere interpretati nel concreto in modo da risultare complementari, ma rimangono
ben distanti sul versante concettuale. In particolare, sempre il secondo che va
visto in una posizione subordinata rispetto al primo.

Scritto in maniera diretta: i migliori amministratori comunali e i migliori attori


politici non sono quelli che promettono ovvero consentono ovunque la costruzione
di

case

linstallazione

capannoni,
di

la

lampioni

spruzzata
e

dasfalto,

lapertura

lelevazione
di

ristoranti

di

marciapiedi,
sbandierando

opportunisticamente lesigenza di far campare nellimmediato Tizio e Caio, ma


quelli che promuovono, coi fatti e cogli atti, un modello di consapevole gestione del
territorio capace di trasmettersi di padre in figlio.

28.3 Il diritto alledificazione non esiste! (Richiamo della


Costituzione Italiana)
Gi nel paragrafo 24.4 del corrente Tomo I stata accennata linesistenza di
un diritto edificatorio assoluto con specifico riferimento alla casa. Tuttavia questo
assunto vale sempre, anche quando si pensa ad altri segni di urbanizzazione
(capannoni artigianali, locali commerciali, ecc.).

Per mostrare linesistenza di un diritto assoluto alledificazione, il sottoscritto


rimanda ancora una volta il lettore alla massima fonte giuridica del Paese: la
Costituzione, la norma a cui tutte le altre (nazionali e locali) debbono sottostare.

A riguardo, non si pu non cominciare dallart. 42 nel quale viene riconosciuto


il principio della propriet privata, ma mai in unottica che possa travalicare lutilit
sociale. Questultima, in particolare, pu essere intesa come quella situazione in cui
viene raggiunto il miglioramento delle condizioni esistenziali di una collettivit e di
ogni singola persona che ne fa parte. Tenendo conto delloggetto del presente

richiedenti grossi spazi che estranea ad una strategia di respiro zonale e/o regionale e/o nazionale. Ci a
maggior ragione in una realt come quella attuale di Parete.
303

paragrafo, in particolare, va osservato come suddetto miglioramento possa


coincidere con unedificazione, ma anche consistere benissimo in una mancata
cementificazione.
Ad esempio, lutilit sociale di una zona campestre a cavallo di due cittadine
densamente abitate pu consistere benissimo nel lasciarla cos come sta, se il
rischio quello di procedere con unurbanizzazione in grado di portare solo traffico
e cemento, specie qualora lintento fosse solo speculativo.

Lart. 44, poi, non meno diretto poich cita in modo testuale un razionale
sfruttamento del suolo e, quindi, evoca financo lopzione di circoscrivere ovvero di
arrestare (a seconda dei casi) ogni intento edificatorio.

Lart. 41 riconosce a sua volta liniziativa economica privata, ma mai in


unottica che possa trascendere lutilit sociale. Ci implica soprattutto la possibilit
di limitare ovvero di bloccare la stessa attivit dimpresa quando non influenza
positivamente le condizioni esistenziali di una collettivit e di ciascun individuo che
ne fa parte.
Ad esempio, lutilit sociale di un nucleo di capannoni artigianali in piena zona
campestre pu difettare laddove manca ogni potenziale margine di crescita
dimensionale per le medesime aziende, con negative ipotetiche ricadute sul piano
dellassorbimento della disoccupazione locale, cosa che rischia di verificarsi con
maggiore facilit se lubicazione prescelta ben distante da grandi vie di
comunicazione (come unautostrada).

Inoltre, fra i principi fondamentali della Costituzione spicca quello legato alla
tutela del paesaggio (art. 9) che, se viene inteso in termini giuridici, rimanda a un
territorio frutto dellinterazione Uomo-Natura176 e, quindi, pure al complesso di
valori, usanze e ritualit che discendono da questa177.
In tale ultima ottica, allora, si comprende che il nesso individuato dal sottoscritto
fra la valorizzazione fisica del tenimento paretano, possibile soltanto invertendo

176

Si rimanda alla nota 119 del presente Tomo I.

177

Su questultimo aspetto recita espressamente lart. 131 comma 2 del Decreto Legislativo n. 42 del

2004: La tutela e la valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali
manifestazioni identitarie percepibili..
304

lattuale inopportuno processo di consumo di suolo vergine, e il richiamo costante


del locale patrimonio immateriale non campato in aria, anzi.

Lart. 32 della Costituzione, esplicitando il diritto alla salute individuale e


collettiva, ricollega a quellesigenza di benessere psicofisico che finora lautore ha
riassunto colla parola vivibilit. Per cui, ad esempio, una decina di lottizzazioni
residenziali a scopo speculativo potrebbero rendere felice il palazzinaro di turno, ma
anche suscitare una pi importante sensazione di disagio in chi sentisse minacciata
la propria percezione in positivo della realt locale.

Tradotto in parole semplici: esistono una propriet privata e uniniziativa


economica

privata,

ma

entrambe

non

possibile

collegare

un

diritto

alledificazione n questultimo esiste in termini assoluti.

In particolare, rispetto alla propriet privata, ledificazione costituisce solo uno


dei possibili modi di godere della disponibilit di un proprio terreno.

28.4

Il

diritto

alledificazione

non

esiste!

(Altre

rapide

giustificazioni)
Laddove le spiegazioni fornite dal sottoscritto nel precedente paragrafo
avessero peccato di ampollosit, la questione del non diritto alledificazione
potrebbe anche essere affrontata in modo tale da stimolare la dimensione
percettiva del lettore.

In primo luogo, se davvero esistesse un diritto assoluto alledificazione, tutti i


tentativi di pianificazione urbanistica a livello comunale e sovralocale non avrebbero
alcuna ragione per andare avanti. Infatti, ognuno potrebbe fare del proprio fondo
ci che vuole senza dover rendere conto ad alcuno.
Ad esempio, Tizio, Caio e Sempronio potrebbero decidere di costruire una palazzina
oppure un centro commerciale in una zona campestre isolata a patto di essere
semplicemente i possessori dei terreni interessati.

305

In secondo luogo, se davvero esistesse un diritto assoluto alledificazione,


nellambito di tutta la regolamentazione legata al mattone non vi sarebbe posto per
espressioni come permesso di costruire oppure concessione edilizia. Infatti, un
diritto resterebbe sempre tale e non potrebbe costituire loggetto di nulla osta o di
roba simile.
Ad esempio, esiste un diritto alla salute, ma non un fantomatico permesso di
salute; esiste un diritto di votare, ma non unimmaginaria concessione elettorale.

Insomma, popolo e politici di ogni realt locale, inclusa quella di Parete,


devono assolutamente convincersi che il possesso di un terreno e/o la residenza in
un dato comune non porta al sorgere automatico di ogni sorta di diritto edificatorio
(in termini abitativi e non solo).

Sauspica, perci, che chi vede in ogni metro quadro un metro cubo possa
rapidamente cambiare idea.

28.5 I tagli allurbanizzazione e demografico necessari per


garantire una resa continuata nel tempo del territorio comunale di
Parete
Il

riordino

urbanistico

mirato

alla

concentrazione

dellantropizzazione

extragricola nella sezione est e la promozione di una mentalit volta al


contenimento delle nascite ipotizzati per Parete non devono giammai essere intesi
come una soluzione di stampo dittatoriale o gi di l, ma come strumenti necessari
affinch il locale territorio possa conoscere una resa potenzialmente illimitata nel
tempo in fatto di vivibilit e di sfruttamento veramente economico (nello
specifico, tramite la semina e raccolto di derrate alimentari).

In tale ottica, pu essere menzionata a mo di esempio la millenaria usanza


contadina di potare i rami delle piante in modo da garantire la crescita di frutti
carichi di sostanze nutritive a sufficienza. Un altro esempio (anche se, va ammesso,
maggiormente banale) pu essere quello di chi va periodicamente dal barbiere per
ottenere un rinforzo dei propri capelli ed evitarne lindebolimento e/o la caduta.

306

28.6 Linvito ad una maggiore responsabilit individuale e


collettiva
Come si potuto desumere finora dalla lettura dei vari capitoli del corrente
Tomo I, il vero rilancio del territorio comunale di Parete dovrebbe contare su un
atteggiamento di responsabilit da parte di tutti e sulla rinuncia, laddove
opportuno, a legittime prerogative.

In primo luogo, occorre ripetere con vigore che i soggetti amministratori e gli
esponenti locali di partito dovrebbero sempre finalizzare il loro agire alla tutela
fisica

immateriale

della

superficie

comunale,

nonch

allutilizzazione

economica di questultima in termini prevalentemente agricoli.

A loro volta, tutti i soggetti legati al settore edilizio (dai professionisti dufficio
alle manovalanze fino agli intermediari finanziari) sarebbero chiamati a non vedere
nel suolo una terra franca da convertire a proprio vantaggio, il quale non coincide
automaticamente con quello comunitario (a maggior ragione quando la stessa
collettivit fa fatica a comprendere il danno discendente da un consumo di suolo
vergine inarrestabile).

Le autorit religiose locali di ogni orientamento sarebbero a loro volta


chiamate ad adottare un atteggiamento collaborativo soprattutto in merito alla
promozione di una mentalit mirata al contenimento delle nascite. Per quanto possa
sembrare strano, infatti, anche leccesso demografico va considerato un problema
come altri.

Il popolo, inteso come singoli e come collettivit, come componenti famigliari e


come

cittadinanza,

sarebbe

invece

chiamato

ad

un

impegno

che

solo

apparentemente assumerebbe le forme del grave sacrificio (abbattimento dei propri


stabili dietro indennizzo e/o trasferimento altrove e/o contenimento delle nascite) e
che invece costituirebbe un importante passo verso la vivibilit su scala locale e
perfino zonale.

307

Infine, gli esponenti della guapparia di qualsiasi livello (con o senza i colletti
bianchi) sarebbero invitati a non intervenire e a non condizionare in alcun modo
ogni fase del riordino urbanistico e del rilancio agricolo, vista la necessit assoluta
di operare presto e bene.

308

PARTE QUARTA Cenni riguardanti quella parte del


patrimonio immateriale di Parete (CE) che riflette
linterazione Uomo-Natura di tipo ciclico

309

310

Capitolo 29
Un esempio di patrimonio immateriale per la realt di
Parete (CE): culto e festivit patronale di Maria ss. della
Rotonda

29.1 Premessa
In coda al paragrafo 28.1 stato osservato come ogni realt locale sia
composta anche di un patrimonio immateriale fatto di usanze e ritualit. Tale
patrimonio, in particolare, pu essere visto pure come la rappresentazione di un
rapporto Uomo-Territorio basato su una cadenza di tipo ciclico.

Considerando Parete, parte integrante del patrimonio immateriale di questo


paese sono senzaltro il culto e la festivit di Maria ss. della Rotonda.

Tirare in ballo culti e ricorrenze patronali potrebbe sembrare eccessivo agli


occhi di qualcuno. Tuttavia, va evidenziato che, almeno per il Sud Italia, non sono
mai esistiti Culti e Feste Patronali i quali non abbiano costituito, in un modo o
nellaltro, unespressione spirituale del legame quotidiano fra luomo e il territorio
in cui egli abitava.

29.2 Cenni sullorigine del culto della Madonna della Rotonda a


Parete
Stando alle fonti bibliografiche consultate dal sottoscritto, lorigine del culto va
ricercata nella presenza di una piccola chiesa che, sorta nel remoto villaggio di
Santa Maria e ripristinata dopo terremoti e incendi, sta ancora oggi nellarea a
ovest dellodierno cimitero comunale (immagine 29.2 nel Tomo II della corrente
trattazione).

311

In particolare, occorre partire dal Trecento. Allepoca, la piccola chiesa era


conosciuta col nome di Santa Maria della Rotonda (forse perch di forma
tondeggiante o perch, in tempi ancora pi antichi, aveva avuto tale forma)178 ed
era ubicata allinterno di un vasto comprensorio rurale punteggiato di numerosi
caseggiati sparsi, di cui anche Parete (allora con un abitato di piccolissime
dimensioni) faceva parte.
Motivo di notoriet su scala locale della piccola chiesa era il suo essere oggetto di
pellegrinaggio durante i giorni di Pasqua, quando veniva concessa lindulgenza a chi
giungeva a farle visita. A tal riguardo, va osservato come, molto probabilmente, la
scelta del periodo non rispondesse al puro caso n a motivi solo puramente
religiosi, ma anche ad una maggiore mitezza del clima dopo i rigori invernali, la
quale introduceva al vivo della stagione agraria e favoriva il radunarsi delle genti
delle campagne circostanti (che vivevano quasi tutte, se non tutte, di agricoltura)
per pregare il Buon Dio alfine di ottenere dei buoni raccolti.

Col passare dei secoli, delle guerre e delle epidemie, per, degli antichi
pellegrinaggi si dovette perdere, se non il ricordo, almeno lusanza. La stessa chiesa
campestre and sempre pi in rovina finch, verso la fine del Cinquecento,
lautorit religiosa del tempo non decise di trasferire nel cuore di Parete ci che
presumibilmente era in migliore conservazione e, fra tali cose, un quadro di una
Madonna col Bambino e il Battista.

A parte qualche congettura di scarso valore probatorio, restano ignote


modalit e tempi di approdo del citato quadro della Madonna nella chiesa
campestre, cos come, per tanti anni, si faticato a capire quando fosse stato
dipinto. A riguardo, la tesi pi realistica riferisce di un periodo compreso fra il

178

Partendo dallassunto che la chiesa campestre vantasse (forse) uniniziale forma circolare, un innocuo

sentimento di curiosit spinge a chiedersi a cosa potrebbero essersi ispirati i suoi costruttori. A riguardo,
due potrebbero essere state le alternative: la prima rimandante a edifici di culto pagani tondeggianti (come
il Pantheon di Roma, ad esempio); la seconda evocante delle tombe della medesima struttura risalenti ai
periodi sannita, etrusco e, infine, romano (come il piccolo mausoleo di Menenio Agrippa o come la
generalit degli avelli a thlos). In questultima ottica, tenendo a mente come lintera area a ovest di
Parete risultasse in passato punteggiata di sepolcri, il sottoscritto ipotizza che la primitiva versione della
cappella rurale fosse stata realizzata nelle immediate vicinanze di un luogo di sepoltura o addirittura che
essa stessa ne costituisse uno, successivamente riadattato alluso cristiano.
312

Quattrocento e il Cinquecento, giustappunto utile a motivare storicamente il


trasferimento in paese.

Sta di fatto che dopo larrivo a Parete, sullEffigie, sistemata inizialmente in un


altare laterale della parrocchia San Pietro Apostolo179, cominci a confluire sia il
nome e il ricordo della piccola chiesa campestre dove aveva soggiornato sia la
reminiscenza dellantica pratica dellindulgenza. Da qui allassociazione allIcona
dellappellativo di Maria ss. della Rotonda e di un periodo di celebrazioni sempre
corrispondente alla Pasqua, il passo fu breve e un nuovo culto mariano venne
definitivamente a galla. Questultimo, poi, era destinato a non avere meno successo
di quello di cui aveva preso il posto, visto che la societ contadina, lungi dal
conoscere qualche reale miglioramento delle condizioni di vita, trovava sempre
conforto nel rivolgersi al Cielo per ottenere salute, e soprattutto, buoni raccolti.

Una storiografia decente attorno al culto di Maria ss. della Rotonda ha


cominciato a formarsi solo agli inizi del Ventesimo secolo, grazie al compaesano G.
Corrado che, in suo libro del 1912, diede per la prima volta una serie di
informazioni che il sottoscritto ha cercato di sintetizzare pocanzi. Intanto, per, nel
paese (per mano di qualche membro del clero? di qualche esponente della locale
aristocrazia terriera? del popolo?) aveva gi preso piede il racconto leggendario
che qui sotto viene riassunto.

Tale leggenda ambientata in un Luned in Albis del XII secolo, quando un


nobiluomo della citt di Aversa si reca nelle campagne di Parete per cacciare in
compagnia del proprio cane. Egli, per, giunto nella localit Rotonda, comprende
ad un certo momento che lanimale non lo segue pi. Tornato sui suoi passi, nota
che la bestia intenta a scavare una fossa nel terreno e di conseguenza la chiama
s innumerevoli volte per poter proseguire, ma invano; perci il padrone, non senza
qualche difficolt, decide di portarla via legandola a s.
Il cane, per, ha un comportamento cos recalcitrante da liberarsi immediatamente
e da tornare nel luogo precedente. Il nobile, ora colpito da siffatta cosa, decide di
chiedere a un contadino che lavora nei paraggi di scavare nel medesimo posto.
Questultimo comincia la sua opera, ma, ad un tratto, dopo aver sentito un rumore
179

Negli anni Cinquanta del XX secolo, ha avuto luogo la traslazione verso lattuale sede: una nicchia alle

spalle dellaltare maggiore.


313

secco, sarresta, solleva la propria zappa e saccorge che essa macchiata di


sangue. Colti da estrema ansia, cacciatore e villico decidono di andare avanti col
dissotterramento con estrema prudenza finch, arrivati alla fine, estraggono dal
suolo ci che vi era contenuto: un quadro di Madonna con Bambino. Da qui a ci
che viene osservato questione di un attimo: in modo incredibile, dal sopracciglio
sinistro della raffigurazione del Cristo sgorga sangue vivo180.
Subito altra gente, anchessa presente nei dintorni e che giunta ad assistere
allintera scena, grida al miracolo e la notizia si sparge immediatamente in tutte le
localit circostanti.
Dopo lestasi, per, attorno al Quadro si formano due partiti: quello di Parete, che
ne reclama la propriet in virt delle origini del contadino che lo ha disseppellito, e
quello di Aversa, che pretende lo stesso riconoscimento dato che cane e nobiluomo
sono di tale citt. Infine, gli Aversani, in numero maggiore, hanno la meglio,
prelevano lIcona e si accingono a portarla via.
Ma qui, avviene laltro grande prodigio: lEffige, divenuta improvvisamente
pesantissima, impedisce alle persone che lhanno presa di proseguire; viene deciso
allora di ricorrere a un carro tirato da buoi, ma anche costoro non riescono ad
andare avanti cadendo sfiniti sulle ginocchia. Un Paretano, come obbedendo
allispirazione celeste, si fa quindi avanti, solleva il Dipinto dimprovviso divenuto
leggerissimo, e lo porta con s, suggellando il legame fra la Madonna e il popolo
che aveva scelto di proteggere181.

Contadini, zappe, quadri che spuntano dal terreno come a rievocare le stagioni
agrarie e, quindi, della vita, buoi e carri. Anche da ci si nota il tentativo perpetrato
nel tempo dalla realt paretana di introdurre ulteriormente il culto locale di Maria

180

Il Quadro stato sottoposto nel corso dei secoli a una serie di restauri. Nel corso di uno di questi,

molto probabilmente, un intervento maldestro del pittore ha provocato uno scrostamento allaltezza del
sopracciglio sinistro a cui si cercato di porre rimedio con un impasto di colori il quale, solidificandosi,
ha dato limpressione di assomigliare ad un grumo di sangue. La perdita del ricordo dellepisodio pu
aver stimolato in un secondo tempo laggiunta di un ulteriore macabro dettaglio alla leggenda.
181

Da qualche anno, il pomeriggio del Marted successivo la Pasqua, un volenteroso gruppo di Paretani

ha ripreso lusanza di rievocare il fatto leggendario presso la chiesa rurale. Una probabile inopportuna
accelerazione dellurbanizzazione per lintera area nei paraggi, per, rischia di privare tale
rappresentazione di significati vivi e di trasformarla in un atto di pura appariscenza, se non di inutile
esibizionismo.
314

ss. della Rotonda nel proprio patrimonio immateriale, composto pure da usanze e
ritualit in grado di rievocare efficacemente un quotidiano legame Uomo-Territorio
basato su cadenze di tipo di ciclico.

29.3 Il rischio di anacronismo del culto e della festa di Maria ss.


della Rotonda a Parete
Fino a qualche decennio addietro, Parete aveva ancora un territorio comunale
nettamente contrassegnato da unagricoltura la quale era sia vera economia sia
(in quanto vera economia) un modello perfetto di rapporto Uomo-Territorio su
scala locale poich portava a preservare le superfici pur utilizzandole diversamente
a seconda dei casi (semina, potatura, raccolto).

In questo contesto, il culto di Maria ss. della Rotonda rappresentava una parte
del patrimonio immateriale comunitario che giocava un ruolo assai funzionale; in
particolare, la cadenza annua della ricorrenza festiva (Pasqua e settimana
successiva) costituiva un lampante indizio di quellidea di ciclicit alla base di un
sano rapporto Uomo-Territorio.

Facendo un balzo ad oggigiorno, invece, emerge una Parete sovrappopolata e


avviata alla post economia, a causa sia del processo di cementificazione che non
pare volersi arrestare (per fini abitativi e infrastrutturali) sia della difficile
localizzazione di unalternativa allagricoltura di tipo artigianale (per mancanza di
ampi spazi e lontananza da grandi assi di comunicazione). In buona sostanza, viene
fuori

un

contrasto

di

fondo

fra

il

"moderno"

rapporto

Uomo-Territorio,

contraddistinto da un diffuso fenomeno di consumo di suolo vergine, e lideale di


ciclicit che ancora trasudano dal culto e dalla ricorrenza patronale del paese.

Ed in virt di tale contrasto che savverte il rischio di anacronismo del culto e


della ricorrenza di Maria ss. della Rotonda, cio delleventualit che entrambi
diventino dei fatti superati, con buona pace di chi la pensa legittimamente in modo
opposto.

315

29.4 Il vero senso del culto e della festa di Maria ss. della
Rotonda in quel di Parete
Mettendo da parte ogni comprensibile significato strettamente dottrinale,
quanto mai necessario sottolineare come, a maggior ragione oggi, il senso pi
profondo

del

culto

della

ricorrenza

mariana

di

Parete

resti

proprio

la

rappresentazione di quellidea di ciclicit nel rapporto Uomo-Territorio menzionata


allinizio del precedente paragrafo.

A riguardo, va ricordata pure la genesi del culto, la quale rimanda ad una


piccola chiesa un tempo sita in aperta campagna (e ricostruita pi volte fino ad
assumere laspetto attuale), meta di pellegrinaggio della popolazione campestre
durante la Pasqua. Soprattutto, va ribadito che la scelta di tale periodo da parte
delle autorit preposte non mai stata casuale n legata a solo ragioni religiose,
ma costituiva una preziosa occasione per cercare di richiamare collettivamente il
favore del Cielo agli esordi della stagione agraria, appena varcate le soglie della
primavera.

Rinnegare palesemente questa duplice ricostruzione significa concepire (o,


peggio ancora, far concepire) il culto e la kermesse patronale mariana come
elementi vuoti, come scuse per immergersi (o, peggio ancora, far immergere) in
una orgia sensoriale ripetuta in modo meccanico, magari nellattesa che un altro
evento alla moda ne possa prendere il posto; significa immaginare (o, peggio
ancora, fare immaginare) culto e kermesse mariana come una bella farfalla
catturata e messa in un barattolo la quale prima sbatte con frenesia le ali e poi
muore inesorabilmente.

Quindi, auspicio del sottoscritto che la realt paretana abbia un approccio pi


consapevole al culto e alla ricorrenza di Maria ss. della Rotonda, cio al di l di
unassociazione puramente esteriore al pompatissimo Volo degli Angeli, alle
illuminazioni ballerine182, ai momenti canori, alle esibizioni cabarettistiche e alle
rassegne sportive.

182

Per consentire al lettore di saggiare coi propri occhi la consistenza di questi due aspetti festaioli,

lautore ritiene che possano bastare e avanzare una ricerca e la visione su You Tube.
316

29.5 Il territorio locale come corpo e le usanze e ritualit


come anima di ogni singola comunit
Parafrasando lantica massima, ciascuna persona raggiunge uno stato di
armonia quando il corpo e lanima sono sfruttati appieno secondo le proprie
peculiarit originarie fino ad apparire luno correlato allaltra.

Allistessa maniera, solo un territorio comunale gestito secondo criteri volti ad


esaltarne lintegrit fisica e lutilit economica (per lagricoltura, lallevamento,
la pesca, lartigianato, lindustria, in alternativa o assieme, in base allampiezza e
allubicazione geografica dei tenimenti, nonch alla vicinanza di questultimi a
grandi infrastrutture) d spessore al complesso di usanze e ritualit di una singola
comunit.

Difficilmente vale lopposto, nel senso che le usanze e le ritualit sono


destinate a essere progressivamente ridimensionate fino a sparire laddove avviene
un inopportuno stravolgimento fisico di un luogo.

In parole semplici. Per ciascuna comunit, il territorio funge da corpo e le


usanze e le ritualit costituiscono lanima ovvero il patrimonio immateriale,
secondo

lespressione

ripetuta

svariate

volte

dal

sottoscritto

nella

propria

riflessione. Quindi se il corpo sano, lo anche lanima; se il primo insano, lo


risulta pure la seconda.

Caso mai non fosse ancora chiaro, va precisato che solo corpo e anima
ASSIEME determinano lidentit locale e che quindi impossibile fare a meno di uno
dei due.

Nel paragrafo 28.1, stato poi osservato che il complesso delle usanze e delle
ritualit che compongono un singolo patrimonio immateriale locale financo
generatore di immortalit. Ci significa che solo una continuit nel tempo di
entrambe ne consente il passaggio di generazione in generazione contribuendo a
suscitare nella gente la sensazione di sopravvivere. Va tuttavia sottolineato che

317

un siffatto transito riesce soltanto innanzi alla trasmissione ereditaria di unidea


responsabile della gestione territoriale nellambito quotidiano.

Occorre ribadire, allora, che solo tenendo al riparo la superficie comunale di


Parete da ogni inopportuno fenomeno di consumo di suolo vergine si aiuta a dare
un reale senso al locale patrimonio immateriale, del quale fanno parte il culto e la
festa di Maria ss. della Rotonda.

318

CONCLUSIONI

La terza parte di quanto esposto nel corrente Tomo I della trattazione sui
mutamenti del territorio comunale di Parete (CE) ha fatto perno sullelencazione di
una serie di proposte che, a umile parere dellautore, se fossero fatte proprie dalla
locale Amministrazione (ovviamente entro i limiti delle competenze affidate a essa
dalla legge), potrebbero contribuire a rilanciare il paese come entit fisica, come
centro

di

vera

produzione

economica

come

patrimonio

immateriale

riconoscibile dagli altri.


In particolare, sono state evidenziate lassoluta necessit di un vasto riordino
urbanistico (edificabilit tendenzialmente in verticale per gli edifici di tipo in
prevalenza residenziale e concentrazione dellantropizzazione extragricola nella
porzione orientale); lirrinunciabile centralit dellagricoltura (semina e raccolto delle
derrate alimentari), vista come unica economia possibile su scala locale; la non
pi rinviabile promozione di una mentalit paesana volta al fattivo contenimento
delle nascite.

Fare di un eventuale riordino urbanistico, del rilancio del settore primario e


della promozione di una mentalit mirata alla concreta limitazione delle nascite gli
scopi essenziali dellazione amministrativa e del confronto partitico paretano, per,
implicherebbe fin da subito pure lapprovazione di un P.U.C. che non fosse il solito
Piano

Unicamente

Cementizio,

magari

celato

sotto

la

maschera

di

un

potenziamento dei c.d. servizi.

In particolare, lAmministrazione Comunale e la classe politica di Parete


dovrebbero aiutare la popolazione del posto a prendere coscienza del fatto che
occorre invertire immediatamente il trend riguardante il consumo di suolo
vergine, anche se questo servisse a non corrispondere a delle legittime ambizioni
personali.

Ci

mantenimento

perch
dello

hanno

spazio

incontestabilmente

fisico

specifico

molta

pi

dellidentit

importanza

il

comunitaria,

la

preservazione della vivibilit utile ad evitare ripercussioni sulla salute anche


psicologica, la ricerca di autentiche occasioni di sostentamento legate alla
economia

(sempre

attorno

allagricoltura,

occupazione.
319

si

badi!)

non

alla

semplice

indispensabile che il territorio di Parete venga messo al riparo da


qualsiasi spinta cementizia che rischia di disgregarlo e di portarlo alla
cancellazione.

vitale,

insomma,

che

Parete

venga

DIFESA

SOPRATTUTTO DA S STESSA, cio da quelle forze caotiche e speculative


che albergano in seno alla medesima gente, ma pure allinterno del ceto
dirigente locale.

Il Tomo I termina qui, non avendo altro da aggiungere a livello testuale sui
mutamenti inopportuni e auspicabili riguardanti il tenimento paretano. Chiedendo
soltanto scusa per la lunghezza dellesposizione, rispetto alla quale non s fatto
apposta, si ringrazia di cuore ogni eventuale lettore e si lascia ad egli la possibilit
di approfondire per proprio conto, nonch di trarre ulteriori legittime conclusioni.

320

Fonti bibliografiche183

Bibliografia su Parete

G. Corrado, Parete. Ricerche storiche e cenni descrittivi, Aversa 1912.

L. Santagata, Parete, Parete 1981.

M. Cante, Il Palazzo Ducale di Parete. La storia, le vicende, i personaggi... Il


futuro, Napoli 1997.

V. De Michele, Il Percorso della memoria. Paesaggi, personaggi, vicende dun


piccolo borgo agricolo negli anni 20-30, Marigliano 2001.

P. Torellini, Sapori di nostalgia, Parete 2002.

A. Tesone, Le famiglie di Parete dal 1628 al 1950, Parete 2007

M. DAngiolella e R. DellAversana, Terra di Parete, Lusciano 2012.

Bibliografia sulla provincia di Caserta e sulla Campania


Inchiesta

parlamentare

sulle

condizioni

dei

contadini

nelle

provincie

meridionali e nella Sicilia, Vol. IV, Campania, Relazione del delegato tecnico prof.
Oreste Bordiga, Roma 1909.

M. Rossi Doria, Analisi zonale dellagricoltura italiana. Italia Meridionale e


Insulare, 1969, p. 85.

183

Laddove possibile, si cercato di elencare tutte le fonti, bibliografiche e informatiche, seguendo un

criterio cronologico.
321

G. Porisini, Produttivit e agricoltura: i rendimenti del frumento in Italia dal


1815 al 1922. Appendice statistica, 1971, pp. 138, 151 e 317.

A. Di Biasio, La Questione Meridionale in Terra di Lavoro, Napoli 1976.

F. Corvese, lites, mercato e istituzioni. Caserta e Terra di Lavoro nella


seconda met dellOttocento (1848-1880), Caserta 1989.

P. Macry, La citt e la societ urbana, in P. Macry e P. Villani (a cura di), Storia


dItalia. Le regioni dallUnit ad oggi. La Campania, Torino 1990.

P. Villani, Leredit storica e la societ rurale, in P. Macry e P. Villani (a cura


di), Storia dItalia. Le regioni dallUnit ad oggi. La Campania, Torino 1990.

322

Fonti informatiche184

Su Parete. Antica toponomastica

E.

Di

Grazia,

Le

vie

osche

nellagro

aversano

(http://www.iststudiatell.org/atella/..%5Crsc%5Cannate_01%5Cvie_osche_agro_a
versano.pdf).

Etimologia della parola capo (http://www.etimo.it/?term=capo).

Significati

degli

antichi

toponimi

starza

cesa

(http://asmvpiedimonte.altervista.org/Cimino_Luigi/La-toponomastica-ruraleantica-di-Valle-Agricola.html).

Significato dellantico toponimo cupa (http://www.laputa.it/denominazioniurbanistiche-generiche/).

Su Parete. Atti normativi


Norme Tecniche del Piano Regolatore Generale (PRG) del Comune di Parete
ancora

in

vigore

al

momento

della

pubblicazione

di

questo

Tomo

(http://www.comune.parete.ce.it/index.php?action=index&p=382).

A.G.C. 15, Lavori Pubblici, Opere Pubbliche, Attuazione, Espropriazione,


Settore 04, Decreto Dirigenziale n. 102 del 1 settembre 2010 Declassificazione di
tratti di SS.PP. ricadenti all'interno del centro abitato del Comune di Parete (CE),
con

184

popolazione

superiore

10.000

abitanti

Nel riportare sulla barra degli indirizzi web i qui presenti collegamenti ipertestuali, si raccomanda al

lettore di non copiare anche le parentesi poste ai loro lati e il punto dopo la seconda parentesi. Il
sottoscritto, inoltre, precisa di non assumersi alcuna responsabilit circa un successivo ipotetico mancato
reperimento dei contenuti.
323

(http://burc.regione.campania.it/eBurcWeb/directServlet?DOCUMENT_ID=0001373
7&ATTACH_ID=13785).

Delibera

di

Giunta

Comunale

n.

113

del

Dicembre

2010

(http://comune.parete.ce.it/index.php?action=index&p=262&n=152).

Delibera di Giunta Comunale di Parete n. 116 del 9 Dicembre 2010 di


approvazione

del

bando

di

assegnazione

P.I.P.

(http://comune.parete.ce.it/index.php?action=index&p=262)
(http://comune.parete.ce.it/index.php?action=index&p=262&n=155).

Su Parete. Articoli di giornale on line


Sullinsediamento P.I.P. nella zona omogena D1 del Piano Regolatore vigente
del

Comune

di

Parete:

La

Parete,

numero

0,

anno

0,

gennaio

2010

(http://issuu.com/laparete/docs/numerozero_05_web).

Sullo

stabilimento

Resit

ubicato

lungo

la

strada

Parete

Tre

Ponti

(http://quotidianoitalia.it/parete-isola-ecologica-nellarea-resit-proposta-dalsindaco/).
(http://quotidianoitalia.it/parete-falco-la-ex-resit-non-deve-essere-ceduta-in-fittoa-privati/).

Su un futuro insediamento P.I.P. a Parete anche in seguito allapprovazione del


Piano

Urbanistico

Comunale

(http://www.casertafocus.net/caserta/index.php?option=com_content&view=article
&id=31014:parete-l-amministrazione-vitale-avvia-l-iter-delpuc&catid=7&Itemid=109).

Leggi, decreti, circolari nazionali

324

Regio Decreto n. 1265 del 27 Luglio 1934 Testo Unico delle Leggi Sanitarie,
e

successive

modificazioni

integrazioni

(http://www.aosp.bo.it/rad2/Rad/Leggi/1265.pdf).

Legge
Legge

n.

1150

urbanistica,

del

17

successive

Agosto

modificazioni

1942,

integrazioni

(http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/1942_1150.htm).

Costituzione

della

Repubblica

Italiana

(http://www.governo.it/Governo/Costituzione/CostituzioneRepubblicaItaliana.pdf).

Decreto Ministeriale n. 1444 del 2 Aprile 1968 Limiti inderogabili di densit


edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra gli spazi
destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle
attivit collettive, al verde pubblico o a parcheggi, da osservare ai fini della
formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai
sensi

dell'art.

17

della

Legge

n.

765

del

1967

(http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/1968_1444.htm).

Legge

n.

865

del

22

Ottobre

1971

(http://www.sicet.it/pages/urbanistica/leggi_urb/legge_865-71.htm).

Decreto Ministero della Sanit del 5 Luglio 1975 Modificazioni alle istruzioni
ministeriali

20

Giugno

1896,

relativamente

all'altezza

minima

ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione, e successive


modificazioni

integrazioni

(http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/1975_dm0507.htm).

Legge

n.

amministrativo,

241

del
e

Agosto

1990

successive

Nuove

norme

modificazioni

sul
e

procedimento
integrazioni

(http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/1990_0241.htm).

Circolare Ministero della Sanit n. 24 del 24 Giugno 1993 Regolamento di


polizia mortuaria, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10
settembre

1990,

n.

285.

325

Circolare

esplicativa.

(http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?a
tto.dataPubblicazioneGazzetta=1993-0708&atto.codiceRedazionale=093A3846&elenco30giorni=false).

Decreto Ministero della Sanit del 5 Settembre 1994 Elenco delle industrie
insalubri

di

cui

allart.

216

del

Testo

Unico

delle

Leggi

Sanitarie

(http://www.gazzettaufficiale.it/gazzetta/serie_generale/caricaDettaglio?dataPubbli
cazioneGazzetta=1994-09-20&numeroGazzetta=220).

Decreto Ministeriale 16 Gennaio 1996 Norme tecniche per le costruzioni in


zone

sismiche

(http://www.pabaac.beniculturali.it/opencms/multimedia/BASAE/documents/2009/
11/10/1257845253863_Decreto_Ministeriale_16_gennaio_1996.pdf).

Decreto Legislativo n. 267 del 18 Agosto 2000 Testo Unico delle Leggi
sullOrdinamento degli Enti Locali, e successive modificazioni e integrazioni
(http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2000_0267.htm).

Decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 6 Giugno 2001 Testo unico
delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, e successive
modificazioni

integrazioni

(http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2001_0380.htm#015).

Decreto del Presidente della Repubblica n. 327 dell8 Giugno 2001 Testo unico
delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per
pubblica

utilit,

successive

modificazioni

integrazioni

(http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2001_0327.htm).

Decreto Legislativo n. 42 del 22 Gennaio 2004 Codice dei beni culturali e del
paesaggio,

successive

modificazioni

integrazioni

(http://www.altalex.com/documents/news/2014/09/15/codice-dei-beni-culturali-edell-ambiente-parte-ii-beni-culturali).

Decreto Legislativo n. 163 del 12 Aprile 2006 Codice dei contratti pubblici
relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e

326

2004/18/CE,

successive

modificazioni

integrazioni

(http://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/AttivitaAutorita/NormativeDiSett
ore/_sommarioCodice).
(http://www.codiceappalti.it/testi_previgenti/CodiceAppalti.it_Ultimo_aggiornament
o.pdf).

Decreto Ministeriale 14 Gennaio 2008 Norme Tecniche di Costruzione


(http://www.ingegneriasoft.com/NTC2008_Norme_tecniche_per_le_costruzioni.htm
).

Legge n. 122 del 30 Luglio 2010 Conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di
stabilizzazione finanziaria e di competitivit economica, e successive modificazioni
e integrazioni (http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2010_0122.htm).

Decreto

del

Presidente

della

Repubblica

n.

207 del

Ottobre

2010

Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n.


163, recante Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in
attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE, e successive modificazioni e
integrazioni (http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2010_0207.htm).

Legge n. 98 del 9 Agosto 2013, Conversione, con modificazioni, del decretolegge 21 Giugno 2013, n. 69. Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia, e
successive

modificazioni

integrazioni

(http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2013_0098.htm#30).

Giurisprudenza e dottrina
Consiglio

di Stato,

sez. VI, decisione

n. 173 del 14

Gennaio

2002

(https://www.giustiziaamministrativa.it/cdsintra/wcm/idc/groups/public/documents/document/mdaw/mz
m3/~edisp/644qqoqfr2vgqx37v7dmqkkcvm.pdf).

327

T.A.R. del Lazio, sede di Roma, sez. II-bis, sentenza n. 5370 del 28 Giugno
2005

(https://www.giustizia-

amministrativa.it/cdsintra/wcm/idc/groups/public/documents/document/mdaw/ntgz
/~edisp/nty6iqt6cqby46ruzcbeihvwjy.pdf).

Corte di Cassazione, sez. pen. III, sentenza 19.101 del 12 Maggio 2008
(http://www.dirittoambiente.net/file/territorio_sentenze_108.pdf).

T.A.R. della Lombardia, sede di Milano, sez. II, sentenza n. 2882 del 7 Luglio
2008

(https://www.giustizia-

amministrativa.it/cdsintra/wcm/idc/groups/public/documents/document/mdaw/odg
3/~edisp/zmtstxfaxazf24s6v4xddrkz6m.pdf).

Consiglio

di

Stato,

sez.

V,

decisione

n.

3217

del

21

Maggio

2010

(https://www.giustiziaamministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.
html?ddocname=X5WVLKHIEAQ32ZVH4YXIPBQMDM&q=).

Commento alla decisione n. 3217 del 21 Maggio 2010 del Consiglio di Stato,
sez. V (http://www.altalex.com/documents/news/2010/10/26/rapporto-fra-pianodi-lottizzazione-e-convenzione-di-lottizzazione).

T.A.R. della Calabria, sede di Catanzaro, sez. I, sentenza n. 31 del 12 Gennaio


2011

(https://www.giustizia-

amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.
html?ddocname=6HH2MX2HFOUXLE2X2PRP33T6YI&q=).

Consiglio

di

Stato,

sez.

IV,

sentenza

n.

2045

del

Aprile

2012

(https://www.giustiziaamministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.
html?ddocname=SH5P54RMMTERE3JDM4TT6HIJAU&q).

Consiglio

di Stato,

sez. IV, sentenza n.

2915

(http://www.ediltecnico.it/newsletter/2012/030812/11.pdf).

328

del 18

Maggio

2012

Giuseppe Bergonzini, Gli accordi integrativi e sostitutivi di provvedimento


amministrativo

(https://cdn1.regione.veneto.it/alfstreaming-

servlet/streamer/resourceId/ecabc8b2-87c5-4988-81676264a3ec3c1c/Accordi_sostitutivi_integrativi.pdf).

Illustrazioni volte a facilitare la comprensione altrui a proposito


delle conferenze di servizi, degli accordi di programma, del
Piano Triennale delle Opere Pubbliche col collegato Elenco Annuale
Seminario di formazione La semplificazione dei procedimenti e dellazione
amministrativa, I. Salza, La Conferenza di servizi dopo la riforma del 2010, Reggio
Calabria

2013

(http://eventipa.formez.it/sites/default/files/allegati_eventi/Salza-

Conferenza-RC.pdf).

proposito

degli

accordi

di

programma

(pagina

corrispondente

di

Wikipedia.it).

A proposito del Piano Triennale delle Opere Pubbliche e del collegato Elenco
Annuale
(http://www.comune.alba.cn.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2
69&Itemid=103).

Leggi,

deliberazioni,

manuali

linee

guida

della

Regione

Campania
Legge

Regionale

Campania

modificazioni

n. 14

del

20

Marzo

1982,

successive
integrazioni

(http://jtest.ittig.cnr.it/cocoon/regioneCampania/xhtml?css=&doc=/db/nir/Regione
Campania/1982/urn_nir_regione.campania_legge_1982-03-20n14).

Legge Regionale Campania n. 18 del 2 Luglio 1997 Nuova disciplina per


l'assegnazione

degli

alloggi

di

edilizia

329

residenziale

pubblica,

successive

modificazioni

integrazioni

(http://www.sito.regione.campania.it/leggi_regionali1997/lr18_1997.htm).

Legge Regionale Campania n. 17 del 7 Ottobre 2003 Istituzione parchi urbani


di

interesse

regionale

(http://www.regione.campania.it/assets/documents/leggeregionale17.pdf).

Legge Regionale n. 16 del 22 Dicembre 2004 "Norme sul governo del


territorio",

successive

modificazioni

integrazioni

(http://www.sito.regione.campania.it/leggi_regionali2004/lr16_04vigente.pdf).

Decreto Giunta Reginale Campania n. 572 del 22 Luglio 2010 Approvazione


linee

guida

in

materia

di

Edilizia

Residenziale

Sociale

(http://burc.regione.campania.it/eBurcWeb/BurcPdfOutput/Burc_2010_8_2_15_4.p
df).

Regolamento n. 5 del 4 Agosto 2011 Regolamento di attuazione per il


governo

del

territorio

(http://www.sito.regione.campania.it/regolamenti/regolamento05_2011.pdf).

Manuale operativo del Regolamento 4 Agosto 2011 n. 5 di attuazione della


L.R.

16/2004

in

materia

di

Governo

del

territorio

(http://www.regione.campania.it/assets/documents/Quaderni_governo_territorio.p
df).

Deliberazione Giunta Regionale Campania n. 1532 dell11 Novembre 2005 che


approva le Linee Guida per listituzione del sistema dei parchi urbani di interesse
regionale
(http://www.regione.campania.it/assets/documents/lineeguidaparchi.pdf).

Linee Guida per listituzione del sistema dei parchi urbani di interesse
regionale (http://www.regione.campania.it/assets/documents/lineeguida2.pdf).

330

Legge Regionale Campania n. 19 del 6 Dicembre 2013, e successive


modificazioni

integrazioni

(http://www.sito.regione.campania.it/leggi_regionali2013/lr19_2013vigente.pdf).

Piano Territoriale Regionale della Campania


Legge Regionale n. 13 del 13 Ottobre 2008 Piano Territoriale Regionale
(http://www.sito.regione.campania.it/burc/pdf08/burc45bis_08/lr13_08/lr13_08.pd
f).

Documento

di

Piano

(http://www.sito.regione.campania.it/burc/pdf08/burc45bis_08/lr13_08/1/lr13_08_
ptr_1.pdf).

Linee

Guida

per

il

Paesaggio

ed

Elaborati

cartografici

(http://www.sito.regione.campania.it/burc/pdf08/burc45bis_08/lr13_08/2/lr13_08_
ptr_2.pdf).

Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta


Deliberazione

Consiglio

Provinciale

n.

26

del

26

Aprile

2012

(http://www.provincia.caserta.it/documents/10805/322991/CP26.pdf).

Piano

Territoriale

di

Coordinamento

Provinciale,

indice

generale

(ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc%20Caserta/PTCP/).

Relazione A1
(ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc%20Caserta/PTCP/A1%20Relazione/A1%20Re
lazione.pdf).

Norme (ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc%20Caserta/PTCP/Norme/).

331

Allegato

F1

Atlante

socio-economico

della

Provincia

di

Caserta

(ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc%20Caserta/PTCP/F%20Allegati/F1%20Atlant
e%20socio-economico%20della%20Provincia%20di%20Caserta/).

Allegato F4 Analisi territoriale delle aree di sviluppo industriale, includente un


resoconto

scritto

tavole

varie

(ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc%20Caserta/PTCP/F%20Allegati/F4%20Analisi
%20territoriale%20delle%20aree%20di%20sviluppo%20industriale/).

Elaborato

G1

Rapporto

ambientale

(ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc%20Caserta/PTCP/G%20Elaborati%20di%20v
alutazione%20ambientale/G1%20Rapporto%20ambientale/G1%20Rapporto%20am
bientale.pdf).

Tavola

B3.1.8

Identit

culturale.

paesaggi

storici

(ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc%20Caserta/PTCP/B%20Elaborati%20grafici%
20del%20quadro%20conoscitivo/B3%20Identit%E0%20culturale/).

Tavola

B5.1.2

Levoluzione

degli

insediamenti

(ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc%20Caserta/PTCP/B%20Elaborati%20grafici%
20del%20quadro%20conoscitivo/B5%20Territorio%20insediato/).

Tavola

C1.1.8

Assetto

del

territorio.

Tutela

trasformazione

(ftp://ftp.provincia.caserta.it/pub/Ptc%20Caserta/PTCP/C%20Elaborati%20grafici%
20di%20piano/C1%20Assetto%20del%20territorio/).

In relazione alle pianificazioni urbanistiche dei Comuni di


Trentola Ducenta (CE) e Giugliano in Campania (NA)
Piano

Urbanistico

Comunale

di

Trentola

Ducenta

approvato

(http://www.bidata.it/trentoladucenta/index.php?p=normative&type=0).

Relazione illustrativa del PUC di Trentola Ducenta, adottato nel febbraio


2014. Si precisa che per effettuare il download sul proprio pc, occorre acquisire
332

preliminarmente

nome

utente

password

(http://www.scribd.com/doc/275606733/Piano-Urbanistico-Comunale-di-TrentolaDucenta-CE-Relazione).

Zonizzazione del tenimento di Giugliano in virt del suo vigente PRG. Si


precisa tuttavia che per prenderne visione occorre acquisire preliminarmente nome
utente e password
(http://www.risviel.it/index.php?option=com_content&view=article&id=35&Itemid
=12).

Sulla demolizione tradizionale e, soprattutto, controllata


Procedura

per

le

opere

di

demolizione

(http://www.ispesl.it/buonepratiche/Edilizia_Abitativa/3.7_.pdf).

Universit degli Studi di Bologna Alma Mater Studiorum, Dipartimento di


Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, A. Bonoli, Impatto del
decomissioning e della demolizione selettiva sulla qualit dei rifiuti da C&D
(http://newweb.riminifiera.it/upload_ist/AllegatiProgrammaEventi/Bonoli_835071.p
df).

M. Biffani, Manuale della demolizione controllata. Alternativa al martello


demolitore

(http://www.periti-industriali-

reggioemilia.it/Public/Allegati/Documenti/manuale_demolizione_br.pdf).

Consorzio A.S.I. di Caserta e Distretto industriale AversaGrumo Nevano


Consorzio A.S.I. di Caserta (www.asicaserta.it).

Citazione, a mo di esempio, di due documenti che riferiscono della


costituzione di condomini industriali allinterno degli agglomerati A.S.I. di Caserta
(http://www.asicaserta.it/web/wp-content/uploads/2014/09/232-PRESA-DATTO333

COSTITUZIONE-CONDOMINIO-PINTA-E-SANTA-MARIA-IN-AGGLOMERATOINDUSTRIALE-AVERSA-NORD.pdf).
(http://www.asicaserta.it/web/wp-content/uploads/2015/01/8-PRESA-DATTOCOSTITUZIONE-CONDOMINIO-INDUSTRIALE-VEGA-1-DITTE-MARICAN-HERITAGESRL-ALTRI.pdf).

Documento strategico del Distretto Industriale delle calzature, del tessile e


dellabbigliamento Aversa-Grumo Nevano
(http://151.13.210.29/DistrettiCampani/resources/cms/documents/GRUMODocume
ntoStrategicoPIDistretto.pdf).

Sulla forestazione urbana; circa la vasectomia e la c.d. chiusura


delle

tube;

presupposti

per

lacquisizione

la

perdita

della

cittadinanza italiana
Sulla

forestazione

urbana

(http://blog.emonfur.eu/2013/03/28/la-

forestazione-urbana-oggi-lesperienza-di-boscoincitta/comment-page-1/).

Sulla

vasectomia

(http://vasectomiainfo.it/it/cose-la-vasectomia).

(http://www.ivanomorra.com/page.do?id=58).

Sulla

c.d.

chiusura

delle

tube

(http://www.asf.toscana.it/index.php?option=com_content&id=780%3Alasterilizzazione-femminile-&Itemid=60).

Presupposti

per

lacquisizione

la

perdita

della

cittadinanza

italiana

(http://www.esteri.it/mae/it/italiani_nel_mondo/serviziconsolari/cittadinanza.html).

Dati Istat
Censimenti

1981

1991.

Popolazione

nei

singoli

comuni

(http://www.statistica.regione.campania.it/tematiche/17censimenti/ann03cap17.pd
f).

334

Popolazioni del Comune di Parete, della provincia di Caserta, della regione


Campania e dellItalia all1-1-1993 (http://demo.istat.it/ric/index.html).

Popolazione

del

Comune

di

Parete

al

31-12-2001

(http://demo.istat.it/ricostruzione2013/index.php?lingua=ita).

Popolazioni del Comune di Parete, della provincia di Caserta, della regione


Campania

dellItalia

all1-1-2003

(http://demo.istat.it/ricostruzione2013/index.php?lingua=ita).

Bilancio

demografico

del

Comune

di

Parete

al

31-12-2003

(http://demo.istat.it/bil2003/index.html).

Censimento

Industria

Servizi

2011

(http://dati-

censimentoindustriaeservizi.istat.it/).

Censimento Popolazione e Abitazioni 2011: numero di alloggi vuoti oppure


classificati come seconde case o terze case nel Comune di Napoli (http://daticensimentopopolazione.istat.it/Index.aspx).

Tasso di fecondit totale rilevato in occasione dellultimo Censimento 2011 per


le provincie di Caserta e Napoli, per la Campania, per il Meridione e per lItalia
(http://dati.istat.it/ cliccare poi sulla sezione popolazione e famiglie e sulle
sottosezioni natalit, "indicatori di fecondit" e "serie storiche" che stanno nella
colonna a sinistra di chi legge).

Numero di coppie aventi tre o pi figli e numero di nuclei monogenitorali che


sono stati rilevati in occasione dellultimo Censimento 2011 per la provincia di
Caserta (http://dati-censimentopopolazione.istat.it/

cliccare poi sulla sezione

famiglie che sta nella colonna a sinistra di chi legge).

Superficie dei Comuni, delle Province e delle Regioni italiane calcolata in


occasione del Censimento 2011 (http://www.istat.it/it/archivio/82599).

335

Popolazioni del Comune di Parete, della provincia di Caserta, della regione


Campania e dellItalia all1-1-2013 (http://demo.istat.it/pop2013/index.html).

Bilancio

demografico

del

Comune

di

Parete

al

31-12-2013

(http://demo.istat.it/bil2013/index.html).

Popolazioni di ciascun comune delle province di Caserta e Napoli, di queste


due province nel loro insieme, nonch della regione Campania e dellItalia all1-12014 (http://demo.istat.it/pop2014/index.html).

Popolazione del Comune di Napoli in data 1-1-1993 e in data 1-1-2014


(www.demo.istat.it).

Classifica

dei

comuni

italiani

con

maggiore

densit

abitativa

(http://www.comuniverso.it/index.cfm?menu=52).

Altre statistiche
FAO, stima per il triennio 2006-2008 del consumo giornaliero pro capite di
calorie

per

ciascuno

Stato

del

Mondo

(http://www.fao.org/fileadmin/templates/ess/documents/food_security_statistics/F
oodConsumptionNutrients_en.xls).

Numero di abitanti del Canada all1-7-2013 (pagina di Wikipedia Stai per


popolazione).

Numero

di

abitanti

del

Giappone

all1-10-2013

(http://www.stat.go.jp/english/data/jinsui/2013np/index.htm).

Numero

di

abitanti

dellAustralia

nel

Dicembre

2013

(http://www.abs.gov.au/AUSSTATS/abs@.nsf/allprimarymainfeatures/FA627CA7C5
708380CA257D5D0015EB95?opendocument).

336

Eurostat, numero di abitanti stimato per ciascuno Stato membro dellUnione


Europea

all1-1-2014

(http://ec.europa.eu/eurostat/tgm/table.do?tab=table&language=en&pcode=tps00
001&tableSelection=1&footnotes=yes&labeling=labels&plugin=1).

Numero di abitanti stimato per gli Stati Uniti dAmerica all1-1-2014


(http://www.census.gov/popclock/).

337

338

INDICE

Prefazione..................................................................................................................................................... 1

INTRODUZIONE ............................................................................................................................................ 3
Oggetto e scopo della presente trattazione..................................................................................... 3
Presupposti ispiratori ....................................................................................................................... 4
Cenni legati alla suddivisione dellesposizione nel corrente Tomo I ................................................ 4

PARTE PRIMA Mutamenti del territorio comunale di Parete (CE). Cenni storici ...................................... 7
Capitolo 1 Dalla fine del Settecento agli anni Novanta del XX secolo ............................................... 9
1.1 Premessa .................................................................................................................................... 9
1.2 Dalla fine del Settecento agli anni Trenta dellOttocento .......................................................... 9
1.3 Alcune precisazioni sullantica toponomastica ........................................................................ 14
1.4 Dal 1860 agli anni Dieci del XX secolo ...................................................................................... 16
1.5 Dagli anni Venti fino al 1945..................................................................................................... 18
1.6 Anni Cinquanta, Sessanta e Settanta ....................................................................................... 21
1.7 Anni Ottanta ............................................................................................................................. 24
1.8 Anni Novanta: vera e propria affermazione del devastante processo di consumo di suolo
vergine ........................................................................................................................................ 26
Capitolo 2 Dal Duemila fino ai nostri giorni..................................................................................... 29
2.1 Prosecuzione del devastante processo di consumo di suolo vergine ................................... 29
2.2 Suddivisione del territorio comunale per aree da esaminare con maggiore accortezza ......... 31
2.3 Via DAcquisto (lato orientale) e via Marconi (direz. Trentola Ducenta) ................................. 33
2.4 Via Pellico e immediati paraggi ................................................................................................ 34
2.5 Via Vicinale Vecchia (III tratto, versante est) e rione Di Vittorio (lato nord)............................ 35
2.6 Rione Di Vittorio (lato sud) ....................................................................................................... 37
2.7 Via Vittorio Emanuele (II tratto) fra via Santi e lestremo confine sud est del comune .......... 38
2.8 Via Vittorio Emanuele (II tratto) fra via Di Giulio e la porzione a nord di via Madre Teresa di
Calcutta........................................................................................................................................... 39
2.9 Via Madre Teresa di Calcutta e campagne verso sud .............................................................. 39
2.10 Rione 167, via Giorgio Amendola I e II tratto, via Follerau, via San Giuseppe fino a via
Petroselli ......................................................................................................................................... 40
2.11 Campagne a sud e a sud-ovest del rione 167 ......................................................................... 41
339

2.12 Lato sud rione della Repubblica ............................................................................................. 42


2.13 Prolungamento occidentale di via della Repubblica (dallintersezione con via Castagnola fino
alla coop. Sole) ............................................................................................................................... 43
2.14 Strada provinciale 109 Parete-Tre Ponti ................................................................................ 45
2.15 Campagne circostanti la strada rurale Portella ...................................................................... 45
2.16 Zona sud della Circumvallazione ............................................................................................ 46
2.17 Zona nord della Circumvallazione .......................................................................................... 48
2.18 Zona Cimitero, strada provinciale 33 Aversa-Qualiano-Villa Literno ..................................... 49
2.19 Probabili conseguenze dellantropizzazione extragricola lungo la strada Circumvallazione . 50
2.20 Esame per aree. Quadro riepilogativo ................................................................................... 51

PARTE SECONDA Mutamenti del territorio comunale di Parete (CE). Specifici approfondimenti legati
allinopportuno processo di consumo del suolo vergine sia rispetto allo situazione attuale sia in
relazione a ipotizzate evoluzioni future ..................................................................................................... 55
Capitolo 3 Due premesse da farsi .................................................................................................... 57
3.1 Il trionfo della logica scippa e fuje?....................................................................................... 57
3.2 Linopportuno consumo di suolo vergine non concettualmente associabile allabusivismo
edilizio ............................................................................................................................................ 58
Capitolo 4 Linopportunit della continua espansione delledilizia residenziale ............................ 61
4.1 Parete: anomalia di un totale abitanti che sale di circa un quarto, mentre la fascia det 0-25
anni s abbassata del 12% fra il 1993 e il 2014 ............................................................................. 61
4.2 Ragionamento in generale. Eventuali difficolt nellerogazione di servizi di rilevanza pubblica
e/o nellaffrontare attivit di intervento ........................................................................................ 63
4.3 Ragionamento in generale. Lestraneit dellattivit di edilizia residenziale dal concetto di
economia ...................................................................................................................................... 65
4.4 Ragionamento in generale. Lassoluta incapacit di creare unoccupazione stabile gi a partire
dal medio periodo .......................................................................................................................... 66
4.5 Ragionamento in generale. Contro la specifica attivit speculativa perch non ha alcun valore
sociale ......................................................................................................................................... 69
4.6 Ragionamento in generale. Il non sempre felice legame imprescindibile fra nuove
lottizzazioni e i c.d. standard urbanistici poich esso stimola un ulteriore consumo di suolo
vergine ........................................................................................................................................ 70
4.7 Ragionamento in generale. Cautela massima attorno alla c.d. edilizia popolare poich
probabile causa di insediamento di forestieri totalmente avulso dallindirizzo economico
prevalente o, almeno, da qualsiasi fabbisogno locale legato alloccupazione .............................. 73
4.8 Ragionamento in generale. Il dimensionamento per scopo prevalentemente residenziale: un
poco delizia, ma anche parecchia potenziale croce ................................................................ 75

340

Capitolo 5 Linopportunit della localizzazione disinvolta dei servizi e del commercio i quali,
peraltro, sono generalmente estranei al concetto di economia .................................................... 79
Capitolo 6 Area (o aree) PIP a Parete: il dovere di agire con enorme ponderatezza circa un
eventuale posizionamento nel territorio comunale e comunque lassoluta inopportunit di
procedere con una localizzazione nella parte occidentale ................................................................ 81
6.1 Cenni introduttivi. Particolare riferimento alla zona omogenea D1 del vigente PRG di Parete
........................................................................................................................................................ 81
6.2 Brevi considerazioni sulla grandissima difficolt nel dare al territorio di Parete una
significativa svolta economica di tipo artigianale e/o industriale .................................................. 83
6.3 Lassoluta inopportunit di localizzare nella parte occidentale di Parete unarea (o pi aree)
P.I.P. con caratteristiche in parte o in toto commerciale, di servizi, turistica, di supporto al ramo
edilizio ............................................................................................................................................ 86
6.4 Un mito da sfatare: qualsiasi area P.I.P. non garantisce mai automaticamente nuovo lavoro
per i disoccupati del paese in cui dovrebbe sorgere ...................................................................... 87
6.5 Un brutto rischio legato alle aree P.I.P.: il trionfo di logiche speculative di carattere
infrastrutturale, a stretto giro di posta, e di carattere residenziale nel lungo periodo ................. 88
6.6 La necessit dellente municipale di Parete di puntare su uneventuale localizzazione P.I.P.
unicamente nella parte est del comune......................................................................................... 89
Capitolo 7 Altri mutamenti inopportuni che potrebbero delinearsi in futuro per il territorio
comunale di Parete ............................................................................................................................ 91
7.1 C.d. Parco agricolo................................................................................................................. 91
7.2 Collettore fognario in corrispondenza dellalveo Spierto per il tratto a cavallo delle
giurisdizioni di Parete, Lusciano e Giugliano .................................................................................. 92
7.3 Una nuova strada Parete-Lusciano-Giugliano la quale scorrerebbe parallelamente a sud della
c.d. strada degli Americani ............................................................................................................. 94
Capitolo 8 Altre due riflessioni da farsi in chiusura della seconda parte del presente Tomo I ....... 97
8.1 Parete: la carica antieconomica, antisociale, illogica e antistorica del consumo di suolo
vergine attuale e possibile in futuro ........................................................................................... 97
8.2 Parete: lantropizzazione diversificata ai massimi livelli, e quindi oggettivamente
insostenibile, come causa della morte del territorio locale (idea di antrofizzazione) ................ 99

PARTE TERZA Proposte del sottoscritto volte a rilanciare Parete come entit fisica, come centro di
vera produzione economica e come patrimonio immateriale riconoscibile dagli altri ...................... 101
Capitolo 9 La necessit di raggiungere un rinnovato assetto del territorio comunale e le direzioni
da seguire a riguardo ........................................................................................................................ 103
9.1 La conurbazione Napoli-Caserta e lhinterland aversano-giuglianese: situazione attuale .... 103
9.2 Il tenimento di Parete a cavallo di due scenari: uno di progressiva invivibilit, laltro di
assecondamento delle sue peculiarit ......................................................................................... 105

341

9.3 Il rilancio di Parete come specifica entit fisica, dal punto di vista economico e come
patrimonio immateriale ............................................................................................................ 106
9.4 Le tre direzioni da seguire per il triplice rilancio di Parete..................................................... 107

SEZIONE A1 Il vasto riordino urbanistico. Zone omogenee proposte dal sottoscritto ..................... 109
Capitolo 10 Zone omogenee prevalentemente residenziali ......................................................... 111
10.1 Premessa .............................................................................................................................. 111
10.2 Pertinenze del Palazzo Ducale e della chiesa San Pietro Apostolo ................................... 112
10.3 Centro storico Umberto I Roma Berlinguer Municipio I e II..................................... 114
10.4 Aree Garibaldi Magenta Vittorio Emanuele II (tratto fra via Roma e p.za del Popolo)116
10.5 Fascia urbana restante ...................................................................................................... 122
10.5-bis Precisazione aggiuntiva circa la fascia urbana restante .............................................. 128
10.6 La necessit di promuovere un modello abitativo di tipo famigliare nelle aree Garibaldi
Magenta Vittorio Emanuele II (tratto fra via Roma e p.za del Popolo), nonch nella fascia
urbana restante .......................................................................................................................... 128
10.7 A riguardo degli edifici pubblici e di rilevanza pubblica siti nelle zone omogenee
prevalentemente residenziali ....................................................................................................... 129
10.8 Un principio da ribadire in modo assoluto: il dimensionamento abitativo di Parete, sia per il
breve sia per il lungo periodo, che deve soprattutto puntare in verticale ............................... 129
Capitolo 11 Zone omogenee non residenziali ed extragricole ...................................................... 133
11.1 Concentrazione di attivit supportanti lagricoltura lungo il lato est della Circumvallazione
(con alcuni segmenti urbani da riconvertire in tale ottica) .......................................................... 133
11.2 Concentrazione di unit di servizi nellestremo nord via Bologna.................................... 135
11.3 Insediamenti che, per il loro impatto dimensionale o per la loro peculiarit, possono
rimanere a ovest del paese .......................................................................................................... 137
11.4 A proposito del Cimitero di Parete .................................................................................... 139
Capitolo 12 Zona agricola (semina e raccolto di derrate) ad est del territorio comunale, con alcune
sezioni urbane da riconvertire in tale ottica .................................................................................... 141
12.1 Indicazioni generali............................................................................................................... 141
12.2 Precisazioni legate a un'ipotetica riconversione fondiaria a scopo agricolo di alcune sezioni
ora urbanizzate ............................................................................................................................. 142
12.3 Ulteriori vantaggi possibili per il paese a seguito della riconversione fondiaria a scopo
agricolo di alcune sezioni attualmente urbanizzate..................................................................... 143
Capitolo 13 Zona agricola (semina e raccolto di derrate) a occidente del territorio comunale, con
alcuni segmenti urbani da riconvertire in tale ottica ....................................................................... 147
13.1 Indicazioni generali............................................................................................................... 147

342

13.2 Precisazioni legate a un'ipotetica riconversione fondiaria a scopo agricolo di alcuni segmenti
attualmente urbanizzati ............................................................................................................... 148
13.3 Ulteriori vantaggi possibili per il paese a seguito della riconversione fondiaria a scopo
agricolo di alcuni segmenti attualmente urbanizzati ................................................................... 150
13.4 La necessit di adottare delle misure stringenti per la presenza di stabili nelle aree a est e a
ovest del tenimento paretano individuate come agricole. Tentativo di spiegazione .............. 152
Capitolo 14 Orti urbani e sezioni per allestimenti temporanei ..................................................... 155
14.1 Sezioni adibibili ad orto urbano lungo via della Repubblica, a cavallo degli incroci con via
Castagnola e la Circumvallazione (con alcuni punti oggetto di uneventuale riconversione
fondiaria) ...................................................................................................................................... 155
14.2 Sezioni per allestimenti temporanei di carattere emergenziale o meno (con alcuni segmenti
oggetto di uneventuale riconversione fondiaria)........................................................................ 156
Capitolo 15 Un primo ammontare dei punti del territorio paretano da sottoporre a interventi di
riconversione fondiaria, tenendo conto della situazione all11-8-2014 desumibile dalla
consultazione del software Google Earth ........................................................................................ 159

SEZIONE A2 Il vasto riordino urbanistico. La necessit di ricorrere a specifici strumenti giuridici ... 161
Capitolo 16 Il ricorso a specifici strumenti giuridici in riferimento a: pertinenze del Palazzo
Ducale e della chiesa San Pietro Apostolo; centro storico Umberto I Roma Berlinguer
Municipio I e II; aree Garibaldi Magenta Vittorio Emanuele II (tratto fra via Roma e p.za del
Popolo); fascia urbana restante; insediamenti che possono rimanere a ovest del paese.......... 163
16.1 Premessa .............................................................................................................................. 163
16.2 Brevissimi cenni per le seguenti zone: pertinenze del Palazzo Ducale e della chiesa San
Pietro Apostolo; centro storico Umberto I Roma Berlinguer Municipio I e II; aree
Garibaldi Magenta Vittorio Emanuele II (tratto fra via Roma e p.za del Popolo); fascia
urbana restante .......................................................................................................................... 164
16.3 Cenni per gli insediamenti che, per il loro impatto dimensionale o per la loro peculiarit,
possono rimanere a ovest del paese ............................................................................................ 166
Capitolo 17 Il ricorso a specifici strumenti giuridici in riferimento a tutte le altre sei zone
omogenee restanti cos come individuate dal sottoscritto.............................................................. 167
17.1 Approvazione di un nuovo Piano Urbanistico Comunale ..................................................... 167
17.2 Un onorevole atteggiamento dei privati che gi beneficiano del permesso di costruzione, ma
che ancora non hanno fatto avviare i lavori di costruzione in quelle sezioni del territorio di Parete
eventualmente contrastanti con una successiva pianificazione urbanistica generale ................ 169
17.3 Cenni a proposito di quei piani di lottizzazione a scopo prevalentemente residenziale (gi
approvati e/o per i quali gi stata stipulata la relativa convenzione) eventualmente contrastanti
con una successiva pianificazione urbanistica generale .............................................................. 170
17.4 La necessit di ricorrere a meccanismi giuridici ancora pi complessi con inclusa
lespropriazione per pubblica utilit ............................................................................................ 178
17.4-bis Cenni aggiuntivi legati allespropriazione per pubblica utilit ....................................... 182
343

17.5 Il recupero di suolo per uso agricolo: chiarimento sulleventualit o meno di approvare un
Piano Attuativo nellambito della procedura espropriativa ......................................................... 183
17.6 Il procedimento espropriativo innanzi a opere edilizie concretamente avviate ................. 184
17.7 Due ipotesi, una espropriativa e laltra non espropriativa, per il terreno dove ora sorge la
nuova chiesa della Madonnella ................................................................................................ 186
17.8 Rimandi alla Costituzione Italiana per giustificare lespropriazione per pubblica utilit ..... 187
17.9 Una prima alternativa ASSOLUTAMENTE NON CONSIGLIATA alla procedura espropriativa:
labbattimento per abusivismo edilizio attraverso procedura amministrativa ........................... 189
17.10 Una seconda alternativa ASSOLUTAMENTE NON CONSIGLIATA alla procedura
espropriativa: lannullamento dufficio del permesso di costruire per vizio riconducibile al
soggetto richiedente e per ragioni di interesse pubblico ............................................................ 191
17.11 Suoli riconvertiti in agricoli nelle zone a est e ovest. Cenni a qualche ulteriore
accorgimento normativo .............................................................................................................. 193

SEZIONE A3 Il vasto riordino urbanistico. Dal sostegno finanziario al fattibile recupero di aree da
destinare allattivit agricola ................................................................................................................ 195
Capitolo 18 Ipotesi di sostegno finanziario ................................................................................... 197
Capitolo 19 La fattibilit della deurbanizzazione volta al recupero di aree agricole per la semina
e il raccolto ....................................................................................................................................... 201
19.1 Premessa .............................................................................................................................. 201
19.2 Cenni illustrativi .................................................................................................................... 203

SEZIONE A4 Una certa affinit fra le proposte del sottoscritto di riordino urbanistico di Parete e gli
scenari desumibili dal Piano Territoriale Regionale della Campania (PTR) e dal Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale di Caserta (PTCP) ..................................................................................... 207
Capitolo 20 Una certa affinit fra le proposte del sottoscritto di riordino urbanistico di Parete e
gli scenari desumibili dal Piano Territoriale Regionale della Campania (PTR) ................................. 209
20.1 Premessa .............................................................................................................................. 209
20.2 Con particolare riferimento ai Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) ................................ 209
20.3 Perch il PTR non tende a favorire la svolta industriale-artigianale delleconomia paretana
...................................................................................................................................................... 213
20.4 Con particolare riferimento alle Linee Guida per il Paesaggio.......................................... 214
20.5 Visioning tendenziale e preferita per il tenimento di Parete visibili negli elaborati
cartografici .................................................................................................................................. 216
Capitolo 21 Una certa affinit fra le proposte del sottoscritto di riordino urbanistico di Parete e
gli scenari desumibili dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta (PTCP) .. 219
21.1 Premessa .............................................................................................................................. 219
21.2 Con riferimento al territorio rurale e aperto .................................................................... 220
344

21.3 Con particolare riferimento al territorio rurale e aperto complementare alla citt ........ 221
21.4 Con particolare riferimento al territorio rurale e aperto a preminente valore agronomico e
produttivo ................................................................................................................................... 222
21.5 Con riferimento alle aree negate ...................................................................................... 223
21.6 Con particolare riferimento alle aree negate con potenzialit ambientale ..................... 224
21.7 Con particolare riferimento alle aree negate con potenzialit insediativa ...................... 225
Capitolo 22 I Comuni a cavallo di due ruoli: agenti migliorativi ovvero concorrenti alla
disgregazione del territorio locale e sovralocale ............................................................................ 229
22.1 Premessa .............................................................................................................................. 229
22.2 Talune crepe che stanno aperte in seno alle previsioni PTR e PTCP ................................ 229
22.3 Veloce richiamo normativo circa la competenza urbanistica dei Comuni. Due auspici
particolari del sottoscritto per Parete .......................................................................................... 232

SEZIONE A5 Uno scenario alternativo legato al riordino urbanistico di Parete ................................ 237
Capitolo 23 Eventuale concentrazione di attivit prevalentemente artigianali in corrispondenza
dellattuale rione 167 (con probabile riconversione fondiaria di codesta sezione urbana) ............ 239
23.1 Premessa .............................................................................................................................. 239
23.2 Prime considerazioni: dal Regio Decreto n. 1265 del 1934 allipotesi di una concentrazione
artigianale paretana proprio in corrispondenza dellattuale rione 167 ....................................... 239
23.3 Descrizione dellipotetica concentrazione artigianale ...................................................... 241
23.4 Motivazioni che hanno spinto a proporre tale localizzazione e ulteriori precisazioni ......... 243
23.5 Impatto di unipotetica concentrazione artigianale in corrispondenza dellattuale rione
167 rispetto alle proposte del sottoscritto di: zonizzazione generica del comune, estensione
della fascia urbana restante, ampiezza della zona agricola a est del paese, movimento terra
verso le parti da riconvertire per la semina e il raccolto di derrate ............................................. 245
23.6 Condizioni al verificarsi delle quali il sottoscritto ritiene opportuno il suggerimento PTCP di
recupero a scopo insediativo delle aree negate a sud dellodierno rione 167 ......................... 246
23.7 Cenni ad accorgimenti normativi rispetto alleventuale concentrazione artigianale ....... 247
23.8 Un secondo ammontare dei punti del territorio paretano da sottoporre a interventi di
riconversione fondiaria alla luce di un riordino urbanistico alternativo ...................................... 248

SEZIONE A6 Descrizione sommaria di scenari legati allo spostamento di persone e attivit da Parete
ad altre zone ......................................................................................................................................... 251
Capitolo 24 Cenni sul trasferimento in altre localit di abitanti di Parete ora residenti in aree
comunali che dovrebbero essere riconvertite (a fini extragricoli ed agricoli) ............................... 253
24.1 Ladozione di intese in grado anzitutto di interessare lente municipale di partenza
(quello di Parete) e lente municipale (o gli enti municipali) di arrivo...................................... 253

345

24.2 Direzioni di spostamento supposte rispetto alla provincia di Caserta ................................. 255
24.3 Direzioni di spostamento supposte rispetto al Napoletano................................................. 257
24.4 Una veloce riflessione fatta in linea generalissima: lurgenza assoluta di veder mutata la
mentalit collettiva nei confronti della casa ............................................................................. 258
Capitolo 25 Ipotesi di ubicazione ben distante da Parete di attivit legate al commercio al
dettaglio, ai servizi e allartigianato ................................................................................................. 261
25.1 Premessa .............................................................................................................................. 261
25.2 Circa lubicazione lontano da Parete di attivit commerciali al dettaglio e di servizi di
piccola dimensione ..................................................................................................................... 261
25.3 Circa lubicazione nelle aree ASI del Casertano di attivit artigianali (nel senso di
produzione, nonch di servizio richiedente ampi spazi) ....................................................... 262
25.4 Qualche ulteriore precisazione rispetto allubicazione nelle aree ASI del Casertano di attivit
artigianali (nel senso di produzione, nonch di servizio richiedente ampi spazi) ................. 264

SEZIONE B La promozione dellattivit agricola in quel di Parete ..................................................... 269


Capitolo 26 Semina e raccolto di derrate agricole: lunica vera economia logicamente possibile
nel comune ....................................................................................................................................... 271
26.1 Premessa .............................................................................................................................. 271
26.2 Lesigenza di confermare lindirizzo agricolo delleconomia paretana in modo preponderante
...................................................................................................................................................... 271
26.3 Prime possibili direzioni da seguire per promuovere lattivit agricola su scala locale ....... 272
26.4 Altre due possibili direzioni da seguire per promuovere lattivit agricola in quel di Parete
...................................................................................................................................................... 274
26.5 Limitazione temporale delluso delle serre in plastica durante lanno nelle campagne di
Parete? ......................................................................................................................................... 275
26.6 Limpegno degli enti istituzionali di ogni livello per il rilancio dellattivit agricola in realt
come quelle di Parete. Cenni ....................................................................................................... 276
26.7 Risposta che necessariamente occorre dare a chi potrebbe equivocare in buonafede e, nel
peggiore dei casi, a chi potrebbe provocare in maniera gratuita ................................................ 278
26.8 Sestuplice valenza delle due zone agricole a oriente e a occidente del tenimento di Parete
...................................................................................................................................................... 279

SEZIONE C Contenimento delle nascite ............................................................................................. 283


Capitolo 27 Promozione di una mentalit locale in quel di Parete e adozione di accorgimenti
normativi a livello nazionale volte al fattivo contenimento delle nascite ....................................... 285
27.1 Cenni introduttivi ................................................................................................................. 285
27.2 Doppio presupposto concettuale alla base di una necessaria politica di contenimento delle
nascite .......................................................................................................................................... 286
346

27.3 Una terza constatazione: linefficacia del concetto di stampo capitalistico pi figli pi
consumi....................................................................................................................................... 287
27.4 Le possibili direttrici da seguire per unamministrazione comunale come quella di Parete 288
27.5 Il ruolo di unamministrazione comunale come quella di Parete chiamata a illustrare alla
gente argomentazioni pi vicine ad una dimensione personale ................................................. 289
27.6 Il ruolo di unamministrazione comunale come quella di Parete chiamata a impegnarsi per
veder accantonati alcuni convincimenti di paese che fungono da ostacolo ............................ 290
27.7 Perch un numero massimo di due figli? ............................................................................. 291
27.8 Lauspicata adozione di provvedimenti normativi per il contenimento delle nascite da parte
delle istituzioni sovraordinate, a partire da quelle nazionali ....................................................... 293
27.9 Uneventuale risposta a tutti coloro che, dotati di forte sensibilit religiosa (in primis ai
cristiani di ogni orientamento), potrebbero dimostrarsi perplessi rispetto a unipotizzabile e
auspicabile azione mirata al contenimento delle nascite ............................................................ 295
27.10 A margine. Lulteriore auspicio che le istituzioni nazionali gestiscano in termini restrittivi il
flusso stranieri in arrivo verso lItalia. Rapidi accenni sul ruolo ricopribile dai singoli comuni come
Parete ........................................................................................................................................... 296

SEZIONE D Ulteriori considerazioni ................................................................................................... 299


Capitolo 28 La necessit di non assecondare ogni legittima aspettativa ...................................... 301
28.1 Il rilancio del territorio comunale di Parete (CE) come entit fisica, come centro di vera
produzione economica e come patrimonio immateriale riconoscibile dagli altri conta sempre
pi delle legittime ambizioni personali di chi vi abita .................................................................. 301
28.2 Chi sono i veri amministratori comunali e i veri attori politici, specie se si considera una
realt territoriale come quella di Parete? .................................................................................... 302
28.3 Il diritto alledificazione non esiste! (Richiamo della Costituzione Italiana) ..................... 303
28.4 Il diritto alledificazione non esiste! (Altre rapide giustificazioni) .................................... 305
28.5 I tagli allurbanizzazione e demografico necessari per garantire una resa continuata nel
tempo del territorio comunale di Parete ................................................................................... 306
28.6 Linvito ad una maggiore responsabilit individuale e collettiva ......................................... 307

PARTE QUARTA Cenni riguardanti quella parte del patrimonio immateriale di Parete (CE) che riflette
linterazione Uomo-Natura di tipo ciclico ................................................................................................ 309
Capitolo 29 Un esempio di patrimonio immateriale per la realt di Parete (CE): culto e festivit
patronale di Maria ss. della Rotonda ............................................................................................... 311
29.1 Premessa .............................................................................................................................. 311
29.2 Cenni sullorigine del culto della Madonna della Rotonda a Parete .................................... 311
29.3 Il rischio di anacronismo del culto e della festa di Maria ss. della Rotonda a Parete .......... 315
29.4 Il vero senso del culto e della festa di Maria ss. della Rotonda in quel di Parete ............. 316
347

29.5 Il territorio locale come corpo e le usanze e ritualit come anima di ogni singola
comunit....................................................................................................................................... 317

CONCLUSIONI ........................................................................................................................................... 319

Fonti bibliografiche................................................................................................................................... 321


Bibliografia su Parete ................................................................................................................... 321
Bibliografia sulla provincia di Caserta e sulla Campania .............................................................. 321

Fonti informatiche .................................................................................................................................... 323


Su Parete. Antica toponomastica ................................................................................................. 323
Su Parete. Atti normativi .............................................................................................................. 323
Su Parete. Articoli di giornale on line ........................................................................................... 324
Leggi, decreti, circolari nazionali .................................................................................................. 324
Giurisprudenza e dottrina ............................................................................................................ 327
Illustrazioni volte a facilitare la comprensione altrui a proposito delle conferenze di servizi,
degli accordi di programma, del Piano Triennale delle Opere Pubbliche col collegato Elenco
Annuale ........................................................................................................................................ 329
Leggi, deliberazioni, manuali e linee guida della Regione Campania........................................... 329
Piano Territoriale Regionale della Campania ............................................................................... 331
Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta .................................................. 331
In relazione alle pianificazioni urbanistiche dei Comuni di Trentola Ducenta (CE) e Giugliano in
Campania (NA).............................................................................................................................. 332
Sulla demolizione tradizionale e, soprattutto, controllata .......................................................... 333
Consorzio A.S.I. di Caserta e Distretto industriale Aversa-Grumo Nevano .............................. 333
Sulla forestazione urbana; circa la vasectomia e la c.d. chiusura delle tube; presupposti per
lacquisizione e la perdita della cittadinanza italiana ................................................................... 334
Dati Istat ....................................................................................................................................... 334
Altre statistiche ............................................................................................................................ 336

INDICE ....................................................................................................................................................... 339

348

Nelleventuale caso in cui il lettore decidesse di consultare in formato cartaceo il


contenuto del corrente Tomo I, si suggerisce di stampare o di ordinare una stampa
in formato A4 e in modalit fronte-retro, dato lalto numero di pagine.

Il testo del Tomo I stato sottoposto a rettifica non poche volte. Eppure, lautore
desidera anticipare fin da ora le proprie scuse laddove venisse accertata la presenza
di ulteriori errori grammaticali.

Lelaborato, nella fase di redazione e nel corso delle successive modifiche, stato
oggetto di diversi copia-incolla nel tentativo di facilitarne la successiva comprensione
agli altri. Tuttavia, se ci avesse determinato la creazione di passaggi palesemente
mancanti di alcune parole o di interi periodi, sinvita a contattare lautore tramite
lindirizzo di posta elettronica errepezone2015@tiscali.it ovvero tramite il proprio
contatto Facebook (Raffaele Pezone). Sar fatto quanto possibile per rimediare al
disagio.

fffff

ffffffffffff

In mezzo a una campagna tutta verde / di eccelsi pioppi e di pampinee e viti, / terra
di grassi e di vini squisiti, / sorge Parete, il borgo mio natal. (G. Corrado, Hiemalia).

Considerando gli angusti confini comunali in cui ristretto, diventa possibile


affermare [] come il pi grave problema di oggi e degli ultimi venticinque anni del
territorio di Parete sia rappresentato dallinopportuno processo di consumo del
suolo vergine. [] Di conseguenza [] oramai indispensabile che gli
Amministratori Comunali agiscano attraverso le seguenti leve: a) un vasto riordino
urbanistico, in grado di stabilire dei limiti invalicabili ed evitare in cotal guisa che si
possa ripetere del consumo di suolo vergine in futuro; b) la promozione
dellattivit agricola, peraltro lunica economia logicamente possibile in loco; c) la
diffusione di una mentalit comunitaria volta al contenimento delle nascite. (R.
Pezone).

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