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E SALUTE UMANA”
Ing. Francesco Falà
Lezione n° 1 Lezione n° 2 Lezione n° 3 Lezione n° 4
Lezione n° 1
EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
(Norma di riferimento CEI 64 Fasc.4985R)
Considerazioni generali
(Da notare che gli interruttori differenziali attualmente in uso sono insensibili agli
impulsi unidirezionali)
Nel corpo umano esistono già dei segnali di natura elettrica che determinano lo
stimolo dei muscoli. Se a questi segnali se ne sovrappongono altri esterni si hanno
alterazioni più o meno gravi.
Danni possibili
Principali parametri
I parametri che determinano la gravità degli effetti sono
• l’intensità della corrente (Ampere)
• il percorso della corrente sul corpo umano
• la durata del contatto
• la frequenza della corrente (Hertz) (effetti più dannosi tra 10 e 1000Hz)
In merito all’intensità della corrente si possono distinguere due valori:
• corrente di soglia = minimo valore percepito
• corrente di rilascio = massima corrente che consente di interrompere il
contatto
Le ustioni si hanno quando la densità di corrente è superiore a 50mA per ogni mm2
di pelle. In genere si determina la rottura delle arterie ed emorragia.
In fig.4 sono riportati gli effetti della corrente alternata sinusoidale (50Hz) sul corpo
umano (effetti analoghi si producono per correnti continue o per impulsi unidirezionali).
Caratteristiche tempo-corrente
Esistono dei diagrammi che legano la corrente alternata (10-100Hz) alla durata del
passaggio nel corpo umano (percorso mano-piedi) e che indicano i valori pericolosi.
(fig.5)
Zona 1
Assenza di reazioni
Zona 2
Nessun effetto pericoloso (l’infortunato rilascia subito il contatto)
Zona 3
Contrazioni muscolari - Difficoltà di respirazione (per contatti di durata 3-4minuti)-
Arresti cardiaci senza fibrillazione-Aumento della pressione
Zona 4
Pericolo di fibrillazione ventricolare - Arresto del cuore-Ustioni
Da notare che
• in c.c non si ha la sensazione della scossa ma quella di una fitta dolorosa
• la fibrillazione inizia per correnti di circa 150mA in c.c. e dell’ordine di 40-50mA
in a.c.
• la tensioni di sicurezza in c.c. è 120V e in a.c. 50V
• per tempi di passaggio della corrente nel corpo umano pari a 50msec
occorrono 100mA per avere la fibrillazione
• i differenziali intervengono per correnti alternate inferiori a 30mA in tempi
minori di 40msec.
• i differenziali non funzionano in continua e funzionano male per correnti
impulsive
Fattori di percorso
Fattori di frequenza
La frequenza più usata è 50Hz ma ci sono settori che usano valori diversi. Ad
esempio l’elettroterapia, la saldatura, la fusione elettrica dei metalli, motori a velocità
variabile, aeronautica (400Hz). Al crescere della frequenza si verificano due fenomeni
contraddittori:
• effetto pelle (diminuisce la possibilità di fibrillazione)
• riduzione dell’impedenza del corpo umano (aumento della corrente a parità
di tensione) (infatti il corpo umano equivale elettricamente ad un circuito composto
da Resistenze e Condensatori in parallelo e la reattanza del condensatore è
inversamente proporzionale alla frequenza)
Valori tipici della resistenza del corpo umano misurata tra due mani
I valori indicati sono riferiti a mani asciutte e sono relativi ad una percentuale di
persone compresa tra il 50% e il 95%.
Fattori di forma d’onda
Ci si può chiedere se esistano delle forme d’onda che siano più pericolose di altre.
Poiché gli effetti sulle persone sono legati al valore efficace più che alla forma d’onda,
allo stato attuale delle conoscenze sembra che non ci sia un nesso significativo tra
pericolo e forma d’onda.
Un discorso a parte si può fare per la scarica dei condensatori. Risulta statisticamente
che la percezione della scarica (per tensioni di 220V) inizia con capacità dell’ordine
di
2 - 40pF mentre la soglia del dolore inizia con capacità di 70pF.
Per avere fibrillazione occorrerebbero valori efficaci di 500mA (valori di picco
1225mA) che non possono essere raggiunti, in ambienti asciutti, con tensioni di 220V.
Tensioni sicure
La normativa attuale individua in 50V il valore di tensione sotto il quale non ci sono
effetti sul corpo umano.
Si ricorda che in Italia le linee elettriche aeree sono divise nelle seguenti classi (legge
n°339 28-6-86 e DM n°449 del 21-3-88)
Per evitare effetti pericolosi derivanti dalla corrente si devono prendere dei
provvedimenti contro i contatti diretti ed indiretti con parti in tensione. La normativa
cita i seguenti:
f = 1/T
Anche i campi elettromagnetici (CEM) sono caratterizzati da una frequenza che viene
scelta in base al tipo di trasmissione da effettuare.
Poiché i CEM si propagano nello spazio libero con una velocità che è pari a quella
della luce (la luce è un CEM che si propaga ad una velocità c = 300.000 km/sec) essi
percorrono uno spazio in un certo tempo. Si definisce lunghezza d’onda λ lo spazio
che un CEM percorre in un tempo pari al suo periodo. La lunghezza d’onda si
esprime in metri.
c = λ/T T = 1/f
per cui
λ = c/f [m]
Facendo riferimento alla fig.1 spettro delle frequenze, si possono notare le seguenti
cose:
Applicando una differenza di potenziale (tensione ) “V” tra due punti distanti “d” si
ottiene un campo elettrico E pari a:
E = V/d [V/m]
Si può notare come il campo elettrico decresca all’aumentare della distanza e come
sia più intenso al crescere della tensione.
Un campo magnetico è una regione di spazio dove si manifestano forze sui dipoli
magnetici e sui conduttori percorsi da correnti elettriche. Il campo H è in grado di
generare correnti nei materiali conduttori poiché determina in essi un campo elettrico
E indotto.
(i tessuti umani sono buoni conduttori)
Facendo circolare una corrente “I” su un conduttore, in un punto distante “d” dal
conduttore si ottiene un campo magnetico H pari a:
H = I/2πd [A/m]
3-Induzione magnetica B
B = µH
Il valore di µ dipende dal mezzo in esame e per il vuoto vale µ = 12,56 10-7 [Henry/
0
m]
Per esemplificare si può dire che nel vuoto, nell’aria, nel tessuto biologico esistano le
seguenti corrispondenze:
4-Legami tra E ed H
Nel vuoto (ma anche nell’aria) il valore di E ed H sono legati dalla relazione
η = E/H = 377Ω
Densità di potenza S
In ogni punto dello spazio ove è presente un CEM esiste una densità di potenza
espressa in [W/m2] che è data da:
S = ExH
La natura e l’entità degli effetti biologici dipendono dalle seguenti caratteristiche del
campo esterno:
• intensità
• frequenza
• polarizzazione
• forma d’onda
• sequenza temporale
Per quanto riguarda l’intensità è ovvio che una sua crescita produce un aumento
degli effetti del campo.
Per quanto riguarda la frequenza, ai fini degli effetti dei campi elettromagnetici, si
prendono in esame quelle estremamente basse (ELF) (normalmente 50Hz) e quelle a
radiofrequenza e microonde (per le altre non ci sono studi significativi)
La sequenza temporale indica in che modo, al variare del tempo, viene irradiato il
campo. (ad esempio i radar emettono treni di impulsi) La normativa attuale non si
occupa ancora delle trasmissioni radar.
Per quanto riguarda gli effetti dei CEM possiamo parlare di:
• effetti diretti
• effetti indiretti
Effetti diretti sono quelli che risultano dall’accoppiamento diretto fra un CEM e il
corpo umano.
Effetti indiretti sono quelli che risultano dall’accoppiamento di un CEM con un
oggetto (es. struttura metallica) e successivamente con una persona che tocca
quell’oggetto.
L’effetto diretto di un CEM tipo ELF sull’organismo umano consiste nella induzione
di correnti all’interno del corpo, distribuite in vari modi in dipendenza all’intensità dei
campi esterni , alla resistività dei tessuti corporei ed alla posizione del corpo. Ciò da
luogo ad effetti biologici (solo per valori elevati della densità di corrente) dovuti alla
stimolazione di tessuti elettricamente eccitabili (tessuto muscolare e nervoso).
(da notare che in bassa frequenza il campo elettrico e quello magnetico, pur essendo
sempre contemporaneamente presenti, sono disaccoppiati e quindi vanno valutati
separatamente. Entrambi provocano correnti nel corpo umano ma con meccanismi
diversi, infatti un campo elettrico E variabile produce delle correnti di spostamento
mentre un campo magnetico H induce delle correnti elettriche al variare del flusso
magnetico)
Un campo elettrico ELF induce sul corpo esposto una carica superficiale che può
dare origine ad un formicolio nella pelle, ad una vibrazione dei peli e a piccole
scariche (es. elettricità statica tra vestiario e corpo)
Per quanti riguarda invece i CEM ad alta frequenza, la loro interazione con il corpo
umano consiste nell’assorbimento della energia elettromagnetica incidente. Tale
energia viene dissipata sotto forma di calore.Gli effetti biologici sono in sostanza
legati all’innalzamento della temperatura locale o globale (effetti termici)
Sempre per quanto riguarda gli effetti dei CEM essi si possono ulteriormente dividere
in:
Per i CEM di tipo ELF gli effetti acuti si manifestano come semplici fastidi o
addirittura come paralisi cardiaca
Per i CEM a RF gli effetti acuti si manifestano come innalzamento della temperatura
Per quanto riguarda gli effetti a lungo termine (individuabili solo con indagini
epidemiologiche) essi saranno analizzati nelle prossime lezioni.
Per completare l’informazione sugli effetti biologici dei CEM vediamo quale è la
situazione per diversi agenti in base alla loro cancerogenicità (fonte IARC
Agenzia internazionale per la Ricerca sul Cancro)
N:B la classificazione per i CEM tipo ELF è stata fatta nel 1998 da un gruppo di
esperti convocati dall’Ente Statale per la Salute degli USA (NIEHS)
Questo gruppo ha riscontrato:
• limitata evidenza di leucemie infantili associate ad esposizioni per
residenti
• debole evidenza di leucemie linfatiche acute per lavoratori
professionalmente esposti
• inadeguata o addirittura assente la evidenza scientifica per tutte le altre
forme di tumore e per tutti gli altri effetti a lungo termine
Notare che mancano i CEM a RF per i quali ancora NON esistono studi
epidemiologici sufficienti. Per essi l’OMS ha recentemente concluso che:
“NON c’è nessuna evidenza convincente che la esposizione a CEM a RF
abbrevi la vita o conduca al cancro” (Promemoria n°183)
Principali grandezze
Campi elettromagnetici RF
In natura esistono campi elettrici e magnetici con i quali il nostro corpo convive fin
dalla nascita.
Per quanto riguarda il campo elettrico naturale (di fondo) esso vale circa 130V/m al
livello del suolo e aumenta di circa 130V/m per ogni metro di altezza.
Sulle persone si distribuisce in modo tale da creare una differenza di potenziale tra
testa (potenziale positivo) e piedi (terra) (potenziale negativo)
Per quanto riguarda il campo magnetico naturale (di fondo), che deriva dalla
presenza di un polo Nord e Sud magnetici (campo magnetico terrestre), esso produce
una induzione naturale B di valore compreso tra 40-70µT (corrispondenti ad un
campo H di circa 50 A/m)
Per cominciare a dare degli esempi si può notare come un bimbo che corra entro il
campo magnetico naturale (che è statico), subisca delle correnti indotte maggiori di
quelle provocate da un campo artificiale a 50Hz e di induzione pari a 0.5µT.
Sigla Ente
ICRP Commissione Internazionale Radiazioni Ionizzanti
ICNIRP Commissione Internazionale Radiazioni Non ionizzanti
OMS Organismo Mondiale della Sanità
ISS Istituto Superiore di Sanità
CENELEC Commissione Europea per la Standardizzazione Elettrica
CEI Comitato Elettrotecnico Italiano
ISPESL Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro
ARPA Agenzia Regionale Protezione Ambientale
ANSI/IEEE Ente Americano degli Standard
Costanti fisiche
Costante fisica Simbolo Valore
Velocità della luce c 2,997 108 m/s
Costante dielettrica del vuoto ε 8,854 10-12 F/m
0
Permeabilità magnetica del vuoto µ 12,56 10-7 H/m
0
Impedenza caratteristica del vuoto η 377 Ω
CORSO SU “CAMPI E.M. E SALUTE UMANA”
Ing. Francesco Falà
Lezione n° 1 Lezione n° 2 Lezione n° 3 Lezione n° 4
Lezione n° 3
CAMPI ELETTROMAGNETICI A BASSE FREQUENZE
Ciò significa che, se possiamo fare a meno dell’agente di cui ci si deve difendere,
allora il limite di sicurezza deve porsi a zero. (es. amianto, che è stato completamente
vietato)
Questa via però non è facilmente percorribile e quindi per i CEM si è utilizzato un
approccio un po’ diverso dal principio ALARA. Le procedure seguite per individuare i
limiti di sicurezza sono le seguenti:
• si sono presi in considerazione gli effetti noti che derivano dalle esposizioni
• si è cercato di individuare le intensità dei CEM al di sotto delle quali non si
sono verificati effetti
• si è imposto un margine di sicurezza per tenere conto delle varie incertezze;
si è ottenuto cosi il limite per le persone professionalmente esposte
• si è imposto un ulteriore margine di sicurezza individuando cosi il limite per la
popolazione (imponendo ulteriori margini di sicurezza si ottengono i limiti per le
categorie protette (bimbi, malati, anziani))
Occorre quindi fare distinzione (già fatta in precedenza) tra effetti acuti ed effetti
differiti.
Molte norme o leggi sono state scritte solo sulla base degli effetti acuti in quanto
immediatamente determinabili.
Non esistono oggi validi risultati sperimentali per gli effetti acuti e differiti dovuti a
campi elettrici e magnetici statici per cui per essi l’INIRP non ha emanato alcuna
raccomandazione. (L’INIRC è l’unica organizzazione riconosciuta dall’OMS)
• non ci sono effetti nocivi fino a 2T (20.000 Gauss in alcuni paesi) (1G=100µT)
• l’INIRP ritiene che il limite per esposizioni professionali possa essere
fissato in 200mT (fattore di sicurezza 10) nell’arco delle 8 ore con un massimo di
2T
• utilizzando un ulteriore fattore di sicurezza uguale a 5 per la popolazione si
ottiene un limite per la esposizione continua pari a 40mT
Per i CEM di tipo ELF, al fine di individuare le intensità minime, si è partiti dai risultati
ottenuti dal ricercatore tedesco Jurgen Bernhardt che ha dimostrato come la totalità
degli effetti acuti dei CEM tipo ELF è dovuta alla densità di corrente (J [A/m2])
indotta dai CEM nei tessuti degli organismi esposti.
I CEM tipo ELF, secondo il ricercatore, producono una stimolazione delle cellule
nervose e muscolari. Gli effetti acuti che si verificano a livelli più bassi di
esposizione consistono in:
• interferenze nella percezione sensoriale a livello oculare (percezione di lampi
luminosi e colorati detti FOSFENI)
• sensazione di pizzicore
A livelli di esposizione più elevati le correnti indotte possono causare:
• extrasistole cardiache
• contrazioni muscolari
• fibrillazione ventricolare
• sensazione di calore
Dall’analisi dei risultati sperimentali per CEM variabili (di frequenza compresa tra
4Hz e 1kHz) risulta che nessun effetto acuto si manifesta con valore di soglia <
10mA/m2. Tale valore è assunto dall’INIRC come base per i limiti di sicurezza.
(Per valori minori di 4Hz il valore è 40/f [mA/m2] dipende cioè dalla frequenza)
Si sono poi adottati dei margini di sicurezza per tenere conto dei fattori di incertezza
e si è arrivati a ritenere sicuro, per le esposizioni delle persone professionalmente
esposte, il valore di 1mA/m2
Con la introduzione di ulteriori margini di sicurezza si sono individuati i limiti di
esposizione della popolazione.
Calcolare il valore del campo elettrico e magnetico che porta ad una densità di
corrente prefissata è compito della “Dosimetria”. Per i campi elettrici ELF si sono
effettuati studi dal 1970 al 1980, per i campi magnetici ELF a partire dal 1990.
Tali studi sono stati condotti con l’uso di fantocci che simulavano gli organismi umani
e tramite calcoli numerici.
Ovviamente, con le stesse considerazioni di partenza e con gli stessi processi logici,
si possono ottenere risultati diversi a seconda di come si scelgono i margini di
sicurezza.
Come esempio, per i campi a 50Hz, sono riportati in tab.1 i valori dei limiti di
esposizione determinati da due enti diversi (INIRC e CENELEC).In tab.2 sono
riportati valori per alcuni effetti acuti.
Da notare che in Italia è vigente, per i campi ELF, il DPCM 23-4-92 che ha
recepito i valori definiti da INIRC. Contemporaneamente sono presenti le norme
CEI 111-2 che riprendono i valori del CENELEC
Tab.1 Limiti di sicurezza stabiliti dalle norme sulla base degli effetti acuti (per
f=50Hz)
INIRC CENELEC (CEI 111-2)
Campo E (per lavoratori) 10kV/m 30kV/m
Campo E (per popolazione) 5kV/m 10kV/m
Induzione B (per lavoratori) 0.5mT 1.6mT
Induzione B (per popolazione) 0.1mT (100µT) 0.64mT
Un risultato può essere usato per definire dei livelli di sicurezza solo se sono
verificate alcune condizioni come per esempio:
• significatività statistica
• esistenza di una relazione dose/risposta
• evidenza di laboratorio
• plausibilità biologica
Purtroppo queste condizioni NON sono verificate negli studi epidemiologici che si
occupano della possibile cancerogenicità del campo magnetico ELF.
Gli studi epidemiologici effettuati sino ad ora portano a risultati spesso discordanti,
comunque alcune conclusioni si possono già fare:
• esiste un possibile legame tra residenza nei pressi degli elettrodotti ed effetti
sul corpo umano
• molte relazioni scientifiche parlano di legame tra residenza e aumento del
rischio di contrarre leucemia
• non è vero che i danni maggiori li provochi il campo magnetico ELF solo
perché il campo elettrico ELF è meglio schermato dai muri delle case
• non esiste, salvo rari casi, un legame tra dose e risposta
• le evidenze di laboratorio sono allo stato attuale del tutto insufficienti
• non si è riusciti ancora a descrivere un meccanismo biologico plausibile
C- Conclusioni
Come si può notare confrontando tra di loro i limiti imposti dalle norme di sicurezza
(che prendono in esame gli effetti acuti) e quelli derivanti da studi epidemiologici (che
prendono in esame gli effetti differiti), esistono delle discordanze che generano
confusione nella popolazione.
Chi si appresta a scrivere delle norme deve scegliere se adottare come riferimento i
valori che determinano effetti acuti o quelli che determinano effetti differiti (rischi
cancerogeni).
Adottando come riferimento i valori che determinano effetti acuti (situazione italiana
attuale) si creano molte situazioni di conflitto con la popolazione residente che in
genere chiede interventi preventivi per gli effetti differiti. Interviene spesso la
magistratura civile o penale con il paradosso di sostituire la giustizia alle strutture
sanitarie (unica deputata alla prevenzione)
Adottando come riferimento i valori che determinano gli effetti differiti occorre
assumere per certo il nesso “campi elettromagnetici = cancro”. Inoltre occorre
stabilire valori di riferimento certi.
Si fa sempre più strada un terzo modo di porsi di fronte al problema che è quello di
accettare il margine di incertezza dei risultati fino ad ora ottenuti ma nello stesso
tempo fissare dei principi cautelativi (non dei valori fissi). In questo caso
verrebbero abbandonati i limiti di esposizione ma verrebbero adottati degli obiettivi
di qualità. (Modello a cui si ispira la nuova normativa in discussione in Parlamento)
In un prossimo capitolo vedremo quali sono i valori dei CEM tipo ELF presenti negli
ambienti che abitualmente frequentiamo e quale è la situazione normativa italiana.
Vedremo anche che NON è proprio vero che le norme, nel fissare i limiti di
esposizione sicura, non abbiano tenuto conto anche dei probabili effetti differiti.
1-Per il campo E
J=kfE
f = frequenza [Hz]
E = campo elettrico [V/m]
k = fattore di forma che tiene conto dell’orientamento del corpo e della zona del
corpo all’interno della quale viene valutata la densità di corrente.
Per la zona del cuore k = 6.7 10-9 e per avere un valore di J = 10mA/m2 (limite base)
occorre un campo elettrico E = 1500/f [E espresso in kV/m]. Per cui noto il valore
limite di J, si sono potuti tracciare dei diagrammi di E in funzione della frequenza (con
J costante) Per frequenze superiori a 1kHz il valore di k =10 10-9 (per ragioni di
maggiore sicurezza)
2-Per il campo H
J=πfBrσ
Poiché in genere r σ vale 0.04, per avere J = 10mA/m2 (limite base) occorre un valore
di
B =80/f ( B espresso in mT)
Per cui noto il valore limite di J, si sono potuti tracciare dei diagrammi di H in funzione
della frequenza (con J costante) Per frequenze superiori a 1kHz il valore di r σ è
maggiore (per ragioni di maggiore sicurezza)
Normativa italiana
1-Leggi-decreti
• DPCM del 23-4-92 (GU 104 del 6-5-92) Limiti massimi di esposizione ai
campi elettromagnetici generati alla frequenza industriale nominale (50Hz)
negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno
• DM 16-1-91 Riguarda gli elettrodotti sotto 132kV
• Legge n°9 del 9-1-91 Riguarda la installazione degli elettrodotti
• Legge n°339 del 28-6-86 Indica che le distanze di sicurezza per gli elettrodotti
devono essere controllate dal Ministero dei Lavori Pubblici
• DPR 164 del 1957 Tratta delle distanze minime dalle linee elettriche per
evitare infortuni sul lavoro
• DPCM 28-9-95 Questo decreto rinvia al 31-12-2004 le opere di bonifica
previste dal DPCM del 1992 e pone rimedio ad alcune incongruenze in esso
contenute (indica tra l’altro l’uso del valore efficace per la misure)
• Raccomandazione Europea 8550/99 del 5-7-99
c-Opere di risanamento per gli elettrodotti esistenti per i quali non sono rispettate le
distanze indicate
3-Norme
• CEI 11.4 e 103.2 che trattano delle distanze dalle linee elettriche
• CEI 111.2 (ENV50166-1) Esposizione umana ai CEM di bassa frequenza (0-
10kHz) sia per la popolazione che per i lavoratori
• CEI 110.15 e IEC 1000-2-3 Prove di immunità a frequenza di rete
(tenere presente che il CEI sta riordinando i propri comitati tecnici e che quindi alcune
norme possono cambiare sigla)
4-Considerazioni
• Il DPCM del 1992, che riguarda prevalentemente gli elettrodotti, vale solo per
ambienti esterni ed abitazioni e non per ambienti di lavoro ne per CEM usati a
scopo curativo. Esso inoltre impone opere di risanamento per gli elettrodotti
esistenti
• Il DPCM del 1992 fissa sia i limiti di esposizione che le distanze per elettrodotti
a partire da 132kV (Può succedere invece che al progredire delle tecniche di
isolamento dei cavi si possano avere distanze minori da rispettare a parità di limiti
espositivi o che per le distanze prefissate i limiti espositivi siano superati)
• Il DPCM del 1992 NON dice nulla sulla densità di corrente
• Il DPCM del 1995 indica che le opere di bonifica debbano essere effettuate
solo quando si superano i limiti espositivi e non quando non si rispettano le
distanze
• La raccomandazione europea 8550/99 fissa gli stessi limiti espositivi del
DPCM 1992 senza però fissare limiti per le distanze, e si applica solo per edifici
abitati (non per ambienti esterni)
Le norme CEI 11.4 e il DPR 164/57 forniscono distanze diverse perché si
riferiscono anche ad ambienti senza presenza di persone o a tempi di
permanenza non prolungati (fig.3)(fig.4)
2-Valori tipici
Fenomeno B (µT)
Cabina MT/BT (1m) 1.9 (E<=5V/m)
Sotto una linea 380kV con I=700A e fasi equilibrate 23
A 100m dall’elettrodotto del caso precedente 0.068-0.5
Linea interrata da 220kV (profondità 1.5m) 15 (al livello del suolo)
In ambiente domestico 0.01-1
A 30cm da un elettrodomestico di potenza max. 1.5kW 0.01-3
A 30cm da un asciugacapelli 0-074-2.1
Si può notare che sono tutti valori inferiori a quelli del magnetismo terrestre.
Ciò conferma che, più che le intensità, contino i tempi di esposizione.
Si analizzano ora in dettaglio le situazioni più tipiche per i CEM tipo ELF
Elettrodotti aerei
In Italia esistono elettrodotti da 132kV 220kV 380kV più una serie di linee a tensione
compresa tra 10kV-132kV
In fig.5 abbiamo i risultati di alcune valutazioni per il campo elettrico fatte dal CNR
(Centro Nazionale Ricerche) per elettrodotti aventi le seguenti caratteristiche:
Per gli elettrodotti si è presa in esame una corrente massima di 1500A (550A per
220kV) ed una distanza delle linee dal suolo di 11m (9.5 per 220kV).Il campo è stato
valutato ad una altezza dal suolo di 1m.
In generale, dalla situazione reale, risulta che per avere un valore di 100µT (valore
più basso indicato nel DPCM 1992) con un elettrodotto con 500A occorre
avvicinarsi fino a 0.5m
Elettrodotti interrati
Per gli elettrodotti interrati (in genere a 1.5m) il campo elettrico diminuisce a causa
della azione schermente del terreno.
Per quanto riguarda il campo magnetico si hanno effetti discordanti dato anche il fatto
che aumenta la possibilità delle persone di avvicinarsi ai cavi.
Ad esempio per un elettrodotto interrato a 1.5m con tensione 380kV e corrente 860A,
ad 1m dal suolo (sopra i conduttori) si misurano 25µT. Si riduce a 0.15µT solo ad una
distanza di 20m. In fig.7 è mostrato il confronto tra elettrodotto interrato ed aereo fatto
per il campo magnetico (induzione B)
Ambiente domestico
Per le sorgenti ben individuabili si hanno a disposizione diverse tabelle con risultati
spesso diversi. Vediamone alcuni esempi:
Valutazioni fornite da Greenpeace
Sorgente Campo elettrico (V/m) Campo magnetico (µT)
Rasoio elettrico 30 100
Spazzolino elettrico 50 90
Frullatore 80 70
Aspirapolvere (a 10cm) 50 60
Asciugacapelli 80 20
Radio 100 8
Tubo a fluorescenza - 8
Lavatrice (zona comandi) 100 5
Ventilatore 1 1
Ferro da stiro 60 4
Lampada da 100W (a 10cm) 60 3
Fotocopiatrice 80 2
Frigorifero (motore) - 2
Registratore (10cm) 90 1.5
Televisore (comandi) 120 1.1
Giradischi 100 0.05
Telefono 8 0.03
Interruttore (10cm) 50 -
Spina (non in funzione) 60
Notare che non sono specificate le distanze delle misurazioni
Notare che:
• mancano riscontri scientifici a quanto scritto
• alcuni effetti citati non dipendono dai CEM tipo ELF
• i CEM emessi da alcuni degli apparecchi citati sono insignificanti come valori
2-Valutazione di molti centri di ricerca
Notare:
• i risultati contraddittori per gli elettrodomestici rispetto agli studi del SIRE
I migliori studi realizzati fino ad oggi sono ritenuti quelli della McGill University di
Montreal e della University of North Carolina. Gli autori di tali studi concludono cosi:
“se c’è correlazione tra CEM ELF e cancro l’effetto è modesto”
In Italia un ente che si occupa di CEM e salute è l’ISPESL. Una ricerca effettuata
insieme alla Università di Perugia (vedere Prevenzione Oggi n°2 del 1999) ha dato i
seguenti risultati:
“per tempi di esposizione inferiori alle 2 ore il CEM (di valore 6.28mT) NON è in
grado di interagire con i tessuti umani e quindi di provocare danni al DNA”
“per tempi di esposizione di 72 ore delle stesso tipo di CEM si evidenziano
danni citogenici e stimolazione del ciclo cellulare”
L’ISS ritiene che il valore di 100µT indicato dal DPCM 1992 sia troppo elevato e
propone i seguenti valori:
• grossi oggetti metallici installati vicino agli elettrodotti tipo AT (alta tensione)
devono essere collegati a terra. Altrimenti ci potrebbe essere il rischio di una
corrente di contatto con le persone.
• nessuna precauzione è da prendere per altri posti residenziali
• i lavoratori esposti a CEM ELF in aree con valori elevati dovrebbero usare
materiali schermanti. Poiché NON esistono modi pratici efficaci per realizzare
schermature, occorre impedire l’accesso del personale in tali aree.
• campi magnetici superiori a 1µT possono interferire con i monitor dei computer
dando luogo a variazioni di immagine. In tali casi basta spostare il computer in
altra parte
• non esistono pericoli correlati all’effetto corona (ronzio che si sente attorno ai
trasformatori o sotto linee di alta tensione)
CORSO SU “CAMPI E.M. E SALUTE UMANA”
Ing. Francesco Falà
Lezione n° 1 Lezione n° 2 Lezione n° 3 Lezione n° 4
Lezione n° 4
CAMPI ELETTROMAGNETICI A RADIOFREQUENZA (RF)
Premessa
A rigore di logica bisognerebbe definire CEM a radiofrequenza (RF) solo i campi con
frequenza compresa tra 30KHz e 300MHz, mentre quelli con frequenza compresa tra
300MHz e 300GHz vanno definiti CEM a microonde (MW). Nel corso di queste
lezioni verrà usato solo il termine CEM a RF per intendere però tutte e due i tipi.
Principali grandezze
Frequenze <10MHz
Per frequenze fino a 10MHz l’interazione con il corpo umano avviene soprattutto
come induzione di correnti elettriche dovute soprattutto al campo elettrico. Come
limite di base si deve considerare la densità di corrente indotta J = σ E [A/m2] che
rappresenta:
“la corrente elettrica che fluisce attraverso una sezione unitaria di tessuto corporeo
posta perpendicolarmente al flusso di carica”
Frequenze >10MHz
Per quanto riguarda l’interazione col corpo umano dei CEM tipo RF sopra 10MHz,
essa consiste nell’assorbimento della energia elettromagnetica incidente. Tale
energia viene dissipata sotto forma di calore. Gli effetti biologici sono in sostanza
legati all’innalzamento della temperatura locale o globale (effetti termici)
Nonostante la loro importanza teorica però le grandezze indicate non sono facilmente
misurabili all’interno del corpo umano.
Ci si pone allora il problema di collegare tali grandezze (dette limiti di base)
(difficilmente misurabili) a quelle (che le determinano) che sono facilmente misurabili
(detti livelli di riferimento o limiti derivati).
Per frequenze <10MHz, al posto della densità di corrente indotta J, verranno usati il
campo elettrico E ( in modo prevalente) ed il campo magnetico H (campo elettrico E
(V/m) campo magnetico H (A/m)
Per frequenze >10MHz al posto del SAR verrà usata la densità di potenza del campo
elettromagnetico S [W/m2])(Volendo usare i W/cm2 occorre ricordare che essi sono
10.000 volte più piccoli 1W/m2 corrisponde a 0.1mW/cm2)
Per determinare i legami tra le varie grandezze sono stati introdotti dei metodi
numerici di simulazione al computer o sono stati creati dei fantocci con sembianze
umane realizzati con dei gel riproducenti le caratteristiche dielettriche dei tessuti
(DOSIMETRIA)
Le norme CEI, analogamente alla normativa europea, fissano i limiti di base e quelli
derivati.
Limiti derivati di riferimento per esposizione continua di durata >=6 minuti per
lavoratori
Frequenza (Hz) E (V/m) H (A/m) Densità di potenza (W/m2)
10k-38K 1000 42
38k-61k 1000 1,6/f
61k-10M 614/f 1,6/f
10M-400M 61,4 0.16 10
400M-2G 3,07 x f1/2 8.14 10 -3 f1/2 f/40
2G-150G 137 0.364 50
150G-300G 0.354 f1/2 9.4 10-5 f1/2 3.334 10-4 f
Limiti derivati di riferimento per esposizione continua di durata >=6 minuti per
popolazione
Frequenza (Hz) E (V/m) H (A/m) Densità di potenza (W/m2)
10k-42K 400 16.8
42k-68k 400 0.7/f
68k-10M 275/f 0.7/f
10M-400M 27,5 0.06 2
400M-2G 1,37 x f1/2 3,64 10 -3 f1/2 f/200
2G-150G 61,4 0.163 10
150G-300G 0.158 f1/2 4.21 10-4 f1/2 6.67 10-5 f
Notare che per f<10MHz non sono significativi i valori della densità di potenza
Tale decreto si applica solo alla popolazione e NON ai lavoratori esposti per
ragioni professionali
Esso fissa tre tipi di livelli:
• Limiti di esposizione valori del CEM che non devono essere superati in
alcuna condizione di esposizione
• Livelli di attenzione valori del CEM che non devono essere superati negli
ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate
• Obiettivi di qualità valori del CEM da conseguire nel medio e lungo periodo
con opere di risanamento (non sono precisati i valori)
Livelli di attenzione per esposizione continua di durata >=6 minuti per edifici con
permanenza >4 ore
Frequenza (MHz) E (V/m) H (A/m) Densità di potenza (W/m2)
0.1-300000 6 0.016
Solo per 3-3000 6 0.016 0.1
Si è introdotto un fattori di riduzione 10
(notare che in una città in genere ci sono valori di E compresi tra 0.1 e 2V/m)
Il decreto fornisce inoltre indicazioni sulle modalità di valutazione dei limiti espositivi
dei CEM chiarendo che i valori possono essere misurati o calcolati.
Le misure sono comunque necessarie quando i calcoli fanno prevedere valori
di CEM superiori alla metà dei limiti prefissati.
Le misure vanno eseguite secondo le indicazioni contenute nelle norme CEI (vedere
paragrafo 3)(Per le modalità di calcolo dei CEM a RF vedere apposite dispense)
In fig.3 sono confrontati diversi limiti di esposizione
3-Linee guida applicative del decreto 381/98 (GU 257 del 3-11-98)
E’ un decreto che fornisce utili indicazioni applicative per il decreto 381/98. Tra le
principali citiamo:
Campo applicativo
Modalità di misura
Misure di cautela
Competenze e controlli
Le regioni disciplinano:
• L’installazione e la modifica degli impianti per garantire il rispetto dei limiti
• Modalità e tempi di esecuzione dei risanamenti
• Gli obiettivi di qualità
• Le attività di controllo e vigilanza (tramite ARPA e ASL)
I comuni disciplinano:
• L’installazione degli impianti su edifici o in prossimità delle aree urbane
(concessione del Sindaco)
1-Assorbimento
Per i tessuti umani il carico termico può raggiungere anche il 70% del metabolismo di
base (da 1 a 4W/kg) prima che si determini un aumento della temperatura
significativo (0.1°C).
Per questi motivi si è fissato per l’uomo un fattore di attenzione 10 ed un valore
del SAR pari a 0.4W/kg.
2-Effetti
Principali fattori
L’elenco che segue riporta i principali fattori che influiscono sull’assorbimento
dell’energia e sulle risposte biologiche.
a-Parametri della sorgente elettromagnetica
• frequenza
• polarizzazione
• modulazione
• densità di potenza
• situazione di campo (vicino o lontano)
• potenza
b-Parametri biologici
• età e sesso
• condizioni di salute
• proprietà dielettriche del tessuto
• dimensioni
• soglia di risposta/sensibilità individuale
c-Parametri ambientali
• durata dell’esposizione
• esposizione parziale o a corpo intero
• superfici riflettenti circostanti
Conclusioni
Per quanto riguarda gli effetti dei CEM a RF essi si possono dividere in:
Per quanto riguarda gli effetti a lungo termine (individuabili solo con indagini
epidemiologiche) essi saranno analizzati più avanti.
Notare che dall’elenco degli elementi che possono produrre effetti cancerogeni
mancano i CEM a RF per i quali ancora NON esistono studi epidemiologici sufficienti.
Per essi l’OMS ha recentemente concluso che:
“NON c’è nessuna evidenza convincente che la esposizione a CEM a RF
abbrevi la vita o conduca al cancro” (Promemoria n°183 del 1998)
Non ci sono prove certe di effetti diversi legati al diverso tipo di modulazione (AM
FM o digitale)
Per dare una valutazione conclusiva degli effetti dei CEM a RF riportiamo le
conclusioni dell'’OMS contenute nel Promemoria n°183 del Maggio 1998
Per quanto riguarda i pacemaker (PMK) e i possibili effetti su di essi da parte dei
CEM a RF occorre precisare che gli attuali PMK sono dotati di un filtro che è in grado
di escludere le interferenze elettromagnetiche che cadono al di fuori della curva di
sensibilità della apparecchiatura (fig.5)
A-Sorgenti naturali
La principale sorgente naturale è il sole con valori di densità di potenza <0.01 mW/m2
B-Sorgenti artificiali
Le sorgenti artificiali possono essere classificate in base ai dispositivi o
apparecchiature che generano i CEM o in base all’ambiente in cui riversano le loro
radiazioni
• Tubi con griglia di potenza Essi vengono usati in applicazioni industriali per
frequenze che vanno dai 500MHz (potenze dell’ordine di 500kW) fino ai 2GHz
(potenze di 100W)
L’energia generata dai dispositivi viene poi trasmessa tramite guide d’onda o cavi
coassiali alle antenne trasmittenti. Durante questo percorso in genere si dissipa dal
20-40% dell’energia generata. Inoltre avendo l’antenna un rendimento che varia dal
50-75%, un’altra parte di energia va dissipata sull’antenna stessa.
In pratica una sorgente che genera ad esempio 100kW di potenza, ne vede irradiata
solo 60kW, nel caso migliore.
2-Apparecchiature industriali
Esistono anche applicazioni delle RF in cui l’energia, invece di essere collegata ad
una antenna, viene collegata direttamente ad utilizzatori (es. riscaldamento per
induzione, forni a microonde,ecc.).
4-Sorgenti domestiche
• forni a microonde
• telefoni mobili (cellulari e cordless)
• sistemi di allarme
• televisori
Nel complesso, il livello di fondo è dell’ordine di poche decine di µW/m2
I varchi magnetici ad onda continua per il controllo delle persone (usati in aeroporti,
banche ecc.) sono normalmente costituiti da due pannelli di altezza circa 1.5m e
larghezza circa 60cm.
In ogni pannello è sistemata una bobina di fili (50x100cm con 10-12 spire) percorsa
da corrente a 120kHz. Ogni bobina genera quindi un campo magnetico confinato tra i
due pannelli.
Dati i valori piuttosto bassi delle frequenze in gioco, occorre valutare la densità di
corrente indotta e non il SAR, inoltre sono significativi sia il campo elettrico che
magnetico.
Si sono misurati i seguenti valori mediati nel periodo di 6 minuti e relativi a due
attraversamenti consecutivi del varco, nel periodo di 4 secondi, in prossimità di uno
dei pannelli (situazione più pericolosa):
• campo magnetico H=0.18A/m
• campo elettrico E=800V/m nel caso imperturbato
• campo elettrico E=70V/m in presenza di persona tra i pannelli (campo
perturbato)
6-Riepilogo
Telefonia cellulare
Ogni portante è modulata con una ripetizione di 217Hz e per ognuna di esse ci sono
8 canali. La potenza media utilizzata da un cellulare è 0.2W con valori di picco di
2W.
Attualmente la telefonia cellulare opera intorno ai 900MHz anche se si sta spostando
verso i 1800MHz (cellulari 3-band)
Si stima che nel 2005 ci saranno 1.600.000.000 di cellulari in circolazione e che
quindi ci sarà la necessità di incrementare il numero delle stazioni radio base.
Telefono cellulare
Le antenne ad alto guadagno sono in genere poste nei vertici delle celle, nel punto
ove si incontrano tre celle esagonali (nido d’ape) e sono poste in modo da formare un
triangolo equilatero in modo che ogni lato serva una cella. Ogni lato è poi costituito da
una antenna trasmittente e due riceventi (tre antenne)
Le stazioni radio base trasmettono livelli di potenza che possono arrivare anche a
100W a seconda dell’ampiezza della cella che devono coprire.
Le antenne hanno dimensioni di 20-30cm di larghezza e circa 1m di altezza e sono
montate su pali o tralicci di altezza 15-20m.
L’apertura angolare in verticale è molto stretta (6°) mentre in orizzontale è larga (60°)
Ciò significa che sotto l’antenna l’intensità del campo è molto bassa, cresce un po’ a
qualche decina di metri e poi decresce di nuovo.
Il rapporto avanti-indietro delle antenne è molto elevato.
Va notato che esistono anche altre trasmissioni (polizia, vigili del fuoco ecc.) che
operano con frequenze simili alle stazioni radio base e con potenze a volte superiori.
Un’antenna a basso guadagno posta a 12m dal suolo genera (alla base dell’antenna
stessa) tra 0.0001e 0.005 mW/cm2 (valori inferiori di molto a quelli indicati dalle
norme).
A distanze maggiori e a quote più elevate i valori potrebbero essere più elevati.
Anche in presenza di più antenne su uno stesso traliccio, per distanze di circa 50m in
genere i valori misurati sono di gran lunga inferiori alla norma.
(fig.6-7-8)
L’installazione delle antenne radio base è soggetta regolamenti comunali basati sul
Decreto 381/98. Un esempio di cosa prevedono tali regolamenti si può trovare sul sito
WWW.ASTREA.IT/REGOLAM_/
Effetti
Gli effetti sanitari accertati sono legati al riscaldamento dei tessuti. Nessuno studio
ha dimostrato effetti negativi sulla salute per livelli di esposizione che siano
inferiori ai limiti stabiliti dalle norme.
Sono da evidenziare i “rischi automobilistici” quelli cioè legati all’uso del cellulare
in auto e alle possibili distrazioni dalla guida.