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Livorno

MARTED 8 LUGLIO 2014 IL TIRRENO

IL TRUCCO DEL FALSO MALATO

In viaggio fingendosi un infermiere

LA ROCAMBOLESCA FUGA

LE RADICI VOLTERRANE

Col piccolo Ciro sui sentieri del contrabbando Fra San Lino e lammiraglio Inghirami

In fondo alla Valtellina esisteva il


sanatorio di Sondalo. Era la scusa
buona per chi doveva sparire da
Milano verso la Svizzera e
prendeva il treno verso la
Valtellina. Canessa si fingeva
infermiere che, insieme
allinfermiera-partigiana Palmira
Ricci, doveva accompagnare un
tubercolotico per un ricovero
urgente. In caso di perquisizioni,
il finto malato si inventava un
attacco di tosse con tanto di
fazzoletto insanguinato...

funzionari ex fascisti poi tornati in sella dopo un veloce


maquillage. Come quando lo
spedirono al Brennero negli anni degli attentati degli altoatesini filo-tedeschi o a Firenze nel
perido a cavallo fra la cattura
del geometra neofascista Mario Tuti e la strage dell'Italicus.
Come quando a Cagliari, con i
falchi del terrorismo filo-arabo
alle prime armi che aveva dirottato un aereo, and a trattare la
consegna degli ostaggi, inclusi
alcuni bambini. Come quando
si occup di mettere in piedi la
scorta di Paolo VI e poi di papa
Wojtyla. Nelle trincee pi delicate, insomma, se vero che al

Lagente Mario Canessa e il brigadiere Giovanni Marrani, toscano anche lui e anche lui in servizio
a Tirano, accompagnano il piccolo
Ciro De Benedetti (foto) di notte,
in mezzo alla neve, lungo i passi
segreti dei contrabbandieri, al di
l della frontiera: lo conse- gnano
ai gendarmi di Campocolo- gno
che mettono il timbro a data sulla
firma di Ciro. Quel foglietto
viene dato ai genitori del bimbo
per dirgli che il figlio in salvo:
non torneranno mai dal lager

momento di andare in pensione da ispettore generale al Viminale a salutarlo con affetto


sar il grande capo degli 007
italiani Federico Umberto
d'Amato che Canessa conserver fra le cose pi care. Un po'
come il berretto da garibaldino
del nonno che a Bezzecca ha
combattuto dalla parte dell'
Eroe dei Due Mondi.
Non si fermata neanche dopo, quando andato in pensione e lui immaginava di essere
niente pi che un anziano signore che di tanto in tanto passeggiava con il bastone nel verde di Villa Fabbricotti, a due
passi da casa sua, o a fare una

partita a scacchi con lamico


ebreo. davanti a una mossa
di cavallo in C3 o a un arrocco
che Canessa si lascia scappare
una mezza confidenza: s, anche lui...
Solo una battuta, un breve
inciso: la cosa arriva allorecchio delleditore-libraio Guido
Guastalla che, quando vede fra
gli scaffali della sua libreria Mario Canessa, lo aggancia e fa
tornare alla memoria quei giorni rimasti laggi in fondo.
Non
desti
meraviglia
questinsistenza. Nasce da uno
straordinario principio tutto interno alla simbologia ebraica:
nome e cognome sono segno

Yad Vashem a Gerusalemme, lo


hanno voluto incontrare nuovamente e ringraziare. Tra questi Lino De Benedetti che all'epoca
aveva nove anni e Noemi Gallia,
allorasedicenne.
Per valutare appieno il comportamento di Mario Canessa bisogna ricordare che contemporaneamente alla sua azione di salvataggio, suo fratello si trovava prigioniero in Germania. Se avesse
consegnato ai tedeschi uno o pi
ebrei, suo fratello sarebbe stato rimesso in libert. Mario Canessa
non prese neppure in considerazione questa possibilit. Sai,
midisseiosonomoltoreligioso,
cos come lo era mia madre: non
dissi nulla neppure a lei, sapendo
quali erano le sue idee e che mi
avrebbe comunque approvato.
In Mario Canessa prevalse l'imperativo categorico, l'etica delle in-

tenzioni e della purezza di cuore


su quella delle conseguenze e delle convenienze anche familiari.
Egli uno di quei giusti su cui si
regge la salvezza del mondo, e come tale dobbiamo continuare ad
onorarloericordarlo.
Mario Canessa, era uomo profondamente religioso, credente e
cattolico, cavaliere del Santo Sepolcro: ha praticato la grande,
sommavirtche perlatradizione
ebraica e cristiana lumilt. Pu
avere contribuito questo nel suo
comportamento? Glielo ho chiesto pi volte, ma in Mario ho sempre trovato un certo pudore, una
ritrosiaaparlare dis.
Vorrei ricordare per che nel
1937 (Mario all'epoca doveva avere ventanni), Pio XI promulg
una lettera enciclica, eccezionalmente scritta in tedesco anzich
in latino: Alla luce delle nor-

di identit e non possono andare smarriti in un nulla indistinto. Si spiega cos il fortissimo
impegno catalogatorio dedicato ai nominativi delle vittime
della Shoah una per una. Ma
non deve andar perso neppure
il nome e cognome di chi ha
fatto il bene. Quello di Canessa
finito fra gli olivi dello Yad
Vashem a Gerusalemme: il
massimo onore che le autorit
ebraiche possano tributare a
chi ebreo non . Quasi nello
stesso giorno lavevano chiamato dal Quirinale per ricevere
una medaglia doro dalle mani
di Napolitano.
il gennaio 2008: gli si spalanca davanti la sua quarta vita: tutta livornese, stavolta. Dopo ladolescenza a Volterra, dopo il coraggio partigiano in Valtellina, dopo limpegno in prima linea nelle questure di mezza Italia, ecco che gli rovino la
vita, come mi diceva lui sorridendo. Il Tirreno racconta chi
luomo che ha ricevuto cos
alti onori tanto a Gerusalemme
che a Roma. E soprattutto perch: la bellissima storia che c
dietro.
Mario, che fino ad allora aveva fatto della riservatezza uno
stile di vita, sentiva di esser
chiamato a diventare testimone in questi tempi cos avari e
micragnosi: gli ex partigiani
dellAnpi ne hanno fatto il presidente onorario, le scuole
lhanno chiamato e i ragazzi
hanno ascoltato le parole che
quel signore anziano ha tirato
fuori dal cuore. Non era un super-eroe macho da fumetti, ma
bastava guardargli gli occhi per
vedere che ancora a novantanni guizzavano ancora. Senza
mai smettere di esser poliziotto vecchia maniera: con le persone che saltano fuori dal racconto, con nome, cognome,
parentele e cambiamenti di domicilio, ma non mi ricordo
pi se la zia stava anche lei sopra la pasticceria, mannaggia.
Eppure parlavamo del 43...
COMMENTAIL RACCONTO
DELLAVITA DIMARIOCANESSA
suwww.iltirreno.it

Mario Canessa sentiva


profondamente le proprie radici
volterrane. Tant vero che, una
volta in pensione, si era dedicato
a studiare la storia della propria
citt dorigine. Tant vero che
aveva pubblicato un saggio sulla
figura di San Lino, il primo papa
dopo san Pietro nella storia della
Chiesa. Sotto i riflettori anche
lammiraglio Inghirami, che per
una curiosa coincidenza del
destino ritroveremo anche nella
storia della nostra citt

La lotta per la libert


con il coraggio
di chi sa essere umile
SINDACO. A Norimberga, nel
corso dei processi, la tesi difensiva di molti imputati fu quella
di sostenere di avere "semplicemente obbedito agli ordini".
Mario Canessa fece esattamente il contrario: Disobbed. Parte da qui il messaggio del sindaco Filippo Nogarin per dare
laddio al poliziotto-eroe. E se
nel 2011 nellanniversario della Liberazione, Palazzo Civico
ha dato a Canessa la Livornina,
adesso gli apriamo ancora
una volta le porte del Comune,
per accoglierlo nella casa di tutti i livornesi, per accompagnarlo in questo suo ultimo viaggio
e per dirgli ancora una volta:
Grazie del tuo esempio. Per
Nogarin linsegnamento pi
importante di Canessa non
stancarsi mai di ricordare (il
ricordo lo strumento pi prezioso per evitare che simili
atrocit abbiano a ripetersi).
RABBINO. I nostri maestri dicono che una piccola luce
manda via tanto buio. Nel tempo che il mondo era ricoperto
dall'oscurita, una piccola fiammella di speranza si accese e
dissip molto buio. A dirlo il
rabbino Yair Didi segnalando
che le azioni di Canessa che
mise a rischio la vita per salvarne molte altre rimarr per
l'eternit nel cuore della nostra Comunit e di tutto il popolo ebraico e sar ricordato
nel Libro Eterno che in mano
di D. per sempre.
COMUNIT EBRAICA. La memoria del Giusto sar tramandata nei secoli: parola di Vittorio Mosseri, presidente della
Comunit ebraica livornese segnalando che in onore di Canessa stato piantato un albe-

ro nel Giardino dei Giusti.La


Comunit livornese ha dedicato un nuovo rotolo della Legge (Sefer Tor) a suo nome per
riconoscenza eterna all'uomo
che tanta generosit morale e
materiale aveva dimostrato nel
corso di una vita ben spesa.
ANPI. Gli ex partigiani dell
Anpi ricordano il partigiano
Canessa in maniera semplice,
come semplice e schivo era
Mario, una persona che ha fatto quello che ha fatto semplicemente perch riteneva fosse la
cosa giusta da fare, in silenzio e
abnegazione, ben conscio di
quale fosse il suo dovere di essere umano e di cittadino.
ISTORECO. Tutta la biografia
di Canessa ha espresso i valori
pi alti di democrazia, libert,
solidariet, vissuti con risolutezza e coraggio, ma anche con
profonda umilt. il messaggio dellIstoreco (Istituto storico della Resistenza), segnalando che ha saputo scegliere
senza esitazioni da che parte
stare rappresentandoido un
importante esempio da trasmettere alle generazioni future.
PD. Invitando il sindaco a un
omaggio pubblico a Canessa
(come diciamo in altra pagina), il gruppo dei consilieri comunali Pd ricorda Canessa come uomo riservato, umile
che ha sempre detto di aver
fatto semplicemente il suo dovere mentre ha rischiato per
anni quotidianamente la propria vita. Una storia bellissima, struggente, speciale di un
uomo che ha sempre voluto
definirsi normale e di cui oggi
con dolore apprendiamo della
scomparsa.

NON TI DIMENTICHEREMO

memorialediYad Vashemfraisei
milioni di vittime innocenti ricordata la morte di un milione e
mezzo di bambini. Canessa appartiene perci, e per sempre, a
quella schiera di Giusti, la cui esistenza assicura la salvezza del
mondo: eppure lui riteneva di
aver solo fatto il suo dovere, ci
chelasuacoscienzagliimponeva
difare.
Venutoa conconoscenzadelle
sue azioni lo sollecitai a parlare.
Solo dopo molte insistenze riuscii ad avere il materiale che, trasmesso alle autorit dello Yad
Vashem consentirono di annoverarlo nella eletta schiera dei "Giusti".
Grazie Mario, non ti dimenticheremo mai, e opereremo perch il tuo ricordo sia trasmesso a
tuttelegenerazioniavenire.
Guido Guastalla

IL RICORDO

IL MONDO
SALVATO
DAI GIUSTI

a storia dei giusti spesso


una storia particolare per
non dire strana. E quella di
Mario Canessa non sfugge alla regola. A 91 anni riceve dallo Stato
di Israele il riconoscimento di
"Giusto fra le Nazioni", il pi alto
dello Stato ebraico, e dallo Stato
italiano, direttamente dalle mani
del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano, la medaglia
d'oroalvalorcivile.
I fatti per cui gli stato concesso questo riconoscimento risalgono a oltre 70 anni fa, alcuni degli
ebrei che ha salvato sono ancora
vivi e dopo aver testimoniato a
suo favore presso il Tribunale di

me di questo diritto naturale,


ogni diritto positivo, qualunque
ne sia il legislatore, pu essere valutato nel suo contenuto etico e
conseguentemente nella legittimit del comando e nella obbligatoriet dell'adempimento. Quelle leggi umane, che sono in contrasto insolubile col diritto naturale, sono affette da vizio originale, non sanabile con le costrizioni
n con lo spiegamento di forze
esterne.
Probabilmente Mario Canessa
non conosceva l'enciclica papale, ma qualche anno dopo di fronte all'alternativa se obbedire ad
una legge umana ingiusta, oppure alla legge naturale di origine divina, non ebbe il bench minimo
dubbio. Nel contrasto fra l'uomo
e Dio, la tradizione e l'insegnamento religioso prevedono esplicitamente la disubbidienza. Un

La disubbidienza
in nome di Dio
di fronte alla disumanit
di una legge ingiusta
quel momento l'insegnamento e
il ricordo della madre ebbero un
ruolo determinante, e lo condussero, senza tentennamenti a testimoniare il bene e combattere il
male.
Erano momenti terribili nei
quali non era pi possibile non
capire, sfuggire ad una scelta; girare la testa da un'altra parte era
gi uno scegliere. Dice il Talmud
che chi salva unavita salva il mondo; salvando una vita non si salva
solo una persona, ma anche la
continuit delle generazioni. Nel

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