Sei sulla pagina 1di 17

IL DIMENSIONAMENTO DELLE PAVIMENTAZIONI

INDUSTRIALI IN CALCESTRUZZO



Il dimensionamento delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo non armato
F. Biasioli- rev. 3/2002

Pagina 1/17

Progetto e realizzazione delle pavimentazioni in calcestruzzo sono spesso considerate fasi
minori della realizzazione di un edificio industriale: spesso dunque ad esse non viene prestata la
dovuta attenzione, sia nelle fasi di progetto che in quelle di preparazione delle specifiche di
capitolato e di contratto o nelle fasi di realizzazione.
Ad aspetti in qualche modo connessi a tale tipologia per qualit e quantit dei materiali
impiegati o per ridotta prestazione in fase di esercizio si possono viceversa attribuire, con
relativa frequenza, buona parte delle contestazioni che coinvolgono le strutture di calcestruzzo,
con controversie anche di carattere giudiziario. Una pavimentazione mal realizzata pu, se
eventuali difetti sono immediatamente riscontrati, quanto meno dilazionare, per la realizzazione
delle necessarie opere di ripristino, linizio dellesercizio dellopera; eventuali dissesti o
deterioramenti successivi possono comportare periodi di interruzione pi o meno estesi
dellattivit di esercizio.
Un parte dellopera considerata a torto secondaria pu dunque essere causa di contenziosi
economici di assoluta rilevanza. Di qui linteresse delle associazioni che raccolgono gli
operatori del settore e i fornitori di materiali a favorire la conoscenza delle problematiche tipiche
di tali opere promuovendo la diffusione di documenti tecnici, capitolati e strumenti di calcolo
che ne facilitino la corretta progettazione ed esecuzione [1].
Le tipologie di dissesto a cui vanno incontro le pavimentazioni possono essere attribuite: alla
insufficiente o assente preparazione del sottofondo, a errato dimensionamento dello spessore in
funzione dei prevedibili carichi agenti, allimpiego di materiali non adatti e, in fase esecutiva a,
allerrato posizionamento dei giunti o a carente maturazione. Non va dimenticato che si tratta di
un caso, per quanto semplice, di interazione struttura-terreno, in cui il livello delle sollecitazioni
dipende dallinterazione tra le caratteristiche del calcestruzzo e quelle del terreno di supporto.
Nel seguito vengono descritta alcune semplici procedure per il predimensionamento dello
spessore e dei giunti di una pavimentazione industriale in calcestruzzo non armato, definendo
come tali qulle pavimentazioni nelle quali non presente unarmatura specificatamente
dimensionata e posizionata per assorbire tensioni
1
.
La prima procedura permette di calcolare lo spessore della pavimentazione a partire da ipotesi
sul tipo di calcestruzzo con cui essa sar realizzata, sul tipo e comportamento geomeccanico del
materiale di sottofondo e sul tipo, intensit, posizione e frequenza dei carichi agenti su di essa.
Si adotta come disposizione di carico di riferimento quella di un unico carico concentrato posto
in una zona centrale, cio distante almeno 500 mm da un bordo libero.
Lo spessore di pavimentazione cos determinato, calcolato con il metodo degli stati limite, viene
aumentato per tener conto della presenza di eventuali carichi multipli e di altre disposizioni di
carico (su un giunto/bordo o in un angolo). Una sintesi delle formule utilizzate, non essenziale
per la comprensione della metodologia operativa, precede la descrizione della prima procedura.
La seconda procedura permette di definire una distanza ragionevole tra i giunti da realizzare in
opera.
In entrambi i casi si cercato di mettere a punto metodologie semplici, valide in fase di
preprogetto o di appalto, che peraltro diano risultati sufficientemente precisi.
Anche per il progetto delle pavimentazioni, come per qualunque altro progetto, solo lesperienza
e gli errori affinano la sensibilit del progettista. Nel caso specifico lesperienza dice che
particolarmente opportuno che le scelte di progetto e dei materiali definitive siano effettuate
coinvolgendo lesecutore.

1
Una rete antiritiro, solitamente posta nella parte centrale della pavimentazione, non risulta
infatti efficace per assorbire tensioni di trazione localizzate ai lembi della sezione).
Il dimensionamento delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo non armato
F. Biasioli- rev. 3/2002

Pagina 2/17
IPOTESI DI CARICO E MODELLO DEL TERRENO
Un pavimento di calcestruzzo posto su terreno pu essere convenzionalmente analizzato
mediante il modello semplificato di una piastra appoggiata su un letto di molle (modelli di
Winkler o di Boussinesq).
Il carico pu essere:
ripartito p uniformemente sulla superficie oppure, pi frequentemente,
concentrato P
1
su unarea A (area della piastra di ripartizione del montante di una scaffalatura o
dellimpronta di ruota di un carrello elevatore): a tale ultima tipologia di carico si fa nel seguito
riferimento.
Indipendentemente dalla forma dellarea di carico effettiva si ipotizza, nel calcolo, unarea di
carico ideale (area efficace) di superficie A avente forma sempre circolare di raggio a. La
pressione di contatto
cont
sul calcestruzzo vale:

2
1 1
a
P
A
P
cont

= = [1]
STATO LIMITE ULTIMO PER PUNZONAMENTO
Per punzonamento si intende la rottura locale del calcestruzzo di una piastra per effetto di un
carico agente su unarea limitata. Per il progetto/verifica allo stato limite ultimo di
punzonamento il D.M. 9/1/96 al punto 4.2.2.5 fornisce la formula
F
Rd
= 0,5 u h f
ctd

F
Rd
forza resistente a punzonamento allo stato limite ultimo
f
ctd
valore di calcolo della resistenza a trazione per flessione ricavabile (D.M. 9/1/96 - punti
2.1.2 e 4.02) dividendo la resistenza caratteristica a trazione per flessione f
ct0,05
per il coefficiente
di sicurezza del calcestruzzo allo stato limite ultimo
c
. Nel D.M. si prescrive il valore
c
= 1,6.
6 1
27 0 7 0
3
2
05 0
,
R , , f
f
ck
c
, ct
ctd

=

=

u perimetro, tratteggiato in figura, del contorno resistente a punzonamento, ottenuto dal
contorno effettivo dellarea di carico mediante ripartizione a 45 estesa fino al piano medio della
piastra
Per unarea di carico di forma circolare avente raggio a il perimetro del contorno resistente
vale:
a
2a + h
h
a h/2 a h/2
contorno resistente
a
2a + h
h
h/2
a
a h/2
contorno resistente
a
ZONA CENTRALE ZONA GIUNTO
Il dimensionamento delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo non armato
F. Biasioli- rev. 3/2002

Pagina 3/17
u
c
= (2a + h) per carico in zona centrale (rappresentato a sinistra in
figura)
u
g
= (2a + h
g
)/2 + 2a per carico in adiacenza a un giunto (rappresentato a destra
in figura)

Nel caso di un solo carico concentrato P
1
la verifica soddisfatta se:
F
Rd

F
P
1

Il fattore moltiplicativo delle azioni variabili viene assunto
F
= 1,5 (D.M. - Parte Generale
punto 7)
Se, a favore di sicurezza, non si tiene conto della riduzione del carico P
1
dovuta alle tensioni nel
terreno nella zona sottostante larea di carico si ottiene:

|
|

\
|

+ =

+ = = 1
3
1
5 0
5 1
5 0
5 1
1 2 1
ctd
ont c
ctd ctd c
f
a a
f ,
P ,
a
f u ,
P ,
h
[2]
h
u
u
f u ,
P ,
h
g
c
ctd g
g
= =
5 0
5 1
1

Risultando sempre u
c
> u
g
la disposizione di carico in prossimit di un giunto/bordo fornisce uno
spessore di pavimentazione h
g
maggiore di quello h calcolato per carico in zona centrale.
Lincremento funzione del rapporto a/h. Per i valori di tale rapporto che si riscontrano nella
pratica tale incremento risulta variabile tra il 30 e il 40%. In fase di progetto preliminare si pu
assumere il valor medio: h
g
= 1,35 h.


STATO LIMITE DI ESERCIZIO DI LIMITAZIONE DELLE TENSIONI
CARICO IN ZONA CENTRALE - FORMULA DI WESTERGAARD
Negli anni venti del secolo scorso la diffusione del trasporto aereo comport lo sviluppo di una
serie di studi finalizzati al progetto delle pavimentazioni aeroportuali. In tale ambito di
particolare rilevanza risult la messa a punto di modelli di calcolo delle sollecitazioni effettuata
negli Stati Uniti da H.M Westergaard.
Come Winkler, anche Westergaard ipotizza una pavimentazione su terreno come una piastra
indefinita di spessore h posta su un letto di molle in grado di reagire, oltre che a compressione,
anche a trazione
2
.
In tale ipotesi un carico P
1
distribuito su unarea circolare di raggio a induce, in una sezione di
larghezza unitaria posta sotto lasse del carico, il momento flettente sollecitante per unit di
larghezza
3
:

( ) ( )
(
(

\
|

+ +

+
=
(
(

\
|

+
= =
2
2
2
1 1
32 2
1
2 4
1
32
1
2
1
2
1
4
1
R
a
ln
a
R
ln a
R
a
R
a
ln P m m
cont S
[3]
Nella formula:
4
2
3
1 12 K ) (
Eh
R

= raggio di rigidit relativa della piastra
E, modulo elastico e coefficiente di Poisson del materiale della piastra
K modulo di reazione del sottofondo (modulo di Westergaard)
= 1,7811 costante di Eulero
ln logaritmo in base e (ln
e
= 2,302 log
10
)

2
Gli studi effettuati utilizzando il il pi preciso modello di Boussinesq, che considera il terreno non in grado di reagire
a trazione dunque con comportamento pi vicino alla realt, hanno infatti dimostrato, per tale tipologia di opere, solo
modeste variazioni degli spessori rispetto a quelli calcolati con il metodo di Westergaard. A questultimo si fa pertanto
riferimento nel seguito.
3
Tutte le sollecitazioni unitarie sono nel testo indicate con lettere minuscole.
Il dimensionamento delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo non armato
F. Biasioli- rev. 3/2002

Pagina 4/17
Sostituendo le costanti e trascurando lultimo termine in parentesi quadra, essendo nei casi reali
a << R:

( ) ( )
(
(

+

+
=
(

+
+
= = 616 0
1 12 4
1
616 0
4
1
4
2
2 2
1
,
h
a
ln
hK ) (
E
ln a ,
a
R
ln a m m
cont cont S
[4]
Detta
f
la tensione ammissibile a trazione per flessione del materiale della piastra in condizioni
di esercizio, il momento resistente di una sezione rettangolare di larghezza unitaria e spessore h
non armata vale:
6
2
h
m
f R
=
Imponendo luguaglianza tra i momenti sollecitante m
S
e resistente m
R
si ottiene:
( )
(
(

+

+
|

\
|

= 616 0
1 12
1
3
2
4
2
2
,
h
a
ln
hK ) (
E
ln
h
a
f
cont
[5]
ANALISI PARAMETRICA
E opportuno valutare se nella [5] vi siano grandezze relative ai materiali la cui variabilit risulti
contenuta e che dunque possano essere assunte con valore costante.

Calcestruzzo: tensione ammissibile a trazione per flessione
f

La tensione ammissibile
f
in condizioni di esercizio
FAT
ck
FAT
, ct
f
R , , f

=
3
2
05 0
27 0 7 0

si ottiene dividendo il frattile 5% della resistenza a trazione per flessione f
ct0,05
per il coefficiente
di sicurezza a fatica
FAT
. Poich
FAT
dipende dal numero di cicli di carico/scarico a cui
sottoposto il materiale e non dalla classe di calcestruzzo, per valutare la variabilit di
f

sufficiente studiare la variabilit di f
ct0,05
al variare della resistenza caratteristica R
ck
.
Calcestruzzo classe
C12/15 C16/20 C20/25 C25/30 C30/37
f
ct0,05
(N/mm
2
) 1,97 2,39 2,77 3,13 3,60

Risultando la variabilit di
f
tra le classi di estremit maggiore dell80% la stessa non pu
essere assunta con valore costante
Calcestruzzo: modulo elastico E
Il modulo elastico E, funzione di R
ck
(D.M. punto 2.1.3), compare nella [5] come ln
4
E :

Calcestruzzo classe
C12/15 C16/20 C20/25 C25/30 C30/37
R
ck
(N/mm
2
) 15 20 25 30 37
ck
R E = 5700 (N/mm
2
)
22076 25491 28500 31220 34672
ln
4
E
2,50 2,54 2,56 2,59 2,61

Poich la variabilit di ln
4
E pari al 5%, dunque non significativa, lecito assumere per E un
valore costante, ad esempio quello della classe C20/25, intermedia della serie.
Il dimensionamento delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo non armato
F. Biasioli- rev. 3/2002

Pagina 5/17
Calcestruzzo: coefficiente di Poisson
In accordo con lEurocodice 2 - punto 3.1.2.5.3 si assume il valore costante = 0,20.
Terreno: modulo K
Per la maggior parte dei terreni i valori di K risultano compresi tra 40 e 200 MPa/m. La
variabilit di ln
4
1 K / nella formula risulta significativa in quanto superiore al 40%.

Modulo di sottofondo K (MPa/m)
40 80 120 160 200
4
1
K
ln
0,92 1,10 1,20 1,27 1,32


Sostituendo nella [5] i valori costanti E = 28.500 N/mm
2
e = 0,20 si ottiene pertanto:

(

+
|

\
|

= 57 2
1
8 1
1
4
2
,
h
a
ln
hK
ln
h
a
,
f
cont
[6]
Esprimendo K in MPa/m, per la validit della [6] occorre che h, di conseguenza a, siano espresse
in metri.

Secondo Westergaard se a/h < 1,724 si pu sostituire ad a il raggio corretto a
c
per cui risulta:
675 0 6 1 1
2
,
h
a
,
h
a
c

|

\
|
+ =

CARICO DANGOLO - FORMULA DI PICKETT
Il modello di Westergaard, che assume una piastra indefinita di spessore uniforme, mal si presta
a rappresentare una pavimentazione industriale nelle zone in cui sono presenti i giunti, armati o
non armati, o nelle zone in vicinanza dei bordi liberi. E viceversa relativamente probabile che
i carichi, fissi o mobili, possano agire in prossimit di un giunto o un bordo o nelle zone
dangolo poste allincrocio di due giunti ortogonali.
In questultimo caso nascono momenti flettenti radiali che inducono tensioni al lembo superiore
della sezione, stimabili mediante la formula (approssimata) di Pickett:

|
|
|
|
|

\
|
+
=
R
a
, ,
R
a
P , m
g
22 0 925 0
1 7 0
1
[7]
Il coefficiente riduttivo tiene conto delleventuale quota di sollecitazione trasferito tra due
piastre adiacenti per ingranamento degli inerti o per presenza di unarmatura di collegamento:
esso, assunto pari a 1 nel caso di bordo libero o di giunto di costruzione non armato, ha valore
0,8 (dunque ipotizzando un trasferimento del 20% del carico) nel caso di giunto di contrazione
dotato di armatura passante oppure di giunto di costruzione armato con collegamenti in barre
dacciaio (barrotti).
La [7] pu essere confrontata con la [5] o la [6] assumendo come variabile il parametro R/a. Il
confronto pu essere svolto sia in termini di sollecitazione momento che in termini di spessore h
della sezione.
Dette h
g
laltezza determinata a partire dalla formula di Pickett e h quella determinata a partire
dalla formula [3] di Westergaard risulta infatti:

1
m
m
h
h
g g
=
Il dimensionamento delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo non armato
F. Biasioli- rev. 3/2002

Pagina 6/17
Poich nei casi reali il parametro R/a assume valori compresi tra 3 e 25, per la variazione
percentuale
h = 100(h
g
h)/h si ottengono per i due valori di = 0,8 e 1 i risultati di tabella.

R/a m
1
m
g

= 0,8
h
%
m
g

= 1,0
h
%
R/a m
1
m
g

= 0,8
h
%
m
g

= 1,0
h
%
2 0,120 0,158 15 0,198 29 14 0,298 0,436 21 0,545 35
3 0,157 0,237 23 0,296 37 15 0,304 0,442 21 0,553 35
4 0,183 0,286 25 0,357 40 16 0,310 0,447 20 0,559 34
5 0,204 0,319 25 0,399 40 17 0,316 0,452 20 0,565 34
6 0,220 0,345 25 0,431 40 18 0,321 0,457 19 0,571 33
7 0,234 0,364 25 0,455 39 19 0,326 0,461 19 0,576 33
8 0,247 0,380 24 0,475 39 20 0,330 0,465 19 0,581 33
9 0,257 0,393 24 0,492 38 21 0,335 0,468 18 0,585 32
10 0,267 0,404 23 0,505 38 22 0,339 0,471 18 0,589 32
11 0,276 0,414 23 0,517 37 23 0,343 0,474 18 0,593 31
12 0,284 0,422 23 0,528 36 24 0,347 0,477 17 0,596 31
13 0,291 0,430 21 0,537 36 25 0,351 0,480 17 0,600 31

Lincremento medio percentuale h dello spessore h calcolato con la formula di Westergaard
pu pertanto essere assunto pari a:
h = 20% nel caso di giunto di contrazione o costruzione armato ( = 0,8)
h = 35% nel caso di bordo libero o giunto di contrazione o di costruzione non armato ( = 1,0).

CARICO SUL BORDO
Un carico posto in prossimit di un bordo libero o di un giunto ma lontano da un angolo induce
tensioni di trazione al lembo inferiore della piastra ma tali tensioni possono risultare ridotte dalla
presenza di altri carichi posti in prossimit. Ne derivano valori di spessore intermedi tra quelli
calcolati per i due casi di carico (in zona centrale e nellangolo), esaminati in precedenza: tale
disposizione di carico non viene pertanto presa in considerazione.


FORMULA DI PROGETTO
Per assegnati valori del rapporto tra le tensioni di contatto
cont
e ammissibile a flessione
f

possibile, utilizzando la [6], studiare la variabilit di h al variare del raggio di impronta a e di K.
La convergenza al valore costante 2/3 a primo membro, ottenuta con impiego di una procedura
di ottimizzazione, fornisce le serie di valori numerici delle variabili (a,h,K) che
contemporaneamente soddisfano lequazione. Una regressione logaritmica effettuata sui valori
cos calcolati fornisce la formula di progetto:
h = Z a

[8]
Z e sono funzione del rapporto
cont
/
f
e di K. Nella [8] sia a che h devono essere espresse in
millimetri.


CARICHI MULTIPLI
I momenti m
1i
che ulteriori carichi P
i
posti lontani dai bordi a distanze x
i
dal punto di
applicazione del carico P
1
generano nella sezione posta in corrispondenza di tale carico
dipendono sia dalle distanze x
i
che dalle caratteristiche del complesso terreno/piastra:
|

\
|
=
R
x
f P m
i
i i 1
[9]
In presenza di pi carichi P
i
il momento totale nel punto 1 vale:
Il dimensionamento delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo non armato
F. Biasioli- rev. 3/2002

Pagina 7/17
( )
CAR
n
i
n
i
i
n
i T
m m
R
x
f P m m m m
1 1
2
1 1
2
1
2
1 1 1
1 1 + =
|
|

\
|
+ = |

\
|
+ = + =

[10]
avendo posto

|

\
|
= =
n
i
i
n
i CAR
R
x
f P
m
2
1
2
1 1
1
[11]
Il coefficiente
1CAR
pu essere inteso come incremento totale percentuale sia della sollecitazione
m
1
che del carico P
1
che la genera. Sostituendo la [4] nel termine entro sommatoria della [11] si
ottiene la percentuale
1i
di incremento del carico P
1
dovuta a ciascun carico P
i
:

( )
) h a, K, , T(x
P
P
0,616
a
R
ln
1
1
4
R
x
f
P
P

i
1
i i
1
i
1i
=
(
(
(
(

\
|
+
+
|

\
|
= [12]
La funzione di influenza f(x
i
/R) rappresenta landamento del momento flettente per unit di
larghezza nel punto 1 per un carico P
i
unitario posto a distanza x
i
. Essa normalemente tabellata
per valori x
i
/R 0,20. Linterpolazione logaritmica dei valori numerici fornisce, con elevata
precisione (r
2
> 0,99), lequazione:

R
x
,
i
i
e ,
R
x
f
46 1
245 0

= |

\
|
x
i
/R 0,20
Tenuto conto dellespressione di R e delle considerazioni relative al materiale calcestruzzo svolte
in 4.2, le variabili nella [12] sono: x
i
, K, a e h. In tabella 4 sono riportati i valori che assume il
termine T(x
i
, K, a, h). Il calcolo viene svolto iterativamente, assumendo come valori di a e h di
prima approssimazione quelli calcolati considerando agente il solo carico principale P
1
.

PROCEDIMENTO OPERATIVO
Si fa riferimento alle schede 1 e 2 allegate.
Dati di base
Resistenza a compressione del calcestruzzo R
ck
funzione dellambiente (classificato come classe
di esposizione ambientale) a cui si suppone sar esposta la pavimentazione (cfr. UNI 9858
EN206-1).
Coefficiente di sicurezza a fatica
FAT
funzione del numero di cicli di carico/scarico previsti nel
periodo di vita utile della pavimentazione (in assenza di indicazione al riguardo si suggerisce
di assumere il valore
FAT
= 2).
Modulo K di Westergaard del terreno di sottofondo: in assenza di determinazioni dirette, o
indirette mediante prove di laboratorio, valori indicativi in funzione del tipo di terreno sono dati
in tabella 1.
lntensit del carico applicato P
1
e suo coefficiente percentuale di incremento
1CAR
per effetto di
altri carichi agenti in prossimit del carico principale. Nella prima iterazione si assume
1CAR
=
0.
Resistenza a trazione per flessione
f

In base ai valori di R
ck
e
FAT
la tabella 2 fornisce il valore f
ctd
della resistenza a trazione di
calcolo e la tensione ammissibile a trazione per flessione
f
.
Raggio a
Il raggio a dellarea circolare con superficie equivalente a quella effettiva di carico dipende dal
tipo di carico (montante di scaffalatura, carrello elevatore con ruota in gomma piena o con
pneumatici). Nel caso di montante occorre conoscere le dimensioni della zona di contatto
montante/calcestruzzo, pari alla dimensione della piastra di base, in genere di forma quadrata con
area compresa tra (100x100) e (150x150) mm
2
; nel caso di carrello con ruote in gomma piena,
limpronta di base di una ruota ricavabile dalla documentazione tecnica del carrello. Se il
Il dimensionamento delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo non armato
F. Biasioli- rev. 3/2002

Pagina 8/17
carrello dotato di pneumatici il raggio a pu essere calcolato in base alla loro pressione di
gonfiaggio e al carico massimo ammesso per ruota/asse.
Altezza minima h
min
della pavimentazione per punzonamento
Per carico P
1
, raggio dimpronta a e calcestruzzo assegnati la [2] fornisce laltezza minima h
min

che soddisfa la verifica a punzonamento. Se si vuole valutare il caso di carico in prossimit di un
giunto, tale altezza va aumentata del 35%.
Altezza h della pavimentazione per flessione carico principale
Al variare di
cont
/
f
e K la tabella 3 fornisce i valori dei coefficienti Z e . La tabella
suddivisa in due parti :
nella prima parte sia Z che sono funzione del rapporto
cont
/
f
e di K;
nella seconda parte risulta funzione solo di
cont
/
f
, cio non dipende dal modulo K.
Se occorre interpolare tra i valori di tabella, si individuano i rapporti (
cont
/
f
)
inf
e (
cont
/
f
)
sup

allinterno dei quali risulta compreso il valore di
cont
/
f
del caso in esame, e i relativi valori di
Z e .
Lo spessore h cos calcolato va confrontato con lo spessore h
min
richiesto per la verifica a
punzonamento: si sceglie il maggiore tra i due e lo si approssima per eccesso al centimetro (es.
174 mm diventano 180 mm = 18 cm). Si pu incrementare lo spessore per tener conto della
situzione di carico in prossimit di un giunto.
Altezza h della pavimentazione per flessione carichi successivi
Il procedimento descritto nella scheda 2 permette il calcolo del coefficiente di incremento
1CAR

del carico principale P
1
. Noto
1CAR
si ripete la procedura di dimensionamento (scheda 1) e si
determina il nuovo valore dello spessore h. Non risulta in genere necessario ricalcolare un
ulteriore valore del coefficiente di incremento
1CAR
che tenga conto dello spessore incrementato
h.

VERIFICHE TENSIONALI
Secondo il D.M:vigente lo stato limite di limitazione delle tensioni di esercizio andrebbe
verificato per la condizione di carico quasi permanente, tenendo conto di carichi variabili
dintensit opportunamente ridotta. Data lelevata frequenza di presenza dei carichi variabili di
servizio durante la vita utile della struttura, si suggerisce che gli stessi siano assimilati a carichi
permanenti, dunque non ridotti. Tale ipotesi, certamente prudenziale, tiene conto delle possibili
modifiche di destinazione duso del fabbricato industriale nel tempo, con conseguente modifica
dellintensit dei carichi di servizio.
Noti lintensit e la posizione dei carichi, le caratteristiche dei materiali e le grandezze
geometriche (dimensioni dellarea di carico, posizione dei carichi e spessore della
pavimentazione):
la [12] permette di calcolare, per ciascun carico P
i
posto a distanza x
i
dal punto oggetto di
verifica, la quota di incremento del carico nel punto 1;
si calcola lintensit del carico totale nel punto 1 sommando le diverse quote e con la [3] il
momento m
1
che ne deriva;
si calcola il valore della tensione per flessione e lo si confronta con la tensione ammissibile a
trazione per flessione
f
, ridotta per tener conto dei fenomeni di fatica. Deve risultare
f
.
PROGETTO DEI GIUNTI
Definito lo spessore h della pavimentazione, per una corretta progettazione occorre anche
individuare tipo e posizione dei giunti, che nelle pavimentazioni non armate possono essere:
giunti di isolamento
giunti di costruzione
giunti di deformazione (dilatazione o contrazione).
Il dimensionamento delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo non armato
F. Biasioli- rev. 3/2002

Pagina 9/17

Giunti di isolamento
Isolando la pavimentazione da elementi fissi e/o singolari (muri, pilastri, travi di fondazione,
pozzetti ecc.) servono ad evitare linnesco di fessure dovute alla impedita deformabilit della
pavimentazione in prossimit di tali elementi. Sono estesi a tutto lo spessore della
pavimentazione e realizzati ponendo, prima del getto, una striscia continua di materiale
deformabile lungo lo sviluppo dellelemento da isolare.
Nel caso di elementi singoli (pilastri) la forma geometrica preferibile quella circolare o
comunque poligonale, cio senza spigoli troppo accentuati.

Giunti di costruzione
Suddividono la pavimentazione in moduli di cui prevista la realizzazione in tempi diversi.
Estesi a tutto lo spessore, sono spesso organizzati in modo da trasmettere quota parte del
carico presente su una piastra alla piastra adiacente. Si cerca in tal modo di ridurre il gradino
di deformazione che si verificherebbe nel caso di diverso schema di carico delle due piastre e
che, risultando di ostacolo alla circolazione dei mezzi, sarebbe oggetto di precoce
deterioramento. Devono ovviamente coincidere con uno degli altri tipi di giunto, in particolare
con i giunti di dilatazione (v. oltre).

Giunti di deformazione
A differenza dei precedenti, i giunti di deformazione servono ad assorbire i movimenti termo-
igrometrici della piastra di calcestruzzo: dilatazioni dovute a escursioni termiche (nel caso di
pavimentazioni poste allesterno), contrazioni dovute al ritiro igrometrico del calcestruzzo
(sempre presente, ma di particolare rilievo per le pavimentazioni interne protette dallescursione
termica).

Giunti di dilatazione (variazione termica)
Si tratta di giunti aventi larghezza massima 6 mm circa, a tutto spessore, riempiti di materiale a
basso modulo elastico e normalmente organizzati in modo da permettere il trasferimento dei
carichi.
Una piastra non armata di lunghezza L soggetta a una escursione termica media (a livello
baricentrico) pari a T
0
si allunga della quantit:
l = L T
0
ove = 10
-5
1/C il coefficiente di dilatazione lineare del calcestruzzo (D.M: 9/1/96 punto
2.1.5).
La dilatazione del calcestruzzo parzialmente contrastata dallattrito piastra-terreno, ma tale
effetto favorevole non viene normalmente preso in conto nel calcolo di l.
La distanza L
gt
tra due giunti successivi viene convenzionalmente calcolata assumento una
larghezza di calcolo l
g
del giunto pari all80% della larghezza effettiva, per evitare che il
materiale di riempimento, soggetto a pressioni elevate, fuoriesca dal giunto stesso.
Per un giunto costruttivo di larghezza effettiva normalmente assunta pari a 5 mm la distanza L
gt

tra due giunti successivi, espressa in metri, risulta pertanto pari dalla relazione
0,8 x (5 x 10
-3
) = 10
-5
L
gt
T
0
0
gt
T
400
L = [13]
Giunti di contrazione (ritiro igrometrico)
Presenti in tutte le pavimentazioni, sia allesterno che allinterno di un fabbricato, sono
caratterizzati dal fatto di interessare solamente una parte (allincirca un quarto) dello spessore
totale della pavimentazione.
Il dimensionamento delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo non armato
F. Biasioli- rev. 3/2002

Pagina 10/17
Sono realizzati tagliando superficialmente, con un disco abrasivo o diamantato, il calcestruzzo
non appena lo stesso risulti pedonabile, in modo da formare riquadri approssimativamente
regolari o con un massimo del 10% di differenza delle lunghezze di due lati ortogonali.

Il taglio realizza un indebolimento della pavimentazione, dunque una zona di localizzazione
preferenziale di una fessura indotta dalle tensioni di trazione che si sviluppano nel calcestruzzo a
seguito del ritiro igrometrico contrastato dallattrito calcestruzzo-terreno di sottofondo e/o dalla
presenza di una rete antiritiro. In loro assenza la pavimentazione, quasi sempre di spessore
variabile causa la scarsa planarit del sottofondo, presenterebbe fessure con andamento casuale.
Ogni giunto dovrebbero essere sempre armato almeno con una striscia di rete elettrosaldata posta
immediatamente sotto la zona di taglio, a circa 1/3 dello spessore, e saldamente ancorata da
entrambi i lati del giunto: scopo di tale rete quello di limitare lapertura del giunto cos da
mantenere la capacit di trasferimento dei carichi per ingranamento degli inerti attraversati
dalla fessura sottostante il giunto.
La distanza massima tra due giunti successivi viene calcolata in funzione dello spessore h della
pavimentazione:
L
gs
= 18 h + 100 [14]
Nella [14] L
gS
e h vanno espresse in cm.
Dal confronto tra la [13] e la [14] risulta evidente che la distanza tra i giunti di contrazione
nettamente minore di quella tra i giunti di dilatazione: dunque tra due successivi giunti di
dilatazione sono normalmetne presenti numerosi giunti di contrazione.

Incurvamento delle lastre
Le lastre di calcestruzzo di un riquadro possono incurvarsi (curling = incurvamento):
se poste allesterno, per effetto delle variazioni di temperatura diurne e stagionali (temperatura
del calcestruzzo sulla superficie inferiore della lastra minore/maggiore di quella del calcestruzzo
sulla superficie superiore).
se poste allinterno, per effetto delle variazioni di ritiro (legato allumidit del calcestruzzo,
generalmente maggiore in prossimit della superficie della lastra lato terreno e minore al lembo
superiore esposto allaria).

La presa in conto di tali effetti potrebbe limitare le distanze calcolate con le [13] o [14]
4
.
Una lastra avente distanza massima tra due punti pari a d (per una lastra approssimativamente
quadrata, si intende con d la distanza tra i due vertici di una diagonale) soggetta a curvatura
costante (1/) su tutta la lunghezza presenta una deformazione massima f di un vertice rispetto
al centro che vale:
2
d
8
1/
f =
Ipotizzando riquadri approssimativamente quadrati di lato l d = 1,41 l:
l 1,41
8
/ 1
d
f
=
La distanza massima tra due giunti successivi vale pertanto:
|
|

\
|
=

1
1
d
f
5,67 l [15]

4
Il sollevamento di una lastra parzialmente impedito dal peso proprio delle lastre, ma di tale effetto
favorevole non si tiene generalmente conto.
Il dimensionamento delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo non armato
F. Biasioli- rev. 3/2002

Pagina 11/17
Rapporto f/d
La deformazione massima va correlata alla classe di planarit della pavimentazione, definita
nella norma UNI sulle pavimentazioni industriali in corso di preparazione come ...lo stato di
una superficie piana che non presenta irregolarit, sia convesse che concave... La norma
individua due classi di planarit, A e B, e le relative deformazioni massime, misurate su una
distanza di 2 m:
classe A: 1,5,
classe B: 2,5

Tali valori vengono comvenzionalmente assunti nella [15] come rapporto massimo f/d per
ciascuna classe di planarit.

Curvatura (1/)
La curvatura (1/) di una piastra di spessore h vale:
per effetto di una variazione termica differenziale T:
h
T

1
si
T
=
|
|

\
|

= 10
-5
1/C coefficiente di dilatazione lineare
T
si
= (T
sup
T
inf
) differenza tra le temperature della superficie superiore (esposta) e inferiore
(protetta) della piastra;
per effetto del ritiro igrometrico:
h

1
si
S
=
|
|

\
|

si
= (
s,sup

s,inf
) differenza tra le deformazioni relative di ritiro della superficie superiore
(esposta) e inferiore (protetta) della piastra.

Lentit delle deformazioni di ritiro del calcestruzzo dipende da molti fattori: rapporto
inerte/cemento, contenuto dacqua e di cemento della miscela, dimensione fittizia dellelemento,
umidit ambientale ecc. Indicazioni sono fornite nel punto 2.1.6 del DM 9/1/96. I valori minimi
ivi indicati, dellordine dello 0,15 , possono essere assunti come validi, i valori massimi,
allincirca pari allo 0,60 possono anche essere superati nel caso delle pavimentazioni, strutture
realizzate con elevati dosaggi di acqua e cemento e avente elevata superficie esposta allaria: si
potr assumere pertanto nei calcoli come valore massimo l1,0.
Ne deriva che la curvatura dovuta al ritiro da tre a venti volte maggiore di quella dovuta alla
variazione termica.

Calcolo della distanza massima tra due giunti
Per una piastra di spessore h assegnato, fissato il livello di planarit accettabile espresso come
(f/d) calcolati i valori di curvatura per variazione termica (se allesterno) o ritiro (se allinterno)
con la [15] possible verificare i valori di L
gt
o L
gs
precedentemente calcolati in via
approssimata.
Si assumono come distanze di progetto le distanze MINIME che derivano dal calcolo.


CONCLUSIONI
Larticolo descrive un metodo rapido di progetto a punzonamento/flessione dello spessore di una
pavimentazione di calcestruzzo non armata in presenza di carichi multipli, che fa uso di tabelle e
di una sola formula di progetto. La disposizione di carico a cui il metodo fa riferimento quella
di carico in zona centrale (Westergaard) con maggiorazione forfettaria dello spessore calcolato
per tener conto del caso di carico in prossimit di un giunto dangolo. Per lo spessore cos
calcolato viene successivamente definita la distanza tra i giunti della pavimentazione.


Il dimensionamento delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo non armato
F. Biasioli- rev. 3/2002

Pagina 12/17



Autore: Francesco Biasioli

Francesco Biasioli, ingegnere civile, opera nel settore del calcestruzzo. Partecipa alle
commissioni tecniche UNI e CEN ed docente del Corso Tecniche di produzione e
conservazione dei materiali edili tenuto presso la Facolt di Ingegneria del Politecnico di
Torino.


BIBLIOGRAFIA
Westergaard, H.M. Stresses in concrete pavements computed by theoretical analysys Public
Roads 7 - 1926
AA.VV. Pavimentazioni stradali in calcestruzzo - A.I.T.E.C, Roma, 1992
UNI Bozza di norma sulle pavimentazioni industriali
CON.PAV.I Codice di buona pratica, 1998
Knapton, J. Single pour industrial floor slabs Thomas Telford, London, 1999
Lancellotta, R. Geotecnica - II ed.- Zanichelli, Bologna, 1997
Quaranta, F. Considerazioni teoriche e pratiche sul calcolo delle pavimentazioni rigide di
strade e aeroporti Giornale del Genio Civile n. 5 1960
Tesoriere, G Strade, ferrovie e aeroporti Vol. III UTET, Torino, 1993
Il dimensionamento delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo non armato
F. Biasioli- rev. 3/2002

Pagina 13/17


ELENCO DELLE VARIABILI

R
ck
Resistenza caratteristica a compressione del calcestruzzo (All 2 D.M. 09/01/96 p.2.1.1)
f
ctd
Resistenza di calcolo a trazione del calcestruzzo (D.M. 09/01/1996, punti 2.1.2. - 4.0.2)
f
ctd
=
3
2
3
2
05 0
118 0
6 1
27 0 7 0
ck
ck
c
, ctk
R ,
,
R , , f
=

=



f

Resistenza di calcolo a trazione per flessione del calcestruzzo (frattile 5% -
D.M. 09/01/96, punto 2.1.2.)

f
=
fat
ck
R , , ,


3
2
27 0 7 0 2 1

K Modulo di Westergaard (Mpa/m)
P
1
, P
i
Carico trasmesso alla pavimentazione dal piedritto di una scaffalatura o dalla ruota di un
carrello (P
1
= carico principale)
A Area di contatto piastra di base/ruota e pavimentazione
a Raggio dimpronta (raggio dellarea circolare equivalente allarea effettiva): a = A

cont
Tensione di contatto carico pavimentazione:
cont
= P / A
x
i
Distanza del carico i-esimo P
i
dal carico principale P
1

T
1i
Coefficiente per il calcolo dellincremento del carico 1 per effetto del carico i-esimo

1CAR

Coefficiente dincremento percentuale totale del carico 1 :

=
n
i
i
CAR
T
P
P
2
1
1
1


FAT

Fattore di sicurezza del calcestruzzo per fatica, funzione della tipologia di carico e/o del
numero di cicli di carico/scarico sulla pavimentazione. In assenza di informazioni:
per carichi uniformemente distribuiti su una superficie o carichi in fase di costruzione
(gru, camion, deposito materiali):
fat
= 1,5 1,7;
per veicoli in movimento o carichi concentrati statici (piedritti, scaffalature):
fat
= 1,7
2,0
h
min
Spessore minimo della pavimentazione che soddisfa la verifica a punzonamento
h, h
g
Spessore della pavimentazione in zona centrale e di giunto
Z, Coefficienti per la determinazione dello spessore mediante la formula h = Z a




Pagina 14/17
SCHEDA 1 CARICO PRINCIPALE P
1
PROGETTO DELLO SPESSORE h






resistenza caratteristica del cls N/mm
2
R
ck
=




tabella 2
f
ctd





coefficiente di sicurezza a fatica
FAT
=





f



modulo sottofondo (tabella 1) K =

MPa/m


DATI


carico applicato

P
1
=

kN




coefficiente di incremento del carico
1CAR
=

%




1 CALCOLO DEL RAGGIO DIMPRONTA a


SCAFFALATURA CARRELLO ELEVATORE

GOMMA PIENA PNEUMATICI

piastra di base impronta di base pressione di gonfiaggio

B = mm B = mm

L = mm L = mm

gonf
=

at
m

A=B*
L
mm
2

A=B*
L
mm
2




a =

A
mm

a =

A
mm


m
m

a =
gonf
1
P
100




2 SPESSORE PAVIMENTAZIONE PER PUNZONAMENTO h
min


(*)

2
1 1
1
1000
a
P ) (
CAR
cont

+
=



N/mm
2




(*)

h
min
=
%) (
f
a
ctd
cont
+
|
|

\
|


+ 1 1
3
1




mm

(*) Per carichi al centro
% = 0; per carichi in
prossimit di giunti:


3 SPESSORE PAVIMENTAZIONE PER FLESSIONE h


f
N/mm
2
a mm




sup
=







( )
sup f
cont





f
cont

=

tabella 3


Z
sup
=






inf
=







( )
inf f
cont




K =


Z
inf
=









[ ]
inf
inf sup
inf sup
inf
) (
) ( ) (
f
cont
f
cont
f
cont
f
cont


+ =


[ ]
inf
inf sup
inf sup
inf
) (
) ( ) (
Z Z
Z Z
f
cont
f
cont
f
cont
f
cont

+ =



h = Z * a

= mm

h
f
= max(h, h
min
) mm h
reale
= mm




Pagina 15/17



SPESSORE NELLE ZONE DI GIUNTO

h
g ( = 0,8)
= 1,21 * h
f
mm h
reale
= mm

h
g ( = 1)
= 1,35 * h
f
mm h
reale
= mm


Pagina 16/17
SCHEDA 2 CARICHI SUCCESSIVI P
i
- CALCOLO DEL COEFFICIENTE
1CAR


DATI DAL FOGLIO PRECEDENTE DISPOSIZIONE DEI CARICHI

Modulo K MPa/m

Carico P
1
kN

Raggio dimpronta a mm

Altezza h
reale
mm



CARICO 2 n carichi simili n
2
=





distanza x
1-2

(mm)


T
12




+

tabella 4
(K,a,h,x
1-2
)

%





=
1
2
2 12
P
P
n T

carico P
2
(kN)


=
1
2
P
P






CARICO 3 n carichi simili n
3
=







distanza x
1-3

(mm)


T
13




+

tabella 4
(K,a,h,x
1-3
)

%





=
1
3
3 13
P
P
n T

carico P
3
(kN)


=
1
3
P
P






CARICO 4 n carichi simili n
4
=







distanza x
1-4

(mm)


T
14




=

tabella 4
(K,a,h,x
1-4
)

%





=
1
4
4 14
P
P
n T

carico P
4
(kN)

=
1
4
P
P







1CAR
=

%



RITORNO ALLA SCHEDA 1 DATI




P1
x1-2
x1-3 x1-4
P2
P3 P4

Potrebbero piacerti anche