Sei sulla pagina 1di 5

ELETTRONICA

Un componente che presenta le stesse caratteristiche funzionali di un normale diodo Zener, ma, rispetto a questo, ha una pi ampia flessibilit dimpiego e uneccezionale stabilit a fronte delle variazioni termiche

IL DIODO ZENER PROGRAMMABILE


74

di Nico Grilloni

l diodo Zener programmabile un componente che presenta le stesse caratteristiche funzionali di un normale diodo Zener, ma, rispetto a questo, presenta una pi ampia flessibilit dimpiego e uneccezionale stabilit a fronte delle variazioni termiche.

IL DIODO ZENER COME STABILIZZATORE DI TENSIONE


Il diodo Zener, come noto, si presta alla realizzazione di piccoli stabilizzatori di tensione per correnti di carico dellordine di qualche decina di milliampere. Lapplicazione tipica , in tal senso, riportata nella figura 1. La tensione di uscita si mantiene costante e ancorata alla tensione del diodo Zener Dz (Vo = Vz) sia a fronte di eventuali variazioni del carico RL, sia a fronte di variazioni della tensione di ingresso Vi. Se, infatti, si manifestasse un incremento della corrente IL, nellipotesi che la tensione Vi di ingresso sia costante, si avrebbe soltanto una diminuzione della corrente Iz nel diodo. Se, viceversa, si manifestasse un decremento della corrente richiamata dal carico, sempre nellipotesi di una Vi costante, si avrebbe un incremento della corrente nel diodo. Infatti, con riferimento alla figura 1, per Vi costante si ha: IT = Iz + IL = costante

6/05

H Figura 1: Circuito stabilizzatore di tensione con diodo Zener. La tensione Vo di uscita coincide con la tensione Vz del diodo

Da questa espressione si vede come, essendo la IT costante, a un incremento o a un decremento della IL deve corrispondere, rispettivamente, un decremento o un incremento della corrente Iz. La stabilizzazione nei confronti delle sempre possibili fluttuazioni della tensione Vi di ingresso tensione ricavata quasi sempre dalla tensione alternata di rete tramite trasformatore, raddrizzatore a ponte di Graetz e condensatore di livellamento altrettanto automatica, poich un incremento o un decremento della Vi si traduce soltanto in una maggiore o minore caduta di tensione sulla resistenza Rz. In entrambi i casi variazione del carico o fluttuazione della tensione di ingresso la tensione Vo di uscita si mantiene, pertanto, costante. Per quanto concerne, quindi, le grandezze elettriche in gioco, il diodo Zener svolge la sua funzione stabilizzatrice in maniera sufficientemente accettabile. Ma la stabilit delle sue caratteristiche dipende in maniera considerevole dalla temperatura. Non , infatti, casuale che i dati forniti dal costruttore per gli Zener si riferiscano ad una temperatura ambiente Tamb = 25 C. Ci dal momento che al variare della temperatura varia il valore della tensione Vz fornita dal componente. Questo implica che, oltre alle variazioni della corrente assorbita dal carico e della Vi, contribuisca, come in tutti i componenti a semiconduttore, anche una variazione di temperatura allo scostamento della tensione Vz dal suo valore nominale. A questo proposito si deve tenere presente che i diodi Zener con tensioni di Zener inferiori a circa 5 V presentano, come i normali diodi a giunzione polarizzati direttamente, un coefficiente di temperatura negativo. Ci significa che, ad un aumento della temperatura Tj della giunzione, consegue un decremento della loro resistenza differenziale. I diodi Zener con tensioni di Zener maggiori di circa 5 V presentano, al contrario, un coefficiente di temperatura positivo. Ci significa che, ad un incremento della temperatura Tj, consegue un incremento della relativa resistenza differenziale.

ELETTRIFICAZIONE

Un metodo di compensazione valido per i diodi Zener con Vz > 5 V illustrato nella figura 2 dove, in serie al diodo Zener, si sono disposti tre normali diodi a giunzione. Nellipotesi, infatti, che il diodo Zener abbia un coefficiente di temperatura positivo di +0,6 mV/C, baster che i tre diodi in serie abbiano, ciascuno, un coefficiente di temperatura di 0,2 mV/C affinch il coefficiente di temperatura dellintera combinazione sia pressoch nullo. Con questo semplice (e assai poco costoso) accorgimento si supera linstabilit che potrebbe venirsi a creare a causa di eventuali variazioni termiche comunque causate.

IL DIODO ZENER COME TENSIONE DI RIFERIMENTO


Unaltra e pi notevole applicazione del diodo Zener si ha quale elemento di tensioni di riferimento. La figura 3 espone un esempio in proposito. Il circuito un elementare stabilizzatore lineare di tensione di tipo serie, che fornisce una tensione di uscita Vo assai prossima alla tensione Vz e, in funzione del transistor utilizzato, pu in genere erogare correnti fino a 0,5 A. Si ha, infatti: Vz = VBE + Vo e, quindi; anche: Vo = Vz VBE La tensione Vo , perci, eguale alla Vz diminuita della tensione VBE fra base ed emettitore del transistor Q1 (la VBE vale circa 0,6 V per i transistor al Si e 0,1 V per i transistor al Ge). Dallultima espressione si vede subito come, per avere una tensione di uscita Vo costante, devono mantenersi costanti sia la tensione base-emettitore del transistor Q1, sia la tensione di Zener Vz. In merito al diodo Zener si gi affermato che gli Zener con tensione Vz minore di 5 V hanno coefficiente di temperatura negativo, mentre quelli con Vz maggiore di 5 V hanno coefficiente di temperatura positivo. In merito alla VBE c da rimarcare che questa ha un coefficiente di temperatura negativo, che ne determina un decremento pari a circa 2,5 mV/C. Da queste due ultime considerazioni si arguisce che se si vuole una tensione Vo di uscita costante, le variazioni della Vz e della VBE devono essere tali che ad un incremento delluna consegua un incremento dellaltra e viceversa. Si conclude allora che per uno stabilizzatore del tipo di cui alla figura 3 sar necessario adottare un diodo Zener avente un coefficiente di temperatura negativo e possibilmente eguale al coefficiente di temperatura del diodo base-emettitore del BJT in serie. pertanto ovvio che, per tensioni di uscita eguali o inferiori a 5 V, non necessario ricorrere ad alcuna modifica del circuito. Ma, se, come spesso accade nella pratica, sono necessarie tensioni Vo > 5 V per le quali opportuno ricorrere a diodi Zener con Vz > 5 V, ossia con coefficiente di temperatura positivo, volendo realiz-

H Figura 2: Compensazione del coefficiente di temperatura positivo del diodo Zener con Vz > 5 V tramite pi diodi in serie

75

H Figura 3: Stadio stabilizzatore di tensione che utilizza il diodo Zener come tensione di riferimento

H Figura 4: Metodo di compensazione del coefficiente di temperatura del diodo Zener con due diodi in serie

zare un circuito che stabilizzi anche nei confronti delle sempre possibili escursioni termiche, si far ricorso ad una configurazione del tipo esposto nella figura 4 dove, in serie al diodo Zener, si sono disposti due o pi diodi a giunzione polarizzati direttamente. In questo caso, infatti, ad un incremento termico consegue comunque una diminuzione della VBE E, ma almeno si compensa lincremento della tensione del diodo Zener tramite il coefficiente di temperatura negativo dei diodi D1 e D2.

6/05

ELETTRIFICAZIONE

ELETTRONICA

ELETTRONICA

H Figura 5: Simbolo grafico del diodo Zener programmabile. Si noti, oltre ai due terminali classici A (anodo) e K (catodo), il terzo terminale (ADJ) utile a modificare la tensione di riferimento

76

to che, definito programmabile poich tramite laccesso ad un terzo terminale consente di disporre di unampia gamma di tensioni, compensato in temperatura. La figura 5 riporta in a il simbolo grafico e in b il relativo schema a blocchi con riferimento al modello TL431 (o LM431). Questo diodo, che presenta unimpedenza di uscita minima (0,22 ) e un coefficiente di temperatura estremamente basso (50 ppm/C), si presta pertanto a sostituire i normali Zener laddove si richieda notevole precisione e valori della tensione di Zener Vz che esulano dai valori standard. A questultimo proposito va, infatti, sottolineata lulteriore prerogativa del componente, che risiede nella possibilit di modificare la tensione Vz in funzione del valore attribuito alle due resistenze R1 e R2 nel circuito stabilizzatore di cui alla figura 6. Essendo, infatti:

[1]

H Figura 6: Agendo sui valori delle resistenze R1 e R2 si pu avere una vasta gamma di tensioni di Zener a partire dalla tensione di riferimento del componente adottato

si comprende come, variando il valore della resistenza R1, si possa ottenere una qualsiasi tensione a partire dal valore Vref (che si ha per R1 = 0). Poich per il TL431 la tensione Vref di riferimento ha il valore tipico di 2,5 V, mentre per la massima tensione di uscita indicato il valore di 36 V, con lo schema di figura 6 si pu ottenere una qualsiasi tensione Vo compresa fra 2,5 V e 36 V. Nel caso si desideri una Vo = Vref = 2,5 V, sufficiente collegare direttamente il pin ADJ con il catodo del diodo, come mostra la figura 7. La resistenza Rz presente nel circuito di figura 6 si calcola nello stesso identico modo in cui si calcola la stessa resistenza nel circuito stabilizzatore della figura 1.

ESEMPIO
Si vuole realizzare uno stadio stabilizzatore del tipo illustrato nella figura 6, con le seguenti caratteristiche: Vi = 12 V Vo = 10 V IL = 25 mA

H Figura 7: Per avere una tensione Vo pari alla tensione di riferimento fornita dal diodo Zener programmabile sufficiente collegare il pin ADJ con il catodo del diodo medesimo

Soluzione
Calcolata la resistenza Rz, il dimensionamento del circuito in oggetto si esaurisce nella determinazione dei valori da attribuire alle resistenze R1 e R2. Poich la corrente IADJ nel terminale ADJ di 1,8 A, simpone che la corrente Ip nel partitore R1, R2 sia da 50 a 100 volte la IADJ . Essendo:

6/05

ELETTRIFICAZIONE

Nel caso, poi, nello stadio di cui alla figura 3 si disponga un ulteriore transistor che esplichi la funzione di amplificatore di errore, il problema diviene daltro tipo e si pu dimostrare che, prevalentemente per linfluenza della temperatura, al contrario del circuito della figura 3, non si possano avere tensioni di uscita inferiori a 7 o 8 V.

IL DIODO ZENER PROGRAMMABILE


Per ovviare ai problemi di natura termica si pu ricorrere ad un particolare diodo Zener integra-

ponendo, per esempio, Ip = 100 IADJ = 100 1,8 106 = 180 A, per Vo = 10 V, la somma (R1 + R2) assume il valore:

[2] Daltra parte, dalla [1], si ha:

E pertanto, per Vo = 10 V e Vref = 2,5 V si ha:

ossia: R1 = 3 R2 Sostituendo questa espressione della R1 nella [2] si ricava: (3 R2) + R2 = 50 k e pertanto, per R2 , si ha: R2 = 55.550/4 = 13,9 k Il valore da attribuire alla resistenza R1 si ottiene, infine, per differenza: R1 = 55.550 13.880 = 41,67 k Con questi valori delle resistenze e tenendo conto della [1], per la tensione di uscita Vo si ricava:
H Figura 8: Stabilizzatore di tipo serie lineare con diodo Zener programmabile quale componente utile a fornire la tensione di riferimento

in queste condizioni, nella quali lunica limitazione alla corrente IKA fornita, appunto, dalla resistenza Rz. In assenza di carico, si ha pertanto nel diodo Zener la corrente: IKA = (Vi Vo)/ Rz = (12 10)/56 = 35,7 mA Poich il diodo Zener programmabile TL431 tollera un valore IKAmax di 100 mA, il valore trovato per la resistenza Rz va senzaltro bene. Tornando al circuito stabilizzatore lineare della figura 3, facendo ricorso al diodo programmabile, si ha la configurazione illustrata nella figura 8. In questo caso, ponendo al posto della resistenza R1 un trimmer, la tensione Vo di uscita diviene variabile con continuit secondo quanto espresso dalla [1]. La tensione minima di uscita ha espressione: Vomin = Vref + VBE

In pratica, si porr, per R1, un trimmer da 50 k, possibilmente multigiri, e si agir sul relativo cursore fino ad avere in uscita esattamente la tensione desiderata. Per il calcolo della resistenza Rz nellipotesi che siano costanti sia la tensione di ingresso Vi , sia la corrente IL richiamata dal carico, indicando con IKA la corrente nel diodo, si ha:

Per Rz si utilizzer una resistenza da 56 . Poich la condizione pi gravosa per il diodo Zener si ha quando il carico disinserito, necessario valutare la corrente che circola nello stesso diodo

ELETTRIFICAZIONE

Per Vi = 12 V, Vo = 10 V, Ip = 90 A, IKA = 10 mA e IL = 25 mA, si ricava:

mentre la tensione massima di uscita, sempre in accordo con lespressione [1], dipende unicamente dal valore attribuito alle resistenze R1 e R2. Il condensatore C, il cui valore pu andare da qualche centinaio a qualche migliaio di pF, necessario al fine di evitare che lo stadio possa entrare in oscillazione. La figura 9 espone, quindi, uno stadio stabilizzatore di tipo switching step-down di ottime caratteristiche. Il componente attivo in serie un TIP115, mentre il BJT ad alto guadagno che funge da amplificatore di errore un MPSA20. Il trimmer da 100 k utile per impostare con precisione la tensione Vo di uscita. Le caratteristiche del circuito sono riportate nella tabella 1. La figura 10 illustra uno stadio stabilizzatore di tensione di tipo serie realizzato con un regolatore a tre terminali. La tensione Vo di uscita fornita comunque dallespressione:

ELETTRONICA
77 6/05

ELETTRONICA

H Figura 9: Stadio stabilizzatore di tipo switching step-down con efficienza maggiore dell80% che utilizza il diodo Zener programmabile NCV431 per la tensione di riferimento

78

Dati caratteristici dello stadio stabilizzatore della figura 9

Tabella 1

Test Reg. di linea Reg. sul carico Ripple in uscita Ripple in uscita Efficienza

Condizioni Vi = (1020) V Vi = 15 V, IL = (01) A Vi = 10 V, IL = 1 A Vi = 20 V, IL = 1 A Vi = 15 V, IL = 1 A

Risultati 53 mV (1,1%) 25 mV (0,5%) 50 mVpp 100 mVpp 82%


H Figura 11: Stadio stabilizzatore di tensione di tipo shunt per alte correnti

H Figura 10: Stadio stabilizzatore di tensione realizzato con un regolatore a tre terminali e un diodo Zener programmabile

Poich si fatto ricorso al regolatore LM7805 che ha una sua tensione di uscita di 5 V, per la tensione minima di uscita dello stadio in oggetto che si ha con il pin ADJ al catodo si ottiene lespressione: Vomin = Vref + 5 V
6/05

La gamma dei diodi Zener programmabili molto ampia. LLMV431 della National Semiconductor, ad esempio, consente unestensione della tensione di riferimento, e quindi della Vo , da 1,2 V a 30 V. La loro utilizzazione va quindi ben oltre gli esempi qui riportati, anche in funzione delle loro minime dimensioni. Nella maggior parte, infatti, gli Zener programmabili si presentano anche in involucro SOT-23. In linea del tutto generale, a questi componenti si far ricorso ogni q ual v olta sia necessario disporre di una tensione di riferimento stabile. questo, ad esempio, il caso della strumentazione digitale e dei circuiti con op-amp dai quali si pretenda precisione nella risposta e stabilit nel tempo.

ELETTRIFICAZIONE

La figura 11 riporta, infine, uno stadio stabilizzatore di tipo shunt per alte correnti. Lo schema quello classico con lunica sostituzione del normale Zener con lo Zener programmabile LMV431A. Per la tensione di uscita vale sempre lespressione [1] e, pertanto, la minima tensione di uscita che si ha per R1 = 0 vale: Vomin = Vref

NOTA PER IL LETTORE


I diagrammi qui riportati sono stati ricavati con il software di simulazione CircuitMaker della Microcode Engineering Inc. (Utah USA), che utilizza SPICE (Simulation Program with Integrated Circuit Emphasis) realizzato dalla Microcode Engineering Inc. ( Utah USA). Sito Internet: www.microcode.com.

Potrebbero piacerti anche