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ALFABETI E SCRITTURA

Lingue slave e alfabeto latino


Lingue slave e alfabeto latino
■ Se il glagolitico e il cirillico riflettono il deliberato tentativo di
adattare modelli alfabetici già esistenti alle caratteristiche dello
slavo, almeno nei primi secoli del suo utilizzo poco invece è stato
fatto per adattare il latino alle lingue slave che ne facevano uso.
De ortographia bohemica di Jan Hus
■ Il trattato De Ortographia bohemica (1406-1412), attribuito a Jan Hus,
è il primo testo ortografico che affronta in modo sistematico il tema
dell’adattamento dell’alfabeto latino allo slavo, e in modo specifico al
ceco.

■ Invece che rappresentare i suoni usando digrafi e trigrafi, l’opera


introdusse «l’ortografia diacritica», dove una lettera rappresenta
soltanto un suono, e i suoni diversi ma correlati sono distinti proprio
dalla presenza dei diacritici.
Jan Hus
■ Riformatore religioso boemo (Husinec,
Boemia Merid., probabilmente 1369 -
Costanza 1415). Ordinato prete, divenne
predicatore a Praga. Sostenitore delle dottrine
di J. Wycliffe e scomunicato nel 1410, fu
costretto ad abbandonare Praga; condannato
dal concilio come eretico per le tesi sostenute
nel De ecclesia, nel 1415 fu arso sul rogo.
De ortographia bohemica
di Jan Hus

■ Le consonanti ceche che non esistevano in


latino erano rappresentate da una lettera
latina corredata da un segno diacritico.
■ Le vocali lunghe (che il latino possedeva
ma non indicava graficamente) erano
indicate con un accento acuto.
De ortographia
bohemica di Jan Hus
– segni diacritici
De ortographia bohemica di Jan Hus

■ La nuova ortografia diacritica non fu immediatamente accettata. Il


suo uso si consolidò nel tardo XV secolo, e soprattutto nel XVI
secolo, quando venne adottata come standard.
■ Il sistema ideato da Hus
è usato anche nella
moderna
traslitterazione latina
dei grafemi cirillici.
Alfabeto latino
ceco
Alfabeto latino
ceco
Alfabeto latino
ceco
L’alfabeto ceco - caratteristiche
■ I segni diacritici in uso nel ceco moderno sono
■ čárka, che segnala la lunghezza delle vocali ed è rappresentato da
un accento acuto
■ kroužek, che segnala la u lunga (ů)
■ háček (š, č, ž, ř), usato anche per il suono palatalizzato di /d/ e /t/
maiuscole e per la n palatale /ň/
L’alfabeto ceco - caratteristiche
■ Il ceco ha un sistema vocalico composto da 5 suoni vocalici brevi
/a/, /e/, /i/, /o/, /u/ e da 5 corrispettivi lunghi /a:/, /e:/, /i:/,
/o:/, /u:/:

VOCALI BREVI VOCALI LUNGHE


a, e, ě, i, o, u, y á, é, í, ó, ú, ů, ý
L’alfabeto ceco - caratteristiche

■ /r/ e /l/ possono essere vocaliche, se si trovano tra due consonanti:


■ prst «dito», vrba «verga»
L’alfabeto ceco - caratteristiche
■ ě =/jɛ/ Palatalizza la consonante precedente

■ ó = solo in parole di origine straniera

■ ó originaria > ů durante il periodo medievale (Dio = Bůh)


L’alfabeto ceco - caratteristiche

■ y = /i/

■ ý = /i:/
L’alfabeto ceco - caratteristiche

■ Quindi esistono due grafemi per rendere gli stessi suoni:

/i/ /i:/ /u:/


i, y í, ý ú, ů
L’alfabeto ceco - caratteristiche
■ c = alveolare affricata sorda /t͡s/. Suono simile a ц

■ č = sibilante palatoalveolare affricata sorda /t͡ʃ/. Suono simile a ч

■ d’ = occlusiva palatale sonora /ɟ/


L’alfabeto ceco - caratteristiche

■ h = fricativa glottale sonora /ɦ/ (Praha). Suono simile a г in


ucraino

■ ch = fricativa velare sorda /x/. Suono simile a quello reso dal


grafema cirillico х
L’alfabeto ceco - caratteristiche
■ ň = nasale palatale /ɲ/. Suono simile a њ

■ ř = vibrante alveolare /r̝/. Questo suono esiste solo in ceco e in


sorabo superiore

■ š= fricativa post-alveolare sorda /ʃ/. Suono simile a ш


Come si pronuncia ř
L’alfabeto ceco - caratteristiche

■ t’ = occlusiva palatale sorda /c/

■ ž = fricativa post-alveolare sonora /ʒ/. Suono simile a ж


Alfabeto
slovacco
Alfabeto
slovacco
Alfabeto
slovacco
L’alfabeto slovacco - caratteristiche
■ Lo slovacco ha un sistema vocalico composto da
■ 6 suoni vocalici brevi /a/, /e/, /i/, /o/, /u/, /æ/
■ 5 vocali lunghe /a:/, /e:/, /i:/, /o:/, /u:/
■ 4 dittonghi /ia/, /ie/, /uo/, /iu/

BREVI LUNGHE DITTONGHI


a, ä, e, i, o, u, y á, é, í, ó, ú, ý ia, ie, ô, iu
L’alfabeto slovacco - caratteristiche

■ ä = pronunciata /ɛ/. Compare solo dopo le labiali, dove riflette *ę


protoslava:

■ päť «cinque» < *pęti


L’alfabeto slovacco - caratteristiche

■ I dittonghi /ia/, /ie/, /iu/ compaiono solo dopo consonante molle

■ Come in ceco, esistono due grafemi per /i/ (i, y) e due grafemi
per /i:/ (í, ý)
L’alfabeto slovacco - caratteristiche
■ ĺ = l sillabica geminata /l̩:/
■ ŕ = r sillabica geminata /r̩:/

■ l’ = approssimante palatale laterale [ʎ]. Suono simile a љ


■ podnikateľ «imprenditore»; skladateľ «compositore»
Alfabeto latino polacco
Alfabeto latino
polacco
Alfabeto latino
polacco
Alfabeto latino polacco
■ Il polacco usa i digrafi per indicare le palatali (dure) ereditate dal
protoslavo (sz, cz, rz) e i diacritici per le palatali molli sorte in seguito.
La mancata adozione dei diacritici elaborati da Hus probabilmente ha
una base confessionale

■ I simboli delle nasali risalgono al XVI secolo


L’alfabeto polacco - caratteristiche

■ ą = o nasale /ɔ̃/

■ ę = e nasale /ɛ̃/
L’alfabeto polacco - caratteristiche
■ ó = /u/

■ y = vocale centrale semichiusa non arrotondata/ɨ/. Suono simile a


ы cirillico
L’alfabeto polacco - caratteristiche

■ La presenza di due grafemi (ó, u) per lo stesso suono /u/ ha ragioni


etimologiche:
■ ó < /ō/
■ u < /u/

■ buk /buk/ «faggio» vs Bóg /buk/ «Dio»


L’alfabeto polacco - caratteristiche

■ c = affricata alveolare sorda /t̪͡s̪/. Suono simile a /ц/.

■ ć = affricata alveolopalatale sorda /t͡ɕ/. Questo suono è


espresso in croato con lo stesso grafema e in serbo con il grafema
ћ
■ ć deriva dalla palatalizzazione
di /t/
■ być «essere» < dal protoslavo
*byti (cf. RU быть)
L’alfabeto polacco - caratteristiche

■ cz = affricata retroflessa sorda /tʂ/. Suono simile a /ч/

■ dz = affricata alveolare sonora /dz/. È l’equivalente sonoro di /c/.


Questo suono è espresso in macedone con il grafema s
L’alfabeto polacco - caratteristiche

■ dź = affricata alveolopalatale sonora /d͡ʑ/.

■ È il corrispettivo sonoro di ć. Questo suono è espresso in croato con


il grafema đ e in serbo con il grafema ђ
■ dź deriva dalla palatalizzazione
di /d/

■ dźwigać «sollevare» < dal


protoslavo *dvigati (cf. RU
двигать)
L’alfabeto polacco - caratteristiche
■ dż = affricata retroflessa sonora /d͡ʐ/. È il corrispettivo sonoro di cz.
Simile al russo джем e a џ serbo

■ ch = fricativa velare aspirata /x/

■ ł = /w/. Questo suono è espresso in bielorusso con il grafema ў


L’alfabeto polacco - caratteristiche

■ ń = nasale palatale /ɲ̟/. Questo suono viene reso in serbo e


macedone con њ

■ ś = fricativa alveolopalatale sorda/ɕ/. Suono simile a /щ/ in


russo. Se seguita da vocale anteriore viene scritta /si/
■ ś deriva dalla palatalizzazione
di /s/
■ świnia «maiale» < dal
protoslavo *svinьja (cf. RU
свинья)
L’alfabeto polacco - caratteristiche

■ sz = Fricativa retroflessa sorda /ʂ/. Suono simile a /ш/


L’alfabeto polacco - caratteristiche
■ w = /v/

■ ź = fricativa alveolopalatale sonora/ʑ/. È il corrispettivo sonoro di ś.


Se seguita da vocale anteriore si scrive /zi/
■ ź deriva dalla palatalizzazione
di /z/
■ źródło «fonte» < dal
protoslavo *zerdlo
L’alfabeto polacco - caratteristiche
■ ż = fricativa retroflessa sonora /ʐ/. Suono simile a /ж/.
■ Riflette gli esiti della palatalizzazione di /g/ o /z/. È il corrispettivo
sonoro di sz.

■ żona «moglie» [«donna» in antico polacco] < dal protoslavo *gena


«donna» (cf. RU жена «moglie»)
L’alfabeto polacco - caratteristiche

■ Il digrafo /rz/ esprime lo stesso suono di /ʐ/, ma storicamente riflette


gli esiti della palatalizzazione di /r/:
■ rzeka «fiume» < *reka
■ Grzegorz < Gregorius
L’alfabeto polacco - palatali
Sorde Sonore
c [ц] dz [s macedone]
ć [ћ serbo] dź [ђ serbo]
cz [ч] dż [џ serbo]
ś [щ in russo] ź [жь]
sz [ш] ż, rz [ж]
szcz [щ in ucraino]

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