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DI GENOVA
GRAMMATICA
ELEMENTARE DI
EBRAICO
BIBLICO
Le lingue semitiche
L’Ebraico appartiene al gruppo delle lingue dette “semitiche”, perché parlate dai popoli
discendenti da Sem (Gen 10,21-31): la loro zona di diffusione sono le regioni asiatiche che
vanno dal Tigri al Mediterraneo (direzione est-ovest) e dai monti dell’Armenia all’Arabia
meridionale (direzione nord-sud); in epoca più recente si sono diffuse nell’Africa
settentrionale e nell’Etiopia. Ecco una mappa essenziale che ci offre l’idea della
collocazione cronologica e geografica della nostra lingua ebraica:
SEMITICO NORD-OCCIDENTALE
Eblaitico: testi dal 2500 a.C. scoperti recentemente a Ebla
Amorreo: cfr onomastica del II millennio a.C.
Ugaritico: testi del XIV-XIII sec a.C. scoperti a Ugarit
Cananeo: la lingua parlata in Canaan prima dell’ingresso degli Israeliti e in seguito da
essi adottata. Ad esso si accostano:
Fenicio: iscrizioni del I millennio a.C. trovate a Tiro e Sidone
Punico: nelle colonie fenicie del Mediterraneo (Cartagine)
Ebraico: la nostra lingua
Moabitico e Ammonitico: al di là del Mar Morto nell’attuale Giordania
Aramaico: penetra nella Palestina a partire dall’VIII secolo a.C.; dal III secolo a.C.
sostituisce completamente l’Ebraico nell’uso quotidiano; possiamo distinguere diversi
gruppi:
Aramaico antico: iscrizioni del IX sec a.C.
Aramaico dell’impero: papiri di Elefantina, brani in Esdra e Neemia
Aramaico occidentale:
Grammatica elementare di ebraico biblico 2
Nabateo parlato a Petra 100 a.C. / 200 d.C.
Palmireno del 100 a.C. / 200 d.C.
Giudeo-aramaico: Qumran, Targumîm, Talmud palestinese
Samaritano del IV sec d.C.
Cristiano-palestinese del 400/600 d.C.
Aramaico orientale:
Siriaco tra il 200/1200 d.C.
Giudeo-babilonese la lingua del Talmud babilonese
Mandeo tra 200/600 d.C.
SEMITICO MERIDIONALE
Nordarabico:
Arabo pre-classico tra 400 a.C. / 300 d.C.
Arabo classico la lingua del Corano
Dialetti arabi moderni
Sudarabico antico: tra 700/500 a.C.; comprende
Sabeo, Mineo, Qatabanico, Hadramutico
Etiopico: dal I millennio d.C. usato come lingua religiosa.
Caratteristiche dell’Ebraico
L’Ebraico è una lingua molto differente dalle nostre lingue indo-europee:
– sotto l’aspetto grafico la scrittura procede da destra a sinistra;
– sotto l’aspetto fonetico presenta suoni inesistenti nelle nostre lingue;
– sotto l’aspetto morfologico si caratterizza soprattutto per il trilitteralismo delle radici.
La maggior parte delle parole e dei verbi è composta da tre consonanti fondamentali
alle quali è annessa l’espressione di un concetto: alcuni schemi vocalici, prefissi,
infissi e suffissi danno la singola forma nominale o verbale. Così ad esempio la
radice ebraica gdl esprime il concetto di “grande”: da essa derivano le forme
verbali
gādal = egli è (diventato) grande;
giddēl = egli ha allevato;
higdîl = egli ha reso grande, esaltato;
hitgaddēl = egli si è fatto grande;
gādol = grande (aggettivo);
gōdel = grandezza (sostantivo);
migdal = torre (sostantivo);
magdèlet = lente d’ingrandimento (nell’ebraico moderno).
L’Ebraico è una lingua relativamente facile:
– il verbo, che ha solo due tempi, non ha nulla della complessità del verbo greco;
– il nome non ha declinazione;
– il vocabolario è relativamente povero;
– la sintassi è semplice e piana, ama mettere in fila le sue proposizioni coordinandole
con una semplicità che potremmo dire infantile: è la “paratassi” ebraica.
c # sade ṣ z dura 90
q qof q q (= k) 100
r reš r r 200
f śin ś s 300
v šin š sc (come in sci) 300
T t taw t t 400
lezione prima
Grammatica elementare di ebraico biblico 4
L’Ebraico si scrive da destra a sinistra. Alla fine del rigo la parola non viene mai spezzata.
Per la pronuncia:
[ è una gutturale (fricativa faringale) sonora, tutta propria delle lingue semitiche
con
vocale trascrizione trascrizione trascrizione trascrizione
matres
lectionis lunghe medie brevi
A hb' bâ b' bā b; ba b] bă
qames patah hatef patah
E ybe bê be bē b, be b/ bĕ
sere segol hatef segol
I ybi bî bi bī bi bi
hireq hireq
O wO ô bo bō b' bo b\ bŏ
holem qames hatuf hatef qames
U W û bu bu
šureq qibbus
Inoltre:
b. be šewah
a) è quiescente (non si pronuncia e non si trascrive) se viene dopo una vocale media o
breve: ADs.x; (ḥas-dô), rB;d>mi (mid-bar), hm'k.x' (ḥŏk-mâ).
b) è sonoro (si pronuncia come «e» brevissima) negli altri casi: tyrIB. (berît), Wxl.v.yI
(yiš-leḥû), yliL.h; (hal-lelû).
Questo quadro ti può servire per imparare a leggere. Per il momento è sufficiente che impari i segni e il nome
corrispondente. Con la pratica non ci sarà problema. Torneremo a insistere più avanti su questo sistema di
vocali. Come esercizio impara a memoria l’alfabeto e le vocali.
primo esercizio
LE SILLABE
a) Ogni sillaba in ebraico deve contenere una vocale e cominciare per consonante. L’unica
eccezione è la congiunzione W (“e”) che si attacca direttamente all’inizio della parola
successiva e fa sillaba da sé.
c) Quando c’è una consonante raddoppiata con il dagheš forte, questa si scompone e forma
due sillabe:
Esempi: qyDI–c; siad-dîq rwOBgI gib-bor
d) Quando c’è shewa sotto la consonante iniziale di parola, questa non fa sillaba a sé, ma si
unisce alla seconda e terza consonante:
Esempio: ~T,l.j;q. qetial-tem
f) Due shewa finali appartengono alla stessa sillaba. La sillaba infatti può terminare con
due consonanti solo in finale di parola e queste vengono munite di due shewa, uno
quiescente e l’altro mobile:
Esempio: T.l.j;q' qa-tialte
g) Una sillaba aperta è lunga, cioè ha vocale lunga o media; ma questa può ridursi in
determinate condizioni, come vedremo; una sillaba chiusa può essere sia lunga (=
vocale lunga) sia breve (= vocale breve).
GLI ACCENTI
Le parola in ebraico si accentano sempre sull’ultima o sulla penultima sillaba. Il primo
modo è il più comune.
La sillaba accentata si chiama tonica; le due precedenti pre-tonica e propre-tonica.
IL NUMERO
In ebraico esistono tre categorie di numeri: il singolare, il duale, il plurale. Tanto il duale
come il plurale hanno una finale specifica; per il singolare maschile non esiste una finale
specifica:
singolare duale plurale
dy" ~yId;y" twOdy: mano/ due mani/ mani
L’uso del duale è molto ristretto: parti del corpo ed espressioni di tempo e di numero.
- altre volte nomi maschili hanno al plurale finale femminile e viceversa; è il caso di
ba' (m) padre Plurale twOba' padri
Ma in questi casi il sostantivo non muta il genere a seconda della finale che assume.
ARTICOLO DETERMINATO
PREPOSIZIONI
Vi sono tre classi di preposizioni:
a) unite direttamente alla parola. Sono: B. be (= in), l. le (= a), K. ke (= come).
Quando il nome è determinato dall’articolo, queste preposizioni si combinano con
l’articolo in una sola sillaba che ha la stessa vocale dell’articolo
%l,m, un re %l,M,h; il re
%l,ml, . a un re %l,M,l; al re
b) unite con maqqep (trattino) alla parola. Sono: la, ʾel- (a, verso)
Terza: lo šewah composto che precede uno šewah semplice si trasforma nella vocale dei
hatefîm:
la sequenza: cons. + hatef patah + cons. + šewah
diventa: cons. + patah + cons. + šewah
esempio: ymk.x; ymk.x]
2.1 VOCABOLARIO
ABBREVIAZIONE DI VOCALI
Se alla parola aybin" (profeta) aggiungiamo la finale del plurale maschile ~y i, possiamo
osservare che la vocale q' amesi si cambia in > shewa: ~yaiybin.>
Regola: le vocali qamesi e siere si cambiano in shewa nelle sillabe propretoniche aperte.
Una riduzione simile avviene anche quando il sere si trova in sillabe pretoniche aperte, se
la propretonica non può cambiare. Esempio:
jpewOv šōpēti (giudice) ~yjip.wOv šōpetiîm.
Considera i seguenti nomi:
bekôr bekôrîm
a. rwOkB. ~yrIwOkB. primogenito
hiālôm hiālômôt
~wOlx] twOmwOlx] sogno
dābār debārîm
b. rb'D' ~yrIb'D> parola
zāqēn zeqēnîm
!qez" ~ynIqez> vecchio
māqôm meqômôt
~wOqm' twOmwOqm. luogo
Nei nomi (a) la vocalizzazione della prima sillaba non cambia: è già brevissima;
nei nomi (b) il qamesi della prima sillaba si riduce in shewa.
Considera anche il plurale dei seguenti nomi di due sillabe, caratterizzati dall’accento sulla
penultima: sono i cosiddetti nomi “segolati” (perché vocalizzati con segol):
mélek melākîm
$.l,m, ~ykIl'm. re
zébah zebāhîm
xb;z< ~yxIb'z> sacrificio
sēper sepārîm
rp,s, ~yrIp's. libro
~yrI[' ~yrI[h,
lk'yhe lk'yheh;
ma se h è seguita da un qames non accentato, o se x è seguito da un qames sia accentato
che non accentato, l’articolo è h,:
~ydIWhy> ~ydIWhY>h;
3.1 VOCABOLARIO
3.4 Traduci:
hāʾănāšîm bāʿîr. ry[iB' ~yvin"a]h' 1
hannāšîm babbáyit. tyIB;B; ~yviN"h; 2
hammélek wehāʿăbādîm bahêkāl. lk'yheB; ~ydIb'[]hw' > %l,M,h; 3
hassepārîm babbáyit. ty>B;B; ~yrIpS' h; 4
ʾayyēh hanneʿārîm? hanneʿārîm baśśādeh. hd<f'B; ~yrI[N' h> ; Å~yrI['N>h; hYEa; 5
ʾêpōh habbāttîm? habbāttîm bāʾîr. ry[iB' ~yTiBh*' ; Å~yTiBh*' ; hpoyae 6
ʿêpōh hannehārôt? hannehārôt šām. ~v' twOrh'N>h; ÅtwOrh'N>h; hpoyae 7
heʿārîm šām wehaddérek pōh. hPo %r<D<h;w> ~v' ~yrI['h, 8
L’AGGETTIVO
Concorda in genere e numero con il nome. Per il maschile singolare non esiste una finale
specifica; esiste invece per il femminile singolare e per il maschile e femminile plurali.
Vediamo per esempio le forme che assume l’aggettivo tiôb (buono):
Singolare Plurale
Maschile
bwOj ~ybIwOj
Femminile
hb'wOj twObwOj
Aggiungendo una sillaba, si segue la legge della riduzione vocalica, quando necessaria.
Ad esempio:
lwOdG" hl'wOdG> ~yliwOdG twOlwOdG>
~k'x' hm'k'x] ~ymIk'x] twOmk'x]
USO DELL’AGGETTIVO
L’aggettivo è usato con due funzioni diverse: attributiva e predicativa.
vyaih' bwOj
bwOj vyaih' l’uomo è buono
I II III IV
maschile singolare sWs aybiN" rysIa' bk'wkO
femminile singolare hs'Ws ha'ybin> hr"ysia]
maschile plurale ~ysIWs ~yaIybin> ~yrIysIa] ~ybik"wOk
femminile plurale twOsWs twOaybin> twOrysIa]
Colonna I: monosillabo con vocale lunga tra due consonanti. Non cambia con l’aggiunta
di una nuova sillaba.
Colonna II: bisillabo con qames nella prima sillaba. Aggiungendo una nuova sillaba il
qames si cambia in shewa.
Colonna III: uguale alla seconda colonna però con gutturale nella prima sillaba: c’è shewa
composto (semivocale) nella prima sillaba invece di shewa semplice.
Colonna IV : bisillabo con vocale piena nella prima sillaba. Questa vocale rimane nella
declinazione senza cambiare.
jP'v.mi ~yjiP'v.mi
%a'l.m; ~ykial' .m
x;Bez>mi twOxB.z>mi
b) Con vocale lunga immutabile nella prima sillaba, il sere diventa shewa, mentre il qames
non cambia; con le gutturali lo shewa assume la forma composita:
byEao ~ybiy>ao
!heKo ~ynIh]Ko
bk'wKO ~ybik"wOK
lk'yhe ~ylik'yhe
4.1 VOCABOLARIO
4.4 Traduci:
daom. h['r" hV'ahi ' 1
hp,y" aWh 2
daom. ~ypiy" hV'aih'w> vyaih' 3
hN"j;Q>h; ry[iB' ~ybiwOJh; ~yvina" h] ' Å~ybiwOJh; ~yvin"a]h' hYEa; 4
lwOdG"h; tyIB;B; aWh Å[r:h' r[;N:h; hpoyae 5
lwOdG"h; lk'yheB; aWh Å%l,M,h; hY:a; 6
hp'Y"h; hv'ahi ' hb'wjO ÅbwOj ymi 7
daom. bwOj rb'D"h; 8
ry[iB' b['r"h' lwOdG" 9
daom. ~y[ir" ~ydIb'[]h' 10
tyIB;h; lc,ae ~ynIqeZh> ; 11
lwOdG"h; rh'N"h; lc,ae twONj;Q>h; ~yrI[h' , 12
PARTICIPIO ATTIVO
In ebraico da una comune radice si possono comporre più nomi: es, la radice brk
l’uomo scrivente o
- attributiva bteKho ; vyaih' l’uomo che sta scrivendo
l’uomo scrive o
- predicativa bteKo vyaih' l’uomo sta scrivendo
lezione quinta
Grammatica elementare di ebraico biblico 20
LA PREPOSIZIONE !mi
a) Davanti a lettere ordinarie (eccetto gutturali e res) perde il nun e raddoppia la
consonante iniziale:
%l,m, un re %l,M,mi da un re
c) Davanti all’articolo me : se è unito alla parola (= b); !mi : se unito con maqqep (= a)
%l,M,h;me oppure %l,M,h;-!mi
IL COMPARATIVO
Il comparativo si esprime con l’aggettivo + min unito al termine della comparazione:
r[;Nh: ;me ~k'x" vyaih' l’uomo è più saggio del ragazzo
hr"[]N:h;me hV'aih' hp'y" la donna è più bella della ragazza
IL RELATIVO
Il relativo si esprime con rv,a] invariabile.
quinto esercizio
5.2 Traduci:
(b) quelli che al plurale raddoppiano la consonante finale e possono pure variare la vocale:
~[; ~yMi[; popolo
#xe ~yCIxi freccia
qxo ~yQixu statuto
METEG
È una piccola linea perpendicolare collocata sotto la consonante e a sinistra della vocale (se
c’è): il suo nome significa “briglia”. Fra le varie finalità, questa è la principale:se è messo
vicino a un qames seguito da shewa indica che si tratta di qames e non di qames hatuf:
ynIker>b*"y> si legge yebarekenî e non yeborkenî.
PARTICELLE DI ESISTENZA
Sono due particelle che funzionano come predicati verbali per indicare presenza o assenza.
L’uso è sempre indeterminato e non subisce variazioni a seconda dei soggetti:
a) vyE c’è hV'ai vyE / vyai vyE c’è un uomo / c’è una donna
~yvin"a] vyE ci sono uomini
b) !yae non c’è vyai !yae / hV'ai !yae non c’è uomo / non c’è donna
3f
ayhi hN"he
b) forma “a-sufisso” dei pronomi personali:
persona con un verbo con un nome/preposizione
sing 1
ynI— y—
2m
^— ^—
2f
%— %—
3m
Wh— wO— wO—
3f
h'— H— h'—
pl 1
Wn— Wn—
2m
~k, — ~k, —
2f
!k, — !k, —
3m
~— ~— ~h, —
3f
!— !— !h, —
I suffissi pronominali si uniscono ad altri elementi del discorso:
- con un verbo indicano l’accusativo: xl;v' = egli mandò; ynIx;lv ' . = egli mandò me;
- con un nome esprimono il genitivo: ba' = padre; ybia' = mio padre (padre di me);
- con una preposizione indicano gli altri casi: yli = a me; ybi = con me, ecc.
I suffissi di 2a e 3a plurale sono detti “gravi” (perché sono accentati).
lezione sesta
B. l. K. ta,
sing 1
yBi yli ynIwOmK' ytiao
2m
^B. ^l. ^wOmK' ^t.ao
2f
%B' %l' %t'ao
3m
wOB wOl WhwOmK' wOtao
3f
HB' Hl' h'wOmK' ht'ao
pl 1
WnB' Wnl' WnwOmK' Wnt'ao
2m
~k,B' ~k,l' ~k,K' ~k,t.a,
2f
hn"k,l' !k,t.a,
3m
~B' / ~h,B' ~h,l' ~heK' ~t'ao
3f
!h,B' !h,l' hN"heK' !t'ao
I suffissi uniti al segno dell’accusativo ta, assumono il valore di pronome oggetto, per cui
ytiao significa “me”: quindi, «egli mandò me» si può dire anche = ytiao xl;v.' Bisogna fare
attenzione a non confondere questa forma con la preposizione tae che significa “con”, la
quale, unita ai suffissi pronominali, raddoppia il t e assume la vocale «i»: con me = yTiai.
singolare plurale
masch
hz< hL,ae questo
femm
tazo
masch
aWh ~he quello
femm
ayhi hN"he
L’aggettivo dimostrativo ha una funzione simile a quella degli altri aggettivi. Nella frase
sta dopo il nome e, se c’è un altro aggettivo, sta dopo l’aggettivo; concorda in numero e
genere con il nome e se il nome ha l’articolo anche il dimostrativo ha l’articolo.
hZ<h; vyaih' questo uomo aWhh; vyaih' quell’uomo
taZOh; hV'ahi ' questa donna ayhih; hV'yaih' quella donna
hL,aeh' ~yvin"a]h' questi uomini ~heh' ~yvin"a]h' quegli uomini
hL,aeh' ~yviNh" ; queste donne hN"heh' ~yviN"h; quelle donne
Invece, senza articolo e posto prima del nome, ha funzione di pronome dimostrativo.
Considera attentamente come cambia il senso in questa serie di esempi:
vyaih' hz< questo è l’uomo
hV'aih' tazO questa è la donna
~yrIb'D>h; hL,ae queste sono le parole (o le cose)
In alcuni casi l’articolo stesso può avere un valore dimostrativo: ~wOYh; (il giorno) significa
“oggi”, cioè “questo giorno”. Cf. la frase: vyaih' hT'a; = “tu sei quell’uomo!” (2Sam 12,7).
PRONOME INTERROGATIVO
I pronomi interrogativi, indeclinabili, sono solo due:
6.1 VOCABOLARIO
nomi lwOq voce, suono
#[e albero, legno
~r<K, vigna
!aco gregge, piccolo bestiame
aybin" profeta
hn"yBi intelligenza
~x,l, pane, cibo
6.2 Traduci:
rh'h'-l[; ~yBir: ~yci[e ~y[ij.nO ~yvin"a]h'; 1
!joq' !g; wOl' vyE yKi !G"B; rv,a] #[eh' tx;T; bvey r[;N:h; 2
rh'N"h; lc,ae rv,a] ~yci[eh'me ~yrIh'B, rv,a] ~yci[eh' ~yliwOdG> 3
daom. hb'wOj #r<a'h' yKi #r<a'B' ~ybiv.y ~yBir: ~yMi[; 4
hd"wOb[]h' daom. hv'q' yKi lwOdG" lwOqB. ~yqi[]co ~['h' 5
~Il;v'WryBi %l,m, !yae ÅtaZOh; h['r"h' ry[ih'-!mi aceyO ymi 6
hZ,h; rv'Y"h; %l,M,h; ynEy[eB. hL,aeh' ~yrIb'D>h; ~y[ir" 7
lwOdG" tyIB; Wnl' vyE yKi qyDIc; aybin" Wnl' x;levo aWh 8
ry[ih'-la, ~ykil.hoh; ~yvin"a]h' ymi 9
%l,M,h; [j;n" rv,a] ~r<K,B; ~ylik.aow> ~ybiv.y ~ydIl'y>h; 10
bh'z"w> @s,k, yli vyE Ådaom. ryvi[' ynIa] 11
~x,l, wOl !yaew> hZ<h; aybiN"h; lD; 12
~v' rv,a] ~yrIh'h,-!mi ~ydIr>yO hL,aeh' ~yvin"a]h' 13
qd<c,B. ~ykil.ho ~yrIv'y>h; ~yaiybiN>h; 14
hn"yBi ~h,l' !yae yKi ~['h' ~y[ir" 15
IL VERBO
I verbi ebraici hanno per lo più una radice di tre lettere. Ad esempio: btk (= scrivere); in
questa radice k è la prima consonante, t è la seconda, b è la terza. I verbi si dividono in :
a) attivi (se indicano un’azione) e stativi (se indicano uno stato o una qualità);
b) forti (se conservano le tre radicali) e deboli (se qualche consonante muta).
I verbi deboli si suddividono in base alle consonanti che danno problemi nella
coniugazione; per cui i grammatici hanno stabilito le seguenti classi di verbi:
I-gutturale verbi di prima gutturale iniziano con una gutturale dm;['
II-gutturale verbi di seconda gutturale hanno una gutturale in mezzo rx;b'
III-gutturale verbi di terza gutturale terminano con una gutturale [m;v'
III-a verbi di terza a terminano con una aleph ac'm'
I-n verbi di prima n iniziano con una nun lp;n"
I-y verbi di prima y iniziano con una yod bv;y"
III-h verbi di terza h terminano con una he hn"b'
II-w verbi di media w hanno al centro una waw (che spesso cade) ~Wq
II-y verbi di media y hanno al centro una yod (che spesso cade) ~yfi
geminati verbi che hanno le ultime due consonanti uguali bb;s'
Inoltre il verbo ebraico comprende varie forme dette coniugazioni; la più semplice è
chiamata Qal (lq; = leggero); le altre [che studieremo in seguito] prendono il nome dalle
forme base di ciascuna, partendo dal verbo paradigmatico l[;p' (= fare) che dà origine ai
seguenti termini: Niphal, Piel, Pual, Hiphil, Hophal, Hitpael.
Ogni coniugazione comprende alcuni modi verbali (piuttosto che “tempi”), che sono:
1. perfetto o qatal;
2. imperfetto o yiqtol;
3. imperativo;
4. infinito, dintinto in: a) assoluto; b) costrutto;
5. participio, distinto in: a) attivo; b) passivo
Cominciamo lo studio del verbo dalla forma Qal e dal modo Qatal.
IL PERFETTO — QATAL
Partendo dal verbo paradigmatico ljq ha origine la forma Qātal che conviene adoperare,
piuttosto che il termine “perfetto”, giacchè questa forma verbale ebraica non corrisponde
semplicemente al nostro “passato remoto”, ma possiede una gamma di significati che
dipendono dal contesto in cui viene usato. Quattro sono i significati usuali:
a) passato prossimo o remoto = “ho scritto, scrissi”;
b) presente per i verbi che indicano uno stato d’animo o una percezione = “amo, so”;
c) presente anche per i verbi stativi = “sono vecchio, sono forte”;
d) presente o anche futuro, in poesia, con valore “profetico”.
La variabilità di traduzione del qātal ebraico nelle nostre lingue mette in luce come il
verbo ebraico non esprime in primo luogo il tempo, ma l’aspetto dell’azione: azione
compiuta, incompiuta, duratura, ripetuta, istantanea. Tutte queste modalità s’imparano con
la pratica della traduzione. Per ora basta sapere che col qātal si esprime una azione già
realizzata, un fatto compiuto, una situazione stabile (ad es: so, perché ho studiato!).
Caratteristica del qātal sono i suffissi di ciascuna persona aggiunti all’unica radice.
Grammatica elementare di ebraico biblico 28
lezione settima
Qal qātal
singolare plurale
3m bt;K'
3c Wbt.K'
3f hb't.K'
2m
T'b.t;K' 2m ~T,bt. ;K.
2f T.b.t;K' 2f !T,b.t;K.
1 yTibt. ;K' 1 Wnb.t;K'
Note:
- il paradigma dei verbi ebraici (perfetto e imperfetto) procede in maniera diversa
dall’italiano e dalle lingue indoeuropee: 3a - 2a - 1a persona singolare e plurale;
- un’altra originalità è il fatto che la forma verbale si coniughi rispetto al genere
nella 3a persona singolare, nella 2a persona singolare, nella 2a persona plurale;
- osserva la diversa vocalizzazione di ciascuna persona; la vocalizzazione di base
tende a rimanere, finchè lo permettono le regole dell’accentazione;
- i suffissi corrispondono in genere ai pronomi personali corrispondenti;
- tutte le persone del singolare e del plurale si vocalizzano nella prima sillaba con
qames, eccetto la 2a plurale che prende shewa, a causa dei suffissi gravi;
- quando la terza consonante della radice coincide con quella del suffisso, si
scrive solo una consonante, che prende daghes forte: tr:K' yTir:K'.
È necessario imparare a memoria questo paradigma.
7.1 VOCABOLARIO
qd,c, giustizia ~d'a' uomo
vae fuoco rp'[' polvere
tyviare inizio hm'd'a] terra
~wOy giorno ~wOqm' luogo, posto
hl'y>l; notte dx'a, uno
~yIm;v' cielo, cieli ~y" mare
7.2 Traduci:
hd<V'h-; !ybeW rh'N"h;-!yBe vyaih' bv;y" 1
lwOdG"h; lk'yheh; lc,ae ~['h'-ta, aybiN"h; #b;q' 2
~yIm;V'h;-!mi vae hl'p.n(" aWhh; ~wOYB; 3
[v'r"h' aybiN"h;-la, Wkl.h*" aOlw> rv'Y"h; tpeVoh;-la, ~['h' Wkl.h*" 4
ry[ih'-la, ~ykil.hoh; ~yaiybiN>h; ymi 5
~yrIh'h,me ~yvin"a]h' Wdr>y" aWhh; hl'y>L;B; 6
aWhh; ~wOqM'h;-!mi Wnk.l;h' aOlw> ry[ih' %wOtB. Wnb.v;y" 7
~ypiy"w> ~yBir: ~ydIl'y> hV'aih' hd"l.y*" 8
bh'Z"h;-ta,w> @s,K,h-; ta, T'c.b;q' ymil. 9
~yrI['N>h;me dx'a, lp;n" aOl 10
laer'f.y-I lK'-la, hv,mo rk;z" rv,a] ~yrIb'D>h; hL,ae 11
#r,a'h' taew> ~yIm;V'h; tae ~yhil{a/ ar'B' tyviareb. 12
hm'd'a]h'-!mi rp'[' ~d'ah' '-ta, hw"hy> ar'B' 13
rc;y" rv,a] ~d'a'l' !d,[eB.-!G; ~yhil{a/ [j;n" 14
Verbi di I-gutturale:
poiché le gutturali non sopportano lo shewa, laddove capita uno shewa viene sostituito con
una semivocale; così alla 2a pl. si ha hatef patah: ~T,d>m;[] – !T,d>m;[]
Verbi di II-gutturale:
nella 3a fem. sing. e 3a pl. al posto dello shewa c’è hatef patah: hr"x]B' – Wrx]B'
Verbi di III-gutturale:
nella 2a fem. sing. al posto dello shewa c’è patah: T.[;m;v'
Verbi di III-Aleph:
il patah finale si cambia in qames per compensare la presenza di aleph quiescente e manca
il daghes lene al tau perché precede vocale: ac'm' - t'ac'm' - ytiac'm' ecc.
Verbi di III-He:
dato che la he non è consonante radicale ma solo “mater lectionis” viene sostituita
dall’originale yod; nella 3a fem. sing. compare l’antica desinenza tau; manca il daghes lene
al tau perché precede vocale:
3m hn"B' WnB'
3f ht'n>B'
2m t'ynIB' ~t,ynIB.
2f tynIB' !t,ynIB.
1 ytiynIB' WnynIB'
Verbo !t;n" (= dare):
questo verbo ha una coniugazione particolare, dovuta all’assimilazione del nun finale con
la consonante del suffisso:
3m !t;n" Wnt.n"
3f hn"t.n"
2m T't;n" ~T,t;n>
2f T.t;n" !T,t;n>
1 yTit;n" WNt;n"
Verbi di II-Waw (Yod):
si tratta in realtà di radici bi-consonantiche (= verbi sincopati) che solo in origine avevano
al centro una waw o una yod; in genere la prima consonante ha patah anziché qames e
manca sostanzialmente la vocale della II consonante caduta:
3m ~q' Wmq'
3f hm'q'
2m T'm.q; ~T,m.q;
2f T.m.q; !T,m.q;
1 yTim.q; Wnm.q;
Il verbo aB' avendo l’aleph come consonate finale modifica questa coniugazione con le
caratteristiche dei verbi di III-Aleph e conserva sempre il qames.
Verbi geminati:
davanti ad ogni suffisso consonantico si scrive una sola delle due consonanti uguali ma con
daghes forte e viene inserito un holem magnum:
3m bb;s' Wbb]s'
3f hb'b]s'
2m t'wOBs; ~t,wBO s;
2f twOBs; !t,wOBs;
1 ytiwOBs; WnwOBs;
I verbi geminati con doppia gutturale o res, non potendo raddoppiarla, allungano per
compenso la vocale iniziale: rr:a' – t'wOra' ecc.
Verbi stativi in –ē:
i verbi tipo dbeK' (= essere pesante), a parte la 3a m. sing. in –ē, sono totalmente regolari;
invece i verbi di III-Aleph in –ē (tipo: arEy" = temere) conservano sempre il seré e hanno le
caratteristiche dei III-a; inoltre i verbi di II-Waw in –ē (tipo: tme = morire) si coniugano
come ~q' e alternano fra seré e patah.
Verbi stativi in –ō:
i verbi tipo lkoy" (= potere) conservano sempre il holem nella coniugazione (nella 2a pl.
hanno hames hatuf), ma sono regolari per le desinenze; inoltre i verbi di II-Waw in –ō
(tipo: vBo = vergognarsi) conservano anch’essi il holem e si coniugano come ~q'.
IL VERBO “ESSERE”
Il verbo hy"h' si adopera solo quando si vuole sottolineare l’esistenza o per dare una
sfumatura temporale nel passato alle frasi nominali:
1. vyaih'i bwOj bwOj vyaih'i hy"h' L’uomo era buono
2. tyIB;B; vyaih' tyIB;B; vyaih' hy"h' L’uomo era nella casa
3. vyai vyE vyai hy"h' Ci fu un uomo
4. bwOj %l,m, dwID" bwOj %l,m,l. dwID" hy"h' Davide divenne un buon re
Le frasi possono avere un predicato nominale senza verbo, con pronome personale o col
verbo essere. L’uso dei pronomi serve per dare enfasi ad una parte della frase. Osserva:
8.1 VOCABOLARIO
rwOBGI eroe, valoroso vm,v, sole
~yIm; acqua x;rEy" luna
hn<x]m; accampamento bk'wKO stella
hm'x'l.mi guerra, battaglia !n"[' nuvola
yrIP. frutto hn"v' anno
!xe grazia, favore hr"wOT legge, istruzione
hk'r"B. benedizione tyrIB. alleanza, patto
8.2 Traduci:
aybiN"h;-ta, gr:h' aWh yKi yTi[.t;y" alo 1
%l,M,h; ynEp.li ~y[iv'r>h' ~ydIb'[]h' Wdm.[' 2
hZ<h; lwOdG"h; ~['h'-l[; %l,ml, . ^B. yTir>x;B' 3
ayhih; hm'x'l.MiB; ~yBir: ~yrIwOBGI Wlp.n" 4
hZ<h; ~wOqM'h;-la, ^t.ao xl;v' ymi 5
vyail' wOtao hn"t.n"w> yrIP.h;me hV'aih' hx'q.l' 6
%l,m,l. ~h,l' dwId"-ta, ~['h' Wrx]B' 7
!joQ'h; dl,Y<h;-ta, Wac.m' aOlw> ry[ih'-la, Wkl.h' 8
rh'h'-la, vyaih'-ta, T'x.lv; 'h] rmoale %l,M,h; wOl rm;a' 9
~yIm;V'B; ~ybik'wOKh;-ta,w> x;rEY"h;-ta,w> vm,Vh, ;-ta, ar"B' ymi 10
~T,r>ma; ] rv,a] ~yrIb'Dh> ; daom. ~y[ir" rmoale lwOdG" lwOqB. aybiNh" ; ar"q' 11
hZ<h; rb'D"h;-ta, t'yfi['h, rm;a'w> rb'D"h;-ta, jpeVoh; [d:y" 12
~['h'-ta, hwhy tr:K' rv,a] tyrIB.h;-ta, ~T,r>k;z>h; 13
hc'r>a; tl,p,nwO > ~yIm;V'h;me td<r<yO vae ytiyair" 14
LA CATENA “COSTRUTTA”
In ebraico non c’è una preposizione che corrisponda all’italiano “di” per esprimere il
genitivo; il caso genitivo ha il corrispondente ebraico nello “stato costrutto”, ma con una
importante differenza.
Nella frase “la casa del re”, casa è nome reggente e re è nome retto. Ora, mentre in greco e
in latino subisce un cambiamento il nome retto, cioè la parola re va in caso genitivo, in
ebraico il cambiamento lo subisce il nome reggente, per cui è il termine casa che assume
una forma diversa, detta “stato costrutto”.
I nomi hanno, dunque, due forme: assoluta e costrutta. Sono in stato assoluto quando non
reggono nessun altro termine, mentre si dicono in stato costrutto quando reggono un altro
termine che lo restringe e connota.
Alcuni nomi ebraici sono uguali in entrambe le forme; ma per lo più i vocaboli subiscono
piccole modifiche, soprattutto vocaliche, per formare lo stato costrutto.
STATO COSTRUTTO
Regole generali (relative al cambiamento vocalico)
1. Qames e sere non accentate diventano shewa
2. Qames in sillaba finale chiusa diventa patah
3. Sere in sillaba finale chiusa o resta invariata o diventa patah
Esempi:
assoluto costrutto regola
dy" dy: 2
~wOqm' ~wOqm. 1
aybin" aybin> 1
bk'wOK bk;wOK 2
lk'yhe lk;yhe 2
jP'vm. i jP;v.mi 2
rb'D" rb;D> 1e2
!qez" !q;z> 1e3
jpevo jpevo 3
bb'le bb;l. 1e2
%l,m, %l,m, nessuna
rp,se rp,se nessuna
r[;n: r[;n: nessuna
I nomi femminili seguono le tre regole generali; in più hanno alcune particolarità. I
nomi che hanno il suffisso –āh lo mutano il –at : hK'l.m; tK;l.m;; hn"v' tn:v.
I nomi trisallibici con 1a sillaba chiusa hanno accentata la penultima e cambiano così:
hm'x'l.mi tm,x,l.mi; hx'P'v.mi tx;P;vm. i
La maggior parte dei femminili in –at, –et, –ût, –ît non mutano.
Da notare: hV'ai tv,ae; ~yvin" yven>
I nomi “segolati” hanno struttura vocalica propria (come nel plurale assoluto) e si
dividono in tre gruppi, secondo la vocale originale che riemerge. Esempi:
assoluto plurale costrutto
%l,m, ~ykilm' . ykel.m; vocale –a–
rp,se ~yrIp's. yrEp.si vocale –i–
vr<vo ~yvir"v\ yver>v' vocale –o–
I nomi che hanno il plurale in –ôt conservano tale suffisso, operando le modificazioni
vocaliche secondo le regole. Esempi:
assoluto plurale costrutto regola
ble twOBli twOBli nessuna
~ve twOmve twOmv. 1
hk'r"B. twOkr"B. twOkr>Bi 1 + reg.shewa
I nomi “segolati” con plurale in –ôt hanno la stessa struttura vocalica di quelli in –îm:
assoluto plurale costrutto
vp,n< twOvp'n> twOvp.n: vocale –a–
I nomi in –āh con prima sillaba chiusa riprendono la stessa struttura vocalica che
avevano nel singolare: hK'l.m; twOkl'm. twOkl.m;
9.1 VOCABOLARIO
(pl. twOba;) ba' padre !x'l.vu tavola, mensa
(pl. twOMai) ~ae madre yliK. vaso, oggetto
(pl. ~yxia;) xa' fratello hw"cm. i precetto
(pl. ~ynIB') !Be figlio rwOa luce
(pl. twOnB') tB; figlia %v,xo tenebra
h['Wvy> salvezza rq,Bo mattino
hx'm.fi gioia br<[, sera
taJ'x; peccato [;yqir" firmamento
~ve nome hv'Biy' : terra asciutta
~wOlh] sogno bf,[e erba
1
(il mio cavallo) ysiWs (il nostro cavallo) WnseWs
2m
^s.Ws ~k,s.Ws
2f
%seWs !k,s.Ws
3m
wOsWs ~s'Ws
3f
Hs'Ws !s'Ws
nome plurale
1
(i miei cavalli) ys;Ws (i nostri cavalli) WnyseWs
2m
^ys,Ws ~k,yseWs
2f
%yIs;Ws !k,yseWs
3m
wys'Ws ~h,yseWs
3f
h'ys,Ws !h,yseWs
– Nel plurale assoluto tutti i segolati assumono le vocali shewa-qames (%l,m, > ~ykilm
' .).
– Nel plurale costrutto ogni tipo di segolato riprende la vocale primitiva (%l,m, > ykel.m;).
– Con i suffissi pronominali, al singolare i segolati adoperano sempre la forma del plurale
costrutto; mentre al plurale, davanti ai suffissi lievi si usa la forma del plurale assoluto
e davanti ai suffissi gravi quella del plurale costrutto. Ecco lo schema sintetico:
assoluto pl. assoluto pl. costrutto suff. sing s. pl. lievi s. pl. gravi
%l,m, > ~ykilm' . > ykel.m; > ykil.m; yk;lm' . ~k,ykelm. ;
rp,se > ~yrIp's. > yrEp.si > yrip.si yr;p's. ~k,yrEp.si
vd,qo > ~yvid"q\ > yved>q' > yvid>q' yv;d"q\ ~k,yvedq> '
10.1 VOCABOLARIO
gd" pesce ~d"a' uomo = a;nqrwpoj
@wO[ uccelli hm'd"a] terra
hY"x; essere vivente ~l,c, immagine
hm'heB. bestiame rk'z" maschio
hk'al'm. lavoro hb'qen> femmina
rz<[e aiuto wO–dg< n <–K. come di fronte a lui
[l'ce costola vx'n" serpente
rWra' maledetto ~Wr[' furbo
hb'yae inimicizia varo testa
[r;z< seme ê bqE[' calcagno
tb;v' smettere tyvi mettere
rmoale “dicendo” @Wv insidiare
Qal yiqtōl
singolare plurale
3m bToky. I 3
m
WbT.k.yI
3f bTokT. i 3f hn"b.Tok.Ti
2m bTokT. i 2
m
WbT.k.Ti
2f ybiTk. .Ti 2f hn"b.Tok.Ti
1 bToka. , 1 bTokn. I
Note:
- l’imperfetto (o futuro) indica azione ripetuta e/o incompiuta;
- si traduce con presente o futuro o imperfetto;
- esprime anche il valore del congiuntivo con varie sfumature;
- la vocale tematica diventa shewa davanti ai suffissi vocalici
(–î, –û)
Verbi di II-Waw:
si tratta in realtà di radici bi-consonantiche (= verbi sincopati) che solo in origine avevano
al centro una waw; mentre nel qatal non compare, nell’yiqtol la waw è presente ma senza
valore consonantico; il tema è in “û” e il prefisso in “a”:
3m ~Wqy" WmWqy"
3f ~WqT' hn"ym,WqT.
2m ~WqT' WmWqT'
2f ymiWqT' hn"ym,WqT.
1 ~Wqa' ~Wqn"
Il verbo aB' ha il tema in “o” awOby"
Verbi di II-Yod:
anche queste radici bi-consonantiche in origine avevano al centro una yod; mentre nel qatal
non compare, nell’yiqtol la yod è presente ma senza valore consonantico; il tema è in “î” e
il prefisso in “a”:
3m ~yfiy" Wmyfiy"
3f ~yfiT' hn"ym,yfiT.
2m ~yfiT' WmyfiT'
2f ymiyfiT' hn"ym,yfiT.
1 ~yfia' ~yfin"
Verbi geminati:
– quelli che hanno il tema in “o”, nel prefisso impiegano la vocale qames; la vocale
doppia scompare; ricompare con daghesh davanti ai suffissi: bb;s' bsoy" – WBsoy"
– quelli che hanno il tema in “a”, nel prefisso impiegano la vocale sere; la vocale doppia
scompare; ricompare con daghesh davanti ai suffissi: ll;q' lq;yE – WLq;yE
LA SEQUENZA NARRATIVA
In una frase narrativa con più forme verbali coordinate l’ebraico adopera un procedimento
per noi strano: infatti, se è preceduto dalla congiunzione waw vocalizzato con patah (e il
raddoppiamento della prima consonante del verbo) l’imperfetto assume il valore del
perfetto ed esprime un’azione compiuta.
In tal caso si chiama “imperfetto inverso”, o meglio: wayyiqtol. Ad esempio vd. Gn 3,1-6:
hd,F'h; tY:x; lKomi ~Wr[' hy"h' vx'N"h;w> 1 e il serpente era più furbo di ogni animale del campo
hV'aih'-la, rm,aYOw: 2 e disse alla donna…
vx'N"h;-la, hV'aih' rm,aTow: 3 e disse la donna al serpente…
#[eh' bAj yKi hV'aih' ar,Tew: 4 e vide la donna che buono (era) l’albero
lk;aTow: Ayr>Pimi xQ;Tiw: 5 e prese del suo frutto e mangiò
`lk;aYOw: HM'[i Hv'yail.-~G: !TeTiw: 6 e diede anche al suo uomo con lei ed egli mangiò
VOCABOLARIO
vx'N" serpente Wlk.ato mangerete (yiq 2 pl di lk;a')
~Wr[' furbo (agg.) lkeanO mangeremo (yiq 1 pl di lk;a')
hY"x; essere vivente W[G>ti toccherete (yiq 2 pl di [g:n")
@a; forse (partic. interrogativa) !Wt)muT. morirete (yiq 2 pl di twOm)
%AtB. in mezzo (avv.) tAm morire (infinito assoluto)
WNM,mi !mi + suff. 3a m. sing. ~k,lk. 'a] il vostro mangiare (inf. costr. + suff. pr)
!P, affinché non Wxq.p.nIw> si apriranno (weqataltî Ni di xq;p')
lk'a]m; cibo ~t,yyIh.wI sarete (weqataltî di hy"h')
hw"a]t; piacere ar,Tew: e vide (wayyiqtol 3 f.s. di ha'r")
dm'x.n< desiderabile (ptc Ni) lyKif.h; diventare saggio (inf. Hiphil di lk;f')
Hv'yai vyai + suff. 3 f. s. xQ:Tiw: e prese (wayyiqtol 3 f.s. di xq;l')
!TETiw: e diede (wayyiqtol 3 f.s. di !t;n")
lk;aYOw:/ lk;aTow: e mangiò (wayyiqtol 3 m/f. s. di lk;a')
LE FRASI TEMPORALI
Le espressioni o le particelle che introducono una frase temporale si inseriscono nella
sequenza narrativa davanti alla frase che modificano e sono introdotte dal wayyiqtol del
verbo essere (yhiy>w: = e avvenne) per il passato. La sequenza abituale è:
wayyehî (e avvenne) + frase temporale/causale + wayyiqtol (e fece)….
Lo stesso vale anche per le promesse al futuro, ma in tal caso si adopera la forma inversa
del qatal (weqataltì) del verbo essere (hy"h'w> = e avverrà). La sequenza è analoga:
wehāyāh (e avverrà) + frase temporale/causale + weqataltì (e farà)….
VOCABOLARIO
rx;a; dopo (prep.) rm,aYOw: e disse (wayyiqtol di rm;a')
tyrIxa] ; fine hS'nI tentare (qatal Piel)
hl'b.si peso lD;g" diventar grande
lqo voce aceYEw: e uscì (wayyiqtol di ac;y")
qr'b' fulmine ar>Y:w: e vide (wayyiqtol di ha'r")
!n"[" nuvola tyOh.Bi quando fu (be+infinito di hy"h')
dbeK' pesante (agg.) !Akn" stabile (ptc Niphal di !Wk)
~aun> oracolo ytiabehew> e farò venire (weqataltì Hiphil di awOB)
~yIr'h\C' mezzogiorno ~yaiB' “venienti” (ptc Q plurale di awOB)
tyrIB. alleanza (f.) tr;K' tagliare, stipulare [un’alleanza]
vd'x' nuovo (agg.) hwIhy> NB: YHWH con le vocali di ~yhil{a/
IMPERATIVO
La struttura di base dell’imperativo è sempre strettamente relativa al corrispondente yiqtol
e ha le stesse desinenze delle 2 persone dell’imperfetto.
Davanti alle desinenze vocaliche (–î, –û) la vocale tematica si cambia in shewa; di
conseguenza si applica la regola dello shewa A (vd. pag. 12)
singolare plurale
INFINITO COSTRUTTO
L’infinito è il “nome di una azione” (= lo scrivere). Questa forma ebraica di infinito si dice
costrutto, perché viene “costruito” con i suffissi pronominali (= il mio scrivere).
Per molti verbi ha forma relativa all’imperfetto, in alcuni casi identica all’imperativo; per
altri verbi, invece, ha forma irregolare. L’aggiunta dei suffissi pronominali (come avviene
per i nomi) provoca mutamenti nella struttura vocalica: per lo più si tratta di una riduzione
di holem (ō) in qames hatuf (ŏ):
da solo btoK.
con suffissi ybitK. ' ^b.t.K' wObt.K' WnbetK. '
(kŏtbî) (kŏtbeka) (kŏtbô) (kŏtbénû)
il mio scrivere il tuo scrivere il suo scrivere il nostro scrivere
(Gn 2,16) `lkeaTo lkoa' !G"h;-#[e lKomi rmoale ~d'a'h'-l[; ~yhil{a/ hw"hy> wc;y>w:
INFINITO ASSOLUTO
Questa forma di infinito di dice assoluto, perché è “sciolta” da ogni legame con altri
lessemi e compare sempre da solo: ha sostanzialmente il valore di un avverbio.
Per la grande maggioranza dei verbi la sua struttura vocalica è ā – ô ( wO – '). Resta sempre
invariata e non cambia né per declinazione né per coniugazione.
bwOtK' = scrivere
a) con valore di rafforzativo, precede una forma finita dello stesso verbo:
(Gn 2,17) WNM,mi lk;ato al{ [r'w" bAj t[;D;h; #[emeW
tWmT' tAm WNM,mi ^l.k'a] ~AyB. yKi
> tAm è infinito assoluto di tAm “morire morirai” = certamente morirai
b) per indicare che l’azione perdura, segue una forma finita dello stesso verbo:
(Ger 22,10) dA[ bWvy" al{ yKi %lehol; Akb' WkB.
> Akb' è infinito assoluto di hk'B' “piangete piangere” = continuate a piangere
lezione tredicesima
Grammatica elementare di ebraico biblico 50
PARTICIPIO PASSIVO
Il participio è praticamente un aggettivo e come tale si comporta, cioè viene declinato al
singolare/plurale e maschile/femminile.
Il ptc passivo ha struttura vocalica ā – û ( W – )' ; ma nella declinazione il qames diventa
shewa per la legge della propretonica:
singolare plurale
masch bWtK' ~ybiWtK.
femm hb'WtK. twObWtK.
(Gn 14,19) #r,a'w" ~yIm;v' hnEqo !Ayl.[, lael. ~r'b.a; %WrB' rm;aYOw: Whker>b'y>w:
> Whker>b'y>w: = wayyiqtol Piel 2 m s di %rB (benedire) + suff. pron. 3 m s
> %WrB' = ptc passivo di %rB (benedire) “benedetto”
> hnEqo = ptc attivo di hn"q' (fondare) è un titolo di Dio “Creatore”
PARTICIPIO ATTIVO
Il ptc attivo si comporta allo stesso modo: l’abbiamo già studiato (vd. p. 21). Spesso è
usato come forma verbale finita, sottintendo il verbo essere = “io (sono) scrivente” (cf
l’inglese: I am writing).
Ha struttura vocalica ō – ē ( e– o); ma nella declinazione il sere diventa shewa per la legge
della propretonica; al femminile singolare si preferisce la forma “segolata”:
singolare plurale
masch bteKo ~ybit.Ko
femm tb,t,Ko twObt.Ko
(Is 12,6) `laerf' .yI vAdq. %BEr>qiB. lAdg"-yKi !AY=ci tb,v,Ay yNIrow" ylih]c;
> ylih]c; = imptv Q 2 f s di lh;c' (gioire)
> yNIrow" = cong. waw + imptv Q 2 f s di !n:r" (rallegrarsi)
> tb,v,Ay = ptc attivo f s di bv;y" (abitare) “colei che abita”
> %Ber>qiB. = be + br,q, (seno, mezzo) + suff. pron. 2 f s
NIPHAL
Il Ni corrisponde al medio-passivo; caratteristico è il prefisso nun. All’imperfetto il nun
viene assimilato alla prima consonante del tema e la raddoppia.
Ecco lo schema della coniugazione di un verbo forte:
perfetto imperfetto imptv inf. costr inf. ass ptc. att ptc. pass
`dx'a, dnE Wdm.[;y:w> hl'[.ml' .mi ~ydIr>YOh; ~yIM;h; !WtreKy' I (Gs 3,13)
PIEL
Il Pi (= Qittel) si può definire intensivo e ha valore attivo. Caratteristico è il
raddoppiamento della seconda consonante e la vocalizzazione particolare
Ecco lo schema della coniugazione di un verbo forte:
perfetto imperfetto imptv inf. costr inf. ass ptc. att ptc. pass
`aWh yli hm'heB.b;W ~d'aB' ' laer'f.yI ynEb.Bi rAkB.-lk' yli-vD,q; (Es 13,2)
PUAL
Il Pu (= Quttal) corrisponde al Pi con valore passivo. È forma rara e si incontra soprattutto
al participio. Caratteristico è il raddoppiamento della seconda consonante e la
vocalizzazione particolare.
Ecco lo schema della coniugazione di un verbo forte:
perfetto imperfetto imptv inf. costr inf. ass ptc. att ptc. pass
HIPHIL
L’Hi (= Hiqtîl) si può definire causativo e ha valore attivo. Caratteristico è il prefisso h–,
che però non compare nell’imperfetto, e l’inserzione di una yod fra la seconda e la terza
consonante del tema.
Ecco lo schema della coniugazione di un verbo forte:
perfetto imperfetto imptv inf. costr inf. ass ptc. att ptc. pass
HOPHAL
L’Hophal (= Hoqtal) corrisponde all’Hiphil con valore passivo, come il Pual corrisponde
al Piel. È forma abbastanza rara. Caratteristico è il prefisso h–vocalizzato con qames hatuf.
Ecco lo schema della coniugazione di un verbo forte:
perfetto imperfetto imptv inf. costr inf. ass ptc. att ptc. pass
HITPAEL
L’Hitpael (= Hitqattel) corrisponde al Piel con valore riflessivo. Anche questa è forma
rara. Caratteristico è il prefisso hit– e il raddoppiamento della 2a consonante del tema.
Ecco lo schema della coniugazione di un verbo forte:
perfetto imperfetto imptv inf. costr inf. ass ptc. att ptc. pass
In genere si tratta di verbi intransitivi, che hanno un senso riflessivo rispetto all’analoga
forma di altre coniugazioni. I significati principali sono:
a) riflessivo: vDEq;t.hi si santificò;
aBex;th. i si nascose;
b) reciproco: ha'r"t.hi si guardò l’un l’altro;
c) riflessivo indiretto: lLePt; .hi pregò = si cercò un mediatore (lyliP');
d) iterativo: %Leh;t.hi passeggiò = andò avanti e indietro;
e) denominativo: aBen:t.hi fece il profeta (da aybin" = profeta).
!G"h; #[e %AtB. ~yhil{a/ hw"hy> ynEP.mi ATv.aiw> ~d'ah' ' aBex;t.YIw:
%Leh;t.mi = Hit ptc m s da %l;h' (andare) “passeggiante”
aBex;t.YIw: = Hit way 3 m s da ab'x' (essere nascosto) “si nascose”
^yl,ae dysix'-lK' lLeP;t.yI tazO-l[; (Sal 32,6)
Salmo 118
`AD*s.x; ~l'A[l. yKiÞ bAj+-yKi hw"hyl; WdAh 1
`AD*s.x; ~l'A[l. yKiÞ laer_ 'f.yI an"-rm;ayO* 2
`AD*s.x; ~l'A[l. yKiÞ !ro=h]a;-tybe an"-Wrm.ayO* 3
`AD*s.x; ~l'A[l. yKiÞ hw"+hy> yaer>yI an"-Wrm.ayO* 4
`Hy") bx'r>M,b; ynIn[" ' HY"+ ytiar'q' rc:Meh;-!mI) 5
`~d'(a' yli hf,[]Y:-hm; ar'_yai al{ yliâhw"hy> 6
`ya'(nf> ob. ha,r>a, ynIa]w: yr'z_ >[oB. yliâhw"hy> 7
`~d'(a'B' x;joB.mi hw"+hyB; tAsx]l; bAj 8
`~ybiy( dIn>Bi x;jBo .mi hw"h+ yB; tAsx]l; bAj 9
`~l;y( mia] yKiähw"hy> ~veB. ynIWb+b's. ~yIAG-lK' 10
`~l;y( mia] yKiähw"hy> ~veB. ynIWb+b's.-~g: ynIWBs; 11
`~l;y( mia] yKi hw"hy> ~veB. ~yciA_ q vaeK. Wk[]Do ~yrIAbd>ki ynIWBs; 12
`ynIr)z" "[] hw"hyw: lPo+n>li ynIt:yxid> hxoD; 13
`h['(Wvyli yli-yhiy>w:) Hy"+ tr'm.zIw> yZI[' 14
`lyIx") hf'[oåhw"hy>÷!ymiy> ~yqI+yDIc; yleh\a'B. h['WvywI) hN"rI lAq 15
`lyIx' hf'[oåhw"hy>÷!ymiy> hm'_meAr hw"hy> !ymiy> 16
`Hy") yfe[]m;( rPes;aw] :÷hy<+x.a,-yKi tWma' aOl 17
`ynInt") 'n> al{tå w<M'l;w> HY"+ yNIrS: .yI rSoy: 18
`Hy") hd,Aa ~b'-aboa'( qd,c,-_ yre[]v; yli-Wxt.Pi 19
`Ab* Waboy" ~yqiyDIc÷h; w"+hyl; r[;Vh; ;-hz< 20
`h['(Wvyli yli-yhiT.w: ynIt"+ynI[] yKiä^d>Aa 21
`hN")Pi varol. ht'y>h'÷ ~ynI+ABh; Wsa]m' !b,a, 22
`WnynEy[eB. tal'p.nI ayhi taZO= ht'y>h' hw"hy> taeme 23
`Ab hx'm.f.nIw> hl'ygIn" hw"h+ y> hf'[' ~AYh;-hz< 24
`aN")-hx'ylich. ; hw"hy>÷aN"a") aN"+-h['yviAh hw"hy> aN"a' 25
`hw")hy> tyBemi ~k,Wnk.r;(Be÷hw"h+ y> ~veB. aB'h;â%WrB' 26
`x;Be(z>Mih; tAnr>q;-d[; ~yti_bo[]B; gx;-Wrs.ai Wnl' ra,Y"w: hw"hy> lae 27
`&'m<mA. ra] yh;l{a/÷&'d+A< aw> hT'a; yliae 28
`AD*s.x; ~l'A[l. yKiÞbAj+-yKi hw"hyl; WdAh 29