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FABRIZIO DE ANDRÉ

 
VITA
Fabrizio De André nasce il 18 febbraio 1940 nel quartiere genovese di Pegli.
I genitori, sposati dal 1935, sono entrambi piemontesi e si sono trasferiti in Liguria
dopo la nascita del primogenito Mauro.
Il padre Giuseppe, pur provenendo da una famiglia di condizioni modeste, si è
trasferito nel 1922 a Genova e si è laureato in filosofia con Benedetto Croce ed è
riuscito a fare fortuna acquistando un Istituto tecnico.
Nel secondo dopoguerra diventerà vicesindaco repubblicano di Genova, direttore
generale e operativo, poi amministratore delegato e infine presidente dell'Eridania.
La madre, Luigia Amerio, era di estrazione benestante, figlia di produttori
vitivinicoli.
Durante la seconda guerra mondiale, Fabrizio vive inizialmente da sfollato nella
campagna astigiana a Revignano d'Asti dove il padre, dopo i bombardamenti del
1941, aveva acquistato la "Cascina dell'Orto".
STUDI
Fabrizio De André ha frequentato diverse scuole durante la sua formazione. Dopo
aver iniziato le scuole elementari in un istituto privato retto da suore, è passato a
una scuola statale, dove il suo comportamento non convenzionale ha causato
problemi con i suoi compagni di classe e soprattutto con i professori.

De André poi passa all'Istituto Arecco, una scuola media gestita dai Gesuiti.
Durante il primo anno di frequenza, De André è stato vittima di un tentativo di
molestia sessuale da parte di un gesuita dell'istituto.
La direzione scolastica decide di espellere De André nel tentativo di placare la
situazione per le troppe polemiche che stava sollevando. Tuttavia, il padre di
Fabrizio, è venuto a conoscenza dell'episodio e ha sollecitato un'inchiesta che ha
portato all’espulsione del gesuita dall’istituto.
Questo evento ha avuto un impatto significativo sulla vita di De André e sulla sua
percezione delle ingiustizie e del potere. Ha influenzato il suo approccio alla critica
sociale e alla denuncia delle ingiustizie nella sua musica e nelle sue parole.

In seguito, nell'ottobre 1956, Fabrizio si iscrive al primo anno al liceo classico dove
continuerà ad avere atteggiamenti irriverenti.
VERSO LA MUSICA
Si iscriverà poi all’università di giurisprudenza spinto dal padre e
dall’amico di infanzia Paolo Villaggio, ma a sei esami dalla laurea,
grazie ai primi contratti discografici, Fabrizio lascia gli studi e decide
di intraprendere una strada diversa da quella del fratello: la musica
Alcune volte lui e Villaggio si esibirono assieme a Silvio Berlusconi in
crociere, anche lui cantante in gioventù
De André, in questi anni, conduce una vita sregolata e in contrasto
con le consuetudini della sua famiglia, frequentando amici di tutte le
estrazioni culturali e sociali, infatti la sua compagna, nel periodo
1960-61, è una prostituta di via Prè, Anna.
IL RAPIMENTO
La sera del 27 agosto 1979, la coppia è rapita dall'anonima sequestri sarda e tenuta
prigioniera alle pendici del Monte Lerno presso Pattada, per essere liberata dopo
quattro mesi (Dori fu liberata il 21 dicembre alle undici di sera, Fabrizio il 22 alle
due di notte, tre ore dopo), dietro il versamento del riscatto, di circa 550 milioni di
lire, in buona parte pagato dal padre Giuseppe.

L'esperienza del sequestro si aggiunge al già consolidato contatto con la realtà e con
la vita della gente sarda, e diventa ispirazione per la realizzazione di diverse
canzoni, raccolte in un album senza titolo, pubblicato nel 1981, comunemente
conosciuto come l'indiano dall'immagine di copertina che raffigura un nativo
americano.
MORTE
Dopo un concerto, il 13 agosto del 1998, il tour prevede un'altra tappa a Saint-
Vincent, il 24 dello stesso mese. Durante le prove, De André sembra però
scoordinato e a disagio: non riesce a sedersi e imbracciare la chitarra come vorrebbe
e lamenta un forte dolore al torace e alla schiena alla fine rifiuta di tenere il concerto.
Qualche giorno dopo, De André viene sottoposto ad esami medici e, in spiegazione a
quanto accaduto, gli viene diagnosticato un carcinoma polmonare, che lo porta a
interrompere definitivamente i concerti.
Nonostante la malattia, continua a lavorare con il poeta e cantante Oliviero
Malaspina al disco di Notturni, progetto che però non vede mai la luce. Con lo stesso
Malaspina, collaboratore anche del figlio Cristiano e che apre alcuni concerti
dell'ultimo tour ha anche il progetto di scrivere alcune opere letterarie: un libro
intitolato Dizionario dell'ingiuria, e alcuni racconti.
De André è ricoverato solo verso la fine del novembre 1998, quando ormai la
malattia è a uno stato avanzato: esce dall'ospedale solo il giorno di Natale, per poter
trascorrere le festività a casa insieme alla famiglia, quando i medici ormai disperano
di salvarlo
De André muore l'11 gennaio 1999 a Milano, dove era ricoverato per l'aggravarsi
della malattia.
PREMIO FABRIZIO DE ANDRÉ
A due mesi dalla morte del cantautore, nel 1999, viene istituito il premio De
Fabula in suo onore, in seguito rinominato in Premio Fabrizio De André,
assegnato a chi, nei diversi rami della cultura, sia stato particolarmente
capace di diffondere la cultura ligure e specialmente genovese al di fuori della
regione stessa.
È stato il primo cantautore a utilizzare lo strumento-canzone per affrontare
tematiche diverse da quelle sentimentali che avevano contraddistinto e
spesso corroso la canzone italiana sino a quel momento. Questa visione
innovativa, al di fuori delle mode e dei cliché, è la stessa che muove il Premio
Fabrizio De André, che non mira a scovare il nuovo Faber nello stile, ma
nell’approccio.
Il premio consiste nell'assegnazione al vincitore di un quartaro d'oro (moneta
un tempo utilizzata a Genova).
TEMATICHE RELIGIOSE
Molti sono i brani attraverso i quali De André esprime la sua visione
religiosa. Già nel suo primo album Vol. 1º, inserisce brani come Preghiera «Quando parlo di Dio lo
in Gennaio, dedicato al suicidio dell'amico Luigi Tenco.
faccio perché è una
Con il concept album La buona novella (1970) il cantautore dedica
un'intera opera alla tematica del Nuovo Testamento, umanizzando i parola comoda, da tutti
personaggi del Vangelo e dei vangeli apocrifi. comprensibile, ma in
Riferimenti alla fede, alla religione, sono presenti direttamente o effetti mi rivolgo al
indirettamente anche in altri, ma risulta difficile descrivere con certezza la Grande Spirito in cui si
visione del cantautore su questi temi, se non attraverso sue esplicite
dichiarazioni. ricongiungono tutti i
Nonostante molte volte si sia dichiarato non credente, egli espresse spesso
nei fatti una religiosità di tipo "panteistico", pur ammirando alcune figure minuscoli frammenti di
religiose concrete, nonché la religione dei nativi americani. Affermò: spiritualità
dell’universo.»
BOCCA DI ROSA
La canzone racconta le vicende di una donna, chiamata
Bocca di Rosa, che viene giudicata dagli abitanti per il
suo spirito libertino. Crea scompiglio, e viene vista male
dalle altre donne, che non tollerano il suo modo di
comportarsi, e il fatto che i loro mariti le tradiscono con
lei. Si rivolgono al commissario di polizia, per farla
allontanare dal loro paesino. E così succede. Lei sale sul
treno per andare via, con la presenza degli uomini
commossi che vogliono salutarla.
La notizia della vicenda di Bocca di Rosa si diffonde
velocemente in giro, a tal punto che, alla stazione
successiva, la donna viene accolta in modo trionfale e in
modo completamente diverso dalle persone. Questo
personaggio è di pura invenzione.
L'espressione "Bocca di Rosa" ha avuto talmente tanto
impatto nell'immaginario collettivo, che nel linguaggio
comune viene usato per indicare "una prostituta».
GUERRA DI PIERO
Il tema principale della canzone La guerra di Piero, come
lo stesso De André ha dichiarato, è quello della guerra: è
una sorta di denuncia contro le atrocità della guerra
stessa.
L'ispirazione per questa canzone fu lo zio del cantautore,
sopravvissuto del campo di concentramento durante la
Seconda guerra mondiale. I racconti, il suo ricordo e il
resto della vita trascorso alla deriva segnarono nel
profondo il cantautore e la sua sensibilità.
Tra i passaggi più famosi della canzone vi è l'incontro di
Piero con un soldato nemico che si trova si nello
schieramento avversario, ma che versa nella stessa
tragica condizione di Piero, indossando però una divisa
diversa.
Piero non riesce a ucciderlo come dovrebbe fare, poiché
ha un momento di umanità in cui non riesce a sparargli.
Questa pietà non è però corrisposta, poiché l'altro soldato,
impaurito, lo uccide per sopravvivere.
AMORE OMOSESSUALE
“Andrea s’è perso, s’è perso e non sa tornare.
Andrea aveva un amore riccioli neri”.

Inizia così Andrea, il brano pubblicato nel 1978


“Andrea” è una canzone antimilitarista sullo sfondo di una storia di un’ amore
omosessuale durante la Prima Guerra Mondiale. Probabilmente si tratta di uno tra i brani
più antimilitaristi, insieme a “La Guerra di Piero”.

Andrea di De André è una canzone anche sulle diversità, che ha come protagonisti il
contadino Andrea e un soldato dai riccioli neri, partito per il fronte e morto in guerra: una
perdita talmente dolorosa da portare Andrea a suicidarsi, gettandosi in un pozzo.

L’amore omosessuale, seppur raccontato in maniera velata, si intuisce dall’utilizzo di


sostantivi ed aggettivi unicamente maschili. Parole potenti in anni di estrema chiusura e di
non accettazione nei confronti di un tema come l’omosessualità.

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