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liturgica e pertanto la sua intelligibilit non doveva venire oscurata dagli artifizi contrappuntistici e dalluso contemporaneo di pi testi. Le prescrizioni della Controriforma trovarono comunque scarsa applicazione pratica sul piano propriamente stilistico musicale: si continuarono ad impiegare i linguaggi contrappuntistici elaborati e ad utilizzare le melodie e i modelli profani.
La frottola (12)
Il termine frottola viene usato in senso generico dai musicologi per designare un tipo di composizione, perlopi strofica, che fu coltivato e praticato pressoch unicamente nelle corti del nord dItalia. La frottola caratterizzata da uno stile poetico-musicale semplice, fortemente sillabico e declamatorio, e da una struttura costituita da una ripresa di quattro versi e da pi strofe solitamente di sei o otto versi. I testi poetici sono di carattere amoroso-patetico oppure umoristico. Tipici prodotti della civilt musicale fiorentina sono i canti carnascialeschi, canti strofici caratterizzati dallestrema semplicit della condotta polifonica a tre o a quattro voci, che procedono in genere per accordi e omoritmicamente. Nellarea veneto-friulana era diffusa la villotta polifonica per quattro voci, caratterizzata da una semplice trama contrappuntistica: questo canto era volto alla danza ed costituito da una strofa di quattro versi e da un ritornello che viene ripetuto alla fine di ogni strofa.
Il madrigale (12)
Il madrigale, un componimento poetico libero non strofico, nacque tra il 1520 e il 1530 in ambienti che non avevano coltivato il genere della frottola, tra cui Firenze e Roma. Dopo il 1530 si cominci a riconoscere la necessit di dare veste musicale anche ai componimenti poetici non strofici, tra cui il madrigale. A questo punto si viene a delineare un nuovo e pi stretto rapporto tra poesia e musica che offre possibilit illimitate allinvenzione musicale, non pi vincolata dalle strutture strofiche e sciolta da ogni obbligo di simmetria. Lintenzione del compositore madrigalista di imitare singole parole o concetti insiti nel testo poetico, facendo ricorso ai pi svariati procedimenti melodici o armonici o ritmici o contrappuntistici: il pianto, ad esempio, viene imitato musicalmente con un ritmo disteso di note a valori lunghi, serie di ritardi e registri vocali gravi; il canto sereno e spensierato, invece, con un movimento ritmico rapido e incalzante, melismi, assenza di scontri dissonanti tra le voci, registri vocali acuti. Molto usati sono gli artifizi tecnici dei cosiddetti madrigalismi, ossia rappresentazioni pittoriche di singole parole mediante la musica: un rapido melisma, ad esempio, per le parole vento o aria, un registro vocale acuto o grave per le parole cielo o terra, note pi lunghe o pi brevi per rappresentare frasi poetiche indicanti un rallentamento o unaccelerazione, passi cromatici per raffigurare sentimenti o esclamazioni di angoscia e di dolore. I madrigali venivano composti in funzione di particolari avvenimenti celebrativi o di intrattenimento; venivano inoltre utilizzati nel contesto di recite teatrali con intermedi; a volte, i madrigali venivano scritti su commissione delle accademie artistiche letterarie. A partire dal 1540 circa si andarono diffondendo i madrigali caratterizzati da ritmi rapidi denominati a misura di breve, la cui misura corrisponde allattuale . Ad un altro filone appartengono quei madrigali intitolati ariosi, caratterizzati da uno stile decisamente declamatorio, fondamentalmente accordale, con ritmi flessibili, in cui i moti contrappuntistici non interferiscono con laria (melodia) della parte superiore. Un forte senso accordale caratterizza tipicamente il filone di musiche, dapprima a tre e poi a quattro voci, scritte su testi in dialetto, su ritmi vivaci e irregolari, in stile declamatorio denominate prima canzoni villanesche alla napolitana, poi villanelle e infine canzonette, che presentano tratti tipici della tradizione colta cittadina, combinati con elementi di piglio popolaresco. Tra i maggiori madrigalisti cinquecenteschi ricordiamo Carlo Gesualdo da Venosa, nelle cui composizioni dominano le emozioni e le tinte forti e travolgenti, che egli esprime mediante luso di arditezze e stravaganze armoniche, ritmiche e melodiche, Andrea Gabrieli, che adotta uno stile madrigalistico fondamentalmente semplice e conservatore, e Luca Marenzio, le cui opere seguono alla lettera le regole madrigalistiche e, quindi, sono caratterizzate da imitazioni a coppie, da madrigalismi, da uno stile accordale e sillabico e da un uso parsimonioso ma efficace di cromatismi. A fine secolo si composero numerosi madrigali riuniti in cicli pi o meno unitari che sviluppano una serie di stati danimo o una coerente vicenda drammatica articolata in pi episodi e che vanno sotto il nome di madrigali drammatici o di commedie madrigalesche.