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Riassunto Capitolo III, Il re svelato - Nelle stanze del re di Pierpaolo Merlin

1. Linvenzione della corte In Francia il re veniva unto con olio santo, nella cattedrale di Reims, con una cerimonia che sottolineava il ruolo del re per volont divina e gli conferiva doti taumaturgiche. Questa cerimonia era nata in et carolingia e nel tardo Medioevo era stata arricchita dalla teoria dei due corpi del re, uno mortale e uno immortale, che decadde ben presto, lasciando il diritto di successione dinastica al trono, sufficiente a giustificare la continuit della monarchia. Nel 500 la corte era una struttura piramidale dove al vertice stava la famiglia del re, il quale offriva la tavola a diversi commensali, divisi in 3 classi: gli ufficiali della corona e i dignitari della casa, i maggiordomi e i gentiluomini borghesi, e infine artisti, artigiani e mercanti. Con Francesco I, salito al trono nel 1515, la corte fu molto informale, condotta giustificata dai trattati dellepoca che volevano la gestione familiare dello Stato. Fu con Enrico II che la corte cominci a trasformarsi: fu divisa in 3 sezioni, casa, camera e scuderia, ognuna diretta da un ufficiale e al di sopra di tutto stava il gran maitre de lhotel, che supervisionando il tutto controllava i canali della distribuzione dei favori. Enrico II voleva sottolineare la distanza tra sudditi e sovrano, cos alcuni momenti, come il risveglio del re e il suo pranzo divennero cerimonie pubbliche quotidiane e la corte assunse laspetto di un lite di favoriti. Ampli moltissimo le scuderie reali sia perch amava la caccia sia per il carattere itinerante della corte, concezione medievale per cui era necessario che il re stesse a contatto con i sudditi per esercitare la sua autorit. Con il successore Carlo IX la corte non sub cambiamenti, mentre Enrico III nel 1574 port un nuovo modo di governare, basato sulla progressiva restrizione dellaccesso al principe e sul monopolio regio del favore. Importante fu il problema della sicurezza: vendette, crimini passionali, duelli e questioni donore erano frequenti, cos Enrico III riorganizz la guardia del re creando i Quarantacinque, reclutati tra gentiluomini di Guascogna, ben pagati e con lobiettivo di sorvegliare giorno e notte il re: ma questo non imped che fosse assassinato da un monaco nel 1589. La giornata del re era la seguente: alle 5 del mattino cera la sveglia reale, cui seguiva la messa privata delle 6 e la grande messa pubblica delle 9. Tra le due messe si teneva il Consiglio delle finanze: nel 500 il centro delle decisioni politiche era la corte, dove i grandi del regno si riunivano per influenzare il re, anche se questultimo tendeva a governare con una schiera selezionata di consiglieri. In seguito al consiglio il re pranzava e si ritirava fino alle 2 del pomeriggio. Enrico III introdusse delle novit nella cerimonia del pranzo: laccesso alla mensa reale venne proibito con una barriera che creava uno spazio simbolico. I cortigiani non partecipavano pi, erano solo spettatori, e il re era servito dai gentiluomini di camera, in silenzio e a capo scoperto per rispetto e sottomissione. Tutto ci mirava a ridefinire i rapporti tra sovrano e nobilt: il favore si misurava nel concedere o meno lentrata nel santuario e non esservi ammesso era segno di disgrazia. Il dopo pranzo era dedicato a diversivi come la caccia, lequitazione, le passeggiate, il gioco della palla e la pallamano. Seguivano le riunioni del Consiglio di Stato e di quello privato, poi le udienze con la presentazione delle suppliche, il re seguiva i Vespri e alle 6 cenava. Dopo cena cerano spettacoli e danze e alle 8 il re si ritirava per la notte. Colto e intelligente Enrico III cur le feste di corte, consapevole del loro valore politico, che addolciva gli animi della nobilt. La sua politica per grav sulle spese di corte, quasi un terzo delle entrate dello Stato, inoltre la riforma cerimoniale grav sulla vita del re, che divenne rigida e monotona. 2. Dalla crisi al trionfo Con Enrico IV la corte fu riorganizzata su criteri di risparmio e divenne pi libera e informale: ebbe numerose amanti e decise di crescere insieme i figli legittimi e non, un ambasciatore racconta che fu ricevuto dal re a quattrozampe con due figli sulla schiena. Era un re famigliare.

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Inizi la separazione tra corte e apparato di governo: affianc nobili di antico lignaggio che ricoprivano cariche di scudieri, damigelle, ciambellani e maggiordomi con uomini borghesi. La nobilt non era contenta di doversi sottomettere di nuovo al re e si crearono congiure che vennero sventate. Enrico IV impost la vita di corte per impegnare i nobili e distrarli dalle attivit di guerra e per manifestare il prestigio personale e della corona: amava qualsiasi tipo di gioco, dadi, pallacorda, carte; tornei e balletti a tema divennero gli svaghi per eccellenza. Tutti i passatempi avvenivano al Louvre, segno di come Enrico IV volesse affermare Parigi come capitale e sede permanente della corte. Per questo motivo divenne primo urbanista di Parigi: cre un asse regio, parallelo alla Senna, con edifici che ospitavano la corte e gli organi centrali dellamministrazione. Anche Maria de Medici riorganizz la casa della regina: al primo posto cera la Dama dOnore, che reggeva il mantello della regina nelle cerimonie ufficiali, seguiva la Dama degli Abiti, responsabile dellabbigliamento e delle acconciature della regina, nonch di profumi e di gioielli. Essendo bigotta un ruolo preminente avevano gli uomini di chiesa, circa una cinquantina, diretti da un vescovo, che per un certo periodo fu Richelieu. Comparivano anche maggiordomi, cavalieri donore, cuochi, medici, farmacisti, valletti, uscieri di camera. La scuderia comprendeva 7 carrozze, 40 cavalli, mulattieri, stallieri, palafrenieri, cocchieri e valletti: tutto ci pesava sulle finanze reali. Nel 1610 Enrico IV venne assassinato e la reggenza fu presa da Maria de Medici che si barcamen tra fazioni, favoriti e partiti, sempre cercando di tenere sottomesso il giovane Luigi XIII, che nel 1612 spos Anna dAustria. Anche lui ebbe un favorito a causa della sua balbuzie e della timidezza, e vi trov il padre che gli era mancato fin da piccolo. Dal 1616 si cre un Consiglio ristretto attorno al sovrano e qui si decise leliminazione del favorito della regina, che permise a Luigi XIII di emanciparsi dalla madre, ma non avendo ancora lautorit per governare fu costretto ad appoggiarsi al suo favorito fino alla sua morte nel 1621. Nel mentre Richelieu era diventato cardinale e primo ministro, e consapevole di dipendere dalla volont del re, che restava lunico depositario del potere, collabor con lui per conservare lautorit della monarchia e difenderla dagli attacchi. Le continue guerre in cui fu coinvolta la Francia dal 1630 causarono una militarizzazione della societ e, militare nellanimo, Luigi volle essere sia soldato che comandante: si mise spesso a capo dellesercito. Valorizz la casa militare e nel 1622 cre il corpo dei moschettieri del re. Intanto la nobilt seguitava a essere scontenta della sua poca autorit e della limitata autonomia, aggravate dallazione di Richelieu nel creare ufficiali incaricati di far rispettare la volont reale nei territori di periferia. La corte francese del primo Seicento non era raffinata: cerano poche latrine e non sempre erano usate. Luigi XIII urinava negli angoli della sua camera e Richelieu, pi educato, nelle ceneri del caminetto, mentre le dame non ci pensavano molto a fare i propri bisogni nei palchi del teatro. Fu comunque in questi anni che il mondo esterno vide nella corte un modello da imitare, con unaffermata ideologia monarchica che esaltava la maest del sovrano. Inizi a crearsi una mistica della sovranit, basata su simboli come il Sole e Dio: partecipe della potenza creatrice, il re possedeva virt guaritrici. Anche larchitettura venne caricata di valori simbolici: la cupola e la volta che rappresentavano il cielo divennero simboli monarchici. Il re dormiva in un letto sovrastato da un baldacchino chiamato Cielo e le pesanti tende significavano che il Sole si nascondeva, nascendo e tramontando. Il re era una persona sacra e sulla soglia della sua camera bisognava fare una riverenza, anche se non cera nessuno. Luigi XIII e Richelieu morirono attorno al 1643, ma il rafforzamento della corona francese non si ferm. Luigi XIV era piccolo e la reggenza venne presa dalla madre Anna dAustria, ostile al marito e a Richelieu, e coincise con un periodo negativo per la monarchia, finch non comparve nel 1641 Mazzarino, che persegu la politica di Richelieu. Laristocrazia aveva profonde rivalit e Mazzarino cerc di dividerne gli avversari in tutti i

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modi, lusingandoli, corrompendoli e mettendoli contro fra di loro. Questo salv la monarchia dalle Fronde, assieme alla fedelt dellesercito e delle truppe della sicurezza del re. 3. La gloria e il declino Luigi XIV persegu una politica di potenza, motivo per cui lil suo governo fu bellicoso. La venalit delle cariche fu istituzionalizzata e usata dal re come strumento per creare una rigida gerarchia delle dignit e per controllarne laccesso. La rivoluzione del 1661 non fu altro che la riappropriazione delle prerogative sovrane da parte del re, con la soppressione della figura del primo ministro favorito. Cre unalta nobilt di toga per imporre le direttive del governo vista lampiezza del regno, dove erano reclutati i funzionari di Stato. Era un gruppo che il re considerava pi fidato dei membri della sua famiglia. Feste, balletti e caroselli erano riti per favorire lintegrazione dellaristocrazia: il carosello, festa a carattere equestre, rimase in voga fino al 1685. Era usato per tradurre visivamente il concetto di nazione francese attraverso il corpo simbolico del re. Luigi aveva appreso da Mazzarino labilit di gestire la comunicazione e la propaganda politica e us tutte le arti (pittura, scultura, balletto, teatro e poesia) per questo scopo: era un ballerino provetto e gli spettacoli era regolari a Versailles. La pi grande qualit di Luigi XIV fu di creare unimmagine della monarchia e identificarla con uno stile, fatto di magniloquenza e splendore. Nel 1682 la corte si trasfer definitivamente a Versailles e il cerimoniale divenne quotidiano: ogni momento della vita del re, ogni suo gesto erano usati per dare spettacolo e formavano una liturgia reale, dove il re era oggetto di culto. Vivere vicino al re era la pi grande aspirazione e lesilio da Versailles la pi grave delle disgrazie. Fuori dalla corte cerano solo tristezza e noia. La vita a Versailles era organizzata in 3 scale temporali: letichetta giornaliera delle azioni del re, lorganizzazione annuale con le feste religiose e i viaggi stagionali di corte. Fin dallinizio Luigi XIV cerc di legittimare il suo potere con la gloria militare e questo comport lampliamento della casa militare e favor larruolamento di nobili desiderosi di servire la corona, anche senza paga. Per controllare la nobilt Luigi us anche gli ordini cavallereschi: lordine del Santo Spirito, quello di San Michele e quello di San Luigi divennero segni di distinzione che testimoniavano il favore del sovrano e attestavano il rango. Dopo aver inventato una complessa liturgia reale, Luigi XIV si dovette impegnare per mantenerla, con necessit di inventare sempre eventi: balletti, feste notturne, fuochi dartificio, commedie, cene e colazioni. I giochi dazzardo divennero la passione dei cortigiani, perch davano lebbrezza del rischio e dellaudacia. Ma tutto ci comportava un enorme dispendio di energie fisiche e mentali di Luigi, che cerc di trovarsi spazi pi intimi per scaricare lo stress. Col tempo fin per stancarsi della mondanit e amare la tranquillit e divenne pi riservato. Nel 1715 Luigi XIV mor e Versailles conobbe un periodo di decadenza con Filippo dOrleans, chiamato a governare in vece del nipote Luigi XV, troppo piccolo. Durante il regno di Luigi XV la vita di corte si trasform: cre una serie di barriere che limitavano laccesso alla sua persona, cos conquist maggiore libert privata, ma perdette in carisma e prestigio, considerati anche le frequenti avventure amorose e il comportamento poco religioso. Luigi XV fin per odiare il cerimoniale quotidiano e si cre una doppia vita, distinguendo Luigi di Borbone dal re di Francia. Versailles continuava a essere il santuario della monarchia: chiunque poteva accedervi, lunica condizione era indossare un abito adeguato e per gli uomini una spada al fianco. Chi non laveva poteva acquistarne una allapposito chiosco. Per proteggere la sua vita privata Luigi XV si cre uno spazio personale, dove nessuno poteva entrare senza il suo permesso: decise di trascorrere le notti in una stanza pi modesta, e tornare in quella da cerimonia ogni mattina per sottomettersi ai riti quotidiani. Fece allestire i cosiddetti petits cabinets, tante piccole stanze dove avvennero colloqui politici e sedute dei Consigli reali. Servirono soprattutto come luogo di svago, dove il re si comportava in maniera meno ufficiale. Am spostarsi di frequente per sfuggire ala gabbia dorata che era

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Versailles. La vera crisi inizi con Luigi XVI, a causa della crescita culturale e economica che port alla ribalta intellettuali e funzionari che portavano ideali di uguaglianza nei confronti delle classi privilegiate. Salito al trono nel 1774 Luigi XVI era timido e di mediocre intelligenza, interessato a geografia e cartografia e con una passione per la meccanica. Era comunque convinto della sacralit della monarchia e voleva operare per il bene del popolo. Per la sua ostinazione a non voler rinunciare alle prerogative della sovranit non arriv a un compromesso con i rivoluzionari. Luigi non fu molto aiutato dalla consorte Maria Antonietta, denigrata fin dallinizio con vizi e perversioni sessuali, che volle cercare di avere un ruolo politico pur non essendone in grado. Mentre il re non ebbe mai amanti, fu la regina ad averne in quantit. Anche Luigi XV era insofferente verso il cerimoniale e per distrarsi si dedicava in modo ossessivo alla caccia. Versailles appariva sempre pi come una prigione: i nobili si isolavano nei propri interessi, i sovrani si distraevano mentre borghesia e aristocrazia liberale si riunivano nei caff per discutere di politica e di riforme. Il distacco tra corte e potere si fece sempre pi netto, cos come la desacralizzazione della monarchia: il re non si rese conto delle conseguenze della presa della Bastiglia del 1789. Ne ebbe notizia il giorno dopo, quando il duca di La Rochefoucauld lo inform che Parigi era in mano ai ribelli. Il re esclam Ma una sommossa! e il dica No, Sire, la rivoluzione!.

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