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1. Linvenzione della corte In Francia il re veniva unto con olio santo, nella cattedrale di Reims, con una cerimonia che sottolineava il ruolo del re per volont divina e gli conferiva doti taumaturgiche. Questa cerimonia era nata in et carolingia e nel tardo Medioevo era stata arricchita dalla teoria dei due corpi del re, uno mortale e uno immortale, che decadde ben presto, lasciando il diritto di successione dinastica al trono, sufficiente a giustificare la continuit della monarchia. Nel 500 la corte era una struttura piramidale dove al vertice stava la famiglia del re, il quale offriva la tavola a diversi commensali, divisi in 3 classi: gli ufficiali della corona e i dignitari della casa, i maggiordomi e i gentiluomini borghesi, e infine artisti, artigiani e mercanti. Con Francesco I, salito al trono nel 1515, la corte fu molto informale, condotta giustificata dai trattati dellepoca che volevano la gestione familiare dello Stato. Fu con Enrico II che la corte cominci a trasformarsi: fu divisa in 3 sezioni, casa, camera e scuderia, ognuna diretta da un ufficiale e al di sopra di tutto stava il gran maitre de lhotel, che supervisionando il tutto controllava i canali della distribuzione dei favori. Enrico II voleva sottolineare la distanza tra sudditi e sovrano, cos alcuni momenti, come il risveglio del re e il suo pranzo divennero cerimonie pubbliche quotidiane e la corte assunse laspetto di un lite di favoriti. Ampli moltissimo le scuderie reali sia perch amava la caccia sia per il carattere itinerante della corte, concezione medievale per cui era necessario che il re stesse a contatto con i sudditi per esercitare la sua autorit. Con il successore Carlo IX la corte non sub cambiamenti, mentre Enrico III nel 1574 port un nuovo modo di governare, basato sulla progressiva restrizione dellaccesso al principe e sul monopolio regio del favore. Importante fu il problema della sicurezza: vendette, crimini passionali, duelli e questioni donore erano frequenti, cos Enrico III riorganizz la guardia del re creando i Quarantacinque, reclutati tra gentiluomini di Guascogna, ben pagati e con lobiettivo di sorvegliare giorno e notte il re: ma questo non imped che fosse assassinato da un monaco nel 1589. La giornata del re era la seguente: alle 5 del mattino cera la sveglia reale, cui seguiva la messa privata delle 6 e la grande messa pubblica delle 9. Tra le due messe si teneva il Consiglio delle finanze: nel 500 il centro delle decisioni politiche era la corte, dove i grandi del regno si riunivano per influenzare il re, anche se questultimo tendeva a governare con una schiera selezionata di consiglieri. In seguito al consiglio il re pranzava e si ritirava fino alle 2 del pomeriggio. Enrico III introdusse delle novit nella cerimonia del pranzo: laccesso alla mensa reale venne proibito con una barriera che creava uno spazio simbolico. I cortigiani non partecipavano pi, erano solo spettatori, e il re era servito dai gentiluomini di camera, in silenzio e a capo scoperto per rispetto e sottomissione. Tutto ci mirava a ridefinire i rapporti tra sovrano e nobilt: il favore si misurava nel concedere o meno lentrata nel santuario e non esservi ammesso era segno di disgrazia. Il dopo pranzo era dedicato a diversivi come la caccia, lequitazione, le passeggiate, il gioco della palla e la pallamano. Seguivano le riunioni del Consiglio di Stato e di quello privato, poi le udienze con la presentazione delle suppliche, il re seguiva i Vespri e alle 6 cenava. Dopo cena cerano spettacoli e danze e alle 8 il re si ritirava per la notte. Colto e intelligente Enrico III cur le feste di corte, consapevole del loro valore politico, che addolciva gli animi della nobilt. La sua politica per grav sulle spese di corte, quasi un terzo delle entrate dello Stato, inoltre la riforma cerimoniale grav sulla vita del re, che divenne rigida e monotona. 2. Dalla crisi al trionfo Con Enrico IV la corte fu riorganizzata su criteri di risparmio e divenne pi libera e informale: ebbe numerose amanti e decise di crescere insieme i figli legittimi e non, un ambasciatore racconta che fu ricevuto dal re a quattrozampe con due figli sulla schiena. Era un re famigliare.