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Direttore Luca Beltrami Gadola

numero 33
3 novembre 2009

edizionestampabile

www.arcipelagomilano.org in questo numero Editoriale - LBG DISABILI, PEDONI E ARREDO URBANO. UN SOLO TEMA Citt - Jacopo Gardella - BRERA DOVE VA LACCADEMIA DallArcipelago - Luca Perolo - FINE VITA. PARLARNE Lettera - Riccardo de Benedetti - KAMIKAZE MON AMOUR Sanit - Giovanni Mele - IL COMUNE E IL SISTEMA OSPEDALIERO Scuola e Universit - Vincenzo Viola - LA RISPOSTA GIUSTA: ISOLARE! Architettura - Gianni Zenoni - MILANO UN BICCHIERE MEZZO VUOTO: LARGO S. MARGHERITA Societ - Martino Liva - AMBROSOLI, MILANO E LA BELLEZZA DELLA LEGALITA Urbanistica - Mario De Gaspari - BONIFICHE. LE VICENDE DI SANTA GIULIA E PIOLTELLO Approfondimenti - Emilio Vimercati - I GUAI DELLE AREE ROGOREDO/SANTA GIULIA E LE CONVENZIONI DISATTESE.

le vignetta di giovacomo YouTube DISABILI A MILANO Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit in ARTE & SPETTACOLI MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE - a cura di Silvia DellOrso TEATRO a cura di Guendalina Murroni CINEMA E TV a cura di Simone Mancuso

Editoriale DISABILI E ARREDO UN SOLO TEMA LBG

Milano non mai stata una citt tenera verso i suoi cittadini, non lo stata mai in tutta la sua storia: nei momenti migliori stata pi giusta che buona. Oggi anche ingiusta. La sorte dei portatori di handicap affidata a un sentimento che va di l dalla giustizia per diventare partecipazione e solidariet. ATM in questi giorni ha presentato il suo manuale dellutente portatore di handicap. Il discorso che il presidente Elio Catania ha fatto nel presentarlo era pi imperniato sulla posizione di ATM nella classifica delle societ di trasporto pubblico attente alle disabilit che non al problema della disabilit stessa e noi nel guardare allazienda di trasporto milanese siamo sempre scettici perch tra i dati che comunica e la realt, spesso c un abisso: labisso della manutenzione. Lultima campagna pubblicitaria di ATM imperniata sulla figura dei suoi dipendenti non pu che essere il suggerimento, sbagliato, di un esperto di comunicazione e immagine. Molti si sono domandati se tra tutte le spese necessarie, la campagna promozionale di unazienda di servizio pubblico in regime di monopolio abbia una qualche ragione. Ma verso i disabili anche latteggiamento del Comune solleva molte perplessit e si mescola inevitabilmente con il tema dellarredo urbano.

Rendere una citt amichevole nei confronti di chi ha problemi di mobilit non poi cos difficile ma richiede di nuovo un atteggiamento protettivo vero pi che non il semplice ossequio a norme di legge e regolamenti. Certo gli scivoli per carrozzelle ci sono ma non servono solo alle carrozzelle: servono anche a chi fa fatica a salire il gradino dei marciapiedi o alle mamme col passeggino. Se quando piove la maggior parte degli scivoli si trasforma in una pozzanghera siamo da capo, non va bene anche se la legge di questo aspetto non ne fa menzione. Se, finalmente approdati al marciapiede, questo ingombro di automobili o le biciclette legate alla selva di pali che infestano Milano (che ne del piano di depalificazione di De Corato?) ne ingombrano il passo, cosa dobbiamo dire? Sempre la stessa cosa: lattenzione ai meno fortunati non solo regolamento. Anche i provvedimenti che sono stati presi per ridurre le soste sui marciapiedi o sulle aiole sparti traffico sono discutibili: paletti di tutte le fogge e materiali e doppio gradino. I paletti hanno due inconvenienti: sono un ingombro fisico oltrech visivo e richiedono manutenzione perch lo sport dei milanesi, soprattutto quelli dotati di SUV, il loro abbattimento. Paletti e doppi gradini hanno trasfor-

mato la citt in un immenso flipper dove ci muoviamo come palline impazzite e la percezione che ne abbiamo quella di uno spazio labirintico che invece di generare sicurezza costringe a una cautela da esploratori. Il discorso sullarredo urbano infinito e va dalla proliferazione dei semafori, questo s un record rispetto ad altre citt italiane, ai pali dei quali abbiamo gi troppo parlato, alle mille fogge delle fioriere che proteggono il dehors dei bar e curiosamente i marciapiedi antistanti alcune case di lusso, ai cartelli segnaletici e alle indicazioni stradali. Tutti questi elementi che si sommano alle centraline telefoniche, ai cestini dei rifiuti, ai raccoglitori di vetri e abiti usati fanno di Milano una citt disordinata: anche questo sporco che deturpa, non solo le cartacce, i mozziconi di sigaretta che sono il segno territoriale dei fumatori espulsi, o le foglie secche. Tra i tanti stati generali, divenuti ormai una sorta di appuntamento fisso della citt, facciamone anche unedizione dal titolo Stati generali delle piccole cose, quelle che non danno gloria, che non si annunciano in conferenza stampa, che non hanno nastri da tagliare n premier in visita lampo a stringere mani. Sono la qualit della vita urbana.

Citt BRERA DOVE VA LACCADEMIA Jacopo Gardella

Esiste il problema del trasferimento dellAccademia dArte dalla sede attuale, che il Museo-Pinacoteca di Brera, oggi sovraffollato, alla nuova sede, che sar la caserma di via Mascheroni, non pi occupata dai militari. Un problema che sta suscitando vivaci polemiche tra chi favorevole al trasferimento e chi lo osteggia. A sostegno del trasferimento si sono fatte sentire autorevoli voci, tra cui anche quella di Dario Fo; e sono voci che fanno valere soprattutto due ragioni: in primo luogo bene che gli studenti dellAccademia svolgano il loro apprendimento restando a contatto con i capolavori

originali conservati nel Museo, da questi ultimi possono, infatti, apprendere per via diretta i fondamenti della loro disciplina. In secondo luogo male che il trasferimento sia imposto dautorit, senza ascoltare le diverse categorie presenti nellAccademia; e tra queste soprattutto quella rappresentata dagli studenti. Apparentemente le due ragioni sono serie e condivisibili, in realt sono poco convincenti perch travisano, anche se credono di prenderne le difese, il concetto di democrazia. La democrazia, infatti, sancisce che lautorit pubblica si basa sul mag-

gior numero di consensi, e premia le scelte fatte dalla maggioranza. Fa prevalere, in sostanza, ci che risulta essere un bene per la porzione pi numerosa dei cittadini. Se queste sono le regole della democrazia non vi dubbio che il trasferimento dellAccademia nella nuova sede va considerato un atto pi democratico di quanto non lo sia la sua permanenza nella sede attuale. I benefici del trasferimento, infatti, si estendono a un numero di persone di gran lunga pi alto. I numerosi dipinti e oggetti darte, oggi ammassati nei magazzini della Pinacoteca, troverebbero finalmente


il modo di essere esposti nelle ampie sale non pi occupate dalle aule e dagli uffici dellAccademia, potrebbero perci essere mostrati e fatti conoscere alle migliaia di visitatori che, come si sa, provengono da tutto il mondo; nonch possono essere messi a portata di mano di quegli stessi studenti che ora non li possono n conoscere n studiare. Il vantaggio sotto laspetto non solo numerico ma anche del prestigio cittadino e dellattrattiva culturale diventa sensibilmente pi rilevante: un bene pubblico che oggi tenuto forzatamente nascosto risulta accessibile a tutti; e viene messo a disposizione dellintera collettivit che fino ad oggi lo ha ignorato. Sarebbe profondamente antidemocratico sacrificare, per il limitato contingente di studenti che frequentano lAccademia, un tesoro artistico che interessa migliaia di appassionati e studiosi dellarte. Vi inoltre un secondo vantaggio: non solo sono resi visibili molti tesori per ora inaccessibili, ma viene anche fornita la facolt di arricchire la Pinacoteca con nuove future acquisizioni; queste, infatti, potranno finalmente trovare collocazione nei nuovi ambienti che ancora mancano. perci data a Brera la condizione imprescindibile e vitale per qualsiasi museo moderno: quella di potersi ingrandire. Si aggiungono a queste considerazioni logistiche riferite allorganizzazione del Museo, anche altre di natura urbanistica, relative alla collocazione del Museo allinterno delle citt. In Europa il centro antico delle citt destinato, per tradizione e per vocazione, a ospitare i principali monumenti civici, tra i quali primeggiano i musei. Nei centri storici delle citt europee si ritrovano, riuniti, e quindi frequentabili da tutti, le pi importanti testimonianze della storia urbana. A esse i cittadini si sentono legati da ricordi e da affetti; mentre da essi i visitatori sono attratti perch desiderosi di scoprirli e di conoscerli. Essendo centri di cultura giusto che i Musei siano collocati in posizione baricentrica, ossia nel centro storico della citt,

dove stanno a simboleggiare il polo intellettuale dellintera comunit urbana. Al contrario le scuole, come organismi destinati allistruzione, consigliabile che siano collocate in vicinanza delle zone residenziali, che siano accessibili dai principali mezzi di comunicazione, anche per chi proviene da aree periferiche; e che siano dislocate dove servono ad adempiere anzitutto un servizio sociale piuttosto che a rappresentare un valore simbolico. Per il complesso monumentale di Brera non vi dubbio che la destinazione di museo prevalga di gran lunga su quella di scuola. Non essendoci spazio per ospitare entrambe inevitabile ed giusto trasferire la scuola in posizione urbana decentrata e allargare il museo conservandolo nella sede attuale, posta nel cuore antico della citt. Vi sono tuttavia due raccomandazioni da rivolgere alle Autorit responsabili del trasferimento: la prima riguarda la procedura con cui viene attuata la trasformazione della caserma in scuola; la seconda riguarda le modalit con cui viene progettato lampliamento del museo. Una caserma, di regola, presenta spazi interni poco accoglienti, privi di valore architettonico, concepiti soprattutto come ambienti pratici e funzionali. Sarebbe ben triste se questi stessi ambienti, cos poveri di qualit spaziali, permanessero nelledificio della caserma anche dopo la sua nuova destinazione, ne sarebbero mortificate le legittime aspettative degli studenti e il loro desiderio di essere ospitati in ambienti dignitosi, accoglienti, stimolanti. La trasformazione della caserma in scuola tema di progettazione architettonica non secondario n insignificante. Richiede un intervento sullesistente che sia equilibrato, e di buon senso, ma anche ricco dinventiva, una trasformazione dello stato attuale che sia poco costosa ma nello stesso tempo geniale e brillante. La Direzione dellAccademia e gli altri organi competenti dovrebbero sentirsi in dovere di bandire un concorso pubblico nazionale e offrire agli architetti italiani la possibilit di esplicare le loro doti su un tema socialmente impegnativo. Non diversamente va considerato lampliamento del Museo-Pinacoteca di Brera: tema architettonico affascinante e delicato. Per il quale sarebbe auspicabile un regolare concorso pubblico che, data la notoriet delledificio, dovrebbe essere internazionale, ossia aperto a tutti i migliori progettisti viventi, sia di fama consolidata sia di talento emergente. Preoccupa una proposta, per ora solo ventilata e fortunatamente non ancora ufficiale, che intende stendere unampia copertura vetrata sul cortile donore del Palazzo di Brera: sarebbe la morte del suo doppio loggiato, il quale vive, vibra e si anima se colpito dalla luce diretta del sole (quando c), oppure si sfuma e si ammorbidisce, se avvolto da un tenue velo di nebbia (quando questa torna ancora a calare). In entrambi i casi il maestoso cortile a logge sovrapposte mantiene lintero suo fascino, purch non venga imprigionato sotto un gelido e cadaverico sudario. Il trasferimento dellAccademia ed il conseguente ampliamento di Brera rientrano nelle opere importanti di trasformazione della citt. Poich di recente la maggior parte di queste opere sono state condotte e completate per iniziativa privata, sarebbe dovere degli Enti Competenti imporre il bando di concorso pubblico per la trasformazione della Caserma e lampliamento del Museo, essendo entrambi opere di propriet pubblica, cio finanziate con denaro di tutti noi. E ci non soltanto per un atto di giustizia e di democrazia, quanto per un saggio criterio di utilit: utile, infatti, avvalersi di molti bravi professionisti, anche giovani, che in un momento di crisi come lattuale non hanno altro modo di far conoscere le loro idee e le loro capacit; utile fare appello alle migliori intelligenze del Paese per non lasciare inutilizzato e sconosciuto un loro contributo che sarebbe di giovamento per la intera collettivit.

DallArcipelago FINE VITA. PARLARNE Luca Perolo


Questo mio grido, che non di disperazione, ma carico di speranza umana e civile per questo nostro Paese. Piergiorgio Welby, Lettera al Presidente Giorgio Napolitano Voler cambiare ci che ci sta attorno non basta perch succeda. La forza di volont e lintraprendenza sono mezzi utili, ma non sufficienti. 11 metri ha iniziato il suo percorso chiedendosi cosa fosse necessario per agire sulla realt contemporanea e su Milano innanzitutto. La risposta stata semplice da trovare: serve conoscere. Senza accontentarsi dinformazioni parziali, di notizie solo sussurrate in coda ai telegiornali o di argomenti sfruttati superficialmente in salotti televisivi di seconda serata. Conoscere significa avere gli occhi attenti su ci che succede parallelamente alle nostre vite quotidiane, e farne un punto di partenza per il cambiamento. Conoscendo simpara e dallapprendimento sinizia ad agire perch ci in cui crediamo si realizzi in forme concrete. Da questo desiderio sono nati gli incontri che periodicamente 11metri organizza a Milano, e che raccolgono un numero sempre crescente di giovani e non solo, partecipi di quel desiderio di approfondimento e rinnovamento che spesso Milano non sa offrire ai suoi cittadini. Dopo tre incontri sulla Costituzione, dopo aver incontrato i ragazzi iraniani e dopo un incontro dedicato alla libert dinformazione, gli ultimi appuntamenti del calendario 11metri con la partecipazione di SottoLaPanca, gruppo di ragazzi con cui ha scoperto di avere gli stessi obiettivi e che dimostra come lofferta proposta risponda a un bisogno concretamente presente nella citt - sono stati dedicati ai diritti del paziente, alla libert di cura e al testamento biologico. Due incontri dal titolo Curate la mia volont, il 12 e 19 ottobre presso il circolo ARCI Bitte, per sviluppare il tema dal punto di vista dei soggetti capaci e incapaci di intendere e di volere. Ad aprire entrambi gli incontri, testimonianze concrete e di forte valore comunicativo: Mina Welby e Beppino Englaro, esempi di perseveranza e senso civico, che hanno ripercorso le tappe di una lunga battaglia per garantire ai loro cari una libert di scelta che, pur assicurata in via teorica dalla legge, voleva esser loro negata. Ma soprattutto una donna e un uomo che hanno agito per amore del nostro Paese, perch la loro personale e dolorosa vicenda divenisse un momento di svolta perch simili situazioni non potessero ripetersi e colpire altri cittadini italiani. Ad affiancare i due ospiti, 11 metri ha voluto offrire al suo pubblico il sapere professionale di un medico, il Dottor Vesconi (Direttore del Dipartimento Emergenza e della U.O. di Anestesia e Rianimazione dellOspedale Niguarda di Milano), di professori universitari e di avvocati: il Professor Vigano (Ordinario di Diritto Penale presso l'Universit Statale di Milano), la Professoressa DAmico (Avvocato e Ordinario di Diritto Costituzionale presso lUniversit Statale di Milano), lAvvocato Clara (avvocato sostenitore delle iniziative "Hera"). Oltre 700 persone, nel corso delle due serate, hanno potuto assistere a un dibattito dettagliato, che toccasse tutti i punti salienti del tema, perch venisse fatta luce su uno degli articoli pi significativi della nostra Costituzione Italiana. Due serate dedicate alla vita, non alla morte. E al nostro diritto di scegliere su di essa, in ogni momento.

Lettera KAMIKAZE MON AMOUR Riccardo de Benedetti


Parlo per partito preso. il partito di chi nato e vissuto fino agli inizi degli anni Ottanta in via Civitali, la via da dove si mosso il primo kamikaze dellera islamica milanese. Un quartiere popolare animato da innumerevoli sedi di partito, movimenti. Sono stato compagno di scuola alle elementari di Alberto Brasili, ucciso da una banda di fascisti impasticcati in via Mascagni. Potrei raccontare il Sansiretto per pagine e pagine. Unepopea popolare oggi annichilita, ridotta a sagome curve che si trascinano in ciabatte accostando burqa e veli, marocchine emancipate vestite come puttane e macellerie con gli schizzi dei tranci di carne sui vetri. Singolare la fretta nel liquidare la dimensione simbolica del gesto, tutti impegnati a valutarne la gravit, diciamo, cos fattuale, vale a dire pressoch nulla. Ma possiamo dire che le cose stanno in questo modo anche per quanto riguarda il simbolico, che il piano su cui andrebbero davvero letti questi eventi? Singolare disattenzione, in una citt in cui tutto elevato a stato iconico-simbolico, dalla moda allattivit politica, dalle manifestazioni culturali a quelle sindacali. Nel caso del kamikaze, nulla: il fatto e poi basta, smentite sulla matrice qaedista dellevento, attenuazione delle preoccupazioni per eventuali ripetizioni; cane sciolto; isolato ecc. La penso in tuttaltro modo. Sono convinto che il fatto che si sia potuto verificare un evento del genere ponga nella condizione di reiterarlo un numero significativo di appartenenti alla comunit islamica. Condizione


non significa che lo faranno, dico che potrebbero farlo perch lo spazio tecnico-simbolico per il verificarsi di un attentato suicida stato aperto dal Game. Lemulazione, magari supportata da legami, tutti da dimostrare, con realt organizzate qaediste o similari, un effetto ricercato da azioni di questo tipo. La pedagogia del kamikaze sar rozza ma tragicamente efficace. Il falimento tecnico chiama al perfezionamento e alla messa a punto, certo non scoraggia: quello che non riuscito oggi, domani chiss... In ogni caso lo spazio aperto e sar levoluzione della situazione interna alla comunit islamica a determinare i prossimi eventi. Affermo qualcosa di grave: quella discussione, perch sicuramente c una discussione in corso, a determinare cosa accadr e cosa no nella nostra citt. Non siamo certo noi, la cosiddetta societ civile milanese a poter dire la propria in questo genere di cose. I milanesi ne sono esclusi, mi pare evidente. Questo non va bene, soprattutto se da parte di questa stessa societ civile si nutre lillusione che ci troviamo di fronte solo a disagio sociale, a mancata integrazione o simili troppo

temperate considerazioni. Il gesto di Game un gesto politico e Milano non dovrebbe sopportare che ci siano soggetti, pi o meno coordinati tra loro, che impongano azioni politiche di questa natura. Lanalogia con il terrorismo degli anni Settanta non funziona, o meglio, quella era una situazione che confrontata allattuale definisco di totale trasparenza: a San Siro le risoluzioni strategiche delle BR erano nei bar, si leggevano insieme alla Gazzetta dello Sport. Contrastare azioni politiche armate era un compito che, seppur lentamente, il mondo politicosindacale di allora si pose con determinazione. Ma oggi? Se neppure si vuol riconoscere il significato politico-simbolico di un attacco kamikaze in territorio italiano cosa dovremo aspettarci? Ecco, questa gommosit del discorso politico milanese a inquietare. Gommosit bipartisan, perch in definitiva n gli uni n gli altri dei due poli che si contendono legemonia (ma va l!) hanno interesse, per motivi diversi e contrastanti, a leggere politicamente il gesto di Game. Quelli al governo perch dovrebbero ammettere che le politiche securitarie

non sono la risoluzione di alcunch, almeno se condotte nel modo in cui sono condotte attualmente; lopposizione, soprattutto quella culturizzante, perch certificherebbe limpotenza di appelli al dialogo e alla transculturalit che ai destinatari, agli islamici, importano come il due di picche. A meno che, questi discorsi non hanno come destinatario il famoso altro da s che la retorica para e infra filosofica del mantra progressista esige per togliersi lo stigma del possibile razzismo, ma sono fatti come al solito ai soliti, cio al popolo residuale di via Civitali. Il quale si visto il quartiere stravolto e degradato da un numero di popoli almeno pari allincapienza del proprio portafoglio, tanto che mi viene il sospetto (per carit, solo il sospetto) che a un certo punto agli amministratori di questa disgraziata citt sia venuta la buona idea di sostituirsi alle agenzie di viaggio: dal momento che non avete i soldi per andare in Marocco, Algeria, Egitto ecc. ve lo portiamo in casa e con una semplice trattenuta sulle spese di manutenzione delle vostre povere case vi potete gradevolmente aggiornare sulle ultime sure del Corano. Meglio di cos si muore!

Sanit IL COMUNE E IL SISTEMA OSPEDALIERO Giovanni Mele


Il sistema sanitario pubblico di Milano uno tra i pi importanti poli di offerta di servizi sanitari a livello nazionale. Per migliorarne lefficienza il breve governo regionale di centrosinistra (nellormai lontano 1992/93) commission al CERGAS delluniversit Bocconi una ricerca finalizzata a studiare possibili modelli di riferimento per la gestione di gruppi multiospedalieri pubblici a livello internazionale, con lobiettivo di indicarne uno possibile per il coordinamento della rete ospedaliera della Citt di Milano. La ricerca ha analizzato un gran numero di modelli presenti nelle maggiori citt dEuropa (Londra, Parigi, Monaco, Lione), nella citt di New York e nellintero territorio svedese propose per Milano un modello di Azienda unica cittadina che veniva definito NAOMI (Network Aziende Ospedaliere Milano). Successivamente i legislatori regionali non hanno seguito quella indicazione, anzi sono andati in una direzione opposta favorendo di fatto una atomizzazione del sistema che oggi risulta cos composto: - cinque aziende ospedaliere autonome (Niguarda, Fatebenefratelli, S.Paolo, S.Carlo, G.Pini); - una Azienda ospedaliera atipica che raggruppa pezzi degli Istituti Clinici di Perfezionamento, il Buzzi, la Macedonio Melloni, la rete degli ambulatori pubblici presente su tutto il territorio di Milano e (dal gennaio 2009) gli ospedali di Sesto S.Giovanni e Cinisello che erano prima associati ad ospedali della Provincia di Monza-Brianza; - tre Istituti a carattere scientifico (Policlinico, Tumori, Besta) che di fatto dipendono dal Ministero della Sanit. Il solo progetto di razionalizzazione di qualche rilievo stata lincorporazione del settore materno infantile degli ICP (la Mangiagalli e la De Marchi) nel Policlinico accentuando in qualche modo il suo distacco dalla medicina di territorio rappresentata in questo settore dalla rete dei consultori che sono stati ulteriormente ridimensionati e marginalizzati. Mentre per tutti gli ospedali pubblici milanesi si incoraggiata di fatto una ricerca dellautarchia sia nei modelli di gestione che nei meccanismi di ristrutturazione, il settore privato ha fatto e sta facendo scelte di creazione di network, di sperimentazione di modelli gestionali e organizzativi innovativi. Il S.Raffaele ha ampliato enormemente la sua struttura istituendo un


dipartimento di ricerca, inglobando la rete delle cliniche Ville Turro, moltiplicando i presidi di offerta su tutto il territorio cittadino. LHumanitas di Rozzano sta sperimentando un modello innovativo di Azienda Ospedaliera con pochi letti di degenza e una rete amplissima di servizi che lo stanno portando a incorporare altre realt di offerta sanitaria. LIstituto Oncologico Europeo ha potenziato lofferta nel settore della cura dei tumori, il Monzino e la clinica S.Donato stanno di fatto egemonizzando lofferta di qualit nel settore cardiologico prima saldamente nelle mani delle strutture pubbliche. I privati stanno programmando le pi significative operazioni di potenziamento della rete ospedaliera di Milano; oltre alle cose gi ricordate va sottolineato il progetto di creazione del CERBA con lo spostamento del Monzino vicino allo IEO e la creazione in quellarea della Bethesda italiana (peccato che sia praticamente in mezzo alla campagna in una zona assolutamente mal collegata da un punto di vista viario e poco servita da mezzi pubblici). Nessuna delle scelte compiute stata pensata in un contesto adeguato di programmazione urbanistica: il S.Raffaele ha affastellato un gran numero di strutture in modo caotico e disordinato, anche se con il trenino a fune ha migliorato in parte la sua accessibilit e si spera che la sistemazione in corso dellarea intorno alla stazione di Cascina Gobba la migliori ulteriormente.

Anche per il Monzino lipotesi ventilata di una sua possibile ricollocazione nello stesso territorio recuperando lecomostro adiacente alla struttura non stato possibile verificarla in nessun contesto, anche se avrebbe potuto contribuire al risanamento complessivo della zona di Ponte Lambro. In ogni caso il privato sta dimostrando grande dinamismo mentre il pubblico si finora limitato alla sola operazione del Policlinico: anche qui siamo in presenza di una ristrutturazione infinita e caotica non essendo stato possibile impostare un programma di razionalizzazione che ne prevedesse il decentramento con collegamenti viabilistici e di mezzi pubblici adeguati. Lunica operazione pubblica comparabile con quanto gi programmato o attuato dai privati quella che prevede la creazione di un polo pubblico che unifichi lospedale Sacco con lIstituto dei Tumori e il Besta. Anche in questo caso andrebbe prima programmato un potenziamento dellaccessibilit dellarea prevedendo larrivo di una linea metropolitana. In ogni caso il piano di fattibilit sembra ancora di l da venire e soprattutto sembrano sfumati i fondi INAIL con i quali avrebbe dovuto essere finanziata lopera. In ogni caso trattandosi di una scelta strategica di questa rilevanza, la Regione dovrebbe farsi carico con maggiore determinazione di questo importante progetto che potrebbe essere finanziato alienando le attuali strutture di Tumori e Besta da cedere al sistema universitario come era previsto nel progetto che trasferiva il Besta alla Bicocca e trovando almeno le stesse risorse economiche che si sono trovate per ospedali assai meno strategici nella programmazione regionale. Una decisione urgente almeno per il Besta che a fronte di una rete di specialisti di livello mondiale nel campo delle neuroscienze condannato ad avere una rete di degenza ancora degli anni 30. Di queste questioni non si discute pi quasi in nessuna sede, mentre importante approfondirle per fare della citt di Milano un centro di innovazione che il coordinamento adeguato della sua struttura ospedaliera pubblica e una corretta collaborazione tra pubblico e privato pu garantire. E non serve lobiezione che il comune non avrebbe competenze in materia sanitaria: quando ha voluto Milano ha conquistato un ruolo anche in questo campo aderendo al circuito Citt Sane dellorganizzazione mondiale della sanit o avviando un progetto di Centro Unico di prenotazione sperimentato con successo dalla citt di Bologna. Parlando seriamente di federalismo va detto che in tutte le grandi citt europee il sistema sanitario governato dalle municipalit: lindifferenza del Comune di Milano rispetto a questi temi disarmante e non pu essere accettata o passata sotto silenzio, anche perch non accompagnata da un attenzione adeguata ai servizi socio-sanitari territoriali che sono ancora pi carenti della rete ospedaliera e meritano un approfondimento a parte.

Scuola e Universit LA RISPOSTA GIUSTA: ISOLARE! Vincenzo Viola


A scuola linsegnante fa le domande e gli studenti devono dare le risposte. Se sono giuste tutto va a gonfie vele, ma se lalunno non sa rispondere vuol dire che non preparato a dovere e quindi non merita la sufficienza. un meccanismo consolidato, un po vecchiotto e a volte un po rigido (se uno si emoziona non risponde, ma magari la risposta la sapeva) ma che funziona sempre: non solo nella scuola, ma anche, chiaro, nel senso comune. Questa volta, non c niente da dire, gli studenti hanno dato la risposta giusta e meritano di essere promossi a pieni voti. Ma chi sono questi studenti cos pronti e volonterosi? Sono i cittadini stranieri che risiedono a Milano e che in grandissimo numero si sono iscritti e stanno frequentando corsi per imparare la lingua italiana. Sono coloro che fanno i lavori pi faticosi, che hanno gli orari di lavoro pi lunghi (di solito fuori da ogni norma di tutela), che molto spesso non sono in regola con i permessi perch la legge e la burocrazia italiana, volutamente lenta e inefficiente, non permettono loro di regolarizzarsi in tempi decenti. Al bisogno di integrazione civile e culturale hanno risposto in ben 12.000, uomini, donne di tutte le et, provenienti da ogni Paese, dedicando allo studio ore di riposo e ore serali, spesso coinvolgendo altri membri della famiglia, anche i pi piccoli: quante mamme siedono sui banchi con i lattanti in braccio! Collaborano a questo impegno alcune strutture pubbliche e un esercito di volontari, attivi da tempo


nelle parrocchie e nelle associazioni di vario tipo, ma anche organizzati in piccoli gruppi e pronti a svolgere le lezioni in appartamenti privati, in spazi limitati. Anche questa una bella risposta, soprattutto se data in una citt come Milano, dove i comportamenti xenofobi, anche esplicitamente violenti, sono allordine del giorno e dove lo sfruttamento della manodopera clandestina raggiunge livelli intollerabili. La risposta degli immigrati (e dei volontari) esemplare. Ma chi ha posto la domanda? Forse la pubblica amministrazione o il mondo politico? Certo, non mancano assessori, sindaci, uomini di governo che chiedono a ogni pi sospinto di verificare le competenze linguistiche e culturali degli immigrati e addirittura qualche pubblico ufficiale della nostra regione

ha ritenuto suo diritto negare la celebrazione di un matrimonio a chi non sa parlare e scrivere bene litaliano o non conosce la storia locale. Forse costoro hanno il merito di aver posto la domanda giusta? No di certo, perch costoro esprimono una serie di richieste senza fornire gli strumenti adeguati, ma con un unico obiettivo: isolare, allontanare, escludere, sempre e solamente escludere. Essi sono coloro che vogliono tenere gli stranieri, ragazzi e adulti, lontano dalla scuola; se proprio devono essere ammessi vadano in classi ghetto, se poi sono figli di clandestini siano denunciati e appena hanno concluso lobbligo siano allontanati, cacciati, privati del diritto fondamentale allistruzione e alla formazione al lavoro. Coloro che la pensano in questo modo hanno un concetto di scuola, storia, tradizione arido e improduttivo, un vecchiume che difendono con una logica da Fort Apache: una logica sicuramente perdente, che allontana sempre pi lItalia da un contesto di modernit aperto e dinamico. Nulla a che vedere, dunque, con lesigenza di apertura e dinclusione che viene dalle 12.000 iscrizioni ai corsi di lingua e di cultura italiana: anzi le richieste dei ferrei custodi dell identit italiana sono proprio in antitesi ad essa. Invece la domanda giusta che dobbiamo porci questa: perch mai gli esseri umani dovrebbero essere discriminati sulla base del loro luogo di origine e di provenienza? Chi non sa dare a questa domanda una risposta corretta , senza attenuanti, bocciato in civilt.

Architettura MILANO UN BICCHIERE MEZZO VUOTO: LARGO S. MARGHERITA Gianni Zenoni


Lo slargo formato tra le vie Tommaso Grossi, Mengoni e S.Margherita, noto per ospitare il monumento a Carlo Cattaneo, gode di formidabili fondali urbani: la testata ovest della Galleria, la Scala e le piazze Cordusio, Duomo e Mercanti. Le cortine edilizie che lo circondano, sedi centrali delle pi importanti Banche di Milano, sono formate da dignitosi e ben manutenuti edifici. Lo slargo anche punto centrale di percorsi pedonali: Galleria-P.Cordusio, P. Duomo-P.Scala e P.Mercanti-P.Scala. Le fermate dei mezzi di trasporto di superficie in sede propria di via Tommaso Grossi sono tra le pi utilizzate per laccesso al Centro Storico e le due fermate della Metropolitana Duomo e Cordusio si raggiungono in pochi minuti. Questo per dire che il sito non affatto marginale ed il suo traffico pedonale sostenuto. Ci sarebbero tutti i presupposti perch si possa considerare uno spazio interessante al centro dellarcipelago delle piazze pedonalizzate, S. Fedele, Scala, Cordusio, Mercanti e Duomo. Ebbene, un sito cos promettente, uno spazio cos strategico per questa zona della citt stato invece, volutamente, trasformato in uno squallido parcheggio organizzato, dove si ammucchiano tutti i giorni pi di un centinaio di motoveicoli. Un parcheggio allaperto a cento metri dalla Scala, da piazza del Duomo, da piazza Mercanti siti che ospitano i pi importanti edifici storici di Milano, sulluscita ovest della Galleria e tuttattorno al monumento a Carlo Cattaneo. Ma anche in questa situazione , come per i ponti in ferro sui Navigli ricoperti dalla pubblicit o per la fontana di P. San Babila, clone di quella di Sondrio, tutto ci che imbruttisce o umilia la citt passa sotto silenzio, e anche gli opinion-makers del buon gusto e dello stile che imperversano su media e nei convegni non si fanno vivi. Le grandi banche che si affacciano su questo slargo, poi, sono probabilmente pi sensibili al parcheggio dei loro dipendenti (ostinati reticenti alluso del mezzo di trasporto pubblico) che alla dignit urbana dello spazio sul quale si affacciano i loro uffici. Ma ancora pi sconcertante che a poche decine di metri si affaccino gli uffici della ripartizione Comunale dellArredo Decoro Urbano e Verde che, avallando questa squallida situazione, leva ogni dubbio sulle tante ristrutturazioni di spazi pubblici che hanno sollevato perplessit sulle effettive capacit di questo Settore della Pubblica Amministrazione di gestire il disegno urbano della citt. E anche inutile sperare in un intervento della Soprintendenza ai Monumenti, con la sua sede a 200 metri di distanza, quando non vede il retro incompleto della chiesa di S. Fedele ma obbliga larch. Botta a rovinare la purezza della torre scenica della Scala e la sua delicata illuminazione notturna, con il mantenimento di una superfetazione di nessun valore Storico. Milano ha un Centro Storico dignitoso, ma non affascinante come molte altre citt italiane, e non si pu permettere assolutamente il lusso di sprecare le poche occasioni, che presenta lambiente urbano, di migliorare il suo aspetto. Viene anche confermata la recente tendenza a sottovalutare la memoria storica della citt, emersa nella realizzazione del monumento a Montanelli collocato a quota zero e confinato in un punto ben poco cospicuo dei Giardini Pubblici di via Palestro. In linea con questa tendenza, qui evidente il poco rispetto a Carlo Cattaneo che gli nega una civile sistemazione dello spazio al piede del monumento, trasformato in uno sporco parcheggio per motoveicoli che impedisce perfino lavvicinamento del turista che vuole leggere lepitaffio.

Societ AMBROSOLI, MILANO E LA BELLEZZA DELLA LEGALITA Martino Liva


Tra le molte figure che hanno dato lustro alla storia della nostra citt, indubbiamente spicca quella di Giorgio Ambrosoli, avvocato milanese e liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona. La sua storia nota. Per aver compiuto sino allultimo il suo dovere restando fedele alla legge e alla propria coscienza fu assassinato dalla mafia politica, a Milano, di fronte a casa, la sera dell11 luglio del 1979. Questanno ricorrono trentanni da quella triste data e Ambrosoli, da avvocato n oscuro n famoso, divenuto leroe borghese di cui scrisse Stajano nel libro del 1991, un esempio di cittadinanza attiva capace di subordinare il proprio quieto vivere ai valori di libert e legalit. Come scrisse in una lettera alla moglie, scelse di far politica in nome dello stato, per il paese e non per i partiti, sapendo che la sua intransigenza sul rispetto delle regole non lo avrebbe circondato di amici o alleati. Troppo spesso forse non stato reso il giusto omaggio a questo eroe borghese ma Il trentesimo anniversario del suo assassinio e luscita di Qualunque cosa succeda, libro di Umberto, terzogenito di Giorgio e Annalori Ambrosoli, hanno finalmente fatto riscoprire ai giovani milanesi la bellezza della legalit e la storia di un uomo che non voleva certo essere un eroe, ma solo adempiere seriamente e moralmente lincarico pubblico di commissario liquidatore che aveva ricevuto dalla Banca dItalia. La scorsa settimana Milano ha voluto idealmente abbracciare tutta la famiglia Ambrosoli (presente al Teatro Dal Verme) in occasione di un concerto dedicato allavvocato. Nellintrodurre la serata, il direttore del Corriere Ferruccio De Bortoli ha ricordato come la nostra citt abbia il dovere civile di fare memoria di questo cittadino esemplare. In questi casi, infatti, la memoria diviene strumento essenziale per tramandare alle giovani generazioni delle storie di valore. In particolare, quella di Ambrosoli, un patrimonio da conservare nel tentativo di poterla imitare. La sua vicenda ci ricorda che qualsiasi serio cittadino e professionista pu ergersi come baluardo contro il degrado sociale, e che ciascuno di noi, partendo dai piccoli gesti pu riscoprire limportanza delle regole. Seguire Ambrosoli significa anche, banalmente, non parcheggiare in seconda fila, farsi dare uno scontrino, emettere una fattura o pagare il biglietto del tram. A pensarci bene, i valori che ispiravano lazione di Ambrosoli (onest, senso di responsabilit, rispetto delle regole) dovrebbero essere la base comune su cui si costruisce uno stato di diritto, sostrato della collettivit ed scioccante apprendere che laver seguito e difeso quei valori sia stato considerato un atto rivoluzionario, sovversivo, degno di un truce assassinio. In un paese cos insofferente alle regole la figura di Ambrosoli e la sua testimonianza sono ancora fortemente attuali. Nel suo diario lavvocato scriveva: Sindona non lo ritengo uneccezione. Di Sindona probabilmente ce ne qualcuno ancora in giro: cambi il nome, cambi la faccia ma la sostanza rimane. Quanti sono ancora oggi i Sindona in circolazione? Quanti sono ancora quelli che raggiunta una determinata posizione di potere si ritengono al di sopra della legge, della morale e dellonest? Nel finale del libro di Umberto Ambrosoli c una frase affascinante: Il mondo in una certa misura, va nella direzione in cui noi vogliamo che vada. Ciascuno di noi responsabile per qualche grado di questa direzione. Suo padre scelse trentanni di spendersi in prima persona e senza titubanze verso una via ben precisa. Oggi bene ripartire anche dai sui gesti per ritrovare quella direzione. Milano, la citt dove Ambrosoli nacque, studi, lavor e venne ucciso per prima chiamata a promuovere il suo messaggio e a testimoniare la bellezza della legalit. Sarebbe un modo per iniziare a essere capitale morale nei fatti e non solo in qualche discorso.

Urbanistica BONIFICHE. LE VICENDE DI SANTA GIULIA E PIOLTELLO Mario De Gaspari


Non certo che tutto cominci nel 2002, ma senza dubbio quello un anno importante per chi sinteressa di bonifiche ambientali. Ed un anno importante per la valorizzazione immobiliare: lanno del Collegato verde, un provvedimento che riguarda appunto lambiente. Larticolo 12 che rivede tutta la procedura in materia di bonifiche. Queste dora in avanti spetteranno ai privati, che potranno sfruttare le capacit edificatorie dei terreni inquinati e accollarsi lonere della bonifica utilizzando parte del plusvalore generato dallintervento. La responsabilit di coloro che hanno provocato il danno ambientale mantenuta, ma chi ha capacit dinvestimento e progetti pu proporsi, farsi assegnare larea dal comune, bonificare e costruire. I siti da recuperare, quelli dinteresse nazionale, inseriti nella norma, sono pochi, ma di grandi dimensioni e le bonifiche molto costose. Dati la scarsit di risorse pubbliche e gli alti costi delle bonifiche, la normativa sembra ragionevole. In sostanza si tratta di trovare una via duscita a un problema per il quale le vecchie procedure pubbliche sono ormai considerate lente, burocratiche e, in sostanza, inefficaci. Il collegato ci mette un po a dispiegare i suoi effetti, perch pochi intuiscono immediatamente il mutamento


di prospettiva: da problema ambientale pubblico i siti inquinati diventano opportunit urbanistica e finanziaria privata. Il tema da questo momento non pi il progetto di bonifica, ma il progetto edificatorio, o meglio, il piano finanziario. La bonifica viene a essere considerata, in buona sostanza, unopera collaterale, a scomputo. Con qualche vantaggio non trascurabile per coloro che si avventurano in questi progetti. Peraltro le risorse pubbliche continuano a scarseggiare e le aree inquinate ad aumentare: il primo anno i siti inquinati considerati dinteresse nazionali sono meno di dieci, con gli anni arriveranno a superare il centinaio. Per operare nel settore, naturalmente, occorre una partnership con una societ specializzata. Prendiamo il caso della SADI spa. SADI sta per Societ Arti Decorative Interne. Fondata nel 1908, ha sede a Vicenza. unazienda di successo, grazie soprattutto alla flessibilit e capacit di produrre materiali adatti a ogni struttura ed esigenza decorativa nelledilizia civile e nel settore navale. Nel secondo dopoguerra, alla storica produzione di stucchi decorativi, SADI affianca quella di controsoffitti, pavimenti galleggianti, pannelli acustici ecc. Nel settore dei controsoffitti, in particolare, lazienda di Vicenza leader assoluto. Produce anche pannelli metallici decorati, segnaletica, componenti varie per il settore civile e navale. La SADI una gran bella azienda. Nel 96 si struttura per eseguire le bonifiche da amianto e acquisisce una societ specializzata. Nel 97 quotata alla borsa di Milano. Pannelli, facciate, pavimenti e controsoffitti restano il core business. La svolta avviene nel 2005, con la sottoscrizione di una lettera dintenti con la Green Holding, la S.p.a. di Giuseppe Grossi, azienda italiana leader nel settore ambientale, al fine di valutare la fattibilit di unintegrazione delle attivit condotte da SADI e quelle di Servizi Industriali SpA, societ, quest'ultima, controllata da Green Holding. La fusione, per incorporazione della Servizi Industriali in SADI avverr il 26 marzo del 2006. Nel 2007 si cambia anche ragione sociale: SADI SERVIZI INDUSTRIALI. Negli ultimi mesi del 2005 per era successo qualcosa. Un comunicato di Sopaf del 26 ottobre d notizia dellacquisto da parte della controlla-

ta IDA srl del 26% di SADI. Si tratta di una delle tante operazioni della finanziaria finalizzate ad accelerare il processo di creazione del valore. Lobbiettivo dichiarato di giungere entro fine anno allacquisizione dellintero pacchetto azionario attraverso la promozione di unOPA. La scelta di Sopaf di puntare su Sadi per entrare nel business del trattamento dei rifiuti industriali non casuale. Oltre alla presenza consolidata in un settore estremamente frammentato, spiega Giorgio Magnoni, la carta in pi della societ vicentina rappresentata dal fatto di essere quotata in borsa. La trasparenza dovuta al fatto di essere quotati rappresenta un punto di forza in un settore caratterizzato da una legislazione estremamente rigorosa. Beh certo la trasparenza e il rigore prima di tutto! Ne vedremo delle belle. In realt lOPA non ci sar e alla fine di marzo del 2006 Sopaf comunica la definitiva rinuncia abbassando anche la propria partecipazione in SADI al 3%. La vicenda di Santa Giulia, finita nelle mani della magistratura, nasce nel mondo della finanza, non sui camion che trasportano i rifiuti. Carceri e tribunali sembrano il terminale naturale di queste avventure. Santa Giulia si portata appresso la vicenda del polo chimico di Pioltello, nellest milanese, e delle aree Falck di Sesto San Giovanni. Stessi impresari, stessi metodi. Per c anche lo storia terribile dei rifiuti affondati con le navi, linchiesta sulla Campania ecc. Altri impresari, altri metodi. Non ci interessa qui fare cronaca scandalistica. Ci preme, invece, sottolineare come tutto derivi sempre dallopinione, mai espressa ma sempre implicita, che dal suolo si possa produrre tutta la ricchezza che si vuole: sufficiente aumentare le volumetrie edificabili o, nei casi in cui ci sono di mezzo le bonifiche, gonfiarne i costi per poi tradurli, ovviamente, in volumetrie edificabili. Insieme a Santa Giulia abbiamo citato Pioltello. Anche qui c una bonifica da fare e un costo da trasformare in volumi. Qualcuno per non ci sta. Nel caso unazienda del territorio vicina di casa di quella responsabile del danno ambientale. Prendiamo alcuni brani del ricorso che questa ha presentato al TAR della Lombardia. Premesso che il prezzo in s di compravendita del cespite ipotizzato pari a zero, () il valore dellarea, una volta ultimata la riqualificazione secondo le previsioni dellaccordo di programma, sar di circa euro 94.000.000. () i costi di bonifica stimati dalla Societ ammontano a circa euro 120.000.000. evidente che questi due valori sono le uniche variabili sottostanti allequilibrio economico dellintera operazione: il vantaggio per chi interviene determinato dalla differenza positiva tra il valore urbanistico dellarea e i costi passivi della bonifica. Qui, invece, ci sarebbero ben 26.000.000 di minusvalenza. Difficile da spiegare. E, infatti, sostiene la ricorrente, Gi questa notizia sarebbe da sola sufficiente a far dubitare fortemente della congruit della stima: per di pi il parere richiesto dalla ricorrente circa leffettiva consistenza degli oneri di bonifica che dovr sostenere T.R. Estate Due ha fatto emergere che il preventivo indicato nel progetto della cointeressata fondato su unanalisi delle attivit da porre in essere che definire lacunoso persino eufemistico e che, in ogni caso, largamente sovradimensionato, visto (che) i costi reali di ripristino ambientale non potranno superare la cifra di circa euro 40.000.000 / 50.000.000. () Una volta scelta la via della trattativa privata, sarebbe stato lecito perlomeno attendersi che i dati tecnico-economici di fondo dellintervento fossero approfonditi dalle amministrazioni procedenti con la massima attenzione, senza dare per buone le stime fornite dalloperatore privato (il cui interesse, ovviamente, di far apparire i costi di bonifica molto pi consistenti di quelli reali al fine di ridurre lentit dellesborso residuo in numerario a suo carico). La leggerezza con cui le amministrazioni competenti hanno proceduto a verificare lattendibilit delle ipotesi prospettate dalla cointeressata davvero lampante (basti pensare che il progetto stato presentato il 29 dicembre 2006 e approvato l8 gennaio 2007, vale a dire solo 10 giorni dopo; e si era in periodo festivo ). Ma, soprattutto, quel che pi conta che le stime contenute nel progetto di T.R. Estate Due () sono sovradimensionate in una misura davvero ingiustificata, che supera abbondantemente la fisiologica soglia di opinabilit di ogni valutazione di situazioni complesse.. (Dal ricorso presentato da Societ Air Liquide Italia Produzione s.r.l. al Tar della Lombardia il 571272008).


proprio cos! Se si trovato il modo di creare soldi dal nulla, perch accontentarsi di poco? E perch perdere tempo a studiare montagne di carte? Tanto, in fin dei conti, nessuno deve pagare niente: saranno i volumi, o i cubi, a pareggiare i conti. Saranno

nuove case di lusso o, con pi probabilit, altri centri commerciali. Cos anche in tempi di crisi si pu provare a dar fiato alla bolla. Laspetto giudiziario e penale di queste vicende, come detto, quello che ci interessa di meno. Ci preme invece molto sottolineare come anche la finanziarizzazione delle bonifiche serva egregiamente alla speculazione immobiliare.


Approfondimenti I GUAI DELLE AREE ROGOREDO/SANTA GIULIA E LE CONVENZIONI DISATTESE. Emilio Vimercati

I programmi edilizi di Rogoredo hanno una storia chiacchierata. In pi si aggiungono le recenti cronache relative a questioni di presunte operazioni di riciclaggio finanziario riguardanti imprese specializzate in interventi di bonifica che hanno operato anche sullarea ex Montecity. Nei primi anni 90 la lottizzazione fu interessata dalla cosiddetta madre di tutte le tangenti di cui al processo Craxi/Garofano: larea su cui era presente la Montedison di Gardini/Ferruzzi fu venduta allimmobiliarista romano Bonifaci, poi retrocessa, e fu trasformata con una variante al piano regolatore da industriale a funzioni terziarie, commerciali, residenziali, laddove in precedenza si prevedeva invece lo spostamento del Policlinico. Dal 1987, quando si verific la dismissione degli impianti, le aree Montedison sono passate da Sviluppo Linate alla Risanamento del Gruppo Zunino e quelle della Redaelli prima a Citt 2000 e poi allo stesso Zunino e il progetto unificato da Montecity diventato Santa Giulia. Sono passati 22 anni ma i problemi di bonifica, oltre a quelli dello sviluppo immobiliare incappati in un periodo di crisi, hanno da sempre rallentato lesecuzione dei lavori tanto che non c pi traccia di molti degli annunciati insediamenti: il centro commerciale Esselunga, Feltrinelli, la nuova Rinascente, il cinema multisala, un albergo e la grande funzione urbana ovvero il Centro Congressi da 8.000 posti. Per la bonifica i problemi erano rappresentati dalle scorie dellex Acciaerie Redaelli e da quelle chimiche tossiche della Montedison: qui si producevano vernici, solventi e il famigerato insetticida DDT, quello che si spargeva col Flit. Su unarea industriale dismessa di 1.200.000 mq la pi estesa riqualificazione a livello europeo prevedeva il pi grande parco di Milano di circa 330.000 mq. Per ora sono stati realizzati gli uffici di Sky e le quote, gi in Piano di Zona ex 167, di edilizia convenzionata costruite dalle cooperative, con grande disappunto degli abitanti che vivono senza i servizi promessi, senza infrastrutture e tra cantieri abbandonati. Il comparto insediativo comprende anche le ex aree del Consorzio Navigabile Milano Cremona Po, in precedenza affittate allex Ausimont/Montedison, per 126.889 mq che nel 2001 sono divenute di propriet dello stesso operatore Bonaparte/Risanamento, unico partecipante alla gara di vendita, aggiudicate al prezzo minimo della base dasta (15 ml di euro, pari a 118 euro/mq di area edificabile), mentre il Comune di Milano che aveva la facolt di esercitare il diritto di prelazione, rinunci. Decisioni e prezzi che rimangono inspiegabili. Di contro nel 2002 il Comune decide, senza gara, come suo diritto, di acquistare 3.500.000 mq di aree di propriet del Consorzio in quel di Porto di Mare destinate a verde e servizi. Prezzo stimato 57 ml di euro, 16 euro a mq, di cui ne paga solo 25 ml scontando debiti pregressi del Consorzio. Se avesse acquistato anche le precedenti aree a 16 euro e poi le avesse rivendute, come avvenuto, a 118 euro, come minimo il Comune incassava 12 ml di euro di differenza in pi. E in un mercato serio si poteva fare anche meglio. LAccordo di Programma Montecity Rogoredo stato sottoscritto da Comune di Milano e Regione Lombardia il 4 giugno 2004 per lattuazione del PII, programma integrato di intervento, la cui convenzione disciplina le prescrizioni/raccomandazioni per le questioni ambientali dettate dallARPA e le modalit di esecuzione degli interventi di bonifica e di monitoraggio per un periodo di 10 anni delle aree messe in sicurezza, costituendo altres un Collegio di vigilanza e attivit di controllo e prevedendo le penalit per leventuale inadempimento degli obblighi convenzionali. Finora sulla certificazione della buona esecuzione della bonifica la Regione nel Consiglio del 27 ottobre 09 si dichiarata incompetente specificando che la verifica delle operazioni in capo al Comune di Milano. Nella stessa seduta emerso che la Giunta regionale su proposta del Presidente Formigoni con delibera dell11 giugno 2009, al fine di evitare di pagare una multa comminata dalla Corte di Giustizia europea nel 2004, ha stanziato 44 milioni di euro per una societ del Gruppo Grossi, lo stesso che ha eseguito la bonifica a Montecity/Santa Giulia, per accelerare i lavori finalizzati alla bonifica delle aree di Sesto San Giovanni ex Falck, Pioltello/Rodano ex Sisas, Milano/Bovisa e Cerro al Lambro, molte nellorbita dellimpero Zunino. A breve il Tribunale fallimentare si dovr pronunciare sul futuro delle casse di Risanamento e sulla solidit di eventuali salvataggi da parte delle Banche creditrici. Tutto ci mentre linchiesta su alcune presunte false fatturazioni delle aziende di Grossi, attive nei lavori di bonifica sulle aree di Zunino, ha coinvolto la moglie dellex assessore lombardo Abelli, sui cui conti pare transitassero ingenti somme scambiate con il Grossi. Un giro di affari inquietante. A Milano i grandi progetti urbanistici sono preda dellambizione dei politici e dellavidit degli operatori:

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limperativo far soldi ad ogni costo e non c da meravigliarsi se poi si finisce in via Freguglia. Consenso dei cittadini e bene pubblico servono solo per gli annunci di propaganda. Ecco un esempio. A Montecity/Santa Giulia gli accordi convenzionali, da ultimare in 10 anni, prevedono le seguenti realizzazioni qui integralmente riportate: - mq 13.665 di s.l.p. di competenza del Comune di Milano destinati ad interventi di edilizia residenziale pubblica, e cessione gratuita da parte delloperatore; - nuova funzione urbana di rilevanza strategica costituita dal Centro Congressi per una s.l.p. di mq. 32.000 da cedere gratuitamente al Comune di Milano; - reti tecnologiche di urbanizzazione primaria e le opere stradali necessarie per il corretto assetto viabilistico allinterno dellambito urbano interessato dal P.I.I. e nel rapporto con lintorno, acquisendo altres le aree necessarie per la realizzazione, a cura del Comune di Milano, del prolungamento della strada statale Paullese; - parco pubblico e un sistema integrato di verde attrezzato e di piazze e

percorsi pedonali per una superficie complessiva di mq 504.954; - strutture di standard qualitativo destinate allinsediamento dei seguenti servizi pubblici o di interesse pubblico generale: asilo nido/scuola materna s.l.p. mq 1.140, cessione gratuita al Comune di Milano; residenza socio sanitaria per persone disabili RSD s.l.p. mq 5.145 a gestione privata convenzionata; residenza temporanea universitaria s.l.p. mq 52.000 a gestione privata convenzionata; centro civico s.l.p. mq 1.400; parcheggi pubblici e privati al servizio delle infrastrutture e degli insediamenti pubblici e privati previsti; corresponsione al Comune di Milano di contributi per complessivi Euro 21.312.940,35 per lesecuzione dinterventi urbanizzativi di competenza comunale (ristrutturazione scuola di via Sordello, realizzazione sottopasso di via Toffetti, realizzazione tramvia di collegamento fra la stazione Rogoredo-Centro Congressi e viale Ungheria, realizzazione svincolo via Mecenate, via Bonfadini, Tangenziale Est). Questo elenco, incompiuto, la prova che nelle convenzioni si pu scrivere di tutto pur di conseguire un titolo, poi si vedr. Cos per il Centro Congressi a Montecity, per la Biblioteca Europea sullarea di Coppola/Zunino a Porta Vittoria, per la Citt della Moda al Garibaldi/Repubblica, per il Museo dArte Contemporanea a Citylife, un sopravvalutato Teatro Arcimboldi alla Bicocca, il Museo del Presente e un irrealizzabile nuovo Politecnico a Bovisa, un Expo gi ridimensionato, e poi strade, servizi, verde, ecc. Non solo le opere pubbliche non sono mai contestuali con quelle private ma gli obblighi convenzionali non subiscono alcun riscontro, n vi sono uffici preposti a questo, n si applicano eventuali sanzioni. Le convenienze degli operatori furbi hanno la precedenza, quelle dei cittadini onesti che pagano in anticipo i servizi promessi sono destinate a rimanere nei libri dei sogni. Mettiamole almeno sullo stesso piano. Se il PGT stabilisse regole precise in questo senso sarebbe gi un successo. Se poi il malcostume degli accordi illeciti tra politica e affari non fosse scambiato per sviluppo saremmo tutti un po pi felici.

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Lettera di ASSOCONSUMATORI SUL VACCINO
Scrive la Linfluenza A continua a mietere vittime a Napoli. Il 57% dei morti sono napoletani. Quante vaccinazioni sono state effettuate in Campania, a oggi? Certamente la Regione non dispone delle 380.000 dosi che da stamattina vengono utilizzate in Lombardia, Regione in testa alla classifica delle virtuose. Noi lo temevamo ed successo. La gestione regionale della pandemia porta a queste incredibili disomogeneit. Per non vale la pena di agitarsi. Il vero vaccino specifico contro linfluenza suina, preparato dalla Sanofi Pasteur, attende ancora lautorizzazione al commercio dallAgenzia americana del farmaco, FDA. Negli Stati Uniti per ora ci si vaccina con virus vivo pandemico attenuato (spray nasale) FLUMIST, prodotto da MedImmune di AstraZeneca, mix di virus A e B. D'altronde la FDA non ha approvato il Focetria (Novartis) utilizzato nel nostro Paese, forse perch contiene squalene che sospettato di causare disturbi neurologici di natura autoimmune, come encefalo mieliti, sindrome di Guillain Barr o sindrome della Guerra del Golfo (militari fuori di testa). Dei tre vaccini approvati dallEmea (Agenzia europea per il farmaco): Focetria (usato da noi ma non approvato in Svizzera ed USA, Pandemrix e Celvapan, solo questultimo non contiene squalene. Su quale base in Italia stato scelto il Focetria? Dov il contratto fra Ministero della Salute e Novartis casa produttrice del Focetria su cui ci risulta che neanche la Corte dei Conti (cfr. allegato) sarebbe riuscita a dare unocchiata? E opportuno o no fare un vaccino NON specifico, secondo qualcuno non immune da controindicazioni, eppoi a macchia di leopardo sul territorio nazionale? Centra qualcosa il Focetria con lH1N1 e se s, perche negli Stati Uniti, in Svizzera e in altre contrade del Nord Europa NON VIENE UTILIZZATO? Signori del Ministero della Salute e dellAIFA: non scherziamo con la salute degli italiani!

Lettera di MAURIZIO DE CARO SULLORDINE DEGLI ARCHITETTI


Caro direttore, vedo che Arcipelagomilano si occupa molto di Architettura ed ha attenzione per mondo degli architetti. Poco si sente parlare del rinnovo degli organismi statutari e credo che sia un argomento degno dinteresse anche per il tuo giornale. Io mi sono candidato alla Presidenza dellOrdine degli Architetti della Provincia di Milano, perch mi piacerebbe vedere pi del 7% dei colleghi votare (solo mille architetti su 15.000). Mille votanti (e trecento per diventare Presidente) sono bastati per eleggere un consiglio che a tutti gli effetti costa moltissimo (oltre due milioni di euro lanno) e non rappresenta nessuno. Mi piacerebbe sentire una voce difforme dal coro, nel panorama monocorde e monotono del progetto e della pianificazione urbana, della nostra Provincia. Voglio dare voce, magari stonata, a unistituzione storicamente afona. E vero che lOrdine ha solo funzioni di magistratura della professione (sei laureato?hai carichi pendenti?e poche altre piccole cose) dunque potrebbe ridimensionarsi, ridursi (oltre trentacinque dipendenti e una sede faraonica in via Solferino), e cominciare a diventare altro, nel rispetto delle leggi vigenti: meno ordine e pi fondazione. Che significa meno funzioni obbligatorie a carico dellOrdine e pi funzioni non obbligatorie (e a pagamento) per la nuova Fondazione. AL: un giornale di carta che viene obbligatoriamente inviato e pagato dagli iscritti verr cancellato in favore di una comunicazione digitale interattiva consona ai tempi contemporanei. Degli iscritti gran parte non sapeva neppure che era in corso il rinnovo del Consiglio, alcuni non conoscevano la sede e quasi diecimila non avevano mai votato. Non ti sembrano argomentazioni sufficienti per consigliare di cambiare tono, registro e linguaggi?ma purtroppo sono solo un piccolo trailer del disastro esistente. A quanti continuano a proporre la solita minestra opponiamo facce ma, soprattutto, idee nuove, pochi mezzi e tanta passione. Non useremo i corsi di formazione e le serate a tema durante la campagna elettorale. La nostra lista Professione: Architetto?se non riuscir ad avere la maggioranza dei consiglieri uscir del consiglio con i suoi eventuali eletti.


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RUBRICHE
MUSICA Questa rubrica curata da Paolo Viola MUSICA SACRA A MILANO
E molto curioso che nel giro di pochi mesi, fra Scala e Auditorium, ci vengano proposte ben tre versioni della Messa da Requiem di Verdi - per anni era scomparsa dalle sale milanesi - e che nello stesso periodo rispunti pure la Missa Solemnis beethoveniana, anchessa latitante da anni, riascoltata sia a Milano (in San Marco per il festival MI.TO) diretta da Xian Zhang che a Roma (per linaugurazione della stagione sinfonica di Santa Cecilia, nel bellAuditorium di Renzo Piano) diretta da Antonio Pappano. Curioso ma anche molto interessante, specialmente lopera di Verdi riascoltata in questi giorni per la seconda volta allAuditorium dopo lesecuzione di otto mesi fa diretta da Wayne Marshall, di cui abbiamo dato conto con una recensione del 26 febbraio su questo stesso foglio. Questa ripresa stata invece interpretata da Xiang Zhang, da poco nominata direttore stabile dellOrchestra Verdi e dunque allinizio della sua prima stagione sinfonica milanese, mentre alla Scala, a fine novembre, sar diretta da Daniel Barenboim (e ci ripromettiamo di riferirne come per le altre). Come vedete, dunque, unopera che pi italiana non si pu, scritta da Verdi per la morte del Manzoni - vale a dire dal nostro massimo compositore per il nostro massimo scrittore.. nella stessa citt in cui lopera nacque e venne eseguita per il primo anniversario della morte di Don Lisander viene questanno proposta nellinterpretazione di un anglo-caraibico, di una cinese e di un argentinoisraeliano. Vien voglia di dire magnifico! Ci siamo finalmente sprovincializzati, siamo immersi nella cultura internazionale, siamo tutti cittadini del mondo; verissimo, ma a me viene un po di magone, forse c anche qualche cosa che non va (che siano i nostri Conservatori? o certe nostre oligarchie?) e che qualcosa non abbia funzionato alla perfezione, almeno finora, lo abbiamo percepito chiaramente. Infatti, se a proposito dellesecuzione di Marshall avevamo scritto che si era trattato di una interpretazione pagana e viscerale della celebrazione della morte, di questa nuova interpretazione della Zhang dobbiamo dire che, bench diretta con grande rigore certamente figlio di sicura maturit e robusta professionalit, la Messa verdiana ci parsa a dir poco... ... apocalittica; i violenti contrasti, i ritmi incalzanti, la forza scatenata della massa corale (peraltro perfettamente allaltezza della richiesta, brava come sempre la direttrice Erina Gambarini), ne hanno fatto un potente dramma, di grande interesse e godibilit, ma assai distante da quellaffettuoso tributo - intriso di sentimenti, di nostalgia, sopratutto di speranza -che Verdi intendeva porgere al suo grande e venerato amico. La stessa Maria Jos Montiel, mezzosoprano madrilena che con Marshall ci era apparsa sicura di s e perfettamente a suo agio, con la Zhang sembrava sovrastata e un po in affanno, pur essendo dotata di grandi qualit ed avendo - insieme al bravo baritono coreano Leo An la voce pi adatta a questo lavoro (un po meno la soprano irlandese Majella Cullagh, specialmente nei registri pi bassi, e ancor meno lo slovacco Miro Dvorsky che con la sua potentissima voce tenorile ci parso spesso troppo sopra le righe). Merita invece due parole di pi, a prescindere da questa Messa, la giovane (trentaseienne) e minuta direttrice di orchestra, formatasi a Pechino ma da dieci anni abitante negli Stati Uniti, che dice di s con grande autoironia riassumo in me tutte le minoranze di questo mestiere, donna, cinese, piccola ; poi, sul podio, assume una statura di grande rispetto, con il gesto ampio ed espressivo, la sicurezza che proviene dalla perfetta conoscenza della partitura, la autorevolezza che si manifesta nella precisione degli attacchi (non ne salta uno) e che le riconoscono anche i professori dorchestra e i coristi. Persino il modo in cui la si pu osservare dalla platea molto accattivante per la capacit di disegnare la musica nellaria, di raccontarla ai musicisti e al pubblico. Autorevole, dunque, ma anche solare, sorridente, aperta, oserei dire affettuosa; si sente il suo grande amore per la musica. Conclusione: Luigi Corbani ancora una volta ha vinto la scommessa e ci promette una nuova stagione per nulla convenzionale e ricca di sorprese.

ARTE Questa rubrica curata da Silvia DellOrso


Un centinaio di opere di grandi e grandissime dimensioni, la rassegna, a cura di Marco Meneguzzo che inaugura la nuova stagione espositiva al Serrone rievocando anni che portarono a un radicale mutamento nel concetto di Arte, con la cosiddetta fine delle avanguardie, con la riscoperta della pittura, e con il grande cambiamento dellintero sistema artistico. Dalla Transavanguardia italiana ai Nuovi Selvaggi tedeschi, dai graffitisti statunitensi alla Young British Sculpture, dagli Anacronisti ancora italiani alla Figuration Libre francese: circa 50 artisti - da Mario Schifano a Mimmo Paladino, da Francesco Clemente a Luigi Ontani, da Georg Ba-

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selitz a Markus Lupertz, da Anselm Kiefer a Helmut Middendorf, da Keith Haring a Jean Michel Basquiat, da Peter Halley a Julian Schnabel, da Miqurel Barcel a Anish Kapoor a Tony Cragg aiuteranno a comprendere quel discusso periodo e l'esplosione di vitalit che fu alla base dell'espressivit pi autentica e immediata. Gli anni 80. Il trionfo della pittura. Da Schifano a Basquiat. Serrone della Villa Reale di Monza, e allArengario - orario: tutti i giorni, tranne il luned, 10/18. Fino al 14 febbraio. Approda per la prima volta in Italia una selezione di una cinquantina di opere dellimportante collezione di pittura spagnola dellErmitage: le tele pi belle del XVI e del XVII secolo con i grandi protagonisti della scena artistica internazionale, come Velzquez, Murillo, Ribera, Zurbaran, oltre ad alcune opere scelte di autori di indubitabile valore, quali Antonio de Pereda e Francisco Ribalta. I primi capolavori spagnoli arrivarono in Russia grazie a Caterina II: tra questi figurano in mostra La preparazione dei dolci, un dipinto ritenuto per lungo tempo di mano di un artista fiammingo e, solo recentemente, attribuito a Bartolom Esteban Murillo, lImmacolata Concezione di Murillo o ancora la tela dimpronta caravaggesca, ma con evidenti riflessi della scuola veneziana, raffigurante La morte di San Giuseppe. Da Velzquez a Murillo - Il Secolo doro della pittura spagnola nelle collezioni dellErmitage. Pavia, Castello Visconteo - orario: martedvenerd 10/13 e 15/18; sabato, domenica e festivi 10/20; luned dalle 10 alle 13 e dal marted al venerd dalle 13 alle 15 solo su prenotazione per gruppi e scolaresche, minimo 30 persone. Fino al 17 gennaio. Ancora Giappone a Palazzo Reale, ma non il Giappone dei Samurai, bens limmagine di unesistenza lieve e appagante veicolata dallukiyo-e, Una delle espressioni pi significative di quella corrente pittorica furono certamente le Shunga, termine giapponese che allude alle immagini della primavera, opere a soggetto erotico, create con la tecnica della xilografia policroma, la cui massima fioritura fu tra il 1603 e il 1867. Le shunga furono parte primaria della produzio-

ne dei pi importanti artisti del tempo, come Harunobu, Koryusai, Kiyonaga, Utamaro e Hokusai, tutti presenti in mostra con 100 opere, 30 libri originali e alcuni preziosissimi Kimono. Ma le apprezzarono molto anche i contemporanei, sia come stampe, sia come illustrazioni per romanzi erotici e per manuali destinati alleducazione delle cortigiane e delle giovani spose. Considerate per molto tempo immagini di carattere pornografico, nonostante il loro indubbio valore artistico, le shunga sono state oggi rivalutate come espressione alta della cultura giapponese, nonch specchio raffinato dei costumi dellepoca, ma anche come uno dei vertici dell'espressione dell'eros nell'arte. Shunga. Arte ed eros in Giappone nel periodo Edo. Palazzo Reale orario: 9.30/19.30, luned 14.39/19.30, gioved 9.30/22.30. Fino al 31 gennaio. I rapporti tra America e Italia nel periodo compreso tra la fine della seconda guerra mondiale e larrivo in massa della Pop Art a met anni 60. Non solo non mancarono, ma furono intensi, continui e biunivoci, senza alcun senso di sudditanza culturale, tipico invece dei decenni successivi. Un bel modo di investire nel mercato dellarte, facendo di ogni mostra unoccasione per accedere a nuove acquisizioni. A cura di Marco Meneguzzo, questa esposizione dedicata a quegli artisti che dalle due sponde dellOceano e con motivazioni differenti, hanno cercato radici e modi espressivi in due ambiti culturali differenti. Trenta le opere in mostra, scoperte in collezioni private o di Fondazioni, e tutte realizzate tra il 1945 e il 1963. Dai grandi protagonisti di quella stagione, agli artisti minori, ma non meno interessanti: Afro, Burri, Cagli, Consagra, Donati, Dorazio, Marca Relli, Marini, Nivola, Arnaldo Pomodoro, Savelli, Scarpitta, Scialoja, Twombly e non solo. Italo-Americani - Arte tra USA e Italia dalla ricostruzione al boom. Galleria Fonte dAbisso, via del Carmine 7 - orario: marted-sabato 10.30/13.30 e 15/19). Fino al 21 gennaio. Impeto e poesia non facevano mai difetto alle sue tele a tema storico, quelle che gli valsero le pi rosee previsioni da parte di Francesco Hayez alle Esposizioni di Brera e, sebbene si chiamasse Pasquale Massacra fu la vita a fuggire da lui, privandolo del tempo necessario a dimostrare il proprio talento: mor appena trentenne, vittima assai prematura dei suoi ideali antiaustriaci. La mostra a Pavia, a cura di Susanna Zatti, un risarcimento alla memoria di questo illustre cittadino pavese (1819-1849). Massacra stato un artista pienamente calato nel clima romantico, interprete sensibile e innovativo della pittura di storia, guardando immancabilmente a Francesco Hayez, ma muovendosi gi in una direzione che sar condivisa da Domenico Morelli e Federico Faruffini. Sono 60 le opere selezionate, nel segno di una forte carica emotiva, ma anche della capacit di fare riflettere sul significato profondo dellepisodio trattato. Impeto e Poesia. Pasquale Massacra pittore romantico tra storia e mito. Pavia, Scuderie del Castello Visconteo, viale XI Febbraio 35 orario: marted-venerd 10/13 e 15/18; sabato, domenica e festivi 10/13 e 15/19. Fino al 13 dicembre. Larchitetto americano Frank O. Gehry al centro di una mostra curata da Germano Celant, nellambito di Triennale Architettura. Una rassegna che prende in esame solo lattivit svolta tra il 1997 e i giorni nostri, perch solo da allora Gehry diventato Gehry. Non che prima non lo fosse basta pensare alla Dancing House di Praga ma il nome dellarchitetto americano risuona da che la sua mente ha partorito il Guggenheim Museum di Bilbao, come Athena generata dalla testa di Zeus. Una rivoluzione non solo per la citt basca che improvvisamente si ritrovata al centro di veri e propri pellegrinaggi come il Santuario di Fatima, ma anche e soprattutto dal punto di vista dellesplosivo linguaggio architettonico adottato, della complessit delle tecniche costruttive, dellinedito e sgargiante rivestimento in titanio. La rassegna stata realizzata con la diretta collaborazione dellarchitetto che ha scelto i progetti da esporre, molti dei quali inediti e selezionati anche in unottica di pi stretto legame con il territorio, che per Gehry non sembra essere stata una priorit. Dunque, disegni autografi, disegni di studio, elaborazioni in 3D, modelli e fotografie del DZ Bank Building di Berlino, dellInteractive Corporation Headquarter di New York (2003-

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2007), dellArt Gallery of Ontario, del Guggenheim di Abu Dhabi, la cui progettazione cominciata tra il 2005 e il 2006, ma anche di edifici gi realizzati come il Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, la Corcoran Gallery di Washington DC (19992005), il complesso abitativo di Beekman Street a New York (20032009). Frank O. Gehry dal 1997. Triennale. Viale Alemagna 6 orario: 10.30/20.30, gioved fino alle 23, chiuso luned. Fino al 10 gennaio. La sintonia di Usellini con gli scrittori fatto assodato, come pure i contenuti narrativi e teatrali delle sue opere. Buona idea, quindi, quella di dedicargli una piccola mostra in occasione del Congresso dellInternational Federation of Library Association and Institutions (Ifla) che si svolto a Milano in agosto. Pretesto graditissimo: la rassegna tuttora in corso, allestita lungo lo scalone monumentale della Sala del Grechetto. Per chi, come fu per Raffaele Carrieri, vede nelle immagini di Usellini un sollievo per tutti, o per chi, come Tom Antongini, segretario di DAnnunzio e scrittore, ha la facolt di godere con intensit fisica anche della pura gioia del cervello, loccasione ghiotta. Dellartista milanese, morto per infarto nel 1971 nelladorata casa di Arona aveva 68 anni sono esposti quadri che traboccano dimmaginazione, forza narrativa, originalit e fantasia creativa.

Fra tutti la monumentale Biblioteca magica del 55, un po Brera, un po luogo mitico dove il meglio della storia e della letteratura si sprigiona dalle pagine di polverosi volumi, prendendo vita e regalandone con generosit. Singolare vicenda creativa quella di Usellini, le cui ragioni vanno sempre ricercate nel suo ricchissimo mondo interiore, nella sua infanzia, nei cospicui retaggi dell'educazione alla scuola dei Gesuiti, nella settecentesca casa di Arona, teatro prediletto di rappresentazioni che conservano, nel gusto per il particolare sorprendente, un genuino sapore tardogotico. La biblioteca magica di Gianfilippo Usellini. Palazzo Sormani, via Francesco Sforza 7 orario: 10/12 e 14/18, chiuso domenica. Fino al 10 novembre. demonio la Milano tardo ottocentesca. La mostra documenta lintera stagione, a partire dagli anni 60 dell800 fino allinizio del 900. 250 opere, tra dipinti, sculture e lavori grafici, dalla pittura sfumata del Piccio allintensit coloristica di Faruffini, alle innovazioni di Carcano, fino Ranzoni, Cremona, Grandi che segnano il momento doro della Scapigliatura, ma anche Paolo Troubetzkoy, Leonardo Bistolfi, Medardo Rosso, Eugenio Pellini, Camillo Rapetti. Una sezione della mostra ricostruisce la vicenda del travagliato progetto del Monumento alle Cinque Giornate di Giuseppe Grandi, gessi compresi. Ulteriori approfondimenti, in ambito letterario e giornalistico, si trovano alla Biblioteca di via Senato che espone il Fondo delleditore Angelo Sommaruga, ricco di lettere, biglietti postali, cartoline, volumi e riviste, oltre una sezione dedicata alla caricatura e ad alcune opere di artisti fra cui Ranzoni, Troubetzkoy e Conconi. Scapigliatura. Un pandemonio per cambiare larte. Palazzo Reale, piazza Duomo 12 orario: luned 14.30/19.30; marteddomenica 9.30/19.30; gioved 9.30/22.30. La Scapigliatura e Angelo Sommaruga. Dalla bohme milanese alla Roma bizantina. Fondazione Biblioteca di via Senato, via Senato 14 orario: marted- domenica: 10/18. Fino al 22 novembre.

Milano culla della Scapigliatura. Movimento artistico e letterario cui dedicata lampia rassegna a cura di Annie-Paule Quinsac e di un variegato comitato scientifico costituito da esperti di musica, letteratura, teatro e architettura. Una denominazione che rinviando a chiome disordinate, allude in realt a vite dissolute e scapestrate. Ribelli, appunto, come i protagonisti del romanzo di Cletto Arrighi La Scapigliatura e il 6 febbraio (1861-62) che ha dato il nome a questo mix di fermento intellettuale, impegno socio-politico e arte, destinato a scompigliare come un pan-

TEATRO Questa rubrica curata da Guendalina Murroni


SEQUESTRO ALLITALIANA, Teatro Out Off, dal 27 Ottobre all8 Novembre S. Da vedere. Si segue tutto, dallinizio alla fine. E non lo dico a caso, perch diciamocelo, quando si va a teatro o al cinema a volte la testolina parte per la sua tangente, la sedia davanti diventa un tappeto, il tappeto ci ricorda la nonna, la nonna ci ricorda la pensione e dunque la bolletta o cosa dobbiamo fare domani o il fatto che potevamo fare altro ma anche no, potevamo dire quello, Zzz e cos via. Questo non il caso. Lo spettacolo racconta una storia, cosa che a volte manca nel teatro contemporaneo, spesso focalizzato sul come invece del cosa. Bene, Sequestro all Italiana risponde ad entrambi i requisiti in maniera infallibile. Non vanitoso, non autoreferenziale. E un richiamo alla coscienza, parla della nostra inerzia, della nostra indifferenza, della situazione in cui ci troviamo con tutte le sue seccature, del fatto che tutti vorremmo fare due chiacchiere col sindaco e non solo il sindaco e che tutti noi potremmo sequestrare una classe di bambini per ottenere un colloquio con lui o lei. Questo spettacolo parla della frustrazione italiana. Ottavio e Adriano hanno appunto sequestrato una classe di bambini e attendono larrivo del sindaco per spiegare il motivo della loro azione, perch: non possibile, che nessuno se ne fotte niente, ognuno per conto suo!. Come lo fanno? Punto uno, recitando senza che il pubblico se ne

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accorga e divertendolo e punto due, lo fanno in maniera originale, senza pesare, senza dare la botta e via, lo fanno facendoti uscire ragionando spontaneamente, magari partendo appunto dal tappeto che hai in casa, dal fatto che il tuo compagno potrebbe farti le corna, dalle varie assicurazioni e burocrazie che devi gestire quotidianamente, dallomert inconsapevole che tutti noi ci portiamo appresso in una di quelle cartelle quadrate targate Scotch che chi ha vissuto il periodo fine anni Ottanta, inizio Novanta si ricorda bene. Mi ha fatto pensare a come ero alle elementari, a come pensa un bambino. Allingenuit violata. Non racconto il finale, la sorpresa per voi. Andate, in scena fino a domenica 8 Novembre. www.teatrooutoff.it QUALCHE SUGGERIMENTO IN PI: Da seguire lattivit del Teatro della Contraddizione che propone eventi e

performance di natura diversa con una particolare attenzione allapertura anche a livello europeo. Oltre ad avere una sua scuola di teatro, negli ultimi dieci anni questo teatro ha partecipato a diverse attivit allestero sviluppando rapporti con Belgrado, Brighton e questanno con Montpellier. Ospita compagnie con lintento di dare attenzione alla ricerca e alla realizzazione di spettacoli con la tempistica necessaria di esecuzione. molto interessante vedere come una sala off che non ha dalla sua parte la pubblicit e promozione simile ad un teatro per il vasto pubblico, lavori verso un approfondimento artistico degno di nota. Ora in scena fino all8 Novembre A Cerimonia della Compagnia del Tratto e Teatro Libero di Palermo e a seguire Cabaretsulo di Sandrine Barciet della compagnia Gnognon Frres . Un appuntamento da non mancare Radio, ladunata dei refrattari, un radio spettacolo in onda ogni mese al teatro, prossima data il 20 Novembre alle ore 23.30. Per ulteriori informazioni sul Teatro della Contraddizione: www.teatrodellacontraddizione.it Pendolari di Mimmo Sorrentino al CRT Salone, in scena fino all8 Novembre. Originale il tema, specialmente per una Milano che viene vissuta da persone che ci lavorano ma non ci vivono. Facciamoci due domande. Let the sunshine in (Antigone) contest # 1, dei Motus allHangar Bicocca che vede partecipe nella promozione anche il Teatro i, ancora in cartellone fino al 3 Novembre Animali Notturni di Juan Mayorga al Teatro Filodrammatici, regia di Bruno Fornasari, in scena fino all8 Novembre. Teatro in matematica al Teatro Carcano. Appuntamenti teatrali su temi matematici, questa settimana I numeri primi e la crittografia, Luned 2 Novembre e Marted 3 Novembre alle 11.00 e alle 20.30

CINEMA Questa rubrica curata da Simone Mancuso

Bruno di Larry Charles Continua la geniale irriverenza di Mr. Sacha Baron Cohen, verso ogni tipo di moralit, sfruttando i luoghi comuni per provocare. La scorsa volta con Borat venivano usati i luoghi comuni della e sulla cultura ebraica , questa volta ad essere preso in considerazione il mondo gay e la fissazione dellapparenza, che ha la sua massima espressione con lapparire in televisione e diventare famoso. Come solo un grande autore sa fare, S.B.C. definisce la linea di questo racconto nello stesso modo del precedente e pi intelligente Borat. La principale caratteristica in comune luso di una tecnica cinematografica che molto pi che nel cinema classico, viene utilizzata nella cinematografia pornografica: il genere gonzo. Con gonzo, oltre che ad un genere, ci si riferisce ad una precisa tecnica di regia e di fotografia, grazie alla quale gli attori non hanno, o hanno in maniera superflua, un copione,

e le scene vengono strutturate in maniera tale che il film sembri girato in presa diretta, con tutto ci che succede nel film, totalmente improvvisato e reale, non sceneggiato. Il montaggio viene ridotto ai minimi tagli in maniera da mantere alcune riprese superflue, per dare ancora di pi un senso di reale ed improvviso. Ovviamente non in realt cos, a parte i dialoghi, tutto sceneggiato ed in accordo con le varie persone che interagiscono con il personaggio. Ma loperazione, a questa crew che sempre la stessa dai tempi di Ali G, riesce perfettamente ogni volta, illudendo lo spettatore ed attirandolo dentro il reale-irreale, della vita di Bruno in questo film, di Borat nel precedente e del rapper Ali G in quello prima ancora. Ma la geniale bravura di S.B.C. non sta in questo, ma sta nello sviluppare e creare le storie e la sceneggiatura, intorno alle quali girano i suoi personaggi, dissacrando ed a volte distruggendo, luoghi comuni, pregiudizi e false moralit, che solo un uomo con-

sapevole della propria cultura e cosciente di quella collettiva, pu fare.

Up di Pete Docter e Bob Peterson Pixar! Pixar! E ancora Pixar! Non c niente da fare. Attualmente la produzione hollywoodiana pi in forma da ogni punto di vista la Disney che da Toy Story, passando per Monster&Co., fino a Wall-E, ci ha deliziato stupito con le nuove tecnologie applicate al cinema. La Disney ha acquistato la Pixar nel 2006 ma, grazie a uno scambio di azioni, Steve Jobs, fondatore della Apple e proprietario della Pixar, a ottenere una quota della Disney e ad assicurare libert ideativa ai suoi uomini. Oggi la Pixar realizza il loro primo film in 3D Digital, ed anche se un capolavoro come Wall-E inarrivabile, confezionano una storia divertente e leggera, con un appiglio forse per un pubblico pi giovane rispetto ai precedenti. Comunque un buon risul-

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tato, e la conferma di leader hollywoodiano, se non altro per lavanguardia e la sperimentazione della tecnologia applicata al cinema. Forse in questo film si nota un attenzione e fatica maggiore verso la riuscita perfetta dellanimazione tridimensionale, a discapito di una sceneggiatura e di una regia al di sotto dello standard Pixar.

Quella dei film in 3D, sicuramente una rivoluzione complessa e completa che parte dalla visione dello spettatore, fino ad arrivare allestetica filmica che si trasforma in estetica virtuale. Ed sicuramente il futuro nel campo cinematografico. Dagli inserti degli sfondi ricostruiti al computer dei film girati in digitale ma con attori, a quelli, come questi della Pixar, interamente costruiti in digitale sul computer ed animati in 3D. A breve uscir lultimo film di James Cameron, girato tutto in 3D, Avatar. Come spettatori e parte integrante di questa rivoluzione, ne aspettiamo luscita. Intanto celebriamo la Pixar, nel suo splendido periodo da romano impero contemporaneo del cinema.

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