Sei sulla pagina 1di 70

RETI DI DISTRIBUZIONE DEI FLUIDI

(PIPING)

1
LE TUBAZIONI.

Le tubazioni utilizzate nell’industria di processo presentano praticamente sempre

sezione circolare, poiché questa, a parità di spessore garantisce la maggiore resistenza

meccanica, è di facile realizzazione con i materiali da costruzione utilizzati e, a parità di

sezione è quella che offre minore resistenza al flusso.

Come materiale si utilizza soprattutto l’acciaio al carbonio, ma trovano impiego anche

gli acciai inossidabili, la ghisa, metalli non ferrosi (alluminio, rame, ottone, ecc.),

materie plastiche (PVC, polietilene, ecc.), cemento, ecc.; per conferire alla tubazione

una buona resistenza a fluidi aggressivi si usano pure tubi di acciaio smaltati o rivestiti

con porcellana o vetro.

2
DIMENSIONI DELLE TUBAZIONI.

Una tubazione viene caratterizzata mediante la sua lunghezza, il diametro e lo

spessore.

La lunghezza della tubazione dipende dalla distanza delle apparecchiature da collegare

e dal percorso seguito.

Per quanto riguarda il diametro il discorso è invece più complesso ed il suo valore

dipende da un bilanciamento economico di varie voci. Infatti si può pensare che il costo

unitario (ossia per metro lineare) di una tubazione sia direttamente collegato al peso del

materiale utilizzato: da questo punto di vista risultano più convenienti le tubazioni di

3
piccolo diametro che, tra l’altro, consentono anche di utilizzare uno spessore più

modesto.

Infatti, a parità di pressione operativa, in base alla legge di Mariotte, lo spessore è

proporzionale al diametro.

Tuttavia, utilizzare una tubazione di piccolo diametro comporterebbe inevitabilmente

imporre una elevata velocità di flusso per il fluido che vi passa attraverso e, quindi,

elevate cadute di pressione del fluido tra inizio e fine della tubazione.

Per compensare queste cadute di pressione (dette perdite di carico) occorrerà fornire

al fluido una maggiore pressione iniziale, e quindi utilizzare macchine (pompe o

compressori) più potenti, ossia di maggior costo e che richiedono maggiore energia per

il loro funzionamento.

4
In definitiva, ad un risparmio sulle tubazioni corrisponde un aumento dei costi

di pompaggio, e viceversa, per cui la soluzione ottimale è data da un

compromesso.

Esistono comunque dei valori di velocità suggerita per il flusso di liquidi e gas in

tubazioni per impiego industriale, riportati nella tabella seguente.

5
I valori sopra indicati per i liquidi fanno riferimento a velocità sulla mandata di pompe

centrifughe; come sarà chiarito più avanti, la velocità sull’aspirazione delle pompe

centrifughe va mantenuta più bassa (orientativamente dimezzando i valori riportati).

Una volta fissato un valore di velocità adeguato per il fluido, si può stimare il valore del

diametro interno della tubazione con la:

dove

Di = diametro interno della tubazione (m)


Q = portata volumetrica di fluido (m3/s)
v = velocità del fluido (m/s)

6
DIAMETRO NOMINALE (DN) E PRESSIONE NOMINALE (PN).

Le tubazioni sono unificate secondo i valori del diametro nominale (DN) e della

pressione nominale (PN). Il primo parametro identifica (ma non corrisponde) il

diametro esterno della tubazione, il secondo il suo spessore.

In particolare il diametro nominale è un valore convenzionale del diametro, espresso

in mm (o in pollici – 1 pollice = 25.4 mm) collegato al diametro esterno, ma che non

corrisponde esattamente ad esso.

La serie di diametri adottata segue una progressione geometrica che offre una maggiore

scelta nel campo dei piccoli diametri.

7
La tabella seguente riporta la relazione tra DN e diametro esterno per tubi lisci

commerciali di acciaio al carbonio.

8
9
 DN non può essere misurato né utilizzato nei calcoli.

 non tutti gli elementi di tubazione sono designati con DN: ad es. i tubi di acciaio

sono in genere designati con De (mm) o con la dimensione di filettatura (pollici) +

indicazione dello spessore; per l’accoppiamento si fa riferimento al DN della flangia.

 tutti gli elementi aventi stesso DN e PN devono avere stesse dimensioni di

accoppiamento.

10
La pressione nominale è invece collegata alla pressione di progetto della tubazione,

ovvero alla massima pressione esercizio attesa per la tubazione, attraverso la relazione:

dove il valore del parametro k dipende dalle condizioni operative e dall’aggressività del

fluido come indicato nella tabella seguente.

11
Anche i valori della pressione nominale sono normalizzati, ed occorre prendere

una tubazione con valore standard di PN pari o superiore a quello calcolato con

la relazione precedente.

I valori più comuni di PN, espressi in atm, sono riportati nella lista

seguente.

12
La pressione nominale identifica quindi lo spessore della tubazione, quindi esso può

essere calcolato con la seguente relazione:

Dove: - de = diametro esterno della tubazione (mm);

- am = sollecitazione massima ammissibile (N/mm2).

13
SCELTA DEI TUBI.

Vengono scelti in base a:

1) Materiale (acciaio, ghisa, materie plastiche, calcestruzzo, rame,


ecc.). La scelta dipende da:
- caratteristiche chimico-fisiche del fluido (aggressività,
temperatura, pressione);
- condizioni ambientali in cui le tubazioni vengono a trovarsi
(temperatura, pressione, aggressività);
2) Tipo costruttivo dei tubi (con o senza saldatura, con estremità
piane, smussate o filettate, ecc.)
- natura del fluido;
- portata, pressione di esercizio;
- modalità di installazione del tubo stesso (interrato, aereo).
14
15
CONTRASSEGNI DELLE TUBAZIONI.

Le tubazioni sono dotate di contrassegni colorati che individuano la natura del fluido

presente. Si utilizza il seguente codice di colori (UNI 5634/97):

16
E’ lasciata facoltà di apporre il colore distintivo su tutta la tubazione o a fasce

o riquadri, aventi larghezza minima di 230 mm.

Il colore distintivo di base deve essere ripetuto ad intervalli e deve essere posto in

modo particolare nelle vicinanze delle valvole, dei raccordi, degli incroci, dei giunti ,

delle apparecchiature di servizio, degli attraversamenti dei muri ed in ogni altra

posizione dove possa essere necessario.

TUBAZIONI CONVOGLIANTI FLUIDI PERICOLOSI.

Per i fluidi pericolosi, oltre ai colori di base di cui al prospetto precedente,

l’identificazione deve essere completata almeno con:

 Il nome e/o la formula del fluido;

 Il/i simbolo/i di pericolo.

17
In alternativa al sistema di identificazione di cui al prospetto precedente, è facoltativo

utilizzare solo per i fluidi pericolosi, la colorazione di base gialla completata con nome

o formula del fluido ed il simbolo di pericolo.

DIREZIONE DEL FLUSSO DEL FLUIDO.

Quando è necessario conoscere il senso di flusso del fluido, questo deve essere indicato

con frecce situate in prossimità del colore distintivo di base e verniciate di bianco o di

18
nero in modo da contrastare con il colore di base oppure deve essere indicato

sagomando la banda come nella figura seguente.

19
All’interno del contrassegno è riportato il nome della sostanza e l’eventuale simbolo di

pericolo.

Infiammabile Tossico Corrosivo Nocivo

20
RETI DI TUBAZIONI.

Le tubazioni sono costituite da tratti rettilinei, raccordati, se necessario, mediante

curve.

I percorsi seguono infatti di norma andamenti diretti parallelamente agli assi cartesiani

ed il passaggio da una direzione a quella ortogonale viene realizzato mediante curve a

90° (gomiti).

La tendenza è quella di creare reti ordinate di tubazioni che corrono fuori terra lungo

percorsi comuni, in modo da ridurre il numero delle strutture di sostegno.

Si cerca anche di minimizzare i percorsi delle tubazioni ed il numero di curve che essi

presentano, ferme restando le esigenze di sicurezza del layout dell’impianto.

21
PORTALI PER TUBAZIONI.

I portali costituiscono le strutture di sostegno più utilizzate per le linee di tubazioni fuori

terra. Essi sono costituiti di norma da due montanti collegati da una o due traverse,

su cui posano le tubazioni (vedi figura seguente). Le strutture sono realizzate con

profilati metallici saldati tra loro ed ancorati ad una fondazione. Per una o due tubazioni

si può utilizzare un unico montante, mentre al crescere del numero delle tubazioni la
22
struttura si complica, richiedendo due traverse, totali o parziali. Per ridurre l’inflessione

sulle traverse i tubi più pesanti (che sono generalmente quelli di diametro maggiore)

sono posti verso l’esterno

23
VINCOLI DELLE TUBAZIONI.

Sono dispositivi meccanici che servono ad equilibrare le forze, statiche e

dinamiche, che normalmente agiscono sulle reti di distribuzione.

Forze di natura statica sono il peso proprio dei tubi, il peso del fluido in essi

contenuto e il peso di eventuali apparecchiature e accessori (raccordi, valvolame,

pompe, rivestimenti, ecc...).

Forze di natura dinamica sono, invece, quelle che derivano dalle dilatazioni termiche

dei tubi.

24
I vincoli delle tubazioni devono essere disposti in modo da evitare:

 sollecitazioni troppo elevate, specie in prossimità di attacchi flangiati e di

saldature;

 percorsi a onda, che possono causare sacche d’aria (negli impianti di

riscaldamento) e depositi di acqua condensata (negli impianti a vapore).

25
In base al tipo di azione esercitata, i vincoli si possono così classificare:

 punti fissi, servono a “bloccare” le tubazioni nei punti voluti;

 guide, permettono lo spostamento dei tubi in una sola direzione;

 appoggi o sostegni, hanno esclusivamente il compito di sostenere il peso

delle tubazioni.

PUNTI FISSI.

Sono vincoli che bloccano le tubazioni in modo da impedire qualsiasi

movimento.

Si possono classificare in punti fissi principali e punti fissi secondari.

26
PUNTI FISSI PRINCIPALI.

Si trovano all’inizio e alla fine dell’impianto, come pure nei tratti con curve.

Devono essere dimensionati in modo da poter resistere all’azione delle seguenti

forze:

27
 spinte conseguenti alla deformazione dei dilatatori (per i dilatatori

artificiali, il valore di tale spinta è in genere fornito dal costruttore);

 resistenza dovuta agli di attriti delle guide che sono comprese fra il

compensatore e il punto fisso;

 spinta dovuta alla pressione del fluido (praticamente da considerarsi solo

in impianti a vapore o ad acqua surriscaldata);

 forza centrifuga indotta dalla velocità del fluido (generalmente questa

spinta si considera solo per tubazioni che hanno diametro superiore a 300

mm).

28
PUNTI FISSI SECONDARI O INTERMEDI.

Sono posti su tubazioni rettilinee con lo scopo di suddividere queste in tratti

di minor lunghezza, aventi ciascuno una dilatazione propria.

Se si utilizzano compensatori artificiali, la lunghezza dei tratti compresi fra due punti

fissi è generalmente scelta in base alla corsa massima dei compensatori stessi.

29
I punti fissi secondari devono resistere alle spinte conseguenti alla

deformazione dei dilatatori e alla resistenza dovuta agli attriti delle guide.

GUIDE.

Sono vincoli che consentono alle tubazioni di muoversi solamente lungo una

direzione prefissata.

In base al tipo di scorrimento, si possono classificare in guide ad attrito radente e in

guide ad attrito volvente.

Le guide ad attrito radente scorrono per strisciamento sulle superfici di appoggio.

Le guide ad attrito volvente si muovono, invece, su appositi rulli e consentono

spostamenti più uniformi. Sono da preferirsi per i tubi di grande diametro.

30
APPOGGI E SOSTEGNI.

Sono vincoli che lasciano alle tubazioni la possibilità di muoversi assialmente

e lateralmente.
31
Gli appoggi lavorano in compressione e scaricano il peso dei tubi su travi o mensole

di supporto.

32
I sostegni sono vincoli che lavorano in trazione e tengono sospesi i tubi mediante

collari pensili.

33
ACCESSORI PER LE TUBAZIONI.

Le tubazioni sono dotate di una serie di accessori che servono per giuntare e

raccordare tra loro i tubi, per compensare le dilatazioni termiche e per limitare lo

scambio termico tra la tubazione e l'ambiente esterno.

GIUNZIONI.

I tubi sono commercializzati in tronchi di lunghezza prefissata, generalmente tra i 4 e gli

8 m: per realizzare tubazioni più lunghe di quelle ottenibili con un singolo tronco,

occorre giuntare vari tronchi fino a raggiungere la lunghezza richiesta.

I metodo di giunzioni maggiormente utilizzati sono:

34
Giunto a bicchiere.

Ogni tronco di tubazione termina con un’estremità svasata, a forma di bicchiere, entro

cui è possibile infilare l’estremità opposta del tronco successivo.

Per assicurare la tenuta della giunzione, l’intercapedine viene riempita con una

guarnizione.

Questo tipo di giunto è utilizzato soprattutto per tubazioni in ghisa per il

convogliamento di acqua e non regge bene alla pressione.

35
Giunto a manicotto.

Le estremità dei tronchi di tubo sono filettate e vengono collegate mediante un

manicotto (vedi figura), assicurando la tenuta con canapa o altro materiale avvolto nelle

gole delle filettature. Questo tipo di giunto si utilizza quasi esclusivamente per tubazioni

di piccolo diametro.

36
Giunto saldato.

Le estremità dei tronchi di tubo vengono fatte combaciare e sono saldate (vedi figura).

Questo tipo di giunto è estremamente diffuso negli impianti dell’industria di processo, in

quanto realizza una tenuta perfetta, non presenta ingombri aggiuntivi rispetto a quello

del tubo ed è assai economico.

Tuttavia, le tubazioni collegate per saldatura non sono smontabili (a meno di realizzare

un taglio a fiamma) e le saldature possono costituire un punto di innesco per la

corrosione.

37
Giunto flangiato.

alle estremità dei tubi vengono fissate delle flange, che sono accoppiate tra loro

mediante bulloni o tiranti; per assicurare la tenuta tra le flange viene posta una

guarnizione deformabile. La flangia è una corona circolare, di spessore piuttosto grande

e munita di un certo numero di fori (4, 6, 8 o 12) entro cui passano i bulloni utilizzati

per l’accoppiamento.

I materiali utilizzati per le guarnizioni dipendono dalla natura del fluido e dalla

temperatura operativa: si utilizza gomma, materie plastiche e, per temperature più alte

metalli teneri (ad esempio rame).

Le giunzioni flangiate sono pure molto diffuse negli impianti dell’industria di processo:

esse consentono lo smontaggio dei tronchi di tubazione e si utilizzano anche per

giuntare tubazioni di materiali non saldabili.

38
Collegamenti con flangie

39
Le flange possono essere:

 Saldate di testa (figura a), quando la flangia costituisce la prosecuzione della

tubazione. Questa realizzazione garantisce la massima resistenza meccanica ed

è adatta anche ad alte pressioni.

 Saldate per sovrapposizione (figura b), sovrapponendo la flangia al tubo e

saldandola in corrispondenza dei bordi. Questa realizzazione non è adatta ad

alte pressioni.

 Libere per tubi con bordo d’appoggio (figura c). In questo caso la flangia è un

anello infilato nel tubo: all’estremità del tubo viene applicato un bordo che

40
impedisce la fuoriuscita della flangia. Il bordo può essere realizzato anche

ripiegando a caldo il bordo del tubo. Questa realizzazione facilita l’allineamento

dei fori per i bulloni delle due flange da accoppiare ma è utilizzabile solo a

pressioni basse.

 Filettate per sovrapposizione (figura d), ossia sovrapposte al tubo ma filettate

anziché saldate, in modo da potere essere sostituite facilmente. Anche questa

realizzazione non è adatta ad alte pressioni.

 Cieche (figura e), costituite da dischi di lamiera che chiudono l’estremità del tubo.

Per migliorare la tenuta, le superfici delle flange, anziché essere lisce, possono essere

rigate o presentare delle incamerature, semplici o doppie.

41
Le guarnizioni.

Servono ad assicurare la tenuta tra due flange e possono essere di diversi materiali in

base alle caratteristiche del fluido che percorre le tubazioni ed alla sua temperatura.

 piane non metalliche;

 piane metalliche;

 ondulate, metalliche o metalloplastiche;

 metalloplastiche incamiciate o a busta;

 ad anello.

42
Piane non metalliche Ondulate metalliche Guarnizione ad anello

43
RACCORDI.

Gli elementi di raccorderia si utilizzano per collegare più tubazioni tra loro, connettere

tubazioni di diametro diverso, inserire delle curve, ecc. Questi elementi, alcuni dei quali

sono mostrati in figura 43, possono essere uniti alle tubazioni per filettatura, solo nel

caso di tubazioni di piccolo diametro (fino a 60 mm, DN 50, 2”) ed a pressione

modesta, ovvero per saldatura e flangiatura, negli altri casi.

Tra gli elementi filettati ve ne sono alcuni, come il nipplo ed il manicotto, che si possono

utilizzare per collegare tra loro tubazioni, ovvero connettere tubazioni con tronchetti

provenienti da apparecchi. Anche la chiavarda, o giunto a tre pezzi, viene utilizzata a

questo scopo: essa presenta il vantaggio di realizzare il collegamento tra tubazioni che

non possono ruotare reciprocamente, come sarebbe invece richiesto per inserire un

manicotto.

44
45
DILATAZIONE TERMICA.

Quando si progettano e si realizzano reti di distribuzione, interessa soprattutto

conoscere, e tener sotto controllo, le dilatazioni termiche delle tubazioni che

trasportano fluidi ad elevata temperatura. In particolare tali tubazioni devono

potersi dilatare senza far nascere forze in grado di causare danni (deformazioni

permanenti o rotture) alle tubazioni stesse o ai supporti di ancoraggio.

Le dilatazioni termiche lineari possono essere calcolate con la formula:

46
dove:

ΔL = dilatazione termica lineare, mm


α = coefficiente di dilatazione termica lineare, mm/m°C
L = lunghezza della tubazione, m
ΔT = differenza di temperatura, °C

Nella seguente tabella sono riportati i valori di α per i tubi normalmente utilizzati negli

impianti idro-termosanitari:

47
Negli impianti a grande sviluppo, l’elasticità propria delle reti non è in genere

sufficiente a garantire l’assorbimento delle dilatazioni termiche.

In questi casi si deve provvedere alla messa in opera di appositi compensatori che

possono essere di tipo naturale o artificiale.

COMPENSATORI NATURALI.

Sono così definiti i compensatori ottenuti con tratti rettilinei e con curve degli

stessi tubi che costituiscono le reti di distribuzione.

Questi dispositivi di dilatazione sono facili da realizzare, sono poco costosi e

hanno un elevato grado di sicurezza.

48
Possono però presentare l’inconveniente di richiedere molto spazio e, quindi, non

sempre sono realizzabili, specie quando i tubi sono posti in cunicoli o in cavedi.

I compensatori naturali più comunemente usati sono quelli che hanno forma geometrica

a U, L e Z.

In genere i compensatori a U devono essere realizzati appositamente, mentre i

compensatori a L, oppure a Z, possono essere ricavati anche dal normale percorso delle

tubazioni, posizionando opportunamente i punti fissi e le guide di scorrimento.

49
50
51
52
COMPENSATORI ARTIFICIALI.

Sono dispositivi meccanici, deformabili con facilità, appositamente costruiti

per poter assorbire le dilatazioni termiche dei tubi.

Commercialmente sono disponibili nei tipi:

 a soffietto metallico;

 in gomma;

 a telescopio;

 a tubo flessibile.

53
Compensatori a soffietto metallico.

Sono tratti di condotto costituiti principalmente da una parete metallica

ondulata e deformabile, simile ad un soffietto.

Assicurano una buona tenuta (anche con forti pressioni e con temperature elevate),

non sono ingombranti e hanno la possibilità di compiere un’ampia gamma di

movimenti.

Per queste loro caratteristiche, i compensatori a soffietto metallico sono molto

utilizzati negli impianti sanitari e di riscaldamento.

54
Compensatori a soffietto metallico

55
Compensatori in gomma.

Sono dispositivi di compensazione costituiti essenzialmente da un tratto di

condotto in gomma con superficie a “onda” semplice o multipla.

Sono in grado di assicurare compensazioni assiali, laterali e angolari. Sono, inoltre,

particolarmente utili per assorbire le vibrazioni e per interrompere la

continuità metallica.

Questi compensatori non sono utilizzabili né con alte temperature (temperatura

massima 100÷105°C), né con elevate pressioni (pressione massima 8÷10 atm) e

neppure con quei fluidi che, per le loro caratteristiche fisico-chimiche, non possono

essere convogliati in condotti di gomma.

56
Compensatori in gomma.

57
Compensatori telescopici.

Sono realizzati con due tubi coassiali liberi di scorrere fra loro come gli

elementi del tubo di un telescopio. La tenuta idraulica è ottenuta con una o più

guarnizioni in materiale elastico.

I compensatori telescopici possono essere utilizzati solo con pressioni limitate

e con movimenti delle tubazioni rigorosamente assiali.

Se i movimenti delle tubazioni non sono assiali, i tubi interni dei compensatori tendono

ad “impuntarsi”, compromettendo così l’efficienza della tenuta idraulica.

58
Compensatori telescopici.

59
Compensatori a tubo flessibile.

Sono dei semplici tubi flessibili.

Devono essere installati perpendicolarmente alla direzione in cui avviene la dilatazione

termica.

I compensatori a tubo flessibile sono utilizzati soprattutto per assorbire le

dilatazioni dei tubi piccoli e medi. Con i tubi di elevato diametro, questi

compensatori risultano troppo ingombranti.

60
ISOLAMENTO TERMICO (COIBENTAZIONE) DELLE TUBAZIONI.

L’isolamento delle tubazioni serve a limitare le dispersioni termiche del fluido

in esse contenuto, e di conseguenza consente di:

 evitare superfici esterne troppo calde in grado di provocare scottature, specie

negli impianti ad acqua surriscaldata, a vapore o ad olio diatermico;

 contenere i costi di gestione degli impianti;

 impedire i fenomeni di condensa che si verificano quando la temperatura della

superficie esterna delle tubazioni è inferiore alla temperatura di rugiada dell’aria.

61
Materiali isolanti per tubazioni.

Un buon materiale isolante deve possedere le seguenti caratteristiche:

 basso coefficiente di conducibilità;

 comportamento al fuoco conforme alle norme di sicurezza (in ogni caso è

bene che il materiale isolante non propaghi la fiamma, non abbia postcombustione

e non liberi gas tossici);

 inorganicità (il materiale non deve essere attaccabile dall’umidità e dalle muffe);

 non aggressività chimica (il materiale isolante non deve innescare, o facilitare,

fenomeni corrosivi);

 basso calore specifico (si devono evitare tempi lunghi per la messa a regime

dell’impianto);

62
 durata (il materiale isolante deve mantenere costante nel tempo tutte le sue

caratteristiche principali);

 facilità di posa in opera.

I materiali isolanti più comunemente utilizzati per isolare le tubazioni sono quelli a

base di gomma sintetica, di schiume poliuretaniche e di lana minerale.

Materiali a base di gomma sintetica.

Hanno struttura cellulare molto fine. Sono soffici, flessibili, leggeri e

facilmente lavorabili.

Vengono prodotti sia a cellule aperte che a cellule chiuse.

63
I materiali a cellule chiuse presentano una elevata resistenza al passaggio del

vapore e per questa loro caratteristica (che evita o rende trascurabili i fenomeni di

condensa all’interno del materiale isolante) sono molto utilizzati negli impianti di

condizionamento e di refrigerazione.

• Sono commercialmente disponibili in guaine, nastri e lastre.

• Campo di utilizzo: da circa - 40 a circa +100°C.

• Conduttività: da circa 0,030 a circa 0,036 kcal/h · m · °C.

• Impieghi: isolamento di tubazioni e serbatoi in impianti idrici, di riscaldamento,

di condizionamento e di refrigerazione.

• Protezioni: sottotraccia le guaine sono installate senza alcuna protezione; nei locali

tecnici, le guaine e le lastre sono in genere protette con fogli in PVC.

64
Materiali isolanti a base di gomma sintetica.
65
Materiali a base di schiume poliuretaniche.

Derivano da miscele di composti organici. Sono rigidi, leggeri e facilmente

lavorabili.

• Sono commercialmente disponibili sotto forma di pannelli rigidi, coppelle e

gusci stampati.

• Campo di utilizzo: da circa - 15 a circa +90°C.

• Conduttività: da circa 0,020 a circa 0,028 kcal/h · m · °C.

• Impieghi: isolamento di tubazioni e serbatoi (mediante schiuma spruzzata sulle

superfici) in impianti idrici, di riscaldamento e di condizionamento.

• Protezioni: con fogli di carta bitumata, di PVC e di alluminio goffrato.

66
Coppelle in schiuma poliuretanica rigida.

Materiali a base di lane minerali.


67
Vengono prodotti fondendo il materiale di base (roccia o vetro) e

sottoponendolo a centrifugazione in modo da ottenere un insieme fibroso

costituito da filamenti di pochi micron.

• Sono commercialmente reperibili sotto forma di lana sciolta, cordoni,

pannelli rigidi, feltri, coppelle e gusci stampati.

• Campo di utilizzo: dipende dal tipo di fibre e dal tipo di legante con cui sono

state compattate le fibre stesse.

• Conduttività: da circa 0,025 a circa 0,035 kcal/h · m · °C.

• Impieghi: isolamento di tubazioni e serbatoi in impianti idrici, di riscaldamento, a

vapore, a olio diatermico, di condizionamento e di refrigerazione.

• Protezioni: con benda mussolona o benda in PVC, con cartone bitumato, con

laminato plastico autoavvolgente e con lamierino metallico (in alluminio o in acciaio).

68
Materiali isolanti a base di lana di vetro.

69
POSA IN OPERA DEI MATERIALI ISOLANTI.

L’isolamento termico deve potersi sviluppare in modo continuo, anche in

corrispondenza di pezzi speciali (curve, derivazioni a T, ecc...), supporti e

ancoraggi.

Le guide, gli appoggi e i sostegni delle tubazioni vanno realizzati in modo che i

movimenti, dovuti alle dilatazioni termiche, non siano causa di schiacciamenti o strappi

del materiale isolante.

Dove sono installate apparecchiature che possono richiedere interventi di manutenzione

(elettropompe, scambiatori a piastre, ecc...) è bene che l’isolamento termico sia

facilmente rimovibile e ripristinabile (gusci preformati in poliuretano o polistirene).

Negli impianti ad acqua refrigerata, i sostegni delle tubazioni devono esssere

scelti e posizionati in modo da evitare formazioni di condensa e gocciolamenti.

70

Potrebbero piacerti anche