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Due motivi per comprendere le caratteristiche del nostro Paese: DIVARI REGIONALI E
PAESE MANIFATTURIERO.
Un paese manifatturiero:
La seconda caratteristica è che, L’Italia, è il
secondo paese manifatturiero d’Europa dopo la
Germania e la Francia.
Nel grafico vediamo quali sono le più importanti
regioni manifatturiere d’Europa, per quanto
riguarda l’Italia abbiamo la: Lombardia, Veneto,
Emilia Romagna e Piemonte.
l’Italia è l’unico paese in Europa con 4 regioni
manifatturiere cosa che non ha neanche la
Germania. Questo significa che la produzione
manifatturiera Italiana è più concentrata rispetto a
quella tedesca che a differenza dell’Italia ha una
produzione manifatturiera più distribuita, infatti i
divari regionali che troviamo in Germania sono più
vasti di quelli dei nostri paesi.
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Le principali regioni manifatturiere d’Europa
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Un paese di piccole imprese
Noi siamo un paese con poche grandi imprese,
nel grafico notiamo che in arancione sono le
imprese di medie dimensioni, mentre il colore
celeste rappresenta le grandi imprese, blu le
piccole imprese e notiamo che l’Italia è lo stato
europeo con la più elevata percentuale di occupati
nelle piccole imprese.
Noi siamo il secondo paese manifatturiero
d’Europa nelle piccole imprese. Questo è un
problema, perché anche se abbiamo medie
imprese collegate alle piccole che ci riconoscono
delle eccellenze, questo ci rende più fragile la
nostra economia e la spinge a modelli con basso
valore aggiunto. Però la presenza di piccole
imprese è un tratto distintivo del processo di
industrializzazione del nostro paese. Abbiamo solo
un periodo storico dove imprese italiane diventano
più grandi e sono gli anni dell’epoca d’oro.
La dimensione delle imprese
• In media è inferiore a quella degli altri paesi industrializzati
• La % di imprese di piccolissima dimensione presenti in Italia è molto più alta di quella che
si registra in altri paesi
• Durante il processo di industrializzazione la dimensione media è aumentata
• Il 1971 però interrompe tale processo
• La cosa che ci stupisce è il settore tessile perché era qualcosa diverso dall’abbigliamento: la
filatura era meccanizzata e aveva delle imprese grandi. Essendo un industria leggere aveva
un buon rapporto fra forza lavoro ed impianti. Però nel corso del 900 il settore tessile
cambia e si passa dalla medio-grande dimensione alla piccola dimensione.
Evoluzione della dimensione media delle imprese italiane (in termini di addetti)
Dimensione media nel 2017
• 3,8 addetti per impresa
• Media europea 5,8
La posizione geografica:
i mercati di esportazione: L’italia si trova nel cuore del mediterraneo, posizione rilevante sia in
ambito economico che in ambito geo-politico. Questa posizione ci ha agevolato nella fase storica in
cui i paesi intorno al mediterraneo erano tutti avanzati e questo ha comportato dei vantaggi. Tra il
1300 e il 1500 eravamo il paese più avanzato di Europa perché l’italia gestiva l’interscambio del
mediterraneo. Oggi la situazione è diversa, perche abbiamo una posizione molto vicina ai mercati
dei paesi poveri che non sono buoni partner per l’interscambio. Non potendo vendere in costa
mediterranea il grosso interscambio avviene con il resto di Europa, soprattutto con francia e
germania e fuori dall’europa il partner più importante è gli Stati
Uniti.
Europeismo
L’Italia è uno dei padri fondatori dell’Unione Europea e un contributore netto al budget dell’Unione
europea: Il trattato che fa nascere l’Unione Europea è “il trattato di Roma” nel 1957 firmato a
Roma. Il nostro paese è un paese che, seppur tra le difficoltà della seconda mondiale, costruisce
delle relazioni forti con la Francia e la Germania e partecipe alle prime istituzioni europee.
In particolare, nel 1951, L’Italia è il fondatore della CECA, istituzione che si occupa di controllare e
ripartire la produzione di carbone e acciaio fra i paesi europei. La CECA rappresenta il momento in
cui Francia e Germania ricominciano a cooperare in modo stretto e superano il problema della
ricostruzione dell’industria siderurgica in germania. La costruzione della CECA, è pero un
organismo che risponde a un bisogno politico preciso: l’industria siderurgica è un industria
importante sia in tempi di pace, sia in tempi bellici, e permettere alla germana di ricostruire un
industria siderurgica dopo la 2 guerra mondiale era un grande atto di fiducia che consisteva nel fatto
che la Germania non avrebbe più usato questa industria per scopi bellici.
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• Macchinari: 101.1 miliardi di Dollari USA (19% delle esportazioni totali). La produzione di
macchinari per l’industria è il settore in cui siamo più bravi ed esportiamo molto.
• Motoveicoli: 41.4 miliardi (7.8%)
• Farmaceutici: 33.6 miliardi di Dollari USA (6.3%). Questa cosa ci stupisce perché noi
abbiamo dei veri brand farmaceutici ma esportiamo perché siamo i produttori di farmaci che
poi circolano con il brand multinazionale. Produciamo su brevetti ideati da multi nazionali.
• Prodotti e attrezzature elettromeccaniche: 31.8 miliardi (6%)
• Plastica, e articoli di plastica: 21.3 miliardi (4%). Non abbiamo grandi imprese chimiche,
ma abbiamo piccole imprese chimiche, che si sono specializzate su un comparto che non
richiede troppa ricerca e innovazione che è il comparto della plastica. Anche nella
meccanica è presente un comparto molto importante di cui abbiamo la leadership che è
quello del packing che è indirettamente un produttore di plastica.
• Prodotti di ferro e acciaio: 18.4 miliardi (3.5%)
• Oli minerali lavorati, incluso il petrolio: 17.8 miliardi (3.3%)
• Gemme e metalli preziosi: 15.4 miliardi (2.9%)
• Mobili: 13.8 miliardi (2.6%)
• Abbigliamento e accessori: 13.8 miliardi (2.6%)
• Piccoli tubi di ferro (3.59 miliardi di dollari USA)
• Cuoio e pellame ($3.06 miliardi di dollari USA), cioè prodotti conciati e lavorati, non
abbigliamento.
• Pasta($3.02 miliardi di dollari USA),
• Pomodori trasformati ($1.86 miliardi di dollari USA)
• Tabacco lavorato ($1.45 miliardi di dollari USA), prodotto che esportiamo molto. Noi non
abbiamo il tabacco nelle nostre produzioni agricole, ma siamo specializzati nella lavorazione
del tabacco: lo importiamo, lo trasformiamo e lo lavoriamo.
Quattro importanti caratteristiche
1. L’Italia soffre del maggiore divario regionale di tutta Europa (questa è una debolezza)
2. E’ il secondo paese manifatturiero d’Europa e uno dei più importanti del mondo
3. La sua economia si basa sulle piccole e medie imprese (questa è una debolezza)
4. E’ uno dei padri fondatori dell’Unione Europea e l’Europa è il suo più importante mercato
di esportazione; è tradizionalmente alleato agli Stati uniti.
Il grafico val dal 1971 al 1990. La linea rappresenta il pil pro-capite dell’Italia diviso pil pro-capite
medio dell’Europa occidentale.
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Quando ci siamo unificati eravamo fra i “poveri” e oltre a questo guardando la curva notiamo che
dall’unificazione alla fine del 900 perdiamo posizione rispetto all’Europa Occidentale, poi nei primi
anni del 900 siamo in recupero.
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del carbone, l’italia di carbone non ne aveva e per poter introdurre le nuove tecnologie che sono
intensive di carbone lo deve importare e ciò può comportare una serie di svantaggi
• Per lo sviluppo industriale italiano diventa importante identificare delle fonti energetiche
alternative al carbone: energia idraulica (trasforma il salto dell’acqua in energia) e energia
idroelettrica. Infatti l’industrializzazione italiana accelera in una seconda fase della rivoluzione
industriale, ossia quando comincia ad affermare l’energia elettrica: nel nostro paese veniva
prodotta utilizzando i salti dei corsi d’acqua, quindi è un energia idroelettrica.
• Altro problema riguarda la bilancia dei pagamenti (contabilizza tutti i movimenti delle merci e
dei servizi fra l’Italia e il resto del mondo.) È divisa in due parti: la prima parte si chiama
bilancia commerciale e registra tutti i movimenti dei beni e servizi e i redditi che gli italiani
guadagnano all’estero e mandano all’Italia, poi c’è una seconda parte che registra i movimenti
di capitale che riguarda tutti i paesi che sono in ritardo economico. Noi non eravamo solo privi
di carbone, ma in generale di materie prime, e quindi il paese deve importarle e questo causa
problemi nella bilancia dei pagamenti che può andare in disavanzo. Quindi bisogna trovare delle
produzioni nel nostro paese che possono essere esportate e che possono ribilanciare i pagamenti,
uno dei prodotti che potevamo esportare era la seta greggia. L’altra volte importante della
bilancia dei pagamenti era il turismo: che garantiva l’entrata di valuta straniera nel nostro paese.
Un’altra voce importante erano i soldi che gli italiani emigrati mandavano in italia (gli anni ’80
e ’90 dell’800, sono gli anni delle grandi migrazioni dove molti si spostarono in cerca di lavoro
e migliori condizioni di vita verso le terre nuove, gli italiani furono tra i maggiori, i soldi
mandati in italiana nella bilancia dei pagamenti venivano chiamate “rimesse degli emigranti”).
• L’italia avvia in ritardo l’industrializzazione rispetto agli altri paesi europei a causa di diversi
motivi: per prima la mancanza di fonti energetiche e di materie prime, la bilancia dei pagamenti
a causa delle importazioni, e infine l’ultimo ostacolo era quello legato ai divari regionali perché
la situazione delle diverse regioni italiane era molto diversificata. Il tema dei divari regionali
non si è mai superato, nel senso che anche le regioni più povere sono cresciute e hanno visto un
miglioramento della qualità di vita, ma il divario non si è ristretto molto.
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- L’industria chimica mosse i primi passi nel nostro paese durante la Prima Guerra
Mondiale sfruttando le commesse dello Stato di esplosivi e la prima industria è la
Montecatini che esisteva già prima ma era specializzata in estrazioni minerali
L’impatto della Prima guerra mondiale:
Grande sviluppo dell’industria pesante
• Siderugica
• Meccanica
• Chimica
• Forte crescita dimensionale delle imprese che producevano materiale bellico, e di
imprese che producevano divise per i soldati, e sostenne con una grandissima
domanda lo sviluppo dell’industria siderurgica, chimica, meccanica e in parte
dell’abbigliamento.
• Quando scoppia la Prima Guerra Mondiale il nostro paese è già industrializzato.
L’impatto della Prima Guerra Mondiale è che lo stato italiano per sostenere la guerra
comincia a coordinare alle imprese armi, camion, primi aerei. La Prima Guerra
Mondiale, in un contesto dove l’industria siderurgica e meccanica è avviata, si
presenta come forte stimolo.
Cosa era successo dall’Unità d’Italia sino alla prima Guerra mondiale?
• Diventiamo una delle maggiori potenze industriali
- Tutti i settori industriali erano stati avviati
- La prima Guerra mondiale stimola lo sviluppo dell’industria pesante
• Conserviamo delle specificità.
- Maggiore peso industria leggera (la Guerra però aveva contribuito a modernizzare)
- Le imprese sono in media più piccole (con la Guerra alcune erano diventate grandi)
- Non investiamo in innovazione (importiamo l’innovazione attraverso I macchinari)
In conclusione: all’inizio del ventesimo secolo l’Italia aveva già avviato la produzione industriale
in tutti i settori. L’ultimo in termini cronologici è quello chimico, che aveva cominciato con la
Prima Guerra Mondiale. Quest’ultima fu un’occasione per un salto avanti dell’industria pesante che
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però fu un salto persino troppo grande per le caratteristiche del mercato italiano, e di fatto dopo la
guerra non tutte le industrie riuscirono a riconvertirsi e ci fu anche una riduzione nella dimensione
della produzione di molte realtà. Però a questo punto, il sistema industriale italiano iniziava ad
essere una realtà ben visibile e questa realtà si basava su imprese famigliari e su qualche grande
società per azioni anche se non molte ma in quegli anni cominciarono a muovere i primi passi.
La ricostruzione dopo la Prima Guerra mondiale: Gli anni dopo la Guerra furono anni molto
difficili, la situazione sembrò migliorare alla fine degli anni 20, che erano gli anni di una
grandissima crescita degli stati uniti, con un’economia florida. In questo contesto dove il peggio
sembra passata scoppia la crisi del 29, questa è una data molto importante nel mondo perché
rappresenta la crisi economica più grave del 900 e in media i paesi riescono a tornare a un livello di
reddito simile a quello che aveva preceduto la crisi solo dieci anni dopo, e diede in Europa un
grande contributo all’instaurazione dei regimi dittatoriali.
• Non tutte le imprese riescono a riconvertirsi
- falliscono banche importanti (Banca italiana di Sconto):
- falliscono imprese industriali
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In italia la crisi del 29 fu particolarmente importante dal punto di vista economico, perché produsse
due cambiamenti nel modello economico italiano che poi vennero mantenuti anche dopo la seconda
guerra mondiale, e accompagnarono tutta l’epoca del miracolo economico e furono:
- Un forte intervento dello stato come imprenditore: inizio della gestione pubblica delle
imprese
- Il modello di banca
La crisi del 29 scoppia inizialmente negli stati uniti, con il crollo dei titoli in borsa e porto al
fallimento di molte banche, si riduce il reddito degli americani che ridussero i consumi estendosi ad
una crisi della manifattura.
Nel caso italiano, la crisi del 29 arriva lentamente e all’epoca c’erano due grandi banche: Credito
Italiano, Banca Commerciale Italiana, erano delle banche universali, da un lato raccoglievano il
risparmio dei cittadini e dall’altro effettuavano prestiti alle imprese sia di breve sia di lungo periodo.
Questo modello bancario lo avevamo introdotto negli anni ’90 dell’800, imitando il modello di
banca tedesco, ma con la crisi del 1929 queste banche si trovarono molto in difficoltà perché le
imprese non riescono più a restituire le rate dei prestiti. Ma non solo le banche italiane ebbero
questo problema, era una problema generalizzato.
Gli Stati Uniti adottarono come strategia quella di lasciarle fallire, mentre in Europa in diversi
paesi, si decise di attuare una strategia diversa salvando le banche, perché se una banca fallisce di
conseguenza falliscono anche tutti i risparmiatori e questo rende ancora più acuta la crisi, inoltre se
falliscono le banche quello che ci si aspetta è la cosi detta corsa agli sportelli dei risparmiatori e
questo produce una crisi di liquidità anche delle banche sane. Queste due banche oggi sono L’Intesa
San Paolo, e Unicredit.
Ci dobbiamo focalizzare su quello che succede in Italia: 1922 sale al potere Mussolini e nel 1925
l’economia torna a crescere. Quando si manifesta la crisi del 29 l’Italia è in un periodo economico
prospero. Nel 1930 arrivano gli effetti della crisi e in quell’anno c’è una caduta della produzione
industriale ed agricola che comporta anche un importante impatto della crisi in borsa. Il governo di
Mussolini, decide di salvare queste banche.
I settori più colpiti sono quelli che lavorano con l’esportazione perché anche i mercati degli altri
paesi sono in crisi e non abbiamo più mercati di esportazione.
Il salvataggio del sistema bancario-industriale.: due sono i personaggi nel sistema di salvataggio,
Beneducce e Menichella.
Riorganizzazione del sistema bancario, con la separazione fra banche commerciali e banche
d'investimento.
Riallocazione delle partecipazioni di controllo detenute dalle tre maggiori banche nelle imprese:
l’ultima cosa che deve fare è sulle quote possedute delle imprese manifatturiere. Inizialmente lo
stato pensò di creare una struttura temporanea per gestire queste azioni e queste imprese
manifatturiere per poi privatizzarle, invece nel 1937 quando si rese conto che non c’erano le
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condizioni di mercato per vendere in borsa tutte le azioni di cui era proprietario, decide di creare
una grande Holding finanziaria, l’IRI, che vada a controllare tutte queste partecipazioni.
Il sistema Beneduce:
Alberto Beneduce
• Socialista riformista sino al 1924
• Docente universitario di Statistica
• Sostenitore del ruolo dello stato per riformare il Sistema economico
• Nel 1926- Contribuisce alla creazione del Crediop (Istituto di credito di proprietà dello stato
per finanziare le opera pubbliche)
• Man mano che il governo fascista arruolani suoi collaboratori Beneduce diventa uno dei più
ascoltati consiglieri economici di Mussolini
Donato Menichella
• Ragioniere e laureato in scienze sociali
• Nel 1921 inizia a lavorare in Banca d’Italia
• Dal 1924 lavora presso la Banca Nazionale di Credito, la quale si fonderà con il Credito
italiano nel 1931.
• Verrà chiamato da Beneduce a collaborare al piano di salvataggio del Sistema industriale e
alla costruzione dell’IRI
• Nel 1947 diventerà Governatore della Banca d’Italia
Alcune definizioni:
Banca commerciale: raccoglie il risparmio dei cittadini e fa prestiti alle imprese a breve termine.
Banca di investimento o banca di affari: fa prestiti di lungo periodo alle imprese, raccoglie il denaro
dai soci oppure emettendo obbligazioni.
Banca universale: unisce le funzioni di banca commerciale e a quelle di banca di investimento; si
raccoglie il risparmio dei cittadini, ma si finanziano le imprese a lungo termine.
Quando si disegna il salvataggio delle banche si decide di separare la banca commerciale da quella
d’investimento.
Le imprese
4. La creazione dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale – IRI
L'IRI fu istituito il 24 gennaio 1933 per acquisire le partecipazioni azionarie di cui lo stato era
diventato proprietario e procedere ad una loro riorganizzazione allo scopo di privatizzarle.
Invece, ben presto ci si rese conto che a parte qualche settore, sarebbe stato molto difficile ri-
privatizzare.
Così, il 24 giugno 1937 l'IRI divenne Ente permanente, con due sezioni:
- Bancaria (BIN)
- Industriale
Nel 1937 lo stato italiano si trova quindi a controllare ampie porzioni dell’industria nazionale e del
sistema creditizio.
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Struttura dell’Iri nel 1937
5. Il Protezionismo
• 1931- Inasprimento della protezione doganale, con I sovradazi
• L’Italia si muove in linea con il resto del mondo
• 1935 – Introduzione della licenza commerciale per le importazioni
• Nel 1938 l’Italia importa la metà di quell che importava nel 1913
• La Germania è il principale partner commerciale
• Molti prodotti vanno e vengono dalla colonie
In conclusione:
L’effetto di lungo periodo della crisi del 1929:
• La crisi incentivò un aumento del ruolo dello stato nell’economia italiana
• Stimolò lo sviluppo di imprese pubbliche nei settori chiave della manifattura
• Cambiò completamente il sistema bancario
Dopo la seconda guerra mondiale:
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• La Seconda guerra mondiale e la ricostruzione postbellica non modificarono la struttura e la
governance del sistema manifatturiero che restò basato sulle imprese famigliari e
sull’impresa pubblica.
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