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La nuova Piazza Kennedy riprende la figura dell’isolato demolito nel 1930 e viene ridefinita come un chiostro, oggetto architettonico di forma
compiuta che per scala e caratterizzazione formale si confronta con manufatti e complessi architettonici presenti nel tessuto urbano; la pe-
rimetrazione, ottenuta attraverso la costruzione di un muro di cinta su cui si posa un’ampia copertura, consente la definizione di un doppio
portico perimetrale, continuazione e declinazione del percorso protetto ed in parte porticato che, attraverso via Rasponi, collega Piazza
Duomo a Piazza XX settembre e Piazza del Popolo. Consente inoltre una necessaria ricomposizione formale dei fronti prospicienti, eterogenei
quanto a carattere architettonico e dimensioni.
Un percorso perimetrale, dal carattere architettonico decisamente urbano, conduce ai due vestiboli d’ingresso posti agli angoli sud e nord,
spazi articolati che si relazionano rispettivamente con la fermata del trasporto pubblico e con l’ampio atrio sopraelevato che caratterizza la
Casa del Mutilato.
Il portico interno, articolato con percorsi e luoghi di sosta di diverso carattere, cinge una grande corte, “pausa” rispetto alla città, luogo in cui
silenzio, lentezza e semplificazione formale consentono una “distanza dal presente” necessaria alla contemplazione della città stessa e della
stratificazione storica che ne contraddistingue il disegno urbano.
La piazza, in occasione di eventi e spettacoli, registra una lettura inversa dei suoi spazi: il portico, da fulcro dell’articolazione spaziale, diviene
filtro rispetto alla città e spazio di distribuzione attorno alla grande platea centrale; la corte ed il pubblico assumono la valenza oggettuale
prevalente; la città è la scena, il portico il proscenio.
Il disegno della sezione del portico diviene occasione per la definizione complessiva sia dell’impatto della piazza sulla città, sia degli spazi
dello stare e del muoversi all’interno.
Il muro che cinge la piazza, alto cm. 210, è in cls, gettato in opera utilizzando inerti e frammenti di laterizio di provenienza locale, a disarmo
precoce e dilavato. Travi di fondazione, zoccolo, piano di calpestio e setti, tutti in cls, definiscono la sezione-tipo ed il carattere architettonico
con cui l’operazione compositiva e costruttiva principale viene attuata. La copertura del portico, poggiante su setti in cls, è sostenuta da
una trave saldata in acciaio su cui posano travi sagomate costituite da piatti imetallici saldati; la lamiera grecata ed una sovrastante lamiera
piana costituiscono il supporto per un manto di copertura in pianelle piene a spacco, ingelive, di spessore mm.26, ed invecchiate gialle, con
disegno definito dall’alternanza di pezzi 30x15 e 30x30 cm. Tale rivestimento accomuna tanto la copertura, quanto i tratti di muratura inclinata
definendo una sorta di quinta continua della piazza, che mutua il tono dagli edifici più prossimi.
andriolo,rossi architetti www.andriolorossi.it
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vestiboli d'ingresso
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