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poesia dedicata all'amico che si sposa

Fare che si
apre quando
↑ su altri si chivaca

Il gelsomino notturno, Canti di Castelvecchio


Composta nel 1901 per le nozze dell’amico Gabriele Briganti, la lirica è fondata sul parallelismo tra i fiori
notturni del gelsomino fecondati nella notte e l’unione tra gli sposi che porta alla nascita di una nuova vita.
Lo schema metrico vede sei strofe di novenari a rime alternate ABAB, con ritmo però differente (ascendente
nei primi due, discendente negli ultimi due).

vistA(
E s’aprono i fiori notturni1,
-
facule overe

nell’ora che penso ai miei cari.-> un contatto can

Sono apparse in mezzo ai viburni2 interatal


le farfalle crepuscolari3. Starfame notture, rimandano
al sigare
della notte L
anche suol
Da un pezzo si tacquero i gridi4: acha 5 natura
Olà sola una casa bisbiglia. che casa de
->
tedáscreniza;
a

non
L Sotto l’ali dormono i nidi, manca
sappicur 22 ficua
spasi
am 490,z
come gli occhi sotto le ciglia.
analogee:imm.
OLFATO asscacte senza

4Dai calici aperti si esala un senso conce

l’odore di fragole rosse. stre Rosso 10


dena =e a
sinestesla
E Splende un lume là nella sala. passichel natura e
Nasce l’erba sopra le- fosse. -> non si viva

associa l'erba alle sa se fosse


ICSSE=alle TOMBE & qualcosa due positiva
-e
Un’ape tardiva sussurra Vitalta'
resa dal sucho
modo contadino anomatopenca
con du
viene
trovando già prese le celle.
aclo
camata la La Chioccetta5 per l’aia azzurra
-
15
costellacre
va col suo pigolio di stelle. ↓2
dehe Plead,
piani si intersecano in
enterpretano continuanone (elemento
come una fallina Per tutta la notte s’esala esterno ed
che si parta chetro
torna imm. internal
le chioccette
(pulam)
l’odore che passa col vento. cena cosa

che pisolano. Passa il lume su per la scala: hanno spenta la erce,


brilla al primo piano: s’è spento. 20 dormanc
notte passata

È l’alba: si chiudono i petali -dopo tutta la notte


l'umidizaI fiori sembranc
e

che na lessermente
un poco gualciti; si cova, appassiti:Vidawane
dell'intimita' tra 12 Sposi- squalato Ifich
dentro l’urna molle e segreta6
-> imponinance de flo
non so che felicità nuova. o atto sessuale del
SPOSI 2

che puòfar nascere una nuova vita:non ce lo dice man, ma possiamo


schantenderle

1. il gelsomino, i cui fiori si aprono verso il tramonto e si chiudono all’alba. 2. i viburni: arbusti dai fiori
bianchi a infiorescenze, i cosiddetti palloni di neve. 3. le falene, farfalle notturne. 4. i richiami degli uccelli.
5. nome contadino della costellazione delle Pleiadi. 6. metafora per indicare l’ovario del fiore, umido di
rugiada e protetto dai petali, in cui si racchiude la promessa di una nuova vita; vi è l’allusione al corpo
femminile, culla della vita, ma vi è anche un riferimento alla morte (urna cineraria).

A una prima lettura la poesia appare costituita da una serie di notazioni impressionistiche che non hanno
fra loro legami, se non quello di creare un suggestivo scenario naturale notturno; il titolo allude al
gelsomino notturno, fiore dal profumo molto intenso che sboccia verso il tramonto e si chiude all’alba. La
narrazione segue gli eventi naturali dal tramonto all’alba e parallelamente allude agli eventi notturni nella
casa dei due giovani sposi. In questa prospettiva assume significato l’immagine, centrale nella poesia, del
fiore che apre il suo calice al calar della sera e per tutta la notte esala il suo profumo penetrante e
inebriante: l’immagine vegetale è allusiva all’altro rito, quello che si svolge nel mondo umano, la cui carica
sensuale è sottolineata dall’insistenza sulle sensazioni olfattive e cromatiche (il colore rosso si fonde
sinesteticamente con il profumo dolce e invitante delle fragole).
Quello di Pascoli, però, non è un inno gioioso alla fecondità, quale si può trovare negli epitalami del mondo
classico: la contemplazione del rito avviene da parte di chi ne è escluso. Si chiarisce allora anche il
significato delle immagini funebri che si alternano con quelle del fiore che invita all’amore: già la notte
evoca l’idea della morte e i fiori notturni all’inizio del testo si aprono proprio quando il poeta pensa, invece,
ai suoi cari defunti (altri riferimenti funebri sono le farfalle notturne e l’urna). La fedeltà ai morti,
all’impegno di ricreare il “nido” originario andato distrutto, impedisce a Pascoli di uscire da quel cerchio
chiuso, protettivo ma anche soffocante. Si chiarisce in tal modo anche il quarto ordine delle immagini che,
nella poesia, si alternano a quelle della casa, del fiore e dei morti, quelle appunto che si riferiscono al
“nido”, qui evocato dall’immagine rassicurante del verso 7 e ripreso dall’analogia tra la costellazione delle
Pleiadi e una chioccia con i suoi pulcini (vv. 15-16).
Il componimento è uno dei grandi esempi del simbolismo pascoliano: l’alternanza tra le immagini naturali e
i fotogrammi realistici che si riferiscono a quanto avviene nella casa è apparentemente senza alcuna logica,
le diverse notazioni e sensazioni che attraversano la notte sono legate da una trama segreta di rispondenze
e allusioni; anche l’uso della paratassi, costante nella poesia pascoliana, qui appare particolarmente
accentuato e rappresenta, con il suo ritmo frammentato, il susseguirsi delle sequenze senza mediazioni
logiche. Il quadro notturno che sembra così idillico è percorso da segrete tensioni, che creano un clima
enigmatico, sospeso tra struggente sensualità, trepidante vagheggiamento del fiorire della vita, senso
desolato di solitudine, angosciata dimensione funebre

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