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Novalis

Enrico di Ofterdingen
Traduzione di T ommasb Landolfi
Introduzione di Giorgio Cusatelli

UGO GUANDA EDITORE


IN PARMA
Dedica

Tu suscitasti in me la nobile brama


Di profondare lo sguardo nell'anima del vasto mondo;
Colla tua mano mi prese una fede
Che sicuro mi mena traverso tutte le tempeste.
Con presentimenti educasti tu il fanciullo,
E andasti con lui per favolose valli;
Come archetipo delle donne sensitive,
Movesti il cuore del giovane al più alto entusiasmo.
Che cosa mi avvince al duolo terreno?
La mia vita, il mio cuore non son tuoi per sempre?
E sulla terra non mi guarda -il tuo .amore?
Io posso per te votarmi alla nobile arte, \ ~
Giacché tu, amata, diverrai mia musa,
Il silenzioso spirito protettore della mia poesia.

In eterne trasmutazioni ci saluta


Quaggiù la segreta potenza del canto,
E là benedice la terra come eterna pace,
Mentre qui come giovinezza ci !ambe.
Essa è che versa luce nei nostri occhi,
. Che ci compartisce senso per ogni arte,

21
-I ■ --
E 1,e a,.ot8 ,Jeilieti e degli stanchi Parte prima
1,',bb,. J(IIO•i<>~ ~igl;o_-•nte gode.
L'attesa
Al suo colmo petto 10 bevvi la vita,
per essa divenni tutto ciò che sono
B p0tei lieto levare il volto.
,4ncora era sopito il mio supremo senso,
Bla vidi quale angelo venirmi incontro
6 ,;Jesto volai tra le sU8 braccia. a volo,

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Capitolo primo

I genitori erano già coricati e donnivano, la pendola


batteva il suo monotono tempo, alle finestre scricchiolanti
.gemeva il vento; la stanza era a tratti rischiarata dal lume
della luna. 11 giovane se ne stava inquieto nel suo gia-
ciglio e ripensava allo straniero e ai suoi racconti. Non
son già i tesori che hanno risvegliato in me un così ineffa.
bile desiderio, si diceva; ogni cupidigia m'è aliena: ma io
agogno di vedere il fiore azzurro. Esso mi sta di continuo
nel cuore, e ad altro non posso pensare. Mai ancora avevo
provato qualcosa di simile: è come se avessi sognato,-o
piuttosto se mi fossi addormentato in un altro mondo;
ché in quello in cui ho vissuto fin qui chi si sarebbe preoc•
cµpato di fiori, né mai ho sentito prima di cosl portentose
passioni per un fiore. Donde appunto veniva lo straniero?
Nessuno di noi ha mai vedµto un tale uomo; pure, non so
perché soltanto io sia stato cosl preso dai suoi discorsi;
gli altri hanno ascoltato le medesime cose, e a nessuno è
capitato alcunché di simile. E non poter neanche parlare
del mio Sti\tO meraviglioso! Mi sento rapito, e solo quando
il fiore norì m'è del tutto presente provo un cosl profondo,
intimo impulso: questo nessuno potrebbe capirlo. Crede-

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....., ~ -~ ~ e::

. f etico se la mia vista e la mia mente no


1 al pari d'oro acceso; non s'udiva suono sic~, un s~cro
rei d'avere t~ ;:ide: chiare, che tu~to da allora m'è an:
1
fossero tan . 'ù manifesto. Ho udito una volta parlar silenzio circondava quello spettacolo merav1gboso. S1 av-
. uto assai p1 e come fiere e alb eri. e sassi. abbian e
d,ven vicinò al bacino, che ondeggiava e tremolava d•infiniti
. . h'
det. temp1 anttc glit, uomini. Ho davvero 1·1 senso che del,.
o riflessi. Le pareti della grotta erano coperte di quella
1 liquida materia, che non era calda, ma piuttosto fredda,
allora parato :mento all'altro ricominciare, e ch'io possa
bano da un m aspetto quel1o che h anno a d'1rm1.· Devono e dava alle pareti soltanto una luce opaca, azzurrognola.
vedere. a11cora Oro . Tuffò la mano nel bacino e si umettò le labbra. Fu come
tante parole che non so.. se ne sapessi di se un fiato divino lo penetrasse, e si sentl internamente
esserci
.. 1 1· U I
an • capire tutto mo to meg 10. na vo ta ballavo
ptU potrei 11 • fortificato e ristorato. Un irresistibile desiderio lo prese di
' . .. ora penso piuttosto a a musica . bagnarsi là dentro, si spogliò e scese nel bacino. Gli parve
volentten. . d .f
·ovane si perse a poco a poco m o1c1 antasie e d'essere avvolto da una nuvola occidua; un celeste senso
11
s'add~rmentò. E sognò di infinite lontananze, e di selvagge pervase il suo essere; con intima voluttà innumeri pensieri
sconosciute contrade. Camminava sul ~are con miraeo- anelavano a confondersi in lui; immagini nuove, mai ve-
Josa facilità; vedeva fiere portent_ose; .viveva con uomini dute, sorsero, e anch'esse si confondevano e divenivano at-
diversi, ora in guerra, in selvaggio tumulto, ora in tran- torno a lui esseri sensibili, e ogni onda del soave elemento
quille capanne. Inco?'eva in. prigio~ia ~ nel~a più vitupe-
1
si stringeva a lui come un tenero petto. L'onda pareva la
rosa necessità. Ogni 1mpress1one sahva m lui a un altezza dissoluzione di leggiadre fanciulle, che d'un tratto accanto
mai conosciuta. Egli viveva una vita infinitamente diversa; al ·giovane s'incarnassero.
moriva e rinasceva, amava fino alla più sublime passione Ebbro e rapito, eppur consapevole d'ogni impressione,
e poi di nuovo era diviso in eterno dall'amata. Da ultimo, nuotò adagio sulla luminosa corrente, che dal bacino scor-
verso il mattino, come fuori spuntava l'aurora, la sua ani- reva per la roccia. Una sorta di dolce sopore lo vinse, i~
ma si calmò un poco, le immagini divennero più limpide cui sognò fatti indescrivibili e da cui lo riscosse un altro
e persistenti. Gli pareva d'andare soletto per un'oscura chiarore. Si trovò su un molle prato, alla sponda d'una
selva. Rado luceva il giorno traverso la verde rete. Presto sorgente, che sgorgava nell'aria e sembrava struggersi.
giunse davanti a una gola che saliva verso la montagna. Rocce turchine con vene versicolori si levavano a una
Doveva arrampicarsi per massi muscosi, che in antico un certa distanza; la luce diurna che lo avvolgeva era più
torrente aveva trascinati. Quanto più in alto saliva, tanto chiara e più dolce del solito, il cielo era turchino e tutto
più luminosa diventava la selva. Arrivò da ultimo a un terso. Ma ciò che soprattutto lo attrasse fu un alto fiore
piccolo prato, che giaceva sul fianco del monte. Oltre il azzurro chiaro, che stava presso la fonte e lo sfiorava colle
prato si levava un'alta rupe, al cui piede .scorse un'apertu- sue larghe foglie lucenti. Tutt'attorno a quello erano innu-
ra, che pareva essere l'imbocco d'un passaggio tagliato merevoli fiori d'ogni colore, e il più dolce profumo empiva
nella roccia. Il passaggio lo menò agevolmente, in capo a l'aria. Ma lui non vedeva che il fiore azzurro, e a lungo lo
~n certo tempo, a un ampio vano, donde già da lungi gli contemplò con ineffabile tenerezza. Infine volle avvici-
risplendeva incontro una chiara luce. Come entrò, vide narglisi, quando esso prese d'un tratto a muoversi e a mu-
un potente raggio che si levava quasi da una polla fino alla tarsi; le foglie divennero più lucenti e si strinsero al cre-
. . ' e là si fra ngeva m
volta ·
· mnumerevoli fa ville le qual'1 s1· scente gambo, il fiore si piegò verso di lui e mostrò un'e-
riunivano abb asso m .
• un grande bacmo; ' . luceva
11. raggio spansa corolla azzurra, in cui si cullava un tenero volto.

26 27
~ -=• aie==-- - -

Il suo do ce ,.
S
tupore cresceva d'colla rara
1 provviso la voce 1 sua ma re lo destò '
uando a11 unò a casa sua nel1a sta~za c e già Il sole del
d
h . .
metamorf .
0s1
' ed
invece di quelle rivelazioni imm
Spirito Santo in maniera indiret
ediate, cl parla ora lo
ta per il discernimento
modo di vita e il destino
'
4 . . 1'trov d'uomini saggi e assennati e per il
siato per sdegnarsi d'es · miracolose d'oggidl non
egh ~1 r . d ava Era trop· po esta di persone pie. Dalle immagini
rò b az1·a a su edificato, né ho mai cre-
rnatttn° in or . turb·ato· anzi augu ' ffcon uonagr a son mai rimasto particolarmente
i che ce ne racconta la
se
re statilobuo dis '
ngiorno, e le rese 1 a ettuoso abb
raccio. duto una parola di quei gran fatt o chi vuole, per me
icat
rnad~hé dormiglione - disse il pad
re - da quanto tempo gente di chiesa. Però ne resti edif
are chi cch essia nella sua fede.
.- ' . limare! Per cau sa tua non ho. pot·1uto usare mi guardo bene dal turb
motivi che vi fanno
qui a 1 1 . dormire 1 suo caro - Ma, caro padre, quali sono i
già. sto 11 • la mamma vo eva . asciar 'è cui portentose mutazioni
di rnar te E o. anche per la colazione m toccato aspettare · essere tanto contrario ai sogni, le
. fess1. one di mae- e, pure, necessariamente
figh. uo t furbo tu a sceglierti. codes a pro
1o. t e la cui lieve e delicata natura dev
è forse ogni sogno, sia
Se1 sta ·o cui noi • si' vegha . p rò
. e s1 lavora. e un dotto am- eccitare la nostra riflessione? Non
e manifestazione che,
stro , per . d r~6tta.re a~che della pure il più imbrogliato, una singolar
modo, a quel che ho sentito,. eve app suoi sapienti pre- divino, è uno squarcio
anche a non pensare a un invio
notte per studiare le grandi opere
dei in mille pieghe avvolge
significante nel velo misterioso che
. . il nostro essere? Anche nei libr
i dei più saggi si trovano
decessori. non v1 sdegnate del orsi a persone degne di
_ Caro padre - rispose Enrico - innumerevoli storie di sogni occ
sono abituato. Non sogno che di recente ci
mio lungo sonno, cui sapete che non fede, e rammentatevi inoltre del
e ho avuto molti sogni corte, e che a voi stesso
mi sono addormentato che tardi, raccontò l'egregio cappellano di
un sogno incantevole,
agitati, finché alla fine ho fatto apparve notabile.
erò, e che mi pare sia ste storie, se voi me-
che per lungo tempo non dimentich - Ma. anche senza parlare di que vostra vita ·un s~
nella
stato più che un comune sogno. desimo aveste per la prima volta
certo ti sei messo a più porreste in dubbio
_ Caro Enrico - disse la madre - gno, certo stupireste, né allora
ante la preghiera della ti quotidiani, siano fatti
dormire sulla schiena, oppure dur che questi, solo per noi divenu
un' aria strana. Man- no sia una difesa con-
sera hai pensato ad altro. Hai ancora meravigliosi! Mi sembra che il sog vita, un libero sva-
della
gia e bevi per riscuoterti. . tro la regolarità e abitudinarietà
seg uitò a lavorare di lena e imp astoiata, in cui essa scompiglia tutte
La mad re usc ì, il pad re go della fantasia
é possa pensarne la pe la costante serietà
disse: - I sogni sono fole, checch le immagini della vita e interrom
e a tener lontano l'ani- bimbi. Senza i sogni cer-
gente d'alta dottrina, e tu farai ben degli adulti con un lieto gioco da
nocive. Non son più i sto, e dunque si pub ri-
mo tuo da tali fantasie inutili e tamente invecchieremmo più pre
ano visioni divine, né come venuto diretta-
tempi che ai sogni s'accompagnav guardare il sogno, se non proprio
divino, un fedele compa-
potremo mai capire che cosa abb
iano provato quegli uo- ment~ dall'alto, almeno un dono
tomba. E certamente il
mini eletti di cui racconta la Bibbia
. Allora i sogni dove- gno nel pellegrinaggio alla santa
è per essere nella mia
vano essere d'altra natura, come anc
he le cose umane. sogno che ho sognato stanotte non
, giacché sento che mi
- All'epoca del mondo in cui viv
iamo, non segue più vita un avvenimento senza seguito
grande ruota .e la spinge
rie e gli scritti antichi ~•è ins~rito nell'anima come una
commercio diretto col cielo. Le sto mnanz1 con potente slancio.
conoscenza del mondo
sono l'unica fonte da cui ci è porta
ne abbiamo bisogno; e
sopraterreno, per quel tanto che 29

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rrise benevolmente e disse, guarda
ndo la lll iesta; e quando seppe
a. visita sosp etta . Gli feci la mia rich
dre, Enrico non smentisce invitò amichevolmente
Il padre_ so uella entrava: - Ma N · • d" che ero uno straniero e tedesco , mi
d
dre che 10loq .fa essere al mon o. ~1 suoi iscorsi ribolle o. Mi fece sedere e mi
' che dentro e recò una bottiglia di vin
.00 italiano, che por tai allo ra da
Roma e ehe piena di libri e d'ag-
1ora chiese del mio stato. La stanza era
1•1 genrò eroso v1 ze. A11ora anch'io ero un lungo discorso ; egli mi
sera delle nostre noz getti antichi. Entrammo in un
1 d ' d"d .
1 ·1acc1ato,.fi.boccav o ichi, di pittori, di scul-
b a
. di .rso L'aria del su m havetva .
cele 1· raccontò tan te cose dei tempi ant
d
una e mo sa ragaz. vo udito parlare così di
upo ve anza
.
e d'al legria, e anc e u eri tori é di poeti. Mai ancora ave
. bald a a meraviglia•, approdato in un nuovo
di . a di fuoco. Là da tuo pad re. d'
s'an dav . queste cose. Mi sembrava d'essere
i e altri antichi oggetti
za pien
. • cantori v'erano convenuti b ogm .. Il
par te, e da gr....
.... mondo. Mi mostrò pietre di suggell
ace ardore meravigliose
mus1c1 e s'erano ad Augusta ce1e rate pm a egre nozzet. d'arte·: qui ndi mi recitò con viv
non d" 1 batter d'occhio. Ancora
tem_poParlavate or ora di sogm. - 1sse a madre _ sai poesie, e cosi passò il tempo in un
quando mi ricordo della
d'u n sogno che avevi adesso mi si rasserena il cuore,
be anche tu allora mi raccontasti i e sensi che mi empi-
prim a vol ta in pensiero ridda multicolore di strani pensier
~vuto a Roma, e che ti mise per la rono quella notte. Nei tempi gen
tileschi egli era come a
ede re la mia mano?
di venire da noi ad Augusta e di chi casa sua, e con grandissimo ferv
ore sospirava quella re-
pos ito - disse il vec-
_ Me lo rammenti proprio a pro mota antichità. Da ultimo m'indi
cò una stanza dove avrei
ent ica to quel curioso
chio . - Avevo completamente dim potuto passare il resto della not
te, ché era ormai trop po
occ upa to; ma esso è ddormentai, e allora mi
sogno, che allora mi tenne parecchio tardi per ritornarmene. Presto m'a
ho det to dei sogni. ~ ale e di varcarne le porte.
appunto una prova di quello che parve d'essere nella mia citt à nat
to e più limpido; ancor lche luogo a far qual-
impossibile averne uno più ord ina Era come se dovessi and are in qua
ost anz a; ma pure, che evo andare, né che cosa
oggi ne ricordo benissimo ogni circ cosa, ma non sapevo né dove dov
te, e che fossi perciò ssi a passi rapidi verso
cosa significava? Che sognassi di precisamente dovevo fare. Mi dire
erti, era più che natu- mia festa di nozze. Non
subito preso dalla brama di possed lo Har z, e mi sentivo come alla
car atte re amorevole e campi, traverso valli e fo-
rale: ché già ti conoscevo. Il tuo tenevo la stra da, ma sempre pei
am ent e colpito, e solo nte. Qu and o fui in cima,
dolce m'aveva fin dal principio viv reste, e presto giunsi a un alto mo
ave va allo ra - tenuto in e percorrevo collo sguar-
la voglia di vedere paesi nuovi vidi dav ant i a me la Valle d'O ro,
rispetto il mio desiderio d'av erti
. Al tempo invece del o, giacché nessuna monta-
do la Tur ing ia in lungo e in larg
te app aga ta, e l'affetto a. Di fronte era lo Har z
sogno la mia curiosità era già in par gna atto rno m'i mp edi va la vist
umeri castelli, conventi
poteva più facilmente prevalere. colle sue cup e cime, e vedevo inn
no sogno - disse il l'animo, mi rammentai
- Raccontateci dunque que llo stra e paesi. Mentre così esultavo nel
o, e mi parve che fosse
figlio. del vecchio presso cui dormiv
inèiò il padre. - Il ero stato da lui. Presto
. - Avevo vagato, una sera - com passato gra n tempo da qua ndo
mu ra e le colonne anti• a nell'interno del monte e
cielo era puro, e la luna vestiva le m'a vvi di d'u na sca la che me nav
mie i com pag ni insegui• po giunsi a una grande
che della sua pallida, orr ida luce. I presi a scendere. Do po mo lto tem
ore spi nse ro me verso cav ern a, là sedeva un vecchio
in lunga veste davanti a
~ano le ragazze, la nostalgia e l'am fissamente una meravi-
1ape ~ campagna. Infine ebb i sete ed ent rai nella prima una tav ola di ferro e rigu ard ava
farm i dar e un sorso di , dav ant i a sé. La sua
c~a di campagna che trovai per gliosa fanciulla scolpita in marmo
end o che io fossi una
vmo O di latte. Uscl un vecchio, tem 31
30
e::= -

·uta attraverso la tavola di ferro e g1i


a cresci do davanti agli occhi con molteplici mutazioni. La mia
barba e~ . di Aveva aspetto grave e benevolo e mi rsi-
copn ·va i pie · ·
t sta antica che avevo visto
1a sera presso
-.o.i•
. lingua era come sciolta, e ciò che dicevo suonava come
tava una e d'ff nella cavern 11 una musica. Eppoi tutto ridivenne oscuro e angusto e co-
men . U luce splendente era i usa
vecchio,. ntavo cosl e guardavo il vecchio, all'improvv·1a. mune; vidi innanzi a me tua madre che mi guardava tenera
Mentre 10 s a • so e vergognosa; reggeva uno splendente bimbo fra le braccia
. 'te • batté sulla spa11a, nu prese per mano e ...:
il 11110 ospi 1111 . . D .... e me lo tendeva, quando a un tratto il bimbo crebbe a
dusse seco per lunghi passaggi. opo un po' vidi da vista d'occhio, diventò più chiaro e splendente, e infine si
con chiaro come là penetrasse la luce del giorn
lontano un , . . o. levò su noi con ali abbaglianti, ci prese ambedue nelle
M'aff ttai da quella parte e mi trovai presto su un verd sue braccia e tanto in alto volò con noi, che la terra
. 1:
piano,
ma ogni cosa m'appariva del tutto diversa che ;:
· lb ' d' f 1· ... appariva un piatto d'oro coi più nitidi intagli. Poi mi
Turingia. Giganteschi a en con ~ra~ 1 og 1e lucenti rammento solo che di nuovo m'apparvero quel fiore e il
devano attomo larga ombra. L aria era assai calda monte e il vecchio; ma poco dopo mi destai e mi sentii
sp an D f . fi · '
eppure non opprimente. ~vunq?e ont1 e on: e tra i fiori mosso da ardente amore. Presi congedo dal mio ospite
uno mi piacque sopra tutti, e m1 parve che gh altri gli si liberale, che mi pregò di tornare spesso da lui, il che gli
inchinassero. promisi, e avr~i anche tenuto la promessa, se non avessi
_ Ah, carissimo padre, ditemi di che colore era - escla- subito lasciato Roma e non fossi partito in gran furia per
mò il figlio vivamente commosso. Augusta.
_ Di questo non mi rammento più, per quanto mi sia
rimasto impresso tutto il resto.
- Era forse azzurro?
- Può darsi - seguitò il vecchio senza fare attenzione
alla singolare veemenza d'Enrico. - So soltanto che mi
sentivo come non si può dire, e per molto tempo non mi
volsi alla mia guida. Quando da ultimo lo feci, notai che
m'osservava attentamente e mi sorrideva con intima gioia.
In che maniera venissi via da quel luogo, non mi ricordo
più. Adesso er~ di nuovo sulla montagna. La mia guida
stava presso d1 me e diceva: Tu hai visto la meraviglia
de~ mondo. Non ~ta c~e in te divenire del mondo la più
f~hce creatura, e, m p1u, un uomo illustre. Fa' bene atten-
zione a ciò che ti dico: se il giorno di S. Giovanni verso
::• to~erai _qui e p~egherai devotamente Dio 'che ti
te ceda _mtelli~enza d1 questo sogno, la più alta sorte
rrena ti sarà nscrbata; poni mente allora a un fiorellino
azzurro che troverai· quassu, . e abbandbnati sotto-
, coglilo
• nel sogno, fui tra figure e
messo alla. guida. ceI.este, - Poi,
personaggi magn16c1 • e tempi· m · fin'1tt• mi• passavano riddan-

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