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Enrico di Ofterdingen
Traduzione di T ommasb Landolfi
Introduzione di Giorgio Cusatelli
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-I ■ --
E 1,e a,.ot8 ,Jeilieti e degli stanchi Parte prima
1,',bb,. J(IIO•i<>~ ~igl;o_-•nte gode.
L'attesa
Al suo colmo petto 10 bevvi la vita,
per essa divenni tutto ciò che sono
B p0tei lieto levare il volto.
,4ncora era sopito il mio supremo senso,
Bla vidi quale angelo venirmi incontro
6 ,;Jesto volai tra le sU8 braccia. a volo,
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Capitolo primo
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....., ~ -~ ~ e::
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~ -=• aie==-- - -
Il suo do ce ,.
S
tupore cresceva d'colla rara
1 provviso la voce 1 sua ma re lo destò '
uando a11 unò a casa sua nel1a sta~za c e già Il sole del
d
h . .
metamorf .
0s1
' ed
invece di quelle rivelazioni imm
Spirito Santo in maniera indiret
ediate, cl parla ora lo
ta per il discernimento
modo di vita e il destino
'
4 . . 1'trov d'uomini saggi e assennati e per il
siato per sdegnarsi d'es · miracolose d'oggidl non
egh ~1 r . d ava Era trop· po esta di persone pie. Dalle immagini
rò b az1·a a su edificato, né ho mai cre-
rnatttn° in or . turb·ato· anzi augu ' ffcon uonagr a son mai rimasto particolarmente
i che ce ne racconta la
se
re statilobuo dis '
ngiorno, e le rese 1 a ettuoso abb
raccio. duto una parola di quei gran fatt o chi vuole, per me
icat
rnad~hé dormiglione - disse il pad
re - da quanto tempo gente di chiesa. Però ne resti edif
are chi cch essia nella sua fede.
.- ' . limare! Per cau sa tua non ho. pot·1uto usare mi guardo bene dal turb
motivi che vi fanno
qui a 1 1 . dormire 1 suo caro - Ma, caro padre, quali sono i
già. sto 11 • la mamma vo eva . asciar 'è cui portentose mutazioni
di rnar te E o. anche per la colazione m toccato aspettare · essere tanto contrario ai sogni, le
. fess1. one di mae- e, pure, necessariamente
figh. uo t furbo tu a sceglierti. codes a pro
1o. t e la cui lieve e delicata natura dev
è forse ogni sogno, sia
Se1 sta ·o cui noi • si' vegha . p rò
. e s1 lavora. e un dotto am- eccitare la nostra riflessione? Non
e manifestazione che,
stro , per . d r~6tta.re a~che della pure il più imbrogliato, una singolar
modo, a quel che ho sentito,. eve app suoi sapienti pre- divino, è uno squarcio
anche a non pensare a un invio
notte per studiare le grandi opere
dei in mille pieghe avvolge
significante nel velo misterioso che
. . il nostro essere? Anche nei libr
i dei più saggi si trovano
decessori. non v1 sdegnate del orsi a persone degne di
_ Caro padre - rispose Enrico - innumerevoli storie di sogni occ
sono abituato. Non sogno che di recente ci
mio lungo sonno, cui sapete che non fede, e rammentatevi inoltre del
e ho avuto molti sogni corte, e che a voi stesso
mi sono addormentato che tardi, raccontò l'egregio cappellano di
un sogno incantevole,
agitati, finché alla fine ho fatto apparve notabile.
erò, e che mi pare sia ste storie, se voi me-
che per lungo tempo non dimentich - Ma. anche senza parlare di que vostra vita ·un s~
nella
stato più che un comune sogno. desimo aveste per la prima volta
certo ti sei messo a più porreste in dubbio
_ Caro Enrico - disse la madre - gno, certo stupireste, né allora
ante la preghiera della ti quotidiani, siano fatti
dormire sulla schiena, oppure dur che questi, solo per noi divenu
un' aria strana. Man- no sia una difesa con-
sera hai pensato ad altro. Hai ancora meravigliosi! Mi sembra che il sog vita, un libero sva-
della
gia e bevi per riscuoterti. . tro la regolarità e abitudinarietà
seg uitò a lavorare di lena e imp astoiata, in cui essa scompiglia tutte
La mad re usc ì, il pad re go della fantasia
é possa pensarne la pe la costante serietà
disse: - I sogni sono fole, checch le immagini della vita e interrom
e a tener lontano l'ani- bimbi. Senza i sogni cer-
gente d'alta dottrina, e tu farai ben degli adulti con un lieto gioco da
nocive. Non son più i sto, e dunque si pub ri-
mo tuo da tali fantasie inutili e tamente invecchieremmo più pre
ano visioni divine, né come venuto diretta-
tempi che ai sogni s'accompagnav guardare il sogno, se non proprio
divino, un fedele compa-
potremo mai capire che cosa abb
iano provato quegli uo- ment~ dall'alto, almeno un dono
tomba. E certamente il
mini eletti di cui racconta la Bibbia
. Allora i sogni dove- gno nel pellegrinaggio alla santa
è per essere nella mia
vano essere d'altra natura, come anc
he le cose umane. sogno che ho sognato stanotte non
, giacché sento che mi
- All'epoca del mondo in cui viv
iamo, non segue più vita un avvenimento senza seguito
grande ruota .e la spinge
rie e gli scritti antichi ~•è ins~rito nell'anima come una
commercio diretto col cielo. Le sto mnanz1 con potente slancio.
conoscenza del mondo
sono l'unica fonte da cui ci è porta
ne abbiamo bisogno; e
sopraterreno, per quel tanto che 29
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rrise benevolmente e disse, guarda
ndo la lll iesta; e quando seppe
a. visita sosp etta . Gli feci la mia rich
dre, Enrico non smentisce invitò amichevolmente
Il padre_ so uella entrava: - Ma N · • d" che ero uno straniero e tedesco , mi
d
dre che 10loq .fa essere al mon o. ~1 suoi iscorsi ribolle o. Mi fece sedere e mi
' che dentro e recò una bottiglia di vin
.00 italiano, che por tai allo ra da
Roma e ehe piena di libri e d'ag-
1ora chiese del mio stato. La stanza era
1•1 genrò eroso v1 ze. A11ora anch'io ero un lungo discorso ; egli mi
sera delle nostre noz getti antichi. Entrammo in un
1 d ' d"d .
1 ·1acc1ato,.fi.boccav o ichi, di pittori, di scul-
b a
. di .rso L'aria del su m havetva .
cele 1· raccontò tan te cose dei tempi ant
d
una e mo sa ragaz. vo udito parlare così di
upo ve anza
.
e d'al legria, e anc e u eri tori é di poeti. Mai ancora ave
. bald a a meraviglia•, approdato in un nuovo
di . a di fuoco. Là da tuo pad re. d'
s'an dav . queste cose. Mi sembrava d'essere
i e altri antichi oggetti
za pien
. • cantori v'erano convenuti b ogm .. Il
par te, e da gr....
.... mondo. Mi mostrò pietre di suggell
ace ardore meravigliose
mus1c1 e s'erano ad Augusta ce1e rate pm a egre nozzet. d'arte·: qui ndi mi recitò con viv
non d" 1 batter d'occhio. Ancora
tem_poParlavate or ora di sogm. - 1sse a madre _ sai poesie, e cosi passò il tempo in un
quando mi ricordo della
d'u n sogno che avevi adesso mi si rasserena il cuore,
be anche tu allora mi raccontasti i e sensi che mi empi-
prim a vol ta in pensiero ridda multicolore di strani pensier
~vuto a Roma, e che ti mise per la rono quella notte. Nei tempi gen
tileschi egli era come a
ede re la mia mano?
di venire da noi ad Augusta e di chi casa sua, e con grandissimo ferv
ore sospirava quella re-
pos ito - disse il vec-
_ Me lo rammenti proprio a pro mota antichità. Da ultimo m'indi
cò una stanza dove avrei
ent ica to quel curioso
chio . - Avevo completamente dim potuto passare il resto della not
te, ché era ormai trop po
occ upa to; ma esso è ddormentai, e allora mi
sogno, che allora mi tenne parecchio tardi per ritornarmene. Presto m'a
ho det to dei sogni. ~ ale e di varcarne le porte.
appunto una prova di quello che parve d'essere nella mia citt à nat
to e più limpido; ancor lche luogo a far qual-
impossibile averne uno più ord ina Era come se dovessi and are in qua
ost anz a; ma pure, che evo andare, né che cosa
oggi ne ricordo benissimo ogni circ cosa, ma non sapevo né dove dov
te, e che fossi perciò ssi a passi rapidi verso
cosa significava? Che sognassi di precisamente dovevo fare. Mi dire
erti, era più che natu- mia festa di nozze. Non
subito preso dalla brama di possed lo Har z, e mi sentivo come alla
car atte re amorevole e campi, traverso valli e fo-
rale: ché già ti conoscevo. Il tuo tenevo la stra da, ma sempre pei
am ent e colpito, e solo nte. Qu and o fui in cima,
dolce m'aveva fin dal principio viv reste, e presto giunsi a un alto mo
ave va allo ra - tenuto in e percorrevo collo sguar-
la voglia di vedere paesi nuovi vidi dav ant i a me la Valle d'O ro,
rispetto il mio desiderio d'av erti
. Al tempo invece del o, giacché nessuna monta-
do la Tur ing ia in lungo e in larg
te app aga ta, e l'affetto a. Di fronte era lo Har z
sogno la mia curiosità era già in par gna atto rno m'i mp edi va la vist
umeri castelli, conventi
poteva più facilmente prevalere. colle sue cup e cime, e vedevo inn
no sogno - disse il l'animo, mi rammentai
- Raccontateci dunque que llo stra e paesi. Mentre così esultavo nel
o, e mi parve che fosse
figlio. del vecchio presso cui dormiv
inèiò il padre. - Il ero stato da lui. Presto
. - Avevo vagato, una sera - com passato gra n tempo da qua ndo
mu ra e le colonne anti• a nell'interno del monte e
cielo era puro, e la luna vestiva le m'a vvi di d'u na sca la che me nav
mie i com pag ni insegui• po giunsi a una grande
che della sua pallida, orr ida luce. I presi a scendere. Do po mo lto tem
ore spi nse ro me verso cav ern a, là sedeva un vecchio
in lunga veste davanti a
~ano le ragazze, la nostalgia e l'am fissamente una meravi-
1ape ~ campagna. Infine ebb i sete ed ent rai nella prima una tav ola di ferro e rigu ard ava
farm i dar e un sorso di , dav ant i a sé. La sua
c~a di campagna che trovai per gliosa fanciulla scolpita in marmo
end o che io fossi una
vmo O di latte. Uscl un vecchio, tem 31
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