SUL LIMITARE
PROSE E POESIE
SCELTE
4"" edizione
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(1) K (111 non la conosce, va<ia. in qm-sto libro, al XIV. L'eroe dall'odio, 35 e seguenti.
— VII —
— vili —
conda: il grigio della pietra, il verde della foglia, il vitreo del-
l'acqua. Ora questa di Circe che significa per me 'ì
Ascoltate: Circe non è più, per me, la maga che imbe*<tia gli
uomini, madea che ammansa le lìere. Questa faccia sola io
la
vedo, ora, di lei. Essa è la figlia del sole: la luce, dunque. Tesse
una gran tela,
una grande sua tela immortale : una tela
lucida^ morbida^ bella^ di quelle che tessono in cielo.
comune, resta.
E i raminghi che si consultano; i venuti dal mare che mai non
si ferma} quelli che sono rimasti irresoluti e che ora chiamano
(la loro voce risuona nella pace del mattino e si spande nell'am-
pio vestibolo); quelli che essa chiama di sul limitare Ì
Quelli sono la novella generazione degli uomini: siete voi!
11 mare sempre mobile, il mare della vita, trabalza sulle sue
onde sempre nuove esistenze. Imi^iccolite la cosa, disegnandovela
nel pensiero; come è non arte di poeta ma natura poetica di tutti,
ora impiccolire ora ingrandire per veder meglio. Guardate dunque.
Un'armatetta veleggia nel mare infinito. Ora la calma che ar-
resta, ora il ft)rtunale che travolge; ora la nuvola nera minac-
ciosa nella serenità dell'alba; ora gli strali d'oro benauguranti
di tra la nuvolaglia del tramonto. Le navi sono fragili, e il mare
è possente, e il vento è instancabile. Quante d'esse api^roderanno'
all'isola dell'aurora? Una sola: la vostra. Yoi prendete terra,
tuna. La
fortuna, gli altri l'ebbero nemica. Errano senza più spe-
ranza sulle onde; remano con inutile fatica; come a dire: lavorano
per vivere. Il loro solo pensiero è già quello di avere un po' di
pane per rifare le forze e bastare alla loro inutile fatica. E il pa-
ne non l'hanno sempre. E la terra non la vedono mai: la terra
luminosa, dove è il riposo per il corpo e la gioia per lo spirito;
la terra dove è la scuola, la terra dove è la scienza, dove l'uo-
mo imo più sacro de' suoi diritti e adempire il più santo
ottenere il
dei suoi doveri: diritto e dovere che sono una moneta sola, con
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faceia e parola: sapere. E gli altri quella terra non la vedran-
no; essi che con voi entrarono nella vita.
sto o tutto codesto. È una gran cosa, perchè è quella che fa che
noi ci contentiamo. Il desiderio è in noi instancabile. Avuta una
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gioia, ne vorreiiiiiìo subito altve due, i)er lo meno. Da gioia a gioie
noi non avremmo mai pace. E non avremmo mai gioia, perchè nel
momento in cui ella venisse a noi, noi non sentiremmo se non la
mancanza di (iiullc clic coininciaiiio allora a desiderare. La poesia
mette un freno a quel cavallo veloce. Voi potete così fermarvi
a una gioia, a una casa, a un amore. Voi dite: Questo è benej
e lasciate di correre dietro il meglio. E la gioia può essere pic-
cola (a misurarla secondo la credenza comune) e la casa povera
e l'amore umile: voi riposate. C'era dentro voi chi diceva inces-
santemente con impeti come di respiro, sempre più ! sempre più !
Finalmente ora udite, da voce soave e piana assai ! il stata la :