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Chthulucene

Sopravvivere su un pianeta infetto


Introduzione
Il titolo originale dell’opera è “ Staying with the Trouble. Making Kin in the
Chthulucene”.
Innanzitutto Haroway parte dal concetto di “problema” ( “trouble”), che indica uno
stato di criticità e confusione che ha pervaso i tempi moderni. Questo libro, infatti,
viene scritto nel periodo in cui la questione della crisi climatica e ambientale diventa
sempre più pressante.
Haroway trova la soluzione a questo problema nel cosiddetto “kin”, sostiene che sia
necessaria la creazione di nuove parentele. In poche parole il “kin è basato sulla
solidarietà multispecie , una sorta di contatto con tutte le specie della terra, cioè
attraverso la creazione di nuove parentele.
Haroway, inizialmente rappresenta una visione pessimistica della realtà, ma al
contempo offre una soluzione: la fine dell’antropocene e la considerazione dell’uomo
secondo una visione olistica ed interconnessa con il resto della sfera biologica,
terrestre, non più protagonista ma partecipe: pensiero tentacolare.
Al centro del trouble troviamo due convinzioni:
Antropocene: che possiamo considerare come una sorta di umanesimo
contemporaneo.
Capitalocene: l’organizzazione naturale legata al capitalismo.
Haroway si pone contraria a quelle che potrebbero offrire la “salvezza” all’uomo, le
due dottrine rivali: scienze e religione.
Lei non li considera dei nemici ma crede che siano utili per “generare parentele”(
possono aiutarci a instaurare altri rapporti).
Haroway, inoltre, si scaglia contro il cinismo di quegli scienziati che affermano che
ormai è troppo tardi per “sistemare” questa condizione.
Haroway ha però una visione contrastante del mondo attuale, perché anche se
suppone che sia sbagliato pensare che una vita sulla terra non sia più possibile, è
anche consapevole del fatto che stiamo vivendo la sesta estinzione di massa(i cui
motivi sono il riscaldamento globale, scioglimento dei ghiacciai ecc..)
L’autrice è contro quell’atteggiamento di totale disperazione in quanto questo
potrebbe portare ad una rassegnazione e quindi ad un rifiuto nel restare a contatto con
il problema.

Il gioco della matassa con le specie compagne ( capitolo 1)

Nel primo capitolo D.H ci parla del gioco della matassa, una metafora che indica
un’interconnessione tra le specie terrestri, basata sul dare e ricevere, una
collaborazione reciproca per un futuro prosperoso.
Secondo D.H tutte le creature viventi occupano uno spazio che lei chiama Terrapolis
ovvero terra, dove nessuno viene lasciato in disparte. Nella terrapolis l’uomo diviene
Guman, non viene più visto come un essere eccezionale bensì come un collaboratore.
Le prime guide della terrapolis sono i piccioni , una specie che da sempre si adatta e
che ha avuto ruoli importanti nella storia, collaborando insieme agli umani per il
con- divenire.
Riguardo il ruolo dei piccioni vi sono dei pro e dei contro: sono utili per i
colonizzatori ma venivano usati anche come cavie, da compagnia e anche da cibo.
Terrapolis si basa su due concetti: con-divenire e rendere-capaci. Un’importante
capacità dei piccioni è l’auto- riconoscimento e questo lo dimostra l’esperimento fatto
da Skinner.
I piccioni, inoltre sono stati importanti perché hanno contribuito in diversi progetti
sociali, in particolare sull’inquinamento. Essi invitano alla responso-abilità. I
piccioni fanno la storia facendoci capire che ogni specie è importante.

Il pensiero tentacolare
Antropocene, Capitalocene, Chthulucene (capitolo 2)

A terrapolis l’antropocene è morto, ogni essere vivente ha una missione di


responso- abilità. In questo capitolo D.H ci parla del ragno Pimoa cthulhu .
Le ragnatele, oltre a simboleggiare il caos di questa era , ci invitano alla coesione
multispecie: con- pensare, in cui l’uomo è humus potenziale e la tecnologia crea altre
reti.
Secondo D.H esistono due sistemi mondiali organizzativi: simpoiettico e
autosimpoiettico. A terrapolis quello simpoiettico è quello più adeguato, in cui tutti
collaborano e non vi sono confini spaziali e temporali. Nel sistema simpoiettico tutti
devono pensare per non ripetere il disastro avvenuto con l’antropocene, perché il
male sta nella sua banalità, nel vuoto e soprattutto nell’assenza di un pensiero
profondo e autonomo.
Nel mondo di Haroway, c’è sempre speranza per rinascere dai disastri, ciò ci viene
mostrato dai funghi Matsutake ( dimostrazione della sopravvivenza) .
D’altro canto abbiamo il Patchy capitalism, quello attuale, che sopravvive, non
progredisce, ma distrugge. Siamo in un momento storico in cui le crisi non derivano
dalla provvidenza, dalle scienze e dalla storia, bensì dal capitalismo. Nel mondo
utopico non esiste la fede e nemmeno l’autorità, nessuno arbitra questi due mali che
hanno da sempre creato conflitti nell’antropocene.
Haroway per mostrare gli effetti concreti dell’antropocene fa riferimento agli incendi
del 2015 in California, in cui l’invasivo zampino umano tentato di alterare i
meccanismi naturali, fallendo. Questo è un importante capitolo della storia del
cambiamento
climatico.
Il termine Antropocene viene coniato da Stroemer nei primi anni 80’ per indicare gli
effetti dell’attività umana sulla terra, cambiamenti già cominciati con l’introduzione a
metà 700 della macchina a vapore e l’uso del carbone.
Oggi, il carbone è sostituito con il petrolio e un domani con le energie rinnovabili,
che nascondono un notevole profitto per i grandi del sistema capitalistico. Tra gli
altri vantaggi di questo sistema abbiamo lo scioglimento dei ghiacciai, vantaggioso
per la concorrenza militare e la creazione di trivelle petrolifere . Ciò che Haroway
Auspica contro il capitalismo globale è la rivolta.
Haroway analizza il sistema capitalistico e lo smonta, in quanto crede che sia un
sistema troppo burocratico, individualista riservato ad un pubblico ristretto. Secondo
Haroway il sistema capitalistico può essere distrutto solo attraverso i rapporti umani (
speranze illusorie). Tuttavia Il gioco di squadra non basta, nemmeno la coesione
mondiale e nemmeno le rivolte. Il cambiamento è solo in piccole percentuali nelle
nostre mani, i grandi del mondo sceglieranno sempre per noi con quanta plastica fare
una bottiglia.
Nonostante in Terrapolis non esiste la religione, gli humus, hanno dei loro modelli
etici: le meduse e il gorgone. Si tratta di creature ctonie che salvaguardano la terra dai
crimini dell’Antropocene. Siamo come i licheni sintesi dell’unione e di diversità.

Simpoiesi. La Simbiogenesi e l’arte di stare a contatto con il problema


(capitolo 3)

Haroway fa riferimento a Margulis per quanto riguarda il processo di creazione della


vita simbiogenesi. Per Margulis al centro della vita c’è l’idea che le cellule si
evolvono e si formano, creando relazioni con altre cellule. Un’altra metafora per
creare parentele. Si è notato che i batteri in verità funzionano meglio se leggermente
separati e se restano autopoietici.
Haroway prende come modello concreto il calamaro delle Hawaii per studiare la
simbiosi dello sviluppo. C’è una collaborazione, una solidarietà multispecie tra il
calamaro e i suoi batteri che lo salvano dalle prede.

Scienza e arte si intrecciano in un momento involutivo.

Scienze e arte divengono una pratica simpoietica per sconfiggere l’antropocene.


Haroway fa riferimento a due autrici in particolare : Hustak e Myers, le quali
affermano che l’involuzione, pensare all’interno del problema porta all’evoluzione, in
cui tutto si adatta e muta.

Arte e scienza mondeggiano per strare a contatto con il problema

Arte e scienza divengono in simbiosi per una rinascita, coltivando una responso-
abilità in luoghi minacciati:
La grande barriera corallina
L’isola del Madagascar
L’Alaska
L’altopiano Black Mesa
Quattro zone critiche

Negli oceani surriscaldati delle barriere coralline, la biodiversità è a rischio.


Il riscaldamento globale ha prodotto lo scioglimento dei ghiacciai, il buco dell’ozono
e il caos per i microbi e piante: è l’era in cui nemmeno le stagioni sono statiche. Il
problema non sta nel cambiamento, ma nella sua distribuzione. I ghiacciai
costituiscono un ruolo di prestigio per creare basi militari e per l’estrazione di
carbone fossile.

Una rinascita in quattro parti

Daina Timina ha proposto di creare una barriera corallina all’uncinetto con l’aiuto di
27 paesi ( esempio di responso- abilità) . Questo ha peggiorato solo la situazione
provocando l’inquinamento e il riscaldamento globale.

Generare parentele
Antropocene, Capitalocene, piantagionocene, Chtulucene ( capitolo 4)

Le due domande che Haroway ci invita a fare sono essenzialmente due: Quando il
cambiamento climatica è passato da “ di grado” a di “tipo” e in che modo e come
l’uomo ha contribuito.
L’unico problema non è il cambiamento climatico, ma anche i danni dovuti alle
sostanze chimiche tossiche, all’attività estrattiva, all’inquinamento nucleare ecc.., ma
siamo soliti concentrarci solo sul primo citato. Anna Tsing sottolinea la questione dei
“refugia”, affermando che la natura non può più sopportare questo svuotamento di
risorse. Per Tsing l’Antropocene è un modo per indicare la distruzione del riparo per
tutte le creature. L’estinzione è reale e la risposta è il modello designato dallo
Chthulucene il cui slogan è “generare parentele e non bambini” .
Fino ad oggi abbiamo vissuto nei tempi del dithering, i tempi della tibutanza, un altro
nome affine all’antropocene e al capitalocene.
D.H sostiene che si può porre fine allo stato di agitazione attuale attraverso il kin,
ossia generando parentele.

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