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Nel primo capitolo D.H ci parla del gioco della matassa, una metafora che indica
un’interconnessione tra le specie terrestri, basata sul dare e ricevere, una
collaborazione reciproca per un futuro prosperoso.
Secondo D.H tutte le creature viventi occupano uno spazio che lei chiama Terrapolis
ovvero terra, dove nessuno viene lasciato in disparte. Nella terrapolis l’uomo diviene
Guman, non viene più visto come un essere eccezionale bensì come un collaboratore.
Le prime guide della terrapolis sono i piccioni , una specie che da sempre si adatta e
che ha avuto ruoli importanti nella storia, collaborando insieme agli umani per il
con- divenire.
Riguardo il ruolo dei piccioni vi sono dei pro e dei contro: sono utili per i
colonizzatori ma venivano usati anche come cavie, da compagnia e anche da cibo.
Terrapolis si basa su due concetti: con-divenire e rendere-capaci. Un’importante
capacità dei piccioni è l’auto- riconoscimento e questo lo dimostra l’esperimento fatto
da Skinner.
I piccioni, inoltre sono stati importanti perché hanno contribuito in diversi progetti
sociali, in particolare sull’inquinamento. Essi invitano alla responso-abilità. I
piccioni fanno la storia facendoci capire che ogni specie è importante.
Il pensiero tentacolare
Antropocene, Capitalocene, Chthulucene (capitolo 2)
Arte e scienza divengono in simbiosi per una rinascita, coltivando una responso-
abilità in luoghi minacciati:
La grande barriera corallina
L’isola del Madagascar
L’Alaska
L’altopiano Black Mesa
Quattro zone critiche
Daina Timina ha proposto di creare una barriera corallina all’uncinetto con l’aiuto di
27 paesi ( esempio di responso- abilità) . Questo ha peggiorato solo la situazione
provocando l’inquinamento e il riscaldamento globale.
Generare parentele
Antropocene, Capitalocene, piantagionocene, Chtulucene ( capitolo 4)
Le due domande che Haroway ci invita a fare sono essenzialmente due: Quando il
cambiamento climatica è passato da “ di grado” a di “tipo” e in che modo e come
l’uomo ha contribuito.
L’unico problema non è il cambiamento climatico, ma anche i danni dovuti alle
sostanze chimiche tossiche, all’attività estrattiva, all’inquinamento nucleare ecc.., ma
siamo soliti concentrarci solo sul primo citato. Anna Tsing sottolinea la questione dei
“refugia”, affermando che la natura non può più sopportare questo svuotamento di
risorse. Per Tsing l’Antropocene è un modo per indicare la distruzione del riparo per
tutte le creature. L’estinzione è reale e la risposta è il modello designato dallo
Chthulucene il cui slogan è “generare parentele e non bambini” .
Fino ad oggi abbiamo vissuto nei tempi del dithering, i tempi della tibutanza, un altro
nome affine all’antropocene e al capitalocene.
D.H sostiene che si può porre fine allo stato di agitazione attuale attraverso il kin,
ossia generando parentele.