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MAESTRO DI DIETROLOGIA: LA

MANIPOLAZIONE DEL LINGUAGGIO


NELL'ERA DEL CONFORMISMO
GLOBALE di Simone Galgano
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LINGUAGGIO NELL&apos

LA MANIPOLAZIONE DEL LINGUAGGIO NELL'ERA DEL CONFORMISMO

GLOBALE di Simone Galgano


Pubblicato il 9 Febbraio 2024 da IN ESERGO

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Una società mondiale che auspica un cambiamento epocale necessita di una


netiquette spalmata su tutti i fronti. Per esorcizzare risvegli dal sonno della ragione
dei popoli, la priorità è costruire dal basso una serie di regole civili che vengano
accettate e metabolizzate. Cambiando il linguaggio si può a lungo termine
intervenire sul pensiero delle persone che, poco alla volta, non sentiranno alcuna
esigenza di riscatto al cospetto di qualsiasi autorità vigente, dalla politica al lavoro,
dall'economia al percepirsi individualità con diritti sociali inviolabili. Per questo
motivo, e a fronte di una massiccia industrializzazione globale futura, il complesso
industriale multinazionale ha battezzato la parola magica green per coprire un
maggiore inquinamento e giustificare futuri licenziamenti di massa.
Una filosofia politicamente corretta e affine al potere costituito è lo strumento base
per lavorare e ragionare sul futuro di un mondo nel quale i sistemi politici di ogni
nazione si vorrebbero sempre più sovrapponibili. Il politicamente corretto, nel suo
palinsesto linguistico, non può che diventare il male assoluto, soprattutto perché è
scorrettissimo quando si trasforma in arma contro le opinioni divergenti, con la
malafede di pretendere di difendere le minoranze: non difende affatto le cosiddette
minoranze, non migliora il linguaggio e le usanze delle persone, ma abitua nel
tempo l'individuo a normarsi e conformarsi. Vince metaforicamente e comunque
sempre chi è più ricco e performante: questi avrà sempre i mezzi per scusarsi in
maniera politicamente corretta nel caso uscisse dai binari prestabiliti.

Una sorta di kalamométrion sociale per fagocitare i cattivi pensieri dei potenziali
disturbatori e dei loro seguiti. Ne nasce un moralismo Giano Bifronte, con una faccia
per le classi subalterne, un'altra per le classi dirigenti, ma (più si sale verso l'alto)
con una grande anarchia del potere e dei comportamenti. Una forma di bigottismo
laico che sostituisce i veli sulle statue nude del fu Savonarola. Perché un conto è non
offendere minoranze o determinate categorie con un linguaggio violento,
rispettando qualsiasi orientamento sessuale, religioso, etnico, un altro è pensare di
cambiare il linguaggio forzatamente, scontentando tutti per fingere di difendere i
presunti indifesi. Quindi creare un poco alla volta un vocabolario di Stato più
consono e supino al sistema neoliberale, oggi decisamente più elitario, esclusivista,
censorio e oscurantista. Anche in questo caso, come per quelli sopraccitati, il
grimaldello linguistico serve a preparare il terreno del nuovo cittadino a norma, per
osmosi, più mansueto, impersonale e controllabile.
La neurolinguistica applicata alla politica trasversale, quella che si accetta a
prescindere dalla governance di turno, quella che si respira grazie ai media che
fanno da cassa di risonanza, quella pensata nei salotti buoni da demiurghi a noi
lontani, si trasforma in una mannaia che colpisce chiunque dissenta o esprima
criticità politiche e antisistema: si passa sempre più velocemente dalla pretesa di
coprire le vergogne alla censura di chi vuol scoprire vergogne più pesanti, mettendo
in discussione lo status quo, per esempio sul piano economico e dei diritti dei
lavoratori o della difesa dello stato sociale. Soprattutto, si abitua l'utente medio a
non pensare con la propria testa e con le proprie pulsioni, a scremare qualsiasi
sfumatura e ad agire in automatico, come appunto una macchinetta o un soldatino,
accumulando nel tempo aggressività inespressa. Aggressività che poi si sfogherà su
chi non concorda con il pensiero unico previsto e vigente, in una sorta di modello
simile al famoso Villaggio dei dannati, delatori compresi.

Concettualmente un paradigma reazionario, ma vestito di tutto punto. Non puzza, è


neutro, ma poi si trova concorde in qualsiasi orrore espresso dal mainstream,
legittimato dall'essere il primo della classe. Un mondo politicamente corretto è il
paradigma auspicabile dal potere per gestire la psicologia di massa in tempi pseudo-
democratici. Questo conformismo tipico dell'opulente occidente si riverbera in ogni
settore, perfino nell'arte, nella musica, nel cinema, nella letteratura, divenendo
patrimonio comune e condiviso. Una cura Ludovico allargata, ma più sottile e
strisciante.
L'importante è rimpicciolire il range di possibilità di analisi e di comprensione,
usando lo schema dei buoni e cattivi, del bianco e del nero come unici colori
possibili, come unico sistema possibile, che sfocia nel pensiero conformista della
serie: c'è un invaso e un invasore, siamo in presenza di un cambiamento climatico
per colpa delle persone comuni, se non ti vaccini muori, fino al se sei povero è colpa
tua. Non esiste, fateci caso, l'unico politicamente corretto che servirebbe: quello
sulla povertà e sulla dignità economica. Tutte le forme linguistiche di propaganda
che partono strumentalmente da presunti diritti civili, senza mai risolverli
realmente ma limitandosi ad annunciarli (acuendo le divisioni tra gli individui),
giungono a plasmare un pensiero unico su altri fronti, ritenuti al vertice più
interessanti.

Per questa restaurazione antropologica, l'ancien regime transnazionale da tempo


manipola il senso di colpa del variegato quanto confuso mondo progressista, più
plagiabile e predisposto a credere di votarsi al bene comune. In piccolo, il sistema
strumentalizza i sacrosanti diritti civili, svuotandoli del loro vero impatto
egualitario tra le persone, sostituendoli con il decalogo dei comportamenti da
utilizzare, pena la scomunica sociale. Ci troveremo alla fine in un mondo dove
dovrai pesare il linguaggio come si pesa l'oro, facendo salti mortali per non
offendere il fantomatico dittatore nano del Katonga - perché è nato in un paese
sfortunato e perché non puoi definirlo “nano” - bensì appoggiandolo perché magari
ci vende il petrolio al miglior prezzo, sulla pelle dei suoi abitanti.
L'astrazione del sistema si materializza e si legittima dividendo il teatro tra buoni e
cattivi e, per osmosi, legittimando gli orrori che produce, facendosi accettare come
unica autorità possibile.
Pubblicato da MAESTRO DI DIETROLOGIA alle lunedì, febbraio 12, 2024

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