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Una sorta di kalamométrion sociale per fagocitare i cattivi pensieri dei potenziali
disturbatori e dei loro seguiti. Ne nasce un moralismo Giano Bifronte, con una faccia
per le classi subalterne, un'altra per le classi dirigenti, ma (più si sale verso l'alto)
con una grande anarchia del potere e dei comportamenti. Una forma di bigottismo
laico che sostituisce i veli sulle statue nude del fu Savonarola. Perché un conto è non
offendere minoranze o determinate categorie con un linguaggio violento,
rispettando qualsiasi orientamento sessuale, religioso, etnico, un altro è pensare di
cambiare il linguaggio forzatamente, scontentando tutti per fingere di difendere i
presunti indifesi. Quindi creare un poco alla volta un vocabolario di Stato più
consono e supino al sistema neoliberale, oggi decisamente più elitario, esclusivista,
censorio e oscurantista. Anche in questo caso, come per quelli sopraccitati, il
grimaldello linguistico serve a preparare il terreno del nuovo cittadino a norma, per
osmosi, più mansueto, impersonale e controllabile.
La neurolinguistica applicata alla politica trasversale, quella che si accetta a
prescindere dalla governance di turno, quella che si respira grazie ai media che
fanno da cassa di risonanza, quella pensata nei salotti buoni da demiurghi a noi
lontani, si trasforma in una mannaia che colpisce chiunque dissenta o esprima
criticità politiche e antisistema: si passa sempre più velocemente dalla pretesa di
coprire le vergogne alla censura di chi vuol scoprire vergogne più pesanti, mettendo
in discussione lo status quo, per esempio sul piano economico e dei diritti dei
lavoratori o della difesa dello stato sociale. Soprattutto, si abitua l'utente medio a
non pensare con la propria testa e con le proprie pulsioni, a scremare qualsiasi
sfumatura e ad agire in automatico, come appunto una macchinetta o un soldatino,
accumulando nel tempo aggressività inespressa. Aggressività che poi si sfogherà su
chi non concorda con il pensiero unico previsto e vigente, in una sorta di modello
simile al famoso Villaggio dei dannati, delatori compresi.