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Federico Giuntoli "Introduzione al libro della Genesi"

Il Libro della Genesi, ma più che altro focalizzare sui primi 11 capitoli che si
potrebbero titolare, se dobbiamo dare un titolo, la creazione del mondo e dei suoi
abitanti
Vorrei farmi seguire in questa conversazione, quello di provare a dare delle dritte
Che ritengo utili per una lectio, una lectio sul libro, ma in particolare su questi primi
11 capitoli.
Quando si parla di lectio, si intende per prima cosa, la comprensione del testo questo
è anche poi il primo gradino di per sé di questo cammino, di questa lettura spirituale.
Ora comprensione del testo vuol dire tante cose. Non soltanto. A mio avviso capire
quello che logicamente dice questo testo che abbiamo davanti, quindi le sue
articolazioni. Secondo me comprendere un testo significa anche collocarlo, nel
contesto che lo ha partorito, che lo ha fatto nascere. E quello che vorrei fare con voi.
Cercare cioè di contestualizzare il Libro e in particolare i primi 11 capitoli del libro,
nell'ambiente che li ha partoriti. Questo è essenziale, sempre secondo me. Per poter
capire bene quello che questo testo dice, testo che poi, faccio aderire alla mia vita.

Il Libro della Genesi e come sappiamo il portale d'ingresso di tutte le scritture di


Israele. E come ogni inizio, si occupa delle fondamenta, di quello che diventerà,
Nella storia il popolo di Israele. Sono i prodromi? Da dove si parte? Con chi si parla?

Noi, certo, già a livello del catechismo sappiamo che Tutto parte con il nostro
progenitore Abramo, chiamato da Dio. Siamo in genesi 12. Abramo, che appartiene
ad un'altra cultura, altri dei. Questa chiamata di Dio lo strappa, se così si può dire
dal suo ambiente, dal suo contesto culturale di origine e lo fa camminare verso un
futuro? In questo futuro Sappiamo poi tutte le tappe, ci sarà un popolo scaturito da
lui. Ecco, questa è la storia e la storiella che è quella. Poi, alla fine che il testo stesso
ci dice di genesi è ridotto all'osso.
Il punto è. Ma perché Dio chiama Abramo? Ma poi, ma perché dalla Mesopotamia?
Non vi pare strano che un fondatore di un popolo sia uno straniero? Quando mai
questo esiste? Se c'è un fondatore di un popolo abitualmente, questo appartiene a
quel popolo. È sempre così? Da Guglielmo Tell in Svizzera a tutte le altre parti. Se
un qualcuno dà origine ad un popolo, questo qualcuno deve appartenere al tessuto
culturale, ma anche geografico di quello che sarà poi il popolo da lui scaturito. Non
so se vi siete mai chiesti, ma perché Abramo è uno straniero? Com'è possibile che
uno straniero dia origine ad un popolo? Questo è è fuori dal genere letterario? Dei
personaggi di Fondazione di un popolo. Parlare di Mesopotamia, altro non è che
parlare di Babilonia, che ovviamente è collocata in Mesopotamia. Però parlare di
Babilonia. Altro non è che parlare di esilio. Dove Israele fu deportato per più di
cinquant'anni, radicandosi completamente dal proprio ambiente.

Allora si comincia a vedere sì la Mesopotamia e Babilonia dentro questa


Mesopotamia, non è poi un qualcosa di così peregrino. Per Israele. Allora un padre,
Abramo, che viene da Babilonia, Vuol dire venire da una regione, Nel bene o nel
male, conosciuta Israele.
Ma poi di più. Pensiamo a Giacobbe. Anche Giacobbe non rimane fisso, nella terra
promessa come noi la chiamiamo, non rimane mica fisso in Palestina, diremmo noi
oggi. Emigra. Per timore del fratello dell'uccisione Esaù. Gli ha rubato la
primogenitura, gli ha rubato la benedizione. Siamo in genesi 25, genesi 27. La madre
per precauzione lo manda da laban, Il suo fratello, lo zio di Giacobbo. Ma dove sta
laban. Nell'Alta Siria? E qua ci si comincia ad avvicinare alle regioni dove Israele fu
deportato. Se si prosegue, c'è Babilonia. Allora si comincia a vedere che Forse ora è
soltanto l'ipotesi, l'esperienza dell'esilio per Israele è stato un qualcosa di così
fondamentale, nel bene e nel male, che è andata ad informare di sé. Anche le proprie
scritture. Al punto che, La stessa contestualizzazione geografica di certe storie
fondative che si trovano in genesi, hanno a che vedere con quelle regioni, le regioni
della deportazione?

Facendo un bel balzo in avanti. Se abram. Esce. Da Babilonia. Ur dei caldei UR dei
caldei, che è una cifra per dire. Mesopotamia Babilonia, su ordine di Dio. E questo
comando che riceve è quello di andare nella terra promessa, forse in filigrana su una
falsa riga. Bisogna cominciare a pensare che dietro quella voce di Dio che chiama
Abramo ad uscire da Babilonia per andare nella terra, C'è in realtà un invito di Dio
a tutto il popolo d'Israele. Di uscire da quella terra. Babilonia, UR dei caldei. Per
fare ritorno in patria. Si comincia a vedere che genesi e molte storie di genesi vanno
lette su due piani :

 Si parla di Abramo, si parla della sua venuta da Babilonia. Si parla della voce di
Dio che lo chiama ad uscire da Babilonia. Ma in realtà sotto nel piano sottostante
questa narrazione, C'è un invito di Dio a tutto Israele, Di fare come abra. Uscire
da quella terra di esilio e tornare nella terra promessa. Non pensiate che. Tutti gli
ebrei. Volevano tornare nella terra promessa a esilio finito, a liberazione
sopraggiunta. Se l'esilio è durato almeno una cinquantina d'anni. Vuol dire che
con la mortalità dell'epoca, specialmente. La prima generazione, quella che arrivò
in Babilonia. Era morta. Pochissimi erano i deportati della prima volta, molte
persone tra Israele nacquero in Babilonia. Sono un po come i nostri, emigranti in
America la prima generazione andò in America, si pensi ai primi del 900. I vecchi
morivano in America ma i figli nascevano in America. La prima lingua di questi
figli di questi genitori italiani non era l'italiano. Era l'inglese.
 Però la stessa cosa accadde anche per Israele, noi pensiamo forse poco a questo.
Dunque, quando arrivò la liberazione dall'esilio,. Sì sì, va benissimo, va bene.
Lui a questo ci pensiamo poco ma. Quelli che si trovavano ad esilio terminato a
tornare nella terra promessa. Non erano più. Quelli che erano andati. Subendo
l'esilio. In Babilonia. I nuovi che volevano che dovevano tornare non erano mai
stati nella terra promessa. A stento conoscevano la lingua, la prima lingua era l’
accadico. La lingua di Babilonia, non l'ebraico. La cultura, ecco l'anello che vi
serve per la nostra conversazione, la cultura di cui erano imbevuti. Non era quella
ebraica, si in casa, certo che sentivano parlare. Ma a scuola e tutto il resto Era la
cultura. Babilonese. Questo significa allora che quando apriamo certi libri,
certamente non tutti certi libri della Bibbia. Che hanno molto a che fare a livello
di redazione scritta con l'esilio e il post esilio, Noi non dobbiamo stupirci di
trovare dentro questi racconti, Cultura Mesopotamia.

Ora il Libro della Genesi. È un libro che, facendo una stima così di massima. Per
un buon 70%. È prodotto dell'esilio e del post esilio. Non ci lasciamo ingannare, che
è il primo libro in ordine cronologico che troviamo nella Bibbia. Ci parla delle cose
vecchie, delle cose antiche, delle cose arcaiche, per cui questo Libro deve essere
antico e lo stesso no è il contrario. Questo è un libro abbastanza recente. Fatta questa
premessa troppo veloce, però credo dobbiamo poi stare nei tempi, provo a entrare
un pochino più nel vivo per l'organizzazione di questo libro che conosciamo tutti e
poi focalizzare sui primi 11 capitoli?

Metto tra parentesi i primi 11 capitoli e partiamo da abramo. Che cosa troviamo in
queste storie che riguardano Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe?

Abbiamo semplicemente una catena. Una catena genealogica, noi sappiamo che le
genealogie sono un genere letterario abbastanza sfruttato da questo libro. E troviamo
varie. Abbiamo le generazioni di Adamo al capitolo 5.
Poi abbiamo le generazioni di Noè e dei suoi figli. Capitolo 10 e capitolo 11. Poi
abbiamo le generazioni di ismaele, il figlio primo di Abramo. Capitolo 25.
Poi abbiamo anche le generazioni di Esaù, il fratello di Giacobbe. Siamo al capitolo
36. Ma anche qua chiediamoci perché tutte queste genealogie, come mai parlare di
un filo che Lega Abramo, isacco, Isacco e Giacobbe, Giacobbe e Giuseppe e da lì
poi? Tutti e 70 i discendenti di Giacobbe che scesero in Egitto al capitolo 46 del libro
e poi poco, perché le genealogie? Altro non sono che fonti.. Che vengono gettati
dallo scrittore. Per connettere il passato. Al presente, garantendo un futuro. Tutti
questi nomi che troviamo in genesi noiosi? A noi non ci dicono niente. Altro non
vogliono fare che. Un ponte, il la creazione di un ponte che Lega l'Israele. E dell'oggi
che leggeva La Bibbia, diremmo noi che leggeva il testo di genesi. Con il passato?
È lo stesso procedimento per cui noi queste genealogie in Luca tre e Matteo uno le
troviamo nel nuovo testamento. Per quale motivo? Il genere letterario della
genealogia deve essere interno anche al nuovo testamento, che senso ha? È lo stesso
il Gesù? Di cui parliamo oggi. Ha un filo con il passato, fino addirittura ad arrivare
per una genealogia ad Adamo. Nemmeno ad Abramo, ad Adamo. È un ponte. Ma
perché questi pozzi? Certo, da una parte per connettere presente e passato abbiamo
detto. Ma poi c'è un'altra cosa. E qua ritroviamo ancora peggio. Qual era? La
preoccupazione una delle preoccupazioni maggiori.

Per Israele. Tornato dall'esilio. Certo, la ricostruzione di una città, Gerusalemme, la


ricostruzione dei suburbi, la ricostruzione del tempio le mura. Sì, ma prima ancora
c'era un'altra preoccupazione. Chi era il vero Israele? Andando in Babilonia. La
discendenza pura, Santa Abramo, Isacco, Giacobbe. Si era corrotta. I matrimoni
misti. Che è la sillo che troviamo ad esempio nel libro di Neemia nel libro di Estra
che sono tutti libri.
Posteriori all'esilio. A livello di scrittura, cioè dimostrare. Chi era il vero Israele?
Guai ai matrimoni misti. Leggete essere, nemia e vedrete proprio che si deve
dimostrare di essere parte del seme Santo. Ecco allora la genealogia. Se io non sono
inserito in questa corretta discendenza che parte con Abramo genesi. Io sono tagliato
fuori dal popolo d'Israele. Dunque? La preoccupazione non era tanto la prima,
ricostruire una città distrutta. Dai babilonesi alla fine dell'esilio. C'era la
preoccupazione tre. Qual era il popolo che doveva ricostruire quella città? Chi era il
giusto, corretto, popo? Da qui si capisce. Il perché della presenza delle genealogie?
Noiose ma assolutamente non saltare nella lettura del Libro della Genesi. Tra l'altro.
Il genere letterario genealogica non è stato inventato da Israele. È stato copiato una
delle tante cose che Israele ha copiato da Babilonia. A Babilonia esistevano dei sono
stati ritrovati a livello proprio di tavolette d'argilla, incise a carico e anche il
sumerico, la lingua ancora più antica dell'antico, sono state trovate delle tavolette.
Che si chiamano liste regali Sumeriche. Dove si mettono in connessione fino ad
arrivare all'età del mito. Le liste regali dei re.

Per dimostrare anche qui la corretta discendenza di quelle re, da quell'altro re fino
addirittura ad arrivare al mito. Agli dei, gli dei che partoriscono poi questi re. Israele
nella sua cultura babilonese ha copiato questo genere letterario della genealogia che
l'ha riportato nei suoi scritti. Non è dunque un'invenzione di questo poco. Allora in
questo impianto noi abbiamo le storie di Abramo, Isacco, Giacobbe e Giuseppe.
Collegate tra di loro. E l'inizio il capo iniziale delle genealogie che seguiranno fino
ad arrivare al posto esilio nei libri di estra e nei. Ora sappiamo perché, perché Israele
doveva? Dimostrare. Di saper essere veramente il popolo d'Israele e non un'altra
persona. C'è un'altra cosa.

Poi voglio scivolare su 1 -11 capite che ci vuole un corso intero per parlare del Libro
della Genesi c'è un'altra cosa che bisogna tenere presente per capire bene
l'articolazione di questi racconti. Abramo chi è è colui che viene dall'estero.
Babilonia. E va. In terra promessa nella terra promessa. Giacobbe, chi è? Colui che
sta nella terra promessa. Nasce lì, però poi va all'estero. Dall'Avana. Io non faccio il
riassunto delle storie, perché immagino che le conosciate tutti. Nasce nella terra
promessa e va all'estero. Dall'abaco non solo va all'estero anche da un'altra parte, va
in Egitto. A trovare il figlio ritrovato Giuseppe. C'è un unico Patriarca che non andrà
mai all'estero. Questo e isacco. Isacco permane nella te. Per capire questi movimenti.
Ancora una volta bisogna tornare alla dinamica dell'est. Chi è il vero Israele? Quello
che torna dall'esilio, quindi quello che dall'estero. Torna o fa per la prima volta nella
terra promessa nella terra di Cana, la nostra Palestina. Ma dobbiamo ricordarci che
non tutto Israele ha patito l'esilio, mica tutti gli ebrei sono andati in esilio. Anche
questo è un modo un po all'ingrosso che noi diciamo. In esilio ci è andata soltanto la
Corte legale, i sacerdoti, la manodopera nobile per cui gli artigiani. Ma non i contadi.
Il Popolo della terra, come veniva chiamato in senso dispregiativo. Quelli rimasero.
Nella terra promessa, basti leggere i libri dei re, il libro di Geremia, e questo è molto
chiaro, la popolazione ininfluente, rimase in terra promessa, non andò in esilio. Ma
non è il problema, era questo, se gli altri dovevano tornare. E dicevano, Siamo noi
che Israele è rimasti. Non erano più il vero Israele. Rimasti, tra l'altro, che si erano a
loro volta contaminati. Con altre popolazioni? Quelle vicine a Israele nei
cinquant'anni dell'esilio. Ecco allora perché ci sono due patriarchi che dall'estero
vanno e tornano nella terra promessa, Abramo e Giacobbe. E perché c'è un Patriarca,
almeno isacco, che è sempre rimasto nella terra. A garantire che anche coloro che
rimasero della terra sono il vero Israele perché avevano il loro beniamino. Ovvero?
Isacco. Dobbiamo abituarci a leggere questo libro avendo sullo sfondo lesile. Posso
dire un'altra cosa, la letteratura che troviamo nel libro della Genesi. È una letteratura
nata in un periodo di crisi. E forse questo contribuisce ad avvicinarci. Anche proprio
a livello di simpatia. Un buon 70%. Vi dicevo prima del Libro della Genesi. Nasce
in questo contesto culturale estremamente complicato per Israele, che è l'esilio e il
postisi. Le significo è stato. L'evento, che rischiava di mettere. A morte Israele e le
promesse di Dio. Perché la famosa terra promessa? Con l'esilio se ne va. Israele
perde la terra promessa e guardate, non la perderà soltanto durante gli anni dell'esilio.
Non l'avrà più. Perché Israele perderà l'indipendenza. Arrivo dei babilonesi e
Caccerò Israele, quindi la terra promessa, la promessa di Dio ad Abramo, esci dalla
tua terra, va nel paese che ti indicherò. E non c'è più. Questo è un trauma. Quando i
babilonesi sono sconfitti? Nella terra promessa vengono i persiani. Che prendono il
posto dei babilonesi. Quando i persiani saranno sconfitti. Verranno gli Ellenisti
Alessandro Magno. Che prenderà il posto dei persiani. E quando gli ellenisti saranno
sconfitti, arriveranno i romani. Allora la terra promessa dall'esilio, in là non c'è più.
Allora qualcuno poteva dire, ma è la promessa di Dio. Diventerai una grande
nazione. Ma anche questa viene disattesa. Come promessa? Perché Israele non è più
una nazione e un popolo deportato. Per di più con una discendenza corrotta di
matrimoni misti. E il tempio, che era l'elemento nazionale di aggregazione di tutto il
popolo. Sia civile che religioso. Distrutto. Dai papillon. Bruciato. E per la cultura
dell'epo. Il popolo che vince contro un'altro popolo è perché ha la divinità più forte.
Sì, è un popolo, vince l'altro è perché il suo Dio lo protegge. Siamo in un contesto
politeisti. Ma mettiamoci nei panni di Israele, lui perde con i partigiani. Essi è
dunque il suo Dio, che è un Dio perdente. Nei confronti del Dio dei papilon mesi per
amare. Ma se va via il tempio? Fatti anche la liturgia. Se va via, il tuo gira abbia
anche il sacerdozio.

L'esilio è proprio la pietra di paragone. Per. La possibile morte del popolo d'Israele,
ecco perche e il trauma. L'evento traumatico. Ecco questo evento traumatico in
Israele non ha prodotto la depressione. Come sarebbe stato ben possibile? Ha
prodotto vita perché in realtà ha prodotto la scrittura. Io direi per un buon 75% e
passa l'Antico Testamento in toto. È stato scritto. Fra l'esilio e il post esilio. A livello
proprio di redazione. Vuol dire che questo periodo di crisi. Non ha prodotto prodotto
devastazione. Ma è stata composta la Bibbia?

Ha prodotto la Bibbia. Questo periodo di crisi, quando voi andrete a fare la lectio su
genesi 1-11, voi vi confronterete con una letteratura nata in un periodo di crisi
profonda. Perché Israele rischiava di scomparire? Questi testi sono stati scritti perché
Israele potesse sussistere nel leggerli. E questo è molto bello, oltre che vero. Da
battezzarsi. Una crisi profonda. Può far nascere un qualcosa che non avrà fine. Il
cielo e la terra passeranno le mie parole non passerà. Chi 6 40. Queste parole che
non passeranno.

Per un buon 70% sono state composte nella crisi dell'esilio della crisi mortale.
Genesi 1- 11. Sono i testi. Quasi in assoluto più recenti. Di tutto il pentateuco. Vuol
dire che la genesi, una genesi 11 sono i testi ad essere scritti quasi per ultimi. Rispetto
a tutti gli altri di genesi, esodo, Levitico, numeri e deuteronomio.
Quando noi ci confrontiamo con i primi 11 capitoli della genesi, noi dunque ci
confrontiamo con una letteratura nata solo ed esclusivamente nel post esilio,
nemmeno negli esilio, nel post esilio, quando Israele era già tornato. Questo ormai è
ben assodato a livello esegetico, non c'è un solo versetto in tutti questi 11 capitoli,
primi di cenesi, che sia oesie o preesiste.
Dunque, quando voi pensate a gen 1 - 11 dovete pensare a un Israele che è già
tornato nella terra promessa dopo l'esilio e che si deve confrontare con situazioni di
difficoltà estreme. Un popolo da riorganizzare. Un popolo da capire chi ne faceva
parte, la corretta discendenza con tutte le confusioni del caso che vi potete
immaginare e le esclusioni del caso. Una cultura da ricostruire. Una città e dei
suburbi proprio materialmente da ricostruire un tempio da ricostruire, le mura da
ricostruire.
In più, con le guerriglie interne. Di Israele, che era rimasto nella terra che non era
andato in esilio e che accampava diritti. La terra è nostra. Qui c'è il libro di Ezechiele,
la terra è nostra. Noi non siamo andati via, non siamo andati in esilio, ci appartiene.
Cosa volete voi? Ma dall'altra, loro dicevano, no, siamo noi il vero Israele. Noi siamo
andati in esilio. Abramo ha chiamato Dio ha chiamato Abramo ad uscire dalla terra,
come ha chiamato noi ad uscire dalla terra che ad andare. In canna. Questo era il
contesto di nascita di genesi 1 11. Del resto. Prima. In queste letterature antiche ci si
occupa delle cose fondamentali. Impostare il popolo d'Israele, Abramo, Isacco,
Giacobbe, Giuseppe e 70, discendenti di Giacobbe in Egitto. Poi ci si può permettere
di disquisire sull universo, sulle cose che non sono direttamente inerenti il popolo,
perché 1 11 non si parla del popolo d'Israele? Non c'è ancora, si parla dell'universo.

Ma in queste letterature vi dicevo prima si scrive l'essenziale. Come un popolo è


stato costituito di patriarchi. Poi si mettono i corollari. Cioè come questo popolo è
collocato nell'universo. Ma è la stessa cosa per i Vangeli? I testi più antichi dei
Vangeli quali sono? Quelli che riguardano passione, morte e risurrezione. Che sono
gli eventi centrali della fede cristiana. Dopo per espansione. Ci si riferisce agli
episodi della vita di Gesù. I miracoli, quello che ha fatto dopo per. E dopo ancora le
cose ancora più accessorie, cioè i Vangeli dell'infanzia. Che sono i prodotti scritti
per ultimo nei Vangeli. Perché anche se noi viviamo questo tempo nel tempo di
Natale. Non sono così essenziali. L'essenziale passione, morte e resurrezione. Dopo
il resto è anche per questo che soltanto Matteo e Luca ci parlano dei Vangeli
dell'infanzia. Marco non c'è l'ha Giovanni, non c'è. Perché sono ritenuti corollari.
Rispetto al nucleo frontale.

Stessa cosa per genesi 11. Si scrive, da ultimo, il prologo di un'opera, si scrive Da
un. Eh? L'ouverture? Una sinfonia iniziale di un'opera lirica la si scrive Dopo che si
è scritta l'opera lirica, Perché deve riassumere tutti i temi dell'E? Così, per questo
nostro testo. Genesi 1 11. Si può dividere tranquillamente in tre parti.

I primi 5 capitoli, da uno a 5. Noi abbiamo a che fare con le prime tappe del mondo
e dell'universo e dell'umanità. I capitoli 1 2 3 sono le due creazioni del mondo, dopo
diremo qualcosa, due creazioni del mondo non 1 2. Questo è molto strano, no? E
basterebbe una. Capitolo Quattro, Caino e Abele. Alla sommità. Capitolo 5, le
genealogie di Adamo, prima genealogia, questo ponte col passato, l'Israele di oggi
che scrive nel post esilio e incatenato a ritroso fino ad andare ad Adamo.

Ecco quindi la prima catena che Lega il presente di Israele che scrive genesi 1-11 al
passato. Ma si parla appunto della. A costituzione del mondo e dei suoi abitanti,
possiamo dire, questa è la prima parte, la seconda parte.
I capitoli da sei a 9. E il diluvio. Ovvero la prima, pesantissima crisi, crisi. Parola
chiave che. Eh l'universo? Vive. Ormai forse ti ho instillato, spero un po di malizia.
Vi ho parlato di crisi del diluvio, prima vi parlavo di crisi dell'esilio. Non è così
peregrino e non lo è proprio affatto, di vedere dietro l'esperienza micidiale del
diluvio, dietro l'esperienza micidiale dell'esilio. Che cos'è? È stato l'esilio per Israele.
Abbiamo detto. La tabula rasa. Rischiare di scomparire dalla faccia della terra?
Come etnia? Ma anche come popolo sacerdotale, direbbe ESOdo. Il Dio d'Israele e
un Dio minore. Marduk è stato più forte. Non più terra, non più tempio, non più il
re. L'ultimo re muore deportato. Quindi il vero diluvio è stato l’esilio ? Direi Boh,
forse qualcosa dopo dipende dal tempo. Quindi questa è la seconda parte, la crisi?

La terza parte. Capitoli da 10 a 11. l'interregno tra. La prima generazione del post
diluvio. E Abramo che comincia come sappiamo, dal capitolo 12, infatti, cosa
abbiamo al capitolo 10? Subito dopo il diluvio? Le genealogie di Noè. Secondo
ponte prima genealogia di Adamo, no al capitolo 5 ora 10 leggi analogie di Noè? Tre
figli. Dai tre figli. Nasce il mondo intero. Da Sam Shem, detta l'ebraico, vengono i
semiti, cioè Israele, ma poi abbiamo abbiamo Jeffet. Tutti gli altri. Ah, figli di Noè
che. Partoriscono nei loro discendenti tutto il mondo conosciuto all'epoca. Un figlio
di Noè darà inizio al ramo Sam dei Semiti. Ma vedete, è la seconda catena
importante, la prima, tutti si nasce con Adamo. Si, però poi il mondo si divide e chi
è e da dove nasce questo mondo? Dai tre figli di Noè? Tant'è che il capitolo 10 viene
anche chiamato come titolo La tavola delle Nazioni. A volte nelle bibbie si trova
questo al capitolo 10 come titolo Tavola delle Nazioni. Se le contate queste nazioni,
operazione noiosa? Sono 70. 70, perché era ritenuto che. 70 fosse il numero delle
Nazioni del mondo intero. Dunque tutto il popolo di Dio? Tutta la popolazione del
mondo nasce in questa catena che va a ritroso, dai tre figli di Noè. I quali tre figli di
Noè e l'altra catena che va a ritroso, nascono da Adamo.

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