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LA SCUOLA

DELL’OTTAVA

NONA
LEZIONE

GIOACCHINO
DA FIORE

SCUOLA DELL’OTTAVA – PRIMA EDIZIONE – ANNO 2022 / 2023


LEZIONE NONA
GIOACCHINO DA FIORE
Buona serata!
Questa è una lezione di quelle serie, nel senso, non è che gli altri, insomma, ne abbiano a desiderare.
Però questo è un punto di riferimento molto importante per quanto riguarda il percorso dell'ottava,
devo dire fondamentale. E stiamo parlando di un personaggio che è vissuto quasi 900 anni fa,
quindi è una cosa molto distante da noi, e va inserito in un ambiente storico in cui ancora i
Longobardi esistevano in Italia.
Il padre di Gioacchino da Fiore era un notaio che lavorava alla Corte del mondo longobardo a
Palermo, e il padre era anche un ebreo che faceva parte di quel mondo ebraico che comunque era
arrivato anche in Italia, trasmigrando attraverso l'Albania e che si era stabilito in Calabria. Li ci
sono dei paesi dove praticamente parlano albanese, proprio perché nel Sud Italia di secoli fa ci fu
questo tipo di migrazione. Quindi la famiglia di Gioacchino da Fiore è una famiglia ebrea, che si
vide chiaramente inserita in un contesto cristiano a cui aderì, così come aderì anche Gioacchino da
Fiore, da ragazzo. La famiglia di Gioacchino da Fiore, comunque è una famiglia abbastanza
benestante che consente a lui, come succede un po’ tutto il mondo ebraico di un certo livello, di
recarsi in Terra Santa e di fare un pellegrinaggio che va un pochettino a saldare quelle radici che
attraverso la distanza potrebbero avere problemi per quanto riguarda il sapere, il ricordare e
l'appartenere. Gioacchino da Fiore, da ragazzo dopo gli studi “legali” conseguiti per seguire quella
che era la carriera del papà, si reca in Palestina, in Terra Santa per il suo pellegrinaggio e torna
profondamente cambiato. Torna profondamente cambiato, torna appartenente al mondo cristiano.
Questa cosa lo cambia così tanto da entrare in eremitaggio nella zona dell'Etna e sparisce per tutti,
compresa la sua famiglia, che lo dà per disperso.
Dopo alcuni anni lui ritorna in Calabria, nei pressi di Cosenza. Si palesa nuovamente alla sua
famiglia e al padre, al quale dice: “Guardate, adesso voi non mi dovete cercare mai più, perché io ho
preso una decisione per la quale il mio vero mondo, la mia vera storia e la mia vera vita è quella per
la quale io mi dò completamente a Dio. E questo mio percorso è un percorso che voglio
intraprendere, facendo una strada nuova, in termini cattolici”, facendo intendere bene o male al
padre che lui addirittura, non solo apparteneva a un ordine ecclesiastico ben preciso, ma ne voleva
fondare uno per conto proprio Voi potete immaginare un padre che si sente dire una cosa del genere
dal figlio che era già scomparso da anni. E che deve accettare una realtà per la quale tutta la famiglia
e tutti coloro che erano legati a lui in termini parentali verranno in qualche modo allontanati.
Così succede, e nonostante, come vi dicevo prima, sia entrato a far parte di un ordine ecclesiastico
famoso, ordinato non direttamente da San Bernardo, ma quasi a un certo punto della sua vita, così
come si era ripromesso, Lui comincia a creare un ordine suo che, diciamolo, è il massimo a cui può
agognare qualcuno che vuole occuparsi del mondo religioso. Creare un ordine personale è qualche
cosa che lascerà il segno nella vita religiosa del mondo ecclesiastico.
Questo passaggio, questa decisione verrà in qualche modo conclamata e accettata dal padre
attraverso il riconoscimento del suo ordine. Siamo già avanti con l'età di Gioacchino, ha più di
trent'anni. L’ordine sarà a quello che verrà definito per più di 5 secoli l'ordine florense.
Quindi, Gioacchino da Fiore crea un ordine ecclesiastico ben preciso, con regole altrettanto precise,
in un luogo della Calabria che non è esattamente accogliente, perché si trova a 1200 m d'altezza,
dove attualmente esiste una cittadina. Ma stiamo parlando di 900 anni fa sulla Sila, cioè a 1200
metri d'altezza c’era solo tanto freddo e persino, come dire, una grandissima difficoltà per quanto
riguardava qualsiasi cosa che potesse servire a vivere. Quindi prende una decisione in un luogo che
sostanzialmente ancora adesso è difficile da raggiungere, io ci sono stato, lo so.
E succede che lui comincia ad assumere un ruolo nel mondo ecclesiastico. Ripeto, stiamo parlando
di quasi 900 anni fa, lui è praticamente quasi coevo di Ildegarda di Bingen. Il periodo suo e quello di
San Bernardo è quello di Ildegarda. Quindi abbiamo a che fare con dei fuoriclasse, in tutti i sensi,
del mondo iniziatico. Ma al di là di questo, che succede? Lui comincia a elaborare una visione
religiosa che praticamente rappresenta una innovazione incredibile per quei tempi.

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GIOACCHINO DA FIORE
In breve sintesi io vi illustro il suo pensiero. Il mondo religioso di allora, il mondo cattolico di allora,
viveva in un contesto storico estremamente delicato, dove la negatività del contesto stesso
coinvolgeva anche la Chiesa. Che cosa voglio dire? Che il mondo ecclesiastico di allora era coinvolto
costantemente, continuamente in guerre locali e in guerre, chiamiamole così, anche nazionali, nelle
quali, essendo appunto coinvolta, doveva schierarsi, e non sempre lo schieramento le era favorevole.
Non sempre erano riconosciuti addirittura i Papi eletti allora. Tant'è vero che quello è stato il
periodo degli antipapi, micidiale, che durò per tanto tempo, soprattutto il periodo di Gioacchino da
Fiore, che è quello che va a coincidere col Federico Barbarossa. Di antipapi ne venivano eletti quanti
erano i Papi che venivano eletti a Roma, tanto per avere un'idea, quindi non solo quello era un
periodo difficile, ma un periodo estremamente pericoloso perché tutta l'Europa, non avendo in quel
momento qualcuno che gestisse politicamente, militarmente ed economicamente il tutto, era caduta
in una baratro di guerre, faide locali di tutti i tipi, che avevano praticamente impoverito
all'inverosimile la società di allora. In questo contesto però, San Bernardo, “inventò” quelle che
erano le crociate, che inizialmente non fecero altro che far defluire tutta quella violenza e tutta
quella ricerca dii potere in Oriente, lasciando piede libero alla Chiesa. Quindi quello era un periodo
veramente complesso, in quel periodo così complesso. L'ideologia cristiana complicava
ulteriormente la vita umana, cioè: normalmente tutti erano convinti del pensiero per il quale l'uomo,
avendo ucciso il figlio di Dio, non poteva fare altro che vivere in una valle di lacrime, attendendo il
momento più importante, che era quello della sua dipartita; quindi si immaginava, si dava per
scontato che ci sarebbe stato un momento definito apocalisse, durante il quale la seconda venuta di
Cristo sarebbe coincisa con una specie di giudizio universale, all'interno del quale chi si era
comportato in un certo modo in questa realtà avrebbe avuto come risposta la Gerusalemme celeste;
chi no, chiaramente sarebbe stato mandato all'inferno.
Una visione semplicistica piuttosto basilare, che tra l'altro la Chiesa ha utilizzato per secoli e secoli,
essendo lei l'attore principale dell'aldilà, l'amministratore principale dell'aldilà.
Quindi, come potete vedere, non è che si vivesse felicemente, ma si viveva in termini economici in
una situazione difficile e in termini militari, in una situazione tremenda.
Per non parlare di tutto il resto, e a questo si aggiungeva chiaramente questa visione religiosa, per
cui tu vedevi o gente che diventava uno stilita, un eremita, oppure persone che spesso facevano parte
del mondo cattolico e che si davano ai vizi più sfrenati, proprio perché pensavano che comunque
sarebbero stati giudicati e che non valeva più la pena di vivere con una certo equilibrio.
In questa specie di caos, anzi, in questo caos reale in cui viveva tutta l'Europa, non solo l'Italia, si
inserisce Gioacchino da Fiore, con quella che potremmo definire una filosofia religiosa, come vi ho
detto prima, completamente nuova, direi estremamente rivoluzionaria.
Voi dovete immaginare che Gioacchino da Fiore scrisse un libro dedicato alla Trinità.
Cinquant'anni dopo la sua morte quel libro fu definito eretico e fu bruciato. Noi non ce l'abbiamo.
La Chiesa allora attenta a certe dinamiche bibliografiche, pur definendo lui, cinquant'anni dopo la
sua morte, in un processo, un ottimo religioso e un ottimo cristiano, definì quello scritto come uno
degli scritti più pericolosi di tutta l'era cristiana.
Perché questo? Perché Gioacchino da Fiore inventò un nuovo modo di vivere, soprattutto un nuovo
modo di intendere la vita, qui, in questa realtà. Pose una domanda al mondo cristiano alla quale
nessun Papa era in grado di dare una risposta, o tantomeno voleva dare una risposta.
“Perché in questa realtà dove c’è stato il vecchio Testamento, e il nuovo Testamento.
dobbiamo attendere l'era dello Spirito Santo, come un'era che non si può consumare in questa
realtà, ma in un mondo che verrà deciso dopo l'apocalisse e che sarà contraddistinto dalla
Gerusalemme celeste?”

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Su questa domanda verteva la potenza della Chiesa e su quel tipo di paura poggiò e ha poggiato
ancora per secoli il potere della Chiesa. Cioè, lui diceva:
“Ma perché noi dobbiamo attendere una terza età a fronte di due realtà e di due età che si sono
consumate tutte in questa realtà. Secondo me, i Vangeli stanno parlando di tre età, che chiaramente
dovranno esaurirsi in questa realtà.”.
Quindi, lui portava qui la Gerusalemme celeste, non attendeva l'Apocalisse. E questo per un motivo
ben preciso, cioè portare qui il periodo dello Spirito Santo; l'età dello Spirito Santo voleva dire dare
una chance enorme all'umanità, la quale non doveva aspettare un giudizio universale che sarebbe
avvenuto chissà come o quando, ma semplicemente doveva interpretare eticamente il suo operato
qui affinché il suo passaggio qui avvenisse nel migliore dei modi, e fosse giudicato qui nel migliore
dei modi.
Non solo. Questa operazione, che direi di una grandezza politica e religiosa enorme, coinvolgeva e
avrebbe dovuto coinvolgere tutto il mondo musulmano, come quello ebraico, perché lui diceva. “Io
non capisco perché se è avvenuta questa cosa nei confronti del figlio di Dio, non debba essere
perdonata, visto che Dio perdona coloro che confessano i propri peccati. Se l'umanità confessa e
accetta il fatto di essere stata veicolo di un grande peccato, Dio lo deve accettare e quindi deve
permettere all'umanità di condurre una vita in questa realtà consona a quelle che sono le migliori
caratteristiche umane, verso le quali chiaramente tutti si devono impegnare indipendentemente dalla
propria religione.”.
Quindi, il periodo dello Spirito Santo era un periodo che qui poteva avvenire. E stava avvenendo. E
stava avvenendo e che doveva coinvolgere tutta l'umanità. Questa è la dimensione del suo desiderio.
Attenzione, questa è la sua dimensione, questa è la realtà che il suo desiderare portava avanti.

Noi abbiamo fatto la lezione su Ildegarda di Bingen, il cui massimo desiderio era quello di parlare
con Dio. Quella è stata la prima lezione in cui io ho consegnato a voi le dinamiche che
rappresentano la parte integrante delle meccaniche che poi vedremo meglio col secondo livello,
attraverso le quali tutti coloro che sono appartenuti al mondo iniziatico e tutti coloro che adesso si
stanno occupando di questo mondo attraverso l'ottava possono portare qua la propria realtà. Perché
abbiamo visto, abbiamo fatto notare come sostanzialmente determinate virtù siano delle
meccaniche, degli ingranaggi mentali che consegnano all'uomo la capacità, in lui spesso innata, di
interagire sullo spazio tempo modificandolo. Cosa che come conseguenza ha la possibilità, da parte
degli umani sempre, di interagire in una realtà fatta a tutti i livelli, ripeto, fatta a tutti i livelli di
vibrazioni, tutte legate al meccanismo dell'ottava. Cosa che, ripeto, interagendo su questa realtà,
consegna all'uomo una dinamica attraverso la quale cambiare la propria realtà.

Quindi il desiderio di Ildegarda è un desiderio estremamente personale, che comincia a palesare i


meccanismi dello spazio-tempo umani. Il desiderio di Gioacchino da Fiore è un desiderio che ha
una dimensione estremamente più grande, enormemente più importante. Siamo passati da un
mondo all'altro, se vogliamo, perché stiamo passando da una dimensione piuttosto egoistica che è
quella di Ildegarda, per quanto sia stata una donna che si è dedicata a se stessa ma soprattutto agli
altri, a una dimensione in cui l'ego scompare e dove, sostanzialmente, ciò che si vuole è il benessere
di tutta l'umanità, che in qualche modo deve collaborare, ognuno per il suo talento, a condurre qui
una vita religiosa con un minimo di benessere, di gioia e di collaborazione. Questo voleva
Gioacchino da Fiore, quindi Gioacchino da Fiore comincia un pochettino a disancorare quelli che
sono i meccanismi di controllo della Chiesa. Ma lo fa con estrema attenzione, perché lui sa
benissimo che se la Chiesa si accorge di questa sua operazione letteraria, la Chiesa lo prende e lo
mura vivo, le donne le bruciavano, gli uomini li muravano vivi.
Quindi quello che corre in lui è un pericolo reale, e lui viene in qualche modo sostenuto dai suoi
confratelli del suo ordine, riconosciuto dal Papa, come vi ho detto prima,

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i quali fanno di tutto affinché, nonostante le ripetute richieste papali di mostrare questo libro
dedicato alla Trinità, sul quale stava lavorando ormai da decenni, si trovasse il modo per decenni di
rimandare costantemente la visione di un libro che guarda caso, se letto e quando fu letto da chi
ebbe l'opportunità, diede la possibilità di far nascere due ordini da zero. Nel mondo ecclesiastico,
quello domenicano, che inizialmente fu un ordine “alla Che Guevara” e che poi invece divenne
l'ordine che purtroppo si macchiò di quei delitti terribili fatti nei confronti di coloro che erano
definiti eretici, e l'ordine francescano. Quindi la lettura di quel libro che avvenne in modo piuttosto
nascosto nei confronti del mondo papale diede inizio ad una percezione dell'evento cattolico in
modo totalmente nuovo ed estremamente rivoluzionario, tanto da creare due ordini che tuttora
esistono.
Chiaro che il Papa queste cose le veniva a sentire. Chiaro che i Papi, cercarono di venire a capo di
quello che molti religiosi definirono il nuovo Vangelo e questa era una cosa terribilmente
problematica per la Chiesa, che nel caso specifico andava a perdere il controllo bibliografico su ciò
che definiva il suo mondo religioso, per cui si diede da fare per rintracciare questo testo che
comunque Gioacchino da Fiore non consegnò mai al Papa. Lesse solamente alcune parti che
sicuramente potevano andare bene all'orecchio dei Papi, ma non consegnano mai il testo. Testo che,
vi ripeto, venne rintracciato e putroppo distrutto (?). Conoscendo quello che lui sa scrivere, di cui vi
ho dato una specie di informazione e di input tempo fa, quando abbiamo parlato di Ildegarda e del
Salterio Decacorde scritto da Gioacchino da Fiore, ebbene lui in quel libro, tenendo presente quello
che sa e scrive nel salterio decacorde, deve aver messo qualcosa di micidiale. Voi dovete immaginare
ciò che segue: il mondo cattolico per 400 anni, quasi fino a quando non decise di esprimersi sul
dogma della Trinità, e il dogma è una legge che rimarrà per sempre.
La Chiesa mise le menti più brillanti di tutto il mondo cattolico in un luogo ben preciso che era San
Vittorino, nei pressi di Parigi; lì c'era un monastero dove praticamente si davano appuntamento e
venivano, non dico chiusi a chiave, ma quasi, gli intelligentoni del mondo ecclesiastico, perché loro
dovevano trovare un riferimento che sarebbe stato definito appunto il cuore del sapere e del sentire
cristiano riguardante la Trinità. Stiamo parlando di personaggi illustri che andrebbero letti, perché
normalmente noi trascuriamo il mondo cristiano, specialmente quando si macchia tuttora di colpe
vere. Ma il mondo cristiano è stato fatto anche da personaggi che nei secoli hanno regalato
all'umanità dei momenti di estrema lucidità mentale, applicati appunto a temi come quello della
Trinità, che vi posso assicurare è estremamente importante. Riccardo da San Vittore, Ugo da San
Vittore sono persone che hanno scritto dei libri sulla Trinità, che se fossero letti oggi da chi si
occupa di mondo quantistico e fisica ad alto livello forse darebbero dei chiarimenti, degli input che
fino adesso, da quel mondo scientifico non sono mai arrivati.
Perché quel luogo e quelle menti per 400 e passa anni non hanno fatto altro che occuparsi del come
è stata creata questa realtà. Attenzione a questo aspetto, eh, perché guardate che questo è un altro di
quegli aspetti che viene preso completamente dal mondo iniziatico, inserito nel contesto religioso e
studiato.
Ora, succede che tutto ciò che in qualche modo riguardava Gioacchino da Fiore venne praticamente
dimenticato dalla storiografia per tanti secoli. Si ricominciò a parlare dei Gioacchino da Fiore, in
termini ufficiali, non in termini iniziatici, perché il mondo iniziatico Gioacchino da Fiore lo vede
come una boa decisiva intorno alla quale tocca girare per comprendere, cos'è l'ottava, Ma il mondo
ufficiale lo ignorava, cioè, sapeva della sua esistenza, sapeva che normalmente, durante la sua
esistenza venne definito una specie di profeta, sapeva delle sue grandi capacità, ma non sapeva
assolutamente in che cosa consistesse. Ora che succede? Che nel 1950, quasi nel 1960 la curia di
Mantova vuole organizzare in modo ben preciso, tutto quello che ha la sua biblioteca.
Di questo lavoro si occupa un prelato, il quale a un certo punto della sua ricerca trova un libro, che è
uno strano libro, perché è fatto solamente di immagini, vi faccio vedere qua la copertina.

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Allora stiamo parlando di un signore che si chiama Leone
Tondelli. Io non voglio andare a vedere chi è Leone perché
sennò è la fine, però lui trova il libro leggendario di Gioacchino
da Fiore. In che cosa consisteva questo libro leggendario?
Consisteva nelle dichiarazioni che alcuni personaggi del mondo
ecclesiastico fecero alla fine di quella indagine che durò qualche
anno, riguardante appunto Gioacchino da Fiore, ma di 800 e
passa anni fa, per la quale lui fu definito un ottimo personaggio,
ma che si era macchiato di eresia nel costruire, nello scrivere
questo Libro sulla Trinità. Ecco, in quell'occasione chi curò
quell'indagine disse che Gioacchino da Fiore aveva come talento,
quello di disegnare e di saper disegnare, ma soprattutto di avere
come caratteristica principale, perché lui scrisse parecchi libri,
quella di accompagnare ai suoi scritti le sue immagini. La realtà
è che Gioacchino da Fiore conosceva i simboli, sapeva il potere del simbolo e utilizzava i simboli
per accompagnare appunto i suoi scritti, e a volte utilizzava il simbolo come scritto, cioè sul simbolo
ci scriveva. Tutto ciò confermò storicamente che in quel processo antichissimo si era affermato sul Il
modo con cui lui scriveva suoi testi. Vi faccio vedere l’immagine del Liber Figurarum, perché questo
è il libro di cui vi sto parlando e da cui sono partito.
Nel Liber Figurarum, voi
vedete tutta una serie di
immagini come quella che
state vedendo in questo
momento, che è
estremamente importante,
perché questa immagine
riguarda la dinamica con
cui, secondo lui, nei secoli
la Chiesa cattolica fu
perseguita da
Teste coronate e da nobili.
Soprattutto lì c'è tutta una
serie di nomi che
perseguirono la Chiesa
cattolica. Ma la cosa più
importante è che voi
adesso, con questo tipo di
percorso che stiamo
facendo, potete capire molte cose che lui sta dicendo. Questa immagine, per esempio, è il Dracus
Rufus, cioè il Drago rosso, che va a rappresentare un periodo storico lungo secoli in cui lui definisce
la presenza di ben 7 re, questa coronata è Federico II, che hanno perseguito la Chiesa? Non solo, se
voi ci fate caso, questo è un drago, cioè meglio questo è un essere fatto da 7 teste e fatto da 3 spirali.
Guardatele bene, ma comunque è un drago. Che se viene inteso nelle sue parti, ha a che fare con 7
teste e questa coda. Questo è il 7+1, ma quelle tre spirali sono il tre volte 7+1, allora quello che sto
cercando di dirvi è un concetto che lui in qualche modo inserirà anche nel Salterio Decacorde, e che
lui, vedremo ancora con molta più chiarezza occupandosi dell'ottava, non sono definisce il tempo in
ottave, ma anche definisce il malatempo oppure il tempo negativo in ottave, cioè lui dice che il

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negativo come il positivo si sviluppa in ottave. Guardate che questo è un concetto estremamente
importante, quando andremo ad analizzare meglio queste cose. Lo vedremo ancora molto meglio
quando ci occuperemo, ormai ci siamo arrivati, nel secondo livello con Casanova. Cioè il computo
degli eventi umani che avviene in ottave non riguarda solo il positivo, riguarda anche il negativo,
quindi anche il negativo è funzionale a quelle che sono le meccaniche temporali dell'ottava.
Ve la metto così.
Ora.
Che cos'è che lui fa? Sostanzialmente lui descrive, ma ha molta più facilità nel far capire ai suoi
lettori, attraverso appunto descrizioni e simboli, cosa vorrebbe che avvenisse in questa realtà. E cioè
come vi ho detto prima, se tutti gli
uomini decidessero come vuole lui,
DIO che qui ci fosse il terzo tempo, cioè
quello dello Spirito Santo. Intanto,
10 10 per capirci, vi faccio vedere
un'immagine del Salterio
Decacorde nelle sue mani. O
meglio disegnato da lui. Io vi avevo
detto che l'immagine di
Gioacchino da Fiore è molto più
netta e si capisce molto meglio su
come era fatto il salterio che
utilizzava Ildegarda di Bingen e
coloro che come lei avevano la
fortuna di suonarlo. Ora, come
vedete, questa è la forma dello
strumento.
Ma siccome manca la punta, perché
Dio non si può definire perché lui
lo mette qua, rimane la forma del
triangolo, ma i lati sono quattro.
Così cominciate ad entrare nel
discorso del tre volte quattro,
triangolo con quattro lati. Poi qua è
ancora meglio. Questo poi
diventerà la cassa acustica di questa
specie di strumento. Come vedete
sarà caratterizzato dal bianco, dal
rosso e dal verde. Il rosso diventerà
lo Spirito Santo, gli altri due colori
riguarderanno il padre e il figlio.
Però, quello che potete vedere sono gli atti, i luoghi dove verranno inserite le corde. Sono 10 corde,
perché deca corde, quindi da qua sulla sinistra c'è tutto il reparto angelico.
Vedete angeli, arcangeli, vedete fino a troni, cherubini, serafini, uomini. 10. Sulla destra ci sono i
doni dello Spirito Santo, più Fede, Speranza e Carità. Quindi sostanzialmente quando parlano
adesso, di strumenti di musica di un certo tipo che hanno questa capacità celestiale di allinearci col
mondo, con la creazione. non hanno idea della storicità attraverso la quale è passato anche il mondo
degli strumenti musicali. Guardate che uno strumento musicale concepito in questo modo, non è
uno strumento normale. È uno strumento un po’ diverso dal solito, eh, ve lo posso assicurare.
Quindi voi potete anche immaginare che tipo di suono può avere questo strumento. E dovete

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immaginare che tipo di concettualità questo strumento mette in campo, visto che ha a che fare con i
tre momenti del mondo religioso. In più con le virtù, in più con i doni dello Spirito Santo.
In più con tutti gli intervalli animici presenti partendo da Dio per arrivare all'uomo. E’ di una
complessità assoluta. Quindi questo io ve lo dico così. Insomma chi giustamente a volte è
interessato a dinamiche che sembrerebbero per la prima volta giustificare le modalità migliori con
cui si può costruire o suonare, ebbene, forse è il caso che studino queste cose. Perché, come vi dicevo
prima, la New Age ha avuto tante cose buone da fare, da dire. Ma quando si occupa di
commercializzare un qualche cosa che non ha mai spiegato, non ha mai capito e non ha sostanza
storica, allora si sbaglia, perché con l'ottava io vi posso assicurare che se questa cosa la fate
seriamente, è difficile poi pensare e credere che qualcosa di nuovo possa essere “inventato” in questo
mondo. È molto difficile. Quello che si può inventare, forse è una modalità nuova con cui
condividerlo. Ma nuove tecniche, nuove
modalità, io sono sempre piuttosto attento a
questi aspetti, perché di truffe nel mio
mondo ce ne sono proprio tante, direi, come
in tutti i mondi, però in questo ce ne sono
proprio tante.

Torniamo da noi. Come lui diventa famoso


attraverso le sue immagini e i suoi scritti.
Diventa famoso perché Gioacchino da Fiore
segue una consuetudine piuttosto collaudata
dal mondo ecclesiastico, che vede in certi
simboli la modalità migliore con cui
conclamare e descrivere gli eventi storici. E
nel Liber Figurarum, dove ci sono 2023
immagini ben precise con tanto di scritti,
ciò che prevale, soprattutto, è la modalità, o
meglio il simbolo albero con cui parlare della
storia umana, che è questo.
Questo è uno dei modi principali. Adesso io
questo non ve lo descrivo, ne prendo uno più
chiaro, più facile da descrivere, però voi
pensate che queste erano le modalità più
consumate dal mondo ecclesiastico; una per
fare un paragone famosissimo che secondo
me conoscete tutti, è l'albero di Jesse, ecco,
quello è il simbolo con cui normalmente si va
a inserire in un contesto storico quelli che
sono gli eventi e umani che appartengono al mondo ecclesiastico e non solo, con cui sei andato a
definire il percorso della religiosità cattolica. Ora, al di là di questo, ci sono dei diversi simboli che
lui utilizza nel Liber Figurarum per parlare appunto di questo suo desiderio, di questa sua
grandissima volontà di portare qua il terzo tempo, in questa realtà. Ma c'è un albero, soprattutto
quindi un simbolo, soprattutto, che, devo dire, ha richiesto a me un impegno durato quasi un anno.
Io per un anno, ho letto Gioacchino e ci sono dei libri di Gioacchino che legge, ve lo posso
assicurare, sono veramente pesanti. Il Salterio Decacorde, è uno di quei libri che si vede
chiaramente che è stato scritto 800 anni fa da un personaggio che fa parte sì del mondo cristiano,
ma è pienamente appartenente al mondo iniziatico, dove sostanzialmente la meccanica del ripetere e
del rileggere è l'unica che vi può salvare per capire. Perchè lui costantemente, continuamente, dice,

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bene o male, poche cose, ma sempre le stesse, le applica e le inserisce in contesti diversi. Ma quelle
le vuol far proprio fare entrare nel cervello delle persone.
Tornando a noi, c'è uno dei suoi simboli, uno dei suoi alberi, che è il seguente, L'albero del doppio
avvento. Allora voi che è quello che state vedendo adesso.

L'albero del doppio avvento è un albero che potenzialmente ha dentro di sè un livello in ottave, di
comprensione, di
utilizzo della stessa
altissimo, che io non
ho mai più ritrovato
in quelle che sono le
dinamiche del mondo
iniziatico. A partire da
oggi, e ad andare a
2000 anni fa. Quindi
è un qualche cosa di
micidiale. Non
escludo che ci sia
qualcosa di più
avveniristico di ciò
che vi parlerò stasera.
Non lo escludo. Però
io vi posso assicurare
che sull'albero del
doppio avvento si
gioca, diciamo, la
comprensione
dell'ottava da adesso
in poi. Io vi assicuro
che su questo tema vi
dovete spendere, vi
dovete spendere
perché poi avrete
modo, attraverso
questo tema, appunto,
di fare tutta una serie
di analogie, di
passaggi che abbiamo
condiviso in questi
mesi, che
condizioneranno il
vostro modo di
pensarvi, di vedervi, di
essere profondamente. Quindi, prima di vedere il suo schema, io vi faccio vedere appunto quello che
è il suo disegno, per cui voi immaginate che questo simbolo lui inserisce in un contesto appunto del
quale parla dei tre regni, dei tre momenti, i tre momenti suddivisi appunto in spazi inseriti su questo
albero, dove potete vedere tutto l'insieme di nomi, dai quali, sull'albero centrale o Fusto centrale, da
cui nasceranno poi tutta una serie di rami. Ebbene, quei rami e quei colori apparterranno a loro
volta, dove spesso appare il bianco rosso e il verde, a tutta la serie di personaggi che sono stati i

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personaggi principali della storia cattolica, che chiaramente include la storicità ebraica del vecchio
Testamento e del nuovo Testamento.
Per cui quell'albero che voi state vedendo qua avrà come riferimento qualche cosa che ha a che fare
con il momento del padre, il momento del figlio e il momento dello Spirito Santo, inteso come
seconda venuta del figlio. Quindi su quell'albero, cominciate a immaginare che ci sono tre momenti
temporali. Ripeto, tre momenti temporali che coincidono con l'età del padre, l'età del figlio e l'età
dello Spirito Santo. Età dello Spirito Santo che, secondo le dinamiche della Chiesa, doveva
avvenire, non qui, ma
attraverso la seconda
venuta del Cristo,
questo è il Cristo.
E questa è la seconda
venuta del Cristo, l'età
dello Spirito Santo.
Vedete il rosso che ha
dietro?
Questo è il momento
dell'apocalisse e che,
come vedete, viene in
qualche modo.
preceduto da tutta una
serie di X. Adesso, in
modo sommario, vi ho
fatto vedere questa
questo simbolo,
accanto ci sono tutta
una serie di passaggi
in latino. Ma in modo
molto più preciso, vi
faccio vedere lo
schema di questo
simbolo. Eccolo qua.
(pagina seguente)
Quindi questo è
l'albero del secondo
avvento e questo è lo
schema dell'albero del
secondo avvento. Ora,
guardate che questo
tipetto di lavoro non
l'ha mai fatto nessuno
sui simboli di
Gioacchino da Fiore,
tanto che io posso
definire i suoi simboli o le sue figure, che figurano come un qualche cosa che va ben oltre la
simbologia classica. E ci sono delle simbologie che vanno ben oltre la simbologia classica, quella
utilizzate da Ildegarda di Bingen, tanto che si potrebbe mettere insieme un trio micidiale tra
Ildegarda di Bingen, Gioacchino da Fiore e Giordano Bruno, cosa che ho fatto più di una volta.

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Per capire bene. Cosa c'è scritto su quell'albero e che cosa lui è stato capace di fare con quell'albero?
Al fondo dell'albero, coincidente con l’ immagine di prima, in basso c'è un signore con la barba con
la scritta Adam. E qua, nello schema, è primo Homo, la venuta sulla terra del primo uomo. Quindi
l'inizio della storia umana. Primus Adam Homo.

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LEZIONE NONA
GIOACCHINO DA FIORE
Dopo Adamo qua ci sono tutti i patriarchi, che fanno parte appunto di quella storicità biblica, non
esattamente cristiana cattolica, ma chiaramente giudaica, che arriva fino al Patriarca Giacobbe.

Di nuovo da Giacobbe partono, guardate bene 5 tribù a sinistra e 5 tribù a destra. Poi ancora 1 tribù
a sinistra e 1 tribù a destra. Sono le 12 tribù che nascono da Giacobbe. Queste tribù, quella di
Giuda e quella di Beniamino saranno le uniche che si salveranno storicamente in quello che è il
percorso delle tribù ebraiche, le altre scompariranno tutte.

Io se posso darvi un input positivo, insomma, in questo senso vi chiederei di andare a vedere i
simboli di queste tribù, perché quella di Giuda chiaramente c'ha il Leone. C'è una famiglia, quella
di Beniamino, che ha come simbolo il lupo. E guardate che la differenza tra le due famiglie è
importantissima tra le due tribù, perché Giuda sarà quello che conoscerà la meccanica dell'ottava.
Beniamino sarà quello che custodirà il messaggio spirituale dell'ottava. Sono due cose molto
importanti che poi si inseriranno in quello che è il contesto storico nel del mondo europeo. Per cui
coloro che apparterranno poi al filone di Beniamino entreranno a far parte, in termini simbolici, di
tutto quello che ha a che fare, per esempio in tedesco col termine Wolf, cioè lupo, e state attenti a
queste cose qua, perché così rintracciate i personaggi che si occupano dell'ottava anticamente. Tra
Adamo e Giacobbe ci sono uno 21 personaggi. 21 personaggi in termini numerici, vuol dire tre
volte 7. E allora cominciate a entrare in questa meccanica per la quale Gioacchino da Fiore non
inserisce nella sua dinamica, nel suo albero del doppio avvento, una meccanica temporale.
Attenzione a questa cosa qua, lui inserisce una meccanica umana. Cioè lui non dice quando c'è stato
Seth, per esempio, ma inserisce Seth in un contesto numerico ben preciso, dove il 7 che voi adesso
sapete essere il meccanismo attraverso cui attraverso cui l'ottava riproduce se stessa

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per arrivare appunto a compimento di realtà come può essere quella della luce, quella dell'animo
umano e quant'altro, Realizza e si evolve, e quindi lì c'è tre volte 7. Attenzione, a questa cosa qua.
Perché alla fine di quel tre volte 7 appare Giacobbe. Quindi vuol dire che tutti quegli esseri, secondo
quello che sta scrivendo lui, sono esseri che storicamente hanno fatto una vita e hanno vissuto la loro
vita finalizzandola all'arrivo di Giacobbe. Quindi lui vede negli eventi biblici una motivazione reale
che lega tutti questi personaggi, che a loro volta appartengono all'età del padre, cioè al vecchio
Testamento. Se io dovessi definire la modalità con cui lui sta parlando degli uomini, in questo caso
dovrei dire che lui vede nella storia umana una finalità che si trasmette da padre in figlio.
E vede nella storia umana un meccanismo emotivo, riconducibile e soprattutto utilizzabile. E adesso
vediamo come va avanti nella sua dinamica storica.

Dopo Giacobbe da cui nacquero le 12 tribù, arrivò Giuda, e gli altri e qui ormai stiamo parlando,
stiamo arrivando al nuovo testamento. Addirittura arriva a Ozias che è un re giudaico, perché questi
sono tutti giudei. Io ve l'avevo detto, guardate che un conto è parlare degli ebrei e un conto è parlare
di giudei. E’ il mondo giudaico che in qualche modo attraverso Giacobbe, consegna a Giuda
l'ottava, definendo lui un Leone o una leonessa. E dando a lui i tre colori, il bianco il rosso e il
verde, che appartengono alle meccaniche attraverso le quali l'uomo cambia le sue realtà. Quindi
stiamo parlando di qualche cosa che si è spostata nel tempo, tantissimo, ma che viene ripresa da
Gioacchino da Fiore, che qui palesa la conoscenza di meccanismi radicati nell'ottava, che sono
tipicamente ebraici, non ancora cattolici, perché lui fa l'inseminazione dell'ottava nel mondo
cattolico ad un livello mai mai visto. E cosa succede? Che tra Giacobbe e Ozias ci sono di nuovo 21
nomi? Oh, quindi non è un caso? 21 sotto, 21 sopra di me, tre volte, 7 perché tre volte 7 che se
viene in qualche modo identificato con qualche cosa che ha a che fare con l'ottava, è di per sé
l'essenza attraverso la quale lottava, crea i presupposti di eventi, in questo caso non legati alla luce, al

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gas, o che ne so, ai cristalli, alla natura o legati a un personalismo tale per cui qualcuno vuole vedere
Dio, ma legati alla storia di una certa umanità, a sua volta legata a epoche ben precise.

Perché adesso stiamo parlando di personaggi che non sono più del vecchio Testamento, sono
personaggi che vanno verso il nuovo testamento, vanno talmente tanto verso il nuovo testamento
che ci arrivano attraverso, appunto, Jonathan e tanti altri, fino ad arrivare a Giuseppe, il padre di
Gesù. E con l'arrivo di Gesù, anche qui voi potete vedere la nascita di 5+5 +2, di 12 chiese. Di cui 2
si salveranno, quella romana e quella che praticamente adesso è in Russia. Ora che succede? Questo
è un meccanismo che va dall'Antico Testamento che ha 21 personaggi attraverso altri 21, fino ad
arrivare al nuovo testamento con altri 21, quindi viene ripetuto il tre volte, 7 che è la forbice
attraverso la quale l'ottava chiude, diciamo, un percorso per arrivare a un'evoluzione, in questo caso
personale, di eccellenza come l'arrivo di Cristo. Per cui quel tre volte 7, quindi il meccanismo delle
tre OTTAVE, è come se da Adamo a Gesù qualcuno abbia detto, do re mi fa sol la si la prima
volta, poi lo ripete la seconda volta e la terza volta lo ripete ancora. E arriva Gesù. Quindi stiamo
parlando di atti di creazione, di creatività riguardante l'umanità, però. Ora l'eccezionalità qual è
adesso? E che se voi ci fate caso con l'arrivo del nuovo testamento, quindi di Cristo, Gioacchino
affianca ai nomi riguardanti il nuovo testamento queste X.

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Sono 21 X, ma se voi guardate bene sono in termini romani tre volte il 10, cioè 30. Quindi
sostanzialmente lui mette lì dei riferimenti senza nomi, che numericamente hanno a che fare con il
meccanismo che abbiamo illustrato brevemente, adesso, tre volte 7, ma che fa riferimento all'età del
Cristo, i trent'anni, attraverso la quale lui o dalla quale lui cominciò a fare proselitismo per il
cristianesimo, però, è il 30, di nuovo il tre. Vedete cosa sta facendo adesso? Nuovo testamento,
Vecchio Testamento, età dello Spirito Santo, tre. Di nuovo poi, Padre, figlio e Spirito Santo tre.
Adesso aggancia al nuovo Testamento una cosa che lo porterà verso l'arrivo della seconda venuta del
Cristo, quindi verso quella che viene definita l'Apocalisse. Ma l'apocalisse, o meglio, la seconda
venuta di Cristo, quindi il periodo dello Spirito Santo, lo Lega al Vecchio Testamento.
Non interrompe la storicità dell'evento umano all'arrivo di Cristo, no, lo continua e lo continua in
una realtà che vede sostanzialmente
di nuovo il succedersi numerico di
un meccanismo dove ci sono queste
tre X che lui andrà a identificare
con coloro che noi definiremo Papi
che andranno a sedersi sul soglio di
Cristo. Quindi a un certo punto,
fatto Cristo, lui mette lì vicino altri
21 pseudo nomi che ancora non ha
definito, motivo per cui venne in
qualche modo trattato e visto e
voluto conoscere in vita con una
specie di profeta, perché lui si
occupava del futuro umano. Quindi
lui riprende il meccanismo del 7
fino a qua, dove c'è scritto triginta,
ci sono 21 triplette, dopodiché ne
prende altre 21 e si arriva alla
seconda venuta di Cristo. Quindi si
chiude il tempo, ma si chiude il
tempo legandola a questa realtà.
Questo tempo sta dentro la realtà,
sta dentro i tempi, il tempo dello
Spirito Santo, non fuori dai tempi.
E allora adesso facciamo un rapido
riassunto numerico.
Questi sono 21. Questi sono 21.
Questi sono 21.
Quindi lui utilizza 63 riferimenti,
attenzione, 63 riferimenti, gioco dell'oca, attenzione a questo 63, 63 riferimenti per arrivare a Gesù
Cristo. Quindi, per mettere insieme due età. Ma per mettere insieme la terza età nuovamente
utilizza 21 triplette, 21 triplette, 21 triplette, (le XXX) altri 63 riferimenti, quindi per legare il nuovo
periodo dello Spirito Santo al nuovo Testamento e al vecchio Testamento, mette insieme 63
riferimenti prima di Cristo e 63 riferimenti dopo Cristo. Quindi, sostanzialmente è come se lui
ripetesse quel tre in modo tale da ottenere un qualche cosa che si celebra attraverso il numero 63. E
però qua c'è qualche cosa che vi dovrebbe far pensare. Perché quel 63? E’ 9 volte il 7, tant'è vero che
è ripetuto tre volte qua (21). Tre volte qua (21). E tre volte qua (21). E quell'altro 63 è tre volte il 7
qua, tre volte il 7 qua e tre volte il 7 qua. (le XXX) Domanda. Perché lui ripete il 9 volte 7 per 2
volte e fa nascere da questa dinamica. La prima volta 12 tribù, la seconda volta 12 chiese.

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Risposta.
Per la risposta ci serve in qualche cosa che noi abbiamo utilizzato nelle prime lezioni. E vi metto lo
zodiaco di Dendera. Benissimo, adesso noi cerchiamo di trasformare l'informazione numerica,
nonché storica, nonché progettuale, nonché in termini di desiderio di Gioacchino da Fiore in un
evento temporale che ci possa dare delle informazioni più specifiche riguardante quello che lui fa
con il simbolo, ma soprattutto quello che lui vuole attraverso quel simbolo, perché lui desidera,
perché la storia dell'ottava e la storia del desiderio e quindi dell'applicazione dell'ottenimento del
proprio desiderio, quindi la trasformazione dei desideri, in realtà passa esattamente attraverso la
meccanica delle virtù. Che a sua volta non è una meccanica che vedremo poi legata ad un unico tipo
di virtù. La meccanica delle virtù è una meccanica che, indipendentemente dalla virtù, si lega ai
meccanismi umani attraverso i quali lui desiderando crea realtà prima inesistenti, modificando i
capisaldi di questa realtà, cioè lo spazio e il tempo.
Quindi l'uomo ha questa grandissima capacità di interagire su queste meccaniche e di trasformarle.
Ora queste lezioni non sono
delle lezioni che servono ad
avere cultura o informazione. A
me di questi aspetti mi importa
secondariamente. L'insieme di
tutti e tre i livelli di queste
lezioni serve a farci capire, così
come hanno fatto capire a
migliaia di iniziati in tutto il
mondo, nei secoli e nei millenni,
cosa veramente è l'uomo e cosa
veramente può fare l'uomo se
motivato da meccanismi ben
precisi che appartengono
all'uomo.
Noi abbiamo detto che lui lega
vecchio e nuovo testamento a un
tempo e a un'età appartenente a
questa realtà, che si chiama
Spirito Santo, in modo
completamente rivoluzionario.
Perché ha un volere, un
desiderio riguardante tutta
l'umanità, attraverso due meccanismi numerici che fanno capo al 9 volte 7 ripetuto due volte.
Quindi prendiamo Dendera, e guardiamo cosa c'è intorno a Dendera.
Voi sapete benissimo che quello che si trova intorno a Dendera non è esattamente la realtà. Ma ciò
che gli egizi sanno dirci di un mondo dimensionale che è propedeutico, è anzi formativo di questa
realtà. Dove spazio, tempo, movimento, materia e pseudo morte collaborano con dinamiche che per
mondo iniziatico sono chiare e per noi forse lentamente, ma spero sempre più velocemente,
diventino altrettanto chiare, perché da questo dipende la capacità che noi possiamo mettere in
campo di trasformarci.
Benissimo, lì ci sono 12 esseri, li vediamo senza nessun problema all'esterno. Così come ho fatto in
altre occasioni, vi faccio notare che chiaramente sulle diagonali ci sono quattro esseri femminili.
Poi ci sono quattro Nether sulla verticale e quattro Nether sull'orizzonte orizzontale. Io ve l'avevo
detto, se dovessimo fare un paragone comprensibile per tutti, quelle quattro donne sono Iside. Quei
quattro uomini divini sono Osiride sulla verticale e quei quattro uomini divini sul l'orizzontale sono

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Horus. Va bene così, ci rendiamo conto che lì ci sono tre entità che collaborano alla creazione di
tutto quello che si trova all'interno delle loro braccia, tre entità. Ebbene, la Chiesa sa benissimo cosa
sono quelle tre entità, così come lo sa benissimo il mondo ebraico in alcuni personaggi, come lo
sapeva benissimo il mondo egizio e mesopotamico, e personalità e civiltà che sono venute molto
prima di loro. Molto prima di un pseudo diluvio universale. Perché l'ottava sulla terra appartiene
alle civiltà che ufficialmente ancora noi non vogliamo riconoscere. Poi possono essere state, come
dire delle civiltà informate dell'ottava. Io non voglio escludere il fatto che l'intelligenza possa essere
altrove, ma sicuramente la storia dell'ottava è talmente lunga che si perde nella notte dei tempi,
perché per noi sono tempi che ancora non abbiamo decifrato in termini ufficiali. Ma di nuovo,
tornando a noi, sostanzialmente io ho ripetuto il 4 una volta per le donne, due volte per gli uomini
sulla verticale, tre volte per gli uomini all'orizzontale, quindi io vi ho detto tre volte quattro.
Io poi mentre parlavamo vi ho inserito anche il tre volte quattro dicendovi, guardate che l'ottava non
è una cosa esoterica. Mica stiamo parlando di magia, chi vi dice che questa qua è magia, vi prende in
giro. L'ottava e un'interpretazione delle leggi della natura presenti in questa realtà e no. Quindi, in
questo caso specifico, un intervallo come questo è una specie di archetipo utilizzato dalla natura che
spero che voi prima o poi vogliate identificare con Dio, che va a corrispondere con quella che noi,
normalmente un tempo definivamo no, meccanismo attraverso il quale le stagioni si alternavano,
avevamo quattro stagioni di tre mesi.Vvuol dire che lì dentro, nel 12, nel 12, perché quelli sono 12
esseri si nasconde la Trinità, ma soprattutto in quei 12 esseri, attraverso la Trinità, si evince un
intervallo che vede il quattro presente tre volte, quindi vuol dire che in quel 12 dove c'è la Trinità si
nasconde un meccanismo che ha a che fare con il numero 7.
Se voi prendete quel quattro e quel tre che normalmente poi diventerà anche il meccanismo delle 7
virtù. Quattro cardinali, tre TEOLOGALI. Non è altro che una modalità con cui insegnare
all'uomo le virtù delle stagioni. E della loro durata, cioè presa dalla natura portata nell'uomo.
Quindi sostanzialmente nel 12 si nasconde il 7, allora vuol dire che un periodo che dura 12 mesi fa
si che in qualche modo concretizzi un salto di ottava; ma l'ottava siccome utilizza il settenario, allora
in questo caso specifico, attraverso questo simbolo vi fa capire che di per sé nel 12 si nasconde il 7.
Come un intervallo. Benissimo. Benissimo, allora adesso con calma vi faccio notare che il 7 nel 12 si
nasconde una volta una volta. Ma se io vi dovessi chiedere, quante volte si nasconde il 7 nel 24
perché li so 36 riferimenti. Allora io vi dovrei chiedere e far notare, che nel 24 si nasconde due volte.
Ovverosia in quelle 36 parti che costituiscono e decidono la nostra realtà, in quelle 36 parti con
queste caratteristiche dimensionali il 7 si nasconde tre volte, quindi vuol dire che il 7 in termini
dimensionali si nasconde eccome, come quindi vuol dire che l'ottava non è che agisce solo in questa
realtà. E adesso la domanda che io vi devo fare: se questo meccanismo è presente fuori da tutto ciò
che noi definiamo realtà ,dentro la realtà dove c'è il 72, questi 72 corpi celesti. Quante volte si
nasconde il 7? Direi che è abbastanza semplice, se si nasconde tre volte nel 36, nel doppio di 36 si
nasconderà sei volte il 7. Quindi nel 72 il 7 è nascosto sei volte. Ma se noi mettiamo insieme, come
vanno messi insieme, una qualsiasi creatura e qualsiasi atto creante, il mondo dimensionale che lo
giustifica e il mondo tridimensionale che lo applica, quante volte vedremo il 7 nascondersi? Sei volte
dentro, tre volte fuori, 9 volte 7. Quindi il meccanismo di Dendera nasconde il 7 per 9 volte. E
ancora prima di lasciarlo, vi chiedo quest'ultimo sforzo. Voi sapete benissimo che il meccanismo di
Dendera, quindi dell'ottava, sommato è pari a 108 unità, 36+72. E allora l'ultima operazione che vi
chiedo di fare se ve la volete scrivere, voglio ricordarla e meglio è questa: che il 108 ha dentro il 7
per 9 volte.
Perché nel 36 il 7 ci sta tre volte Mauro chiede, questa cosa te la dico subito: il 36 è fatto dal 12 per
tre volte. O mi sbaglio? Ma se il 7 si nasconde nel 12 1 volta chiaro, nel 36 si nasconde 3
volte,chiaro, ci sei adesso tutto qua. Quindi il 72 è il doppio del 36, giusto assolutamente, quindi
abbiamo il 9, c'abbiamo un'altro numero che è il 9 esatto così adesso sapete che il 108, intanto, è la
sommatoria di tutto quello che è dimensionale e tridimensionale. Così potete notare che nel 108

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che nasconde il 7 9 volte ci stanno questi due mondi, quindi un essere, per essere in qualche modo
definito, ha bisogno dell'Unione di questi due mondi.
Però Gioacchino non è che definisce il tempo con il 9 volte 7 e basta. Gioacchino definisce il tempo
con 9 volte, 7 per due. Quindi lui definisce i tre tempi, cioè l'inizio dei tempi e la fine dei tempi con
il 9 volte 7 per due. Adesso di nuovo la domanda che devo farvi se qualcuno mi aiuta a rispondere e
mi fa un favorone. Se io questa cosa la riapplico a Dendera, vuol dire che Gioacchino utilizza
Dendera due volte, giusto? Mauro dice 216, bravissimo. E e allora vuol dire che Gioacchino
nell'albero del doppio avvento ci mette una struttura cubica e noi non ce ne siamo accorti. Ma non è
solo questo, perché se fosse solo questo l'avremmo capita. La cosa più interessante di tutte qual è?
E’ che nell'albero del doppio avvento Gioacchino parla dell'inizio e della fine dei tempi. Cioè c'è un
uomo in Calabria, a 1200 metri d'altezza dove fa molto molto freddo,
che ad un certo punto prende un foglio, sopra ci scrive i suoi tre tempi, come li vuole lui questa
realtà, non come dice la chiesa. Però lui non sta dicendo, non sta a farfugliando, non sta scrivendo e
dicendo, “ma a me piacerebbe che le cose fossero così”. No. Lui sta facendo un'operazione che
descrive con estrema attenzione, in cui sostanzialmente il tempo, l'inizio e la fine, cioè l'inizio con
Adamo e la fine con l'arrivo della seconda venuta di Cristo, si chiude. Quindi vuol dire che, mentre
in termini numerici questa struttura a che fare con un riferimento cubico, in termini concettuali,
questa struttura, che riguarda l'inizio e la fine, la dovete immaginare, perché lo è, come una struttura
sferica. Potete ritagliare quell'albero, quel rettangolo lì e chiuderlo. E incollare Adamo a Gesù.
Eh, ma in questo modo lui crea una specie di campo unificato.
Quindi vuol dire che il campo unificato è una struttura concettuale facente parte della dinamica
mentale iniziatica. Ma non è questa la cosa importante, sapete? Non lo è. Perché lui definisce il
tempo come campo e questo ha come dire un suo dinamismo mentale. Definisce il tempo come un
luogo dove ciò che avviene deve essere finalizzato a. E questo lo decide lui, non il tempo. E questa è
una cosa estremamente importante, perché il mondo iniziatico ti dice in questo modo che ha la
capacità e concede questa libertà a colui che capisce queste cose, di interagire sul tempo e quindi sul
campo. Però, attenzione, adesso. Attenzione adesso. Perché questi numeri e queste dinamiche.
Io ve le riprendo indietro e le riavvolgo. E vi dico. 8 meridiani curiosi sono la matrici dei 12 organi
principali che proseguono con i 12 meridiani più importanti che chiudono con 48 meridiani
secondari. Su cui si interagisce con 360 ago punti. Ma guarda tu. Ma questa è la dinamica numerica
con cui noi ci siamo occupati anche delle anatomie sottili orientali. Ma soprattutto è la stessa
dinamica numerica che noi abbiamo sviluppato e visto quando Giordano Bruno ci ha detto che le
geometrie di cui lui stava parlando sono le nostre emozioni e ha fatto praticamente congiungere la
struttura numerica delle anatomie sottili orientali con la struttura geometrica delle nostre strutture
emozionali. Queste è un po’ complicato, ma la dobbiamo fare assolutamente, ma in questo caso c'è
un'aggiunta notevole. Perché siccome il 9 volte 7 si nasconde nel 108, e siccome il 108 abbiamo
visto essere anatomia sottile e orientale di tutte le applicazioni orientali eche dentro i 108 si
nascondono le geometrie dei solidi platonici che sono la sommatoria delle geometrie emozionali,
allora vuol dire che l'uomo ha una struttura emozionale che è Tempo.
Ma soprattutto questo vuol dire che il tempo che è fatto come noi è emozionabile. E allora vuol dire
che il tempo che rappresenta una parte essenziale di Dio è emozionabile. E se questa cosa è una
realtà, allora io su questa realtà voglio interagire, attraverso un meccanismo che di per sé va ben oltre
le dinamiche numeriche, il quale deve partorire, guarda caso storicamente 12 tribù e 12 chiese.
Quindi lì ci mette la storia umana e all'interno della storia umana ci mette il suo desiderio di vedere
la storia umana concretizzarsi attraverso lo Spirito Santo portato qua. Quindi lui interagisce sul
tempo. E fa una cosa molto simile, per rendere le cose un pochettino più leggere stasera, a quella a
quella che farà un personaggio della Marvel, il dottor Strange, il quale si dovrà misurare con un
essere fuori da questa realtà, attraverso l'occhio di Agamotto, che è un suo talismano che gli
permette di andare con, attraverso e contro il tempo, e di ripresentarsi davanti a questo essere, che

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costantemente lo uccide, fino a quando quel quell'essere si stufa di uccidere e gli dice “ma tu che
vuoi da me?” e dottor Strange dice “Io voglio che tu non invada la nostra realtà e non la distrugga
perché sennò io mi ripresenterò davanti a te, così per sempre, visto che sono capace di farlo.”

E in questo caso, cosa fa Gioacchino da Fiore? Porta nella storia dell'umanità, ma soprattutto nella
storia di ognuno di noi, la possibilità di chiedere a se stessi e al nostro tempo, quello personale,
volendo a quello globale, un evento che cambi noi stessi, non perché ce lo concedono gli altri, ma
perché lo vogliamo noi. E questa è una cosa rivoluzionaria in termini concettuali, il pensare di poter
interagire sul campo, che è Dio. E questa cosa che farà lui,
cioè quella di portare l'ottimismo nella vita umana e in quello di portare, diciamo, un momento di
cambiamento positivo nella vita umana, lo applicherà sostanzialmente alla sua vita da subito perché
creerà dei luoghi spirituali, che avranno talmente importanza nel centro e Sud Italia che gli
permetteranno di far sviluppare nei secoli per ben 5 secoli un numero di consorelle a quella che è
l'ordine gioachimita talmente ampio da superare le realtà preesistenti a lui riguardanti altri ordini
ecclesiastici.
Quindi questa cosa non è che lui la chiede, la lascia lì, lui la applica. Lui la applica, ma ciò più
colpisce è sostanzialmente rappresenta una specie di vulnus oltre il quale non si può andare o non si
è mai riusciti ad andare, è che lui crea attraverso il suo desiderio, un terzo momento, che verrà
utilizzato nella storia umana da tutti coloro in termini positivi e negativi, in termini personali e
macroscopici. Vorranno un terzo momento, non si chiama Terzo Reich per caso,
e in quel caso è un terzo momento non esattamente positivo. Ma è anche questa la modalità, per
esempio, da Michelangelo in poi fino a Mazzini, di tutti coloro che in qualche modo vorranno
creare un momento della propria vita che abbia lo Spirito Santo dentro e quindi la possibilità di
creare qualcosa di eccezionale, reale ed effettivo. Quindi lui, crea un protocollo esecutivo del futuro,
rendendosi conto del fatto che noi siamo fatti di presente, passato e futuro e che la nostra struttura
animica, siccome figlia della natura è fatta anche di tempo. E avere questo tipo di convinzione
dentro di noi è un patrimonio enorme. Perché interagire sul tempo rendendosi conto che tu sei il
tempo è un qualcosa che difficilmente qualcuno ci può regalare attraverso un percorso di
comprensione legato alla logica. Perché in questo caso subentra la New Age, ma tu non capisci il
perché. E il mondo iniziatico, invece, ha questa dinamica del perché, quindi voi dovete inserire nel
meccanismo esecutivo il suo desiderio, la sua volontà, ed è una volontà che rimarrà per sempre ed è
per questo che poi tutti i grandi personaggi che seguiranno a lui, creeranno un terzo momento in cui
ci sarà l'opera principale con cui si congederanno dall'umanità. Io mi fermo.
E vorrei dare spazio alle domande stasera.

Quell'albero, sostanzialmente si può anche vedere l'essere umano in totale, cioè?


Quell'albero è il primo, la prima dimostrazione di un meccanismo di una storia umana nella sua
totalità, come hai detto tu, Bartolomeo, inteso come la più grande opportunità che l'uomo si dà per
cambiarsi. È la più grande costellazione familiare esistente da quando questa cosa è apparsa anche in
questi termini nel sapere umano.

Ho fatto un parallelismo con una cosa che mi è successa:


Io ho viaggiato per 7 paesi e quello che ci ho guadagnato alla fine oggi mi ritrovo con molto più tempo a
disposizione per dedicarmi a me stesso, la mia famiglia. Io non so se questi 7 paesi rappresentano settimo
momenti in realtà. Ma in un qualche modo in maniera istintiva mi viene da pensare che ha qualcosa a che
fare con una dinamica di ottave.
Guarda Bartolomeo, la questione dell'ottava non è una questione che di per sé trova vita e
funzionamento nel momento in cui noi, consci di questo meccanismo gli diamo la possibilità di
esistere. Quindi la domanda, la constatazione che fai tu diventa realtà nel momento in cui va oltre la

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constatazione stessa e tu decidi che diventi una realtà, la tua realtà. Quindi, indipendentemente dai
meccanismi dell'ottava, lei a noi lascia costantemente il libero arbitrio di pensare e di attualizzare o
di realizzare la sua presenza. Per cui da questo momento se tu decidi che quello è stato il
meccanismo, indipendentemente dalla sua presenza, perché questo è lui, diventa il meccanismo.
Quando Casanova decise di definire la metà della sua vita, la definì con un evento straordinario,
legato a un amore non riuscito. Mettiamola così, il primo. Ma lui decise questo e nel decidere
questo poi lo vedremo, decise anche la durata del suo ritorno, o meglio la durata che giustificava
ancora la sua presenza sulla terra, quindi decise lui, perché a lui di cose brutte sono successe tante,
però lui definì quella come la più brutta e computò il suo ritorno da quella. Il ritorno, inteso come
gli anni che gli restavano da vivere. Quindi è assolutamente necessario da parte nostra decidere se
questa dell'ottava è poi la nostra realtà, perché tutti questi passaggi che stiamo facendo sono
passaggi che ci devono in qualche modo coinvolgere e far capire che noi siamo questa cosa. Però
rispettando sempre la nostra libertà.

Eh, allora potresti rimettere lo schema dell'albero dell'avvento, perché io so proprio questo fatto del tempo, io
ce l'ho dall'età di 14 anni allora.
Allora il discorso è questo, no, adesso vediamo quello che io ho capito fino adesso del tempo. E questo mi serve
per ritornare ai numeri e mi serve per ritornare a capire quali sono quelle emozioni che stimolano il tempo.
Quindi ha una finalità.
Allora? Diciamo che questo albero, che riguarda il tempo, mi ha fatto pensare a una cosa vecchia che sono i
Long Playing, te li ricordi i Long Playing? Allora questo albero è come un Long Playing, cioè come un disco
dove le canzoni ci sono già tutte. Ma tu puoi sentire quella che vuoi. Cioè il tempo è già tutto all'interno
dello spazio del Long Playing. Ok.
C'è uno spazio e c'è un tempo che occupa tutto questo spazio.
Ritorniamo al discorso dell'intervallo di tre quarti, tre e quattro. Allora questo è l'albero, dove il tempo è
già tutto presente, non è che si sta svolgendo, è già presente tutto. Il tempo è passato, presente, futuro che è il
tre. Questo tempo, questo tre forma in non so in quale modo il quattro che, vedendolo in senso di
bidimensionale e un quadrato no? Vedendolo in senso tridimensionale, può essere un cubo. Allora noi
potremmo dire che il tempo, partendo dall'esempio di questo albero che il tempo che crea lo spazio, cioè si
allarga in uno spazio oltre al quale non c'è nullapossiamo dire che questo spazio rappresenta il quattro.
Ora, in questo quattro, che può essere anche un cubo visto in senso tridimensionale. C'è già tutto il tempo al
di fuori di questo non esiste niente. In questo spazio il tempo è già presente tutto, passato, presente e futuro.
Ora, se il tempo e il tre e lo spazio e il quattro, allora possiamo pensare che questo famoso 3 e 4
rappresenterebbero lo spazio il tempo. E quindi le emozioni che li citano. Il tempo, ritornando alle 7 e virtù.
E sono le quattro cardinali rappresentano lo spazio cioè dove tu vivi in quel momento, cioè tutta la vita. E
le tre teologali rappresentano il tre il tempo e sono Fede, speranza e carità; allora sono queste tre le emozioni
che riunite in una possono farci parlare con il tempo, scusate se ho ho fatto una grossa introduzione a sto
discorso.

Scusate, allora Mauro. Facciamo che per rispondere a questa cosa utilizziamo un simbolo.
Però sì, la risposta è sì, ma usiamo il simbolo, lo stesso. Ok, poi ritorniamo sull'albero. Di ciò che si
trova fuori Denderà, cos'è spazio e cos'è tempo?

E non ci sarebbe né nell'uno o nell'altro, fondamentalmente.

Però se dovessimo identificare quello che poi procurerà lo spazio, o meglio quello che creerà il
tempo, in che cosa lo potresti identificare fuori Dendera?

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Che creerà il tempo e poi lo spazio. Io non lo so, penso che lo lo spazio possa essere iside, perché so rappresenta
il quattro in qualche modo.

Sono le donne, quindi rimane solo il tempo che sono i nether, quindi se tu questa cosa la trasli in un
simbolo che può essere un quadro, no? Prova a immaginare Zeus e la Leda di Leonardo. Ebbene, lì
non è altro che l'ennesimo tentativo secolare, tra l'altro, con cui definire la collaborazione tra un
luogo dove ci sono i presupposti del tempo, che si accoppia con un luogo, la Leda, dove ci sono i
presupposti dello spazio. O meglio, c'è un accoppiamento che avviene tra ciò che non ha i capisaldi
tridimensionali, cioè Zeus e quindi il cigno, e ciò che hai capisaldi tridimensionali, cioè la Leda.
I figli sono due gruppi di uova. In un gruppo nascerà Elena e Clitemnestra, due femmine, e in un
gruppo ci saranno due maschi.

Benissimo, lì, in Dendera, ci sono 12 esseri, li vediamo senza nessun problema all'esterno. Così
come ho fatto in altre occasioni, vi faccio notare che chiaramente sulle diagonali ci sono quattro
esseri femminili. Ci saranno tre coppie. Quindi c'è la coppia di Zeus e la leda. C'è la coppia delle
femmine, la coppia dei maschi. E’ il tre volte due, o due volte tre, nel meccanismo del due volte tre
che poi diventa tre volte quattro, poi diventa 5 volte tre, cioè costantemente l'Unione tra spazio e
tempo che va giustificare la modalità con cui si uniscono mondo tridimensionale e mondo
dimensionale per creare. E per quello che loro non dicono, c'è il 72 punto o c'è il 36. Dicono 108,
perché quei due mondi fanno l'amore, stanno sempre insieme.
Quindi sostanzialmente quella domanda tua ha come risposta sì. Si sta parlando della modalità con
cui il tempo e lo spazio si mettono insieme ed è la stessa modalità che noi poi dovremmo utilizzare
per far sì che potremmo utilizzare questi due aspetti.

Eh, ma perché sostanzialmente ritornando a Giordano Bruno il tempo è il mondo delle idee, l'idea è
istantanea, c'è già tutto. E questo mondo delle idee che è pura luce, a un certo punto occupa uno spazio che è
l'unico esistente al di fuori del quale non ci sta nulla. E quindi in quello spazio che noi vediamo come cubo ci
sta già tutto il tempo che potrebbe essere il cerchio.

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E’ la sfera, Mauro, si parla di una struttura temporale unificata dove non c'è il tempo e lo spazio no,
quello è tutto tempo, ma questo tempo ha bisogno di uno spazio ben definito per essere cioè la
struttura cubica. Qua i riferimenti concettuali sono un pò altini, Eh, cioè non è che stiamo parlando
del poco.

No, no, no, ma è chiaro. Ma quella riferimento di spazio e il tutto perché al di fuori di quello spazio non c'è
più niente.

Mauro ti posso dare un'identificazione, più che altro emotiva, anche se cromatica, dello spazio, che
non è spazio perché è tutto. Hai presente il buio che si trova dietro i quadri di Caravaggio? Quella è
la dinamica più riuscita da parte di un uomo, per creare uno spazio infinito nel finito.
Tutto esatto, si sta parlando di questa cosa qua. Certo, certo, io poi non sono entrato nello specifico
per quanto riguarda l'albero del doppio avvento, perché se poi entriamo più in fondo, le cose si
fanno ancora più chiare, ma anche più complicate, perché? Di per sé, e lo dico per tutti, non solo
per Mauro. Lì ci sono 1, 2 e tre momenti ben precisi che si mettono vicino a 3 momenti ben precisi.
Questo è il due volte tre. Ma questo è un tetraedro. Poi ci sono 4 momenti nel centro. Questo è il
42, 21 + 21, ma sono quattro momenti che comunque comprendono anche 1 2 3, quindi lì c'è il
quattro volte tre o tre volte quattro. E se si aggiunge a questo aspetto l'aspetto riguardante le tre età
di tre, li non ce ne sono quattro, ci sono 5 volte tre, cioè l'albero funziona in termini temporali,
perché è fatto dei solidi platonici. Quindi concettualmente dentro di noi l'interazione dei solidi
platonici una volta che l'abbiamo visualizzata e verbalizzata, ci porta ad assumere delle conclusioni
che direi essere di un certo rilievo, perché la conseguenza di queste interazioni mentali e di questi
supporti simbolici e geometrici è quella per la quale noi siamo anche tempo. Ma quello che ne
consegue a me interessa. Perché vuol dire capitalizzare un potere umano che noi non ci diamo.

Ma scusami se insisto perchè questo mi serve una chiarezza, poi veramente mi tacci sarebbe da parlare tanto
di quest'albero, per esempio io vedo ora a 63 anche il 64 qua dentro.

Ci sta il 64 normalmente Mauro perché lì c'è lo scatto del tre volte 7 che va spiegato.
Cioè ogni volta che il 21 diventa 22, con Giacobbe per esempio, le cose si concretizzano, quindi tu
dovresti inserire un altro tipo di contesto, tant'è vero che li nominati c'è Adamo, c'è Giacobbe, c'è
Ozias, c'è Gesù Cristo, e Dio. 5 esseri nominati, quelli sono i solidi platonici.

Sì, sì, questo l'avevo notato. Scusami però ritornando al pratico, allora se diciamo che il tre è il tempo. Ok,
passato presente, futuro che è un triangolo. Allora noi possiamo, attraverso Fede, speranza e carità
manipolare il tempo. Sono quelle le tre qua, no, te lo faccio meglio. La domanda è “sono quelle le tre cose che
dobbiamo fare per poter entrare in contatto col tempo?”

Sono quelle le tre cose che manipolano il tempo.

Oh ecco questo volevo sapere.

E lo fanno tutte e tre. Non lo fa solo solo una, cioè il tempo che viene trasformato e sublimato in
sapere è sempre tempo, non è un'altra cosa. Cioè il tempo, la sostanza e la materia del tempo è il
sapere. La sostanza e la materia della natura, e il fatto che la natura stessa è fatta di sapere, quando
noi esaminiamo la natura impariamo le cose perché dentro la natura c'è il sapere. Quindi la
sublimazione dei sensi in termini di sapere che è uno degli atti medianici più importanti che noi
possiamo porre in essere con le tre virtù, e che va a corrispondere con lo Spirito Santo sta cosa la

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vedremo meglio, col secondo livello, ci permette a noi di entrare in un paradigma di comprensione,
dove il sapere, cioè la natura, ci parla. Ed è quello il sapere intuitivo.

È possibile che le persone dell'albero da Adamo in poi rappresentino il desiderio di qualcuno per dare la
possibilità all'umanità di andare in una certa direzione?

E’ la questione della serata, questa quello è il qualcuno che definisce che chiami tu è proprio
Gioacchino, lui ha quel desiderio là, è proprio il desiderio.

Adamo è venuto prima di Gioacchino, quindi io intendo proprio chi ha desiderato che da Adamo…

Scusa se ti interrompo. Quello che tu devi cercare di comprendere adesso qua è il potenziale è
umano, non è la posizione storica umana. Cioè il potenziale umano di Gioacchino è quello per il
quale, indipendentemente da un essere che probabilmente o no è venuto prima di lui, e che
probabilmente o no verrà dopo di lui, cioè la seconda venuta di Cristo, è quella per la quale lui
prende il tempo, lo decide lui, capisci?

Questo l'ho capito, mi interessava contestualizzare anche la storia del dell'essere umano in quanto creatura
legata magari a chi l'ha desiderato, fare un collegamento. Io ho un po’ la sensazione che ogni persona che è
venuta sulla terra è venuta da una parte per sé e da una parte per tutti, cioè per far andare l'umanità verso
una direzione o un'altra, con la propria arte, col proprio talento, chi l'ha indirizzato in una maniera
diciamo luminosa fa andare l'umanità verso una direzione, chi lo usa in una maniera meno luminosa da
un'altra, e quindi mi mi sono chiesta, visto che questo avviene come tu ci stai dicendo, da un desiderio,
quindi da un'intenzione, c'è un'intenzione superiore che ha portato ad avere, ad immaginare un percorso da
Adamo in poi, perché l'umanità potesse andare in una direzione luminosa.

No. Questo esempio qua è voluto da lui, punto. Quindi ci può essere quello che dici tu, perché no?
Perché no? Ci può essere sicuramente stato qualcuno che anche prima di Gioacchino questa cosa
l'abbia voluta, come giustamente ognuno di noi potrebbe volerla, no? Però lui la formalizza.
E con uno schema esecutivo. Cioè, non è che lui dice, a me piacerebbe, no. Lui l'ha formalizza in
ottave. E utilizza, diciamo questa capacità in ottave di creare una vibrazione che va a coinvolgere
tutto ciò che è natura, compreso il tempo che è formalmente un attimo divino, una delle sue
caratteristiche divine, affinchè si svolga, come dice lui. Quindi sì, come no, certo che qualcuno può
averlo pensato, però lui l'ha fatto. O meglio l'ha pensato
facendolo, perché l'ha applicato, per esempio il primo luogo che
lui crea, il primo monastero è un monastero in cui intanto è
suddiviso in 7 parti. Cioè lui non è che le pensa e basta, le fa, ti
faccio vedere l'immagine.
E ognuna di quelle parti è vissuta ed occupata da un'insieme di
persone che hanno un compito, e tutte quelle persone collaborano
con il cuore di questo monastero, dove ci sono i religiosi. Però ci
mette dentro i commercianti, i contadini, ci mette tutti dentro, ci
deve stare tutta la società. Però non è che dice, vabbè, facciamola
come viene viene, no, no, fa una cosa che identifica con dei
luoghi, con parti della natura fa una cosa sistematica, cioè sta cosa
la applica, quindi io ti faccio vedere il suo monastero, eccolo qua.
E dà un nome ad ognuna delle parti del suo monastero. Questo è
il corpo del monastero, diciamo 7 parti. Al centro c'è la colomba,

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quindi il momento dello Spirito Santo. Ci sono coloro che amministrano la spiritualità, ma intorno
c'è tutta la società. Quindi non è che si limita a scriverlo, eh, poi lo fa, lo lo applica.

Nella struttura dell'albero, oltre alla linea centrale, da Giacobbe partono le 12 tribù e poi 12 chiese sopra.
Quindi se io la riporto nella dinamica, anche in individuale, sostanzialmente la manifestazione della
realizzazione dei tre momenti si manifesta in 12 tentativi, di cui i due si concretizzano in entrambe i
processi, in entrambe le fasi. Perché proprio due?

Perché tanto il due e l'ottava? Io quello che vi voglio far notare è che di che tutto l'albero…
È finto. Voi siete convinti che quei personaggi siano tutti vissuti? Lì ci sono 12+12 frutti. Perché
non sono solo 12, sono 24 e allora l'albero, siccome va inteso come uno e trino, perché quello
bisogna capirlo, quello è uno il tempo, perché è trino, quindi va al concetto dell'uno, nel campo
unificato crea 24 opportunità, suddivisa in 12 che sono le pseudo tribù e 12 che sono le pseudo
chiese. Ma quelle sono 24. E 24 sono le tre e ottave. Allora lui dice ancora che la sommatoria dei tre
tempi crea un'opportunità identificabile con le tre ottave, che a loro volta hanno una
differenziazione tra tribù e chiese. Ma mica si limita a questo. Lui toglie a questa struttura qua 20
opportunità, cioè il due. E rilascia il 4, 2 volte 2 e ripete di nuovo il meccanismo in termini frattali,
del due ripetuto tre volte. Cioè? In questo tipo di meccanismo, c'è una conoscenza frattale della
ripetizione dei solidi platonici in termini di intervalli al fine di creare una realtà voluta da lui, che è
costante. Cioè i solidi platonici li dentro sono presenti dall'albero fino ai rami. Poi c'è un'altra cosa
che non è da poco, che non è da poco, che tu hai notato? Il 5 ripetuto due volte. Sotto e sopra, ci sei
E due volte 5, è un qualche cosa che ha a che fare con un intervallo presente nel mondo iniziatico,
estremamente raffinato, particolarissimo, che ha a che fare con questo simbolo. Dovrei averlo qua?

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Lo vedi? Questo si chiama tavola bembina, farà parte del secondo livello.

Il due volte 5. È un intervallo estremamente complesso e particolare che viene finalizzato alla
creatività, alla creazione, cioè un'ulteriore intervallo che va fuori dagli intervalli platonici. Lo
affronteremo nella lezione tutta sua, questo. Però ti voglio far vedere una cosa, la vedi la parte
centrale qua? E’ fatta da 7 esseri. C'è tutta una storia da spiegare, adesso non lo faccio sennò è un
problema. Qui dentro, in questi 7 esseri ce ne sono solamente due maschili. 5 sono donne.
Uno di questi due e Toth, questo signore qua. Ok, questo è un'altro uomo e il resto sono tutte
femmine. Questo è due volte 5, ma questo due volte 5 nasconde dentro di sé i solidi platonici.
Quindi viene in qualche modo a chiarire, forse quelle che sono le caratteristiche dei solidi platonici,
che a loro volta hanno a che fare con gli spazi e con il tempo. Quindi vuol dire che lui quando mette
due volte 5 sia sopra, che sotto, continua a rispettare un rapporto di cui abbiamo parlato prima con
Mauro, che di per sé ha a che fare con la creazione, ma che deve comprendere sempre la quota parte
di spazio e la quota parte di tempo che messe insieme diventeranno, nel caso specifico dell'albero del
doppio avvento, le 12 tribù e le 12 chiese. E guarda caso, saranno sempre due a sopravvivere. E quel
due è quella parte, è una cosa che insomma forse non vi farà piacere, ma è un 2 che ha a che fare con
il tempo. E non con lo spazio. Perché verranno in qualche modo voluti da lui, come modalità con
cui salvare un progetto che ha a che fare con una progenie ben precisa che è quella giudaica,
e con un frutto che appartiene al mondo giudaico, se vogliamo che sono appunto, le chiese esistenti
che passa attraverso la cristianità. Ti dovrei, come dire, tenere qua almeno un'oretta per capire cosa
sono questi 7 esseri e come vengono suddivisi perché quei 7 esseri dentro c'hanno i solidi platonici,
c'hanno tutte e tre gli eventi. In questo caso non più in termini di tempo che riguardano la morte e
la resurrezione e l'ascensione, che a loro volta hanno a che fare con i meccanismi con cui noi
reagiamo attraverso la morte e la resurrezione e l'ascensione e con cui noi poi privilegiamo per

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ripartire il tempo rispetto allo spazio e lo spazio rispetto al tempo quand'è il momento. E’ una cosa
un po’ profonda, un po’ particolare.

Riascolterò tutto questo, quelle 7, 8 volte, per l'appunto.

Guarda questa cosa qua, lasciala così Titti. Tanto noi col secondo livello questa cosa la faremo,
perché la tavola bembina non lo fa, non la spiega nessuno, se tu non hai la fisica platonica per
spiegarla non la puoi spiegare. Però questo aspetto che riguarda lo spazio e il tempo di cui Mauro ha
parlato tra l'altro è un meccanismo che noi non percepiamo nei nostri pensieri, perchè noi li
vediamo lineari, se vogliamo, anche se a volte non li comprendiamo, soprattutto quando diventano
emozioni.
Ma lì la quota parte di una e dell'altra esiste. Cioè il nostro pensiero, per esistere ha bisogno di un,
come dire, di un chilometraggio ben preciso perché sia tempo, ma poi di un altro chilometraggio,
perché sia spazio, ma poi metti insieme per arrivare alla meta. Questi signori qua hanno una
modalità con cui dirti come si mettono insieme la parte spaziale e la parte temporale per far sì che
dentro di te il tuo pensiero cambi. La mia parte, chiamiamola così, temporale. è cambiata attraverso
il numero. Lì, in quell'immagine che hai visto prima hp allargato uno con la testa del dell'IBIS,
quello è Toth. Toth non è un Dio. O meglio, è un Dio per gli egizi, come ci sono tanti dèi, ma è un
evento emozionale, umano che viene antropomorfizzato e dato come un Dio. L'evento numerico
nonché alfabetico nonché cromatico come vuoi tu, ma soprattutto numerico e geometrico è diciamo
appannaggio di una parte di noi, quando noi la recepiamo, perché non tutti siamo così che potremo
che possiamo identificare con Toth. Toth è il Dio dell'alfabeto, della geometria, della lettura. Ecco,
quello è uno che rappresenta la parte temporale umana che viene presa e portata fuori da questo
tempo. Io facevo il barista, improvvisamente mi comincio a occupare di queste cose. Ecco quello è il
Dio Toth dentro di te, ma non perché c'è il Dio, ma è una parte di noi che fa parte del nostro
DNA, che fa parte della natura che sostanzialmente è presente e può essere attivata, se quella è la
maniera migliore con cui essere attivata. Poi c'è un'altro maschietto che fa un'altro lavoretto. Però il
resto, tutte femmine. E quelle altre fanno un lavoro particolarissimo, perché una di quelle femmine
che è Iside è quella che mette insieme tutte le parti di Osiride. E lo fa venire qua perché quello stava
nell'oltretomba e come lo fa venire qua? Con Horus. Quindi guarda che lì ci sono, la domanda tua è
estremamente complessa, così come quello che mette in campo Gioacchino.

Volevo farti una domanda sulla figura del monastero che hai messo ho visto che in alto c'era scritto Aquila
hai citato la stirpe di David con il Leone, la stirpe di Beniamino con il lupo.
Mi puoi dire due cose sul simbolo dell'Aquila? Ed è una domanda. E poi volevo dire questo sulla domanda
che ti ha fatto Andrea, vorrei vedere se ho, se ho capito quello che gli hai risposto. Tu dici questa è una cosa
che ha pensato Gioacchino, che ha scritto Gioacchino, che era la sua realtà e che ha fatto diventare quindi
reale. Con altri nomi e con altre cose da un indiano con nomi indiani che avrebbe creato lo stesso effetto, no?
Avrebbe creato la la stessa immagine. Invece la risposta che forse stava cercando Andrea, se ho capito bene e
forse tu l'hai data prima. Quando hai detto io spero che ognuno di voi prima o poi arrivi a decidere, a capire
che c'è un Dio, che non è un Dio religioso, non sto parlando di un Dio cristiano, di un Dio di qualsiasi altra
forma, no, proprio, ma di un di un'identità che ha che ha predisposto la natura in questo modo, con queste
leggi.

Sì, la risposta alla seconda domanda è sì. Per quanto riguarda la seconda, lui è proprio il personaggio
che si va a identificare con L'Aquila. Dal momento dopo la sua venuta, cioè di Gioacchino, il
simbolo che si affiancherà al Leone sarà L'Aquila. Ed è molto semplice questa cosa qua.

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Lui chiaramente si occupa di capovolgimento iniziatico, come tutti questi personaggi, perché sa cosa
si trova fuori, cosa c'è dentro i suoi alberi sono questi.

L'aquila la inserisce in questo contesto, perché l'aquila poi identificandola con il tempo è come dire
rende il tempo ti fa capire cos'è l'acqua, perché l'aquila ha questa visione bifronte, che ha a che fare
si con lo spazio che con il particolare, cioè L'aquila ha questa capacità di vedere nell'immensamente
grande il piccolo, la lepre. Te la sa vedere dall'alto.
Quindi vede il grande, vede il piccolo, quindi lì ha a che fare con un'identificazione che riguarda il
tempo, dove praticamente coinvolge l'immensità degli eventi umani attraverso la specificità
dell'evento del simbolo.

Io la faccio un attimino più semplice, cioè torno un attimino e per me è stato molto importante. E’ quando
tu hai detto che prende questo albero, questo tronco lo mette insieme e praticamente crea la ciclicità del
tempo, no? E lo unifica, cioè il tempo è ciclico, ma il tempo è unico e siccome un tempo fa mi era stato
insegnato che nell'inizio c'è già la fine e ho letto sul tuo libro che la domanda è praticamente il differire se
stessi, cioè la risposta che si ha della domanda è il differimento, cioè tu porti la risposta che è nel futuro, la
porti nel presente. Cioè ho fatto questo collegamento che adesso non so bene specificare, però mi viene, mi
viene questa immagine, no? Sempre, però, tornando al discorso primario, che quando tu hai detto “questo
albero comunque è finto”, ma perché poi se noi alla fine riusciamo a cambiare, cioè a mettere dentro di noi il
paradigma cerebrale, che noi siamo comunque vibrazione, quindi tutto questo, cioè non è facile da mettere
insieme, ma sono tre elementi, cioè la vibrazione, la fine e il tempo presente che sono in un unico aspetto.

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Penso di essere stata molto molto caotica in questa esposizione però è quello che ho percepito.

Vedi intanto la questione della domanda che non esiste se non esiste già la risposta, la domanda è
questo, è il futuro, non è passato? E’ soltanto il tempo che ci divide dalla risposta, Ok. E poi la
questione del fatto che l'albero è vero. Oppure è falso e dipende sempre da noi, cioè l'anatomia
sottile dell'agopuntura funziona? È come dire chiaramente, si applica ad un'anatomia che da
millenni esiste. Quando tu capisci che comunque che questa anatomia è fatta dall'ottava ed è la
stessa dello yoga e con lo yoga non ha niente a che fare e lo yoga funziona? Allora che cosa devi
concludere? Che sostanzialmente quel tipo di struttura numerica che ha dentro tutti questi passaggi,
insomma conoscitivi, esiste e non esiste, oppure funziona e non funziona, indipendentemente da
noi. E nel momento in cui noi questa cosa la decidiamo, il nostro corpo, come la nostra fisiologia,
come la nostra mente, risponde di conseguenza. Tant'è vero che se fai yoga, cavolo se cambi.

Ma anche perché, tornando un attimo anche alla equazione di Einstein, dove c'è comunque massa e energia,
chiaramente sono in un rapporto proporzionale, per cui se l'energia aumenta, chiaramente diminuisce la
massa, per cui aumenta una velocità che ci permette di identificarci sempre più con una vibrazione alta, e
meno massa e meno peso?

Guarda quell'equazione abbiamo visto che poi applicata alla materia non funziona più.
Quell'equazione va applicata alla mente, quell'equazione non ha niente a che fare con la luce. O
meglio, ha a che fare con la luce se la intendiamo sempre come pensiero. E se quell'equazione in
qualche modo ha dentro la variabile spazio legata al tempo, funziona sempre. Noi siamo più veloci
della luce mentalmente. Io adesso penso a papà, alla pizzeria, io a quest'ora cominciavo a dirgli papà
chiudiamo perché ero stanco. E lui per fregarmi, mi diceva, vabbè, chiudi, metti la chiave ce ne
andiamo. Però, se viene qualcuno non ti pago.
Chiudiamo. Al che io così dicevo, se viene qualcuno i soldi me li da me. Allora io trovavo la forza. E
lui me li dava a me.
E quindi capisci come sono andato veloce, questo è un fatto di cinquant'anni fa. È più veloce della
luce? Qui questa cosa a noi dentro funziona eccome.
Solo che la diamo per scontata. Cioè noi diamo per scontato tante di quelle cose che sono
estremamente incredibili. Cioè io oggi non mi sono concentrato manco un secondo per far battere il
cuore. Ha fatto tutto da solo. Niente. Casomai gli do fastidio al cuore, ma quello se tu lo lasci stare
non gli dai fastidio, funziona da solo e questo è una dei miliardi di eventi che noi abbiamo nel nel
nostro corpo sempre, però è normale. Tu ti addormenti e funzioni lo stesso ti svegli al mattino, sei
vivo, però è normale. E non è normale. Perché dentro di noi c'è un meccanismo che si mette in
moto quando tu dormi o non dormi, sempre. Quindi siamo fatti in un modo pazzesco, quindi boh,
secondo me, siamo più come dire incredibili fisicamente che mentalmente quelle cose non ce le
concediamo.

La prossima lezione è sulle religioni e l'ottava. L'ultima del primo livello è l'utilizzo attuale
dell'ottava nel mondo sociale. Chi la usa, come la usa, ecc. Tutto questo, bene o male?

Ve l'ho detto, comincia a essere in qualche modo capitalizzato perché ora abbiamo forse meglio la
possibilità di poter vedere e capire che le strutture numeriche che sono emozioni sono anche luce.
Sono anche corpo fisico. Sono anche tempi sono anche spazi, quindi mano a mano ci cominciamo a
rendere conto che noi siamo fatti come la natura. E da lì che viene anche l'utilizzo sciamanico
dell'ottava. Perché loro sono natura molto più di noi. Quindi capiscono o meglio sentono la
possibilità di poter interagire senza tutte ste chiacchiere con la natura.

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Noi invece stiamo facendo un percorso molto cittadino. Insomma, una roba piuttosto da nobili, per
arrivare a questo atto di comprensione, però, questo è. Quindi è un amplificare quello che sono le
nostre capacità per far sì che prima o poi qualcuno poi decide dice sai che è? Io? Non voglio fare più
quel lavoro, perché poi la sostanza è questa. Per cui io spero che alla fine dei tre livelli questa cosa
qua sia ancora più chiara e ci sia ancora più volontà in questo senso.

Boh, va bene, signori, io adesso vi saluto. Ci vediamo venerdì prossimo, quindi sarà l'ottava nelle
religioni, o meglio, sarà una lezione che permette di capire come dall'ottava sono nate le religioni.
Perché poi quando si entra in quell'altro meccanismo, insomma, si possono fare delle conclusioni
piuttosto particolari su di noi, su Dio, e e su come la storia umana è stata costruita.

Grazie a tutti, grazie.


Ciao.

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