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DELL’OTTAVA
NONA
LEZIONE
GIOACCHINO
DA FIORE
Noi abbiamo fatto la lezione su Ildegarda di Bingen, il cui massimo desiderio era quello di parlare
con Dio. Quella è stata la prima lezione in cui io ho consegnato a voi le dinamiche che
rappresentano la parte integrante delle meccaniche che poi vedremo meglio col secondo livello,
attraverso le quali tutti coloro che sono appartenuti al mondo iniziatico e tutti coloro che adesso si
stanno occupando di questo mondo attraverso l'ottava possono portare qua la propria realtà. Perché
abbiamo visto, abbiamo fatto notare come sostanzialmente determinate virtù siano delle
meccaniche, degli ingranaggi mentali che consegnano all'uomo la capacità, in lui spesso innata, di
interagire sullo spazio tempo modificandolo. Cosa che come conseguenza ha la possibilità, da parte
degli umani sempre, di interagire in una realtà fatta a tutti i livelli, ripeto, fatta a tutti i livelli di
vibrazioni, tutte legate al meccanismo dell'ottava. Cosa che, ripeto, interagendo su questa realtà,
consegna all'uomo una dinamica attraverso la quale cambiare la propria realtà.
L'albero del doppio avvento è un albero che potenzialmente ha dentro di sè un livello in ottave, di
comprensione, di
utilizzo della stessa
altissimo, che io non
ho mai più ritrovato
in quelle che sono le
dinamiche del mondo
iniziatico. A partire da
oggi, e ad andare a
2000 anni fa. Quindi
è un qualche cosa di
micidiale. Non
escludo che ci sia
qualcosa di più
avveniristico di ciò
che vi parlerò stasera.
Non lo escludo. Però
io vi posso assicurare
che sull'albero del
doppio avvento si
gioca, diciamo, la
comprensione
dell'ottava da adesso
in poi. Io vi assicuro
che su questo tema vi
dovete spendere, vi
dovete spendere
perché poi avrete
modo, attraverso
questo tema, appunto,
di fare tutta una serie
di analogie, di
passaggi che abbiamo
condiviso in questi
mesi, che
condizioneranno il
vostro modo di
pensarvi, di vedervi, di
essere profondamente. Quindi, prima di vedere il suo schema, io vi faccio vedere appunto quello che
è il suo disegno, per cui voi immaginate che questo simbolo lui inserisce in un contesto appunto del
quale parla dei tre regni, dei tre momenti, i tre momenti suddivisi appunto in spazi inseriti su questo
albero, dove potete vedere tutto l'insieme di nomi, dai quali, sull'albero centrale o Fusto centrale, da
cui nasceranno poi tutta una serie di rami. Ebbene, quei rami e quei colori apparterranno a loro
volta, dove spesso appare il bianco rosso e il verde, a tutta la serie di personaggi che sono stati i
Di nuovo da Giacobbe partono, guardate bene 5 tribù a sinistra e 5 tribù a destra. Poi ancora 1 tribù
a sinistra e 1 tribù a destra. Sono le 12 tribù che nascono da Giacobbe. Queste tribù, quella di
Giuda e quella di Beniamino saranno le uniche che si salveranno storicamente in quello che è il
percorso delle tribù ebraiche, le altre scompariranno tutte.
Io se posso darvi un input positivo, insomma, in questo senso vi chiederei di andare a vedere i
simboli di queste tribù, perché quella di Giuda chiaramente c'ha il Leone. C'è una famiglia, quella
di Beniamino, che ha come simbolo il lupo. E guardate che la differenza tra le due famiglie è
importantissima tra le due tribù, perché Giuda sarà quello che conoscerà la meccanica dell'ottava.
Beniamino sarà quello che custodirà il messaggio spirituale dell'ottava. Sono due cose molto
importanti che poi si inseriranno in quello che è il contesto storico nel del mondo europeo. Per cui
coloro che apparterranno poi al filone di Beniamino entreranno a far parte, in termini simbolici, di
tutto quello che ha a che fare, per esempio in tedesco col termine Wolf, cioè lupo, e state attenti a
queste cose qua, perché così rintracciate i personaggi che si occupano dell'ottava anticamente. Tra
Adamo e Giacobbe ci sono uno 21 personaggi. 21 personaggi in termini numerici, vuol dire tre
volte 7. E allora cominciate a entrare in questa meccanica per la quale Gioacchino da Fiore non
inserisce nella sua dinamica, nel suo albero del doppio avvento, una meccanica temporale.
Attenzione a questa cosa qua, lui inserisce una meccanica umana. Cioè lui non dice quando c'è stato
Seth, per esempio, ma inserisce Seth in un contesto numerico ben preciso, dove il 7 che voi adesso
sapete essere il meccanismo attraverso cui attraverso cui l'ottava riproduce se stessa
Dopo Giacobbe da cui nacquero le 12 tribù, arrivò Giuda, e gli altri e qui ormai stiamo parlando,
stiamo arrivando al nuovo testamento. Addirittura arriva a Ozias che è un re giudaico, perché questi
sono tutti giudei. Io ve l'avevo detto, guardate che un conto è parlare degli ebrei e un conto è parlare
di giudei. E’ il mondo giudaico che in qualche modo attraverso Giacobbe, consegna a Giuda
l'ottava, definendo lui un Leone o una leonessa. E dando a lui i tre colori, il bianco il rosso e il
verde, che appartengono alle meccaniche attraverso le quali l'uomo cambia le sue realtà. Quindi
stiamo parlando di qualche cosa che si è spostata nel tempo, tantissimo, ma che viene ripresa da
Gioacchino da Fiore, che qui palesa la conoscenza di meccanismi radicati nell'ottava, che sono
tipicamente ebraici, non ancora cattolici, perché lui fa l'inseminazione dell'ottava nel mondo
cattolico ad un livello mai mai visto. E cosa succede? Che tra Giacobbe e Ozias ci sono di nuovo 21
nomi? Oh, quindi non è un caso? 21 sotto, 21 sopra di me, tre volte, 7 perché tre volte 7 che se
viene in qualche modo identificato con qualche cosa che ha a che fare con l'ottava, è di per sé
l'essenza attraverso la quale lottava, crea i presupposti di eventi, in questo caso non legati alla luce, al
Perché adesso stiamo parlando di personaggi che non sono più del vecchio Testamento, sono
personaggi che vanno verso il nuovo testamento, vanno talmente tanto verso il nuovo testamento
che ci arrivano attraverso, appunto, Jonathan e tanti altri, fino ad arrivare a Giuseppe, il padre di
Gesù. E con l'arrivo di Gesù, anche qui voi potete vedere la nascita di 5+5 +2, di 12 chiese. Di cui 2
si salveranno, quella romana e quella che praticamente adesso è in Russia. Ora che succede? Questo
è un meccanismo che va dall'Antico Testamento che ha 21 personaggi attraverso altri 21, fino ad
arrivare al nuovo testamento con altri 21, quindi viene ripetuto il tre volte, 7 che è la forbice
attraverso la quale l'ottava chiude, diciamo, un percorso per arrivare a un'evoluzione, in questo caso
personale, di eccellenza come l'arrivo di Cristo. Per cui quel tre volte 7, quindi il meccanismo delle
tre OTTAVE, è come se da Adamo a Gesù qualcuno abbia detto, do re mi fa sol la si la prima
volta, poi lo ripete la seconda volta e la terza volta lo ripete ancora. E arriva Gesù. Quindi stiamo
parlando di atti di creazione, di creatività riguardante l'umanità, però. Ora l'eccezionalità qual è
adesso? E che se voi ci fate caso con l'arrivo del nuovo testamento, quindi di Cristo, Gioacchino
affianca ai nomi riguardanti il nuovo testamento queste X.
E in questo caso, cosa fa Gioacchino da Fiore? Porta nella storia dell'umanità, ma soprattutto nella
storia di ognuno di noi, la possibilità di chiedere a se stessi e al nostro tempo, quello personale,
volendo a quello globale, un evento che cambi noi stessi, non perché ce lo concedono gli altri, ma
perché lo vogliamo noi. E questa è una cosa rivoluzionaria in termini concettuali, il pensare di poter
interagire sul campo, che è Dio. E questa cosa che farà lui,
cioè quella di portare l'ottimismo nella vita umana e in quello di portare, diciamo, un momento di
cambiamento positivo nella vita umana, lo applicherà sostanzialmente alla sua vita da subito perché
creerà dei luoghi spirituali, che avranno talmente importanza nel centro e Sud Italia che gli
permetteranno di far sviluppare nei secoli per ben 5 secoli un numero di consorelle a quella che è
l'ordine gioachimita talmente ampio da superare le realtà preesistenti a lui riguardanti altri ordini
ecclesiastici.
Quindi questa cosa non è che lui la chiede, la lascia lì, lui la applica. Lui la applica, ma ciò più
colpisce è sostanzialmente rappresenta una specie di vulnus oltre il quale non si può andare o non si
è mai riusciti ad andare, è che lui crea attraverso il suo desiderio, un terzo momento, che verrà
utilizzato nella storia umana da tutti coloro in termini positivi e negativi, in termini personali e
macroscopici. Vorranno un terzo momento, non si chiama Terzo Reich per caso,
e in quel caso è un terzo momento non esattamente positivo. Ma è anche questa la modalità, per
esempio, da Michelangelo in poi fino a Mazzini, di tutti coloro che in qualche modo vorranno
creare un momento della propria vita che abbia lo Spirito Santo dentro e quindi la possibilità di
creare qualcosa di eccezionale, reale ed effettivo. Quindi lui, crea un protocollo esecutivo del futuro,
rendendosi conto del fatto che noi siamo fatti di presente, passato e futuro e che la nostra struttura
animica, siccome figlia della natura è fatta anche di tempo. E avere questo tipo di convinzione
dentro di noi è un patrimonio enorme. Perché interagire sul tempo rendendosi conto che tu sei il
tempo è un qualcosa che difficilmente qualcuno ci può regalare attraverso un percorso di
comprensione legato alla logica. Perché in questo caso subentra la New Age, ma tu non capisci il
perché. E il mondo iniziatico, invece, ha questa dinamica del perché, quindi voi dovete inserire nel
meccanismo esecutivo il suo desiderio, la sua volontà, ed è una volontà che rimarrà per sempre ed è
per questo che poi tutti i grandi personaggi che seguiranno a lui, creeranno un terzo momento in cui
ci sarà l'opera principale con cui si congederanno dall'umanità. Io mi fermo.
E vorrei dare spazio alle domande stasera.
Eh, allora potresti rimettere lo schema dell'albero dell'avvento, perché io so proprio questo fatto del tempo, io
ce l'ho dall'età di 14 anni allora.
Allora il discorso è questo, no, adesso vediamo quello che io ho capito fino adesso del tempo. E questo mi serve
per ritornare ai numeri e mi serve per ritornare a capire quali sono quelle emozioni che stimolano il tempo.
Quindi ha una finalità.
Allora? Diciamo che questo albero, che riguarda il tempo, mi ha fatto pensare a una cosa vecchia che sono i
Long Playing, te li ricordi i Long Playing? Allora questo albero è come un Long Playing, cioè come un disco
dove le canzoni ci sono già tutte. Ma tu puoi sentire quella che vuoi. Cioè il tempo è già tutto all'interno
dello spazio del Long Playing. Ok.
C'è uno spazio e c'è un tempo che occupa tutto questo spazio.
Ritorniamo al discorso dell'intervallo di tre quarti, tre e quattro. Allora questo è l'albero, dove il tempo è
già tutto presente, non è che si sta svolgendo, è già presente tutto. Il tempo è passato, presente, futuro che è il
tre. Questo tempo, questo tre forma in non so in quale modo il quattro che, vedendolo in senso di
bidimensionale e un quadrato no? Vedendolo in senso tridimensionale, può essere un cubo. Allora noi
potremmo dire che il tempo, partendo dall'esempio di questo albero che il tempo che crea lo spazio, cioè si
allarga in uno spazio oltre al quale non c'è nullapossiamo dire che questo spazio rappresenta il quattro.
Ora, in questo quattro, che può essere anche un cubo visto in senso tridimensionale. C'è già tutto il tempo al
di fuori di questo non esiste niente. In questo spazio il tempo è già presente tutto, passato, presente e futuro.
Ora, se il tempo e il tre e lo spazio e il quattro, allora possiamo pensare che questo famoso 3 e 4
rappresenterebbero lo spazio il tempo. E quindi le emozioni che li citano. Il tempo, ritornando alle 7 e virtù.
E sono le quattro cardinali rappresentano lo spazio cioè dove tu vivi in quel momento, cioè tutta la vita. E
le tre teologali rappresentano il tre il tempo e sono Fede, speranza e carità; allora sono queste tre le emozioni
che riunite in una possono farci parlare con il tempo, scusate se ho ho fatto una grossa introduzione a sto
discorso.
Scusate, allora Mauro. Facciamo che per rispondere a questa cosa utilizziamo un simbolo.
Però sì, la risposta è sì, ma usiamo il simbolo, lo stesso. Ok, poi ritorniamo sull'albero. Di ciò che si
trova fuori Denderà, cos'è spazio e cos'è tempo?
Però se dovessimo identificare quello che poi procurerà lo spazio, o meglio quello che creerà il
tempo, in che cosa lo potresti identificare fuori Dendera?
Sono le donne, quindi rimane solo il tempo che sono i nether, quindi se tu questa cosa la trasli in un
simbolo che può essere un quadro, no? Prova a immaginare Zeus e la Leda di Leonardo. Ebbene, lì
non è altro che l'ennesimo tentativo secolare, tra l'altro, con cui definire la collaborazione tra un
luogo dove ci sono i presupposti del tempo, che si accoppia con un luogo, la Leda, dove ci sono i
presupposti dello spazio. O meglio, c'è un accoppiamento che avviene tra ciò che non ha i capisaldi
tridimensionali, cioè Zeus e quindi il cigno, e ciò che hai capisaldi tridimensionali, cioè la Leda.
I figli sono due gruppi di uova. In un gruppo nascerà Elena e Clitemnestra, due femmine, e in un
gruppo ci saranno due maschi.
Benissimo, lì, in Dendera, ci sono 12 esseri, li vediamo senza nessun problema all'esterno. Così
come ho fatto in altre occasioni, vi faccio notare che chiaramente sulle diagonali ci sono quattro
esseri femminili. Ci saranno tre coppie. Quindi c'è la coppia di Zeus e la leda. C'è la coppia delle
femmine, la coppia dei maschi. E’ il tre volte due, o due volte tre, nel meccanismo del due volte tre
che poi diventa tre volte quattro, poi diventa 5 volte tre, cioè costantemente l'Unione tra spazio e
tempo che va giustificare la modalità con cui si uniscono mondo tridimensionale e mondo
dimensionale per creare. E per quello che loro non dicono, c'è il 72 punto o c'è il 36. Dicono 108,
perché quei due mondi fanno l'amore, stanno sempre insieme.
Quindi sostanzialmente quella domanda tua ha come risposta sì. Si sta parlando della modalità con
cui il tempo e lo spazio si mettono insieme ed è la stessa modalità che noi poi dovremmo utilizzare
per far sì che potremmo utilizzare questi due aspetti.
Eh, ma perché sostanzialmente ritornando a Giordano Bruno il tempo è il mondo delle idee, l'idea è
istantanea, c'è già tutto. E questo mondo delle idee che è pura luce, a un certo punto occupa uno spazio che è
l'unico esistente al di fuori del quale non ci sta nulla. E quindi in quello spazio che noi vediamo come cubo ci
sta già tutto il tempo che potrebbe essere il cerchio.
No, no, no, ma è chiaro. Ma quella riferimento di spazio e il tutto perché al di fuori di quello spazio non c'è
più niente.
Mauro ti posso dare un'identificazione, più che altro emotiva, anche se cromatica, dello spazio, che
non è spazio perché è tutto. Hai presente il buio che si trova dietro i quadri di Caravaggio? Quella è
la dinamica più riuscita da parte di un uomo, per creare uno spazio infinito nel finito.
Tutto esatto, si sta parlando di questa cosa qua. Certo, certo, io poi non sono entrato nello specifico
per quanto riguarda l'albero del doppio avvento, perché se poi entriamo più in fondo, le cose si
fanno ancora più chiare, ma anche più complicate, perché? Di per sé, e lo dico per tutti, non solo
per Mauro. Lì ci sono 1, 2 e tre momenti ben precisi che si mettono vicino a 3 momenti ben precisi.
Questo è il due volte tre. Ma questo è un tetraedro. Poi ci sono 4 momenti nel centro. Questo è il
42, 21 + 21, ma sono quattro momenti che comunque comprendono anche 1 2 3, quindi lì c'è il
quattro volte tre o tre volte quattro. E se si aggiunge a questo aspetto l'aspetto riguardante le tre età
di tre, li non ce ne sono quattro, ci sono 5 volte tre, cioè l'albero funziona in termini temporali,
perché è fatto dei solidi platonici. Quindi concettualmente dentro di noi l'interazione dei solidi
platonici una volta che l'abbiamo visualizzata e verbalizzata, ci porta ad assumere delle conclusioni
che direi essere di un certo rilievo, perché la conseguenza di queste interazioni mentali e di questi
supporti simbolici e geometrici è quella per la quale noi siamo anche tempo. Ma quello che ne
consegue a me interessa. Perché vuol dire capitalizzare un potere umano che noi non ci diamo.
Ma scusami se insisto perchè questo mi serve una chiarezza, poi veramente mi tacci sarebbe da parlare tanto
di quest'albero, per esempio io vedo ora a 63 anche il 64 qua dentro.
Ci sta il 64 normalmente Mauro perché lì c'è lo scatto del tre volte 7 che va spiegato.
Cioè ogni volta che il 21 diventa 22, con Giacobbe per esempio, le cose si concretizzano, quindi tu
dovresti inserire un altro tipo di contesto, tant'è vero che li nominati c'è Adamo, c'è Giacobbe, c'è
Ozias, c'è Gesù Cristo, e Dio. 5 esseri nominati, quelli sono i solidi platonici.
Sì, sì, questo l'avevo notato. Scusami però ritornando al pratico, allora se diciamo che il tre è il tempo. Ok,
passato presente, futuro che è un triangolo. Allora noi possiamo, attraverso Fede, speranza e carità
manipolare il tempo. Sono quelle le tre qua, no, te lo faccio meglio. La domanda è “sono quelle le tre cose che
dobbiamo fare per poter entrare in contatto col tempo?”
E lo fanno tutte e tre. Non lo fa solo solo una, cioè il tempo che viene trasformato e sublimato in
sapere è sempre tempo, non è un'altra cosa. Cioè il tempo, la sostanza e la materia del tempo è il
sapere. La sostanza e la materia della natura, e il fatto che la natura stessa è fatta di sapere, quando
noi esaminiamo la natura impariamo le cose perché dentro la natura c'è il sapere. Quindi la
sublimazione dei sensi in termini di sapere che è uno degli atti medianici più importanti che noi
possiamo porre in essere con le tre virtù, e che va a corrispondere con lo Spirito Santo sta cosa la
È possibile che le persone dell'albero da Adamo in poi rappresentino il desiderio di qualcuno per dare la
possibilità all'umanità di andare in una certa direzione?
E’ la questione della serata, questa quello è il qualcuno che definisce che chiami tu è proprio
Gioacchino, lui ha quel desiderio là, è proprio il desiderio.
Adamo è venuto prima di Gioacchino, quindi io intendo proprio chi ha desiderato che da Adamo…
Scusa se ti interrompo. Quello che tu devi cercare di comprendere adesso qua è il potenziale è
umano, non è la posizione storica umana. Cioè il potenziale umano di Gioacchino è quello per il
quale, indipendentemente da un essere che probabilmente o no è venuto prima di lui, e che
probabilmente o no verrà dopo di lui, cioè la seconda venuta di Cristo, è quella per la quale lui
prende il tempo, lo decide lui, capisci?
Questo l'ho capito, mi interessava contestualizzare anche la storia del dell'essere umano in quanto creatura
legata magari a chi l'ha desiderato, fare un collegamento. Io ho un po’ la sensazione che ogni persona che è
venuta sulla terra è venuta da una parte per sé e da una parte per tutti, cioè per far andare l'umanità verso
una direzione o un'altra, con la propria arte, col proprio talento, chi l'ha indirizzato in una maniera
diciamo luminosa fa andare l'umanità verso una direzione, chi lo usa in una maniera meno luminosa da
un'altra, e quindi mi mi sono chiesta, visto che questo avviene come tu ci stai dicendo, da un desiderio,
quindi da un'intenzione, c'è un'intenzione superiore che ha portato ad avere, ad immaginare un percorso da
Adamo in poi, perché l'umanità potesse andare in una direzione luminosa.
No. Questo esempio qua è voluto da lui, punto. Quindi ci può essere quello che dici tu, perché no?
Perché no? Ci può essere sicuramente stato qualcuno che anche prima di Gioacchino questa cosa
l'abbia voluta, come giustamente ognuno di noi potrebbe volerla, no? Però lui la formalizza.
E con uno schema esecutivo. Cioè, non è che lui dice, a me piacerebbe, no. Lui l'ha formalizza in
ottave. E utilizza, diciamo questa capacità in ottave di creare una vibrazione che va a coinvolgere
tutto ciò che è natura, compreso il tempo che è formalmente un attimo divino, una delle sue
caratteristiche divine, affinchè si svolga, come dice lui. Quindi sì, come no, certo che qualcuno può
averlo pensato, però lui l'ha fatto. O meglio l'ha pensato
facendolo, perché l'ha applicato, per esempio il primo luogo che
lui crea, il primo monastero è un monastero in cui intanto è
suddiviso in 7 parti. Cioè lui non è che le pensa e basta, le fa, ti
faccio vedere l'immagine.
E ognuna di quelle parti è vissuta ed occupata da un'insieme di
persone che hanno un compito, e tutte quelle persone collaborano
con il cuore di questo monastero, dove ci sono i religiosi. Però ci
mette dentro i commercianti, i contadini, ci mette tutti dentro, ci
deve stare tutta la società. Però non è che dice, vabbè, facciamola
come viene viene, no, no, fa una cosa che identifica con dei
luoghi, con parti della natura fa una cosa sistematica, cioè sta cosa
la applica, quindi io ti faccio vedere il suo monastero, eccolo qua.
E dà un nome ad ognuna delle parti del suo monastero. Questo è
il corpo del monastero, diciamo 7 parti. Al centro c'è la colomba,
Nella struttura dell'albero, oltre alla linea centrale, da Giacobbe partono le 12 tribù e poi 12 chiese sopra.
Quindi se io la riporto nella dinamica, anche in individuale, sostanzialmente la manifestazione della
realizzazione dei tre momenti si manifesta in 12 tentativi, di cui i due si concretizzano in entrambe i
processi, in entrambe le fasi. Perché proprio due?
Perché tanto il due e l'ottava? Io quello che vi voglio far notare è che di che tutto l'albero…
È finto. Voi siete convinti che quei personaggi siano tutti vissuti? Lì ci sono 12+12 frutti. Perché
non sono solo 12, sono 24 e allora l'albero, siccome va inteso come uno e trino, perché quello
bisogna capirlo, quello è uno il tempo, perché è trino, quindi va al concetto dell'uno, nel campo
unificato crea 24 opportunità, suddivisa in 12 che sono le pseudo tribù e 12 che sono le pseudo
chiese. Ma quelle sono 24. E 24 sono le tre e ottave. Allora lui dice ancora che la sommatoria dei tre
tempi crea un'opportunità identificabile con le tre ottave, che a loro volta hanno una
differenziazione tra tribù e chiese. Ma mica si limita a questo. Lui toglie a questa struttura qua 20
opportunità, cioè il due. E rilascia il 4, 2 volte 2 e ripete di nuovo il meccanismo in termini frattali,
del due ripetuto tre volte. Cioè? In questo tipo di meccanismo, c'è una conoscenza frattale della
ripetizione dei solidi platonici in termini di intervalli al fine di creare una realtà voluta da lui, che è
costante. Cioè i solidi platonici li dentro sono presenti dall'albero fino ai rami. Poi c'è un'altra cosa
che non è da poco, che non è da poco, che tu hai notato? Il 5 ripetuto due volte. Sotto e sopra, ci sei
E due volte 5, è un qualche cosa che ha a che fare con un intervallo presente nel mondo iniziatico,
estremamente raffinato, particolarissimo, che ha a che fare con questo simbolo. Dovrei averlo qua?
Il due volte 5. È un intervallo estremamente complesso e particolare che viene finalizzato alla
creatività, alla creazione, cioè un'ulteriore intervallo che va fuori dagli intervalli platonici. Lo
affronteremo nella lezione tutta sua, questo. Però ti voglio far vedere una cosa, la vedi la parte
centrale qua? E’ fatta da 7 esseri. C'è tutta una storia da spiegare, adesso non lo faccio sennò è un
problema. Qui dentro, in questi 7 esseri ce ne sono solamente due maschili. 5 sono donne.
Uno di questi due e Toth, questo signore qua. Ok, questo è un'altro uomo e il resto sono tutte
femmine. Questo è due volte 5, ma questo due volte 5 nasconde dentro di sé i solidi platonici.
Quindi viene in qualche modo a chiarire, forse quelle che sono le caratteristiche dei solidi platonici,
che a loro volta hanno a che fare con gli spazi e con il tempo. Quindi vuol dire che lui quando mette
due volte 5 sia sopra, che sotto, continua a rispettare un rapporto di cui abbiamo parlato prima con
Mauro, che di per sé ha a che fare con la creazione, ma che deve comprendere sempre la quota parte
di spazio e la quota parte di tempo che messe insieme diventeranno, nel caso specifico dell'albero del
doppio avvento, le 12 tribù e le 12 chiese. E guarda caso, saranno sempre due a sopravvivere. E quel
due è quella parte, è una cosa che insomma forse non vi farà piacere, ma è un 2 che ha a che fare con
il tempo. E non con lo spazio. Perché verranno in qualche modo voluti da lui, come modalità con
cui salvare un progetto che ha a che fare con una progenie ben precisa che è quella giudaica,
e con un frutto che appartiene al mondo giudaico, se vogliamo che sono appunto, le chiese esistenti
che passa attraverso la cristianità. Ti dovrei, come dire, tenere qua almeno un'oretta per capire cosa
sono questi 7 esseri e come vengono suddivisi perché quei 7 esseri dentro c'hanno i solidi platonici,
c'hanno tutte e tre gli eventi. In questo caso non più in termini di tempo che riguardano la morte e
la resurrezione e l'ascensione, che a loro volta hanno a che fare con i meccanismi con cui noi
reagiamo attraverso la morte e la resurrezione e l'ascensione e con cui noi poi privilegiamo per
Guarda questa cosa qua, lasciala così Titti. Tanto noi col secondo livello questa cosa la faremo,
perché la tavola bembina non lo fa, non la spiega nessuno, se tu non hai la fisica platonica per
spiegarla non la puoi spiegare. Però questo aspetto che riguarda lo spazio e il tempo di cui Mauro ha
parlato tra l'altro è un meccanismo che noi non percepiamo nei nostri pensieri, perchè noi li
vediamo lineari, se vogliamo, anche se a volte non li comprendiamo, soprattutto quando diventano
emozioni.
Ma lì la quota parte di una e dell'altra esiste. Cioè il nostro pensiero, per esistere ha bisogno di un,
come dire, di un chilometraggio ben preciso perché sia tempo, ma poi di un altro chilometraggio,
perché sia spazio, ma poi metti insieme per arrivare alla meta. Questi signori qua hanno una
modalità con cui dirti come si mettono insieme la parte spaziale e la parte temporale per far sì che
dentro di te il tuo pensiero cambi. La mia parte, chiamiamola così, temporale. è cambiata attraverso
il numero. Lì, in quell'immagine che hai visto prima hp allargato uno con la testa del dell'IBIS,
quello è Toth. Toth non è un Dio. O meglio, è un Dio per gli egizi, come ci sono tanti dèi, ma è un
evento emozionale, umano che viene antropomorfizzato e dato come un Dio. L'evento numerico
nonché alfabetico nonché cromatico come vuoi tu, ma soprattutto numerico e geometrico è diciamo
appannaggio di una parte di noi, quando noi la recepiamo, perché non tutti siamo così che potremo
che possiamo identificare con Toth. Toth è il Dio dell'alfabeto, della geometria, della lettura. Ecco,
quello è uno che rappresenta la parte temporale umana che viene presa e portata fuori da questo
tempo. Io facevo il barista, improvvisamente mi comincio a occupare di queste cose. Ecco quello è il
Dio Toth dentro di te, ma non perché c'è il Dio, ma è una parte di noi che fa parte del nostro
DNA, che fa parte della natura che sostanzialmente è presente e può essere attivata, se quella è la
maniera migliore con cui essere attivata. Poi c'è un'altro maschietto che fa un'altro lavoretto. Però il
resto, tutte femmine. E quelle altre fanno un lavoro particolarissimo, perché una di quelle femmine
che è Iside è quella che mette insieme tutte le parti di Osiride. E lo fa venire qua perché quello stava
nell'oltretomba e come lo fa venire qua? Con Horus. Quindi guarda che lì ci sono, la domanda tua è
estremamente complessa, così come quello che mette in campo Gioacchino.
Volevo farti una domanda sulla figura del monastero che hai messo ho visto che in alto c'era scritto Aquila
hai citato la stirpe di David con il Leone, la stirpe di Beniamino con il lupo.
Mi puoi dire due cose sul simbolo dell'Aquila? Ed è una domanda. E poi volevo dire questo sulla domanda
che ti ha fatto Andrea, vorrei vedere se ho, se ho capito quello che gli hai risposto. Tu dici questa è una cosa
che ha pensato Gioacchino, che ha scritto Gioacchino, che era la sua realtà e che ha fatto diventare quindi
reale. Con altri nomi e con altre cose da un indiano con nomi indiani che avrebbe creato lo stesso effetto, no?
Avrebbe creato la la stessa immagine. Invece la risposta che forse stava cercando Andrea, se ho capito bene e
forse tu l'hai data prima. Quando hai detto io spero che ognuno di voi prima o poi arrivi a decidere, a capire
che c'è un Dio, che non è un Dio religioso, non sto parlando di un Dio cristiano, di un Dio di qualsiasi altra
forma, no, proprio, ma di un di un'identità che ha che ha predisposto la natura in questo modo, con queste
leggi.
Sì, la risposta alla seconda domanda è sì. Per quanto riguarda la seconda, lui è proprio il personaggio
che si va a identificare con L'Aquila. Dal momento dopo la sua venuta, cioè di Gioacchino, il
simbolo che si affiancherà al Leone sarà L'Aquila. Ed è molto semplice questa cosa qua.
L'aquila la inserisce in questo contesto, perché l'aquila poi identificandola con il tempo è come dire
rende il tempo ti fa capire cos'è l'acqua, perché l'aquila ha questa visione bifronte, che ha a che fare
si con lo spazio che con il particolare, cioè L'aquila ha questa capacità di vedere nell'immensamente
grande il piccolo, la lepre. Te la sa vedere dall'alto.
Quindi vede il grande, vede il piccolo, quindi lì ha a che fare con un'identificazione che riguarda il
tempo, dove praticamente coinvolge l'immensità degli eventi umani attraverso la specificità
dell'evento del simbolo.
Io la faccio un attimino più semplice, cioè torno un attimino e per me è stato molto importante. E’ quando
tu hai detto che prende questo albero, questo tronco lo mette insieme e praticamente crea la ciclicità del
tempo, no? E lo unifica, cioè il tempo è ciclico, ma il tempo è unico e siccome un tempo fa mi era stato
insegnato che nell'inizio c'è già la fine e ho letto sul tuo libro che la domanda è praticamente il differire se
stessi, cioè la risposta che si ha della domanda è il differimento, cioè tu porti la risposta che è nel futuro, la
porti nel presente. Cioè ho fatto questo collegamento che adesso non so bene specificare, però mi viene, mi
viene questa immagine, no? Sempre, però, tornando al discorso primario, che quando tu hai detto “questo
albero comunque è finto”, ma perché poi se noi alla fine riusciamo a cambiare, cioè a mettere dentro di noi il
paradigma cerebrale, che noi siamo comunque vibrazione, quindi tutto questo, cioè non è facile da mettere
insieme, ma sono tre elementi, cioè la vibrazione, la fine e il tempo presente che sono in un unico aspetto.
Vedi intanto la questione della domanda che non esiste se non esiste già la risposta, la domanda è
questo, è il futuro, non è passato? E’ soltanto il tempo che ci divide dalla risposta, Ok. E poi la
questione del fatto che l'albero è vero. Oppure è falso e dipende sempre da noi, cioè l'anatomia
sottile dell'agopuntura funziona? È come dire chiaramente, si applica ad un'anatomia che da
millenni esiste. Quando tu capisci che comunque che questa anatomia è fatta dall'ottava ed è la
stessa dello yoga e con lo yoga non ha niente a che fare e lo yoga funziona? Allora che cosa devi
concludere? Che sostanzialmente quel tipo di struttura numerica che ha dentro tutti questi passaggi,
insomma conoscitivi, esiste e non esiste, oppure funziona e non funziona, indipendentemente da
noi. E nel momento in cui noi questa cosa la decidiamo, il nostro corpo, come la nostra fisiologia,
come la nostra mente, risponde di conseguenza. Tant'è vero che se fai yoga, cavolo se cambi.
Ma anche perché, tornando un attimo anche alla equazione di Einstein, dove c'è comunque massa e energia,
chiaramente sono in un rapporto proporzionale, per cui se l'energia aumenta, chiaramente diminuisce la
massa, per cui aumenta una velocità che ci permette di identificarci sempre più con una vibrazione alta, e
meno massa e meno peso?
Guarda quell'equazione abbiamo visto che poi applicata alla materia non funziona più.
Quell'equazione va applicata alla mente, quell'equazione non ha niente a che fare con la luce. O
meglio, ha a che fare con la luce se la intendiamo sempre come pensiero. E se quell'equazione in
qualche modo ha dentro la variabile spazio legata al tempo, funziona sempre. Noi siamo più veloci
della luce mentalmente. Io adesso penso a papà, alla pizzeria, io a quest'ora cominciavo a dirgli papà
chiudiamo perché ero stanco. E lui per fregarmi, mi diceva, vabbè, chiudi, metti la chiave ce ne
andiamo. Però, se viene qualcuno non ti pago.
Chiudiamo. Al che io così dicevo, se viene qualcuno i soldi me li da me. Allora io trovavo la forza. E
lui me li dava a me.
E quindi capisci come sono andato veloce, questo è un fatto di cinquant'anni fa. È più veloce della
luce? Qui questa cosa a noi dentro funziona eccome.
Solo che la diamo per scontata. Cioè noi diamo per scontato tante di quelle cose che sono
estremamente incredibili. Cioè io oggi non mi sono concentrato manco un secondo per far battere il
cuore. Ha fatto tutto da solo. Niente. Casomai gli do fastidio al cuore, ma quello se tu lo lasci stare
non gli dai fastidio, funziona da solo e questo è una dei miliardi di eventi che noi abbiamo nel nel
nostro corpo sempre, però è normale. Tu ti addormenti e funzioni lo stesso ti svegli al mattino, sei
vivo, però è normale. E non è normale. Perché dentro di noi c'è un meccanismo che si mette in
moto quando tu dormi o non dormi, sempre. Quindi siamo fatti in un modo pazzesco, quindi boh,
secondo me, siamo più come dire incredibili fisicamente che mentalmente quelle cose non ce le
concediamo.
La prossima lezione è sulle religioni e l'ottava. L'ultima del primo livello è l'utilizzo attuale
dell'ottava nel mondo sociale. Chi la usa, come la usa, ecc. Tutto questo, bene o male?
Ve l'ho detto, comincia a essere in qualche modo capitalizzato perché ora abbiamo forse meglio la
possibilità di poter vedere e capire che le strutture numeriche che sono emozioni sono anche luce.
Sono anche corpo fisico. Sono anche tempi sono anche spazi, quindi mano a mano ci cominciamo a
rendere conto che noi siamo fatti come la natura. E da lì che viene anche l'utilizzo sciamanico
dell'ottava. Perché loro sono natura molto più di noi. Quindi capiscono o meglio sentono la
possibilità di poter interagire senza tutte ste chiacchiere con la natura.
Boh, va bene, signori, io adesso vi saluto. Ci vediamo venerdì prossimo, quindi sarà l'ottava nelle
religioni, o meglio, sarà una lezione che permette di capire come dall'ottava sono nate le religioni.
Perché poi quando si entra in quell'altro meccanismo, insomma, si possono fare delle conclusioni
piuttosto particolari su di noi, su Dio, e e su come la storia umana è stata costruita.