Sei sulla pagina 1di 5

Trasformzione di Hilbert.

La trasformata di Hilbert si incontra in maniera naturale introducendo la cosiddetta rappresentazione


analitica di un segnale.
Eulero ha evidenziato che la funzione esponenziale complesso può essere scritta evidenziando parte reale
e parte immaginaria:

𝑒 "#$%& ' = cos(2𝜋𝑓0 𝑡) + 𝑗 sin(2𝜋𝑓0 𝑡) (1)


In elettrotecnica essa corrisponde al fasore, la cui parte reale consente di rappresentare il segnale reale:

𝑅𝑒8𝑒 "(#$%& '9:) ; = cos(2𝜋𝑓0 𝑡 − Φ) (2)


Il concetto di fasore è il caso particolare di un caso più generale: il concetto di rappresentazione analitica
del segnale.
L’idea di ricercare una rappresentazione analitica (cioè complessa) di un segnale viene fuori dal fatto che
un segnale x(t) reale ha spettro X(f) che soddisfa proprietà di simmetria hermitiana: il modulo è a
simmetria pari, mentre la fase è a simmetria dispari.
I numeri complessi forniscono un’informazione vettoriale avendo una parte reale e una immaginaria o
se si vuole un modulo e una fase, quindi se ad un segnale reale associo una funzione complessa sembra
che si raddoppi il quantitativo d’informazione, ma così non è perché modulo e fase non sono tra di loro
indipendenti ma devono soddisfare le proprietà di simmetria.

Figura 1 Spettro bilatero di un segnale.

E’ possibile limitarsi a considerare soltanto lo spettro monolatero cioè l’andamento dello spettro X(f) alle
frequenze positive andando ad eliminare la ridondanza alle frequenze negative, perché tenendo conto
della proprietà di simmetria dello spettro di un segnale reale, a partire dal suo andamento su semiasse
positivo è possibile ricavare l’andamento su quello negativo e ricostruire lo spettro bilatero.

Figura 2 Selezione dello spettro monolatero.


Il segnale nel dominio del tempo che ha per immagine uno spettro che non soddisfa più le proprietà di
simmetria hermitiana è un segnale complesso, ed è appunto l’immagine che fa riscontro allo spettro da
cui si è cancellata l’informazione ridondante. Formalmente, la versione analitica del segnale è data da:
𝑥? (𝑡) = 𝐹 9A [2𝑋(𝑓)1(𝑓)](𝑡) (3)
Dove la funzione gradino unitario 1(𝑓) o distribuzione di Heaviside è definita da:
1 ,𝑓 > 0
A
1(𝑓 ) = F# , 𝑓 = 0 (4)
0 ,𝑓 < 0
Il fattore 2 nell’equazione (3) consente di mantenere l’energia/potenza della rappresentazione analitica
pari all’energia/potenza del segnale originario, perché le componenti spettrali cancellate hanno
esattamene la stessa ampiezza di quelle che preservate alle frequenze positive, quindi moltiplicando per
due si ritrova la stessa potenza o energia.
Per capire perché la rappresentazione analitica è una generalizzazione del concetto di fasore, si consideri
lo spettro di un segnale di tipo coseno rappresentato attraverso le formule di Eulero:
L MNOPQ& R SL TNOPQ& R
cos(2𝜋𝑓0 𝑡) = #
(5)

La trasformata di Fourier restituisce:


A SZ
𝐹[cos(2𝜋𝑓0 𝑡)](𝑓) = # ∫9Z V𝑒 S"#$%& ' + 𝑒 9"#$%& ' W ∙ 𝑒 9"#$%' 𝑑𝑡 =
A SZ SZ (6)
= # [∫9Z 𝑒 9"#$(%9%& )' 𝑑𝑡 + ∫9Z 𝑒 9"#$(%S%&)' 𝑑𝑡\ =

Questi sono integrali di Fourier di costanti, quindi lo spettro del segnale è dato da:
A
𝐹[cos(2𝜋𝑓0 𝑡)](𝑓) = # [𝛿(%9%& ) + 𝛿(%S%& ) \ (7)

Lo spettro di un segnale cosinusoidale ha due righe spettrali, una a frequenza f0 rappresentata dalla delta
traslata a destra di f0 e l’altra a frequenza -f0. L’immagine nel dominio del tempo di queste righe spettrali,
sono rispettivamente due fasori controrotanti:

Figura 3 Rappresentazione di una coppia di fasori controrotanti nel dominio della frequenza.

Se si va a cancellare l’informazione ridonante, ovvero la riga a frequenza negativa simmetrica di quella a


frequenza positiva, resta un segnale fatto da una sola riga che nel dominio del tempo corrisponde a:
𝑒 S"#$%&' .

La rappresentazione analitica del coseno a frequenza f0 è proprio il fasore a frequenza f0.


La rappresentazione analitica di un segnale generico è data da un segnale complesso che ha come parte
reale il segnale reale e parte immaginaria j-volte la trasformata di Hilbert del segnale stesso.
𝑥? (𝑡) = 𝑥(𝑡) + 𝑗𝑥^ (𝑡) (8)
dove la trasformata di Hilbert è definita come:
A SZ `(a)
𝑥^ (𝑡) ≜ $ ∫9Z '9a
𝑑𝜏 (9)

La trasformazione di Hilbert, a partire da un segnale reale produce un segnale associato che sta ancora
nello stesso dominio, che costituisce appunto il coefficiente della parte immaginaria nella
rappresentazione analitica del segnale. Tale rappresentazione analitica è un po’ un’estensione al campo
complesso del segnale reale, ma come nel caso del fasore è interessante introdurla perché offre
semplificazioni nell’affrontare problemi, consente di mettere in luce fatti concettuali, di definire parametri
interessanti. Per esempio la rappresentazione analitica e quindi la trasformata di Hilbert servono per
descrivere segnali non stazionari in termini di frequenza istantanea, che rappresenta un concetto
estrapolato, in quanto la frequenza sta ad indicare un numero di cicli che si possono contare nell’unità di
tempo. In particolare la frequenza istantanea può definirsi come derivata della fase istantanea scalata di
un fattore 2π, dove per fase istantanea si intende la fase della versione analitica del segnale.
Per determinare la versione analitica di un segnale bisogna essere in grado di determinare l’anti
trasformata del gradino unitario cioè 1(f), che può essere rappresentato convenientemente come:
A
1(𝑓) = # + lim 𝐺e (𝑓) (10)
e→0

dove la funzione Gε(f), mostrata in Figura 10, è una funzione che vale +1/2 per i valori di f>ε e -1/2 per
i valori di f<-ε ed è continua con andamento lineare passando per l’origine nel salto unitario tra [-1/2,
+1/2] nell’intervallo simmetrico rispetto allo zero di ampiezza pari a 2ε .

Figura 10 Funzione Gε(f) .

Si vede facilmente che per ε che tende a zero l’andamento lineare si trasforma in una funzione che
presenta un salto unitario che va da [-1/2, +1/2] , quindi aggiungendoo una costante pari a 1/2 si ottiene
il gradino unitario.

La funzione Gε(f) ha una derivata semplice che presenterà valore nullo sui tratti constanti e costante e
positivo nel tratto a pendenza lineare, dove vale 1/2ε .
Figura 11 Derivata della funzione Gε(f) .

Una funzione così semplice, corrispondente a una finestra rettangolare nel dominio della frequenza, ha
come anti trasformata:
A
𝐹 9A [𝐺eh (𝑓)](𝑡) = 𝐹 9A i#e 𝑟𝑒𝑐𝑡#e (𝑓)l = 𝑠𝑖𝑛𝑐(2𝜀𝑡) (11)
(')

Inoltre è noto che:


𝐹 9A [𝐺eh (𝑓)](𝑡) = −𝑗2𝜋𝑡 ∙ 𝐹 9A [𝐺e (𝑓)](𝑡) (12)
Questo perché l’antitrasformata di Fourier opera sull’operatore di derivazione e lo trasforma in un
operatore algebrico moltiplicativo.
Per verificare che debba moltiplicare proprio per -j2πt si osservi che:
q q SZ SZ s
𝐺eh (𝑓) = q% 𝐺e (𝑓) = q% [∫9Z 𝑔e (𝑡)𝑒 9"#$%' 𝑑𝑡\ = ∫9Z 𝑔e (𝑡) s% V𝑒 9"#$%' W𝑑𝑡 =
SZ
∫9Z (−𝑗2𝜋𝑡)𝑔e (𝑡)𝑒 9"#$%' 𝑑𝑡 (13)

La funzione integranda a destra nell’equazione (13) rappresenta l’immagine nel dominio del tempo di
𝐺eh (𝑓). Uguagliano le due rappresentazioni si ha:
uvwx(#e')
𝑠𝑖𝑛𝑐(2𝜀𝑡) = −𝑗2𝜋𝑡𝑔e (𝑡) ⇒ 𝑔e (𝑡) = 9"#$'
(14)

Dove sinc(2εt) è una funzione prolungabile per continuità in 0. Per la rappresentazione analitica del segnale
risulta allora:
𝑥? (𝑡) = 2 ∙ 𝐹 9A [𝑋(𝑓)](𝑡) ∗ 𝐹 9A [1(𝑓)](𝑡) (15)
dove: 𝐹 9A [𝑋(𝑓)](𝑡) = 𝑥(𝑡), e:
A A
𝐹 9A [1(𝑓)] = 𝐹 9A i# + lim 𝐺e (𝑓)l (𝑡) = # 𝛿(𝑡) + lim(𝐹 9A [𝐺e (𝑓)](𝑡)) =
e→0 e→0
A uvwx(#e') A A
(16)
= # 𝛿(𝑡) + lim z 9"#$'
{ = # 𝛿(𝑡) + 𝑗 #$'
e→0

Il prodotto di convoluzione pertanto restituisce:


A A SZ `(a)
𝑥? (𝑡) = (𝑥(𝑡)) ∗ z𝛿(𝑡) + 𝑗 $' { = 𝑥(𝑡) + 𝑗 $ ∫9Z '9a
𝑑𝜏 (17)

Si può facilmente dimostrare che la trasformata di Hilbert si comporta come un filtro che trasforma ogni
segnale sinusoidale in un segnale alla stessa frequenza in quadratura.
Per caratterizzare il filtro di Hilbert si analizza la sua risposta in frequenza, che si determina considerando
lo spettro della rappresentazione analitica:
𝑋|(𝑓) = 𝑋(𝑓) + 𝑗𝐻(𝑓)𝑋(𝑓) (18)

Figura 4.5 Spettro monolatero.

Per avere l’effetto di cancellazione dei contributi spettrali sul semiasse negativo delle frequenze, la H(f)
deve valere:

+𝑗 , 𝑓 < 0
( )
𝐻 𝑓 = 0,𝑓 = 0
F (19)
−𝑗 , 𝑓 > 0
Il modulo della risposta in frequenza del filtro, eccetto nell’unico punto in continua, è unitario quindi
sulle ampiezze delle componenti spettrali e quindi non introduce né attenuazione né amplificazione, ma
ha come unico effetto quello di introdurre un ritardo di fase.
ESEMPIO: Si osservi che la trasformata di Hilbert del segnale coseno può determinarsi rapidamente
moltiplicando per j e -j i fasori controrotanti che strutturano il segnale:
A " L NOPQ& R 9L TNOPQ& R
V−𝑗𝑒 "#$%& ' + 𝑗𝑒 9"#$%& ' W = − V𝑒 "#$%& ' − 𝑒 9"#$%& ' W = = sin(2𝜋𝑓0 𝑡) (20)
# # #"

I filtri che hanno risposta in fase lineare, i.e. Φ(𝑓) = 𝑘𝑓, traslano rigidamente nel dominio del tempo
tutti i contributi spettrali di una stessa quantità, pari a:
A q
𝜏 = #$ q% Φ(𝑓) (21)

Il ritardo determinato tramite l’equazione (21) è detto ritardo di gruppo perché è lo stesso per tutte le
componenti del segnale. Un ritardo di gruppo non esiste per il filtro di Hilbert, perché le varie componenti
spettrali sono ritardate a seconda del loro valore di frequenza di tempi diversi e quindi le caratteristiche
morfologiche del segnale cambiano.

Potrebbero piacerti anche