É.
Nodet Giuseppe Flavio (slavonico)
J. Erode era forse il messia? (BJ 1:358)
Immediatamente i sacerdoti cominciarono ad
affligersi ed a lamentarsi gli uni con gli altri dicendo
fra di loro in segreto (cose) che non avrebbero osato
dire in pubblico a causa degli amici di Erode.
Perché dicevano (Dt 17:14): “La Legge ci proibisce di
avere uno straniero (come) re, ma noi aspettiamo
l’Unto, il Mite, della discendenza di Davide (Za 9:9).
Tuttavia sappiamo che Erode è un Arabo, non-circon-
ciso. L’Unto sarà chiamato mite ma questo (re) ha
riempito tutta la nostra terra di sangue. Sotto l’Unto
gli zoppi avrebbero dovuto camminare, i ciechi
vedere, i poveri prosperare (Is 35:56), ma sotto questo
(re) i sani sono diventati zoppi, quelli che potevano
vedere sono diventati ciechi, ai ricchi è stata chiesta
l’elemosina.
Che cos’è questo? O forse che i profeti mentirono in
qualche maniera? Essi scrissero che non ci mancherà
mai un principe di Giuda finché venga colui al quale
gli sarà consegnato; in lui le nazioni avranno speranza
(Gn 49:10). Ma è questo (re) la speranza delle
nazioni? Noi detestiamo i suoi misfatti; forse che le
nazioni avranno speranza in lui?
Ahime! Dio ci ha abbandonato e siamo dimenticati da
lui, e lui desidera consegnarci alla desolazione e alla
rovina, non come al tempo di Nabucodonosor (Is
49:14) o di Antiocho (Dn 11 fine)! Poiché allora i
profeti furono maestri della gente e ci prometterono
cattività e ritorno. Ma adesso non c’e nessuno a cui
poter domandare e nessuno che (ci) consoli.
In risposta il sacerdote Ananus disse loro: “Conosco
tutti gli Scritti. Quando Erode combatteva di fronte
alla città, mai mi sarei immaginato che Dio gli
permettesse di regnare su di noi. Ma adesso capisco
che la nostra devastazione è <già> vicina. E
considerate la profezia di Daniele. Poiché egli scrive
che dopo il Ritorno, la città di Gerusalemme rimarrà
in piedi per 70 settimane di anni (Dn 9:24-27), cioè
per 400 e 90 anni, e giacerà desolata dopo quegli
anni.” E loro calcolarono gli anni ed era così. E il
sacerdote Gionata rispondendo disse: “Il numero degli
anni è come ho detto, ma dov’è il Santo dei Santi?
Perché (il profeta) non può chiamare questo Erode
santo, (giacché lui è) sanguinario e osceno.”
Ma uno di loro, di nome Levi, volendo apparire più
saggio di loro, disse qualsiasi cosa gli passasse per la
mente, non (citando) le Scritture ma (ripetendo) fiabe.
Loro, essendo scribi, incominciarono a cercare il
tempo in cui il Santo sarebbe apparso, ed erano
disgustati per le parole di Levi, dicendo: “Tu hai
brodo nella tua bocca e un osso nella tua testa.”
Gli dissero questo perché aveva fatto colazione,
presto, durante la notte, e la sua testa era pesante
quanto un’ osso con la bevanda. Umiliato andò subito
1
presso Erode; e gli riferì le parole dei sacerdoti che
avevano parlato contro di lui. Ma Erode mandò (i suoi
uomini) di notte e sgozzò tutti, di nascosto dalla
gente, affinchè non causassero una rivolta. E nominò
altri al loro posto.
J’. La stella (BJ 1:400)
…E avendo parlato così (Erode) li mandò dai gestori
della locanda, scortandoli con guardie che dovevano
vigilare su di loro, e anche nominando altre guardie
che conoscevano la lingua persiana per ascoltare
quello che dicevano.
Quando rimasero soli con un persiano che era (là),
incominciarono a lamentarsi dicendo: “I nostri padri e
i nostri figli sono stati astrologi eccellenti e,
guardando le stelle, non hanno mai mentito. E anche
noi, da loro instruiti, non abbiamo mai distorto il
messaggio delle stelle. Che cosa può essere mai
questo? Inganno o errore? L’immagine della stella ci
è apparsa stando a significare la nascita di (un) re,
attraverso il quale il mondo intero sarà sostenuto. E
fissando quella (stella) ci siamo incamminati per un
anno e mezzo verso questa città; e non abbiamo
trovato il figlio di (un) re. E la stella è (adesso)
nascosta da noi. Siamo stati davvero ingannati! Ma
manderemo i regali che avevamo preparato per il
bambino al re e gli chiederemo di lasciarci (tornare)
alla nostra patria”. E mentre parlavano così, le
guardie arrivarono dal re e gli raccontarono tutto.
E lui mandò a chiamare i Persiani. Ma mentre essi
erano in cammino, quell’eccezionale stella gli apparve
(di nuovo). E furono pieni di gioia. E andarono di
notte da Erode con audacia. E lui disse loro
(confidenzialmente), lontano da tutti (gli altri):
“Perché rattristate il mio cuore e turbate la mia anima
non dicendomi la verità? Perché siete venuti qui ?”
Loro gli dissero: “Re, noi non facciamo discorsi
doppi. Ma siamo figli della Persia. L’astronomia, che
è la nostra scienza e il nostro mestiere, i nostri
antenati la presero dai Caldei. Da quando abbiamo
osservato le stelle non abbiamo mai sbagliato. E una
stella (di) inneffabile (bellezza) ci è apparsa, separata
da tutte (le altre) stelle.
Poiché non era uno dei sette pianeti, nè uno dei
lancieri, nè uno degli spadaccini, nè uno degli arcieri,
nè una delle comete, ma era eccesivamente brillante
come il sole, ed era gioiosa, e osservandola siamo
giunti a te. E mentre eravamo qui, la stella è
scomparsa fino al (momento) presente. Ma adesso,
mentre venivamo da te, è apparsa (di nuovo)”. E
Erode disse: “Me la potete mostrare?”. E loro dissero:
“Noi supponiamo che il mondo intero la vede”. Ed
uscirono fuori in un portico aperto e gli mostrarono la
stella. E quando Erode la vide, si meravigliò molto. E
adorò Dio perché era un’uomo devoto. E gli diede
É. Nodet Giuseppe Flavio (slavonico)
loro una scorta (composta da) suo fratello e da
(alcuni) nobili, per andare a vedere il neonato. Ma
mentre erano in cammino la stella scomparve ancora
una volta, e ritornarono di nuovo. E i persiani lo
pregarono di lasciarli andare da soli, (promettendogli)
che avendo trovato (il bambino) sarebbero ritornati a
dirglielo. E gli fecero un giuramento, credendo che la
stella gli avrebbe detto di ritornare per quella strada.
E seguirono la stella. E dopo averli aspettati per un
anno, essi non andarono neanche a trovarlo. Ed egli si
infuriò e convocò i sacerdoti (che erano suoi)
consiglieri e gli domandò se qualcuno di loro capiva
(il significato) della stella. E gli risposero: “Sta
scritto: Una stella brillerà da Giacobbe, e un uomo
sorgerà da Giuda (Nu 24:17). E Daniele scrive che
dovrà venire un sacerdote ma non sappiamo chi egli
sia (Dn 9:24-27). Noi crediamo che nascerà senza un
padre”. (Allora) Erode disse: “Come possiamo
scoprirlo?”, e Levi disse: “Manda su tutta la terra di
Giuda (a chiedere) quanti bambini maschi sono nati
da quando i Persiani videro la stella fino al giorno
presente, uccidili tutti, e anche quel (bambino) sarà
ucciso. E il tuo regno sarà sicuro per te, per i tuoi figli
e anche per i tuoi pronipoti”.
E immediatamente egli mandò araldi per tutta la terra
ché tutti coloro nati (di) sesso maschile da ora (fino)
al terzo anno abbiano ad essere onorati e a ricerevere
(un dono di) oro. (Quando) avendo investigato se
qualche (bambino maschio) fosse nato senza padre
dovevano fingere che (Erode) lo avrebbe adottato
come figlio suo e fatto re. E visto che non trovarono
un singolo (bambino) così, egli diede ordine di
uccidere 6 miriadi e 3000 bambini. Quando tutti
piangevano e si lamentavano per lo spargimento di
sangue, i sacerdoti vennero e lo supplicarono di rilas-
ciare gli innocenti; ma egli li minacciò ancora di più
(dicendogli) di rimanere in silenzio. Ed essi si
prostarono e giacquero fino all’ora sesta ai suoi piedi.
E l’ira del re prevalse. Dopo, si alzarono e gli dissero:
“Ascolta i tuoi servi, affinché l’Altissimo ti sia
favorevole. Sta scritto che l’Unto dovrà nascere a
Betlemme (Mi 5:1-2). Anche se non hai pietà dei tuoi
servi, uccidi quei bambini di Betlemme e lascia
andare via gli altri”. Ed egli diede l’ordine ed essi
uccisero tutti i bambini di Betlemme.
K. Profezie (BJ 6:310-315)
Ma noi periamo per la nostra stupidità e ostinata
malvagità.
Dio ha mostrato i segni della sua ira affinché la gente
potesse capire l’ira di Dio e cessare la sua iniquità e
perciò spingere Dio alla pietà.
Essendoci fra i Giudei una profezia che la città e il
tempio sarebbero stati devastati da una forma
quadrangolare, essi stessi incominciarono a fare croci
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per (la) crocifissione, che sono, come abbiamo detto,
quadriformi.
E dopo la distruzione dell’Antonia essi fecero il
tempio quadrangolare.
Ma essi furono costretti a (far) guerra da una
predizione ambigua trovata nei libri sacri,che dice che
in quei tempi qualcuno della terra di Giudea avrebbe
regnato sul mondo intero.
Su questo ci sono diverse spiegazioni. Poiché alcuni
pensavano che (indicasse) Erode, altri l’operatore di
miracoli crocifisso (Gesù), altri Vespasiano.
Mentre devono la loro distruzione alla follia e alle
calamità derivanti dalle loro scelte.
Quindi i Giudei, dopo la demolizione dell’Antonia,
ridussero il tempio a un quadrato, sebbene avessero
nei loro oracoli che la città e il santuario sarebbero
stati presi quando il tempio fosse diventato un quadri-
latero.
Ma ciò che più di ogni altra cosa li incitò alla guerra
fu un oracolo ambiguo, che si trova anche nelle loro
sacre scritture, con l’effetto che in quel tempo uno del
loro paese sarebbe divenuto capo del mondo.
Essi intesero ciò come a indicare uno della loro stessa
razza, e molti dei loro saggi si sviarono nella loro
interpretazione di questo.
L’oracolo, tuttavia, in realtà significava la sovranità di
Vespasiano.
L. Giovanni il battista 1 (BJ 2:110)
(Cesare sorrise mentre lo guardava e gli ordinò di
diventare uno dei suoi rematori. Ma per averlo portato
sulle loro braccia e per avergli dato onori regali i
Meliani furono colpiti.)
E in quel tempo un certo uomo andava per la Giudea,
(vestito) con strani indumenti. Egli “indossava” pelo
di bestiame su quelle parti del suo corpo che non
erano ricoperte dai suoi propri peli. Ed era selvaggio
d’aspetto. E venne ai Giudei e li chiamò alla libertà,
dicendo: “Dio mi ha mandato per mostrarvi la retta
via, attraverso la quale sarete liberati dai (vostri) molti
sovrani. Ma non ci sarà nessuna sovranità mortale (su
di voi), soltanto l’Altissimo, che mi ha mandato”. E
quando sentirono questo, la gente si rallegrò. E tutta
la Giudea e i dintorni di Gerusalemme lo seguivano.
Ed egli non fece nient’altro per loro, che immergerli
nel fiume Giordano, e mandarli via, facendoli
astenere dalle loro azioni malvagie, e gli sarebbe stato
dato un re, che li avrebbe salvati umiliando tutti i non
sottomissivi, mentre egli stesso non sarebbe stato
sottomesso da nessuno.
Alcuni derisero le sue “voci”, altri credettero in esse.
E quando fu condotto davanti ad Archelao e essendo
stati riuniti gli esperti della Legge, gli domandarono
É. Nodet Giuseppe Flavio (slavonico)
chi egli fosse e dove era stato fino ad allora. In
risposta lui disse: “Io sono un uomo. “Dove” lo spirito
divino mi conduce, mi nutro delle radici dei giunchi e
dei germogli degli alberi.” Quando quegli (uomini) lo
minacciarono di tortura se non smetteva con quelle
parole e opere, egli disse: “Siete voi che dovete
astenervi dalle vostre pessime opere e aderire al
Signore, vostro Dio”. E levandosi con furia, Simone,
un esseno d’origine (e) uno scriba, disse: “Noi
leggiamo le divine scritture ogni giorno, e tu che sei
“entrato” (soltanto) adesso come una bestia del bosco,
osi insegnare a noi e sviare la gente con le tue parole
empie”. E si precipitò per lacerare il suo corpo in
brandelli. Ma egli, rimproverandoli, disse: “Non vi
rivelo il mistero che è (qui) tra di voi, perché non lo
avete voluto. Perciò, piomberà su di voi una calamità
impronunciabile, a causa vostra e <di tutta la gente>”.
Così detto partì alla volta dell’altra riva del Giordano.
E poiché nessuno osò fermarlo, egli continuò a fare
esattamente quello che aveva fatto prima.
M. Giovanni il battista 2 (BJ 2:167)
<E in quei giorni> Filippo, stando nel suo proprio
dominio, vide (in) un sogno un’aquila che gli
strappava tutti e due i suoi occhi. E convocò insieme
tutti i suoi saggi. E mentre altri stavano risolvendo il
sogno altrimenti, l’uomo che come abbiamo già des-
critto andava in giro con peli di animale e purificava
la gente nelle acque del Giordano, venne
improvvisamente da Filippo, senza essere stato
chiamato, e disse: “Ascolta la parola del Signore. Il
sogno che hai visto: l’aquila è la tua rapacità, poiché
quell’uccello è violento e rapace. Così è anche quel
peccato; strapperà i tuoi occhi che sono il tuo dominio
e tua moglie.”
E quando ebbe così parlato, Filippo morì di sera e il
suo dominio fu dato ad Agrippa. E sua moglie
Erodiade fu presa da Erode, suo fratello. A causa di
lei tutti quelli che erano istruiti nella Legge lo
detestavano ma non osavano accusarlo in faccia. Solo
quell’uomo che chiamavano selvaggio <ma che noi
chiamiamo Giovanni, Battista del Signore>, venne da
lui con furia e disse:
“Giacché tu, uomo senza legge, hai preso la moglie di
tuo fratello, così come tuo fratello è morto di una
morte spietata, allo stesso modo anche tu sarai tagliato
dalla falce del cielo. Poiché la divina provvidenza non
rimarrà in silenzio ma sarà la tua morte attraverso
dolorose afflizioni in altre terre, perché non stai dando
discendenza a tuo fratello ma stai soddisfacendo la tua
lussuria carnale, commettendo adulterio, dato che ci
sono 4 figli suoi.”
Sentendo questo, Erode si accese d’ira e ordinò che
fosse colpito e cacciato fuori. Egli, tuttavia, non la
smise ma ovunque trovasse Erode “così parlava (e) lo
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accusava”, finché “lo mise in prigione”.
E il suo carattere era strano e il suo stile di vita non
quello di un essere umano, poiché esisteva soltanto
come uno spirito senza carne. La sua bocca non
conosceva il pane né aveva mai assaggiato il pane
azzimo per la Pasqua, dicendo che era in ricordo di
Dio, che aveva liberato la gente dalla schiavitù, che
era stato dato per essere mangiato per la fuga, (dato
che) il viaggio era urgente. Vino e liquore fermentato
non permetteva che gli si avvicinassero. E detestava
<il mangiare> qualsiasi (carne di) animale. E
denunciava ogni ingiustizia. E per i suoi bisogni
c’erano germogli d’albero, <e locuste e miele selva-
tico>.
N. Giovanni il battista 3 (AJ 18:116s)
Ad alcuni dei Giudei sembrava che l’armata di Erode
fosse stata distrutta da Dio, che castiga giustamente, a
vendetta di Giovanni detto Battista. In effetti Erode
uccide quest’uomo di bene, che esortava i Giudei a
coltivare le virtù; e (in particolare) a usare giustizia
per le (relazioni) tra di loro e pietà verso Dio, al fine
di giungere al battesimo; così soltanto il battesimo gli
pareva piacevole, se non lo si usava per il perdono di
certe colpe, ma per la purificazione dei corpi, dopo
che l’anima era prima stata interamente purificata
dalla giustizia. Molti si riunivano attorno a lui,-in
effetti ricevere le sue parole esalta al massimo- Erode,
temendo che una tale presa sulla gente provochi
qualche sedizione, poichè sembravano pronti a fare
tutto secondo il consiglio di quello là, pensa meglio
impadronirsene prima che capiti un imprevisto,
piutostto che cambiare di parere sotto la sorpresa di
un evento brusco. Egli dunque, mandato prigioniero a
Macheronte, la fortezza precipitata, a causa dei
sospetti di Erode, vi è ucciso. Nell’opinione dei
Giudei è a vendetta di questo che è successo la ca-
tastrofe all’esercito, perche Dio voleva far del male a
Erode.
O. Gesù 1 (BJ 2:174)
In quel tempo apparve un uomo, se proprio lo si può
chiamare un uomo, la cui natura e forma erano
umane, ma la cui apparenza era più che umana e le
cui opere erano divine. E operò meravigliosi e potenti
miracoli. Dunque è impossibile per me chiamarlo un
uomo. E poi di nuovo, in vista della sua natura
comune, <essi non lo chiameranno> (neanche)
un’angelo. E tutto, qualsiasi cosa faceva, la faceva per
mezzo di qualche potere invisibile, tramite una parola
o un commando. Alcuni dicevano di lui: “<Il nostro>
primo legislatore è risorto dai morti ed ha dato prova
di molte guarigioni e abilità.” Altri pensavano che
É. Nodet Giuseppe Flavio (slavonico)
fosse stato mandato da Dio. Ma egli era opposto in
molte cose alla Legge e non osservava il Sabato
secondo l’usanza degli antenati, tuttavia non faceva
niente di immondo, <impuro>, né con l’uso delle
mani, ma operava tutto soltanto per mezzo della
parola.
E molta gente seguiva e ascoltava i suoi insegnamenti.
E molte anime venivano risvegliate, pensando che per
mezzo di lui le tribù Giudaiche si sarebbero liberate
dalle mani dei Romani. Ma era sua abitudine piuttosto
rimanere di fronte alla città sul Monte degli Ulivi; e lì
egli (gratuitamente) guariva anche la gente. E lì 150
servi, e una moltitudine di gente, si unirono a lui, ve-
dendo il suo potere (e) come per mezzo della parola
faceva tutto ciò che voleva. Essi lo esortarono ad
entrare in città, a uccidere le truppe Romane e Pilato e
a regnare su di loro. Ma a lui non interessò (di fare
così).
Dopo, quando giunse notizia di questo ai capi dei
Giudei, essi si riunirono dai sommi sacerdoti, e
dissero: “Noi siamo impotenti e (troppo) deboli per
opporci ai Romani, come un arco allentato. Andiamo
e informiamo Pilato su ciò che abbiamo udito; e
saremo liberi dall’ansia; se in qualsiasi momento egli
dovesse sentire (questo) da altri, saremo privati della
(nostra) propietà, noi stessi saremo sgozzati e i
(nostri) figli esiliati”.
Ed essi andarono ed informarono Pilato. Ed egli inviò
ad uccidere molta gente e portò dentro quell’operatore
di miracoli. Dopo aver indagato sul suo conto
<Pilato> capì che egli era uno che faceva il bene, non
il male, (e) non un ribelle, neppure uno desiroso di
regalità; e lo lasciò andare. Poiché egli aveva guarito
sua moglie che stava morendo. Ed egli se ne andò in
quei luoghi dove era solito andare a fare le sue solite
opere. E ancora (una volta), mentre più gente si
radunava attorno a lui, egli divenne celebre per le sue
opere più di tutti (gli altri).
Nuovamente, gli avvocati furono presi dall’invidia
contro di lui. E diedero 30 talenti a Pilato affinché
“essi” potessero ucciderlo. Ed egli (li) prese e
concesse loro la libertà di poter svolgere essi stessi i
loro desideri. <E cercarono un tempo propizio per
ucciderlo. Poiché essi avevano prima dato a Pilato 30
talenti, affinché egli consegnasse loro Gesù>.
E lo crocifissero contro (la) legge degli antenati.
P. Gesù 2 (AJ 18:63s)
Verso lo stesso tempo sopravenne Gesù, uomo abile,
se almeno lo si può dire uomo. In effetti era operatore
di prodigi e maestro degli uomini che ricevono con
piacere cose strane. Si conquistò molti Giudei e anche
molta (gente) ellenica.
Cristo era lui.
E, avendolo Pilato condannato alla croce, secondo
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l’indicazione dei primi di noi, quanti erano dal
principio soddisfatti non smisero. In effetti apparve
loro il terzo giorno, di nuovo vivente, come i divini
profeti avevano previsto queste cose stupefacienti e
10 mila altre meraviglie su di lui. E fino al presente la
razza dei Cristiani, così chiamata secondo il suo
nome, non è scomparsa.
R. Il velo squarciato (BJ 5:214)
L’intera visione del cielo e della sapienza fatta
eccezione per le dodici zone celesti.
Fino a questa generazione questo velo rimase intatto,
perché la gente era pia.
Ma adesso era pietoso guardarlo, perché era stato
improvvisamente squarciato da sopra a sotto, quando
(il) benefattore, uomo e per le sue azioni non-uomo,
fu per ricompensa consegnato per essere ucciso. E
parlano di molti altri segni che accaddero allora; essi
dicono che dopo la sua morte e la sua sepoltura non fu
trovato nella tomba. Poiché alcuni affermavano che
fosse risorto, ma altri che fosse stato rubato dai suoi
amici.
Non so chi parla più correttamente. Perché un morto
non puo risorgere da se stesso a meno che sia aiutato
dalla preghiera di un’altro uomo giusto.
Eccetto che egli sia un angelo, o uno delle potenze
celesti, o Dio stesso apparso come uomo e che faccia
quello che gli pare – che vada fra la gente, e che cada
e si distenda e si alzi secondo la sua volontà.
E altri dicevano che non sarebbe stato possibile
rubarlo; poiché avevano piazzato guardie attorno alla
sua tomba: 1000 Romani e 1000 Giudei. Questo è ciò
che si dice riguardo a questo velo e al motivo del suo
essere squarciato.
T. Iscrizioni del tempio (BJ 5:194)
In esso vi erano pilastri uguali ed su di essi delle
iscrizioni in lettere Greche, Romane e Giudaiche, che
proclamavano la legge della purezzae che vietavano
l’accesso allo straniero.
Poiché questo era ciò che essi chiamavano il (luogo)
Santo, al quale si accedeva <e si saliva> per mezzo di
14 gradini, e la parte superiore era quadrangolare.
E sopra queste iscrizioni, una quarta iscrizione
pendeva, in quelle lettere, dichiarando Gesù, (un) re
che non aveva regnato, crocifisso da(i) Giudei, perché
aveva predetto la distruzione della città e la devasta-
zione del tempio.
In questo ad intervalli regolari c’erano delle lastre
d’avvertimento, alcune in caratteri Greci, altri Latini,
della legge della purificazione, per avvertire che a
nessun straniero era permesso d’entrare nel luogo
É. Nodet Giuseppe Flavio (slavonico) 5
santo, poiché così era chiamato il secondo recinto del
tempio.
Vi si accedeva dal primo tramite quattordici gradini;
l’area sopra era quadrangolare, ed era protetta da un
muro proprio.

U. Il movimento di Gesù (BJ 2:221)

Un’altra volta Claudio mandò i suoi ufficiali da quei

regni, Cuspius Fadus, e Tiberio Alessandro, che
manteneva la nazione in pace, non permettendo che si
rimuovesse niente dalle “pure” leggi.
Se qualcuno si allontanava dalla lettera della legge
veniva denunciato ai dottori della legge, egli veniva
dunque punito e bandito o inviato a Cesare.
A quel tempo apparvero molti servi dell’operatore di
prodigi prima descritto, dicendo alla gente del loro
maestro, che egli era (ancora) vivo, sebbene fosse
morto. Ed (essi dicevano): “ Egli vi libererà dalla
servitudine”. E molta gente li ascoltava e faceva
attenzione alle loro istruzioni, non a causa della loro
fama. Poiché gli apostoli erano (gente) di bassa
classe; perché alcuni erano fabbricanti di vele, altri di
sandali, altri erano artigiani, <altri pescatori>. Ma essi
operavano segni meravigliosi, in verità, qualsiasi cosa
volevano.
Ma i governatori “rinoscenti”, vedendo la sovversione
della gente, macchinarono con gli scribi di prenderli e
di “distruggerli”, così che una piccola (cosa)
rimanesse non piccola quando nella sua pienezza
diventa grande.
Ma essi si vergognavano ed erano terrorizzati per i
segni e dicevano: “Meraviglie così grandi non
succedono per magia; se non vengono da un progetto
di Dio, saranno presto smascherati”. E fu data loro
autorità per girare liberamente. Dopo, essendo infas-
tiditi da loro, li lasciarono andare, alcuni da Caesare,
alcuni ad Antiochia, altri in paesi lontani, per una
investigazione del caso.
É. Nodet Giuseppe Flavio (slavonico) 6
É. Nodet Giuseppe Flavio (slavonico)
V. Antichità giudaiche 20:196-204
(ix. 1) Appena seppe della morte di
Festo, Cesare mandò Albino in Giudea
come procuratore. Il re rimosse
Giuseppe dal sommo sacerdozio, e
concesse la successione di questa carica
al figlio di Anania, che era anche
chiamato Anania. Si dice che Anannia il
vecchio era estremamente fortunato.
Perché egli aveva avuto cinque figli, dei
quali tutti quanti, dopo aver lui stesso
per primo usufruito della carica per un
periodo molto lungo, diventarono
sommi sacerdoti di Dio – cosa che non
era mai successa a nessun altro dei
nostri sommi sacerdoti. Anania il
giovane, che come abbiamo detto, era
stato ammesso al sommo sacerdozio,
era avventato di temperamento e
insolitamente audace. Egli apparteneva
alla scuola dei Sadducei, che sono in
realtà più spietati degli altri Giudei,
come ho già spiegato, quando si
siedono in giudizio. Avendo un tale
carattere, Anania pensò di aver
un’opportunità favorevole perché Festo
era morto e Albino era ancora in
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viaggio. E quindi riunì i giudici del
Sinedrio e portò davanti a loro un uomo
chiamato Giacomo, il fratello di Gesù
che era chiamato il Cristo, e certi altri.
Egli li accusò di aver trasgredito la
legge e li consegnò per essere lapidati.
Quegli abitanti della città che erano
considerati i piu equilibrati e che erano
rigorosi nell’osservanza della legge si
offesero per questo. Essi, dunque,
inviarono segretamente al Re Agrippa,
supplicandolo, perché Anania non era
neanche stato retto nel suo primo passo,
di ordenargli di desistere da ulteriori
simili azioni. Alcuni di loro andarono
persino ad incontrare Albino, che era in
viaggio da Alessandria, e lo informa-
rono che Anania non aveva alcuna
autorità per convocare il Sinedrio senza
la sua approvazione. Convinto da
queste parole, Albino scrisse in collera
ad Anania minacciandolo di vendicarsi
di lui. Il Re Agrippa, a causa
dell’azione di Anania, lo depose dal
sommo sacerdozio che aveva esercitato
per tre mesi e lo sostituì con Gesù, il
figlio di Damneo.