La cappella degli Scrovegni (detta anche dell'Arena o dell'Annunciata) è un luogo di
culto cattolico che si trova nel centro storico di Padova. Intitolata a Maria Vergine Annunziata, fu fatta costruire da Enrico Scrovegni, ricchissimo banchiere padovano, che agli inizi del Trecento aveva acquistato da un nobile decaduto l'area dell'antica arena romana di Padova. Qui provvide ad edificare un sontuoso palazzo, di cui la cappella era oratorio privato e futuro mausoleo familiare. La prima consacrazione si ebbe nella ricorrenza della Festa dell'Annunciazione, il 25 marzo 1303; il primo marzo 1304 papa Benedetto XI concesse l'indulgenza a chi avesse visitato la cappella e un anno dopo, sempre nella ricorrenza del 25 marzo (1305), la cappella veniva consacrata. Nell'arco di tempo tra il 25 marzo 1303 e il 25 marzo 1305 si colloca il lavoro di Giotto che fu chiamato ad affrescarla. Per la decorazione della cappella, il grande maestro dispose di una squadra di circa 40 collaboratori e si sono calcolate 625 "giornate" di lavoro, dove per giornata non si intende l'arco delle 24 ore, ma la porzione di affresco che si riesce a dipingere prima che l'intonaco si secchi (cioè non sia più “fresco”). Il ciclo pittorico della cappella ricopre interamente le pareti ed è sviluppato in tre temi principali: gli episodi della vita di Gioacchino e Anna, gli episodi della vita di Maria e gli episodi della vita e morte di Cristo. In basso a questi affreschi, una serie di riquadri illustra le allegorie dei Vizi e delle Virtù, mentre nella controfacciata è dipinto il grandioso Giudizio Universale, con il quale si conclude la vicenda della salvazione umana. La cappella era originariamente collegata attraverso un ingresso laterale al palazzo Scrovegni, abbattuto nel 1827 per ricavarne materiali preziosi e fare spazio a 2 condomini. Da quando, nel 1880, la Cappella è stata acquisita dalla città di Padova, i condomini sono stati abbattuti e gli affreschi sono stati continuamente oggetto di particolari attenzioni e, nell'Ottocento e nel Novecento, sono stati compiuti svariati interventi conservativi. Dagli anni settanta fino ai giorni nostri, grazie alla stretta collaborazione tra Amministrazione locale, Soprintendenze e Istituto Centrale per il Restauro, sono stati compiuti accurati studi e monitoraggi sullo stato dell'edificio, sulla qualità dell'aria, sui fattori inquinanti, sullo stato di conservazione delle pitture. La costruzione del nuovo corpo di accesso, unitamente all'installazione di un impianto di trattamento dell'aria, permette di gestire il forte flusso dei visitatori in modo tale da non pregiudicare la conservazione degli affreschi.