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Presso gli Elvezi di gran lunga il più nobile e il più ricco [nobilissimus e
ditissimus sono superlativi relativi rafforzati da longe; ditissimus è il superlativo
di dives] fu Orgetorìge. Egli, sotto il consolato di Marco Messala e di Marco
Pisone [ablativo assoluto senza participio] spinto [participio perfetto congiunto
di induco] dal desiderio [c. causa efficiente] di regnare [letteralmente regnum è
un sostantivo], fece un patto giurato con la nobiltà e convinse la popolazione a
uscire [persuadeo regge il dativo e la completiva volitiva] dal proprio territorio
[finis al plurale significa «territorio»] con tutte le forze armate: (diceva che,
sottinteso) era molto facile, dal momento che (gli Elvezi sott.) superavano tutti in
valore [il verbo di eccellenza praesto è costruito con il dativo della persona
rispetto alla quale si è superiori e l’ablativo di limitazione della cosa nella quale
si è superiori], impadronirsi del dominio dell’intera Gallia [potior è costruito
con l’ablativo; totus=tutto intero].
Caesari cum id nuntiatum esset eos [gli Elvezi] per provinciam nostram iter
facere conari, maturat [soggetto: Cesare] ab Urbe proficisci et quam maximis
potest itineribus in Galliam ulteriorem contendit et ad Genavam pervenit.
Provinciae toti quam maximum potest militum numerum imperat (erat omnino in
Gallia ulteriore legio una); pontem qui erat ad Genavam iubet rescindi.
Gli Elvezi, indotti dalla mancanza [participio perfetto con c. causa efficiente] di
tutte le risorse, mandarono a lui (Cesare) ambasciatori riguardo alla resa. Essi
[qui = nesso relativo = gli ambasciatori degli Elvezi], avendolo incontrato lungo
il cammino ed essendosi gettati ai (suoi) piedi e avendo chiesto [cum narrativo
con tre congiuntivi piuccheperfetti: convenissent, proiecissent, petissent]
piangendo [flentes participio presente nominativo maschile plurale congiunto] la
pace parlando [locutus participio perfetto con valore di contemporaneità, da
loquor] in tono supplichevole, e [Cesare: attenzione, qui cambia il soggetto]
avendo ordinato che loro attendessero [eos expectare: infinitiva] il suo arrivo in
quel luogo nel quale [in eo loco quo] allora si trovavano [essent], obbedirono.