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6.

LINEE ETICHE AZIENDALI


CODICE ETICO

Il codice etico per le imprese è un documento che prevede


una serie di regole comportamentali a cui i dipendenti e
collaboratori di un’azienda sono invitati ad attenersi.

il codice di condotta o etico invece prevede un’adesione


su base volontaria e non ha valore legale.

Questo però non significa che non preveda le sanzioni


disciplinari.
La sua autorevolezza deriva dall’organismo che lo
emette.
CODICE ETICO

Il codice etico o di condotta serve anche a


ricordare quali sono i valori aziendali, e a definire
sulla carta i principi a cui devono attenersi i
collaboratori nei rapporti interpersonali in ambito
aziendale.
ETICA PROFESSIONALE

L’etica nel contesto aziendale è l’insieme dei principi che


definiscono i valori aziendali ed è un parametro di
valutazione del comportamento delle persone nei rapporti
reciproci. Delimita inoltre gli atteggiamenti reciproci in
funzione del ruolo ricoperto in azienda.
Il codice di condotta serve a definire in maniera chiara
quali sono i parametri di giusto e sbagliato per l’azienda
di cui si fa parte. Serve quindi ad orientare il
comportamento aziendale, è un punto di riferimento.
ETICA PROFESSIONALE

Ci sono poi aziende che sposano una mission, come la tutela


ambientale, o l’integrità, il welfare. Nel codice è specificato che dai
membri dell’azienda ci si aspetta un comportamento coerente con
i principi di cui l’azienda si fa portatrice, durante l’orario di lavoro e
fuori.
Quindi il termine etica ha un’accezione diversa in relazione ai
principi sposati dal brand.
I termini più frequenti in un codice etico si rifaranno ai principi di
lealtà, solidarietà, riservatezza, diligenza, rispetto.
CODICE DI CONDOTTA DISCIPLINATO DAL GDPR

I codici di condotta in ambito privacy esistono da molti anni: i primi


risalgono a fine anni ’90. Con il regolamento europeo assumono
un’importanza ancora maggiore.

Il GDPR all’art. 40 disciplina i codici di condotta con riferimento


ai responsabili e ai titolari del trattamento. Si incentiva l’utilizzo di
questi codici di condotta per facilitare i soggetti nel loro obbligo di
ottemperanza rispetto alla normativa europea.
CODICE DI CONDOTTA DISCIPLINATO DAL GDPR

Per questo particolare tipo di codice etico,


il Garante della privacy ha previsto la costituzione degli Organismi di
Monitoraggio, che devono rispondere a specifici requisiti delineati dal Garante
nel provvedimento del 2020 e che hanno il compito di redigere i codici.

I codici e loro eventuali modifiche sono sottoposti alla supervisione del Garante
stesso.

Il codice di condotta è visto a livello globale come un documento che facilita il


lavoro, una linea guida.
CODICE DI CONDOTTA DISCIPLINATO DAL GDPR

Ogni azienda che abbia un team anche di quattro persone


dovrebbe avere un codice etico.
Serve per tenere unita la squadra attorno a dei principi
comuni, e rafforza i valori dell’azienda. Ma serve anche a
valutare la condotta dei lavoratori, al di là dell’adempimento delle
loro funzioni.
Attraverso il codice etico si trasmette la percezione che l’impresa
chiede qualcosa di più del mero adempimento dei compiti
assegnati, e fa sentire i lavoratori parte di un gruppo unito da un
modello comune di comportamento.
CODICE DI CONDOTTA DISCIPLINATO DAL GDPR

Oltre tutto il codice di condotta è anche parte di una strategia di


marketing: molte aziende pubblicano il loro codice etico online
mettendolo a disposizione di tutti gli utenti: esempi di codice etico
pubblici sono quelli di Generali, Mondadori, fino a Google e alla
Coca-Cola.

Questo permette di rafforzare i valori del brand e di aderire ad un


principio di trasparenza sul trattamento dei dipendenti.
PRINCIPI IN PRATICA -> ESEMPI

1. Uguaglianza.
Ogni persona è degna di uguale considerazione e rispetto.

Il collaboratore, di conseguenza, rispetta ugualmente ogni


stakeholder, considerandolo fonte di diritti e di valori a sé, e
non mero mezzo per i propri scopi.
PRINCIPI IN PRATICA

2. Autonomia.

Il collaboratore promuove l’autonomia e la libertà di scelta del


cliente e degli stakeholders. Sulla base della consulenza
offertagli, il cliente deve essere messo nelle condizioni di
prendere le proprie decisioni in modo responsabile.
.
PRINCIPI IN PRATICA

3. Interesse del cliente.


Il collaboratore opera nell’interesse del cliente, perciò egli
favorisce la messa a fuoco degli interessi effettivi del cliente
e degli obbiettivi effettivi della consulenza.
PRINCIPI IN PRATICA

4. Fiducia.
Il collaboratore opera in modo da giustificare e salvaguardare la fiducia in
lui riposta, perseguendo l’interesse del cliente con lealtà e diligenza nello
svolgimento degli incarichi, prevenendo e sventando i conflitti di
interesse.
PRINCIPI IN PRATICA

5. Oggettività e indipendenza.
Nell’uso e nel trasferimento di conoscenza e informazione, il
collaboratore mantiene la sua indipendenza di giudizio, e
formula le sue affermazioni su materie di fatto nel rispetto
della massima oggettività e ricerca della verità.
PRINCIPI IN PRATICA

6. Imparzialità, empatia ed equo bilanciamento.

Nel consigliare scelte e soluzioni, il collaboratore forma il suo


giudizio in modo imparziale ma simpatetico nei confronti delle parti
coinvolte.

Di fronte al contrasto tra interessi legittimi egli cerca soluzioni di


equo bilanciamento, che potrebbero essere accettate mediante un
accordo imparziale, informato e non forzato dalle parti.
PRINCIPI IN PRATICA

7. Riservatezza e privacy.
Il collaboratore garantisce la riservatezza delle informazioni
confidenziali ottenute dal cliente e il rispetto della privacy del
cliente, dei membri dell’organizzazione e degli altri stakeholder
con i quali egli viene a contatto.
PRINCIPI IN PRATICA

8. Trasparenza.
Il collaboratore segue il criterio di trasparenza nel fare
emergere i problemi posti da contrasti, intendimenti non
dichiarati o comportamenti ingannevoli, in modo che
ciascuno sia messo in condizione di prendere posizione e di
fare le sue scelte responsabilmente.
.
PRINCIPI IN PRATICA

9 Equa condotta contrattuale.


Il collaboratore offre benefici reali al cliente a fronte di
un’equa remunerazione. I termini della prestazione di
consulenza devono essere fin dapprincipio descritti tanto
completamente quanto è possibile.
Al sovvenire di eventi imprevisti, il collaboratore propone
termini che sarebbero stati comunemente accettati in un
accordo iniziale in cui tutte le informazioni fossero state
ugualmente possedute dalle parti.
PRINCIPI IN PRATICA

10. Promozione delle capacità e della crescita professionale.

Promuovere le capacità e la crescita professionale,


dedicando attenzione al costante aggiornamento e crescita delle
competenze proprie e dei propri collaboratori,
nonché al sostegno delle prospettive di carriera e dell’impiegabilità dei
collaboratori e dei dipendenti.
PRINCIPI IN PRATICA

11. Giuste remunerazioni.


Nel consigliare i clienti e nell’organizzare la propria impresa,
si persegue la giustizia nelle remunerazioni, cioè la
proporzionalità della remunerazione al contributo dato sia nel
lavoro individuale sia di gruppo.
Egli fa attenzione a che le opportunità iniziali delle diverse
persone siano sostanzialmente eque, cosicché ciascuno
possa dare il suo apporto essendo effettivamente dotato dei
mezzi di cui ha bisogno.
PRINCIPI IN PRATICA

12. Cooperazione e concorrenza leale.

Il collaboratore coopera con i colleghi per sviluppare e far


circolare all’interno della comunità professionale le
conoscenze e le innovazioni scientifiche, tecnologiche e
culturali che consentono il miglioramento complessivo della
qualità e dell’utilità sociale della consulenza.

Inoltre i consulenti competono tra di loro in modo leale e


nell’interesse del cliente.
PRINCIPI IN PRATICA

13. Legalità. A parte casi estremi di obiezione di coscienza, la


legge deve essere sempre rispettata indipendentemente dai
contenuti particolari delle singole norme.

Di conseguenza il collaboratore rifiuta gli incarichi che implichino


violazioni della legge.

Il Codice Etico richiede l’osservanza della legge, ma può istituire


obblighi etici ulteriori rispetto a quelli legali, purché non in
contrasto con la legge e con lo scopo di perseguire obbiettivi con
essa compatibili.

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