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Lezione 3 - 02.03
Lezione 3 - 02.03
Come si misura l’innovazione?Parleremo di innovazione a livello di impresa ovvero vedremo un altro modo
di misurare l’innovazione dove il focus è l’impresa, nei dati che abbiamo visto la scorsa lezione, per
esempio, quando si parlava di ricerca e sviluppo, quindi, le spese di ricerca e sviluppo a livello aggregato
oppure anche dei brevetti ovviamente le imprese erano tra i soggetti che partecipavano alla creazione di
quelle spese in ricerca e sviluppo. Misurare l’innovazione e la capacità innovativa solo sulla base delle spese
in ricerca e sviluppo o dei brevetti è limitante e, quindi, vediamo quali sono le altre dimensioni che vengono
considerate e come si possono raccogliere dati e informazioni sull’innovazione a livello di impresa.
Altre attività innovative che non sono necessariamente ricerca e sviluppo sono i costi del personale, che
non sono i costi del personale direttamente coinvolto nell’attività di ricerca e sviluppo perché sono già
presenti nella spesa, altri servizi comprati all’esterno che però non sono propriamente servizi di ricerca e
sviluppo, materiali e altri elementi che possono servire all’impresa per fare attività innovativa che però non
fanno parte delle risorse che servono per svolgere attività di ricerca e sviluppo e poi beni capitali, quindi,
macchinari che sono acquistati ovviamente escludendo quei macchinari che entrano già nella spesa in
ricerca e sviluppo. Vediamo che se vogliamo misurare la capacità innovativa di una impresa sono tante le
voci che possiamo considerare e sommando tutte queste voci differenti abbiamo l’investimento
dell’impresa in attività innovative, che non comprende solo ricerca e sviluppo ma un concetto più ampio.
Naturalmente dal punto di vista della raccolta delle informazioni, ottenere tutte queste informazioni non è
semplice, mentre le spese in ricerca e sviluppo sono disponibili nel bilancio dell’impresa, tutte queste altre
spese sono anch’esse segnate nel bilancio ma è molto più complicato, quindi, vediamo che avere
informazioni e dati sulla capacità innovativa delle imprese è più difficile, non trovo i dati disponibili su un
database ma devo cercare di raccoglierli.
Come faccio a raccoglierli? Uno strumento ormai diffuso da parecchi anni all’interno dell’Unione Europea,
e che è sempre più adottato anche al di fuori, sono le cosiddette Community Innovation Survey ovvero delle
survey, quindi, dei questionari che vengono in modo regolare, ogni tot di anni, proposte a dei campioni di
imprese, nel caso di questa survey, che sono localizzate in tutti i paesi dell’Unione Europea. Quindi, circa
ogni 4/5 anni in tutti i paesi dell’UE si costruiscono dei campioni stratificati per ogni paese, con delle
caratteristiche ovvero ad esempio in Italia avremo imprese di dimensioni differenti perché si vuole
rappresentare al meglio l’universo delle imprese, quindi, avremo imprese grandi, medie e piccole. Si
cercherà di avere una stratificazione anche a livello geografico, ovvero non vogliamo che nel nostro
campione siano presenti solo imprese della Lombardia ma vogliamo che il campione sia rappresentativo
della distribuzione delle imprese in Italia, quindi, in base alla percentuale di come si distribuisce l’universo
delle imprese nelle regioni italiane verrà ricostruito il campione. Quindi, il numero di imprese che viene
intervistato con questa Community Innovation Survey sarà proporzionale all’interno del campione rispetto
alla proporzione del numero delle imprese che effettivamente sono presenti, ad esempio, in Sicilia sul
totale delle imprese italiane. La dimensione delle imprese si può misurare con alcune variabili ovvero in
termini di occupazione o fatturato. Un’altra dimensione sulla quale viene stratificato il campione di imprese
è la specializzazione settoriale, cercando di rappresentare in modo statisticamente rappresentativo
l’effettiva distribuzione settoriale delle imprese in Italia. L’universo delle imprese in statistica sono tutte le
imprese di un paese e questo universo possiede delle caratteristiche in termini di distribuzione geografica,
settoriale e di dimensione, sulla base di queste caratteristiche statistiche dell’universo viene costruito
quello che viene chiamato un campione rappresentativo, le imprese che seleziono per il campione devono
essere rappresentative delle dimensioni che vengono scelte come fondamentali della eterogeneità delle
imprese italiane, in questo caso dimensione, distribuzione geografica e settoriale. In questo modo ottengo
un campione rappresentativo, non ho bisogno di intervistare tutte le imprese italiane, come avviene con il
censimento (indagine statistica che va a contattare con un questionario tutte le imprese italiane). Questa è
una indagine che viene svolta su un campione più ristretto ma esso deve essere rappresentativo della
realtà.
Ogni paese europeo identificherà un campione, che sarà tanto più ampio tante più imprese sono presenti in
quel paese, e a queste imprese che sono state selezionate all’interno del campione - che tenderanno ad
essere sempre le stesse perché una delle informazioni importanti che possiamo ottenere con la Community
Innovation Survey è come sono variate le situazioni nel corso del tempo, in quanto se ogni anno intervisto
imprese differenti questa dimensione dinamica viene persa. Quindi, si cerca di avere sempre le stesse
imprese in modo tale che si possa andare ad osservare le variazioni. A queste imprese viene posta una serie
di domande per andare a misurare non solo quanto loro spendono in innovazione e in che attività
spendono per fare innovazione ma anche quanto innovative sono, si va proprio a chiedere alle imprese
quante innovazioni hanno introdotto in un certo periodo, quindi, viene misurato non solo quanto viene
speso per l’innovazione ma anche quanto innovative sono le imprese. Ovviamente, le domande sono state
create in modo tale che le risposte siano meno soggettive possibili, anche se un minimo di soggettività
rimane. L’indagine si basa su un concetto di innovazione molto ampio, quindi, non è innovazione solo
quello che è nuovo per il mondo ma viene distinto tra l’introduzione di una innovazione assolutamente
nuova per il mondo, per il mercato o per l’impresa stessa. I questionari sono creati in modo tale da avere
delle domande di controllo però può rimanere della soggettività nelle risposte.
Gli indicatori di innovazione includono: la performance innovativa dell’impresa misurata come il numero
medio di innovazioni in un determinato periodo di tempo e come indicatore di controllo si misura la
performance innovativa come percentuale sul fatturato che deriva dalla vendita di prodotti innovativi. Sono
complementari ma la seconda domanda aggiunge un elemento in più, in quanto da un lato si chiede
all’impresa quanta innovazione ha introdotto mentre la seconda domanda si va a vedere quanto
effettivamente l’introduzione di queste innovazioni ha impattato sul fatturato dell’impresa, ovvero se
l’innovazione che è stata introdotta ha avuto un effetto nel mercato. Un altro aspetto importante del
Community Innovation Survey è che essa indaga da dove viene la conoscenza necessaria alle imprese per
fare innovazione, aspetto importante perché ci comunica se la conoscenza necessaria è stata costruita
all’interno dell’impresa attraverso investimenti in spesa in ricerca e sviluppo oppure magari invece è stata
acquisita all’esterno e in collaborazione con quali attori, ad esempio il ruolo dell’Università, ovvero ad
esempio una impresa pavese che collabora con il laboratorio di stampa 3D dell’Università di Pavia e grazie a
questa collaborazione riesce a introdurre una innovazione di prodotto, quindi, da questa inchiesta si
comprende come l’Università ad esempio abbia avuto un ruolo rilevante o anche collaborazioni con altre
imprese.
L’istituto statistico nazionale del paese si occupa di svolgere la survey che è la stessa in tutti paesi dell’UE, è
la stessa nel tempo, si cerca di mantenere le domande uguali e può accadere che venga inserito un tema
nuovo come quello ambientale. Il vantaggio ovviamente è che possediamo dei dati molto dettagliati a
livello del singolo paese ma è possibile svolgere dei confronti a livello europeo. Nel grafico vediamo la
quota delle imprese innovative nel 2018 nei vari paesi dell’Unione Europea. La barra è la percentuale di
imprese innovative sul totale, quindi, se consideriamo l’Estonia che è il paese più a sinistra vuol dire che più
del 70% delle imprese estoni hanno introdotto qualche tipo di innovazione. La barra rossa sono le
innovazioni di livello più elevato ovvero innovazioni che hanno introdotto prodotti innovativi nuovi per il
mercato, naturalmente per i prodotti nuovi per il mondo la quota è molto piccola però nuovi per il mercato
significa un livello di innovazione abbastanza elevato, e nel caso delle imprese estoni possiamo osservare
che intorno al 15% sono imprese che ritengono di aver introdotto prodotti nuovi per il mercato. Questa
indagine tendenzialmente non si rivolge alle imprese molto piccole, infatti, abbiamo la quota delle imprese
con almeno 10 occupati, si pone una soglia dimensionale. Nel caso italiano, quinto paese da sinistra,
abbiamo più o meno circa il 60% delle imprese che ritiene di avere introdotto qualche tipo di innovazione
mentre le imprese più innovative sono solo il 10% mentre se osserviamo ad esempio il Belgio vediamo che
sono presenti imprese più innovative.
Questi sono i dati della vecchia CIS, fino al 2014, in questo caso
abbiamo una disgregazione delle imprese sulla base della dimensione delle imprese e della specializzazione
settoriale, possiamo osservare che le imprese più grandi tendono ad essere quelle più innovative, vediamo
che le imprese con più di 250 addetti sono quelle che tendono ad essere più innovative. L’analisi di questi
dati permette di presentare una fotografia molto dettagliata per dimensione, specializzazione settoriale e
localizzazione geografica delle imprese. Questa è la Community Innovation Survey che è a livello di
misurazione dell’innovazione a livello di impresa lo strumento più utilizzato, in Europa è utilizzato da
parecchi anni, per esempio in America Latina viene utilizzato un questionario simile, perché in questo modo
è possibile la comparazione, è sempre interessante avere dei risultati che descrivono la situazione di un
paese ma permettono a quel paese anche di comparare e fare una sorta di benchmark con altri paesi.
Come si a minimizzare l’impatto dell’errore? Intanto facendo dei campioni grandi e rappresentativi,
usando dei questionari che sono il più possibili semplici e comprensibili e facendo un lavoro preliminare
specificando cosa l’intervistatore intende per i vari concetti.
Vediamo adesso i cosiddetti indicatori composti cioè l’attività di innovazione è una attività abbastanza
complessa, quindi, se essa viene misurata solo con le spese in ricerca e sviluppo o con i brevetti o solo con il
numero dei ricercatori, i dati sono disponibili ma tendenzialmente viene considerato un aspetto del
processo innovativo, non il processo innovativo nel suo complesso. Dunque, un modo che si utilizza per
superare questa problematica, considerando gli indicatori a livello di paese non di impresa, esistono gli
indicatori che sono compositi ovvero che uniscono diverse dimensioni.
Esistono degli indicatori che cercano di unire dal punto di vista statistico le diverse dimensioni dell’attività
di innovazione, sono basati su quelli che si chiamano indici compositi o indicatori sintetici ovvero delle
combinazioni matematiche, attraverso delle tecniche statistiche, di indicatori diversi che rappresentano le
diverse componenti del concetto multidimensionale da rappresentare, in questo caso l’innovazione. Quindi,
per esempio possono essere una combinazione di informazioni come le spese di ricerca e sviluppo, il
numero di brevetti, il numero di ricercatori ma anche per esempio la disponibilità di infrastrutture digitali, il
livello di educazione della popolazione, il numero di laureati in materie STEM. Questi indicatori compositi
sono indicatori che, utilizzando delle tecniche statistiche adeguate, unire diverse dimensioni, in questo
modo si ottiene un indicatore sintetico. Spesso è possibile analizzare, oltre all’indicatore sintetico, anche le
diverse dimensioni dell’indicatore e svolgere dei confronti a livello di paese o a livello di regione.
Possiamo osservare le dimensioni che sono considerate in questo indicatore, sono quattro categorie o
dimensioni diverse e all’interno di ciascuna di esse sono presenti diversi indicatori:
1. La prima dimensione è quella che viene chiamata di condizioni di contesto – framework conditions – e
fanno parte di questa dimensione: da un lato il livello delle risorse umane sicuramente è una condizione di
contesto di base per spiegare la capacità innovativa di un paese e viene misurata tramite alcuni indicatori
come: il numero di persone con un Phd. La differenza tra questi indicatori e le variabili che abbiamo visto
nelle scorse lezioni sono che in precedenza ognuno di questi indicatori veniva considerato singolarmente
ovvero si osservava all’interno della popolazione qual è ad esempio la percentuale di persone che hanno un
Phd in Italia e lo confronto con altri paesi. In questo caso, invece, questo stesso dato è una delle variabili
che viene composta in un indicatore sintetico, è una delle dimensioni che si misurano. Tutte queste diverse
dimensioni, che vengono composte attraverso tecniche statistiche in un indicatore aggregato, sarà un
indicatore aggregato che rappresenta l’aggregazione delle diverse dimensioni che sono considerate in
questo indicatore. Abbiamo poi l’attrattività dei sistemi di ricerca abbiamo alcune variabili viste in
precedenza come le pubblicazioni scientifiche internazionali in cofabbrication ovvero quando sono presenti
autori di paesi differenti. La percentuale di pubblicazioni che sono tra quelle più citate a livello mondiale,
una misura della qualità delle pubblicazioni è il numero di citazioni ovvero il fatto che viene pubblicato un
articolo scientifico e se esso è in qualche modo rilevante altri ricercatori che scrivono sullo stesso
argomento faranno riferimento all’articolo. Se un articolo scientifico possiede molte citazioni allora significa
che l’articolo ha un impatto importante e rilevante ed è citato da molti altri ricercatori. Quindi, può essere
considerato come un indicatore importante della capacità innovativa di contesto. Il numero di studenti di
dottorato stranieri ovvero quanto attraente è un sistema nazionale, quanti studenti stranieri si recano nel
paese a fare il dottorato. Infine, le infrastrutture di base come la disponibilità della banda larga, quindi,
accesso a internet o luce e il livello di imprenditorialità.
2. Un altro ambito importante è l’accesso delle risorse per fare innovazione, ovvero per svolgere
innovazione si ha la necessità di risorse finanziarie. Abbiamo una serie di indicatori come le spese in ricerca
e sviluppo del settore pubblico e le spese del settore del venture capital ovvero quelle società finanziarie
che sono più orientate a finanziare attività innovative. Infine, investimenti in ricerca e sviluppo del settore
business.
3. Terza grande categoria di variabili presenti in questo indice sono le attività innovative, quindi, in questo
caso si misurano gli output innovativo mentre prima erano input innovativi, vengono misurate le piccole
imprese che hanno introdotto una innovazione di processo o di prodotto, che hanno introdotto una
innovazione di marketing o organizzativa. I legami ovvero il fatto che le imprese innovative hanno molti
legami con altre imprese, imprese innovative che collaborano con altre imprese. Un altro modo per
misurare questo livello di collaborazione può essere quello di andare a vedere sempre le pubblicazioni e
osservare quelle in cui sono presenti autori del settore pubblico e privato, ovvero ricercatori che lavorano
per esempio in università con quelli che lavorano nelle imprese. Infine, i brevetti, trademark, ovvero i
marchi di fabbrica che possono essere anch’essi registrati, e applicazioni di design.
4. L’impatto dell’innovazione che si può misurare in termini di occupazione, quindi, l’innovazione porta a
una crescita dell’occupazione dei settori più innovativi, piuttosto che l’impatto in termini di fatturato delle
imprese, ovvero un paese che esporta molti prodotti high-tech, l’esportazione di prodotti high-tech rispetto
all’esportazione di prodotti tradizionali, e la quota sul fatturato che è possibile attribuire a innovazioni di
prodotto. Impatto dell’innovazione in termini di maggiore occupazione o in termini di maggiore fatturato e
maggiori esportazioni.
Questo è l’indicatore a
livello aggregato, vediamo in verde gli innovation leaders e sull’asse delle ordinate è il valore aggregato di
questo indicatore. Vediamo nella mappa il sito dello European Innovation Scoreboard dove è possibile
avere la mappa di tutta l’Europa, selezionare i singoli paesi, vedere la variazione negli anni e i risultati dei
vari indicatori, in quanto, è presente il valore aggregato ma è possibile concentrarsi su un singolo
indicatore. È possibile vedere l’indicatore aggregato, fare confronti tra paesi, andare a vedere le diverse
dimensioni aggregate e i singoli indicatori che compongono quella dimensione. Per alcune delle variabili
sono disponibili i dati a livello regionale, quindi, per esempio si vede nel caso dell’Italia esistono delle grandi
differenze, Calabria e Valle d’Aosta sono nella categoria emerging innovators.
Sono stati riportati i dati della Lombardia per avere una idea delle
caratteristiche del sistema innovativo lombardo nel dettaglio, vediamo come per esempio le variabili sulle
quali la Lombardia si trova in una buona posizione sono tutte quelle variabili che riguardano la capacità
innovativa delle piccole imprese ovvero il primo e il terzo, mentre se procediamo verso il basso vediamo
che una variabile nella quale la Lombardia non è messa particolarmente bene è la percentuale di
popolazione con una istruzione universitaria, anche il numero di brevetti si trova verso il fondo della
classifica, gli individui che hanno competenze di tipo digitali al di sopra della media mentre l’ultimissimo
sono le spese in ricerca e sviluppo a livello pubblico, sono calcolate a livello regionale però in questo senso
la Lombardia dipende molto dalla politica rispetto alle spese in ricerca e sviluppo a livello nazionale. Per
esempio, se consideriamo le università, in questa variabile sono calcolate le spese in ricerca e sviluppo fatte
dalle università lombarde ma quanto le università lombarde ricevono in fondi per la ricerca non è una scelta
della regione, dipende dal governo nazionale, quindi, le scelte nazionali si ripercuotono poi sui risultati
regionali.
Vediamo questo grafico che mostra la forte relazione positiva esistente tra il
livello di sviluppo misurato in termini di GDP pro capita e il livello raggiunto in termini di Global Innovation
Index, vediamo che i paesi si distribuiscono più o meno tutti lungo questa retta positiva. I paesi che stanno
al di sopra della curva sono paesi che hanno una performance in termini di innovazione che è sopra la
media rispetto al loro livello di sviluppo, sono indicati con il nome, invece, tutti quei paesi che si trovano
sotto la curva sono paesi che hanno un livello di capacità innovativa al di sotto della media rispetto al loro
livello di sviluppo. Quello che emerge dal grafico è che esiste una forte relazione tra capacità innovativa e
livello di reddito pro-capite.