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Jnana Yoga

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Nella scuola di pensiero induista del Vedānta, il Jnana Yoga (dal sanscrito Jnana - conoscenza, e
Yoga - unione) è uno dei quattro sentieri di base per raggiungere la salvezza (insieme a Bhakti Yoga,
Raja Yoga e Karma Yoga).

Jnana Yoga è il sentiero della conoscenza; secondo questo Yoga, la liberazione (Moksha) e l'unione
con Dio si possono acquisire per mezzo della conoscenza di Brahman, riconoscendo il Brahman
come il proprio Sé. La liberazione dal Saṃsāra (ciclo delle nascite e delle morti) è ottenuta grazie
alla realizzazione dell'identità dell'anima individuale (jiva) con l'Anima Suprema (Brahman).

La causa di tutta la sofferenza e degli attaccamenti è l'ignoranza metafisica (Avidya); essa agisce
come un velo (Maya) o uno schermo, che impedisce al Jīva di percepire la sua natura reale e divina.
Nella sua piccolezza ed ignoranza, il Jiva (l'anima individuale) stupidamente si convince di essere
separato e diverso da Brahman. La conoscenza di Brahman (o Brahma Jnana) rimuove questo velo
permettendo al Jiva di ristabilirsi nella sua propria natura essenziale: Sat-Chit-Ananda (Esistenza,
Conoscenza, Beatitudine).

Il praticante del Jnana Yoga (Jnana-Yogi) prende coscienza che Brahman è la Vita della sua vita,
l'Anima della sua anima; egli sente e sa che Dio è il suo proprio Sé. Grazie alla meditazione costante,
intensa ed integrata, egli comprende la sostanziale unità di Atman e Brahman, e realizza di essere
uno con l'Assoluto attraverso la visione spirituale o intuizione profonda, e non soltanto con lo studio
di libri, di teorie o di dogmi; infatti, Jnana non è un sapere puramente intellettuale. Non si tratta
unicamente di comprendere e accettare un concetto. Non è una semplice asserzione intellettuale, è la
realizzazione diretta di una unione, l'unità con Dio, l'Essere Supremo. La sola convinzione
intellettuale non può portare all'autentica conoscenza di Brahman.

Il Jnana Yoga insegna che esistono quattro metodi per conseguire la Liberazione:

Viveka - discriminazione: l'abilità di differenziare tra ciò che è reale / eterno (Brahman) ed
irreale / temporaneo (qualsiasi altra cosa nell'universo).
Vairagya - distacco: il rifiuto dei piaceri del mondo, dovuto alla comprensione che questi sono
in verità le fonti del disagio.
Shad-sampat - le Sei Virtù:
Sama (la calma, il controllo della mente e dei pensieri);
Dama (il controllo degli organi di senso);
Uparati (la rinuncia alle attività che non siano doveri, o attività che non facciano parte
del Dharma);
Titiksha (fermezza interiore di fronte alle avversità, alle diversità e alle coppie di
opposti, come il piacere ed il dolore);
Shradda (fede nell'insegnamento del Vedānta);
Samadhana (concentrazione perfetta);
Mumukshtva (ardente attesa e intenso desiderio di liberazione dai vincoli di tempo e spazio).

Al Jnana Yoga è dedicato il quarto capitolo della Bhagavad Gita.

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Bibliografia
Omraam Mikhaël Aïvanhov, «Conosci te stesso» jnana yoga, 2003, Edizioni Prosveta.

Voci correlate
Jñāna
Yoga
Bhagavad Gita

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Categorie: Discipline spirituali Yoga Induismo

Ultima modifica per la pagina: 20:55, 6 set 2011.


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