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Ogni chiamata,

quando viene da Dio, coinvolge


l'intera esistenza,
rendendola dono e promessa.

€ 12.50 SAN PAOLO


A ttraverso tutta la Bibbia, da Abra-
mo fino ai Dodici Apostoli, pas-
sando per Mose, Samuele e Geremia,
DIMENSIONI
DELLO SPIRITO
Carlo Maria Martini analizza con estre-
ma finezza, e allo stesso tempo con sem-
plicita, cio the l'economia della salvezza
ci insegna sulla vocazione dei testimoni
di Dio.

Di Carlo Maria Martini presso


le Edizioni San Paolo:

Atti degli Apostoli (2012')


Chi e Gesti? (2012)
Credo la vita eterna (2012)
Famiglie in esilio (2012)
Incontro al Signore risorto (2012)
Lo Spirito Santo ti guideth (2012)
Via Crucis biblica (2012)
Vi porto nel cuore (2012)
Chi sei Gesa? (20134)
Cercate Gesa (2013)
La strada the porta alla vita (2013)
Con Maria tra le prove della vita (2013)
Verso la luce. Riflessioni sul Natale (2013)
Stella del mattino (2013)
Via Crucis (2013)
Discepoli del Risorto (2014)
Essere nelle cose del Padre (2014)
Carlo Maria Martini

CHIAMO QUELLI
CHE EGLI VOLLE
Bibbia e vocazione

SAN PAOLO
PREMES S A

Il presente volume ripropone l'intervento di Carlo Maria Martini pubblicato nel Le conferenze raccolte in questo volume sono state date
volume Bibbia e vocazione edito dalla Morcelliana nel 1982, pp. 1-148.
nel 1979-80 al Pontificio Seminario Romano. Poiche la
Scrittura e come l'anima di tutta la teologia (Vaticano II,
Optatam totius, Decreto sulla formazione dei preti, n. 16) e
se la teologia spirituale e sempre pia riconosciuta oggi co-
me parte integrante della teologia stessa, tutti saranno d'ac-
cordo nel vedere in queste conferenze un elemento fonda-
mentale per la preparazione di quanti sono chiamati a una
vocazione di particolare consacrazione.
C.M. Martini, quando dette queste conferenze, era Ret-
tore dell'Universita Gregoriana e una lunga esperienza
pastorale aveva gia portato questo specialista di critica te-
stuale a mettere alla portata di tutti le ricchezze del mes-
saggio biblico: attraverso tutta la Bibbia, da Abramo fino
ai dodici Apostoli, passando per Mose, Samuele e Geremia,
egli analizza con estrema finezza e allo stesso tempo sem-
plicitd the l'economia della salvezza ci insegna sulla
EDIZIONI SAN PAOLO s.r.I., 2015 vocazione dei testimoni di Dio.
Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) Possano queste pagine, rilette nella preghiera, aiutare
www.edizionisanpaolo.it
Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. molti a entrare maggiormente nel mistero della chiamata! I
Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) seminaristi, ai quali esse sono anzitutto rivolte, vi appren-
ISBN 978-88-215-9495-3 deranno a cogliere meglio la grazia della loro vocazione. I

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sacerdoti e i consacrati vi scopriranno la profondita e la INTRODUZIONE
grandezza del dono che hanno ricevuto. Possano queste pa-
gine essere messe nelle mani di molti giovani, poiche it Si-
gnore continua sempre a chiamare al suo servizio esclusivo!
Che siano lette anche dai genitori cristiani: apprenderanno
a scoprire l'azione nel Signore nel cuore di uno o l'altro dei
loro figli, dal quale la chiamata segreta del Signore si e
fatta o si fara sentire.

M. GILBERT S.J. Trattare it tema della vocazione mi fa sempre una certa


Rettore emerito del Pontificio Istituto Biblico difficolta ed e percio con riluttanza che ho accettato di par-
lame con voi, conscio della difficolta di mettere insieme
qualcosa di sensato e di logico su di esso.
Vorrei subito dirvi le difficolta che si incontrano nel trat-
tare it tema della vocazione; perlomeno le difficolta che
trovo io. Esse sono principalmente due.

1. La vocazione e un fatto molto personale. In chi la vive,


soprattutto quando matura gradualmente attraverso le varie
esperienze, essa diventa qualcosa che 6 parte integrante di
lui stesso. E proprio per questo suo carattere di intimita 6,
per sua natura, refrattaria all' analisi.
Noi poco volentieri identifichiamo razionalmente quelli
che sono gli elementi costitutivi del nostro essere; perche
siamo noi e basta. Non vogliamo troppe ragioni sul perche
noi siamo noi stessi. La vocazione, essendo un discernimen-
to su cio che siamo e perche lo siamo, entra nel mistero
dell'inafferrabile; si prova quindi un certo disagio a definir-
la in un discorso pubblico, ragionevole, logico.
La vocazione ha molti fattori spontanei e personali non
giustificabili razionalmente: fattori che formano appunto la

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persona. E la nostra persona 6 cio che siamo. Quando Questa analogia delle vocazioni si ha anche nelle voca-
vissuta personalmente, la vocazione e parte integrante di zioni bibliche. Anche qui, benche sia evidente che nella
questa identita della persona ed e percio difficile da analiz- Bibbia ci sono racconti tipici di vocazione (Abramo, Mose,
zare e da studiare. Questo lo proviamo, in modo evidente, Isaia, Samuele, Geremia, Maria, Gesii stesso come Figlio,
tutte le volte in cui stentiamo a definire, in un caso dubbio, gli Apostoli ecc.) se si volesse parlarne in termini sistema-
se una persona «ha o non ha la vocazione». Non 6 facile tici, cercando cioe delle costanti per fare poi un quadro ri-
rispondere; spesso anche persone di grande esperienza giun- gido, si correrebbe it rischio di non tener conto dei diversis-
gono, in certi casi, con difficolta ad esprimere un giudizio. simi contesti in cui queste vocazioni si realizzano. E anche
Si ha a che fare, infatti, con cose che non si vedono e non si qualora studiassi la vocazione di Abramo o di Mose, non
contano; ma e la persona stessa che e posta in questione, e posso dire di aver capito la vicenda particolare che io, o un
la persona in fondo e incomunicabile. Il fondo della persona altro, nella Chiesa di oggi viviamo.
ciO che si e, e una identita, e la vocazione appartiene a Tutto questo bisognera che anche noi lo teniamo presen-
queste realta personali. Quando uno parla di esse, quando te nel nostro cammino, in questa nostra conversazione. Da
cerca di fare un ragionamento logico, ha l'impressione di qui it carattere di improvvisazione e di assaggio delle cose
svilire e di banalizzare it problema. Ecco it perche del disa- che diremo. Ricordiamoci che, in ogni caso, tutte queste
gio che anch'io provo nel parlare di questo tema. cose sono da verificare con la vita e nella vita; altrimenti
rimangono degli schemi che ci chiudono gli occhi sulla li-
2. La seconda difficolta a connessa con la prima ed e berty di Dio con ciascuno di noi, con la Chiesa di oggi e con
quella che definisco «analogia delle vocazioni». Le voca- quella del futuro.
zioni in qualche modo sono tutte diverse, ognuno e un caso, Fatta questa premessa e richiamate queste precauzioni,
una storia, una vicenda. Quando di queste vicende, che cerchiamo ora di dire qualcosa sulle fonti e sul metodo che
sono le persone, si vuole fare un sistema, una teoria, si ri- seguiremo. La fonte sara una sola: la Sacra Scrittura. Cer-
schia di generalizzare esperienze personalissime e singola- cheremo di leggere it fenomeno della vocazione nella Bib-
rissime. Anzi, si corre it rischio di fissarsi su certi schemi e bia. Tuttavia dobbiamo tener presenti anche i Commenti
quindi di impedirsi la vera conoscenza del singolare, del patristici e gli studi biblici sull'argomento: in modo parti-
concreto; si diventa incapaci di capire questa o quella vicen- colare dovremo stabilire continuamente un rapporto tra la
da, questa o quella persona, preoccupati di inquadrare tutto Scrittura e l'esperienza personale ed ecclesiale. Senza que-
in una serie di concetti sistematici nel voler cogliere qual- sto si cone it rischio di sistematizzare i dati della Scrittura.
cosa di quella che e la vicenda singolarissima di ognuno con Quale metodo seguire? E ancora incerto e provvisorio,
Dio, della nostra vocazione: vorrei mettervi in guardia da quindi suscettibile di cambiamento cammin facendo, duran-
questo spirito di sistema. te le riflessioni che faremo. Una premessa fondamentale la

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faremo subito: tutto cio che riguarda la vocazione va inqua-
drato nel terra piu ampio e piii comprensivo della Parola di
Dio. La vocazione e un'espressione della Parola di Dio.
In un secondo momento parleremo delle chiamate nella
storia biblica della salvezza. Di tali chiamate esamineth le
principali, cosi da intendere meglio come la Parola di Dio
nel corso della storia si fa, per alcuni, chiamata, vocazione.
E qui it problema: per alcuni? Per quanti? Per tutti? Affron-
teremo tutto cio durante la lettura dei testi biblici sulla storia
della salvezza. I
Il terzo momento tocchera ole chiamate di Dio nell'itine-
rario cristiano della salvezza». Nell'itinerario dell'uomo LA PAROLA DI DIO
chiamato alla salvezza, che va dal battesimo e, per gradi
successivi, arriva alla maturazione cristiana, vedremo come
si colloca it fenomeno della vocazione.

Riepilogando, le tappe che faremo saranno dunque le se-


guenti:

1.la Parola di Dio;


2. le chiamate nella storia biblica della salvezza;
3. le chiamate di Dio nell'itinerario cristiano odierno del-
la salvezza.

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Perche iniziamo con la Parola di Dio?

Perche vocazione significa appello, chiamata; e la chia-


mata e appunto una delle funzioni della parola. La vocazio-
ne rientra nel fenomeno generale della Parola di Dio: si
possono quindi applicare ad essa aspetti, momenti, caratte-
ristiche di tale Parola. Per questo it nostro punto di riferi-
mento 6 principalmente quella Costituzione del Concilio che
comincia appunto con l'espressione Dei Verbum.
Diciamo adesso qualcosa sulla Parola di Dio come parola.

La Parola di Dio come parola

Su questo tema 6 stato scritto molto, soprattutto a partire


dalla fenomenologia della parola. Essa rivela la parola nelle
sue espressioni fondamentali: Pio, comunicazione della pri-
ma persona, la parola come comunicazione, come qualcosa
di me. II tu, la parola come appellativa. E la terza persona,
la parola come informazione.
La Parola di Dio 6 comunicazione, 6 manifestazione di ciO
che Dio 6, di cio che vuole dire di se. La parola umana 6

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comunicazione di cio che l'uomo 6, di cio che vuole. Anch'io, Infine, la Parola di Dio come messaggio, proclamazione
parlando con voi, istintivamente, implicitamente, comunico di una realta. Questo aspetto informativo e presente nella
qualcosa di me. Pur non parlando direttamente di me, per it parola umana come notizia, storia, racconto di una vicenda.
semplice fatto che parlo, faccio intendere molte cose di me; Anche la Bibbia, che e Parola di Dio, storia, proclamazione
tant'e vero che un uditore potrebbe, da cio che dico, farsi un delle gesta di Dio, e fatta di notizie, e Parola informativa.
quadro logico abbastanza completo di me che parlo. Tutto Pero essa a un'informazione che e anche messaggio di sal-
questo accade perche e impossibile parlare senza comunica- vezza.
re nulla di se. Naturalmente ci sono alcune parole, quelle di
prima persona, che sono comunicative in modo del tutto par- Riepilogando, tra gli aspetti fondamentali della Parola
ticolare. Quando GesO dice: «Io sono la vera vite» (Gv 15,1), troviamo la Parola-comunicazione, la Parola-messaggio, la
«Io sono it pane vivo, disceso dal cielo» (Gv 6,51), «Io sono Parola-creatrice.
la via, la verita e la vita» (Gv 14,6) ecc., si autocomunica, La vocazione si colloca principalmente nel terzo di que-
rivela se stesso. La prima funzione della Parola di Dio come sti momenti: cioe nella Parola come appello, come creazio-
parola e dunque it comunicarsi di Dio. ne, nella Parola che stimola, che chiama indicando una via
da seguire; nella Parola che si rivolge a un tu.
La seconda funzione della parola e quella appellativa e Notiamo qui una cosa che ripeteremo anche subito dopo
creatrice, suscitatrice di energie di vita; it tu, la parola im- parlando della Parola di Dio come realta: la Parola di Dio
perativa. Quella con la quale Dio non soltanto comunica come vocazione, pur corrispondendo al secondo degli aspet-
qualcosa di se, it che abbiamo detto e implicito in ogni pa- ti, cioe al tu, e anche autocomunicativa, e messaggio. Quin-
rola, ma chiede qualcosa a qualcuno, chiama, comanda, di i tre aspetti devono sempre essere tenuti presenti; intanto
promette, giudica. Come dice Paolo, Dio «chiama all' esi- si pub capire Dio che chiama una persona, in quanto in
stenza le cose che ancora non esistono» (Rm 4,17). questa chiamata Dio stesso comunica qualcosa di se, propo-
Per questa Parola vale soprattutto it principio dell'effica- ne un messaggio di salvezza. E questo quindi l'ambito pia
cia. Gia la parola umana nel suo aspetto imperativo, sia che vasto nel quale un uomo puo capire che Dio lo chiama.
si tratti di leggi, oppure della parola di un giudice che ha un Anche se lo chiama per nome, come nella vocazione di Mo-
potere, porta con se dei risultati. Lo stesso dicasi di una se, e gli indica una via, gli fa un appello specifico, tutto
parola rivoluzionaria che conquista, che suscita l'energia e questo va inteso nel quadro generale della Parola come co-
l'entusiasmo di una massa. A maggior ragione la Parola di municazione e come messaggio.
Dio ha un carattere creatore, e Parola efficace. Essa crea cio
che dice, fa cio che chiede, stimola efficacemente cio a cui
invita.
La Parola di Dio come realta le vicende individuali di ciascuno. In altre parole it Verbo di
Dio fonda la comunicabilita di Dio stesso, la radice di ogni
Parliamo ora dell' aspetto piu contenutistico, piu concre- nostra conoscenza, di ogni possibility che abbiamo di cono-
to, cio6 della Parola di Dio non soltanto nella sua fenome- scere le parola di Dio.
nologia genericissima di parola in prima, in seconda o terza Quindi ii primo significato di Parola di Dio nella Bibbia
persona, ma della Parola di Dio nella sua realta, cosi come e nella Tradizione e la Parola come Verbo, come la Vita
si manifesta. Ci accorgiamo subito che la Bibbia, la tradi- stessa intima di Dio.
zione biblica e patristica, ci presentano it termine «Parola di Di qui deriva un secondo significato: la Parola di Dio
Dio» come termine profondamente analogo. Per capire que- Gesu Cristo, it Verbo di Dio fattosi came, manifestazione
sta analogia e bene paragonare due passi del Nuovo Testa- storica e concreta. E questo it senso forte e globale di Paro-
mento: «In principio era Verbo, e it Verbo era presso Dio e la di Dio: non soltanto cio che Gesu dice, ma la sua vita, la
it Verbo era Dio» (Gv 1,1); «La Parola di Cristo dimori tra sua predicazione, la sua morte e risurrezione sono manife-
voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni stazione di Dio, autocomunicazione di Dio, messaggio.
sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, Quindi Gesu Verbo incarnato 6 la Parola di Dio storica per
inni e cantici spirituali» (Col 3,16). Siamo di fronte a due eccellenza, quella a cui fa riferimento tutto it resto, tutto cio
termini che mostrano in modo evidente un' analogia. «La che noi possiamo dire di Dio. Evidentemente non possiamo
Parola era presso Dio, la Parola era Dio»; «La Parola di fare riferimento al Verbo che 6 in Dio se non attraverso it
Cristo abiti in voi»: tra questi due momenti della Paro- Verbo che abita tra noi, Gest' Cristo.
la stanno tutto l'itinerario e tutti i diversi significati del- Gesu Cristo e anche la chiave per capire la vocazione. Se
la Parola biblica. Dalla Parola che e Verbo, fino alla Parola esiste una vocazione esiste in rapporto a Lui. Non e possi-
che abita nella Chiesa e di cui noi siamo in qualche modo bile sentirsi chiamati da Dio, scoprire la mia vocazione sen-
un'espressione perche cerchiamo di farla abitare in noi. za una relazione reale con la Parola di Dio per eccellenza,
Quali sono dunque i significati fondamentali che la Pa- la quale precontiene in se tutte le altre parole di Dio. Con-
rola di Dio assume nei diversi piani della realta? Credo che cretamente quindi Gest' e la grande Parola di chiamata per
seguendo Giovanni sia fondamentale ricondurre tutto all'in- it mondo, e colui che contiene it piano di salvezza per l'uma-
tuizione: «In principio era it Verbo, e it Verbo era presso Dio nita, a cui quindi ogni nostro progetto fa necessariamente
e it Verbo era Dio». Infatti che Dio dica, si dica, sia Parola, riferimento. E it luogo delle nostre scelte. Ogni scelta voca-
cio su cui si basa nella realta tutto it parlare di Dio. Anche zionale avviene all' interno di una storia con Gesu Cristo.
la parola come appello, la parola come vocazione ha l'ulti- Altrimenti non sarebbe scelta vocazionale, riferita alla Pa-
mo punto di riferimento qui; come anche tutto cio che si pub rola di Dio, ma sarebbe ricerca di personale aggiustamento
dire del parlare di Dio nella storia, e del parlare di Dio nel- alle circostanze concrete immediate.

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Se consideriamo questi due primi significati come quelli di Dio si riferisce in questo caso alla predicazione cristiana
fondamentali, vediamo che nella Bibbia nee presente anche in quanto fa eco, attualizza la Parola di Cristo e degli Apo-
un terzo: a prima vista quello pia comunemente applicato stoli, ed e quindi comunicazione di Dio, annuncio del dise-
nella Scrittura alla Parola di Dio. Sono le parole dette dagli gno divino, promessa, esortazione. Tutte forme queste che
Apostoli e dai Profeti. Se voi verificate nelle Concordanze, la Parola assume nell' ambito della Chiesa.
laddove ricorre nella Bibbia it termine Parola di Dio per lo Oppure in lTs 2,13: oProprio per questo anche noi rin-
piu si riferisce alla parola detta da un Profeta. Le parole graziamo Dio continuamente, perche, avendo ricevuto da
degli Apostoli e dei Profeti rivelano infatti il piano di Dio, noi la parola divina della predicazione, l'avete accolta non
sono autocomunicazione di Dio, messaggio per l'uomo, pro- quale parola di uomini, ma, come 6 veramente, quale Paro-
clamazione del piano di salvezza, ammonizione per l'uomo la di Dio che opera in voi che credete». Le parole della
e per il popolo. predicazione hanno dunque un'efficacia creatrice, tipica del-
Oltre a questi tre significati possiamo rilevarne un quarto la Parola di Dio. Qui abbiamo it vastissimo campo, nel qua-
molto comune soprattutto nella tradizione ecclesiastica. Per le noi ci muoviamo, della Parola di Dio nella Chiesa. Non
la Bibbia, Parola di Dio non primaria certo, perche quella, semplicemente in quanto sono le parole della Bibbia che
abbiamo detto, e it Verbo, e anche la parola dei Profeti e possono essere numerate e catalogate, ma in quanto sono
degli Apostoli e, in relazione con loro, dei cronisti, dei sag- tutto cio che, a partire dalla Bibbia e dalla Tradizione, si fa
gi; parole che, messe per iscritto, formano quel complesso nella Chiesa.
di libri che noi chiamiamo la Bibbia. Tutto questo e it fenomeno della Parola di Dio di cui
Tuttavia non ci si pue fermare qui: la Parola di Dio, gia Paolo dice «abiti in, voi abbondantemente», ed e quindi it
nel Nuovo Testamento, ha un'accezione molto pia vasta. Noi nostro ambiente di vita. Noi non viviamo semplicemente di
troviamo che it nome "Parola di Dio" viene dato anche ad lettura della Scrittura, ma viviamo di questo ascolto, procla-
altre realta che non sono semplicemente le parole dei Pro- mazione, preghiera, liturgia, nella quale continuamente ri-
feti, o di Cristo, o anche degli Apostoli intesi come messag- suona tra noi la Parola, cioe la comunicazione divina.
geri speciali. Nel Nuovo Testamento Parola di Dio e anche
la predicazione cristiana, la parola con la quale nella Chiesa
si annuncia, si proclama, oppure si venera, si risponde al La Parola nella sua risonanza e dinamica
mistero di Dio. Questa parola ha dunque accezioni molto
vaste. Per esempio, quando in At 19,10 si cita questo termi- Per capire meglio l'ampiezza, la vastita e l'importanza di
ne, si dice che per due anni Paolo predico a Efeso «col ri- questa Parola di Dio nella Chiesa specifichiamo ulterior-
sultato che tutti gli abitanti della provincia d'Asia, Giudei e mente alcuni livelli della sua risonanza. C'e innanzitutto una
Greci, poterono ascoltare la Parola del Signore». La Parola risonanza della Parola a livello magisteriale: il Papa, i Con-

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cili, i Vescovi, la predicazione delle verita a livello ufficiale luogo di vera risonanza della Parola di Dio. Altrimenti non
e magisteriale. pub essere suscitatrice di vocazioni: non 6 infatti possibile
C'e poi it livello liturgico-sacramentale: nei sacramenti che una comunita maturi delle scelte vocazionali se non c'e
la Parola viene ripetuta con formule bibliche ed ecclesiali. tutto questo ritmo di risonanza della Parola nelle varie for-
C' 6 poi una risonanza a livello omiletico-catechetico, me. La liturgia, la lettura della Sacra Scrittura, la preghiera
cioe tutta attivita di proclamazione e pubblicazione della permettono alla Parola di Dio, rivolta personalmente a cia-
Parola nelle varie forme ecclesiali, anche piu semplici. Es- scuno, di acquistare ambiente, situazione, luogo di ricono-
se possono essere considerate parte del fenomeno della scimento.
Parola di Dio. Tutto questo e importante non solo per it nascere di una
Infine, ultimo elemento ma non meno importante per la vocazione, ma anche per it suo perseverare. E difficile che
vocazione, quello che chiamo «livello dell' assimilazione una vocazione perseveri se non c'e un ambiente in cui la
personale». La Parola di Dio non risuona soltanto nella Bib- •Parola di Dio risuona, se non c'e una comunita che la rende
bia, o nella Chiesa, risuona anche in ciascuno di noi, ed attiva, dinamica, efficace. Credo che tutto cio sia importan-
questo it punto di partenza per un'analisi pita intima e per- te anche per it discernimento delle vocazioni, e per la cre-
sonale della vocazione. scita di chi ha gia risposto a una chiamata ma che, a un
La Parola di Dio ci tocca, e un seme posto nel cuore; non certo momento, potrebbe inaridirsi se nella comunita in cui
semplicemente seminato nel campo della Chiesa, ma anche vive non circola la Parola.
nel cuore di ciascuno. Anche it nostro cuore e quindi luogo A proposito della Parola di Dio nella Chiesa, c'e da dire
di risonanza della Parola. Naturalmente non di una Parola anche che essa ha una sua dinamica specifica che, se non
di Dio staccata dalla liturgia, dal sacramento, dal magistero viene osservata, rischia di soffocare la sostanza della Parola
e dalla Scrittura; anche se ha un suo luogo proprio di mani- stessa. Questa dinamica la ricaviamo per esempio dal di-
festazione. scorso della montagna dove 6 detto che chi ascolta la payo-
Per la vocazione, deriva da cio una conseguenza molto la e la mette in pratica 6 simile all'uomo saggio; chi l'ascol-
importante e cioe che, almeno ordinariamente, it facto voca- ta e non la pratica e simile all'uomo stolto. Similmente in
zionale si sviluppa in un ambiente in cui la Parola di Dio si Luca si Legge «Beati quelli che ascoltano la Parola di Dio e
manifesta e risuona. Non basta puramente una semplice at- la osservano» (Lc 11,28). La Parola di Dio non 6 dunque
trattiva personale, un certo gusto, una qualche inclinazione; semplice risonanza: se noi la consideriamo soltanto cosi, in
bisogna che tutto questo, che pure 6 importante e in qualche questa sua "rotazione interne, la Parola di Dio, e quindi
senso anche fondamentale, si nutra e si allarghi a tutte le anche la vocazione, gradualmente si sviliscono, si disgrega-
risonanze della Parola di Dio nella Chiesa. Da qui l'impor- no e diventano, col passare del tempo, pura verbosita. Anche
tanza fondamentale per ogni comunita cristiana di essere la Sacra Scrittura pub diventare verbosita, put) cioe essere

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ripetuta a memoria, ma non dire assolutamente niente; e parabole evangeliche, qualcosa di simile a un tesoro nasco-
questo perche caratteristica della Parola di Dio 6 di essere sto in un campo, a una perla preziosa.
una Parola che non ha la sua totale comprensione in se stes-
sa, ma nella dinamica che essa suscita. Dinamica che, ordi- Riassumendo, mi sembra che l'elemento unificante e de-
nariamente, e di discernimento, scelta, decisione. cisivo sia it Vangelo. Possiamo considerare Gesa stesso co-
La Parola di Dio, sia essa rivolta verso it popolo o verso me Vangelo, le parol, del Nuovo Testamento, la nostra vo-
un singolo individuo, esige necessariamente un discernimen- cazione. Essa infatti a obuona notizia», e «evangelo», aper-
to: che cosa devo fare? Esige una scelta: che cosa mi pro- tura di orizzonti che Dio, nel suo Figlio, da all'uomo, e non
pongo di fare? Esige una decisione concreta nella quale imposizione, dovere o paura. CiO che diremo dovra essere
viene accolta la Parola come tale, come creatrice e appella- misurato anche con questo metro: qual e it Vangelo per
trice. La Parola di Dio e certo onnipotente: noi spesso pere Abramo, per Mose, per noi, per me, nella mia vita? Come
la predichiamo, la leggiamo, la facciamo risuonare, la me- la mia vocazione e Vangelo, apertura di nuovi orizzonti,
ditiamo, con essa preghiamo ma poi non arriviamo a deter- qualcosa che mi dilata lo spirito, che mi riempie di gioia?
minate scelte. Allora la Parola si incancrenisce, si soffoca,
e anzi diventa una grande ipocrisia. Proprio perche la bloc-
chiamo nel suo ritmo spontaneo che e di suscitare un'intel-
ligenza, una scelta, una decisione.
Queste che abbiamo detto finora sono alcune indicazioni
evidentemente generiche; utili pere per avere un punto di
partenza a cui riferirci nelle nostre riflessioni. Infatti tutto
cio che diremo sulla vocazione dovra sempre essere riferito
a questa concezione generale della Parola di Dio, della sua
fenomenologia, della sua realta, dei suoi livelli di risonanza
e della sua dinamica.
Se dovessimo dire che cosa, di tutto questo tema della
Parola di Dio, e pia importante per noi, it punto di vista ri-
assuntivo, la chiave di tutto it resto, io direi che e quella
«qualita» della Parola che si chiama Vangelo. Questo e per
me it punto focale su cui convergono tutti gli elementi spar-
si che abbiamo detto. La Parola di Dio ha una quanta spe-
cifica, particolare: e una «buona notizia» o, come dicono le

22 23
II

LE CHIAMATE NELLA STORIA BIBLICA


DELLA SALVEZZA
PROBLEMI SULLA NATURA
DELLA VOCAZIONE

oUn solo corpo, un solo spirito, come una sola 6 la speranza Prima di parlare della vocazione di Abramo, vorrei fare
alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un una premessa metodologica, richiamandomi a quanto ho
solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre detto sul carattere sfuggente e difficile da sistematizzare di
di tutti, che e al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed
tutto it tema vocazionale nella Scrittura e nella vita cristiana.
presente in tutti
E Lui che ha stabilito alcuni come Apostoli, altri come Profeti, Diciamo "difficile da sistematizzare" perche si tratta di un
altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere fatto personale e analitico che appare nella Scrittura e nella
idonei i fratelli a compiere it ministero, al fine di edificare it cor- Chiesa in forme diversissime e percio difficili da mettere
po di Cristo» (Ef 4,4-6.11-12). insieme in un quadro rigido.
La via pia facile per un approccio alla vicenda voca-
zionale a quella storica. Se it fenomeno della vocazione
PREGHIAMO
presente nella vita della Chiesa di sempre, nella storia
Ti chiediamo, o Signore, della salvezza, nella nostra storia, ed 6 per questo che ce
di conoscere i doni che tu, in Cristo, ne occupiamo, crediamo che sia possibile tracciarne una
hai fatto alla tua Chiesa, storia.
affinche ognuno di noi, Questa via storica ci propone di prendere alcuni esempi,
conoscendo la propria vocazione
tipi, modelli, e di esaminarli non solo in cio che hanno di
e aiutando gli altri a conoscerla,
possa edificare it corpo di tuo Figlio comune, ma anche in cio che hanno di diverso. Idealmente
che vive e regna nella tua Chiesa questa storia dovrebbe essere continua; se esaminiamo quin-
per tutti i secoli dei secoli. di Abramo, Mose, Geremia, Paolo, tale storia dovrebbe es-
Amen. sere continuata esaminando pure Ignazio d'Antiochia,
sant'Agostino, san Bernardo, san Tommaso, sant'Ignazio di
Loyola ecc., fino a giungere alle biografie pia recenti.

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E solo cosi che idealmente si pub fare una certa analisi mi sono domandato se nel fatto vocazionale esistano alcune
storica che ci permetta di rilevare le coerenze, le continuita, opposizioni polari che potremmo chiamare di tipo fonda-
le diversita. Se not facciamo soltanto un' analisi della chia- mentale; cioe che si ripropongono sempre e che vanno te-
mata net quadro biblico della salvezza, questo 6 per invitar- nute presenti.
vi poi a un'analisi ulteriore. Analisi che si pub fare tutte le Per comprendere ogni figura concreta che studieremo, a
volte che del materiale vocazionale ci si presenta davanti. E questa domanda ho dato una risposta che vi propongo come
siccome it primo materiale vocazionale siamo not stessi, provvisoria e che sarei contento se voi poteste approfondi-
l'autobiografia e it primo metodo di analisi e di ricerca. re chiarendola o confutandola. Mi pare che vi siano alcune
Al materiale storico che segue in questa seconda parte domande di opposizioni polari che sempre ricorrono quan-
delle nostre conversazioni, applicheremo un metodo che do it tema vocazionale viene in qualche modo a essere ela-
chiameremo "metodo delle opposizioni", o dei contrari. borato nella teologia della Chiesa. Molto semplicemente
L'idea di questo tentativo di approccio la riferiamo a un libro espongo quelle che mi sembrano le pill rilevanti di tali op-
di Romano Guardini; un libro della sua gioventii, ristampa- posizioni, che in ogni caso dobbiamo tenere presenti
to poi net dopoguerra, dal titolo L'opposizione polare'. E un nell' analisi del singolare concreto, delle singole vicende.
tentativo di rispondere alla domanda: come si riconosce it
singolare concreto, cioe la singolarita di un'esperienza? Egli 1.La prima opposizione e quella tra singolarita e univer-
si propone di passare dalla conoscenza generale alla cono- salita. La vocazione e per pochi, al limite per uno solo, op-
scenza del vivente concreto nelle sue espressioni storiche. pure 6 per molti, al limite per tutti? E un fatto universale,
E un' analisi molto illuminante suggerisce come questa pre- nel senso che ogni uomo pub dire di avere una vocazione
sa di coscienza della complessita del vivente concreto sia specifica nella storia della salvezza, oppure le vocazioni so-
l'unica che permette la conoscenza del singolo, della perso- no piuttosto casi singolari che diventano tipici, ma che nel-
na nella sua individualita. la Toro singolarita hanno un valore diverso da quello che
Tale conoscenza viene da una chiara opposizione di estre- it fatto vocazione nell'esperienza comune?
mi che sono in tensione in ogni situazione vissuta. E soltan-
to attraverso la percezione di questi opposti polari che si 2. Un secondo aspetto di opposizione tipica nel fatto vo-
condizionano a vicenda, che coesistono pur diversificando- cazionale pub essere espresso cosi: per un tempo determi-
si e opponendosi, e possibile giungere a una valutazione non nato o per sempre? La realta vocazionale e cioe una realta
unilaterale e schematica, ma viva, della persona e della si- che di sua natura e legata a un evento che poi si pub prolun-
tuazione storica di ogni vivente concreto. E per questo che gare, riprendere, oppure 6 di carattere tendenzialmente de-
finitivo, cioe prende una persona e le da una destinazione
' Tr. it. R. GUARDINI, Scritti filosofici, Fabbri, Milano 1964, vol. I. irreversibile? Questa opposizione ha dei riflessi motto im-

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portanti sia sulla pratica sia sul giudizio nei riguardi delle ta, e mi sembra anche della Scrittura e della storia della
vocazioni. Deve sempre essere tenuta presente nel determi- salvezza.
nare le caratteristiche delle chiamate bibliche. Teniamo presente che, in ogni caso, dire opposizione non
significa dover scegliere l'uno o l'altro dei termini opposti.
3. La terza opposizione la esprimerei cosi: per qualcosa Significa bensi non sceglierne, in qualche modo, nessuno;
di preciso, o per una dedizione generica? La chiamata divi- scegliere la tensione fra questi opposti. La tensione creativa
na e cioe qualcosa di specifico, che si concretizza in un che e presente nella simultanea affermazione di appello e di
oggetto ben preciso, oppure e una chiamata che ha come discorso, di singolarita e universalita, di determinatezza e di
caratteristica di non avere oggetto ma di richiedere la dedi- indeterminatezza ecc.
zione della persona? Tuttavia e necessario determinare accuratamente in ogni
singolo caso storico, quali sono gli aspetti prevalenti e come
4. La quarta opposizione, che ha anch'essa delle conse- gli aspetti opposti si integrino nell' aspetto prevalente.
guenze notevoli nella pratica e che nella storia della Chiesa Il metodo che abbiamo adottato, pur nella sua limitatezza,
e della teologia, vede degli schieramenti in favore dell'uno ci permette di non rendere arbitrariamente semplice e siste-
o dell' altro dei termini polari, e la seguente: invito-obbligo. matico cie che 6, come la vita, complesso e ricco; di non
ridurre it fatto vocazionale a certi schemi troppo chiusi, fa-
Queste sono alcune delle domande antinomiche fonda- cendo cosi torto alla vita e alla Sacra Scrittura. In essa in-
mentali che si presentano, che sempre emergono trattando fatti leggiamo, parlando della vocazione, un aspetto e non
della vocazione: per uno, per pochi? Per tutti, per molti? un altro, e percio stesso non affrontiamo veramente tutta la
Per un tempo o per sempre? Per qualcosa di preciso o per complessita della storia che la Bibbia ci presenta.
una dedizione generica? Per un invito o per un obbligo?
Volendo ancora ulteriormente sintetizzare queste quattro
opposizioni in una di carattere pia trascendentale, per dir-
la in termini filosofici, forse potremmo ricondurle a due
aspetti che si oppongono nel duplice modo di essere della
Parola divina: Parola intesa come appello o come discorso.
L'appello e immediato, singolare, avvenimento e situazio-
ne precisa; it discorso e articolato, prolungato, sistematiz-
zabile. Abbiamo qui due aspetti che nella loro opposizione
costituiscono le tensioni ordinarie del fenomeno vocazio-
nale cosi come si presenta nelle situazioni della nostra vi-

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ABRAMO: VICENDA DI UNA CHIAMATA ti bibliche sull'argomento. Esse sono principalmente fonti
neotestamentarie. L'Antico Testamento non si riferisce mol-
to sovente alla vicenda di Abramo. Se si eccettua l'espres-
sione «Il Dio di Abramo...» non troviamo (prescindendo
dai libri sapienziali tardivi) riferimenti valutativi globali
sulla vicenda di Abramo. Riferimenti valutativi che trovia-
mo invece nel Nuovo Testamento, in particolare nella Let-
tera ai Romani, cap. 4, nella Lettera ai Galati, cap. 3, e
nella Lettera agli Ebrei, cap. 11. La lettura che vi propongo
Esaminiamo ora la vicenda di Abramo come chiamata. della vicenda di Abramo ha quindi come fonti questi due
Sottolineo questo titolo perche, come diremo, la vicenda poli fondamentali: it ciclo stesso della Genesi e queste tre
di Abramo potrebbe essere vista sotto molti altri aspetti. interpretazioni della vicenda di Abramo nel Nuovo Testa-
Scegliendo di vederla come chiamata ci mettiamo in un'ot- mento.
tica particolare, facciamo una scelta di lettura del ciclo di Evidentemente, per una trattazione piu ampia, it discorso
Abramo. andrebbe allargato e si dovrebbero tener presenti, cosa che
Le fonti di questa lettura della vicenda di Abramo intesa noi faremo almeno in parte, anche le fonti rabbiniche su
come chiamata sono principalmente quelle bibliche. Prima Abramo. La sua vicenda infatti e stata ripensata dalla tradi-
di tutte it ciclo stesso di Abramo: cioe da Gen 11,27 (prima zione giudaica con riflessioni che sono estremamente arric-
menzione della paternity di Terach che genera Abramo) fino chenti per noi, anche se non hanno una base storica. Sono
a Gen 25,11 (la morte di Abramo). Questi dodici capitoli arricchenti perche frutto di cio che it popolo di Dio, it po-
costituiscono it ciclo di Abramo. Si potrebbe ulteriormente polo della promessa, ripensando al suo capostipite, ha detto
suddividerlo in una serie di episodi collegati, in una dozzina di lui, si e immaginato della sua vicenda. Sono tentativi di
circa di episodi, di storie relative alla sua vita, raccolte da sintonizzarsi con cio che Abramo ha vissuto e cio che ha
fonti determinate dagli esegeti, fonti jahviste, elohiste e sa- significato come vicenda di un uomo davanti a Dio, e di un
cerdotali che, pur avendo origini evidentemente diverse, uomo che rappresenta un popolo.
possono essere messe insieme a formare un ciao unificato. Oltre alle fonti rabbiniche sarebbe naturale tener presen-
A noi in ogni caso interessa it ciclo di Abramo cosi com'e ti anche le fonti patristiche, come i Padri hanno ripensato la
unificato attualmente nella Bibbia, come messaggio unitario. vicenda di Abramo. Noi certo non potremo farlo: tuttavia,
E come tale lo leggeremo. cio che dire non si limita alla sola esegeti dei testi di Gene-
Naturalmente come cristiani non possiamo leggere oggi si, ma cerca di collocarli nella lettura che la Chiesa ha fatto
questa vicenda di Abramo senza tener conto delle altre fon- e fa di questo episodio.

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Come faremo questa lettura? Ho pensato di fare cosi: non Questi tre testi sottolineano dunque della vicenda di
leggeremo i singoli episodi facendo l'esegesi e nemmeno Abramo l'iniziativa divina, Dio che giura e che promette.
leggeremo uno o due episodi tipici. Vorrei fare con voi un Un'altra categoria e presente in At 7,2:
lavoro introduttivo, cioe considerare la vicenda di Abramo
nel suo insieme, negli episodi che la compongono global- «Il Dio della gloria apparve al nostro padre Abramo quando
mente, e fare qualche domanda a questi testi, al ciclo narra- era ancora in Mesopotamia, prima che egli si stabilisse in
tivo. Domande che partono dal nostro punto di vista: la vi- Carran».
cenda di Abramo come chiamata.
La prima domanda che pongo ai testi, e di carattere pre- Qui e messa in risalto la manifestazione che Dio fa di se.
liminare: la vicenda di Abramo da Gen 11,27 a 25,11 e ve- Altra categoria tipica del Nuovo Testamento nel leggere
ramente una vicenda di chiamata? Tutti spesso parliamo la vicenda di Abramo e quella della fede:
della chiamata di Abramo; ma dov'e la chiamata di Abramo
nei testi? Essi ci presentano veramente la vicenda di Abramo «Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato come giusti-
come una chiamata, o questa e una nostra riflessione sui zia. Sappiate dunque che i figli di Abramo sono quelli che
testi? vengono dalla fede» (Gal 3,6-7).
Il Nuovo Testamento ordinariamente non ci presenta la
vicenda di Abramo sotto una specifica categoria di chiama- In Eb 11,17-19 e invece sottolineata la tentazione che e
ta. Per qualificare it ciclo di Abramo usa altre categorie: una presente nella vicenda di Abramo:
di queste 6, per esempio, quella del giuramento o della pro-
messa. «Per fede Abramo, messo alla prova, offri Isacco, e proprio
lui, che aveva ricevuto le promesse, offri ii suo unico figlio,
«Cosi egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si e del quale era stato detto: "In Isacco avrai una discendenza
ricordato della sua alleanza, del giuramento fatto ad Abramo che portera it tuo nome". Egli pensava infatti che Dio e
nostro padre...» (Lc 1,72-73). capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe
e fu come un simbolo».
oMentre si avvicinava it tempo della promessa fatta da Dio
ad Abramo, it popolo crebbe e si moltiplico in Egitto» (At Queste sono alcune delle categorie con cui it Nuovo Te-
7,17). stamento legge la vicenda di Abramo. C'e pep!) un versetto
importante che ci permette di leggere questa vicenda anche
«Appunto ad Abramo e alla sua discendenza furono fatte le dal punto di vista della chiamata: Eb 11,8.
promesse» (Gal 3,16).

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«Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedi partendo per Tra i significati della Parola, abbiamo gia visto, ce n'6
un luogo che doveva ricevere in eredita, e parti senza sape- uno imperativo, suscitatore di energie, appellativo. Questo
re dove andava». significato e quello che conduce la vicenda di Abramo e che,
notiamolo di passaggio, e to stesso tipo di discorso con cui
Abramo 6 qui it chiamato da Dio, chiamato a obbedire e si apre la Bibbia:
a partire per un luogo che ricevera in eredita ma che non
conosce. L'autore della Lettera agli Ebrei ha riassunto, con «Dio disse: "Sia la luce!"» (Gen 1,3).
questo versetto, la vicenda di Abramo come chiamata.
Eb 11,8 6 un testo fondamentale: nell'Antico Testamento I testi fondamentali per capire it ciclo di Abramo come
infatti, ordinariamente, la vicenda di Abramo non 6 posta Parola di Dio rivolta ad Abramo, oltre a Gen 12,1, sono Gen
sotto it segno della chiamata. Il verbo «chiamare» non ap- 15,1 e Gen 17,1.
pare mai in tutto it ciclo di Abramo per indicare un'azione
di Dio verso di lui. L' use del verbo «chiamare» per indica-
re la vocazione inizia ad apparire nei Canti del Servo di Da dove e chiamato Abramo?
Jahve.
«Vattene dal tuo paese, dalla tua patria, dalla casa di tuo
it Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso padre...» (Gen 12,1).
per mano» (Is 42,6).
Qui sono enumerate tre cose: it paese, la patria, la casa
E qui che inizia nella Bibbia it tema vocazionale con di tuo padre. Tre realta, una geografica, una culturale, una
questo verso specifico come punto di riferimento. In tutta la di luogo, da cui Abramo viene tolto. Abramo viene chiama-
vicenda di Abramo, invece, non si dice mai «Dio chiamo to dal fondo della propria identita. La vocazione to coglie
Abramo»; bensi semplicemente «Dio disse ad Abramo». in tutto cio che lui 6. La Parola di Dio si manifesta quindi,
Percio questa vicenda e sotto it segno della Parola di Dio. sin dall'inizio, come totalizzante. Non chiede un aspetto o
Cosi infatti comincia Gen 12,1: un altro della vita di Abramo: pretende l'insieme della vita
fino ad allora vissuta, e dalla quale egli e chiamato a uscire.
«II Signore disse ad Abram... ». C'6 pea) un aspetto significativo: la situazione in cui
Abramo si trova, famiglia, paese, gruppo, concretamente
Se vogliamo dunque entrare nella vicenda di Abramo co- non gli da speranze. Infatti:
me chiamata, dobbiamo riferirci al tema della Parola di Dio
come categoria fondamentale in cui si situa la vocazione. «Sarai era sterile e non aveva figli» (Gen 11,30).

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Oltre a cio Abramo molto probabilmente non ha neppure teristica unica, straordinaria, che non si potra ripetere in
una sua terra. Questa impressione ce la danno i versetti di seguito se non in maniera settoriale. Abramo e l'uomo che,
Gen 12,5 e 11,31. La sua situazione, da cui e chiamato, nella sua identita, viene raggiunto da Dio, senz'altri appel-
dunque da un lato molto personale: 6 la sua identita. Dall'al- lativi oppure qualifiche per un inizio di storia.
tro lato non ha concrete speranze: Abra‘mo non ha una terra Evidentemente anche nella vicenda di Abramo ci deve
e non ha figli. E possessore di cose, ma non ha una speran- essere un precedente: in qualche modo lui doveva pur avere
za reale. Dio interviene in Abramo sia in cio che possiede, una conoscenza religiosa. I rabbini disputano quale fosse
sia in cio che non possiede. Mentre gli domanda di rinun- questa conoscenza religiosa: era un pagano? Un politeista?
ciare a cio che possiede, gli si presenta come offerta di cio Oppure aveva avuto una crisi religiosa e credeva in un certo
che non possiede, di 66 che non pip) sperare. L'intervento Dio unico e creatore di ogni cosa? Nonostante questo tipo
di Dio lo prende su due piani che vanno visti contempora- di precedente, it rapporto storico e straordinario con Yhwh
neamente: Abramo non solo lascia, ma si avvia verso una e un inizio assoluto. Ecco perche, ripeto, non pith essere
speranza che umanamente non avrebbe. tipico delle vocazioni seguenti se non in qualche maniera
settoriale e analogica.

Da chi e chiamato Abramo?


A che cosa e chiamato Abramo?
Qui ci troviamo di fronte alla sorpresa della prima voca-
zione: Abramo e l'esempio della vocazione di partenza. II testo fondamentale a questo riguardo e Gen 12:
Tutte le altre vocazioni infatti si sono richiamate a lui.
«Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo
«Io sono it Dio di Abramo e di Isacco» (Gen 28,13). padre, verso it paese che io ti indichero. Farb di te un gran-
de popolo e ti benediro, render6 grande it tuo nome e diven-
Dio parlando a Giacobbe ricorda cio che ha gia fatto con terai una benedizione. BenedirO coloro che ti benediranno,
Abramo. Lo stesso avviene in seguito con Mose: «Io sono e coloro che ti malediranno malediro, e in te si diranno be-
it Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe». Tutte le voca- nedette tutte le famiglie della terra» (Gen 12,1-3).
zioni seguenti sono fatte da Colui che si pu6 riferire a cio
che in precedenza ha operato nei confronti di qualcuno. In Abramo e chiamato a cose che di per se sono anche con-
Abramo invece l'inizio e assoluto. Non vie un Dio che si crete, ma soprattutto sono estremamente generiche. E chia-
definisce come «Colui che ha fatto cose precedenti»: e l' as- mato a essere un grande popolo e ad avere una terra. Popo-
soluto inizio di un rapporto nuovo. Abbiamo qui una carat- lo e terra sono i due termini che poi ritorneranno con piu

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frequenza in tutta la tradizione biblica. Sono esse le due In te si diranno benedette tutte le famiglie della terra»
realty oggettive in cui si concretizza e che specificano la (Gen 12,3).
chiamata di Abramo.
La specificazione, la concretizzazione di cio a cui Abra- Questo singolare dialogo divino e rivolto esclusivamente
mo e chiamato lascia largo spazio alla vaghezza: tjuale ter- ad Abramo; tuttavia Abramo e chiamato «per molti», cioe
ra, quale popolo, come e possibile cio per un uomo che non per un popolo, per tutto it mondo. Gia da questa prima vi-
ha figli? Questa concretizzazione allo stesso tempo vaga, cenda vocazionale colpisce it rapporto, che sempre vi e in
imprevedibile, improbabile, che esige in Abramo, nell' aspet- ogni vocazione, tra la singolarita e l'universalita.
to soggettivo della chiamata, it credere, l' affidarsi, e una Dio non dice: «Come ho chiamato te, chiamere altri»; ma
caratteristica che poi tutta la Bibbia riportera a lui. dice: «Tu sei ii chiamato per una moltitudine, per tutti». In
Abramo e chiamato a due cose: in modo specifico a un qualche modo si stabilisce una relazione tra questa chiama-
popolo e a una terra, ma soggettivamente, come persona, 6 ta del singolo e tutta l'umanita. Certamente questo pensiero
chiamato ad affidarsi, e chiamato a sperare. Tutto it ciclo di appare molto ardito nella struttura del ciclo jahvista ed elo-
Abramo sottolinea questo: che lui, pur non vedendo l'avvera- hista che, di per se, e composto per un piccolo popolo, pur
mento della promessa, oppure vedendolo in maniera ritardata, avendo la coscienza del carattere di beneficio universale di
continuamente spostato nel tempo (perche la terra non si vede, questa chiamata.
it figlio non nasce, quando nasce e un figlio unico e fragile, La seconda caratteristica che io leggo nel ciclo di Abramo
esposto a ogni pericolo), malgrado tutto cio crede e si affida. visto sotto la categoria della vocazione e quello che chiame-
Dopo questi aspetti descrittivi della vicenda di Abramo, rei «carattere generico» di questa chiamata. Se in sostanza
cerchiamo ora di riassumere alcuni degli aspetti caratteristi- ci chiediamo che cosa Abramo deve fare, siamo costretti a
ci generali di questa vicenda, cio che caratterizza la vocazio- dire che in fondo non deve fare niente. Tutto questo ciclo ci
ne di Abramo rispetto a tutti gli altri racconti di vocazione. presenta un uomo che viaggia da un posto all' altro, ogni
tanto mette una stele, invoca it nome di Dio, poi passa a un
altro luogo. Non si ha chiara l'impressione di quello che Dio
Specificity della vocazione di Abramo gli chiede concretamente. Gli chiede di camminare e di at-
tendere. Il carattere di genericita di questa vocazione appa-
La vocazione di Abramo e singolarissima, rivolta a una re in una maniera addirittura paradossale. Per meglio capir-
persona particolare. Tuttavia questa persona, pur essendo la pensiamo per contrasto all'esperienza di Mose. Quello
chiamata nella sua singolarita, e posta di fronte a una molti- che Mose ha fatto e chiarissimo; lui ha una missione speci-
tudine di altre persone, di fronte al popolo: anzi di fronte a fica: deve trarre it popolo ebreo dall'Egitto, dal deserto, e
tutto it mondo. Questo e chiaro sin dalla prima parola di Dio: fare di una Banda dispersa un popolo ben strutturato. Mose,

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quindi, una volts passato it Mar Rosso, alle pendici del mon- testi del Sinai: «Scegli la vita o la morte...»; «Se farai que-
te Sinai potrebbe dire: «Ho compiuto una buona parte del sto avrai la benedizione 1...1 se non farai questo avrai la
mio lavoro». Cosa che invece non potra dire mai Abramo. maledizione» ecc. Questo aspetto e completamente assente
E per questo che la tradizione neotestamentaria vede in lui dalla vicenda di Abramo. Come sottofondo noi cogliamo
l'incarnazione della fede. Non fare qualche cosa, ma fidarsi: qui un invito che tende a responsabilizzare Abramo sul suo
anche questo a un aspetto della vocazione divina. futuro e sul futuro del suo popolo. Non 6 quindi un coman-
La terza caratteristica, che e piu difficile da definire per- do, un precetto, una Legge del Sinai, ma una Parola di Dio
die non 6 esplicitamente proposta dai testi, ma nasce da che gli propone un avvenire, lo coinvolge e lo legs al desti-
una nostra domanda, si potrebbe cosi formulare: la vicenda no di altre persone.
di Abramo, intesa come chiamata, e un invito o un obbligo? E infine un ultimo aspetto caratterizzante della vicenda
Per chiarire meglio la domanda potremmo chiederci: che di Abramo: l'aspetto di rottura definitiva col passato. Ci
cosa sarebbe successo se Abramo non si fosse mosso? Se chiediamo: Abramo potrebbe o non potrebbe ritomare in-
fosse rimasto in Carran con la sua famiglia, i suoi averi e dietro? Anche qui i testi non danno risposta a questa doman-
tutto cio che possedeva? Probabilmente per Abramo sareb- da: noi pea) la possiamo cercare inquadrandola nella storia
bero successe cose non molto differenti; avrebbe continuato della salvezza passata e presente.
la sua attivita, it suo tipo vita e, siccome non ha fatto niente Storicamente se Abramo fosse tomato indietro non sareb-
di particolarmente importante nella sua dimora in Palestina, be successo niente. Tante volte poteva capitare che una tribu
non avrebbe fatto nulla di ugualmente importante nella sua o un gruppo nomade ritornasse al punto di partenza. Tuttavia
dimora in Mesopotamia. chiaro che l' idea del ritorno al passato, nella vicenda di
Ma allora dal punto di vista della storia della salvezza che Abramo viene esclusa in modo deciso sin dall'inizio. Sin
cosa non sarebbe avvenuto? Evidentemente non ci sarebbe dall'inizio questa storia e concepita come rivolta verso it
stato l'inizio di un popolo, del possesso della terra. Abramo futuro, verso la terra e it popolo, con un distacco totale dal-
sarebbe morto nella solitudine, avrebbe finito la sua vita la vicenda precedente.
forse onorevolmente dal punto di vista umano, ma senza Vedremo che in altre vicende di vocazione non sara cosi.
avvenire; cioe si sarebbe giocato it suo futuro. Ecco la posta Ci sono Profeti per i quali it ritomo alla situazione primitiva
in gioco per Abramo: it suo avvenire. sembra possibile. Gli stessi Apostoli effettuarono un ritorno
Dio non minaccia nessun castigo se Abramo non parte, alla vicenda primitiva quando furono trovati a pescare sul
pea) e chiaro, da tutto it contesto della vicenda, che gli pro- lago di Galilea, ritornati al loro antico mestiere.
spetta it suo avvenire: popolo, terra, oppure solitudine? In Abramo c'e invece lo scomparire di tutto ci) che lui
Notiamo che ci sono testi in cui it carattere obbligante ha fatto e vissuto nel passato, prima della sua vocazione.
della Parola di Dio e molto piu pregnante. Per esempio, i Non pu6 tornare indietro; quando ci sara la carestia non

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tornera in Mesopotamia, ma scendera in Egitto. Poteva tor- isolate. Naturalmente ciO non vuol dire che ogni vocazione
nare indietro: ma la vicenda lo sospinge verso nuove cose e singolare sia diving, anzi la mia impressione e che laddove
mai verso la ripetizione del passato, del punto di partenza. c'e singolarita c'e spesso illusione, fantasia, ricerca di qual-
Queste quattro caratteristiche sono alcune delle piu im- che cosa che non 6 Parola di Dio ma un proprio bisogno
portanti che io leggo nella vicenda di Abramo cosi come la inconscio. Tuttavia questo esempio biblico mostra che dob-
Scrittura la presenta. biamo essere aperti a riconoscere anche la possibility di vo-
Vorrei terminare con qualche altra domanda: cazioni solitarie in cui 1' aspetto comunitario appare solo in
un secondo momento.
1. Vi sono figure ecclesiali, nella storia della Chiesa, che Abitualmente la vicenda vocazionale e sempre stretta-
maggiormente si avvicinano, nella loro struttura vocaziona- mente inserita in una comunita e vive in essa. Abramo 6 per
le, alla vicenda di Abramo? forza di cose un caso limite, perche un caso iniziale: non
Dovremo cercarle soprattutto in quei tipi in cui maggior- nasce in nessuna comunita, anzi nasce dall'uscita da ogni
mente appare un aspetto di solitudine, di rottura con it pas- comunita esistente per ricercare un fatto completamente
sato, di pellegrinaggio vagabondo senza un progetto defini- nuovo.
to. Penso, per esempio, a Charles de Foucauld, una figura
che mi sembra rappresenti le tensioni tipiche della vicenda
di Abramo.

2. Vi sono casi della vita ecclesiale o della nostra espe-


rienza in cui appaiono caratteristiche simili a questa vicen-
da di Abramo?
1o, per esempio, penso alla figura di Abramo tutte le vol-
te che mi incontro con vocazioni molto solitarie, molto in-
dividuali, in cui la prima impressione 6 di trovarsi di fronte
a un individualismo esagerato ed eccessivo. L'individuali-
smo spesso e frutto di illusione.
Credo pero che proprio appoggiandoci su questo aspetto
della vicenda di Abramo, non possiamo negare a Dio la
possibility di suscitare vocazioni singole, individuali, nuove,
diverse, che non rientrano in nessun quadro collettivo cono-
sciuto, e che anzi danno l'impressione di essere uniche e

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MOSE: I TEMPI DI UNA VOCAZIONE Quel commento rabbinico dice cosi:

«Egli fu uno dei quattro che vissero centoventi anni; sono:


Hillel, Rabban Jochanan Ben Sakkai, Rabbi Akiba.
Mose passe quarant'anni in Egitto, passO quarant'anni in
Madian e per quarant' anni servi Israele.
Hillel venne da Babilonia a quarant'anni, servi i saggi per
quarant'anni e servi Israele per quarant' anni.
Rabban Jochanan Ben Sakkai si occupo di affari mondani
La figura di Mose per quarant' anni, servi i saggi per quarant' anni, servi Isra-
ele per quarant' anni.
La vicenda di Mose a assai ampia; ai brani dell'Antico Rabbi Akiba imparo la Tord a quarant'anni, servi i saggi per
Testamento, che da soli sono gia molti, andrebbero uniti quarant' anni, e servi Israele per quaraneanni».
quelli del Nuovo Testamento dove si parla di Mose. Soprat-
tutto Eb 11,23-29 e, in particolar modo, At 7,20-40. La vi- Dietro questo detto rabbinico c'e l'intuizione che la vita
cenda trattata e troppo vasta per essere meditata in uno sguar- di Mose pub essere divisa in tre tempi. Questa stessa divi-
do d'insieme, come abbiamo fatto con Abramo. Per questo sione in tre momenti successivi, la ritroviamo nella sintesi
ho scelto un brano su cui ci concentreremo particolarmente. della vita di Mose che ci viene presentata in At 7,20-40.
Tale brano e gia interpretativo della vita di Mose, non 6 La chiave di lettura che io propongo di questo brano si
dell'Antico Testamento ma del Nuovo Testamento: mi rife- potrebbe esprimere col seguente titolo: «Mose: una voca-
risco ad At 7,20-40. Si tratta di quella sintesi della vita di zione a tappe?». L' aspetto speciale che cerco di individuare
Mose che e inserita nel discorso fatto da Stefano. In questo nella vicenda di Mose 6 la «progressione della vocazione».
discorso ci e proposta una sintesi della storia della salvezza La vocazione di sua natura sembrerebbe essere la Parola
a partire dal «Dio della gloria» it quale apparve ad Abramo, di Dio a un uomo, detta tutta intera e subito con chiarezza.
a Isacco, a Giacobbe, ai dodici Patriarchi, e infine in Egitto Ci sono invece persone, situazioni, vicende, in cui questa
apparve a Mose. Parola si chiarifica soltanto progressivamente, dopo un lun-
Leggeremo At 7,20-40 non secondo tutte le interpretazio- go cammino. Mose forse e it prototipo di una vocazione
ni possibili, ma secondo un'unica chiave di lettura. Tale cosi: soltanto dopo molte esperienze, egli finalmente capisce
chiave la prendiamo da un commento rabbinico a Dt 34,7: che cosa Dio vuole da lui, a che cosa lo chiama. A differen-
«Mose aveva centoventi anni quando mori; gli occhi non gli za di Abramo che fin dall' inizio ha gia chiaro lo scopo del-
si erano spenti e it vigore non gli era venuto meno». la sua vocazione, anche se, come abbiamo visto, a assoluta-

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mente generico e quasi senza contenuto (un popolo, una mazione raffinata: «Venne istruito in tutta la sapienza degli
terra e una Parola su cui affidarsi), con Mose le cose vanno Egiziani». Questa frase, riportata dagli Atti, non compare
molto diversamente. Nella sua vicenda vi sono tre tappe nell'Antico Testamento, e frutto di uno sguardo retrospetti-
successive, nelle quali lui fa degli sbagli, fa delle esperienze vo sulla vicenda di Mose.
dalle quali deve tornare indietro, fino a che gradualmente , Come sappiamo, non c'era per gli antichi una sapienza
non capisce qual e veramente la sua vocazione. piu fascinosa di quella degli Egiziani. Mose e istruito in
I saggi di Israele hanno intuito alla loro maniera questo tutta questa sapienza: epaidefithe, dice il testo greco per
aspetto, quando dicono che questi quattro grandi dottori del indicare esplicitamente un'educazione ragionata e comple-
giudaismo soltanto nel terzo periodo della loro vita serviro- ta in tutta quella scienza della vita e del cosmo che gli Egi-
no davvero Israele. Prima fecero altre cose, magari impor- ziani avevano accumulato per millenni. Mose, salvato dalle
tanti, ma soltanto a un certo momento giunsero al vero ser- acque per un intervento provvidenziale di Dio, educato nel
vizio di Israele, a capire chiaramente la loro vocazione. migliore dei modi, entra nel possesso pieno delle sue possi-
Leggiamo ora At 7,20-40. Questo testo si puo dividere bilita. Dice il testo: «potente nelle parole e nelle opere». E
molto facilmente in tre parti. La prima parte 6 compresa nei la stessa espressione che si ritrova in Lc 24,19 per indicare
versetti 20-22 e possiamo chiamarla l'«educazione di Mo- le grandi potenzialita di Gesii. Tali potenzialita vengono ora
se». La seconda parte 6 compresa nei versetti 23-29 e si pu6 riferite ai chiamati che seguono il Cristo.
chiamare ogenerosita e delusion di Mose». La terza parte Da un punto di vista esteriore, a Mose non manca piu
e compresa nei versetti 30-40 e possiamo chiamarla osco- niente. Tuttavia egli non realizza e non propone niente di
perta della propria vocazione». nuovo per il suo popolo. In lui non 6 ancora scattata la scin-
tilla dell'interesse per la vita. Si puo dire che Mose ci viene
qui presentato come l'uomo che vive di metodi e di sogni.
Educazione di Mose: vv. 20-22 Ci viene descritto un po' quello che pu6 avvenire nel perio-
do formativo: si imparano metodi, tecniche della preghiera,
«In quel tempo nacque Mose e piacque a Dio; egli fu alle- del colloquio, dell' apostolato, pep) in realta it contatto vero
vato per tre mesi nella casa paterna, poi, essendo stato espo- con la vita non e ancora realizzato. Si tratta di pure possi-
sto, lo raccolse la figlia del faraone e lo allevo come figlio. bility acquisite e facilmente gonfiabili, facili da distorcere.
Cosi Mose venne istruito in tutta la sapienza degli Egiziani L'aspetto positivo di questo momento formativo e l'arric-
ed era potente nelle parole e nelle opere». chimento di tante possibility; e l'acquisto pieno del posses-
so dei mezzi espressivi, comunicativi, di azione nella society.
Qual e la caratteristica di questa prima fase della vita di Lo svantaggio di questa situazione iniziale a invece rap-
Mose, dei suoi primi quarant' anni di esperienza? E una for- presentato da un carente contatto con la realta cosi com'e.

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Una mancanza di impatto preciso con cio che ci circonda. se, dicendo: "Chi ti ha nominato capo e giudice sopra di noi?
Per cui ii rischio latente a che una persona, nella ricchezza Vuoi forse uccidermi, come hai ucciso ieri l'egiziano?".
dei suoi metodi, si immagini modi di lavoro, riuscite, suc- Fuggi via Mose a queste parole, e ando ad abitare nella
cessi, difficolta, che in realta sono apparenti. Anche it con- terra di Madian, dove ebbe due figli».
fronto con gli altri pub venire immaginato secondo gli sche-,
mi che uno si e costruito. All'inizio del secondo periodo della sua vita c'e it desi-
Il rischio gravissimo di questo momento formativo 6 in- derio di Mose di rendersi conto di come le cose stanno, e
somma quello di non venire a contatto con le persone, ma non di come gli hanno detto che stiano. «Gli venne l'idea di
con cio che si pensa delle persone. Non venire a contatto fare visita ai suoi fratelli».
con le situazioni, ma con cio che si immagina delle situa- Ben presto per() si accorge che tra la realta e l'immagine
zioni. Questo aspetto immaginativo puo talora spingerci a che lui si e fatto di essa c'e uno scarto molto grande; che c'e
tal punto che addirittura noi non veniamo a contatto con cio differenza tra l'idea che lui si e fatto di come gli altri avreb-
che noi stessi siamo, bensi con l'immagine che di noi stessi bero risposto al suo modo di agire e la risposta effettiva che
ci siamo fatti. gli viene data.
Mose vive, come tutti noi, questo momento formativo in Il suo entusiasmo presto svanisce, it suo coraggio viene
cui accanto all' acquisto dei metodi e delle tecniche di azio- meno, i suoi progetti sono distrutti. Mose viene sconfitto da
ne a presente l' aspetto immaginativo e irreale di cio che ci una realta molto diversa da come se l'era immaginata. «Fug-
circonda. gi via Mose»: non riesce pia a fronteggiare gli avvenimenti,
non riesce a sopportare lo scacco subito, e incapace di rico-
noscere cio che lo circonda: e un emarginato. Per questo
Generosity e delusione di Mose: vv. 23-29 fugge via.
Siamo al punto massimo dello scacco che la vita riserva
«Quando stava per compiere i quarant' anni, gli venne l' idea a Mose: la sua vocazione e giunta a un momento di prova
di far visita ai suoi fratelli, i figli di Israele, e vedendone uno e lui non ha saputo resistere. Cie che egli si aspettava dai
trattato ingiustamente, ne prese le difese e vendice l'oppres- suoi metodi, dalle sue tecniche, non si e verificato; anzi si
so, uccidendo l'egiziano. Egli pensava che i suoi connazio- verificato it contrario. Tutti i suoi sacrifici sono stati derisi
nali avrebbero capito che Dio dava loro salvezza per mezzo da coloro per i quali egli ii aveva compiuti a rischio della
suo, ma essi non compresero. Il giorno dopo si presento in vita.
mezzo a loro mentre stavano litigando e si adoperO per met- Mose fugge con parole veramente amare: <Ando ad abi-
terli d'accordo, dicendo: "Siete fratelli; perche vi insultate tare nella terra di Madian». Per la Bibbia, abitare in terra
l'un l'altro?". Ma quello che maltrattava it vicino lo respin- straniera vuol dire cessare quasi di vivere come essere uma-

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no. Per i popoli semiti infatti un essere umano ha una vita Proprio lui Dio aveva mandato per essere capo e liberatore,
soltanto quando 6 in comunione con i suoi: fuori dalla fa- parlando per mezzo dell'angelo che gli era apparso net ro-
miglia, dagli amici, non 6 pia nessuno, nessuno si impegna veto. Egli li fece uscire, compiendo miracoli e prodigi nella
a difenderlo, tutti to vogliono sfruttare; non ha piil quasi terra di Egitto, net Mare Rosso, e net deserto per quarant'an-
diritto all'esistenza. ni, Egli 6 quel Mose che disse ai figli di Israele: "Dio vi
Mose fugge a Madian dove gli nascono due figli. L'an- fara sorgere un Profeta tra i vostri fratelli, al pari di me".
notazione sui figli non c'e nel testo originate dell'Antico Egli 6 colui che, mentre erano radunati net deserto, fu me-
Testamento. Io la leggo cosi: Mose scappa dalla sua terra, diatore fra 1' angelo che gli parlava sul monte Sinai e i nostri
dallo scenario dei suoi sogni, ritirandosi a vita privata. For- padri; egli ricevette parole di vita da trasmettere a noi. Ma i
se dentro di se pensa: «Credevo di essere fatto per una mis- nostri padri non vollero dargli ascolto, lo respinsero e si
sione verso gli altri, ora e meglio che pensi a me, al mio volsero in cuor loro verso l'Egitto, dicendo ad Aronne: "Fa'
benessere personale, a farmi una famiglia e a consolarmi in per noi una divinity che ci vada innanzi, perche a questo
essa». Mose si immerge nella sua vita privata e sembra aver Mose che ci condusse fuori dall'Egitto non sappiamo cosa
rinnegato la sua vocazione. Ha chiuso con i problemi degli sia accaduto"».
altri, del suo popolo; ora pensa ai suoi problemi, a trovare
un poco di quiete e di benessere personale. Mose e rimasto a marcire sul suo scacco per un tempo
lunghissimo: per quaranta terribili anni. Ha fatto una fatica
enorme per accettare cio che era successo.
Scoperta della propria vocazione: vv. 30-40 Possiamo in qualche modo immedesimarci in lui, imma-
ginarlo mentre fa it pastore net deserto e passa le notti a
oPassati i quarant'anni, gli apparve nel deserto del monte domandarsi quale peccato abbia mai fatto da spingere it re
Sinai un angelo, in mezzo alla fiamma di un roveto ardente. a trattarlo in quel modo. A chiedersi perche it popolo non to
Mose rimase stupito di questa visione; e mentre si avvicina- ha ascoltato.
va per vedere meglio, udi la voce del Signore: "Io sono it A questo proposito c'e una nota di Gregorio Nisseno,
Dio dei tuoi padri, it Dio di Abramo, di Isacco e di Giacob- nella sua Vita di Mosel, che e molto interessante.
be". Esterrefatto, Mose non osava guardare. Allora it Signo- Nel capitolo primo di tale opera si domanda che cosa ha
re gli disse: "Togliti dai piedi i calzari, perche it luogo in cui fatto Mose in questi quarant' anni. Gregorio Nisseno rispon-
stai e terra santa. Ho visto l'afflizione del mio popolo in de che Mose invece di stordirsi con tante occupazioni, per
Egitto, ho udito it loro gemito e sono sceso a liberarli; ed
ora vieni, che ti mando in Egitto". Questo Mose che aveva- Vie de Moire, SC. n. I bis, Du Cerf, Paris 1955, a cura di J. DANIELou; qui
no rinnegato dicendo: "Chi ti ha nominato capo e giudice?" sara citata la tr. it., a cura di C. BRIGATrl, Edizioni Paoline, Alba 1967.

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esempio it commercio, che avrebbe potuto svolgere con si sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: "Ora basta,
grande profitto personale, privato, dimenticando del tutto Signore! Prendi la mia vita, perche io non sono migliore dei
l'insuccesso in Egitto, scelse invece un'occupazione solita- miei padri"» (1Re 19,3-4).
ria e ritirata. Mose viene visto come l'uomo che, pur essen-
do fuggito, non ha avuto paura di chiedersi per giorni e E un altro caso di un uomo buttato a terra, sfiancato da
giorni ii perche della sua sofferenza; di domandarsi come una realta che non ha saputo affrontare. Dio prova in modo
mai sia successo tutto cio, chi e che cosa lo ha permesso. terribile queste vocazioni privilegiate facendole passare nel-
Mose gradualmente in questa sua macerazione si purifica, la via amarissima dell' insuccesso.
entra sempre pia in una situazione di vigilanza, di attesa. In questo periodo di macerazione Mose scopre di non
Mose si purifica soprattutto dalla fiducia cieca nei propri poter fare nulla con le sue forze. E quando scopre cio allora
metodi, nelle proprie tecniche, in tutto cio che egli aveva finalmente e preparato per ricevere in modo preciso la vo-
progettato. Incomincia a capire che non basta dire una pa- cazione e la missione da parte di Yhwh.
rola agli altri perche questi ci seguano; it guidare gli altri Il oDio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe» lo chiamava
estremamente pia complesso, comporta di fare i conti non per nome e lo inviava in Egitto per salvare it suo popolo
solo con cio che io penso che gli altri siano, ma con cio che oppresso. Quelle parole per Mose sono una cosa sconvol-
gli altri sono veramente. Nasce in Mose una vision sempli- gente. Nella sua amarezza pensava che quel luogo, nel qua-
cissima ma totalmente nuova della realta. le si trovava, it deserto, era it suo esilio, l'emarginazione,
Per capire meglio la situazione di Mose potremmo con- dove nessuno si ricorda di lui. Ed ecco invece che, in questo
frontarla con altre situazioni analoghe dell'Antico Testamen- luogo, ora risuona it suo nome. C'e qualcuno che lo cono-
to. Ad esempio con 1Re 18,4ss.: ci viene qui presentato Elia sce: quel luogo per lui maledetto e invece terra santa. In
che compie un atto di coraggio straordinario. Da solo sfida tutta la vicenda di Mose sta avvenendo un radicale capovol-
tutti i cinquecento profeti di Baal e sul monte Carmelo da gimento. Le cose che lui pensava ovvie non lo sono: tutto
una dimostrazione della sua totale adesione a Yhwh. Anche diverso da come credeva.
lui a un uomo che raggiunge it culmine del suo coraggio, Mose finalmente si accorge di essere un uomo inutile, che
della donazione di se, della sua fedelta a Dio. Tuttavia poco ha sbagliato, che non ha fatto bene i suoi calcoli. Ed e allo-
dopo, nel capitolo 19, Elia 6 improvvisamente diventato ra che si sente dire: oTu devi andare», «Io ti mando».
pauroso e fugge dinanzi alle minacce di Acab: Mose fino a quel momento aveva pensato e agito come
se fosse lui it responsabile di Israele, come se toccasse a lui
«Elia, impaurito, si alzo e se ne ando per salvarsi. Giunse a interessarsi del popolo, come se solo lui capisse i fratelli e
Bersabea di Giuda. La fece sostare it suo ragazzo, egli si le loro sofferenze. Adesso invece ha la chiara intuizione che
inoltro nel deserto una giornata di cammino e ando a seder- non 6 lui che ha visto le sofferenze di Israele, bensi e Dio

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che ha visto it suo popolo nel dolore. Mose capisce una innovare, quanto piuttosto l'iniziativa divina che permea
cosa fondamentale di ogni vocazione divina: la chiamata tutto di se e trasforma tutto cie che avviene e che avverra in
iniziativa di Dio. Scopre ora, dopo due lunghi periodi di noi e negli altri.
infatuazione personale, di disillusione, di amarezza, che Come conclusione di queste brevi considerazioni, chie-
l'iniziativa della salvezza viene da Dio; che non 6 lui a pre- diamoci ora se anche nella vita della Chiesa ci sono figure
occuparsi del popolo, ma 6 Dio che, prima di lui, ha a cuo- ecclesiali che sono giunte solo gradualmente alla compren-
re i suoi figli. Mose 6 solo to strumento delle preoccupazio- sione chiara della vocazione divina. A me sembra di si. Se
ne e delle premure di Dio, della realizzazione del suo piano noi vediamo le figure ecclesiali che nella storia della Chie-
di salvezza. sa hanno avuto la funzione di suscitare nuove energie, nuo-
La Bibbia dunque ci fa vedere con quanta fatica Mose vi gruppi di impegno, pin volte queste sono passate attraver-
giunge a comprendere it suo giusto posto nella missione so una simile progressione.
divina. Ha dovuto passare attraverso l'amarezza della disil- In Ignazio di Loyola, per esempio, c'e una ricerca molto
lusione per riuscire a intuire veramente che Yhwh e it Dio lunga che dopo la prima conversione to porta a capire cosa
dell'iniziativa salvifica e che tutte le salvezze portate dai deve fare. Prima pensava di andare a Gerusalemme, di pre-
suoi chiamati sono secondarie rispetto alla sua iniziativa. dicare ai Turchi, di morire martire; poi gradualmente capisce
Mi sembra che appunto qui noi cogliamo quella che ho che la volonta di Dio to chiama ad altre cose. Anche qui non
chiamato «la progressione della vocazione». La progressio- vie una rivelazione immediata, ma una percezione graduale.
ne, beninteso, non riguarda l'oggetto della vocazione, bensi San Camillo de Lellis e altri grandi fondatori passarono
riguarda la presa di coscienza di tale oggetto. Bene o male, per diverse esperienze successive, anche se configurate in
l'oggetto della vocazione a Mose e chiaro fin dall' inizio: it maniere molto vane.
popolo di Yhwh deve essere liberato della schiavith. Ma non Lo stesso san Benedetto passa per vane esperienze nega-
chiaro a Mose che cosa cio significa dal punto di vista tive, prova l'insuccesso, viene cacciato via, deve fuggire.
dell'iniziativa divina. In queste grandi figure ecclesiali sembra dunque che si
E un'attivita personale di Mose, it quale sara dunque al debba riconoscere una costante: una progressione di cono-
centro dell'azione e dell'attenzione, oppure un'attivita di scenza della chiamata divina. Si deve pep) tenere presente
Dio in cui Mose funge da strumento provvidenziale e privi- che l'essenziale di ogni vocazione non 6 che ci siano neces-
legiato? Soltanto in questo secondo caso siamo di fronte a sariamente questi tentennamenti successivi; l'essenziale
una vocazione divina cosi come la Bibbia la intende. che si giunga al piti presto alla comprensione del primato
A me sembra che Mose rappresenti, nell'economia della che spetta all' iniziativa divina.
storia della salvezza, la chiarificazione piu esemplare di que-
sta fondamentale verita: non siamo tanto noi ad agire e a Un'altra domanda puo essere la seguente: chi e Mose?

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un servitore del popolo. Questa caratteristica non ap- della sua vita quotidiana. Dio gli va incontro e fa capire che
pariva in Abramo, it quale era un individuo solitario, anche non sara cosi, che tale impresa lo coinvolgera sino al rischio
se ha dato origine a una stirpe. della vita.
La vicenda di Mose mostra la profondita dell'identifica- La missione accettata e un rischio tale che prende tutta la
zione di un chiamato con le persone che it Signore gli pone , persona e non pith essere accolta senza timore e trepiclazione.
vicino. Questo fatto tocca it culmine del dialogo tra Dio e
Mose, in cui quest'ultimo rifiuta di essere separato dal de-
stino del suo popolo. Dio infatti gli propone di salvarsi la-
sciando cadere it popolo: Mose non accetta. Si e identifica-
to talmente con i suoi da rappresentarli, da viverne it desti-
no, le attese.

Un'altra domanda puo riguardare it rapporto tra l'invito


e l'obbligo nella vicenda di Mose. A questo proposito ci
sono alcuni passi dell'Esodo che possono diventare chiari-
ficanti.

oMentre si trovava in viaggio, nel luogo dove pernottava, it


Signore gli venue contro e cerce di farlo morire. Allora Zip-
pora prese una selce tagliente, recise it prepuzio del figlio e
con quello gli toed) i piedi e disse: "Tu sei per me uno spo-
so di sangue". Allora si ritiro da lui. Essa aveva detto "spo-
so di sangue" a causa della circoncisione» (Es 4,24-26).

Questo e un passo oscuro e difficile da interpretare: la


disperazione di molti esegeti. A prima vista sembrerebbe
indicare it tema della circoncisione. In realta non 6 cosi e
Andre Neher ci da un'altra interpretazione molto piti con-
vincente. Mose obbedisce al comando di Dio, ma un po'
alla leggera. Si avvia verso l'Egitto come se questa fosse
un'impresa facile, che poteva essere continuata nella quiete

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MOSE: IL SERVO DI DIO giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro
Dio". to so che il re di Egitto non vi permettera di partire,
se non con l'intervento di una mano forte. Stendere dunque
la mano e colpiro l'Egitto con tutti i prodigi che operere in
mezzo ad esso, dopo egli vi lascera andare» (Es 3,16-20).

Riflettendo pia a fondo ci accorgiamo che non e tutto


cosi semplice. I grandi spiriti che hanno contemplato la vi-
cenda di Mose non l'hanno riassunta cosi: anzi neppure la
A che cosa e stato chiamato Mose? Bibbia ce la presenta sempre in questo modo; quando infat-
ti in alcuni passi viene rievocata la vicenda dell'uscita
Riprendiamo la figura di Mose chiedendoci a che cosa dall'Egitto, non la si attribuisce a Mose. E Dio che ha fatto
lui e stato chiamato, considerando la sua vicenda come vo- uscire it suo popolo dall'Egitto.
cazione, dal punto di vista delle realta a cui e stato chiama-
to. Con Abramo una simile domanda portava a una risposta «Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti:
generica: non era chiamato a far nulla di speciale, a costru- perche eterna e la sua misericordia.
ire qualcosa di specifico con le sue mani; gli era semplice- Da loro libero Israele:
mente chiesto di fidarsi di Dio. Per Mose 6 diverso. perche eterna e la sua misericordia;
A prima vista sembra che lui sia stato chiamato a libera- con mano potente e braccio teso:
re il suo popolo dalla schiavita dell'Egitto. perche eterna e la sua misericordia.
Divise il Mar Rosso in due parti:
«Va.' ! Riunisci gli anziani di Israele e di' loro: "Il Signore, perche eterna e sua misericordia.
Dio dei vostri padri, mi e apparso, it Dio di Abramo, di In mezzo fece passare Israele:
Isacco, di Giacobbe, dicendo: 'Sono venuto a vedere voi e perche eterna 6 la sua misericordia» (Sal 136,10-14).
cio che vien fatto a voi in Egitto. E ho detto: vi fare uscire
dall'umiliazione d'Egitto verso il paese del Cananeo, «Mose sail verso Dio e il Signore lo chiamo dal monte di-
dell'Hittita, dell'Amorreo, del Perizzita, dell'Eveo e del Ge- cendogli: "Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai
buseo, verso un paese dove scone latte e miele'". Essi ascol- agli Israeliti: stessi avete visto ea') che io ho fatto
teranno la tua voce e to e gli anziani di Israele andrete dal all'Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho
re di Egitto e gli riferirete: "II Signore, Dio degli Ebrei, si e fatti venire fino a me"» (Es 19,3-4).
presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto a tre

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Anche la festa di Pasqua, nel suo rituale, non menziona sarai stato illuminato dalla nube e addolcito dal legno; quan-
quasi mai la figura di Mose: e sempre l'azione Dio che vie- do, bevuta l'acqua sgorgante dalla pietra, avrai gustato ii
ne posta al centro. cibo che scende dall'alto e con purita e innocenza ti sarai
Come possiamo allora riassumere la missione di Mose, apprestato a salire it monte e la giunto avrai sentito suonare
e qual a l'oggetto della sua vocazione? Credo che abbia , le trombe del divino mistero e, dopo esserti avvicinato a Dio
visto bene Gregorio Nisseno, nella sua Vita di Mose, quan- nella densa caligine della fede, ti saranno stati rivelati i mi-
do ci dice che Mose e stato chiamato a servire, ha fatto una steri del tabernacolo e la dignita del sacerdozio, quando
cola cosa: ha servito. Gregorio Nisseno commenta Dt 34,5: avrai preparato it tuo cuore come fa it tagliapietre, cosi che
Dio vi possa incidere le sue parole, quando avrai distrutto
«Mose servo del Signore mon in quel luogo, nel paese di l'idolo d'oro, eliminando dalla tua vita la passione dell'ava-
Moab, secondo l'ordine del Signore». rizia e ti sarai portato tanto in alto che la magia di Balaam
non potra raggiungerti (sentendo parlare di magia devi in-
Gregorio Nisseno si chiede perche e proprio in questo tendere i diversi inganni della vita per effetto dei quali gli
momento culminante che viene chiamato oservo del Signo- uomini, come ammaliati dal filtro di Circe, perdono i carat-
re». E dice: teri della loro natura e assumono la figura di animali); quan-
do avrai provato tutto cio e in to sara fiorita la verga del
0Cosi sappiamo che egli fu ritenuto degno, per le sue azio- sacerdozio (quella che non assorbe nessun umore dalla ter-
ni, di essere chiamato servo di Dio, titolo di grandissimo ra onde giungere a fioritura ma produce da se stessa it frut-
onore che dimostra come si sia innalzato al di sopra di tutto to di nocciolo, amaro e aspro all'esterno, dolce e buono di
cio che e nel mondo. Nessuno infatti potrebbe servire Dio, dentro); quando, eliminato tutto cio che si oppone alla tua
se non si innalza al di sopra di tutto cio che e nel mondo. dignita, lo seppellirai come fu di Datan o lo distruggerai col
Il termine della sua vita, fissato da Dio, e chiamato dalla fuoco come avvenne di Kore, allora sarai vicino al termine.
Scrittura col nome di morte, ma si tratto di una morte viven- Parlando di termine, io intendo quella realta in vista della
te perche ad essa non segui sepoltura, per essa non si innal- quale uno agisce. Termine del lavoro dei campi 6 in tal
z6 un monumento funebre, essa non assomiglio a quella che senso la raccolta dei frutti, termine della costruzione della
fa chiudere gli occhi per sempre e deturpa it volto. casa e l'abitarvi, termine del commercio e la ricchezza,
Da cio dobbiamo apprendere e considerare come unico fine termine degli sforzi atletici 6 la corona. Parimenti ii termi-
della vita quello di meritare, attraverso le nostre opere, it ne della vita spirituale e giungere a essere chiamati servi-
titolo di servi di Dio. tori di Dio»'.
Quando, tu, sgominati tutti i nemici — l'Egiziano, l'Amale-
cita, l'Idumeo, it Madianita — avrai attraversato it mare e ' La vita di Mose, cit., pp. 216-217.

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Questa 6 anche l'interpretazione dei rabbini, gia prece- Per Mose iniziano i problemi concreti, a sbalzato dal suo
dentemente vista: piedestallo di grande condottiero e diventa it fornitore di
acqua per il suo popolo. Cerca di sopperire ai bisogni piu
«Mose passO quarant'anni in Egitto, passo quarant'anni in immediati della gente.
Madian e per quarant'anni servi Israele». Se il capitolo 15 descrive Mose alle prese col problema
dell' acqua, it capitolo 16 ce lo presenta alle prese con il
Partendo dall'intuizione di Gregorio Nisseno, ci possiamo problema del pane e della came:
interrogare sul contenuto del servizio di Mose.
Se leggiamo l'Esodo alla luce di questo servizio vi ritro- «Nel deserto tutta la comunita degli Israeliti mormore con-
viamo le diverse forme di diaconia cristiana, dei servizi a tro Mose e Aronne. Gli Israeliti dissero loro: "Fossimo
cui ii cristiano e chiamato. Ci sono presentati i vari servizi morti per mano del Signore nel prese d'Egitto, quando
che Mose ha reso al suo popolo. eravamo seduti presso la pentola della came, mangian-
Quando Dio lo ha chiamato dal roveto forse Mose si sa- do pane a sazieta! Invece ci avete fatti uscire in questo
ra immaginato che avrebbe camminato alla testa del suo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine"»
popolo, come un faraone, indicando la via da seguire, esor- (Es 16,2-3).
tando e governando col piglio di un grande condottiero. In
realta i suoi servizi saranno molto piu modesti. Mose deve fornire al suo popolo le risposte concrete ai
Il suo primo servizio, in ordine logico e cronologico, e suoi bisogni immediati. Questa, forse, sara stata una delu-
quello che definirei «dell' acqua e del pane». sione per Mose; ma doveva rendersi conto che non si pub
Nel capitolo 15 dell'Esodo c'e it grande Cantico di vit- guidare it popolo senza tenere conto delle sue necessita.
toria per il Signore che «ha mirabilmente trionfato, ha get- Mose si forma alla dura scuola del realismo; capisce che la
tato in mare cavalli e cavalieri». Piu avanti nello stesso ca- gente prima di avere i bisogni sublimi ha dei bisogni molto
pitolo, ai versetti 22-24, si dice: piu elementari.
Il secondo servizio, in ordine logico e ontologico, e quel-
«Mose fece levare l'accampamento di Israele dal Mare Ros- lo che chiamo it oservizio della responsabilita». Per chiari-
so ed essi avanzarono verso il deserto di Sur. Camminarono re la natura di questo servizio mi riferisco soprattutto al
tre giorni nel deserto e non trovarono acqua. Arrivarono a testo riassuntivo di Dt 1,12:
Mara, ma non potevano bere le acque di Mara perche erano
amare. Per questo erano chiamate Mara. Allora il popolo oMa come posso io da solo portare it vostro peso, il vostro
mormoro contro Mose: "Che berremo?"». carico e le vostre liti?».

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Mose prova la fatica di portare it carico dei fratelli, it Mose, della sua esperienza: it «servizio della preghiera e
peso degli altri, i loro difetti, le loro difficolta, le loro delu- dell' intercessione».
sioni quotidiane. Impara a portare questo peso e capisce che Mose rimane nella tradizione biblica it grande interces-
deve farsi aiutare da altri. sore per it suo popolo. L'episodio classico 6 la lotta contro
CR) che e fondamentale, nell'esperienza diaconate di Mo-, gli Amaleciti descritta in Es 17; net versetto 11 si legge:
se, 6 it capire che servire a innanzitutto rendersi conto dei
bisogni degli altri, accettare gli altri per cio che sono. «Quando Mose alzava le mani, Israele era it pia forte, ma
C'e un terzo tipo di servizio che va al di la di questo quando le lasciava cadere, era pia forte Amalek».
della responsabilita: e quello che chiamerei «il servizio del-
la consolazione». Mose non 6 soltanto colui che sa portare Mose supera la stanchezza e, con le sue mani alzate ver-
i pesi degli altri, equilibrare le situazioni, ma 6 anche l'uomo so it Signore, ottiene la vittoria.
che sa dare coraggio, che consola, che incita. Significativo Altro esempio e quello che leggiamo net capitolo 32
a questo proposito 6 Es 14,13-14: dell'Esodo, nei versetti 31-32, dove Mose addirittura inter-
cede per it suo popolo a rischio che cie risulti per lui svan-
«Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza che it taggioso:
Signore oggi opera per voi; perche gli Egiziani che voi oggi
vedete, non li rivedrete mai pia! Il Signore combattera per «Mose ritorno dal Signore e disse: "Questo popolo ha com-
voi, e voi starete tranquilli». messo un grande peccato: si sono fatti un dio d'oro. Ma ora,
se to perdonassi it loro peccato [...]. E se no, cancellami dal
Interessante e vedere, dal versetto seguente, come Mose tuo libro che hai scritto"».
abbia detto queste parole pieno di paura lui stesso. Anche
lui non sa cosa fare, pero ha la capacita di aiutare gli altri, Mose si e talmente identificato col suo popolo, che non
di incoraggiare la gente. Questo e molto di pia di un sem- vuole essere salvato se non con esso, non vuole che si faccia
pfice esercizio della responsabilita. Mose sa indicare delle distinzione tra lui e la sua gente.
mete e sospingere efficacemente per raggiungerle. La sua Questo servizio dell'intercessione, che viene ricordato
vocazione al servizio si qualifica sempre meglio come at- anche in molti scritti giudaici seguenti, sfocia in un ultimo
tenzione ai bisogni piu profondi della gente. E uno di questi tipo di servizio che io pongo come it piu elevato, anche se
bisogni a quello di essere incoraggiati, guidati, illuminati, suppone i precedenti. Li suppone e li riassume. E it servizio
sospinti in avanti. per it quale Mose si qualifica: it «servizio della parola».
Dopo questo, pongo un altro grado successivo di servizio, Mose e colui che porta al popolo la Parola di Dio.
che mi sembra caratteristico e qualificante della vicenda di

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«Mose sail verso Dio e it Signore lo chiamo dal monte di- momenti in cui potesse disinteressarsi del suo popolo: ap-
cendo: "Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli pare continuamente inserito in maniera irrevocabile nella
Israeliti..."» (Es 19,3). vicenda di Israele. Tanto che, quando si allontana un mo-
mento per pregare, ritorna, e trova che le cose vanno male.
Egli 6 it servitore della Parola di Dio presso it suo popo-, La sua presenza e veramente intimamente congiunta con la
lo. vocazione del suo popolo: e un servizio totale.
Questi sono alcuni aspetti del servizio di Mose che ho Ma 6 anche un servizio per tutto l'uomo. E, cioe, aiuto a
cercato di sintetizzare e di cogliere nella loro complessita e tutte le necessity della gente. Egli deve provvedere un po' a
organicity. Mose non 6 un illuso che si immagina un popolo tutto: interessarsi di tutte le necessity che it suo popolo sen-
senza liti, tensioni, difficolta; e un uomo che per it suo po- te nel cammino attraverso it deserto.
polo sa perseverare in preghiera davanti a Dio, anche in mo- L'esistenza diaconale dei cristiani non deve essere quindi
menti difficilissimi. Tutto questo qualifica la diaconia di limitata all'uno o all'altro tipo di servizio: non 6 soltanto
Mose: un uomo che puo essere veramente chiamato oil servo servizio della Parola, o della preghiera, o della consolazione,
di Dio» perche e passato attraverso tutte le gradazioni suc- ma li abbraccia tutti. Evidentemente Mose e una figura co-
cessive del servizio sino a quella piu alta della Parola di Dio. lossale, un esempio straordinario che ha vissuto fortemente
tutte queste diaconie. Nella nostra esperienza sara l'una o
l'altra a essere sottolineata: pea) l'esistenza cristiana come
La vocazione cristiana come chiamata al servizio tale non puo ignorare nessuna delle necessity umane. Pro-
prio perche di sua natura, nel battesimo, l'uomo, nella sua
Tenendo presente quanto abbiamo detto su Mose, si puo generality, viene posto al servizio di tutto l'uomo.
affermare che la vita cristiana, l'esistenza pasquale del cri- Detto questo, possiamo definire l'esistenza cristiana come
stiano, la vita secondo it Vangelo, a una vita spesa per it un'esistenza diaconale, in cui si riconoscono gradi diversi,
servizio dei fratelli. E una chiamata al servizio che ha que- momenti successivi, tappe di formazione. Io distinguerei due
ste due caratteristiche: e una chiamata totale ed e una chia- generi di successione: primo, una successione nella forma-
mata al servizio di tutto l'uomo. zione alla diaconia; secondo, una successione, o meglio una
Totale in quanto impegna tutta la personality. Il servizio gradualita, nell' esercizio della diaconia.
cristiano, nella sua accezione battesimale, non e semplice- Per tutto questo non mi riferisco piu all'episodio di Mo-
mente un servizio professionale, anche se puo utilizzare se, insufficiente per queste determinazioni, bensi a parecchi
attivita e servizi di questo tipo; e servizio di tutta la persona, testi del Nuovo Testamento; in particolare a quell'esperien-
donazione di se stessi ai fratelli. Questo e molto chiaro nel- za diaconale che e, nel suo insieme, it Vangelo di Luca.
la vicenda di Mose. Lui non aveva tempi liberi, non aveva Questo Vangelo puo essere letto, in tutta la sua interezza,

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dal punto di vista di questa formazione progressiva che Ge- si. Diminuiscono le sue opere e aumentano le sue parole.
sa opera nei suoi Apostoli per trasformarli in servitori. Egli Parole rivolte soprattutto al gruppo dei discepoli. Gesa si
li forma a essere servitori della Parola e per questo li fa dedica alla formazione del suo piccolo gregge, mentre nella
passare attraverso tutta una serie di diaconie. prima parte si era rivolto a tutti indistintamente.
Il Vangelo di Luca schematicamente pub essere conside-, In questa formazione del piccolo gruppo dei discepoli,
rato come diviso in due sezioni fondamentali: la prima va Gesii insiste su alcune cose che sono ripetute talora con una
dal capitolo 4 al 9; la seconda dal capitolo 10 al 18. durezza da mozzare it fiato. Sono parole taglienti, molto
Vediamo cosa avviene, dal punto di vista della formazio- difficili. Quando c'erano ancora i cinquantadue Vangeli do-
ne al servizio nei capitoli 4-9. Ci troviamo davanti a dodici menicali nel Lezionario preconciliare non si leggevano mai:
miracoli di Gesa, divisi in van momenti successivi, e a una e quindi ordinariamente la gente non le conosceva; ma quan-
serie di parabole e di discorsi. La caratteristica globale, sia do sono lette scuotono davvero l'anima. Sono parole che
di questi miracoli, sia di queste parole di Gesa, e che sono fanno sentire la violenza e l'esigenza della predicazione di
parole e gesti atti a educare it cristiano alla compassione,
alla sensibility per le difficolta del prossimo, alla solidarieta Nel complesso, la prima face e la piu intonata alla carita,
con la sofferenza altrui. In questi primi capitoli troviamo alla compassione, al perdono; era quindi molto pia facile da
l'immagine di un Gesii sommamente umano, comprensivo, recepire. Nella seconda parte invece, le insistenze sono prin-
solidale col bisogno, la malattia, le difficolta, le sofferenze cipalmente per una rinuncia totale:
dei poveri. Troviamo una formazione diaconale che bada
soprattutto alla maturazione di una profonda umanita, nel «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la
senso largo del termine. E in questa parte del Vangelo di moglie, i figli, i fratelli, le sorelle, e perfino la propria vita,
Luca sono riportate le parole pia popolari di Gest". Quelle non pub essere mio discepolo. Chi non porta la propria cro-
che ogni uomo, anche un non cristiano, leggendole, e im- ce e non viene dietro di me, non pub essere mio discepolo»
mediatamente portato ad accettare. Questa prima formazio- (Lc 14,26-27).
ne all'umanita direi che e la parte pia universale e pill sem-
plice del Vangelo di Luca. Bisogna rinunciare a tutto e abbandonarsi senza riserve
Le cose cambiano, o meglio si approfondiscono e si spe- nelle mani del Padre celeste; lasciare ogni preoccupazione
cificano, nei capitoli dal 10 al 18. Sono i capitoli in gran e immergersi completamente in Lui. E come «il Figlio
parte formati dal materiale del cosiddetto «itinerario luca- dell'uomo deve essere crocefisso», cosi pure ciascuno deve
no». Alcuni aspetti di questa seconda parte del Vangelo di saper morire a se stesso e portare la propria croce.
Luca si possono cogliere anche da una lettura supefficiale: Appare qui l'educazione al senso di quel totale abbando-
diminuiscono i miracoli di Gest) e aumentano i suoi discor- no del Cristo nei confronti del Padre; abbandono che deve

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divenire l'esperienza del cristiano impegnato nel servizio. nale: non soltanto le diaconie che nascono dalla fede, c'e
Non soltanto servizio immediato delle necessity pin urgen- pure «la diaconia della fede».
ti, ma anche it servizio della Parola, con tutte le conseguen- Sono tutti quei servizi in cui non viene dato al fratello
ze e le esigenze che essa comporta. soltanto qualcosa di materiale, un aiuto, un conforto, una
Se teniamo presente come sfondo generale della gradua- medicina, ma gli viene data la Parola evangelica. Questo
lita formativa del cristiano alla diaconia quanto abbiamo it servizio pin difficile: suppone infatti una grande conoscen-
detto finora, abbiamo due stadi fondamentali: it primo e za del cuore umano, dei veri bisogni dell'uomo, delle attese
l'educazione all' umanita, i1 secondo e l'educazione alla ri- umane.
gorosita del Vangelo, al totale abbandono in Dio. Questi due In questo tipo di servizio c'e una grande possibility di
aspetti sono due momenti successivi o anche cronologica- venire respinti, di non essere accolti. E pill facile accogliere
mente un po' distinti nell'esperienza di ciascuno. Ci vuole un servizio immediato che non impegna troppo chi lo riceve,
un certo grado di maturazione per poterli comprendere: la piuttosto che un servizio della Parola che impegna chi lo
croce si accetta consapevolmente solo quando si prende co- riceve a rispondere e a coinvolgersi. Questo servizio richie-
scienza di se stessi. de una maturity molto superiore; richiede ci6 che Luca di-
Ci sono altri due specifici momenti dell'esistenza diaco- ceva nella seconda parte del suo Vangelo: l' abbandono in-
nale dei cristiani. Momenti che chiarisco rifacendomi di condizionato nelle mani di Dio.
nuovo all'esperienza di Mose, e poi soprattutto all'esperien- Tutto questo e collegato con gli altri stadi della vicenda
za evangelica. di Mose: it servizio della consolazione, della preghiera e
C'e it momento del servizio cristiano come «servizio a della Parola. Sono queste diaconie specificatamente evan-
partire dalla fede». Sono tutte quelle diaconie fatte a bene- geliche che fondano it ministero presbiterale. Esigono una
ficio dei nostri fratelli per un motivo di impegno battesima- maggiore responsabilita.
le che ci porta a metterci volentieri a disposizione di tutti. Il Ordinariamente esse non sono fatte bene se non da chi si
servizio del malato, dell'emarginato, dell'abbandonato, di e gia esercitato nelle diaconie primarie. In quelle cioe che
colui che ha bisogno di essere visitato, consolato, di colui sono piu evidenti, piu immediate, pill affascinanti per la gen-
che e in carcere: tutte forme di servizio che, partendo da una te e per i giovani.
visuale di fede, mettono i1 cristiano a piena disposizione E facile coinvolgere dei giovani ad andare a visitare dei
degli altri. Ci ricordano quelle diaconie di Mose che abbia- malati: e piti difficile educarli a una vita di chiesa, portare
mo nominato prima, soprattutto quella dell'acqua e del pane. loro la Parola di Dio. Questo tipo di maturity diaconale non
Sono quei servizi verso i bisogni immediati dell'uomo. lo si inventa, e frutto di un prolungato esercizio.
Attraverso la formazione a questo tipo di servizio nasce
nei cristiani una seconda capacity, un secondo livello diaco-

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SAMUELE: LA COSCIENZA DI UN POPOLO dunque tutta la conoscenza del nome, l'appello
personale.
Tuttavia questa scena non 6 sufficiente per esaurire l'im-
portanza della figura di Samuele. Cio che segue, dopo it
versetto che abbiamo citato, non e in realta una descrizione
di vocazione, ma piuttosto un oracolo.

«Allora it Signore disse a Samuele: "Ecco io sto per fare in


Israele una cosa tale che chiunque udra ne avra storditi gli
Introduzione orecchi. In quel giorno attuefe contro Eli quanto ho pronun-
ziato riguardo alla sua casa, da cima a fondo. Gli ho annun-
Nel cercare di leggere la vicenda di Samuele come vicen- ziato che io avrei fatto vendetta della casa di lui per sempre,
da di vocazione, mi sono trovato di fronte a parecchie diffi- perche sapeva che i suoi figli disonoravano Dio e non li ha
colta. E difficile un tentativo di sintesi di questa figura, sot- puniti. Per questo io giuro contro la casa di Eli: non sara mai
to le categorie della vocazione: non perche non vi siano, ma espiata iniquita della casa di Eli ne con sacrifici ne con le
perche sono espresse in modi molto diversi da come comu- offerte!"» (1Sam 3,11-14).
nemente pensiamo.
Concretamente infatti siamo soliti connettere immedia- Se not quindi ci fissassimo unicamente su questi brani
tamente la figura di Samuele con it tema della vocazione. avremmo si, da una parte, una scena di chiamata, ma dall'al-
Pensando a Samuele ci riferiamo subito al capitolo 3 del tra avremmo un semplice oracolo consegnato al ragazzo:
Primo libro dove 6 raccontata la sua chiamata durante la oracolo che egli deve riferire, e basta.
notte. La figura di Samuele e invece, dal punto di vista della
vocazione, molto piu ricca e significativa.
«Venne it Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiame Il problema e dunque quello di come riassumere in poche
ancora come le altre volte: "Samuele, Samuele!". Samuele righe alcuni dei significati della figura di Samuele e dei
rispose subito: "Parla, perche it tuo servo ti ascolta"» (1Sam problemi che essa pone alla nostra ricerca sulle figure di
3,10). vocazioni bibliche.
Ho pensato di fare la seguente divisione: prima di tutto
Effettivamente qui abbiamo un quadro tipico di chiama- sottolineero alcuni testi tra i capitoli 1 e 25 del Primo libro
ta: tre volte viene ripetuto it nome di colui al quale Yhwh di Samuele, che costituiscono it materiale globale di questa
vuole affidare una missione particolare. Della chiamata c'e vicenda.

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Questi capitoli sono un conglomerato di diverse tradizio- grazia che gli ho chiesto. Perci6 anch'io to do in cambio al
ni e trattano anche di molte altre cose. Signore: per tutti i giorni della sua vita egli e ceduto al Si-
Ho pensato percio di scegliere in questi capitoli quattro gnore"» (1Sam 1,25-28).
momenti fondamentali che ci possano rendere presente la
figura di Samuele: it momento della preparazione (in 1Sam , Dunque per it Profeta e sottolineata una dedicazione spe-
1-2); it momento della chiamata (in 1Sam 3); poi un mo- ciale a Dio sin dalla nascita e dalla sua prima educazione.
mento che possiamo definire come la prima fase dell'attivi-
O. di Samuele condottiero e giudice (in 1Sam 7); infine quel- La chiamata
la che ho chiamato la seconda fase, direi quasi fase della Samuele, ragazzo, nel Tempio sente la voce di Dio. Ca-
transizione e del declino (in 1Sam 11.12.15). ratteristica di questa chiamata e la Parola di Dio che e poco
frequente nell'Antico Testamento con quell'immediatezza
e intimita con cui e rivolta a Samuele. Soprattutto e sottoli-
I momenti della vita di Samuele neata l'immediatezza dell'intervento di Dio che si sceglie,
tra molti altri, questo ragazzo e a lui affida i suoi oracoli.
La preparazione Ma dietro a questo episodio sta la scelta ben pia impor-
Samuele e uno di quei pochi personaggi biblici di cui ci tante che Dio fa di questo ragazzo per una missione profe-
vengono narrate la nascita e l'infanzia. Gli altri personaggi tica. Infatti it racconto, subito dopo aver indicato cio che
di cui sono narrate in maniera privilegiata le circostanze avvenuto nella notte, prosegue:
della nascita e dell'infanzia sono Isacco e Mose nell'Antico
Testamento, Giovanni Battista e Gesu nel Nuovo Testamento. «Tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele
Nei primi due capitoli del Primo libro si sottolinea so- era stato costituito Profeta del Signore» (1Sam 3,20).
prattutto che Samuele e un dono di Dio. E infatti frutto di
una preghiera, viene a rallegrare la famiglia di Elkana e di Samuele condottiero e giudice
Anna per una particolare provvidenza di Dio. Quindi Sa- Samuele non 6 un condottiero nel senso di un grande
muele e fin dalla sua prima infanzia dedicato a Dio. La ma- capo di eserciti. Eppure e colui che raduna Israele, da co-
dre lo presenta e ne fa voto a Dio: raggio, to porta alla coscienza della sua unita: crea le pre-
messe per una riscossa nazionale e politica.
«Presentarono it fanciullo a Eli, e Anna disse: "Ti prego, E l'uomo che riassume la coscienza religiosa delle ele-
mio signore. Per la tua vita, signor mio, io sono quella don- zione di Yhwh e la porta alla estreme conseguenze. Tutto
na che era stata qui presso di to a pregare it Signore. Per questo, che era latente in Israele e viveva in modo oscuro
questo fanciullo ho pregato e it Signore mi ha concesso la nel popolo, Samuele to mette in luce.

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E un uomo in cui ii popolo ritrova se stesso, capisce it «Dissero allora gli Israeliti a Samuele: "Non cessare di sup-
meglio di se, intende la vocazione di liberta e di dignita plicare per noi it Signore Dio nostro perche ci liberi dalle
alla quale a stato chiamato da Dio presso it Sinai. La voca- mani dei Filistei"» (1Sam 7,8).
zione di Samuele e tutto questo: e un condottiero nel senso
profondo della parola. Al verso 17 dello stesso capitolo sembra finisca la vicen-
E anche giudice: colui che amministra la giustizia nelle da di Samuele: e giunto a essere it giudice, colui che vera-
difficolta di Israele. Il passo fondamentale per capire tutto mente rappresenta l'unita della nazione, it senso della giu-
cio e 1Sam 7,9-17. stizia che deve regnare tra coloro che sono legati dallo stes-
so patto.
oSamuele prese un agnello da latte e lo offri tutto intero in
olocausto al Signore; lo stesso Samuele alzo grida al Signo- Declino di Samuele
re per Israele e it Signore lo esaudi. Samuele e anche l'uomo della transizione tra l'epoca dei
Mentre Samuele offriva l'olocausto, i Filistei si accostaro- giudici e la monarchia. Se noi avessimo chiesto a Samuele,
no in ordine di battaglia a Israele; ma in quel giorno it Si- al tempo in cui girava per i grandi santuari di Betel, di Gal-
gnore tuono con voce potente contro i Filistei, li disperse gala, di Mizpa, se lui avesse voluto dare un re al popolo, egli
ed essi furono sconfitti davanti a Israele. Gli Israeliti usci- avrebbe chiaramente risposto di no. Non sentiva in questo
rono da Mizpa per inseguire i Filistei e li batterono fin modo l'unita di Israele, bensi la concepiva come un'unita
sotto Bet-Car [...]. religiosa e di fratellanza. Le circostanze lo conducono a
Samuele fu giudice di Israele per tutto it tempo della sua essere l'uomo della transizione che ungera addirittura due
vita. Ogni anno egli compiva it giro di Betel, Galgala e re: prima Saul e poi Davide.
Mizpa, esercitando l'ufficio di giudice d'Israele in tutte que- E l'uomo della transizione attraverso grandi sofferenze:
ste localita. Poi ritornava a Rama, perche la era la sua casa da parte sua resiste al desiderio del popolo di avere un re, 6
e anche la giudicava Israele. In quel luogo costrui anche un costretto a concederlo e propone Saul, si schiera dalla sua
altare al Signore». parte, ma a un certo punto si accorge che ii suo candidato
non funziona, che le sue speranze sono state deluse.
In questi versetti sono raccolti i due aspetti della figura Abbiamo questo Profeta che percorre la sua vita tra le
di Samuele: condottiero del popolo e giudice. Appare la esaltazioni e le amarezze. Il mondo gli si cambia improvvi-
complessita e la ricchezza di tale figura: cose che abbiamo samente sotto gli occhi: la visione tribale della giustizia tra
gia notato per Mose. Mose era colui che supplicava Dio per fratelli si trasforma in una visuale di unita monarchica; it
it suo popolo e questo tema ritorna anche in Samuele: candidato che ha unto e che credeva definito deve essere so-
stituito. La delusione e l'amarezza di Samuele sono grandi.

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,<Allora fu rivolta a Samuele questa parola del Signore: "Mi C'e ancora un altro passo che ci conviene leggere per
pento di avere costituito Saul re, perche si a allontanato da me mettere in luce questa nobilta e questo distacco d'animo di
e non ha messo in pratica la mia parola". Samuele rimase Samuele:
turbato e alzo grida al Signore tutta la notte» (1Sam 15,10-11).
oAllora Samuele disse a tutto Israele: "Ecco ho ascoltato la
Qui 6 tutto it dramma di Samuele: vede it declino del suo vostra voce in tutto quello che mi avete chiesto e ho costi-
unto e quindi ii declino di quella che lui pensava fosse la tuito su di voi un re. Da questo momento ecco il re procede
mission suprema per la quale aveva sacrificato tutto se stes- davanti a voi. Quanto a me sono diventato vecchio e canuto
so e it proprio prestigio. e i miei figli eccoli tra di voi. Io ho vissuto dalla mia giovi-
Samuele declina lentamente anche se riesce ancora una nezza fino a oggi sotto i vostri occhi. Eccomi, pronunciate-
volta a far emergere un nuovo candidato all'unzione regale: vi a mio riguardo alla presenza del Signore e del suo consa-
Davide. crato. A chi ho portato via U bue? A chi ho portato via l'asi-
Samuele non scompare dalla scena gloriosamente, bensi na? Chi ho trattato con prepotenza? A chi ho fatto offesa?
lentamente, viene meno, sfuma. It racconto che lo ha messo Da chi ho accettato un regalo per chiudere gli occhi a suo
in primo piano, a un certo punto, dopo it capitolo 7, non lo riguardo? Sono qui a restituire!". Risposero: "Non ci hai
considera pia. come la figura di primo piano: 6 un personag- trattato con prepotenza, ne ci hai fatto offesa, ne hai preso
gio che praticamente riappare saltuariamente e di cui e det- nulla da nessuno". Egli soggiunse loro: "E testimonio il Si-
to ora che si sta sottraendo davanti ai re, ora che interviene gnore contro di voi ed e testimonio oggi it suo consacrato,
a sanare delle situazioni sbagliate. che non trovate niente in mano mia?". Risposero: "Si, e
C'e un ultimo elemento, direi it pia drammatico, del de- testimonio"» (1Sam 12,1-5).
clino di Samuele: dopo che lui ha annunciato a Eli che sa-
rebbe stato respinto perche i suoi figli erano ingiusti, vede Samuele e l'uomo che ha servito con assoluto disinteres-
che anche i suoi figli non sono accettati da Israele perche se l'opera di Dio, e in cambio ha ricevuto ben poco: neppu-
non operano bene. re un successo personale duraturo perche l'erede per sempre
Samuele e una figura che, compiuta l'opera di Dio, scorn- 6 Davide. Lui e semplicemente colui che indica la strada di
pare nobilmente ma dolorosamente. La sua non 6 una vicen- Israele e non colui che ne porta in mano it destino futuro.
da in progressivo crescendo, ma una serie di alti e bassi nei La sua e una vicenda tipica di vocazione inserita nella corn-
quali appare come un uomo abbandonato all'opera di Dio. plessita della storia della salvezza in cui l'uomo compie i
Opera di cui Samuele non capisce immediatamente tutto, disegni di Dio e appare e scompare da quell'opera in fun-
ma alla quale si adatta anche se essa non rispecchia piena- zione di essa. La sua figura e sotto molto aspetti una figura
mente i suoi desideri e lo ferisce nei suoi affetti pia cari. preparatoria, ma non per questo meno indicativa.

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Per concludere l'esame dei passi esaminiamo ora 1Sam gli Apostoli di Gest' abbiano avuto o no una famiglia che li
11,12-15: ha preparati in un clima di desiderio, di preghiera e di offer-
ta. Per una vocazione a determinante una situazione fami-
Il popolo allora disse a Samuele: "Chi ha detto: Dovra hare di preghiera e di donazione al Signore.
forse regnare Saul su di noi? Consegnaci costoro e li faremo , La madre di Samuele da una parte desidera tantissimo
morire". Ma Saul disse: "Oggi non si deve far morire nes- questo figlio, e dall'altra e prontissima a offrirlo: ecco due
suno, perche in questo giorno it Signore ha operato una li- elementi riscontrabili spesso nella storia delle vocazioni in-
berazione in Israele". Samuele ordino al popolo: "Su, an- dividuali.
diamo a Galgala: la inaugureremo it regno". Tutto it popolo Questa chiamata sottolinea la preparazione remota della
si port?) a Galgala e la davanti al Signore in Galgala rico- vocazione, le condizioni familiari e ambientali nelle quali
nobbero Saul come re; qui ancora offrirono sacrifici di co- Dio ama inserire la sua azione. Ed 6 anche una chiamata
munione davanti al Signore e qui fecero grande festa Saul e che per Samuele si chiarisce progressivamente. Nella scena
tutti gli Israeliti». notturna del Tempio, Samuele percepisce solo alla terza
volta che si tratta della voce di Dio. Nella sua vita questo
In questo passo a indicata la transizione da una solidarie- si ripetera altre volte e in altri modi. Nella vocazione di
ta tribale alla monarchia. Questa transizione mostra quanto Samuele c'e una gradualita di manifestazioni della volonta
Samuele abbia pagato di persona: per mettere avanti Saul di Dio su Israele; volonta che Samuele interpreta e incarna
ha vinto le resistenze di una parte del popolo, e la sconfitta in se stesso.
di Saul 6 per questo piu cocente. Da chi 6 chiamato Samuele?
Samuele e chiamato da parte di Dio stesso. Non 6 l'am-
biente, non sono le situazioni: e la Parola di Dio che lo
Elementi della vocazione di Samuele chiama.
In tutta la vicenda di Samuele l'iniziativa divina e sempre
Cercheremo ora di cogliere gli aspetti e le caratteristiche preminente.
vocazionali specifiche proprie di questa vicenda, e di co- A che cosa e chiamato Samuele?
glierne la linearita. E la domanda pin difficile. Abbiamo gia detto che la vi-
Quando inizia la chiamata di Samuele? sione del capitolo 3 non risponde se non in parte a questa
Per Samuele e avvenuta una chiamata sin dal seno della domanda. In quel momento Samuele e chiamato semplice-
famiglia, a partire dalla preghiera della madre. Questo e un mente a trasmettere un oracolo di Dio. Possiamo perb farci
elemento molto interessante che non sara sottolineato ugual- un'idea pin chiara di questo «a che cosa» della sua chiama-
mente in altre chiamate: per esempio, non sappiamo dire se ta guardando un po' tutta la sua vita. E chiamato ad alcune

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cose che egli sente e capisce profondamente; soprattutto a nelle quali ii gruppo si riconosce: ma questa manifestazione
radunare it popolo e a fame un' unity. avviene tramite un singolo individuo. Questa dialettica tra
Samuele a uno strumento di unity per it popolo. Questo gruppo e singolo continua nel Nuovo Testamento, 6 la dia-
fondamentale per capire una qualsiasi vocazione presbite- lettica del popolo di Dio.
rale: essa a sempre uno strumento unificante, di stimolo, di , Tutti sono chiamati, tutti sono oggetto di una vocazione
attuazione del desiderio di unity e di fratellanza del popolo alla fratellanza, all' unita, alla figliolanza divina, ma it Si-
di Dio. gnore si serve di alcuni che incarnano questa coscienza in
Samuele e chiamato a radunare it popolo sia attraverso maniera piii viva, ne sono trasmettitori e, in essi, la gente
l'azione diretta (I' amministrazione della giustizia) sia attra- riconosce e capisce meglio se stessa. Guardando Samuele,
verso l'azione di supplica e di preghiera. Oltre a queste co- ogni tribe di Israele capiva la necessity di uscire dal proprio
se chiare e chiamato a fare altre cose che egli non si sarebbe egoismo tribale e di unirsi agli altri.
immaginato: e chiamato a essere strumento di transizione
da un'epoca a un'altra, a ungere due re. Tutto questo gli Quali sono le figure ecclesiali simili a quella di Samuele?
viene imposto dalle circostanze. Penso che le figure della storia della Chiesa vicine alla
Samuele, in sintesi, e l'uomo tutto dedito a interpretare i storia di Samuele siano quelle dei grandi papi che, in mo-
voleri di Dio per it popolo. Tutta la sua azione e uno sforzo menti difficili o di transizione, hanno rappresentato it senso
di capire cosa Dio voglia per poi farlo sentire al suo popolo. dell' unity della Chiesa, del suo bisogno, della sua dignity,
Questo e un elemento molto importante per ogni tipo di per esempio san Leone Magno oppure san Gregorio Magno.
vocazione in cui si presenti la domanda dialettica: vocazio- La gente, guardando loro, poteva riconoscere it senso
ne per uno o per tutti? della sua unity e della sua appartenenza al popolo di Dio.
Evidentemente tutti in Israele, ai tempi di Samuele, erano In epoca moderna la figura pia significativa, a tale riguar-
chiamati a prendere coscienza della loro unity, dignity e do, mi sembra Giovanni XXIII. Egli ha realmente costituito
fratellanza. Pero 6 solo Samuele che incarna questa coscien- un punto di riferimento per la coscienza, un modello di vita
za di Israele di fronte a Dio. La sua missione 6 per tutti, evangelica e della ricerca della volonta di Dio, di abbando-
tutti si riconoscono in lui e sentono che egli adempie la sua no alla Provvidenza. Modello in cui numerose persone si
chiamata fedelmente e senza cercare nulla per se. La grande sono riconosciute.
lode che it popolo gli fa 6 di non aver mai cercato nulla per Gli esempi si potrebbero moltiplicare a livello settoriale,
se stesso, di essere stato sempre dedito al bene di tutti. in regioni, in situazioni concrete. Si potrebbero prendere in
Questi sono elementi sociali molto importanti per defini- considerazione tutte quelle persone che hanno saputo rap-
re un particolare valore della vocazione divina. Essa e una presentare la coscienza di gruppo e portarla a maturazione,
vocazione dove Dio manifesta a un gruppo le sue volonta, che sono stati dei segni di riconoscimento per altri uomini.

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GEREMIA: FEDE E VOCAZIONE 2. Confessioni direttamente autobiografiche in cui Gere-
mia parla in prima persona, e che sono espresse nello stile
dei Salmi di lamentazione. Confessioni autobiografiche, di
cui alcune sono abbastanza drammatiche, rasentano la be-
stemmia, la tentazione di incredulita; sono la spia delle ter-
ribili esperienze a cui la fede e la vocazione di Geremia
sono state sottoposte. Per esempio:

«Il Signore me to ha manifestato e io l'ho saputo; allora ho


Introduzione aperto i miei occhi sui loro intrighi. Ero come un agnello
mansueto che viene portato al macello, non sapevo che essi
La figura di Geremia a estremamente ricca e complessa; tramavano contro di me, dicendo: "Abbattiamo l'albero nel
molto piu ricca e complessa delle figure bibliche considera- suo rigoglio; strappiamolo dalla terra dei viventi; it suo no-
te. II materiale che si riferisce a Geremia e motto piu ampio me non sia piu ricordato". Ora, Signore degli eserciti, giusto
di quello dei precedenti personaggi: un intero libro della giudice, che scruti it cuore e la mente, possa io vedere la tua
Bibbia, e per di piti carico di molti passi direttamente auto- vendetta su di loro, poiche a to ho affidato la mia causa»
biografici. (Ger 11,18-20).
In questa nostra analisi 6 la prima volta che ci troviamo
di fronte a veri e propri passi autobiografici: essi rendono 3. Oracoli che rappresentano it modo in cui Geremia af-
motto piu interessante la ricerca, ma anche molto piu diffi- fronta concretamente la sua missione. Tra di essi sono di
cile da schematizzare e da inquadrare in breve la vicenda. particolare rilievo quelli che riguardano la vita personale di
Il materiale vocazionale che troviamo in Geremia 6 es- Geremia. Per esempio:
senzialmente di tre tipi:
oMi fu rivolta questa parola del Signore: "Non prendere mo-
1. Racconti biografici in terza persona. Per esempio: glie, non aver figli ne figlie in questo luogo, perche dice it Si-
gnore riguardo ai figli e alle figlie che nascono in questo luogo
oCosi disse it Signore a Geremia: "Va' a comprarti una broc- e riguardo alle madri che ti partoriscono e ai padri che li gene-
ca di terracotta; prendi alcuni anziani del popolo e alcuni rano in questo paese: Moriranno di malattie strazianti, non
sacerdoti del tempio ed esci nella valle di Ben-Hinnon, che saranno rimpianti ne sepolti, ma saranno come letame sulla
all'ingresso della porta dei cocci. La proclamerai le paro- terra. Periranno di spada e di fame; it loro cadavere sara pasto
le che io ti dith"» (Ger 19,1-2). degli uccelli dell' aria e delle bestie della terra"» (Ger 16,1-4).

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Ho cercato quali potevano essere i modi per sintetizzare oriche dell'Introduzione teologica, ma alla fine del libro,
questo materiale e cercare di coglierne alcuni significati vo- dopo aver considerato nella Bibbia tanti esempi concreti di
cazionali specifici. fede e anche di resistenze alla proposta di fede. Cosi viene
Una prima possibilita, che volevo seguire all'inizio, era a stabilirsi un ovvio parallelismo tra la fede sperimentata in
quella dell'ordinamento cronologico. Gli esegeti hanno cer- epoche diverse dell'umanita, in gradi diversi di accostamen-
cato nel libro un ordine cronologico che in realta non c'e; it to a Dio con la fede vissuta dinamicamente da uno qualun-
libro e piuttosto it risultato di un susseguirsi e sovrapporsi que di not dall'infanzia all'eta adulta»3.
di passi e di elementi sparsi.
Fame una successione cronologica e molto difficile, an- Sono parole molto significative. Io forse volevo accenna-
che se gli esegeti lo hanno fatto spesso, e forse non rende re a qualcosa di simile quando, all'inizio di queste conver-
conto in modo profondo della problematica vocazionale che sazioni, dicevo che due sono le fonti da tenere presenti nel-
travaglia l'esistenza di Geremia. le nostre riflessioni sulla vocazione nella Bibbia e cioe: la
Mentre stavo cercando un altro criterio, un' altra "griglia Bibbia e l'esperienza della vita.
di analisi" del materiale, mi e venuto in aiuto un libro di E. Credo che si possa dire della vocazione cie che Galbiati
Galbiati, La fede nei personaggi della Bibbia'. Nell' ultimo dice della fede. In questo capitolo cercheremo di determi-
capitolo di questo libro sono esposte alcune conclusioni ri- nare alcune fasi successive della crescita della fede, e po-
guardanti la maturazione della fede dall' infanzia all' eta tremmo dire della crescita della vocazione, in quanto legata
adulta. Considerazioni che, come dice l'autore, sono nate da all'esperienza di fede.
una profonda esperienza autobiografica: Galbiati distingue la fede ricettiva della prima infanzia,
dalla fede oblativa della seconda infanzia, e paragona questi
«...questi anni non sono passati invano2. All'esperienza al- due momenti all' Antico Testamento, alla fase storica di cre-
quanto teorica del biblista teologo si e aggiunta quella per- scita del popolo ebreo. Parla poi della fede dell'adolescenza
sonale dello stesso, che in una fase ulteriore della sua vita e la mette in relazione con la fede degli Apostoli prima del-
si e sentito troppe volte coinvolto nelle fasi evolutive della la Risurrezione. Infine descrive la fede nell'eta matura, e la
fede degli altri e, in certo modo, responsabile della sua cre- mette in relazione con la fede nella Chiesa apostolica dopo
scita e del suo fallimento. Sono nate cosi le pagine poste l'Ascensione di Gesii.
come conclusione, non dopo le considerazioni alquanto te- Questo schema mi e sembrato utile per rilevare alcuni
elementi tipici della fede e della vocazione di Geremia e per
tracciarne un quando globale. E un tentativo non ancora
' IPL (Coll. «Le mie vie»), Milano 1979.
L'autore si riferisce al periodo intercorso tra la pubblicazione del libro e la
prima ristampa ). 3 E. GALBIATI, op. cit., pp. 5-6.

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maturo e compiuto, uno sforzo di leggere i testi in modo disse: "Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca. Ecco, oggi
speciale, con una metodologia particolare. ti costituisco sopra i popoli e sopra i regni per sradicare e
demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e pian-
tare"» (Ger 1,5-10).
La fede "ricettiva" dell'infanzia
Geremia non put) pensare alla sua esistenza senza pensa-
Galbiati tratta prima di tutto della fede nella prima infan- re che prima di essa c'e la chiamata divina. Egli fa l'espe-
zia e la chiama "ricettiva" perche in essa tutto viene ricevu- rienza di un'assoluta primarieta dell' amore divino che si
to. La stessa immagine di Dio viene recepita attraverso l'im- china su di noi. Come il bambino, svegliandosi alla vita,
magine dei genitori: «In loro l'immagine di Dio si scopre trova i suoi genitori che hanno preparato tutto per lui, cosi
come la potenza benefica, tutta rivolta alle nostre necessity, l'esperienza di fede e di vocazione di Geremia si trova sin
tutta protesa verso la nostra debolezza. E l'esperienza della dall'inizio davanti alla chiamata di Dio.
paternity di Dio "Padre onnipotente": per il bambino l'im- Nel versetto 9, che abbiamo citato, c'e quasi un gesto
magine del papa 6 di colui che pito tutto»4 . infantile della madre che nutre il bambino, che da it modo
E l'esperienza di una grande semplicita e abbandono fi- di entrare nell'esistenza. Geremia percepisce, in una visua-
ducioso in cui l'uomo sente di dover tutto a Dio, di essere le di fede ricettiva, la sua vocazione come dono totale, as-
completamente nelle sue mani. soluto e pieno di cui non lui ma Dio ha in mano l'inizio e la
E interessante vedere in Geremia alcune espressioni tipi- fine.
che di questa esperienza di fede ricettiva. Dio 6 per lui in- Galbiati nota che se la fede si blocca a questo stadio ti-
nanzitutto Colui che gli ha dato tutto: picamente infantile, se la pura ricettivita non viene purifica-
ta e chiarita, tende alla passivity ingenua: Dio e mio Padre,
"Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, pri- mi ha chiamato, quindi tutto andra bene. E la passivity in-
ma che to uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabi- genua di chi nella vita si attende che ogni cosa sara facile,
lito Profeta delle nazioni". Risposi: "Ahime, Signore Dio, rosea, preparata da un altro. Ecco allora le prove purificatri-
ecco io non so parlare, perche sono giovane". Ma il Signo- ci: Geremia passa dall' assoluta ricettivita all'esperienza che
re mi disse: "Non dire: 'Sono giovane' ma va' da coloro a essa non gli garantisce it successo, neppure nell'esercizio
cui ti mandere e annunzia cio che ti ordinero. Non temerli, della sua vocazione.
perche io sono con to per proteggerti". Oracolo del Signore. Anzi non impedisce l'insuccesso piu amaro e l'esperien-
Il Signore stese la mano, mi toed) la bocca e il Signore mi za dell' abbandono. Galbiati nota come tutto questo sia tipi-
co dell'educazione divina nell'Antico Testamento. Quando
E. GALBIATI, op. cit., pp. 259-260. it popolo sperimenta fortemente questa ricettivita e quasi si

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illude incoscientemente che tutto andra bene, allora prova Se vogliamo citare una figura ecclesiale con un'esperien-
nell' amarezza dell'insuccesso che l'avere un Padre buono e za simile a quella di Geremia, penso che quella di santa
premuroso non significa avere una vita facile e senza pro- Teresa di Gesa Bambino sia la piu adatta. Questa santa in-
blemi. Ecco allora che in Geremia oltre alla ricettivita no- fatti presenta una spirituality ricettiva, purificata attraverso
tiamo anche la maledizione del giorno della sua nascita: l' esperienza dell' amarezza dell' abbandono e, nonostante
sono i due estremi di una stessa esperienza che si incontrano. tutto, contro ogni apparenza e Speranza, vive quello stesso
fiducioso abbandono del bambino tra le braccia del padre.
«Maledetto it giorno in cui nacqui; it giorno in cui mia ma-
dre mi diede alla luce non sia mai benedetto. Maledetto
l'uomo che porta la notizia a mio padre, dicendo: "Ti La fede oblativa e adolescenziale
nato un figlio maschio", colmandolo di gioia. Quell'uomo
sia come le citta che it Signore ha demolito senza compas- La fede di un ragazzo che abbia uno sviluppo pienamen-
sione. Ascolti grida al mattino e rumori di guerra a mezzo- te cristiano giunge ben presto a percepire la possibility di
giorno, perche non mi fece morire nel grembo materno; mia fare qualcosa per Dio. E it momento degli atti generosi, del
madre sarebbe stata la mia tomba, e it suo grembo gravido sacrificare qualcosa di se per cio che si e percepito della
per sempre. Perche mai sono uscito dal seno materno per presenza di Dio nella propria vita. Questo aspetto ci fa pas-
vedere tormenti e dolore e per finire i miei giorni nella ver- sare da una prima esperienza di tipo ricettivo a un'esperien-
gogna?» (Ger 20,14-18). za di azione. Le proprie attivita vengono a configurarsi come
qualcosa che si fa per Dio.
In Geremia abbiamo cosi una duplice esperienza: da un Notiamo questo aspetto nella vicenda di Geremia in quei
lato la ricettivita che passa attraverso prove purificatrici che passi chiamati deuteronomistici per la particolare insistenza,
non intendono incrinarla bensi purificarla dalle aspettative che in essi c'e, sulla Legge. Geremia ha questo aspetto
ingenue per formare la personality del Profeta, la disponibi- dell' amore alla Legge: Legge che deve essere segno di una
Hta a ciO che Dio gli domanda, anche se apparentemente gli benedizione di Yhwh. A questo proposito e tipico it discor-
puO sembrare di vivere in un continuo insuccesso, dall' altro so sul Tempio che troviamo al capitolo 7. In esso c'e un
lato it senso di una sicurezza che si rafforza con le prove. breve decalogo, una serie di impegni concreti. Non e pia
soltanto un abbandono semplice e infantile a Dio, ma una
«Ma it Signore 6 al mio fianco come un prode valoroso, per serie di azioni responsabili. Tali azioni vengono colte in un
questo i miei persecutori cadranno e non potranno prevale- quadro di premio e castigo. Geremia, come un adolescente,
re; saranno molto confusi perche non riusciranno, la loro incomincia a capire che se si sacrifica, si impegna, allora
vergogna sara eterna e incancellabile» (Ger 20,11). potra vivere un' esistenza degna di uomo; se invece si lascia

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trascinare dalle passioni, piccole o grandi, che gli si mostra- diventa limitativa e distrugge se stessa. Giungiamo per que-
no, non potra costruire la sua vita. sta via alla religiosita del figlio maggiore presentatoci nella
parabola del Figlio prodigo: egli ha una perfetta osservanza,
«Niche, se veramente emenderete la vostra condotta e le ma la vive cosi male da non capire pia it cuore del padre.
vostre azioni, se realmente pronunzierete giuste sentenze tra Il secondo rischio di questo moralismo, assunto come
un uomo e it suo avversario; se non opprimerete lo stranie- unica istanza religiosa, e che l'uomo facilmente si illude
ro, l'orfano e la vedova, se non spargerete it sangue inno- nelle proprie possibilita; crede di essere giusto perche corn-
cente in questo luogo, e se non seguirete per vostra disgrazia pie alcuni atti di giustizia. Ma siccome non puo essere giu-
altri dei, io vi faro abitare in questo luogo, nel paese che sto pienamente, concentra la sua giustizia su alcuni atti e di
diedi ai vostri padri da lungo tempo e per sempre. Ma voi questi mena vanto come se si trattasse di atti che lo giusti-
confidate in parole false e cio non vi giovera: rubare, ucci- fichino pienamente.
dere, commettere adulterio, giurare it falso, bruciare incen- Alcuni pongono questo vanto nel culto, nell'osservanza
so a Baal, seguire altri dei che non conoscevate. Poi venite precisa di tutte le prescrizioni cultuali, nel pietismo, nella
e vi presentate alla mia presenza in questo tempio, che pren- religiosita puramente legata a tutto cie che e cosiddetta «pra-
de it nome da me, e dite: "Siamo salvi!" per poi compiere tica cristiana», dimenticando tutte le loro ingiustizie morali,
tutti questi abomini» (Ger 7,5-10). sociali e politiche.
Una religiosita moralistica, non potendo essere osservata
L'insistenza e su di una energica riforma della condotta pienamente, in quanto l'uomo non riesce a essere compiuta-
morale, perche soltanto in essa l'uomo puo sperare di co- mente giusto in tutte le cose con le sue sole forze, finisce
struirsi un avvenire, di rimanere in possesso dei beni che gli sempre per concentrarsi su alcune poche cose e renderle co-
sono dati. Questo aspetto e molto importante nella vita di me un assoluto. Per questo Geremia critica severissimamen-
Geremia, che spesso annunzia castighi per l'infedelta del te it culto nel Tempio che altre volte lui stesso esalta. Quando
popolo, incapace di adempiere ai suoi obblighi e doveri. si accorge che it popolo pone la sua giustizia nell'osservanza
C'e tuttavia, nell'esperienza religiosa di ciascuno, un du- delle pratiche cultuali, allora egli denuncia questo come un
plice rischio insito in questo momento dell' esperienza di bloccare lo sviluppo dinamico della religiosita, come un cre-
Dio, visto come Colui che chiede un impegno responsabile, are idoli. Ecco perche molte pagine di Geremia sono una
soprattutto di tipo morale. requisitoria contro it culto e una denuncia di tutti i mali so-
Il primo rischio e quello di costruire una religione dell' os- ciali, di tutte le ingiustizie, le oppressioni del paese, affinche
servanza e del merito. Una religione in cui it moralismo sia it popolo riconosca la propria ingiustizia davanti a Dio.
essenza che impedisce l'approfondimento della verita. Questo e un momento difficile, spesso drammatico nello
Quindi questa esperienza, di per se importante, se bloccata sviluppo della coscienza di fede personale. Uno, constatan-

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do che non riesce a essere all'altezza di tutte le proprie re- danza dei festanti. Di nuovo pianterai vigne sulle colline di
sponsabilita, o dichiara cio impossibile e allora abbandona Samaria; i piantatori, dopo aver piantato, raccoglieranno.
la pratica religiosa e conduce una vita secondo i propri pro- Verra it giorno in cui grideranno le vedette sulle montagne
getti; oppure limita ad alcuni settori la propria giustizia e di Efraim: "Su, saliamo a Sion, andiamo dal Signore nostro
con spirito farisaico si vanta di essa. Dio"» (Ger 31,3-6).
Molte pagine di Geremia possono essere citate a questo
proposito come reazione a questo blocco della dinamica re- L'esperienza di fede diviene, in questo momento, un'espe-
ligiosa. Per esempio Ger 7,21-23: rienza del contatto, del rapporto personale dell'uomo con
Dio che si manifesta come amore.
«Dice it Signore Dio degli eserciti, Dio di Israele: "Aggiun- L'amore certamente era presente anche all'inizio nel-
gete pure i vostri olocausti ai vostri sacrifici e mangiatene l'esperienza infantile, ma non era ancora passato pero per
la carne! In verita io non parlai ne diedi comandi sull'olo- tutte le prove della vita attraverso le quali l'uomo verifica la
causto e sul sacrificio ai vostri padri, quando li feci uscire propria incapacity personale a salvarsi.
dal paese d'Egitto. Ma questo comandai loro: Ascoltate la Il Geremia di ora diventa gia evangelico, nel senso che,
mia voce! Allora io sar6 it vostro Dio e voi sarete it mio come it Vangelo, propone una salvezza che non inizia dai
popolo; e camminate sempre sulla strada che vi prescrivero, meriti e dalle capacity umane, ma dall'amore di Dio. L'os-
perche siate felici"». servanza della Legge 6 importante, ma 6 solamente nel ri-
conoscere l'amore di Dio che si manifestera veramente un
Qui Geremia 6 al culmine della sua vocazione profetica, nuovo rapporto con Lui, la Nuova Alleanza.
colui che deve aiutare it popolo a compiere it passaggio
da una religiosity delle opere al contatto personale con Dio. «Questa sara l'alleanza che io concludero con la casa di
Da una religiosity cultuale alla religiosity del cuore, nella Israele dopo quei giorni, dice it Signore: Porro la mia legge
quale tutte le esperienze religiose precedenti vengono as- nel loro animo, la scrivero sul loro cuore. Allora io sar6 it
sommate e chiarificate nel rapporto personale con Yhwh che loro Dio ed essi it mio popolo. Non dovranno piu istruirsi
si manifesta come amore. La missione di Geremia e quella gli uni gli altri, dicendo: "Riconoscete it Signore", perche
di proclamare a Israele che non 6 la sua giustizia a farlo tutti mi conosceranno dal pia piccolo al piu grande, dice it
sopravvivere e risorgere ma l'amore di Dio. Signore; poiche io perdoner6 la loro iniquity e non mi ricor-
dere piit del loro peccato» (Ger 31,33-34).
«Ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo anco-
ra pieta. Ti edifichero di nuovo e to sarai riedificata, vergine Geremia dunque raggiunge it culmine della sua vocazio-
di Israele. Di nuovo ti ornerai dei tamburi e uscirai tra la ne nel far passare it popolo dall' esperienza dello scacco

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nell'osservanza della Legge alla promessa di un nuovo tipo vedere it Signore in tutte le esperienze della Chiesa, della
di rapporto personale con Dio, in cui Lui sara in ciascuno e storia, dell'umanita: sia dove esse sono riuscite, sia dove si
proporra a tutti ii cuore nuovo che dare la capacity di osser- sono risolte in una delusione. La fede matura e l'esperienza
vare la Legge e di viverla spontaneamente. del Cristo nello Spirito.
Paolo porters a compimento nel Nuovo Testamento it Parlando di Geremia non abbiamo sviluppato molto que-
messaggio di Geremia. Il rapporto personale di Geremia con sto punto, perche esso e tipico della rivelazione neotesta-
it Dio dell' alleanza diventa nel Nuovo Testamento rapporto mentaria, e la conseguenza del dono che Cristo ha fatto alla
personale con Dio. sua Chiesa. Anche in Geremia pere possiamo cogliere aspet-
L' adolescenza coglie nell'amicizia col Cristo vivo la pie- ti del tutto simili. Io li coglierei soprattutto in quei passi nei
nezza delle sue possibility di espansione. Intuisce che Dio quali ii Profeta si allarga, da una preoccupazione religiose
e tutto e che l'uomo 6 come un bambino nelle sue mani. Lo quasi intimistica e sentimentale del rapporto dell'uomo con
stato adolescenziale si sviluppa gradualmente cosi come Dio, a una preoccupazione direi "politica ed ecclesiale" (ter-
gradualmente si e sviluppata l'esperienza degli Apostoli, i mini che per un ebreo sono ovviamente identici).
quali sono passati dall'esperienza pre-pasquale di Cristo E it Geremia Profeta delle nazioni, colui che sia negli
amato profondamente come amico, come maestro, come oracoli su Israele, sia negli oracoli sulle nazioni, contempla
Signore, come guida, all'esperienza post-pasquale nella qua- la salvezza in un quadro comunitario. E la comunita e tutto
le hanno visto in Cristo it Signore della Chiesa. it genere umano. Dio e Colui che interviene in tutte le vi-
cende umane, sia personali che collettive:

La fede dell'eta matura oDice it Signore, Dio di Israele: "Scriviti in un libro tutte le
cose che ti dire, perche, ecco, verranno giorni — dice it Si-
Allo stadio adolescenziale segue, come ultima esperienza, gnore — nei quali cambiere la sorte del mio popolo, di Isra-
la fede matura, adulta. Essa coglie la presenza di Cristo non ele e di Giuda — dice it Signore —; li ricondurr6 nel paese
soltanto come un fatto di amicizia personale, ma anche co- che ho concesso ai loro padri e ne prenderanno possesso"»
me una manifestazione del Cristo nella comunita, nella (Ger 30,2-4).
Chiesa, nella vita dell' umanita.
E una rinnovata forma di responsabilita, nella quale pere Si allude qui alla restaurazione di Israele come popolo e
it Cristo stesso e invocato e sperimentato nella sua traspa- alla presenza del Signore in questo suo popolo restaurato.
renza di Risorto. Non si tratta piu, quindi, di un rapporto individuale
Questa e l'esperienza conclusiva, definitiva, nella quale dell'uomo con Dio, di ciascuno con it suo Signore; si tratta
si assume un cuore vasto come la Chiesa, la capacity di bensi anche di un rapporto comunitario, delle vane nazioni,

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di un popolo con it suo Dio, sotto it giudizio e l'azione sal- la figura di Maria, Madre del Signore. Essa vive la sua vi-
vifica di Lui. cenda di fede in strettissima connessione con la sua vicenda
vocazionale.
Concludendo sull'esperienza personale di Geremia, in E ovvio pere che la fusione, l'assimilazione piu assoluta
sintesi direi cosi: l'esperienza di Geremia e un intreccio in- e piena la troviamo nella figura di Gest'. Gest' e it chiamato
scindibile di fede e di vocazione. per eccellenza, colui che vive la sua esperienza di fronte a
Geremia ha conosciuto it suo Dio conoscendo la sua mis- Dio in stretta connessione con la sua esperienza di Messia.
sione. Ha sofferto per l'assenza di Dio soffrendo per l'in- La sua fede e vocazione e la sua vocazione e fede.
successo della sua missione, e ha ritrovato l'esperienza di
Dio-amore comunicando l'esperienza della sua missione.
Mi sembra che in Geremia, meglio che nelle altre figure
finora considerate, sia rappresentato l'intreccio inscindibile
tra l'esperienza della conoscenza di Dio che ciascuno di not
fa progressivamente, e l'esperienza del modo con cui questa
esperienza di Dio viene comunicata. Geremia ci dice che la
vicenda vocazionale di ciascuno allarga gli orizzonti della
propria esperienza di fede.
La vicenda vocazionale, portando al limite le difficolta
per ogni singola esperienza di fede (perche le confronta con
le altrui esperienze e risposte), la fa camminare in avanti
secondo la sua dimensione progressiva.
Fede e vocazione si intersecano nell'uomo. Se da una
parte it cadere di un'esperienza vocazionale puo provocare
una crisi di fede, dall'altra parte un ampliarsi di un'espe-
rienza vocazionale porta a una maturazione personale della
fede.
A mano a mano che ci avviciniamo al Nuovo Testamen-
to cogliamo, nelle figure finora considerate, come una pro-
gressiva e sempre piu chiara fusione degli aspetti che ven-
gono coinvolti in una vocazione. La fusione di tutti questi
aspetti della personality e perfetta e giunge a perfezione nel-

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LA VOCAZIONE NEI VANGELI SINOTTICI Sia riguardo alla vocazione piu strettamente cristiana:

«Egli vi confermera fino alla fine, irreprensibili nel giorno


del Signore nostro Gesii Cristo: fedele e Dio, dal quale sie-
te stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesii Cristo,
Signore nostro!» (1Cor 1,8-9).

Noi non entreremo dentro questa problematica paolina:


ci limiteremo a spigolare i Sinottici, a vedere i preliminari,
Introduzione i rudimenti della vocazione.
Nei Sinottici, mi sembra, emergono cinque gruppi di testi
Iniziamo ora la trattazione del tema della vocazione nei in cui it tema vocazionale e affrontato:
Vangeli sinottici, lasciando da parte molte altre figure anti- — testi riguardanti i Dodici (es.: Mc 3,13; Mt 10,1);
cotestamentarie che avremmo potuto analizzare per meglio — testi riguardanti chiamate di singole persone (es.: Mc 1,20);
completare it quadro tracciato nelle precedenti lezioni. — testi dove la chiamata e rivolta ai peccatori (es.: Mc
Il tema della vocazione nel Nuovo Testamento sara mag- 2,17; Lc 5,29-32; Mt 9,10-13);
giormente approfondito quando si parlera di san Paolo, in — testi dove il tema e l'invito al banchetto di nozze (es.:
generale, e della Lettera agli Ebrei in particolare; not ci li- Mt 22,3-4; Lc 14,16-17);
mitiamo solamente a esaminare gli aspetti preliminari. — testo non sinottico, ma di Atti, parallelo al Vangelo di
Nel Nuovo Testamento la problematica della vocazione, Luca, At 13,2.
di per se, e specificatamente paolina: Paolo la applica sia Questi cinque gruppi di testi sono alcuni, tra i principali,
nei confronti della creazione: che potrebbero interessare la nostra ricerca. Vi sarebbe da
aggiungere un'annotazione importante: in Giovanni il tema
da vita ai morti e chiama all'esistenza le core che della chiamata, della vocazione, e assente ed e sostituito dal
ancora non esistono» (Rm 4,17). tema del «mandare». Un testo esemplificativo di ciO puo
essere Gv 20,21:
Sia riguardo alla storia della salvezza:
«Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi».
«Quelli poi che ha predestinanti li ha anche chiamati; quel-
li che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giu- Giovanni riconduce a questo verbo le tematiche che nei
stificati li anche glorificati» (Rm 8,30). Sinottici sono legate alla vocazione.

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II metodo che seguiremo e quello dell' analisi di alcuni testi, «Gesit intanto si ritire presso il mare con i suoi discepoli e
particolarmente di due testi paralleli che si illuminano a vi- lo segui molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Geru-
cenda: Mc 3,13 e Mt 10,1ss. salemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti
Sono due testi-chiave dei Sinottici per quanto concerne la di Tiro e di Sidone una gran folla, sentendo cie che faceva,
vocazione. Evidentemente bisognera leggerli nel contesto e si red) da lui» (Mc 3,7-8).
nella struttura dinamica del testo.
E interessante notare come per due volte sia qui ripetuto
it termine «grande folla». Lo scenario dell'istituzione dei Do-
Istituzione dei Dodici: Mc 3,13 dici 6, dunque, una moltitudine di persone, un convegno di
gente venuta da tutte le regioni circostanti. In qualche modo
oSall poi sul monte, chiamo a se quelli che egli volle ed e gia evidente la dimensione universale che Gesu attribuisce
essi andarono da lui. Ne costitui dodici che stessero con lui a questa istituzione. A partire da una solitudine e in vista di
e anche per mandarli a predicare e perche avessero potere una moltitudine. Descriviamo meglio questa moltitudine.
di scacciare i demoni. Costitui dunque i dodici: Simone, al
quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedeo e «Allora egli prege i suoi discepoli che gli mettessero a dispo-
Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede it nome di sizione una barca, a causa della folla, perche non lo schiac-
Boanerghes, cioe "figli del tuono"; e Andrea, Filippo, Bar- ciassero. Infatti ne aveva guariti molti, cosi che quanti aveva-
tolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, no qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. Gli
Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tra- spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai pie-
di» (Mc 3,13-19). di gridando: "Tu sei ii Figlio di Dio". Ma egli li sgridava
severamente perche non lo manifestassero» (Mc 3,9-12).
Ci serviremo di questo testo, scarno e pure pregnante, per
illuminare it fenomeno della vocazione. Fenomeno che Mar- Si caratterizza come una moltitudine di malati e di inde-
co riassumg qui in poche battute. E tuttavia importante col- moniati, di gente bisognosa, ansiosa, che aspetta qualcosa di
locare questo testo nel suo contesto, in una visuale piu larga. grande, che si entusiasma di fronte a Gesti, fino a gettarsi su
Contesto e visuale che potrebbero iniziare col versetto 7, di lui, quasi schiacciandolo, e calpestandosi a vicenda. E un
dello stesso capitolo, e proseguire poi dal versetto 20. contesto di estremo bisogno umano e religioso, che Marco
Il contesto precedente e quello delle folle che seguono molto bene pone come sfondo all'istituzione dei Dodici.
Gesti. Questo testo dell'istituzione dei Dodici ha come sfon- La gente, venuta dalle regioni piu lontane, ha un bisogno
do un'immensa moltitudine, la piu grande, penso, che Mar- e un'ansia di incontrare Gesti: ansia della sua mediazione di
co abbia mai descritto. salvezza, bisogno di salvezza e grida di acclamazione, ver-

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so cui Gesa si mostra cauto e riservato. Gesa non incoraggia Come Mose, sospinto dall' immenso bisogno del popolo,
entusiasmi che sconfinano nel fanatismo, anzi si sforza di sale sulla montagna per ascoltare la Parola di Dio, cosi Ge-
moderarli. sa, in questo quadro di estremo bisogno umano, si ritira e
E a partire da questo bisogno immenso di Lui, che assu- va verso it monte della preghiera, delle grandi manifestazio-
me forme caotiche e angosciate, che Marco introduce la ni divine. Per gli ebrei che leggevano questa parola: «sail
scena dell'istituzione dei Dodici, di coloro che con Gesii sul monte» era evidente it richiamo a Mose e ai Profeti che
porteranno it peso di questa gente. salirono sui monti per ascoltare la Parola di Dio rivolta a
Se questo descritto finora e it contesto immediatamente Israele.
precedente, che introduce la scelta dei collaboratori da par- La scena, descritta da Marco, va immaginata attorno al
te di Gest', i versetti 20 e 21 rappresentano it contesto im- lago di Tiberiade, nella Galilea: non ci sono grandi monta-
mediatamente seguente: gne, bensi delle colline piu o meno elevate, e su una di
queste, magari la pia elevata, Gesa chiama i Dodici. La gen-
«Entro in casa e si raduno di nuovo intorno a lui molta fol- te e accampata nelle valli, e vede Gesti salire da solo sulla
la, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allo- montagna. Poi lo sente gridare alcuni nomi, chiamare alcu-
ra i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; ne persone. Alcuni si staccano da quella moltitudine e sal-
poiche dicevano: "E fuori di se"». gono verso di Lui. Che scena straordinaria!
Prima Gesii solo, sulla montagna che rappresenta it luogo
Gesii non ha tregua neanche a casa sua. Il tumulto ripren- sacro del contatto con Dio, della preghiera, dell' adorazione,
de; l'entusiasmo, la speranza, l'attesa si accrescono. della rivelazione della Parola; e poi uno dopo l'altro quei
Due situazioni tumultuose e agitate, e al centro la scena nomi che risuonano tra quelle vallate. E al sentire quei nomi
sulla montagna, nella quale Gesu chiama gli Apostoli: ecco dodici persone si muovono per raggiungere Gest'.
it quadro che Marco ci raffigura. Il testo aggiunge ancora quell' indicazione che a prima
vista sembra superflua e strana: chiamo a se «quelli che
«Sall poi sul monte, chiamO a se quelli che egli voile ed egli voile». In realta questa precisazione e molto profonda.
essi andarono da Lui». In analogia con altri passi del Nuovo Testamento, si po-
trebbe meglio esprimere con «quelli che lui portava in cuo-
Qui ogni parola ha un suo significato. «Sall»: it salire, re», «quelli che aveva scelti perche corrispondevano al suo
nella luce anticotestamentaria, ricorda l'azione di Mose che disegno».
sale sulla montagna, degli uomini di Dio che si ritirano sul- E li sceglie «lui stesso», e non altri.
le alture per pregare (e infatti Luca aggiungera it tema della «Ed essi andarono da lui»: si incamminarono non verso
preghiera). un luogo, ma per stare accanto a una persona. E questo it

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significato che traspare soprattutto dal testo greco. Si forma Apostoli devono vedere cio che Gest" fa, vivere con Lui, per
dunque questo gruppetto ben visibile da tutti: GesU e i suoi, poi portarlo e riprodurlo: riprodurre la sua presenza. La lo-
quelli che Lui ha chiamato per stare con Lui. ro vita e la loro predicazione devono essere un continuo
parlare di Lui: un segno, umanamente evidente, della sua
«Ne costitui dodici che stessero con Lui e anche per man- presenza.
darli a predicare e perche avessero it potere di scacciare i Questo senso di vocazione personale e la prima volta che
demoni». appare nella nostra ricerca. Abramo era chiamato soprattut-
to a credere, a un fiducioso affidarsi, e poi a un possesso
Gli esegeti e i traduttori non sanno bene come rendere simbolico della terra. Geremia era chiamato a edificare e
epolesen docleka. Il testo e infatti di una strana durezza: distruggere, a essere annunziatore dell'amore di Dio, a co-
letteralmente significa «fece dodici». A me sembra che con municare un messaggio. Mose era chiamato a formare un
esso si sottolinei l'impegno, la forza creativa di questo gesto popolo, a dargli una fisionomia e un'unita. I Dodici sono
di Gesit; cose tutte che per note difficile rendere in manie- chiamati, per prima cosa, a «stare presso di Lui». Con Lui
ra letterale. che e obuona novella», vita per it popolo, speranza per gli
Il gruppo dei chiamati viene presentato come un numero oppressi, possesso perenne.
compatto, unito, un gruppo che ha un unico desiderio. La Dopo questa prima identificazione generale, seguono
gente che fino a quel momento correva da Gesit, ora comin- delle specificazioni in cui e detto che i Dodici sono man-
cia a rivolgersi a questo gruppo. Marco ci raffigura plasti- dati a predicare e hanno it potere di cacciare i demoni.
camente it concetto della mediazione ecclesiale: attraverso Ecco due delle concrete modality con cui si realizzera la
quelle dodici persone la gente ricorre ed e condotta a Gest" loro duplice missione: annunziatori e portatori di salvezza,
Che le cose stiano cosi lo riafferma l'espressione oche di liberazione dai demoni, dal male. Le azioni fino a quel
stessero con Lui». Ci verrebbe da chiedere: «E con chi do- momento tipiche di Gesu, l'annuncio del regno e la libera-
vrebbero stare se non con Lui?». Qui it testo sottolinea cose zione del popolo da cio che lo opprime, ora saranno dei
evidenti che pero hanno un valore molto importante per 1'au- suoi discepoli: sono loro i continuatori della sua opera:
tore. Marco infatti ci tiene a sottolineare che i Dodici non fanno cio che Lui ha fatto e continua a fare, sono chiama-
sono chiamati innanzitutto per una missione, bensi «per sta- ti a essere come Lui 6.
re con Lui». I versetti da 16 a 19 sono l'elenco dei nomi dei Dodici.
Gli Apostoli, in altre parole, non sono chiamati tanto a L'autore qui non vuole darci semplicemente la lista degli
ripetere l'una o l'altra parola e insegnamento di Gesit, a Apostoli: alla luce di cio che abbiamo visto nelle altre vo-
imparare una dottrina, a portare ad altri un messaggio. La cazioni, dove it nome aveva una certa importanza, Marco
prima cosa per cui sono chiamati 6 per stare con Lui. Gli vuole sottolineare la presa di possesso personale da parte di

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Gesa sugli Apostoli. Dare un nome vuol dire conoscere, Anche qui 6 utile vedere it contesto in cui questi versetti
possedere. si inseriscono. Tale contesto lo chiamerei «la compassione
Gesu stesso a ora la fonte della missione e della vocazio- pastorale di Gesii». E documentato dai versetti immediata-
ne. mente precedenti: Mt 9,35-38:
La vocazione nell'Antico Testamento era un rapporto di-
retto tra Dio e uomo: ora tale rapporto viene mediato attra- «Gesa andava attorno per tutte le citta e i villaggi insegnan-
verso Gest" do nelle loro sinagoghe, predicando it Vangelo del regno e
curando ogni malattia e infermita. Vedendo le folle ne sent)
Questo dunque e it testo dell'istituzione dei Dodici con compassione, perche erano stanche e sfinite, come pecore
it suo contesto generale. Lo introduce una folla e una folla senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe e
lo conclude; lo prepara un grande bisogno umano e finisce inolta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque it padrone
con un inizio di risposta a questo bisogno. Tra questi due della messe che mandi operai nella sua messe!"».
momenti di ansieta e di tensione si colloca questo momento
di preghiera, di solitudine, di scelta fatta in vista del mondo Per Matteo, come per Marco, it mondo e come un grande
e della gente alla quale i discepoli appartengono e verso la ospedale, un grande bisogno, una grande attesa: su tutto cie
quale sono mandati. Questi sono gli elementi di Mc 3,13-19. si inseriscono la chiamata e la missione dei Dodici.
«Insegnando nelle loro sinagoghe, predicando it Vangelo
del regno e curando ogni malattia e infermita». In questo
Missione dei Dodici: Mt 10,1-4 versetto e riassunta tutta l'opera di Gesa dal capitolo 5 fin
qui. Uevangelista ci fa riflettere e vedere quell' attivita come
Vediamo ora qualche elemento evocato da Matteo un insieme di opere di solidarieta, compassione, simpatia,
nell'episodio parallelo a quello che abbiamo visto in Marco. attenzione verso gli infermi, i deboli ecc.
Per ragioni di brevita, tralasciamo gli aspetti comuni.
«Senfi compassione, perche erano stanche e sfinite. Come
«Chiamati a se i dodici discepoli, diede loro it potere di scac- pecore senza pastore».
ciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e
di infermita. I nomi dei dodici Apostoli sono: primo Simone, La scena 6 simile a quella di Marco. Alla fine dei suoi
chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedeo viaggi, Gest' e commosso e sconvolto per la situazione in
e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e cui versa it suo popolo. Ci verrebbe da chiedere: i molti
Matteo it pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone rabbi che vivevano in quel tempo nella Galilea, studiando e
it Cananeo e Giuda 1'Iscariota, che poi lo tradl» (Mt 10,1-4). insegnando la Legge, avevano la percezione di questo dram-

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ma? Probabilmente no; force consideravano la situazione e l'urgenza di questo tempo. Bisogna dunque pregare «il
normale, come normale era it loro mestiere di leggere e padrone della messe che mandi operai nella sua messe».
insegnare la Parola di Dio, di invitare la gente a osservarla,
di richiamare l'importanza del sabato. Da dove nascono la missione e la vocazione neotestamen-
Non c'erano problemi di tumulto religioso, quindi si po- tarie? Il contesto di questa vocazione e missione non 6 sem-
teva stare tranquilli. plicemente una profezia, un esercizio di un potere, un'ope-
Gesa invece considera it suo popolo come in una situazio- ra di mediazione tra Dio e it popolo, come abbiamo visto
ne drammatica, vede che la gente e scoraggiata, delusa, di- per l'Antico Testamento, per Abramo, per Samuele, per Mo-
spersa, «come gregge senza pastore». E voi sapete bene cosa se. Nel Nuovo Testamento si tratta di una missione pastora-
vuol dire un gregge senza qualcuno che lo guidi e lo protegga! le, di servizio alla gente, si tratta di portare ad essa quella
Gesa mostra, qui, la stessa compassione che provera in salvezza che Cristo 6.
altre due occasioni: nelle due moltiplicazioni dei pani. Gesa II punto di partenza, torno a ripetere, e la percezione che
di fronte alla gente percepisce it senso della tragedia che Gesa ha di quell'immenso bisogno che la gente porta nel
essa vive. L'origine della missione dei Dodici 6 in questa cuore. Gesa, di fronte al bisogno di questa gente, insegna
percezione di Gesa. per prima cosa che bisogna fidarsi dell' iniziativa del Padre.
La vocazione presbiterale neotestamentaria e la partecipa-
«La messe e molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque zione alla compassione pastorale di Gesa, it coadiuvarlo
it padrone della messe che mandi operai nella sua messe!». nella sua missione di servizio al bisogno pia profondo della
gente. Bisogno soprattutto di salvezza: e i Dodici sono chia-
L'immagine qui riprodotta ha, come quella precedente, mati a portare alla gente la stessa presenza del Signore, la
una storia anticotestamentaria. Nel verso 36, l'immagine disponibilita all' iniziativa del Padre.
delle pecore smarrite, senza guida, richiama Ez 34,4-6: Gesa chiama i Dodici per farli partecipi di quel potere
«Non avete reso la forza alle pecore deboli, non avete cura- che fino ad allora e stato solo suo, e che ora sente desidera-
to le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete ri- to ardentemente dal bisogno della gente.
portato le disperse, non siete andati in cerca delle smarrite, Concludendo, mi sembra che attraverso questi due testi,
ma le avete guidate con crudelta e violenza. Per colpa del di Matteo e di Marco, not abbiamo colto alcuni temi fonda-
pastore si sono disperse e sono preda di tutte le bestie sel- mentali della vocazione neotestamentaria. Abbiamo colto
vatiche: sono sbandate. Vanno errando tutte le mie pecore soprattutto it nesso stretto che intercorre tra la vocazione e
in tutto it paese e nessuno va in cerca di loro e se ne cura». la persona di Gest'. Vocazione e conoscere Gesa, riprodurne
Nel versetto 37 la messe e «l'immagine escatologica»: le azioni, imitarne le opere. E questo che i presbiteri, nella
siamo giunti al tempo decisivo e nessuno capisce la gravita Chiesa, da sempre si sforzano di compiere.

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LE CHIAMATE NELL'ITINERARIO CRISTIANO nostro sacerdozio a l'essere cristiani. La nostra "identita sa-
DELLA SALVEZZA cerdotale" affonda le sue radici nell'identita cristiana».
Il Papa dunque congiunge strettamente questi due ele-
menti: la vocazione presbiterale, come ogni vocazione di
speciale consacrazione, a uno sviluppo, specificazione di
una vocazione, di un'azione di Dio piu fondamentale: it
Battesimo.
11 Papa aggiungeva ancora una nota liturgica: «Nella Qua-
resima, preparandoci con tutti i fratelli nella fede alla rinno-
Introduzione vazione delle promesse battesimali, nella Veglia del Sabato
Santo, ci prepariamo in modo particolare alla rinnovazione
A conclusione di quanto abbiamo detto finora, tenteremo delle promesse sacerdotali nella Liturgia del Giovedi San-
di operare una sintesi, di dare uno sguardo sintetico sul pro- to». Qui 6 sottolineata, con intensita, la relazione esistente
blema della vocazione. tra le due promesse: rinnoviamo le promesse sacerdotali in
Possiamo prendere, come punto di partenza per questa quanto abbiamo fatto delle promesse battesimali.
sintesi, alcune parole che it Santo Padre, Giovanni Paolo II, E questa l'idea fondamentale da cui partiamo per la no-
ha rivolto ai parroci e al clero di Roma it 3 marzo 1979, in stra sintesi.
occasione dell'inizio della Quaresima. Parlando del tempo
pasquale it Papa diceva:
I Vangeli come manuali dell'iniziazione cristiana
«In questo periodo ognuno di noi deve rinnovare, cioe tro-
vare in qualche modo di nuovo, soprattutto it proprio essere Tentiamo ora di sviluppare piu esplicitamente la vocazio-
cristiano, l'identita che scaturisce dall'appartenere a Gesu ne nell' itinerario cristiano della salvezza. Vocazione che, fin
Cristo per prima cosa mediante it Battesimo». da principio, la Chiesa ha vissuto come un graduale susse-
guirsi di iniziazioni al mistero cristiano: iniziazioni che van-
Ecco dunque l'identita fondamentale di ciascuno di noi: no da un punto di partenza, attraverso tappe intermedie, a
l'appartenere a Cristo mediante it Battesimo. Ogni altra un punto di arrivo.
identita e, di conseguenza, ogni chiamata successiva, non A mio avviso, tutto cif) 6 espresso molto bene nei quattro
pub che radicarsi in questa prima fondamentale identita che Vangeli intesi come "manuali" di questi diversi momenti o
e anche la nostra prima e fondamentale chiamata. Il Papa tappe dell'iniziazione cristiana. Per prima cosa dunque ri-
continuava: «Ricordiamo che it substrato fondamentale del corderemo brevemente, dato che probabilmente per i

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cosa gia nota, questa ipotesi dei Vangeli come "manuali" Si potrebbe sintetizzare questa esperienza, che Marco pro-
dell' iniziazione cristiana. pone al catecumeno, con i versetti 11-12 del capitolo 4:
Applicheremo poi questo quadruplice schema evangelico
all' itinerario che va dal battesimo al sacerdozio per conclu- «A voi e stato confidato it mistero del regno di Dio; a quel-
dere poi con alcune riflessioni complessive sulla chiamata li di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perche:
battesimale-sacerdotale del cristiano. Guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano,
Nel mistero cristiano possiamo rinvenire quattro tappe di perche non si convertano e venga loro perdonato».
un'ascesa: tappe facilmente ricollegabili ai quattro Vangeli.
La prima tappa e quella del catecumenato, ricollegabile Ecco descritto graficamente l'itinerario del Vangelo di
al Vangelo di Marco, o Vangelo dell' «iniziazione catecume- Marco: 6 un passaggio dallo stato di chi 6 fuori, e quindi
nale»; la seconda tappa e quella dell' «illuminazione» o del conosce it mistero cristiano solo per sentito dire, o per curio-
Battesimo, ricollegabile al Vangelo di Matteo o «Vangelo sity, o per abitudine, o anche per educazione familiare, senza
della Chiesa», perche in esso e contenuto tutto quanto e che questo mistero sia risposta alla propria vita (e infatti qual-
necessario per inserire nella comunita i neo-battezzati; la cosa di nebuloso, enigmatico, di non integrato, dove si capi-
terza tappa e quella dell' «evangelizzazione» o della testi- sce e non si capisce, si crede e non si crede, si vede e non si
monianza, ricollegabile al Vangelo di Luca e agli Atti degli vede), al mistero del Regno, all'incontro con il Signore risor-
Apostoli, nei quali e contenuto tutto cie che contribuisce to. All'incontro con Cristo che chiama it catecumeno alla
alla formazione dell' evangelizzatore; la quarta tappa e quel- conversione, a rinunciare a tutto it suo mondo religioso, mi-
la del «presbiterato» o del «cristianesimo maturo», ricolle- tico e anche familiare, utilitaristico e moralistico per riporre
gabile al Vangelo di Giovanni, perche in esso e contenuto in Lui la speranza e la vita. Cosi come Lui, nella sua morte,
cio che contribuisce a educare alla maturity della fede, al ha posto la sua speranza e la sua vita nelle mani del Padre.
«presbiterato» cristiano. Ecco la conversione, it cambio di orizzonte e di mentali-
Per giustificare la visione che ho esposto mi richiamo ad ty che Marco invita a compiere attraverso le fasi graduali del
alcuni elementi fondamentali; sarebbe infatti lungo fare suo Vangelo: Gesa e dapprima presentato come un tauma-
un' analisi dettagliata dei quattro Vangeli. turgo capace di sanare, di dare fiducia, visto come il Gesu
misterioso che chiede fiducia; e infine Marco ci propone
11 Vangelo di Marco Gesa che si offre al Padre con fiducia nell'amore.
Quello di Marco e it Vangelo pia antico; la Chiesa quin- Tutto cie per far capire al catecumeno it cammino, il sal-
di lo ha usato dall'inizio per la predicazione kerigmatica ai to che e chiamato a fare. E la preparazione all'illuminazio-
non credenti. E it Vangelo che porta all'esperienza battesi- ne battesimale; preparazione ben significata in Mc 10
male, il Vangelo che prepara it catecumeno alla conversione. nell'episodio del cieco Bartimeo che gradualmente viene
portato dal Signore alla conoscenza del suo bisogno, a gri- Queste sono tutte espressioni tipiche della mentality di
darlo comunitariamente: «Che io veda». E, illuminato, segue Matteo che tende a creare it senso di un'appartenenza viva
il Signore. Questo racconto a il culmine dell'educazione alla Chiesa come a una comunita di salvezza nella quale
catecumenale che Marco ci offre. presente it Dio dei padri, rivelatosi in Gesa.

Il Vangelo di Matteo 1l Vangelo di Luca


La seconda tappa e rappresentata dal Vangelo di Matteo La terza tappa a rappresentata dal Vangelo di Luca: 6 la
o «Vangelo della Chiesa». Il Vangelo di Matteo aiuta it ca- tappa dell'evangelizzazione o testimonianza.
techista a dare al neo-battezzato una conoscenza ordinata, La comunita che ha preso coscienza di essere it nuovo
sistematica, organica, del mistero cristiano. Offre al neo- Israele si guarda attorno e vede it mondo tanto diverso e
battezzato tutta l'istruzione necessaria per il suo pieno inse- vario culturalmente. Vede it mondo del suo tempo e sente it
rimento nella comunita. Questa seconda tappa puo essere bisogno, it desiderio di evangelizzare, di annunciare la Pa-
riassunta con i versetti 19-20 del capitolo 28: rola adempiendo it comando del Signore.
II Vangelo di Luca (e gli Atti degli Apostoli) nasce da
«Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzan- un' esperienza di evangelizzazione itinerante; riporta detti e
dole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, fatti di Gesa, ordinati in maniera da istruire l'evangelizza-
insegnando loro ad osservare tutto ciO che vi ho comandato: tore, da dargli, gradualmente, it senso di coca vuol dire evan-
ecco io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo». gelizzazione, perseveranza, persecuzione ecc.
Mentre in Matteo la domanda era: «Come debbo vivere
Il neo-battezzato, che ha imparato a riconoscere it mistero nella Chiesa per trovare in essa il Signore?», ora la doman-
di Dio nella persona di Cristo, deve ora imparare a riconosce- da 6: «Come devo portare la Parola a coloro che ancora non
re la presenza della persona di Gesa nel mistero della Chiesa: la conoscono?». Anche qui possiamo riassumere tutta questa
«Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo». problematica con alcuni versetti significativi: it capitolo 24.
Gesa deve essere riconosciuto presente nella comunita: e que- I discepoli di Emmaus, infatti, che abbandonano Gerusa-
sto che Matteo vuole inculcare nell'animo del neo-battezzato. lemme, ripetono con le labbra it kerygma. Parlano di «Gesa
Nazareno, che fu Profeta potente in opere e in parole, da-
«Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi vanti a Dio e a tutto it popolo». I sommi sacerdoti «lo han-
miei fratelli pia piccoli, l' avete fatto a me» (Mt 25,40). no consegnato per farlo condannare a morte e poi lo hanno
«Dove sono due o tre riuniti nei mio nome, io sono in mez- crocefisso». Il sepolcro in cui a stato sepolto dicono che ora
zo a loro» (Mt 18,20). sia vuoto. Questi discepoli ripetono con le labbra it keryg-
«Chi accoglie voi accoglie me» (Mt 10,40). ma; ma per loro tale kerygma non e certezza, non e Vange-
lo, e contenuto verbale, e non materiale. Lo diventera quan- della verita, della manifestazione di Dio mediante Gest]. Cri-
do i loro occhi riconosceranno in quel pellegrino che aveva sto; dal punto di vista soggettivo sottolinea invece la fede e
fatto la strada insieme a loro it volto di quel Gesa che cre- la carita come i due atteggiamenti riassuntivi di tutta l'espe-
devano morto. rienza cristiana matura.
Solo allora it kerygma diventa per loro realta. Il Vangelo L'evangelizzatore rientra in se stesso e si domanda che
di Luca, con gli Atti, e motto adatto per aiutare it cristiano cosa e l'essenziale, la verita del cristianesimo. Tale verita
a passare da una situazione di kerygma verbale a quella di che it Padre si manifesta nel Figlio. Ecco l'essenziale di
kerygma reale, di una vera capacita evangelizzatrice. tutto it mistero cristiano, it simplex dives, la osemplicita
ricchissima». Semplicita a cui solo ora si perviene perche
Il Vangelo di Giovanni force, se fosse stata affermata prima, negli stadi precedenti,
La quarta tappa e rappresentata dal Vangelo di Giovanni: si sarebbe ridotta a un semplicismo, a un' ideologia con tut-
e it «presbiterato». Presbitero nel senso antico significava ti i rischi delle semplificazioni ideologiche.
«uomo maturo», «saggio», uomo che ha avuto una notevo- Qui tale semplicita non 6 ideologia perche 6 vita vissuta,
le esperienza. e contemplazione in atto. Contemplazione del mistero del
Il Vangelo di Giovanni si riferisce alla formazione dei Figlio, resa presente e trasparente nella storia, nelle realta
responsabili della comunita cristiana; a coloro che hanno ecclesiali, nella comunita.
percorso un lungo cammino di maturazione. Per questo e un Di una trasparenza ormai chiara e semplice, che ha tutte
Vangelo contemplativo. le caratteristiche della contemplazione matura.
Queste sono alcune schematiche indicazioni sulle tappe
«Questa 6 la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e sullo sviluppo organico della maturazione cristiana. Mi
e colui che hai mandato, Gest' Cristo» (Gv 17,3). limito a proporle come grandi pennellate di un cammino che
ha una sua giustificazione anche psicologica, oltre che di
Il Vangelo di Giovanni non si sofferma pin su dei precet- esperienza cristiana. Sottolineo it fatto che queste sono tap-
ti o dei comandi; e tutto concentrato, attraverso simboli ri- pe successive; sono tappe che non si possono saltare, evita-
petuti con un movimento a spirale, su di nocciolo. E tale re. Si rischia altrimenti di dedicarsi a un'evangelizzazione
nocciolo e questo: tutta ('esperienza cristiana e che it Padre senza aver concretamente approfondito la propria conver-
si e rivelato nel Figlio e l'uomo risponde a questa rivelazio- sione; di dedicarsi a una responsabilita di Chiesa, senza aver
ne con fede e carita. mai vissuto la vita della Chiesa, scavalcando e travolgendo
Questo 6, per cosi dire, tutto Giovanni e tutto it suo mes- i tempi.
saggio che invita alla semplicita contemplativa, all'abban-
dono in Dio: dal punto di vista oggettivo sottolinea i valori

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I ministeri nella maturazione della vita cristiana Nella seconda tappa, in quella cioe dell'iniziazione ec-
clesiale, vediamo emergere chiaramente i ministeri, e quin-
Ci chiediamo ora che significato hanno, come si manife- di, in qualche modo, le chiamate particolari (anche se in un
stano in questo quadro, i diversi aspetti fenomenologici senso ancora analogico).
dell'esperienza cristiana; come, nei van momenti di questo In questa tappa vediamo delineati due sacramenti e un
sviluppo, si vivono le diverse esperienze di ministero e di ministero. I sacramenti sono it Battesimo e la Riconciliazione.
servizio nella Chiesa. Il Battesimo come sacramento fondamentale, che segna
Anche qui mi limito a sintetizzare it piu possibile. it passaggio dalla ricerca prebattesimale alla conversione
Evidentemente it primo momento, quello dell'iniziazione battesimale. Quindi e ingresso, porta, radice, fondamento di
cristiana, non ha un ministero proprio, perche e passivita. tutto it resto dell'esistenza cristiana.
Nel momento dell'iniziazione prebattesimale, it catecumeno La Riconciliazione e ricevuta come sacramento di rinno-
riceve, ascolta, collabora con docilita. Vie un ministero at- vamento della situazione battesimale, nella fragilita che
tivo, kerigmatico, catechetico verso di lui; ma it catecumeno sempre accompagna l'esperienza della Chiesa; a it sacra-
non e ancora chiamato a esercitare un ministero specifico, mento cui corrisponde it perdono fraterno. Non si puo im-
se non l'esercizio profondo della purificazione interiore, la parare a vivere in comunita, senza riconoscere che essa a it
riflessione sulle connivenze pagane del proprio cuore e to luogo, oltre che della gioia, del sacrificio e della croce. Dob-
sforzo ascetico. biamo quindi essere pronti a perdonarci vicendevolmente
E uno stadio ancora prebattesimale, nel quale non si ri- anche osettanta volte sette». Esercitiamo la riconciliazione
mane tutta la vita, ma che a importante per tutta la vita. tra noi per poterla poi ottenere da Dio.
Educa infatti all'identificazione, alla lotta contro tutto cio La Riconciliazione e dunque da intendersi come esercizio
che in se si oppone all' ascolto della Parola, all'onesta evan- specifico dell'educazione alla vita comunitaria; diventa poi
gelica. Educa alla conversione da tutti quegli atteggiamenti esercizio di trasparenza, di riconoscimento di cio che si 6,
negativi che Marco propone all' attenzione del catecumeno, della menzogna che si 6, dei paraventi dietro cui ci nascon-
in 7,21-22, per un'istruzione morale, psicologica sulla cat- diamo, delle paure che abbiamo. La Riconciliazione a it
tiveria, sul suo cuore cattivo. sacramento che, sciogliendo continuamente queste cose, ci
permette di parlare tra di noi con fiducia e amicizia.
«Dal di dentro infatti, cioe dal cuore degli uomini, escono Su questa esperienza sacramentale si fonda it ministero,
le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, unico e pure molteplice, caratteristico della seconda tappa.
cupidigie, malvagita, inganno, impudicizie, invidia, calun-
nia, superbia, stoltezza» (Mc 7,21-22). oOgni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi
miei fratelli piu piccoli, l' avete fatto a me» (Mt 25,40).

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«Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi profondimento logico, sapienziale, razionale, delle verita
miei fratelli piu piccoli, non l'avete fatto a me» (Mt 25,45). proclamate, e collegato alla teologia.
Teologia ed evangelizzazione nascono insieme in questo
Matteo sembra qui descriverci l'essenza del ministero momento della riflessione cristiana. La teologia nasce quan-
proprio della seconda tappa: e la diaconia, it servizio cari- do, a contatto con le mentalita, le filosofie e le culture del
tativo, la gratuita a cui deve essere iniziato it battezzato. tempo, si vuole rendere ragione della nostra fede.
L'uomo battezzato deve esercitarsi nella capacita di ricono- Allora sorge it bisogno di creare, di usare, di elaborare
scere i bisogni immediati della gente, per poter umilmente metodi e sistemi culturali, strumenti di mediazione. Nasce
dare ad essi un inizio di risposta. la teologia come scienza approfondita della fede, come ri-
Questa e, tra le varie iniziative, quella che ci pue entusia- flessione critica e sistematica sull'esperienza e proclama-
smare facilmente, perche in essa si vede subito it risultato zione della propria fede. E nel proclamare la fede che meglio
tangibile di cio che facciamo, si sente realizzato l'innato si puo cogliere come sia difficile e, allo stesso tempo, ne-
desiderio di donarci: it tutto nella certezza che onel fratello cessaria una teologia filosoficamente fondata e di largo re-
c'e it Signore». spiro. Essa infatti ci aiuta a chiarire i malintesi e a far si che
la verita possa non essere respinta per motivi non inerenti
La diaconia tipica della terza tappa e la testimonianza: alla verita stessa.
quella che it Nuovo Testamento, specialmente gli Atti degli C'e un duplice modo di respingere la Parola: o perche e
Apostoli, chiama martyria. presentata male, non calata in una situazione storica, socia-
Prima si trattava di servire it malato, ora si tratta di testi- le, culturale, filosofica, che solo la rende comprensibile.
moniargli ii carisma pit] delicato, in quanto rischia di essere Oppure l'uomo rifiuta la Parola, perche it mistero del cuore
non spontaneo, e superficiale. dell' uomo, soffocato da spine e pregiudizi personali, non
L'evangelizzazione e la forma pia difficile del vivere cri- vuole accogliere la Parola. E la liberta dell'uomo che deci-
stiano: non basta ripetere bene certe parole, pronunciare de it rifiuto o l'accettazione della Parola.
discorsi in maniera retorica, ci vuole tutta un'abilita spiri- II respingere la Parola e per l'uomo un atto drammatico
tuale, una struttura interiore di evangelizzatore. E questo che, a differenza dei malintesi, puo essere superato solo col
carisma non tutti lo hanno; e un ministero privilegiato della sentimento. La teologia deve spazzare via i malintesi perche
Chiesa. Ministero della Parola, della predicazione, della si arrivi alle vere opposizioni del cuore umano alla Parola, e
consolazione. si svelino le forze negative che alla Parola si oppongono. Que-
C'e un sacramento collegabile con questo ministero: la sto e it lavoro tanto difficile e contestato dell'evangelizzazione.
Cresima. Essa e la conferma pubblica del testimone. Questo Tale lavoro presuppone una grande maturita cristiana.
ministero della testimonianza e collegato a quello dell' ap- motto doloroso vedere contestata la propria testimonianza

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di fede; l'uomo ne viene scosso anche nelle pia intime cer- dei tanti, bisognoso di perdono e capace di perdonare. Ha
tezze, alle basi della sua stessa esistenza. sviluppato in se la tendenza e la capacita evangelizzatrice
All'evangelizzazione si perviene dopo una faticosa asce- ed e capace di ricoprire la responsabilita di una comunita
si personale; e frutto di una fede ormai adulta, capace di resa unita e significante dall'unico corpo di Cristo che tutti
comunicarsi. ricevono.
La tappa presbiterale e quella in cui ii cristiano battezzato,
La quarta tappa e quella dell'esperienza di semplifica- passato per i ministeri e per le diaconie pia semplici della
zione contemplativa. In essa viene sottolineata una grande carita materiale, della testimonianza e dell'evangelizzazione,
verita: la manifestazione di Dio al mondo mediante Gest) diviene capace di assumere la responsabilita degli altri.
Cristo. E io vedo un nesso profondo tra la capacita di assumere
responsabilita e la semplificazione contemplativa. Tale sem-
oPadre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai plificazione contemplativa significa che un cristiano e giun-
dato, perche siano una cosa sola, come noi» (Gv 17,11). to, per grazia di Dio, attraverso un certo processo sperimen-
tato dalla Chiesa, attraverso i vari gradi di maturazione di
Che cosa succede in questa esperienza cristiana, una vol- cui ii vescovo si e reso garante, e giunto a una certa capaci-
ta arrivati a questo momento contemplativo? Mi sembra che ta di distinguere l'essenziale dall' accessorio.
qui, a livello sacramentale, trovi ii suo posto privilegiato Semplificazione contemplativa significa mettere l'occhio
l'Eucarestia, come it Sacramento dell'unita, it sacramento sull' essenza; riconoscere centrali i punti centrali, e periferi-
che riassume in se tutto it mistero cristiano. Sacramento che ci quelli periferici. Quindi saper distinguere tra la verita e
semplifica tutto in alcuni simboli, segni, realta densissime l'apparenza, saper cogliere nelle persone, nelle situazioni,
che abbracciano tutto it resto. cio che conta e cio invece che e meno importante, margina-
Tutto cio che si puo dire sul cristianesimo e sul Vangelo le, secondario. Questa 6, a mio avviso, una tipica capacita
ha it suo centro in questo mistero eucaristico. Posta la cen- «politica» che it presbitero deve possedere. Chi riveste la
trality dell'Eucarestia, le diaconie specifiche di questa tappa responsabilita degli altri deve sapere intuire rapidamente
mistico-contemplativa presente nell'esperienza cristiana sa- quali sono i punti importanti, i problemi gravi, le tensioni
ranno quelle che pongono appunto l'Eucarestia al centro: vitali. Soprattutto deve essere consapevole che non si pub
cioe la diaconia presbiterale, it sacerdozio. fare tutto; e la pia grande immaturity quella di pensare di
E qui la collocazione esistenziale precisa del sacerdozio essere onnipotenti, di provvedere a tutto, di mettere a posto
ordinato. Il sacerdote, in questa visuale, e un uomo che ha tutto. Questo e sempre impossibile. Maturity e it cercare
fatto l'esperienza profonda di conversione; ha vissuto una nella propria comunita quali sono i moment portanti, le
realta di comunita e ha saputo in essa adeguarsi come uno situazioni gravi, le crisi indilazionabili, e come tutto questo

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si unifichi e si chiarifichi attorno all'Eucarestia, rigenerando trimonio concepito come servizio e carisma di units, capa-
la comunione tra le persone. city di assumere la responsabilita l'uno per l'altro. Nel ma-
Ma tale lavoro non puo fare a meno della contemplazio- trimonio infatti l'uno diventa responsabile dell'altro e tutti
ne. Se uno, diciamo cosi, si blocca nei precetti di Matteo, e due diventano responsabili di altre persone ancora. Anche
esposti qua e la in tutti i discorsi di Gesa, e su di essi vuole qui dunque si forma un nucleo di responsabilita che esige
battersi uno per uno, come chi cone dietro le galline scap- una certa semplificazione contemplativa senza la quale, evi-
pate dal pollaio, spesso si perde in mille cose ottenendo ora dentemente, non sarebbe possibile ne vivere insieme, ne
una cosa da uno, ora una cosa da un altro. comprendersi, ne educare i figli. Il matrimonio e un'altra
Si tratta invece di cominciare a vedere che strada bisogna forma di esercizio della maturity cristiana.
fare, da che punto bisogna partire, insomma cosa e l'essen-
ziale; ecco i legami esistenziali che io vedo trail Vangelo di Alle quattro tappe dell'esperienza cristiana che abbiamo
Giovanni e la semplificazione contemplativa, l'Eucarestia e descritto, oltre che diversi ministeri e sacramenti, sono con-
la responsabilita presbiterale di una comunita. nessi pure diversi tipi di preghiera.
La responsabilita presbiterale suppone anche la capacity A mio avviso e possibile determinare una preghiera ca-
evangelizzatrice. Le due cose si compenetrano. L'uomo pre- tecumenale, propria dello stato del catecumeno, distinta da
sbitero e colui ii quale e capace di evangelizzare ed essere una preghiera specificatamente ecclesiale, da una preghiera
operatore di units con la Parola e con it Sacramento. L'evan- specificatamente evangelizzatrice, da una preghiera con ac-
gelizzatore invece, a mio avviso, non sempre deve essere un cento contemplativo.
presbitero: ci sono molte persone capaci di compiere azioni Nel Nuovo Testamento si trovano molti esempi di questi
evangelizzatrici, di testimonianza, ma non per questo sono vari tipi di preghiera che caratterizzano le diverse tappe
o diventano i responsabili di una comunita. dell'esperienza cristiana.
Il culmine dell'esperienza cristiana e la compenetrazione Per esempio, tipica preghiera prebattesimale e l'invoca-
tra evangelizzazione e responsabilita, contemplazione, Eu- zione del cieco Bartimeo: «Signore, che io veda». E la pre-
carestia. Il culmine e it presbiterato. ghiera che invoca l'illuminazione.
E chiaro che anche un evangelizzatore compie opere di Una tipica preghiera ecclesiale, che troviamo in Matteo
carita, e capace di essere operatore di units; ma la sintesi di e non in Marco, e it oPadre nostro».
questi due elementi si trova a un livello pia ricco e pia vivo Tipiche preghiere evangelizzatrici sono molte di quelle
nel presbiterato. che si trovano nelle lettere di Paolo: oPrego per voi perche
Per maggiore precisione notiamo che it quadro e perO abbondiate in ogni sapienza e scienza...».
molto pia vasto e articolato; come sacramento di unity non Tipica preghiera contemplativa e quella che troviamo in
c'e soltanto it presbiterato, c'e anche it matrimonio; it ma- Giovanni al capitolo 17.

128 129
La struttura della vocazione cristiana 3. Da Cristo discendono le varie mediazioni per le chia-
mate pia particolari. Tali chiamate sono quelle viste nei tre
Descritto, sia pure con tappe delineate molto schematica- gradi post-battesimali dell'esperienza cristiana:
mente, un certo processo teorico di maturazione cristiana, —la comunita, la Chiesa, la grande chiamata rivolta a
possiamo ora azzardare alcune osservazioni conclusive che tutta l'umanita, a ogni uomo;
chiamerei: «la quadruplice struttura della vocazione cristiana». —l'evangelizzatore, it chiamato per molti, lo strumento
Vorrei proporvi, come punti conclusivi, che sono poi piut- per la conversione e la chiamata di molti altri;
tosto dei punti di meditazione, queste quattro osservazioni. —it presbitero, it chiamato per l'unita della comunita.
L'unica mediazione di Cristo chiamato e chiamante si
1.Il perfetto chiamato a uno solo: Gesu Cristo, Colui che specifica dunque in van gradi che corrispondono ai diversi
e chiamato da sempre con vocazione eterna; che e chiamato momenti esistenziali dell'esperienza cristiana. Possiamo
per tutti con vocazione irrevocabile e totalizzante. dunque dire che le quattro tappe della vita cristiana, prima
La vocazione di Cristo non e soltanto di predicare o di descritte, sono relative alle diverse mediazioni della chia-
unificare, bensi di dare la vita. E questa l'immagine perfet- mata.
ta del chiamato: uno che e disposto a spendere la sua vita. C'e una chiamata che e semplicemente un invito a vivere
La vocazione nel Cristo avanza storicamente e finisce con in Cristo: e la chiamata alla conversione. Corrisponde al
una dedizione senza limiti. primo stadio, quello marciano, lo stadio preparatorio della
conversione.
2. Ogni uomo e chiamato a vivere e a essere in Cristo. C'e poi la chiamata a essere della Chiesa, a essere Chie-
La vocazione fondamentale di ogni uomo e impensabile sa. Corrisponde alla seconda tappa, quella matteana, che
senza la vocazione di Cristo. Tutti siamo chiamati ad abita- educa a un'appartenenza viva alla Chiesa.
re in Lui. Viene poi la chiamata a essere evangelizzatori, da cui
E per questo che ogni uomo, entrando in Lui, col Batte- derivano i vari carismi di evangelizzazione nonche i carismi
simo, inizia la realizzazione della sua chiamata. Ogni uomo connessi con i consigli evangelici (es.: castita, poverta, ob-
la realizza per se, ma in Lui si forma anche it popolo dei bedienza ecc.). Questi consigli evangelici, questo modo ra-
chiamati. L'umanita realizza in Cristo la sua chiamata come dicale di vivere it cristianesimo, sono in qualche maniera
popolo, come comunita. evangelizzazione in atto, evangelizzazione vissuta, integra-
La chiamata in Cristo e rivolta a singole persone, ma ta, matura.
questi singoli sono chiamati in vista di tutti. Cristo 6 it me- L' ultima mediazione e quella unificante del presbitero;
diatore di ogni chiamata. Ogni chiamata capisce se stessa in essa e insieme mediazione di unificazione e carisma con-
quanto capisce la sua partecipazione alla chiamata di Cristo. templativo di uno per molti, di uno per la comunita, di uno

130 131
in cui la comunita si riconosce e si unifica. La comunita, a scindere dal servizio della carita si taglierebbe fuori dalla
sua volta, a chiamata anch'essa, in ciascun membro, a fare realta della vita, diventerebbe un qualcosa di astratto e di
un'esperienza contemplativa, perche alla fine ognuno sia inutile; praticamente morirebbe nel suo isolamento.
responsabile di un'altra persona o di molte altre a seconda Anche l'evangelizzazione, se 6 separata dal resto, si de-
del suo grado di esperienza contemplativa. Anche se poi 6 grada. Puo diventare fanatismo, propaganda, proselitismo
un numero limitato di persone quello che la Chiesa sceglie senza una visuale contemplativa, senza la visuale che distin-
per it presbiterato, perche le giudica particolarmente adatte gue l'essenziale dall' accessorio, perdendo di vista it picco-
a questo ministero e fornite di questa esperienza contem- lo, it povero e l'umile.
plativa. Ecco perche tutte queste esperienze devono essere conti-
nuamente collegate, perche le singole vocazioni cristiane
4. Questo quadro che ho tracciato potra forse sembrare devono sapersi ciascuna «servo inutile». E servo inutile e
un po' confuso; e tuttavia un semplice tentativo di radunare chi fa quel tanto che gli e indicato ma poi, per it resto, ha
tutti quegli elementi sparsi che abbiamo visto nelle varie bisogno dell' aiuto di tutti, della solidarieta e del conforto
figure esaminate. Figure che presentavano alcune un destino degli altri.
particolare molto preciso, altre un destino piuttosto vago,
altre ancora una vocazione che le impegnava in un settore A mio avviso, queste riflessioni, pur nella loro schema-
particolare. Sono tutti elementi, sono tutte vicende, sono ticita, potrebbero avviare un certo ripensamento sui modi e
tutte vocazioni. sui criteri di giudicare le diverse situazioni vocazionali, sui
Non si puo dire che vocazione 6 solo questo o quell'aspet- troppi unilateralismi di servizio e di vocazione che preten-
to, questa o quella vicenda. Si potrebbe dire che la vocazio- dono di avere ciascuno la chiave della situazione di una
ne e Cristo; ma appunto per questo bisogna collocare e or- Chiesa, di una comunita, di un momento storico. La Chiesa
dinare in Cristo le diverse esperienze che not e altri faccia- e ricchezza multiforme del Cristo, partecipata in mille modi
mo, e collegarle in un'unita. Senza questa unita le nostre e in mille doni. Doni e modi che non sono sparsi e irrelati
esperienze, i nostri carismi possono degradarsi e svanire, ma organicamente collegati secondo gerarchie e strutture
perdere di vista la loro origine e it loro fine. suggerite dalla lunga storia della Chiesa.
Quando, per esempio, it carisma del servizio ai bisogno-
si, si chiude in se stesso, pretende di essere l'unico carisma,
e diventa una specie di servizio sociale, escludendo tutto it
resto, ponendosi come l'unica realta valida capace di cam-
biare it mondo, si taglia fuori da tutta la dinamica della vita
cristiana. D' altra parte se it carisma presbiterale volesse pre-

132 133
INDICE

Premessa pag. 5

Introduzione • 7

I. LA PAROLA DI DIO • 11

Perche iniziamo con la Parola di Dio? • 13


La Parola di Dio come parola • 13
La Parola di Dio come realty • 16
La Parola nella sua risonanza e dinamica • 19

II. LE CHIAMATE NELLA STORIA BIBLICA


DELLA SALVEZZA • 25

Problemi sulla natura della vocazione • 27

Abramo: vicenda di una chiamata • 32


Da dove e chiamato Abramo? • 37
Da chi e chiamato Abramo? • 38
A the cosa e chiamato Abramo? • 39
Specificity della vocazione di Abramo • 40
CARLO MARIA MARTINI (15 febbraio
Mose: i tempi di una vocazione pag. 46
1927 - 31 agosto 2012), gesuita e biblista,
La figura di Mose 46
stato vescovo di Milano dal 1979 al 2002.
Educazione di Mose: vv. 20-22 • 48
Unanimemente considerato voce tra le piit
Generosity e delusione di Mose: vv. 23-29 • 50
ascoltate e seguite da cattolici e laici, nel
Scoperta della propria vocazione: vv. 30-40 • 52
2002, dimessosi da ogni incarico, decise di
ritirarsi a Gerusalemme per riprendere gli
Mose: it servo di Dio 60
amati studi biblici, ma anche dall'antica ca-
A the coca e stato chiamato Mose? • 60
La vocazione cristiana come chiamata al servizio • 68 pitale delle religioni fece sentire con forza
la sua voce. Ritornato in Italia per ragioni
Samuele: la coscienza di un popolo • 74 di salute, pure nella malattia non rinuncio
Introduzione • 74 mai a scuotere le coscienze con lucidity e in-
I momenti della vita di Samuele • 76 telligenza. Uomo del dialogo tra le religioni,
Elementi della vocazione di Samuele • 82 autore di libri apprezzati in tutto it mondo,
la sua cultura e i suoi studi non furono mai
Geremia: fede e vocazione • 86 un pretesto per allontanarsi dal mondo ma
Introduzione • 86 gli permisero anzi di parlare alle folle e atti-
La fede "ricettiva" dell'infanzia • 90 rare moltissimi giovani.
La fede oblativa e adolescenziale • 93
La fede dell'eta matura • 98

La vocazione nei Vangeli sinottici • 102


Introduzione • 102
Istituzione dei Dodici: Mc 3,13 104
Missione dei Dodici: Mt 10,1-4 • 110

Le chiamate nell'itinerario cristiano della salvezza • 114


Introduzione • 114
I Vangeli come manuali dell'iniziazione cristiana • 115
1 ministeri nella maturazione della vita cristiana • 122
La struttura della vocazione cristiana • 130

Stampa: Arti Grafiche Cuneo — Madonna dell'Olmo (Cn) In copertina:


Vocazione dei primi apostoli
Marco Basaiti, 1940 circa
Venezia, Gallerie dell'Accademia
© Archivi Alinari
In quarta: foto Scalcione © Periodici San Paolo

Progetto grafico: Angelo Zenzalari

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