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LA SCUOLA

DELL’OTTAVA

TERZA
LEZIONE
TERZO MODULO

ESSERE SETTENARIO

SCUOLA DELL’OTTAVA – PRIMA EDIZIONE – ANNO 2022 / 2023


TERZO MODULO - LEZIONE TERZA
ESSERE SETTENARIO
Buonasera a tutti. Questa qua è una lezione che va avanti in quello che è la progressio
dell'identificazione con quelle che sono le parti, cioè con il motore dell'ottava e che ha come scopo
quello di creare di per sé una nuova anatomia sottile con tutta una serie di componenti che si
ispireranno chiaramente, come vi ho accennato, al mondo platonico, ma che vedrà negli stessi,
quindi nel nei solidi platonici, un cambiamento di fondo. Ma questo fa parte del prossimo incontro.
In questa occasione ciò che ci aspetta è un livello di identificazione o meglio una sovrapposizione,
di quelle che sono le nuove ottave sulla struttura del settenario, quindi trasformare quelle sfere del
settenario, cerchi non si possono più definire, perché sapete che è una visione bidimensionale, ma di
un qualche cosa che va molto al di là, nelle nuove ottave che abbiamo scelto, per far sì che poi
questo lavoro ci conduca in una identificazione totale con un nuovo settenario, che come sapete è il
motore dell'ottava. Quindi di per sè avremo di fronte un mese riguardante questo esercizio che ha
un'ulteriore evoluzione, vedremo quale, dove la matematica o la struttura numerica alla base della
nostra esercitazione non sarà chiaramente differente dalla modalità che abbiamo illustrato
precedentemente. Quindi, avremo sempre la respirazione come modalità, avremo sempre i 7

secondi, avremo sempre le 7 respirazioni ripetute tre volte durante la settimana, che andranno a
identificarsi con l'ottava, che a sua volta dovrà prendere il posto di quelle 7 sfere. Quindi in questo
caso inizieremo spiegando come identificare queste 7 nuove ottave con le 7 parti, appunto, del
settenario. Quindi allora passeremo dallo stato d'essere, che abbiamo in qualche modo
illustrato la scorsa volta, a settenario. Quindi noi che diventiamo settenario è un'identificazione
un po’ tosta questa, perché non so quanti prima di noi hanno potuto immaginarsi una cosa del
genere e, in modo così presuntuoso, pensato di poterlo fare. Però, come dire, adesso non abbiamo
mica tanto da perdere e utilizzare i meccanismi di identificazione con quelle che sono le parti più
importanti dell'ottava per diventare in pieno ottava, non vedo perché non debba essere motivo e
scopo della scuola, e quindi così l'ho partorita. Non è esattamente così. Alcuni anni fa per la scuola
ho modellato un po’ diversamente il terzo livello.

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Per cui del mese che verrà utilizzato per l'identificazione delle Ottave, la prima settimana sarà
quella che segue.

Io ho messo per iscritto immagine dove dopo immagine, quello che “va fatto”. Quindi, come vi ho
accennato prima, vi basta seguire numericamente, tutto quello che ho messo nella lezione per avere
un fil rouge ben preciso. Quindi, la prima settimana le ottave diventano le 7 parti del seme della
vita, impariamo a disegnare il seme, quindi imparare intanto a disegnare personalmente il seme
della vita che è il settenario in questione. Io spero che voi ricordiate la seconda lezione del primo
livello, in cui parlammo della modalità della nascita e quindi appartenente a quella che il mondo
della geometria sacra. Quindi il seme della vita in termin di geometria sacra è un qualche cosa che
penso voi conosciate, ma chiaramente si sta parlando del settenario. Per cui, se mi permettete, io vi
consiglierei di imparare a disegnarlo il settenario, perché tutto quello che verrà fatto su ciò che voi
disegnerete vi servirà perché si imprimerà molto più nella vostra memoria. Io vi voglio far notare
che di per sé questa dinamica è stata utilizzata normalmente da personaggi ai quali non è che ci
fosse tanto bisogno di dirgli cosa dovevano fare, tipo Giordano Bruno, ma non è una cosa di
pertinenza solo di Giordano Bruno. I grandi che abbiamo affrontato bene o male tutti utilizzavano
una loro dinamica con cui raffigurare il livello simbolico che stavano in qualche modo
interpretando. Per cui io ho inserito in questa lezione un vademecum nel caso qualcuno ne avesse
bisogno, attraverso il quale poter disegnare esattamente il settenario, che sicuramente sembrerà una
cosa semplice, una volta che impari a farlo, ma vi assicuro che così semplice a volte non è. Tanto
più che alla fine della lezione vi ho messo un altro filmato in cui dal settenario si passa poi al fiore
stesso. Il disegnare queste cose, quindi il creare tutto ciò, non serve solamente a imprimere su un
foglio di carta ciò che vogliamo. Come vi ho detto prima, ha una funzione molto importante per
quanto riguarda non solo la dinamica mnemonica, ma anche il fattore identificativo che stiamo
cercando, vi faccio vedere che tipo di filmato ho proposto e che troverete nella lezione riguardante
appunto il disegno del settenario.

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VIDEO F1A – Disegnare il settenario.

Poche immagini, così almeno potete sicuramente ispirarvi se qualcuno di noi o qualcuno di voi non
ha mai sperimentato questo aspetto. Io mi occupai di disegnare il settenario la prima volta, qualcosa
come vent'anni fa quando ebbi l'opportunità di leggere un testo che era quello di Drunvalo
Melchizedek, dedicato appunto al fiore della vita. Lì, al termine dei due testi che componevano
l'opera, vi era l'opportunità di prendere un fax simile con cui puoi procedere nel creare il seme della
vita, che diventava poi fiore della vita. Io son partito da lì, per me è stato come dire utile, perché ha
formalizzato ancora di ancora di più quelli che erano i pensieri che stavo evincendo da quella lettura
e poi le cose sono andate ancora più avanti e chiaramente questa è una modalità molto semplice se
vogliamo, ma sicuramente vi potrà essere forse ispirazione se ce n'è bisogno. Sicuramente in mezzo
a voi ci sono delle persone che molto meglio di me sono più ferrate in questo nel mondo del
disegno. Io sono un disastro, però diciamo questa cosa molto semplice, se la vogliamo definire così,
allora mi fu molto utile, altrettanto utile per cui ve lo ve lo ve l'ho proposta, ve la propongo come
modalità con cui capire come procedere nella costruzione del settenario. Quindi questa cosa è a
vostra disposizione, ce l'avete.

Ora qui vi ho messo quelli che sono i passaggi che dovete mettere in campo per rendere questo
disegno, che poi è la vostra opera, che poi saremo noi, sostanzialmente meglio a vostra
disposizione. Intanto con la lezione precedente abbiamo parlato di quelle che sono le nuove ottave.
Per cui io vi chiedo di scegliere delle immagini riguardanti le nuove ottave che stasera
rievocheremo e di ritagliare quelle immagini, quindi le immagini che voi avete scelto, che si
identificheranno con lo spazio, il tempo, la spiritualità, bla bla, bla e tutto quanto il resto, Vi
consiglio di ritagliarle e sovrapporre ognuna di quelle immagini sono ognuno dei cerchi del
settenari. Quindi io ve l'ho scritto, sovrapporre o incollare le 7 immagini sui 7 cerchi o sfere dopo
l'esercizio corrispondente, cioè, la settimana che voi utilizzate per identificarvi con l'esercizio che vi
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ho detto prima, ma che ho di nuovo inserito come tecnica questa volta e descritto nuovamente, sarà
la modalità con cui voi potrete ancora di più immaginare l'identificazione della nuova ottava col
Settenario o delle nuove ottave col Settenario. Quindi quando avete fatto l'identificazione, prendete
l'ottava corrispondente in termini di immagine e la incollate sopra il cerchio, quindi la sfera,
chiamiamola così; per cui dopo che avete fatto l'esercizio ponete sul settenario l'immagine
corrispondente all'ottava su cui vi siete esercitati e identificati, come abbiamo detto più volte,
attraverso la dinamica respiratoria e attraverso la dinamica numerica che vi ho indicato.

Qua troverete poi una indicazione un pochettino più diretta su ciò


che vi sto dicendo. Questo è il settenario, ognuno di quei cerchi
ospiterà l'immagine che voi sceglierete e che apporrete dopo che vi
sarete identificati con la stessa. Se non volete fare, come dire lo
sforzo o perdere tempo, non avete tempo per disegnare voi stessi il
settenario, vi basta stampare questo e apporre su questo le immagini
che voi desiderate; fate prima, è una vostra scelta.
Questa è chiaramente un'immagine che ho scelto così per darvi
un’idea di delle 7 possibilità che voi dovete scegliere, mettere e
incollare sul settenario, tutto qua. Io questo vi sto chiedendo, se
potete farlo voi manualmente meglio, se non avete tempo, non
avete voglia. L’immagine 1D la potete stampare e c'è l'indicazione
riguardante l'ottava da mettere sulle sfere. Questo penso che sia abbastanza chiaro.

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Vi ho messo qui l’esercizio di identificazione. In questo caso sto seguendo pedissequamente le
immagini così come le ho messe. Così la lezione può essere seguita senza titubanze, anche più in là,
nel caso sorgessero dei dubbi. Poi voi lo sapete basta scrivere, e ritorniamo su qualcosa che non è
chiara, può succedere.

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Però vi ho messo qua un vademecum di quello che bisogna fare: di nuovo, scegliere un luogo adatto
a noi e una posizione comoda, scegliere gli orari in ottava e mantenerli fissi, questo è il
meccanismo, inspirare, trattenere il respiro per 7 secondi, evocare il nostro essere tempo, visto che
abbiamo mantenuto come ottava anche lo stesso, l’ho messo in prima fila, e vederlo diventare la
prima delle 7 sfere del settenario. Espirare. Questo è l'esercizio. Lo ripeto, inspirare si trattiene il
respiro per 7 secondi. Evocare il nostro essere tempo ve l'ho detto l'altra volta e vederlo
diventare la prima delle 7 sfere del settenario. Quindi voi dovete sforzarvi di immaginare
questa sfera, diventare il tempo lì dentro c'è il tempo, dopodiché espirate. Di nuovo, io vi ho
messo l'indicazione per non avere dubbi sulla modalità dell'esercizio, ripetere lo stesso processo per
le restanti ottave, attraverso quindi 7 respiri di 7 secondi l'uno. E ripetere l'identificazione per tre
volte al giorno per una settimana. Ce l'avete qua scritto. Se questa cosa non è chiara, e stasera la
vogliamo rendere più chiara, dopo, me lo fate presente, noi riprendiamo l'immagine e la
ricominciamo. Però l'operazione che si fa durante questa lezione è quella di trasformare le ottave
nel motore dell'ottava, quindi nel settenario. Quindi noi prendiamo le 7 ottave e ognuna di esse sarà
il testimone, la parte più importante che noi dovremmo utilizzare identificandoci con il settenario.

Dopodiché, eccolo qua.

Come al solito si prende nota su un taccuino, un quaderno delle relative sensazioni che voi avete
provato nell'atto dell'identificazione con le varie parti costituenti il settenario, per cortesia questa
cosa fatela. Vi tornerà molto utile adesso, ma soprattutto un domani, se deciderete di proseguire con
l'ottava. Perché non che questo terzo livello sia da meno, ma quello che ci e vi aspetta se andremo
avanti è molto affascinante, ma nello stesso tempo avrà bisogno di questo meccanismo. Perché ciò
che dovremmo fare in futuro non sarà quello che stiamo proponendo stasera. Quello che verrà fatto
in futuro sarà identificazioni con vite reali, inventate sognate, di personaggi, di persone normali con
le quali noi avremo la possibilità di misurarci in termini coscienziali e di variare addirittura o
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cambiare alcune parti di queste vite. Quindi l'evoluzione andrà verso un'evoluzione coscienziale di
un certo tipo, dopo che abbiamo digerito bene, diciamo, questo aspetto, questo momento
riguardante l'ottava. Fa parte delle dell'evoluzione delle nostre possibilità identificatrici. Poi ancora
punto due, non dimenticate di trascrivere qualsiasi tipo di esperienza onirica. La questione onirica
mano a mano acquisterà sempre più importanza. Di solito, e non è detto, però di solito l'anima
quando si sente più libera, parla meglio. Lo fa attraverso simboli, a volte, e archetipi o eventi che
possono sembrare, a volte lo sono, incomprensibili. Però se noi riusciamo ad avere una visione
d'insieme di tutto quello che è stato l'evento onirico che ci ha accompagnato durante questi momenti
di identificazione, credo che si possa mettere da parte una specie di patrimonio emozionale di alto
livello, che riguarda qualche cosa che appartiene a noi e che non c'è mai stato chiaro, forse. Lì
siamo molto liberi di essere, di immaginare, di pensare anche durante il momento della veglia non è
mica detto che avvenga solo lì. Ed è un aspetto che useremo in modo direi quasi costante. Vorrei,
sono tentato di dire estremo, quando andremo più avanti, perché qui c'è l'identificazione con quello
che è il motore ottava e quindi con l'ottava. Dopo sarà un'identificazione coscienziale con tutto
quello che, come vi ho accennato, rappresenta la grandezza o la qualità che noi tutti possiamo avere
in termini di vite coerenti, coesistenti o esistite o già esaurite, se vogliamo, ma comunque capaci di
su di noi, di avere un certo tipo di ingerenza, questo per avere coscienza del fatto di come noi siamo
molto più di quello che sembriamo. Una coscienza che ha bisogno anche dell'aspetto onirico per
essere consolidata, per cui questo è di per sé un momento, un aspetto decisivo, importante, non va
dimenticato. Quindi voi utilizzerete una settimana per identificare tutte e 7 le ottave con i 7 cerchi
permettetemelo, del settenario, una settimana. Quindi, ognuna di queste ottave c'ha una settimana a
disposizione. Questa cosa io ve la suggerisco in questo modo. Poi, così come vi ho detto
precedentemente. Dipende molto da voi. Non ci sono scadenze. La cosa importante è la vostra
reazione, non la tempistica in assoluto. Per cui se voi decidete che questa modalità non è esauriente
per voi e non è abbastanza invasiva, me lo potete permettere? Allora potete sicuramente scegliere
una tempistica diversa. Io vi suggerisco questa. Ok, quindi vuol dire che queste 7 nuove ottave
avranno bisogno di una settimana. Fatto questo c'è un passaggio. Un'ulteriore passaggio, che mano a
mano ci condurrà verso l'esercizio delle nuove ottave. Il nuovo passaggio ve l'ho messo qui, è
quello cromatico.

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Quindi la prima settimana è l'identificazione con le nuove ottave, la seconda settimana ve l'ho
messo per iscritto, ho cercato di essere più preciso possibile e comprensibile. Possibile che perché
mi rendo conto che non è esattamente una cosa immediata. Mi rendo conto che gli esercizi di cui
stiamo parlando sono un qualche cosa di ostico, lo è stato anche per me. Voi figuratevi, quindi io
non posso dire che debbano essere per forza teutonici, però se voi avete possibilità e decidete e vi
sentite di poter andare oltre la prima settimana o il periodo che avete scelto, il passaggio successivo
è trasformare le ottave in una struttura cromatica, quindi quelle sfere diventeranno, avranno un
colore. Tutte e 7.

E ve l’ho messo
esattamente così.
Abbiniamo la
cromaticità
solare alle 7
nuove ottave.
Qui c'è uno
sforzo che mano
a mano diventa
sempre più
complesso in
termini
mnemonici. Io
non ve l'ho detto
questo, ma
quello che
stiamo facendo
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adesso comincia ad avere degli aspetti di memotecnica piuttosto particolari. Non vi ho parlato in
questo modo e non vi ho proposto il terzo livello in questo modo, perché di carne al fuoco già c'era
fin troppa. Però sappiate che stiamo andando in quella direzione; ed è una direzione che si lega in
modo massivo con quello che in futuro arriverà. Perché questo? Perché esattamente come io,
avendo scritto un libro sulla memoria, io ho scritto su Giordano Bruno, non ho memoria se non
quando ho davanti a me delle immagini per cui io mi ricordo persino dove ho preso quelle immagini
e quando le ho prese. Io penso di avervelo detto, ma all'inizio la maggior parte delle immagini che
io cercavo, le rubavo, in termini materiali perché non avevo i soldi. No, non perché non li avevo,
avrei anche potuto averli, ma mi vergognavo di comprare tutti quei libri tutte le settimane. Quindi io
ve lo dissi, andavo da un mio amico che poi mi sgamò di brutto. Ve la raccontai sta cosa, e mi
chiese “Fammi sta cortesia, te lo do il libro ma non mi strappare i fogli.” Però io tutto mi ricordo di
quei fogli, di quelle immagini soprattutto, e sò dove le ho messe, quindi lo sforzo in termini di
memotecnica che faremo e che stiamo facendo perché è già un po’ che stiamo andando in quella
direzione è, come dire, coerente e fondamentale per quanto riguarda questo livello, cioè il terzo
livello. Qui metteremo in qualche modo a fuoco e sperimenteremo quella che è una delle qualità più
importanti del mondo iniziatico. Che riguarda la memoria, non solamente in termini funzionali e
razionali, ma la memoria in termini emozionali, per cui per me le immagini non sono altro che
frazioni di emozioni che mi consentono per analogia di muovermi mentalmente a più livelli. Ecco,
io vorrei che questo succedesse. Per cui dopo quella settimana l'identificazione che noi faremo di
quelle nuove ottave e quindi del settenario, sarà un'identificazione cromatica. C'è un motivo se io vi
chiedo questo altro sforzo. Non è appeso al nulla, poi vedremo perché. Per cui io di nuovo in modo
molto diretto, io ho messo il riferimento a questo momento qua.

Quindi di nuovo se potete, anzi io vi direi di farlo assolutamente disegnate di nuovo il vostro
settenario. Un nuovo settenario. E coloratelo rispettando l'abbinamento colori/ottave, l'ho scritto.
Quindi vi basta seguire quella che è la dinamica illustrativa che vi ho messo qui.

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Vi ho aggiunto un'immagine. Dove ci sono gli abbinamenti dei colori con le ottave.

E per essere ancora più esaustivi, più ho riportato colori


e ottave su settenario.

Quindi, per cortesia, disegnatelo, stavolta non solo lo


dovete disegnare, coloratelo, tenendo presente che
ognuno di quei colori, a memoria, dovrete in qualche
modo ricordare che è una delle ottave. Per fare questa
operazione abbiamo sempre la settimana. Eccola.

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Sono in settimana “sono il settenario” e comincio a essere materialmente il settenario e mi vivo
come tale. E quindi mi divento luce. Qui vi ho messo l'esercizio, basta seguire le immagini, ripeto.

Questa l'avete già sentita. Scegliere il luogo, comodo bla bla bla, lo sapete, scegliere gli orari in
ottava lo sapete. Il meccanismo dell'identificazione di quelle 7 sfere, quindi di quelle 7 ottave nei
colori, lo trovate ed è sempre lo stesso, si trattiene il respiro per 7 secondi, evocare e vedere,
evocare o vedere la sfera contenente la nostra prima ottava, il tempo, e sovrascrivere quella
frequenza con il colore rosso. Io ho dato il rosso al tempo. Espirare. Questo meccanismo, lo ripetete
per tutte e 7 le ottave. Ripetere lo stesso esercizio processo per le restanti ottave, utilizzando 7
respiri e trattenendo per 7 secondi,
ripetere l'identificazione per tre
volte al giorno per una settimana.
Questo rimane stabile, il
meccanismo è lo stesso, non
cambia. Cambia l'identità
identificativa, questo sì. La
raccomandazione è sempre la
stessa, prende nota sul taccuino
delle relative sensazioni
cromatiche che si possono provare.
E prendere altresì nota delle
eventuali esperienze oniriche.

È la seconda settimana quella che abbiamo appena visto.

Terza settimana. Io ho parlato di un mese, non a caso.


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Terza settimana. Qui c'è un passaggio definitivo. Allora all'inizio c'è stata l'identificazione
dell'ottava nella sfera. Poi l’identificazione dell'ottava che era diventata parte del settenario nel
colore. Adesso non ci resta altro che identificarci col settenario tutto. Adesso noi siamo il settenario.
Quella settimana è dedicata a capire che noi, che siamo ottave, appunto, siamo settenario. E questo
settenario chiaramente ha dentro di sé come in natura i 7 colori che appartengono allo spettro solare,
ma voi sapete che quei 7 colori hanno delle qualità, hanno delle caratteristiche, così come vi avevo
in qualche modo accennato in altre occasioni. Poi 7 colori sono 7 dimensioni, cioè il nostro, la
nostra qualità dimensionale è il bianco. Quella nasce dalla fusione di quei 7 colori, ma così come il
bianco rappresenta la dimensione tridimensionale, gli altri 7 colori rappresentano altre dimensioni, e
quindi altre leggi ,e quindi altre qualità dell'ottava. Per cui i 7 colori dello spettro solare sono qualità
dimensionali dell'ottava stessa. Noi abbiamo dato un'informazione, abbiamo aggiunto a queste
qualità una specifica, ben precisa.

Per cui nella terza settimana, noi diventiamo settenario.


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Le cose procedono normalmente, esercizi di identificazione con tutto il settenario, niente di
eccezionalmente strano o diverso dal solito. Di nuovo qua c'è l'immagine su quello che succederà.

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Usa per questo esercizio il
settenario da te elaborato. Voi
avete di nuovo disegnato
sovrascritto e colorato il
settenario. Quel settenario lo
potete sicuramente utilizzare
adesso. Non c'è bisogno di
ridisegnarlo. La settimana di
identificazione è con tutto il
settenario, e non con parti dello
stesso o con colori che fanno
parte dello stesso. Tutto il
Settenario adesso è il
protagonista.

Da qui ciò che segue.

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Chiaramente prenderete nota delle emozioni, senza mai dimenticare quello che in qualche modo in
termini di onirici, potete qualificare.

Adesso l'ultima settimana e qua inizia il bello. L'ultima settimana vede noi essere, essere.

Ciò che abbiamo detto prima, essere tempo, essere realtà, essere materia, essere pensiero, essere
spiritualità, essere spazio. Allora proviamo un pochettino a viverla questa cosa con degli esercizi
dedicati all'essere, iniziando dalla prima ottava, tempo. Quindi noi la quarta settimana la dobbiamo
vivere come il settenario, che vive come un settenario con le gambe, con le braccia e con la testa,
ma che sa che, essendo settenario, ha delle qualità particolari.

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E allora, sempre seguendo le immagini, vivrò questa esperienza emozionale liberamente, questa
volta non vi chiedo esercizi, non vi chiedo di nessun tipo di respirazione. Non vi chiedo una
tempistica, tanto è vero che vi ho scritto che questa cosa avverrà dove voglio, quando voglio, per
una giornata. Capiremo noi quello che ci sentiremo di fare durante un arco della giornata, l'arco
della giornata. Essa verrà ripetuta per una settimana con ottave diverse, ripeto. Avremo una quarta
settimana in cui noi faremo il settenario. Chiaramente dedicheremo un giorno alla settimana alle
ottave che abbiamo creato. Ok. E mi vivrò come un essere che essendo tempo usa il tempo. Come
primo esercizio, questo esercizio non sarà vincolato da una tempistica, non avrà bisogno appunto
della modalità respiratoria per essere in qualche modo utile alla nostra identificazione, perché noi lo
siamo già settenario, lo siamo già tempo, siamo diventati proprio tempo OK? Quindi, lo vivremo
liberamente per un giorno per ogni ottava del settenario, e durante quell'arco della giornata noi
cercheremo di viverci il più possibile come tempo. Ripeto. Come tempo e allora io questa cosa ve la
faccio per voi. Va bene, così, vediamo come dovrebbe avvenire. Poi ognuno di voi a porrà le sue
modifiche, se vorrà, perché ognuno di noi vivrà questi stati d'essere in modo compatibile con la
propria personalità.

Allora io adesso faccio tempo, va bene, faccio l'esercizio del tempo perché tanto io lo so che sono il
tempo. Questa cosa l'abbiamo imparata con Gioacchino bene. In qualche modo l'abbiamo
cominciata ad apprezzare con lui, adesso però addirittura ci siamo dati la possibilità di essere
completamente.

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Benissimo, è un sabato sera. Io sto per chiudere il mio bar a L'Aquila. È una cosa di 24 anni fa,
davanti a me si siede una persona. Fuori il locale sta passando la perdonanza, la perdonanza è uno
degli eventi, l'evento diciamo più importante di tutta L'Aquila, è stato come dire, creato da
Celestino V. E se la dovessi
descrivere sarebbe un po’ carino,
perché, vabbè, ve la descrivo. La
Perdonanza riguarda l'apertura
della porta Santa dell'Aquila, che
è stata la prima porta Santa del
mondo, cosa che la Chiesa non
ha mai riconosciuto. Bonifacio
VIII scippò quest'idea a
Celestino V, la utilizzava in
termini economici per costruire
San Pietro, addirittura, e la
Perdonanza, che corrisponde
appunto con l'apertura della porta
Santa, doveva avvenire ogni
cinquant'anni, perché il 50, come
voi ricorderete con la lezione
riguardante Ildegarda è un
evento ben preciso in termini
energetici, ma al di là di questo,
si doveva in qualche modo, chi
sentiva la voglia di confessare diciamo degli eventi non esattamente positivi, passava attraverso la
Porta Santa della Basilica di Collemaggio. E non so quanti di voi lo sanno, ma per vedersi perdonati
i peccati doveva fare una confessione pubblica. La confessione fino ai tempi di Celestino V, stiamo
parlando del 1288, era pubblica. Quindi la perdonanza indicava la capacità, la possibilità e il
coraggio di chi in qualche modo, volendo rendere pubblici i suoi mali, affari e i suoi peccati, si
liberava da tutto ciò. Questa è come dire una delle tante cose che ha reso potente la Chiesa, perché
Bonifacio VIII la scippò di brutto, e qualsiasi Porta Santa o periodo in cui la Porta Santa veniva
aperta, che non rispetto mai più i cinquant'anni chiaramente, corrispondeva sì col perdono dei
peccati attraverso confessione, un confessionale, una confessione, che però avveniva in privato, e in
più pagata. E questo diede grandissimo potere alla Chiesa. Se vi girate indietro un attimo e
osservate quello che è stato, diciamo, l'excursus delle vite di molti cardinali, ebbene loro erano
coloro che più potere amministravano nella società, perché erano i confessori dei re. Se pensate che
ne so al Cardinale Richelieux forse vi potete rendere conto del perché era più potente lui che il re di
Francia, ma comunque questa è un'operazione, è una cosa giusto per dire. Quindi io sono tempo e io
mi ricordo benissimo quello che è stata la sfilata della Perdonanza, che passava accanto al mio
locale, quando avevo ancora il bar al centro dell'Aquila e l'attimo in cui questa signora, di fronte a
me mi diceva “Adesso sono tempo.” Mi diceva queste parole qua. “Tu o sei un genio o sei un
pazzo.” E io la guardo. E io dissi “vediamo il tempo cosa decide.” E lei si riferiva alla codifica del
rosone di Collemaggio che avevo fatto fresca fresca. Che chiaramente era una novità, era un
qualche cosa che nessuno aveva mai visto e nel frattempo passava questa festa, questa ricorrenza in
costume d'epoca accanto al mio bar. Erano 24 anni fa. Io quell'anno, come vi ho detto qui c'è
l'immagine numero 23, codificai il rosone di Collemaggio.

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Andai avanti in questa codifica.

Tant'è vero che poi attraverso la sovrapposizione del rosone sul labirinto

giunsi a quella che era come dire la partenza dei


miei studi, codificai le tre ottave e scrissi il mio
primo libro.

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Scrissi il mio primo libro che era “Il segreto delle tre OTTAVE.” Il tempo sta andando avanti
perché sono io. Utilizzai delle immagini fondamentali, come questa, che conoscete benissimo.

E avviene questo.

VIDEO F27 – I SIGILLI DI


GIORDANO BRUNO DI MICHELE
PROCLAMATO

E questo è uno dei primi momenti con


cui io ho ho potuto vagliare quello che
stavo mettendo insieme. Ed è successo
14 anni fa. Quindi abbiamo lasciato
quell'attimo in cui quella donna mi
diceva questa cosa. E siamo qui.
Passano altri anni, ma è sempre qui, è
sempre adesso. E io arrivo a fare
questo.

VIDEO F28 – ESTRATTO DEL


PERCORSO DELL’OTTAVA

Questa è una pillola, chissà come mai,


che appartiene al primo livello che
parla di Leonardo. Quindi io mi stavo dirigendo verso questa cosa qua.

VIDEO F29 – PRIMA LEZIONE SCUOLA

Questi siete voi. 5 mesi fa. Adesso ve la faccio io la domanda, sono stato tempo come voi o no?
Siamo tempo o no?

E in che immagine hai racchiuso tutto questo?

Come?

L'hai racchiuso tutto in un'immagine?

L'ho racchiuso tutto in una serie di immagini e questi pochi filmati.

Perché tante volte noi ci facciamo la domanda, no? Perché qui ci sono due aspetti che vanno
compresi. Penso che li abbiate compresi anche con la lezione precedente. L'aspetto fisico che
denuncia il tempo in un certo modo. L'aspetto emotivo che vive il tempo in un altro modo. Non è il
negare l'aspetto fisico, che in questo caso ci può aiutare. Ma sicuramente non è nemmeno nel
concedere all'aspetto emotivo la sua qualità principale, che è quello di essere tempo
indipendentemente dalla parte fisica. Quindi formalmente io vi ho messo insieme un piccolissimo
esempio, di come noi, essendo tempo non ci concediamo questa cosa. Adesso la domanda che vi
aggiungo: siccome questo tempo l'abbiamo vissuto noi, ognuno di voi ha vissuto il suo, perché noi
non dovremmo avere diritto, il dovere, la possibilità e la capacità di intervenire sul nostro tempo
quantomeno?
E intervenire sul nostro tempo, su qualche cosa che forse non è stato risolto, chi ha detto che non è
possibile farlo? Perché il tempo è vivo. Tutto ciò che vi ho fatto vedere, questa cosetta
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immensamente piccola è viva dentro di me. Ed è il motivo per cui il mondo iniziatico partorì un
simbolo per parlare della memoria, che è La Fenice. Perché la memoria è sempre viva, è viva.
Quindi l'operare sulla memoria da parte nostra cercando in qualche modo di non sottrarre alla vita e
quindi al tempo, un evento. Se è il caso. Ma cercando di affiancare a quell'evento un altro evento
che potrebbe in qualche modo creare o dare la soluzione a una bolla emozionale negativa, è di per
sé un nostro diritto dovere, in quanto il tempo siamo noi. E siccome siamo noi, noi sul tempo
possiamo interagire. Perlomeno sul nostro. Quindi io come esercizio vi dò questo, quando nella
quarta settimana ci adopereremo per verificare la nostra identificazione nei vari nelle varie ottave. E
l'indicazione che vi dò e che più in là diventerà metodica, ben precisa per essere, è quella di
osservare con molta attenzione quelli che possono essere stati degli eventi
che noi riteniamo non esattamente adatti a noi. Non è che bisogna, cioè non abbiamo noi la
possibilità di eliminarli, quello è uno sbaglio. Ma sicuramente abbiamo la possibilità di
sovrascrivere, così come scrissi nella precedente lezione. Essendo noi frequenze, quella frequenza
noi la possiamo anche in qualche modo, cambiare. Il sovrascrivere un evento negativo è un
qualcosa che noi abbiamo il diritto dovere di fare. Nel momento in cui sappiamo che il tempo siamo
noi. E fare un'operazione del genere vuol dire portarci in un momento della nostra vita, dove
probabilmente un certo tipo di problematica fisica o mentale ancora non era presente, e anticipare
quella che potrebbe essere una modalità “di cura” di quell'evento in termini emotivi. Quindi io,
adesso, vi dò, come dire .n'idea di come noi ci possiamo usare. E come noi ci dobbiamo usare?
Visto e considerato che gli eventi siamo noi. Visto e considerato che appunto il tempo siamo noi. E
siccome quello è uno e trino, allora pensare che quello passato sia finito, è un grande errore. Le
problematiche più grosse noi ce le portiamo dietro proprio a causa di queste bolle temporali che non
smettono mai di infierire dentro di noi se sono negative, perché ci sono quelle positive. In quanto le
stesse quelle si sopravvivono al tempo e allo spazio. Quindi, così come un disturbo può
sopravvivere al tempo, le nostre qualità che sono fatte di tempo possono sopravvivere al disturbo.
Soffermatevi un attimo su questo, almeno per un giorno, se desiderate di più, fatelo. Prendete in
mano la vostra memoria e il vostro futuro e cominciato a deciderlo. Perché vedete, fino a quando
abbiamo parlato dei personaggi più importanti, è tutto semplice. Però poi bisogna essere quella roba
là, perché loro sono stati, sono diventati tempo, sennò Gioacchino quell'albero non l’avrebbe mai
costruito. Lui si sentiva quella cosa là. E come lui tutti i grandi che hanno appartenuto al mondo
dell'ottava e quindi del mondo iniziatico. Non sono persone che
pensano e sperano di, loro sono consci del fatto di essere ottave,, figli della natura e come tali,
essendo anche leggi della natura, si comportano. E siccome la natura è immortale, mentalmente ed
emozionalmente, così si comportano. La natura è immortale, mica per la sua capacità
tridimensionale, no. Qui dimostra la sua mortalità. E la sua immortalità. Lei è immortale, fuori da
questa realtà. L'eco di questa immortalità è qui. Fuori di questa realtà la natura non ha le tre
dimensioni temporali. Ne ha una. Ne ha una ben concepita, che si può rappresentare attraverso il
simbolo dell'ottava, quindi il simbolo dell'infinito, dove formalmente vi sono luoghi in cui il tempo
non va in una direzione, ma nella direzione opposta. E qui ritorna la primavera. Questi sono concetti
di carattere fisico, dimensionale che hanno delle conseguenze di carattere emozionale molto
importanti. E ancora. Ho messo qui chiaramente il secondo esercizio.

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Più vi ho messo sotto, vedete paragrafo uno, durata un giorno per ognuno di questi esercizi. Se è
poco, perché mi rendo conto che può essere poco, ma sto cercando di, insomma, di non fiaccare la
vostra resistenza, visto che siete arrivati fin qui e potete sicuramente gestire temporalmente questa
cosa in modo diverso, visto e considerato che è libera. Non ho voluto inserire nessuno schema
perché come penso ricorderete, io, di schemi, esercizi, faccio una fatica avere io dei degli obblighi.
Poi in questo senso guarda… Però… Questo era il caso, insomma, di andare oltre.

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Quindi facciamo l'esercizio dello spazio, ve lo faccio io per voi. Aspetterò poi il vostro. Un
esercizio dello spazio è questo. Io vi dò un esempio, poi provvederete voi.

Questa è una delle piazze più importanti di Torino, dove sono nato. Per me lo spazio più grosso che
conoscevo quando ero ragazzo, era piazza San Carlo. Era lo spazio più grande di quello che io,
ragazzino, potevo mettere in campo. E per me entrare in quella piazza rappresentava un modo con
cui essere praticamente dominato dallo spazio. Ed è un essere, un sentire che tuttora persiste nella
mia vita, ora che non solo sono via da quella città che “mi ha partorito” 61 anni fa, ma che in
qualche modo mi vede vivere in un'altra città come L'Aquila da ormai da 25 anni. Ma non è questo,
quella era una sensazione dello spazio che in quel momento mi sembrava amplificata, molto
amplificata. E un'altra, invece, sensazione che ebbi profonda riguardante lo spazio è legata
chiaramente a un evento emotivo.

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Sempre in quella piazza io mi sforzai di portare mia madre poco prima che andasse via. La portai a
far colazione lì, che si vergognava di andare in questi bar così belli. E mi ricordo esattamente
l'effetto che mi faceva quello spazio, ormai ero già adulto, fin da quando, ragazzo, lo frequentavo e
in quel momento con lei lì acquisì un nuovo significato. Perché sapevo che lei sarebbe andata via da
lì a poco. E in quel momento si legavano eternamente spazio e tempo per me. Però chiaramente
quello spazio acquisiva una qualità emozionale di un altro tipo. Era uno spazio felice, in quel
momento non lo era quasi più. Perché mi ospitava con una modalità un po’ particolare. Poi ci fu uno
spazio particolare. E fu uno spazio molto intimo, che decisamente cominciò variare le mie.
percezioni spaziali.

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Io in quel luogo non avevo bisogno di altre dimensioni per me era quella l'unica e non immaginavo
mai che quell'unica dimensione sarebbe stata utile a percepirne tante altre. Quello spazio mi
includeva, ma quello spazio in quel momento la era disponibile a darmi tante altre dimensioni, tanti
altri spazi. Col tempo questa cosa sarebbe venuta a galla. Questo succedeva mentre ancora dentro di
me i termini spaziali che più erano legati al mio essere spazio, a essere vita erano in qualche modo
concepiti e sentiti e vissuti attraverso persone che hanno fatto parte della mia vita come mia nonna.

In paesi come quello dei miei genitori dove obiettivamente gli spazi erano piccoli, ma a me
sembravano grandissimi. Poi con questo tipo di percorso lo spazio è diventato puramente
emozionale. Ed è diventata un'altra cosa. Si è allargato enormemente.

Questa è un'immagine della NASA riguardante la modalità con


cui noi classifichiamo lo spazio stellare, includendo al suo interno
quella che è la materia prima, cioè la materia stellare. Dovete
sapere che lo spazio stellare viene suddiviso e misurato in cubi.
Tanto per dirvene una.

Vi ho aggiunto qua la descrizione attuale di quello che viene definito spazialmente il vuoto.

E sulla destra, come potete vedere, la distribuzione della materia in una sezione cubica
dell'universo.
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Attualmente dentro di me tutti questi spazi coesistono. E io scelgo quale vivere. Ma sono tutti spazi
che chiaramente, come vi ho detto prima, coesistono. Perché formalmente sono frequenze legate a
un determinato stadio emotivo. Quindi, sappiate che qualsiasi tipo di legge fisica altro non è che
un evento interpretativo di tipo emozionale. Questo tenetelo presente. Chiaramente durante
questi esercizi, se voi continuate a tener vigile l'attenzione e a prendere nota di quello che
state vivendo, e quello che state sognando è meglio.

OK, adesso io mi fermo un attimo. E vi voglio far vedere un'intervista a Salvador Dalì, io non ho
fatto lezioni su la maggior parte dei personaggi di cui mi sono occupato. Non l'ho fatto perché
sennò noi avremmo trasceso, sicuramente saremmo andati oltre i sei mesi. E secondo me, insomma,
già aver mantenuto la vostra attenzione, così come l'avete mantenuta, adesso è già sinonimo di
grande impegno e sforzo. Per cui adesso prendiamo un attimo fiato, guardatevi questa intervista e
state molto attenti a ciò che dice Dalì su uno degli esercizi, quello del tempo, che vi ho indicato.

VIDEO F42A – SALVADOR DALI’ – LA RICERCA DELL’IMMORTALITA’

Io adesso io non so se voi avete fatto caso a ciò che lui ha detto sul tempo e sulla morte, quello che
dice lui sulla morte secondo me è il caso di risentirlo, poi ne riparliamo, guardate e io fermo. Lui
non è che dice, non credo nella morte, lui non crede nella morte di Dalì. Guardate che questa cosa è
una specifica che arriva dal mondo iniziatico di una raffinatezza assoluta, perché lui dice una cosa
su ciò che noi siamo comunque, al di là della nostra presenza fisica. Tant'è vero che Salvator Dalì
ha reso immortale se stesso non solo con le sue opere pittoriche, ma anche con tutto ciò che ha
scritto. Quindi l'immortalità passa anche attraverso ciò che noi facciamo, non solo attraverso quello,
ma sicuramente quella è una modalità, attenzione adesso, con cui sovrascrivere il tempo. E questa
situazione, e questa opportunità è un'opportunità che crea negli eventi che hanno una loro anatomia
sottile ben precisa, in un certo tipo di riconducibilità un certo tipo di forzatura in termini di eventi
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stessi. Cioè quello che sto cercando di dire è che non esiste solamente un'anatomia sottile umana,
chiaramente esiste un'anatomia sottile riguardante le strutture, a loro volta appartenenti a tutto ciò
che avviene dentro e fuori di noi. Queste sono vincolate o sono in qualche modo manipolabili da noi
stessi attraverso la nostra vita, e una vita all'interno della quale noi lasciamo delle tracce di un certo
tipo è una vita in cui quelle stesse tracce andranno a condizionare il tempo e chiaramente anche lo
spazio. Questo vuol dire porre al suo interno dei presupposti ben precisi, i quali non possono essere
che contabilizzati dagli eventi prossimi. Quindi lui lascia qua un carisma, una caratteristica, una
qualità umana di altissimo livello, non è vero che bisogna essere per forza Dalì per lasciare qualcosa
di stupendo, questo leviamoci dalla testa, che gli consentirà costantemente di essere vivo dentro tutti
noi. E quindi di per se cosa vuol dire? Dalì vi dice “Io credo in una morte fisica. Io non credo nella
morte psicofisica. Tant'è vero che io mi sono reso immortale proprio perché voglio rimanere qua
per sempre.” Quello è il suo modo, ma non è un modo che esclude il suo talento. Per capirci tutto
ciò che ci circonda che sostanzialmente ha un talento ha la grandissima capacità di ripetere quel
talento. Quindi lui sa che il talento che sta utilizzando, che è quello pittorico, prima è stato utilizzato
da altri. Lo hanno avuto altri e adesso lo ha lui, ed è stato degno di quel talento per tutta la vita.
Tanto da renderlo ancora più spiccato. Questa è la sua modalità, questa è una sua modalità precipua,
ben precisa, appartiene a lui, ha deciso così. Quindi attenzione, perché la qualità delle sue capacità
morali e intellettive è forte. È forte, guardate il modo con cui lui risponde alla domanda del
giornalista. Lui non crede al tempo, perché mentre è vivo è immortale, che sembra un qualche cosa
di incoerente, ma il concetto è il sentirsi immortale, che è una degli aspetti che abbiamo messo nelle
ottave, nelle nuove ottave. dà a lui una capacità percettiva e creativa che altri non hanno. Poi ci sono
gli aspetti che arrivano dopo. La sensazione dell'immortalità, la percezione dell'immortalità. Questo
è solamente un esempio, vi faccio un altro esempio riguardante lui, visto che non come vi ho detto
prima, io non l'ho trattato nei tre livelli, ma io ve lo assicuro. Odiavo Dalì, mi stava sull'anima, non
lo potevo vedere. Non lo potevo vedere. Me ne sono occupato e non voglio dire che adesso lo amo.
Però mi sono reso conto della statura mentale. Vi faccio vedere una sua intervista per chiudere,
diciamo la parentesi Dalì, riguardante sempre la sua presenza negli Stati Uniti, dove trascorreva
metà dell'anno, tutti gli anni perché lì lavorava eccome e guadagnava eccome. Ne fece tantissime
interviste, come penso sappiate. Durante l'intervista, alla fine dell'intervista, siccome è in inglese io
poi l'inglese non è che lo mastichi moltissimo, gli viene chiesto di dipingere, disegnare, uno dei
giornalisti che fanno parte degli intervistatori e lui lo fa. E guardate come trasforma quel giornalista
attraverso una simbologia ben precisa.

VIDEO F42B SALVADOR DALI’

Guardate cosa fa. Disegna il giornalista, guardate.

Giustamente la gente ride perché non sa che


lui sa che noi siamo ottave. Questo per avere,
come dire, un’idea di dov'era lui, no, così
almeno qualche cosetta di Dalì l’abbiamo
inserito.

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Poi c'è stato un momento che rappresenta per me il terzo esercizio.

Però vi dico subito che si identifica con la spiritualità ed è estremamente personale. È stato un
esercizio che ricordo con molta precisione perché per la prima volta nella mia vita si è affacciata la
capacità di avere fede, di avere speranza e lo stesso amore. Io non sapevo nemmeno che esistessero
queste tre qualità, queste tre virtù. E io di questo non ve ne ho mai parlato. È stato quando nacque
mio figlio.

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E quindi quello è il mio esercizio su sulla spiritualità. Quando nacque mio figlio io fui il primo ad
accorgermi che lui era down, non se ne erano accorti, né i dottori né infermiere, nessuno. E dissi al
dottore, ma sto bambino è normale, perché si muoveva come tutti gli altri. Era bello come tutti gli
altri. Però io questa cosa la vidi. Ma la vidi subito. Chiaramente fecero subito gli esami del sangue e
confermarono che lui era down. Allora, in quel momento io ho percepito la spiritualità, io non sono
mai stato un tipo religioso. E però io mi sedetti sulle scale di quell'ospedale e chiaramente piansi.
Ma a parte questo, io ebbi l'assoluta certezza che quello non era il problema, che quello non sarebbe
stato il problema. Ed ebbi conforto di questa certezza. Era la prima volta che sentivo dentro di me
questa forza. E soprattutto, non avevo nessun tipo di problematica nell'amministrare quel tipo di
handicap. Lui è stato con noi solo sei anni. E sono stati i sei anni più belli della mia vita. Quello è
un modo con cui evocare il mio modo con cui evocare la spiritualità, io che non sapevo nemmeno
cosa fosse questo tipo di virtù o queste virtù. Poi le ho vissute con lui, le ho dimenticate. E poi le ho
rivissute, non così intensamente, quando mi sono occupato di Dalì. Nel filmato Dalì dice “Io non ho
la fede, spero non dover morire senza la fede.” Io tempo fa vi mandai, vi aggiunsi un libro, “La mia
vita” riguardante Dalì, tra i tanti libri che vi ho aggiunto durante le lezioni. Quel libro va letto.
Perché in quel libro lui dice con estrema schiettezza, sincerità una cosa. La seguente. Cioè lui dice
che tutto quello che ha scritto e vero, falso, frutto della fantasia e sognato, ma per lui è tutto vero.
Ecco quella cosa leggetela. Perché quando io poi mi sono occupato di lui ho scoperto che lui in un
momento della sua vita ben preciso ebbe nuovamente la fede, che non ha nulla a che fare con un
percorso forzatamente religioso. Ha a che fare con la nostra vita, tutta. E ognuno di noi ha il suo
modo di essere religiosi, quindi la spiritualità, di cui la religiosità è un'espressione, è uno di quegli
esercizi che sicuramente potete fare e può fare chiunque di voi, visto e considerato che questa come
ottava va riassumere come vi dissi quella che potrebbe essere un'interpretazione della spiritualità in
toto, in quanto l'ottava e matrice di tutti gli eventi religiosi e spirituali presenti sulla terra. Quindi
noi siamo la spiritualità. Allora quando in famiglia arrivò questo bambino io non ero chiaramente
neanche minimamente in parte in questo percorso, non sapevo nemmeno cosa mi sarebbe successo
perché vivevo ancora a Torino. Però quella fu la prima volta in cui mi resi conto che dentro di me
c'era altro. E questo poi ha condizionato chiaramente quello che dopo ho fatto per lui e per la
famiglia. Questo è il terzo esercizio.

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ESSERE SETTENARIO
Il quarto è quello dell'immortalità, di cui vi ho fatto vedere le immagini di Dalì. Ma voglio
approfittare, perché noi siamo percezione dell'immortalità e siamo in un certo qual modo
immortalità. Il mondo iniziatico, o meglio il mondo dei rosacroce, per esempio sull'immortalità dice
non dice da secoli, eh, però la sa lunga. E questo tipo di livello è un livello che introduce anche la
possibilità emotiva di percepire, si in vita l'immortalità e quindi la sensazione dell'immortalità e
OK. Ma tenete anche presente che, come vi dicevo, nessuno può toglierci la possibilità di decidere
l'immortalità. Io più volte e questo l'ho messo nel quarto livello, ho inserito delle vite nel quarto
livello, in cui alcune, nonostante sono andate via di qua, stanno ragionando sulla convenienza o
meno di tornare, visto e considerato che da dove veniamo questa opportunità esiste. Non mi sarei
occupato sicuramente in questo modo del mondo del simbolo e dell'ottava se non ci fosse stata
questa opportunità per tutti noi, non solo per me. Perché chiaramente questa mia dedizione e questa
mia concentrata contezza del mondo dell'ottava non mi appartiene. Quantomeno
è in dubbio come appartenenza privata. Perché proviene da. Quindi questo mio talento è
dimostrazione, come dice Dalì, dell'immortalità. Per cui sappiate che i talenti sono un po’ la sintesi
di ciò che l'anima sa fare in questa realtà e altrove. E qualsiasi tipo di talento, non solamente quello,
eclatante, qualsiasi tipo di talento ha questa dignità. Questo sia ben chiaro, sempre. Colgo
l'occasione per fare l'esercizio dell'immortalità, quindi la percezione della stessa attraverso un
filmato che appartiene a uno dei tanti esercizi cinematografici che ci raggiungono, a volte
provenienti dagli Stati Uniti.

VIDEO F43 – INFINITE

“Se riesci a ricordare chi sei stato, capirai


finalmente quello che puoi diventare.”
(frase finale del trailer).

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Ecco, questo è uno degli scopi dell'ottava. Quindi, quando questa cosa dentro di noi comincia a
diventare un po’ più chiara allora le cose cambiano. Per cui voi potete anche trattarla come ipotesi
inizialmente. Però tutti questi passaggi e questi sforzi fatti, in termini di mnemotecnica anche,
hanno come scopo quello di ricordare. A me c'è voluto un figlio per ricordare. Ognuno di noi avrà il
suo modo. E per cui io spero che tutti questi passaggi siano utili e propedeutici per risvegliare in noi
questa esigenza, questo aspetto. Con l'occasione nell'esercizio dell'immortalità vi ho aggiunto delle
dinamiche esistenti, attualmente, tipo il Bardo Trodrol, che parla di un periodo ben preciso
riguardante l'anima umana, subito dopo la morte.

Io vi ho messo qua la modalità con cui se ne parla, non vi sfuggirà quella che è l’impostazione
numerica utilizzata, visto e considerato che è in ottave senza nessun dubbio.

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Troverete nel Bardo esattamente la dinamica con cui voi vi state esercitando. E quindi è una di
quelle opportunità che noi possiamo sperimentare in base a quello che è il nostro talento riguardante
la percezione dell'immortalità in vita e la percezione della stessa. Oltre la vita.

E chiaramente questa è un'immagine che riguarda un costrutto in ottava, il più antico del mondo,
che per adesso è il più il più antico del mondo. Per quanto ne sappia io. Io ve l'ho fatto, penso,
notare nel primo livello, ma ve la voglio ricordare un'altra volta.

E’ la Puerta del Sol a Tiwanaku. Su questa porta sono incisi degli animali che nel Sud America,
Tiwanaku è in Bolivia non esistono più da milioni di anni. La struttura numerica della Puerta del
Sol è un ottava in pieno, sono tre file da 8 esseri a sinistra e tre file da 8 esseri a destra. Il mondo
dell'ottava non ha il tempo. E il filotto in ottave che ha concepito su questo pianeta è fatto di
persone. Quindi voi immaginate che probabilmente questo è uno dei modi migliori con cui rimanere
in ottave. E lascia traccia.

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Boh signori! Io ho pensato che forse era il caso che i restanti esercizi riguardanti le restanti ottave,
vi competesse. Io ne ho fatti quattro per voi. Li ho fatti sinceramente. E però ritengo che,
giustamente, siete voi che dovreste adesso prendere in mano la situazione e subentrare a me man
mano che andiamo verso la fine del terzo livello. Per cui vi ho messo qua per iscritto.

Esercizio 5, 6 e 7, tocca a voi. Chiaramente una giornata per ogni ottava. A vostra discrezione e
questa sarà la quarta settimana che chiuderà il mese dedicato, come abbiamo detto prima,
all'identificazione con quello che sono le ottave, e quindi l'ottava con il settenario, il settenario
con le strutture cromatiche, le strutture cromatiche con l'essere un qualche cosa che è luce.
E quella luce è stata l'inizio del mio percorso. L'inizio del mio percorso è strettamente legato alla
luce ed è a sua volta incernierato con un momento, dicevate prima, “ah l'immagine che cos'è?”, che
è il rosone. La luce di quel rosone ha fatto sì che io iniziassi il percorso dell'ottava entrando dentro
la Basilica.

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Guardate che se la luce ha la stessa anatomia dell'uomo vuol dire che è l'uomo. Il problema è che
non è l'uomo in termini fisici. E’ in termini mentali. La luce è l’uomo in termini coscienziali.
Quindi vuol dire che tutte quelle che sono le espressioni della natura sono viventi. Ed è stato il
motivo per cui quell'evento poi ha condizionato tutto il mio percorso, tutta la mia ricerca. Per quello
che vi ho detto, che l'identificazione del settenario con l'aspetto cromatico ha senso. Perché
formalmente, ed è questo il motivo per cui tutti i mondi esoterici puntano il dito sulla luce, quella è
mente divina all'opera.

E qua vedo come dire nella chat delle cose, io se mi permettete, adesso guardo, non volevo
interrompere prima. Boh vabbè, sto leggendo delle cose. E però non è quello che in questo
momento deve riguardare noi, io adesso vorrei da voi ,se siete disponibili o delle domande o delle
testimonianze in merito a quello che già state facendo con il terzo livello. Chiudo dicendo che vi ho
aggiunto un libro che è il De architettura che è presente con tutti e 10 tomi che finalmente ho
trovato di Vitruvio, lo dovete scaricare, fatemi sta cortesia, è gratuito. Io ebbi l'opportunità di
scrivere un libro sull'architettura sottile, partendo proprio da questo tomo. È fatto da 10 libri, quindi
se avete tempo leggetevelo perché lì dentro c'è l'ottava in pieno, utilizzata da un signore di 2060
anni fa che dà delle informazioni riguardanti la sua modalità con cui essere, e la modalità con cui
percepire l'architettura, che è un qualche cosa di fantastico. Per ultimo la figura 45 è un filmato, che
illustra la modalità grafica con cui costruire non il seme della vita, ma tutto il fiore della vita. Se in
questo volete cimentarvi, va benissimo, ho finito.

Michele, un chiarimento sui colori. Prima hai detto che tu hai scelto per il tempo in rosso. Significa
che ognuno di noi può fare, può scegliere di abbinare il colore che vuole oppure seguiamo la tua
linea.

Guarda, hai queste due chance o segui questa linea o ne crei una tua. Ve l'ho detto siete più liberi di
fare di quanto potevano essere all'inizio, per cui se in termini mnemonici per voi è più semplice
identificare un colore con il verde, con l'immortalità, fatelo, io ho messo la spiritualità.
Dipende molto da come voi mentalmente siete più pratici, più flessibili, però siete liberi. A me
interessa che questa cosa avvenga in termini di identificazione personale. La struttura cromatica mi
interessa, l'abbinamento cromatico con le ottave chiaramente è una cosa mia. Per cui lascio a voi
comunque la libertà di poterla fare. Io ve l'ho suggerita tutto qua.

Michele. Ti volevo chiedere questo oggi questa lezione mi ha schiarito, insomma, direi molto le idee
su dove stiamo andando e su quello che ci stai chiedendo. Io questa settimana però ho pensato
molto alle immagini, cioè a quello da cui partire, onestamente non sono ancora partito, perché ho
iniziato come hai detto tu dal tempo, no. Il tempo che si ferma, il tempo che riparte, il tempo che
scorre. Volevo capire una cosa. L'immagine che noi andiamo all'inizio a focalizzare poi per il
tempo è un'immagine che riassume tutti questi aspetti, sono più immagini che riassumono il tempo
che scorre, il tempo che passa, il tempo che riparte, il tempo che si emoziona. O possiamo scegliere
un'immagine che riassuma per noi il senso del tempo?

Io preferirei un'immagine che riassume il senso del tempo, perché così è più semplice utilizzarla.
Per cui è un lavoro proprio personale, questo. Io, per esempio mentre stavo cercando delle immagini
per la seconda lezione del terzo livello ho trovato una riguardante una clessidra, no, che in pratica
non stava più trasmettendo la sabbia, nella parte inferiore si era fermata per un motivo. Però,
comunque la clessidra rappresenta il tempo, il tempo che si ferma è un qualche cosa particolare, è il
tempo che riparte, perché poi a fianco alla clessidra c'era l'altra clessidra dove ripartiva, diciamo, la
la scrematura del tempo, quindi della sabbia, quindi era un'immagine sola che poteva riassumere un
poco tutte queste prerogative. Immagino che questa cosa sia molto più semplice, poi da tutelare e

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vedere mentalmente, perché quattro immagini per quattro caratteristiche temporali diventa un po’
complesso se sommata a tutte le altre immagini. Tutto qua.

Tu hai fatto l'esempio tuo del tempo, l'altra volta dicendo per me il tempo si ferma quando sono
fuori dal dentista, dal commercialista, insomma. Io ho pensando al tempo, per esempio non
riuscivo a trovare delle sensazioni legate al tempo che si ferma nel mio vissuto, che fossero
sensazioni che mi davano qualcosa che non fosse positivo, come l'aspettare fuori da un
commercialista. E quindi mi sono chiesto, no, questa cosa, siccome le emozioni però sono un
mondo vasto, no? Cioè ci sono emozioni positive, ma noi siamo anche emozioni negative, questo
aspetto del positivo e del negativo rispetto a questi esercizi che andiamo a fare, non solo il tempo,
ma tutto, secondo te è importante che all'interno di questo siamo in grado di trovare anche dei
momenti emozionali non del tutto positivi, negativi, non so o che riguardino emozioni “negative”,
insomma, il dolore, la paura e via dicendo.

Roberto la parte negativa non è necessaria. Però ti devo dire che quella positiva, diciamo è una
stabilizzazione delle nostre strutture emotive, su questo non si discute. Per farla, diciamo, in modo
più kitch, meglio star bene che star male. Non so se mi spiego. Però l'aspetto negativo ha un
potenziale inespresso. Dietro l'aspetto positivo c'è un potenziale espresso. E non preferisco il
negativo al positivo. Però indubbiamente quel solve et coagula che è parte integrante di tutto il
mondo iniziatico ha a che fare proprio con quel tipo di negatività.

Guarda se posso ancora 30 secondi, poi lascio la parola agli altri. Volevo condividere sul tempo
quello che è stato il mio pensare di questi giorni, no? Per trovare le immagini. Io ho sempre pensato
perché fin da bambino ho viaggiato molto e fra l'altro spesso ho viaggiato da solo e anche in
giovane età, per venire dal Piemonte alla Sardegna, allora in nave viaggiavo. E ho sempre pensato
che la condizione del viaggio fosse una condizione dove il tempo assume delle dimensioni diverse,
cioè il viaggio è quel momento in cui poi nave, ma anche in treno o anche in aereo, è un momento
in cui non quasi non devi fare più niente, no, sei partito. Devi arrivare però, in quel momento sei
come sospeso e quindi io in realtà, per me il tempo sia che si ferma no, perché lì in nave si fermava
il tempo per me, io vivevo un'altra vita in quei viaggi, soprattutto da ragazzino. E poi il tempo che
ripartiva, quando la nave arrivava, il tempo che scorreva perché lì c'era lo scorrere anche del mare,
delle onde. E le emozioni, le emozioni che vivevo legate al viaggio in sé, quindi al tempo. E poi
l'ultima adesso sul tempo mi sfugge, però questo è quello che io ho inteso, e quindi per me la mia
immagine è legata al viaggio. È legata alla nave, legata al treno, legata al mare.

Hai l’immagine Roberto.

Mi piaceva condividerla con tutti i ragazzi che stanno facendo la scuola con noi. E volevo capire se
la strada poteva essere questa per andare avanti.

Quella è quella legata a quella emozione del viaggiare che è frastagliata, no? E varia. Però quello è
il tuo momento. Quello non te lo può togliere nessuno, io lo sceglierei assolutamente.

Ok, grazie.

Vai Titti.

Noi facciamo il lavoro con le singole ottave per i 14 giorni, giusto, per circa due mesi. E poi
partiamo con il lavoro col settenario, giusto?

Sì.
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Con il fiore della vita, però intanto ogni immagine noi la collochiamo dentro al Settenario.

Sì.

Del fiore della vita. Poi lavoriamo con tutte insieme, giusto?

Sì.

Ok. Ultima cosa, oltre i colori è possibile abbinarlo anche alle note perché…

Come no?

Perché per me è una modalità che mi si confà.

Come no, Titti, io non lo non l'ho voluto fare, faceva addirittura parte di quello che avevo scritto per
il terzo livello, non per la scuola, per non andare a rendere la cosa ancora più complessa, ma
assolutamente sì.

Grazie. Per le condivisioni, un paio di cose interessanti. Una, ho cominciato a sentire gli odori
fortemente nel sogno.

Forte sta cosa!

Perché non ho mai sentito gli odori nei sogni.

Ma questo è forte!

Però anche odori che io mediamente non sento. Ho sentito il caffè, anche se io col mio compagno il
caffè non lo beviamo, quindi io è tanto che non sento il caffè al bar, non vado, è difficile che sento il
profumo della moka e poi vabbè, l'odore di sigaretta che un altro strano per me perché non
fumiamo, quindi forte. E in un sogno sono anche tornata indietro nel tempo. Nel sogno ho rivisto un
pezzo di sogno. E ho visto il meccanismo del sogno. Sostanzialmente è stato una cosa che non era
successa. Insomma, non mi era mai successo. Far riavvolgere e riguardare il sogno, ecco.

Beh, questa è il potenziale in quel mondo là, noi non abbiamo espresso completamente. E Titti tu lo
hai visto Inception?

Sì sì.

Ecco per avere un'idea, ciò che hai detto tu adesso si avvicina molto a quella dinamica, eh.

E l'ultima cosa ho fatto il disegno del simbolo del tempo, ho iniziato a fare le respirazioni
guardando il simbolo del tempo, e vedo che al lavoro ultimamente questi ultimi giorni proprio
arriva un momento del pomeriggio in cui il tempo fluisce via molto più semplice, molto più leggero,
arrivo alla sera che è molto più facile, ecco. Non c'è quel momento che dici, non finisce più il
pomeriggio.

Allora reagisci così, va benissimo questa cosa. Ha un'utilità personale, mi piace questa cosa qua, va
bene.

Grazie.
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Grazie a te, Titti. Vai Mario, Elena, non lo so.

Devo chiederti una cosa a proposito degli esercizi che ci hai dato, che si collegano a quelli
dell'altra volta. Io ho iniziato anch'io a fare tutte le esperienze tre volte al giorno e subito la prima
volta, quando ho cercato di cercare un simbolo mi è apparso, e mi è apparso già col colore, e tra
l'altro vi do adesso che il colore è anche dello spazio, perché io ogni volta che visualizzo questo
simbolo è come se associasse, anche quando faccio il mantra è come se associasse lo spazio e il
tempo e questo va bene ok? Che vedo delle situazioni che sommano lo spazio e il tempo. Negli
esercizi che tu ci hai dato adesso, con il fiore della vita, quando noi dobbiamo mettere delle
immagini,devo mettere immagini diverse, perché mi torna difficile dissociare lo spazio dal tempo.

E cosa vorresti fare Elena?

Non lo so, mi ispirerò. Provo a vedere immagini diverse per lo spazio e il tempo.

Datti tempo su questo, nel senso che vedi un pò se questa cosa poi ti porta a un altro tipo di
immagine, no, non la vincolare, tu aspetta, vedi un po’ cosa ti dice?

Voglio fare questa condivisione perché durante appunto l'esercizio si che facevo io, mi son trovata
in un posto dove sono stata, non in sogno eh? Cioè in quei pochi secondi delle respirazioni in un
posto dove sono stata tanti anni fa e in un posto bellissimo, in un giardino di Aranci, io sentivo il
profumo delle zagare con lo stesso profumo delle zagare intenso, e stavo benissimo sdraiata nelle
erbe. Ero felice, cioè una dimensione di espansione. A un certo punto ho cominciato a sentirmi
male, ma fisicamente, cioè, ho incominciato ad andare in iperventilazione, sbattimento del cuore, è
come se improvvisamente stesse succedendo qualche cosa che mi spaventava, non di bello, e ho
incominciato a piangere profondamente. E poi, vabbè, ho finito, io sono andata fino alla fine delle
respirazioni e quindi basta. Però, è terminata questa cosa, è arrivata mia nuora e mi ha chiesto se
mi sentivo male perché ero “tutta bianca, pallida e trasparente.” Così mi ha detto, e per cui in quel
momento io credo di aver associato allo spazio e il tempo.

Vabbè, pensiamoci su, sta cosa su. Tienitela così, vedi un po’ cosa succede sti giorni. E tanto non
abbiamo, come dire, tutta sta fretta di chiudere, no, vediamo un po’ cosa ti tira dentro di te. Cosa
arriva di meglio, o se serve.

Certo.

Boh. Altre domande? Gianna, tutto bene?

Tutto bene, grazie Michele, tutto bene.

Ok, vado avanti, vediamo un po. Sandra non l'ho vista stasera però insomma, penso che ci sia
perché vedo le immagini.

No, io mi permetterei…

Come no, Sandra, io ti aspetto…

Io funziono a modo mio, dovete scusarmi, mi devi scusare, io mi son fatta una sintesi e me la sono
scritta e te la leggo. La sintesi della sintesi. Noi siamo natura divina immortale, questo è l'incipit.
Quindi siamo ologrammi tridimensionali, perché siamo nella tridimensionalità, almeno
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attualmente, e quindi siamo fotogrammi. E la nostra vita è un film, nel senso che i fotogrammi sono
legati alla luce. Il film è fatto da una sequenza di fotogrammi legate alla luce elettromagnetica.
Quindi il fotogramma è una sequenza emotiva. E le emozioni, le sequenze emotive si fissano nella
memoria, perché tutto ciò che in noi entra, che si fissa e parte da un'emozione, da una sequenza
emotiva. Quindi i fotogrammi sono immagini, e quindi simboli di sequenze emotive. Generali, poi
ognuno le fa sue. Quindi noi siamo memorie psicogenetiche spirituali che si esprimono con un
ritmo numerico, in un fluire di eventi, e il fluire degli eventi si manifesta il nostro film. La questione
è se noi possiamo intervenire nel film ed essere protagonisti del nostro film. E tu dici, uso le tue
parole, ri-cordare e io ho scomposto la parola del ri-cordare perché è un ri-tornare al cuore. Dare
al cuore il ricordo, quindi ritornare al centro. O alla luce o a Dio. Questo, mi son fatta questa
sintesi scrivendo. Scusa questo mi è venuto.

Ma vabbè, Sandra io non posso dire niente. Bello. Non so dire altro. Cosa posso dire? Grazie,
bellissimo.

Grazie a te perché io ti sono molto, molto, molto grata, e ti torno a dire faccio un'immensa fatica a
seguirti, mi scrivo man mano, mi rileggerò tutto, perché io ho difficoltà coi numeri proprio, ma
grande difficoltà e sento le domande che ti fanno gli altri. Vedo che le maneggiano. Io
assolutamente sono assolutamente ignorante, però questa capacità intuitiva di sintesi è la mia
qualità. Tutto il resto faccio un'enorme fatica.

Va bene però. Insomma, la sintesi funziona eccome. Ciao Elvira!

Io volevo chiederti se potevi spiegare un attimo la frase di Dalì, quando gli hanno chiesto sulla
morte.

Lui dice io nella morte non ci credo e gli chiedono “Ma tu non credi che si muore?” Dice “no, io so
che c'è la morte, no? La morte fisica sì sì, ma non credo nella morte coscienziale” capisci? Lui dice
“Dalì come entità e non come corpo fisico, ho fatto in modo tale che persistesse, rimanesse per
sempre in questa realtà”

Ma attraverso la sua arte, il fatto che c'è ancora, infatti.

Attraverso la sua arte, infatti, io vi ho detto ho detto aggiunto quello che lui ha fatto. Lo ha fatto per
questo, ma non l'ha fatto solamente per questo Elvira. Lui sta dicendo tante cose in poco. Cioè la
sua arte non è una modalità egoistica solamente con cui celebrare se stesso. Lui sa che il talento con
cui lui è venuto qui, o che ha messo in campo, o che ha sviluppato, è un talento che diventerà utile
alla modalità con cui chiunque venendo qua si occuperà di pittura. Ma non è un talento preso dai
suoi quadri, è il talento preso come carisma. Capisci? E il talento preso come dono attraverso il
quale noi arriviamo qui, cioè quel dono del saper dipingere lui sa che è un dono che è transitato
attraverso Leonardo, Michelangelo, attraverso tanti altri. È arrivato anche a lui, e lui l'ha celebrato
dandosi da fare attraverso il suo impegno pittorico, tanto da continuare a rendere immortale questa
capacità che può toccare ognuno di noi. E quindi lui ha definito se stesso come un tramite che ha
fatto di tutto perché questo talento continuasse a rimanere immortale. “Quindi io rimarrò immortale.
Io ho fatto di tutto perché questo avvenisse,”

Quindi lui si identifica col talento, perché se il talento resta ed è immortale è perché…

Lui si identifica con un'anima che ha queste caratteristiche. Con una coscienza che ha queste
caratteristiche.

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Il simbolo che quando è andato lì a scrivere in questa lavagna qui ha fatto un 8 con una specie di…
perché capisco cos'è l'otto, va bene perché è l'infinito, ma quelle due, quel triangolo allungato così
non capisco che cosa voglia lui…

Non ti so spiegare bene il motivo del triangolo, ma il rapporto era tra lui e un giornalista. Quei tre
giornalisti erano tre partecipanti, erano lì perché dovevano arrivare con lui a capire un oggetto e
facevano delle domande. A un certo punto lui si alza e va a definire l'oggetto, e lo identifica con la
persona, dice, guarda l'oggetto sei tu. E la direzione all'oggetto la dà verso di lui, con quella
direzione, con quella specie di corno che mette sull'ottava. Chiaramente tutti si mettono a ridere,
perché vedere un uomo identificato con l'otto tutti ridono, no? Poi stiamo nel ‘50, però lui
chiaramente pensa come stare al gioco, perché lui sa benissimo ste cose, le conosce in pieno. C'è
un'altra intervista in cui è ancora più diretto, dove lui veramente si mette a dipingere dice proprio
testualmente ad una persona, io adesso dipingo un uomo, dipingo te, vuoi vedere come vieni fuori?
Lui si immagina che fa un dipinto di Dalì in diretta, dipinge la persona, cavolo. Invece, anche in
quell'occasione fa un 8 perfetto e basta, e dice questo sei tu e tutti ridono un'altra volta no. Però Dalì
questa cosa la conosce molto bene e non è che è passato alla storia solo come un grande pittore, fu
molto probabilmente, se non sicuramente l'ultimo dei rosacroce in Occidente. Per cui c'è anche una
diatriba legata a questa cosa, per cui lui si rifiutò, ad un certo punto di passare questa sua eredità a
qualcun altro. Cioè lui si rifiutò di passare il maglietto, che sarebbe il, diciamo, il simbolo con cui il
gran maestro gestisce un luogo sacro, a chiunque altro perché diceva che in quel momento non
esisteva nessuno sul pianeta adatto a formalizzare quello che era il suo sapere, quello dei rosacroce.
E da allora il mondo dei rosacroce sembra sia scomparso, ma non è la prima volta che questo
succede. Però Elvira, è successo più volte.

Una cosa di Dalì che non capisco è che non è che si è chiuso in una torre perché sapeva quando
sarebbe morto?

E si diede anche fuoco.

Io non capisco questo. Uno che ha delle conoscenze così importanti, l’essere, il tempo, l’infinito,
certo che è una informazione pesante la data della propria morte però, non capisco, non associo la
sua magnificenza, diciamo, mentale con questo gesto. Tu come lo interpreti?

Succede questo nella vita di Dalì. Ad un certo punto la sua donna cominciò a essere affetta da una
malattia mentale. Durante un momento febbricitante di Dalì, era una semplice influenza, non era
niente, sua moglie lo cura e gli dà delle medicine. Dalì prende queste medicine. Da quel momento
non si ripiglia più. Perché non sapeva che la moglie ormai era demente, cioè non se n'era accorto
così clamorosamente. E la moglie gli aveva dato delle medicine che l'hanno praticamente quasi
ucciso. Da quel momento Dalì si riprese sì, però per cause che a noi sono sconosciute, non
sappiamo i motivi fisiologici fisici, non ebbe più possibilità di dipingere perché gli tremava proprio
la mano con cui dipingeva. Perché andò in coma per quell'occasione là. Quella cosa lo fiaccò
moltissimo, perché lui dovette smettere di dipingere molto prima che le sue capacità fisiche glielo
imponessero. Quindi lui smise per un incidente stupido. E questa cosa l'ho mortificò moltissimo. E
visse gli ultimi anni senza poter dipingere veramente in una condizione che chiaramente non gli
apparteneva, mentalmente parlando. Tu immagina che lui organizzò il primo convegno
internazionale di scienziati in Spagna per metterli a confronto su un tema che era quello appunto
della vita. Lo organizzò, lo finanziò lui e seguì quel grande evento da camera sua da letto, dove
ormai era degente da tanto tempo. Questa cosa lo fiaccò, molto mentalmente, tanto da far prevalere
poi come può succedere in tutti noi quella che è la difficoltà umana di credere in se stesso. Tant'è
vero che lui disse, “Io non credevo che sarei morto così. Non lo sapevo”, cioè sapeva che sarebbe
morto. Sapeva una presunta data, ma non immaginava che quella cosa sarebbe stata in qualche
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modo interrotta da un ,incidente così stupido se vogliamo. Quindi, aveva contezza della sua vita
però a volte come vedi le sorprese ci sono. Pensa Casanova aveva un problema solo. Ce lo aveva ai
piedi all'alluce, perché lui aveva mangiato tanta carne, allora c'era il problema, no? Per cui le
persone non come adesso, avendo mangiando tanto quel tipo di alimento, si ammalassero di una
stupidaggine. E lui per i denti e per i piedi morì. Per i denti, perché perse tutti i denti. E per i piedi,
perché soffriva di gotta. E lui sapeva benissimo come sarebbe andata la fine della sua vita, ma non
poteva in qualche modo andare oltre la parte fisica, perché allora non è come adesso che sono
stupidaggini per noi? Quindi lui aveva il sapere di quel mondo. Però allora non c'era il potere della
scienza di oggi, quella parte positiva; per cui, pur sapendo quando se ne sarebbe andato, non sapeva
che in qualche modo il mangiare così tanti dolci così tanta carne lo avrebbero condizionato in quel
modo. Ecco come, tu puoi ridurre questa eccezionalità. Dimmi Sandra.

Siccome niente è per caso, ma guarda caso, tu dici una banalità uno sbaglio della moglie, ma per
Dalì la moglie è stata la sua Musa, è stata quella che gli ha dato vita, era stato un simbolo di quel
che ha rappresentato tutta la sua arte, la sua scienza, l’ha simbolizzata. Ma guarda caso lei che gli
dà la vita gli dà “la morte”. Ed è una donna che è stata sublimata, che però, guarda caso, che
perde la mente o che sclerotizza, ma certo capita nella vita, ma è tutto un simbolo. Anche lì, è che
lui, gli ultimi anni, perde la sua fonte di creatività. Perdendo la moglie che gli dà “la morte”, perde
la sua creatività, fino a quasi a perdere la fede a una fede in se stesso. Ed è interessante questo
perché forse è l'ultima prova che Dalì in vita, in questa vita, supera, perché il genio e la follia e la
divinità sono la stessa cosa, il confine, e quindi il limite è nel confine, e nel confine e nel ponte c'è
sempre il baratro. Però quest'uomo ha attraversato tutti gli abissi, compresi gli ultimi anni in
questo modo e quindi ha fatto il passaggio, si è formato nelle altre dimensioni. Provando anche “le
sconfitte”. Interessante, questo, è veramente molti, come tutti i grandi maestri superano e vivono
delle prove tremende, tremende.

Beh, lui su questo, insomma, diede atto sempre. Io vabbè, ma quando me ne sono occupato mi sono
rimasto affascinato. Quindi quello che dici tu è vero? Del suo rapporto con Gala, qualche cosetta me
la ricordo bene e diciamo che è una delle ultime cose che contrassegnò questo loro rapporto fu la
scelta da parte di Gala, ormai che presagiva, diciamo, la sua fine, della futura compagna di Dalì che
fu Amanda Lear per 18 anni. E forse non molti sanno che il nome d'arte di Amanda Lear, che
chiaramente non si chiama così, lo invento Dalì, che anagramma il suo nome. E quindi imparò
moltissimo. Fu una donna estremamente intelligente, Amanda Lear. E accompagno Dalì,
praticamente alla fine. Tuttora, se intervistata in merito, lo definisce l'uomo più interessante che
abbia mai incontrato in vita sua, pur non avendo avuto nessun tipo di rapporto fisico con lui. Cosa
insomma, visto che lei era giovanissima allora, è una vita molto interessante, è una persona
speciale, come tutte le persone che l'hanno accompagnato. Io quando mi sono occupato di lui ne
sono rimasto affascinato e credo che non lo lascerò mai mentalmente.
Boh Michele, dimmi, chiedo scusa Sandra sento Michele.

Eh sì, la mia domanda è questa, siccome sono abituato, ero abituato, diciamo al vecchio manuale
del terzo livello, praticamente era già un po’ tutto già dall'inizio schematizzato, se vogliamo. Era
possibile creare non dico una forma già prestabilita a monte, come è stato fatto nel manuale, è più
o meno la stessa cosa, farlo nel percorso che stiamo facendo adesso, in modo da avere un
orientamento, una cosa scritta bene, in modo da avere un certo tipo di orientamento, perché alcune
volte ho l'impressione di perdermi. Ecco.

Beh, effettivamente io in questo caso ho dovuto fare delle modifiche perché per questioni
soprattutto di tempo, Michele. Perché mentre quello lì era un come dire un livello che non aveva la
problematica del tempo, come la scuola, in questo caso io ce l'ho. Quindi qui le modifiche le ho
fatte, quindi un manuale anche molto più ristretto, questa cosa è fattibile. Dammi il tempo, io te lo
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faccio. Te lo mando volentieri, lo mando a tutti. Vabbè, lo metto a disposizione. Insomma, come no,
Michè.

Sì, sì, grazie, era solo questo.

Vabbè poi chi c'è Adriana? Non ti sento.

Sempre il problema del computer a carbonella di prima. Niente, soltanto una riflessione, così mi è
venuto proprio alla fine di questo. Ho pensato questo, i templari sono stati spazzati via e hanno
detto che ritorneremo. Dopo un tot numero di anni sarebbero comunque riemersi e risorti,
ritornati. Dalì non trova nessuno all'altezza del suo sapere. E quindi ufficialmente si interrompe la
corrente, chiamiamola così, del testimone portato avanti dai rosacroce. E noi cosa stiamo facendo?

Noi stiamo facendo un qualche cosa in cui probabilmente non ha creduto manco Dalì.

Eh, questo è. Sì, infatti il flash che mi è venuto è proprio è proprio questo, pensando ai ritorni e
anche ritorni di un modo per portare avanti il sapere.

Allora ci sono tre modalità, no? Con cui si porta avanti questo tipo di discorso. Una che ha a che
fare con le iniziazioni. Ed è una modalità diretta. Un'altra che ha a che fare con la tradizione, che è
una modalità indiretta, ma priva di coscienza. Per cui il fabbro fa delle inferriate con il simbolo del
fiore della vita, ma non sa cos'è il fiore della vita. Però il papà lo faceva e lui continua a farlo perché
è bello. Va bene? Poi c'è un un terzo modello. Che è quello intuitivo, il quale di per sé interpreta
proprio questa esigenza. Quello intuitivo è quello che ha dentro di sé il riaffacciarsi di certe
dinamiche, chiamiamole così, però ha dentro molto di più.

Quindi magari in un certo modo, qualche ritorno a livello coscienziale lo siamo ognuno di noi.

Come no, io l'ho messo apposta Infinito come film, giusto per solleticare sta cosa.

Siamo tutti qua e abbiamo resistito. Un motivo ci sarà, qualche lampo di memoria.

Io dico sempre, può darsi, su questo non vi posso aiutare. Dimmi Giovanna!

Volevo dirti, è come se in qualche modo le frequenze che ci sono nel campo, nella coscienza
universale andassero a collegarsi con le frequenze che l'individuo ha come talento, diciamo che
magari neanche lo sa di averlo in sé e in qualche modo amplifica quello che lui in qualche modo ha
come, come talento.

Lo accende, come no, è così, dimmi Mario.

Allora a me mi sembra di essere scemo, ma io non ho capito una mazza, non di tutta la lezione, ma
di come dobbiamo procedere, quante settimane dobbiamo impiegare?

E’ un mese tutto.

Eh, OK, un mese tutto, fin alla quarta settimana. E invece gli esercizi?

Ogni settimana c'ha un giorno d'esercizio.

Per quanto riguarda non ho capito spiritualità e immortalità. Cosa…


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Era diciamo la mia testimonianza riguardante il mio modo di intendere la sensazione della
spiritualità, cioè la l'emozione della spiritualità e l'emozione dell'immortalità. Allora, per esempio
per l'emozione dell'immortalità, ho messo il filmato di Dalì, quando gli chiedono, ma per te la
morte, che cos'è? Esiste o non esiste? E ho messo anche quel film, Infinito si chiama, dove
chiaramente anche l'opportunità di poter credere a questa dinamica esiste e non esiste solo in
termini cinematografici. A fianco poi ho messo quelle altre due immagini che riguardano una
modalità orientale antichissima con cui non solo pensare al ritorno, ma la gestione del dopo morte,
alla prima gestione dell'anima del dopo morte, il Bardo Thodol. Quindi ci sono tante sfumature con
cui possiamo noi identificarci e sentire di essere sostanzialmente immortali, c'è l'immortalità in vita,
in cui dici io tanto non muoio, quando uno è giovane che mica pensa che muore no? Cioè quella
sensazione che ha, come dire un vantaggio profondo nel rievocare perché ti dà sicurezza, ti dà forza,
ti dà gioia, ti dà voglia di fare, ti dà tutti questi aspetti ed è essenzialmente un'emozione che non va
persa, anche se fisicamente noi ci siamo, siamo cambiati, Mario, però quella è un'emozione che non
ha tempo. O meglio, l'hai provata allora, ma è un'emozione integra, è sempre tua, senza tempo.
Ecco, questi sono tanti aspetti con cui voi potete trovare il vostro modo di percepire l’immortalità.
Va bene, va bene Titti, c'è altro?

Una domanda veloce e, qualora sentissimo la necessità fisica, perché mi è successo oggi, è
possibile fare 14 14 14 nella respirazione, invece che 777?

Io questa cosa non l'ho ampliata perché io non ho idea di come voi in termini aerobici siete messi.
Ci sono persone che hanno un'età diversa dalle altre, quindi a volte trattenere il respiro per più di 7
secondi può diventare un problema. Allora io ho dato un'indicazione di massima che è appunto il 7,
che comunque rimane nell'ottava per star tranquilli mi rendo conto che è una durata minima, quella
per me è minima, però io non è che posso chiedere a tutti quanto sei capace di stare in apnea, quindi
dico vabbè, quello diciamo è un'indicazione, poi se è 14 o se è 21 ancora meglio, c'hai più tempo
ancora.

OK. Grazie.

Va bene, signori, se non ci sono altre domande io vi saluto, vi dò appuntamento alla quarta lezione
dell'ottava, la prossima volta ci occuperemo adesso dei Policora che sono i solidi platonici
dimensionalmente parlando, e dell'identificazione con il campo, cioè l'inserimento nel campo della
nuova anatomia sottile. OK, signori, Io vi saluto e vi ringrazio. Forza Roma (?) e alla prossima. OK
Buonanotte grazie a tutti, Ciao, buonanotte Ciao a tutti.

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