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I. LESSICO
Lettura: Irénée Hausherr, Padre, dimmi una parola (pp.1- 43)
1. Padre
LA SCRITTURA
legittima la preghiera d’Isaia: «Guarda dal cielo e osserva dalla tua dimora santa e
gloriosa. Dove sono il tuo zelo e la tua potenza, il fremito della tua tenerezza e la tua
misericordia? Non forzarti all’insensibilità perché tu sei nostro padre, poiché
Abramo non ci riconosce e Israele non si ricorda di noi. Tu, Signore, tu sei nostro
padre, da sempre ti chiami nostro redentore» (Is 63, 15-16; cf. Is 64, 7-8; Os 11, 3-8;
Ger 31, 9.20).
2. VANGELI.
- Il termine «Padre» è messo in bocca a Gesù 170 volte dagli evangelisti.
Precisamente: 4 volte da Marco, 15 da Luca, 42 da Matteo, 109 da Giovanni.
Tenendo presenti queste constatazioni, si può dedurre che originariamente l’uso di
chiamare Dio con il nome di «Padre» è piuttosto raro e che esso si diffonde con
l’espansione progressiva del cristianesimo. In 1. Marco, il più antico dei vangeli
SINOTTICI, il vocabolo è cosi pressoché inesistente; in 4. Giovanni invece, l’ultimo
degli evangelisti in ordine di tempo, diventa sinonimo di «Dio»
Nel chiamare Dio con l’appellativo di «Padre», Gesù usa una triplice formula: a) il Padre
- Ai tempi di Gestì la preghiera è saldamente radicata nella pietà religiosa del popolo
ebraico ed è per di più soggetta a norme ben definite. L’uomo viene educato a
pregare fin dalla prima giovinezza ed è tenuto a rivolgersi a Dio tre volte al giorno:
al mattino, al pomeriggio e la sera. Per quanto riguarda la preghiera di Gesù, le
notizie sono piuttosto' vaghe, anche se non mancano riferimenti a preghiere
particolari (cf. Mt II, 25-26; Mc 14, 36; Gv 11, 41-42; 12, 27-28; c. 17). Gli
evangelisti preferiscono, d’altra parte, richiamare l’attenzione dei lettori più sul
clima spirituale in cui si raccoglie Gesù per pregare, che sulle formule da lui usate.
Sappiamo cosi che egli gradisce rivolgersi al Padre in luoghi deserti, solitari (cf. Mc
1, 35; 6, 46; Mt 14, 13; Lc 3, 21; 5, 16; 9, 18.28-29) e, possibilmente, durante la
quiete della notte. In questa luce è significativo ciò che scrivono Marco e Luca: «Al
mattino si alzò quando era ancora buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e
là pregava» (Mc 1, 35); «In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e
passò la notte in orazione» (Lc 6, 12).
Altro elemento importante da rilevare nella preghiera di Gesù è la lingua da lui
adoperata per rivolgersi al Padre. Come è già stato notato, egli si è servito
certamente dell’aramaico; della lingua, cioè, comune, propria del popolo. E questo,
allo scopo di inserire la preghiera del «Pater» nella sfera del vivere quotidiano e
creare la coscienza che i rapporti con Dio debbono ispirarsi a sentimenti filiali, a un
4
Paternità:
Espressioni che sono collegate con Paternità spirituale.
Il direttore spirituale è stato designato in Oriente in diversi modi, secondo i diversi
aspetti della sua funzione:
geron - anziano
meizoteros – mezza età
presbyteros - sacerdote
didascalos – quello che insegna-maestro
paidagogós - quello che insegna
diorthotes - quello che corregge (lo hanno portato 4).
aleiptes - quello che facilita
prostates - il superiore
ephestos – quello che sta sopra
epistates - l’imperatore in campo ecclesiale
Di tutti questi nomi, il più importante, il più frequente, l'unico che dice tutto ed
evidenzia l'essenziale, è quello di “padre”, con o senza il qualificatore di spirituale.
Padre spirituale non significa semplicemente direttore della vita spirituale.
L'espressione direzione spirituale non è sufficiente quando si tratta dell'Oriente
cristiano2.
6. Partecipazione
- «Non date ad alcuno quaggiù il nome di Padre, poiché avete un solo Padre, quello
che è nei cieli» (Mt 23,9)
3×unico
1.unico - Padre Abate merita rispetto, perché tramite esso si onora un’unica paternità
divina.
2.unico buono: - Egli rispose: “Perché mi chiedi su ciò che è buono? Uno solo è
buono”. (Mt 19,17)
- la bontà canta la lode dell’Unica Sorgente di ogni bontà. È da Dio Padre che
3
Irénée Hausherr, Padre, dimmi una parola, Roma 1955, p.2
6
2. Spirituale: senso
1. La Scrittura
Oltre a quelli che abbiamo già citato, il passo che gli spirituali faranno valere più
volentieri è Mt 10,20: «Non siete voi che parlate, ma è lo Spirito del Padre vostro
che parla in voi». Luca 10,16 «Chi ascolta voi, ascolta me”
«Per quanto possiamo vedere, i capi della comunità non esercitano in alcun luogo
una cura d’anime individuale...». La grande preoccupazione è la santità della
comunità nel suo insieme.4
3. La carità
senza la presenza dello Spirito. C’è proprio un’autentica gnosi di Dio ed è quella
dell’Apostolo; essa differisce essenzialmente da quella che gonfia, che fa decadere
dalla carità, e che ispira ai suoi possessori la pretesa d’essere perfetti. Vale di più,
essere poco istruito, ed andare verso l’unione con Dio mediante la carità che essere
istruito e allontanarsi da lui5.
4. Corpo e anima
Platone - la filosofia è educazione alla morte, perché il corpo (sòma) è tomba (sèma)
dell’anima (corpo come fango). Con l’ascesi bisogna combattere contro il corpo per
far vincere lo spirito.
Sant’Ireneo: Ciò che è forte vincerà su ciò che è debole. Talmente l’infermità della
carne sarà assorbita nella forza dello Spirito, che un tal uomo non sarà più carnale ma
spirituale a causa della comunione con lo Spirito6. (virtù, vizzi)
5. La profezia
(Giovanni 15, 5) “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, porta
molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”.
Sant’Ireneo: «Allo stesso modo che l’olivo selvatico diviene produttivo grazie
all’innesto, così gli uomini, ricevono lo Spirito di Dio, e ne producono i frutti,
diventeranno spirituali se sono innesti a Cristo».
5
Irénée Hausherr, Padre, dimmi una parola, Roma 1955, p.28
6
Irénée Hausherr, Padre, dimmi una parola, Roma 1955, p.28
7
Cfr. 1 Cor 14,1 ss.
8
Cfr. ibid, I, 7, 3; op. cit., t. 1, p. 120.
8
9
Esagerazione della presenza di Spirito Santo. Tutto fa lui.