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Antonino G.

Pirrone (1)

METODO ANALITICO per lo STUDIO della COMPOSIZIONE OTTIMALE di


MIX di AGGREGATI SECONDO CURVE PREDEFINITE di PROGETTO.

Parte seconda

Applicazione del metodo ai calcestruzzi cementizi – studio della “ricetta di


impasto” o “mix design”

(1) Ing. Antonino Pirrone - Ingegnere Civile – Consulente, Libero Professionista


1 – introduzione

La “seconda parte” della memoria è volta all’analisi dettagliata di una particolare


applicazione del metodo analitico generale, cercando di evidenziare ancora l’approccio tecnico-
procedurale nella metodologia in rapporto agli sviluppi analitico-matematici della stessa: lo studio
della miscela ottimale di inerti nel confezionamento dei conglomerati cementizi, e successivamente
la determinazione della cosiddetta “ricetta” dell’impasto di calcestruzzo.

E’ necessario sottolineare che argomento di questo “studio” non è la ricerca analitica della
curva teorica di riferimento di progetto che, viceversa è invece un dato del problema in esame e che
si assumerà come già nota e determinata con i criteri che saranno illustrati nel prosieguo ma la
determinazione della curva della miscela ottimale che si può ricavare con le classi di aggregati
disponibili.

Dopo una breve disanima sui metodi attuali utilizzati nello studio delle miscele di inerti per i
calcestruzzi cementizi, si illustra nel dettaglio il metodo analitico con riferimento alle curve teoriche
di max addensamento maggiormente utilizzate nella prassi di cantiere, tenendo conto se necessario
anche dell’influenza granulometrica del cemento, quindi si generalizza la procedura ed infine si
perviene a determinare il c.d. “mix design” o “ricetta dell’impasto” del calcestruzzo.

Anche questa seconda parte è corredata di un esempio esplicativo, riportato in appendice in


tabelle e grafico, tratto dall’esperienza lavorativa.

2 - studio delle miscele per i calcestruzzi cementizi

2.1 – premessa: i metodi attuali e il metodo analitico

I metodi seguiti attualmente per il dosaggio degli aggregati-miscele destinati al


confezionamento di calcestruzzi cementizi, di vario tipo e qualità, possono essere ricondotti ai
quattro tipi seguenti:

1° tipo: metodo pratico - le aliquote di partecipazione delle classi vengono determinate su base
soggettiva, (i valori di “primo tentativo” vengono fissati “ad occhio” sulla base della
sensibilità ed esperienza del tecnico addetto di laboratorio di cantiere o dell’impianto di
betonaggio);

2° tipo: metodo grafico - per mezzo di particolari artifici e di determinate costruzioni grafiche
vengono individuati i valori “di primo tentativo” delle aliquote cercate; il metodo è
sufficiente valido, pur se approssimato, per curve teoriche Füller e per classi che non
presentano c.d. “code” accentuate;

3° tipo: metodi empirici - che fanno riferimento, cioè, a criteri empirici basati su abachi, tabelle,
diagrammi vari riportati nella manualistica specializzata;

4° tipo: metodi pseudo-analitici - es: metodo “del modulo di finezza” di Tyler; metodo di Faury;
etc. : presentano, tutti, forti limitazioni nelle applicazioni ( p.es vagliatura con una
determinata serie di setacci ; validità solo per miscele binarie di sabbia e ghiaia o ternarie di
ghiaia più due sabbie), basi teoriche poco convincenti in quanto basate su presupposti
artificiosi, sviluppi dei calcoli eccessivi e complessi e risultati approssimativi e, a volte,
deludenti; in ogni caso per nulla ottimali.
Tutti e 4 i tipi di metodi necessitano, comunque, di aggiustamenti e affinamenti successivi
in quanto essi forniscono solo i valori di prima determinazione.

Cioè sui valori delle aliquote percentuali “di primo tentativo” determinati con uno dei
quattro metodi si operano in maniera ricorsiva, delle correzioni in aumento o in diminuizione
(tenendo conto del vincolo che la loro somma deve risultare in ogni caso pari a 100) fino ad
ottenere un mix ritenuto accettabile e soddisfacente.

In genere, nella prassi di cantiere si fa ricorso ai metodi dei primi due tipi, ovvero al metodo
pratico e a quello grafico; i metodi empirici e quelli pseudo-analitici del 4° tipo trovano, invece,
scarsa o nulla applicazione pratica.

Il metodo analitico generale di nuova concezione, già esposto ed illustrato nella prima parte,
essendo valido per miscele generiche, si presta ovviamente a risolvere in maniera efficace il
problema dello studio delle miscele cementizie; esso elimina gli inconvenienti e le limitazioni
proprie degli altri metodi sopra accennati, fornendo la soluzione univoca, determinata e precisa , e
cioè “matematica”, del problema.
2.2 - curve teoriche di riferimento

Come già accennato al precedente punto 3.2, nel caso di studio delle miscele per i
calcestruzzi, per le curve di riferimento si fa ricorso alle curve teoriche di max addensamento
riportate nella letteratura tecnica specialistica, quali, ad esempio la Füller, la Bolomey, la
Valletta, la DIN, la cubica, ed altre.
Per semplicità di esposizione e intendendo privilegiare la linea metodologica sugli aspetti
analitici, si considereranno solo le tre curve teoriche di più ricorrente applicazione nella prassi
lavorativa, ovvero:

curva di Füller: p(%) 100 d D - valida per calcestruzzi in genere e riferita alla
sola massa di inerti;

curva di Bolomey: p(%) k (100 k) d


D - riferita a tutta la massa del secco;
tiene conto, oltre che della presenza del cemento, anche della
lavorabilità del cls e della forma degli inerti;
3
curva cubica: p(%) 100 d D - riferita alla massa secca inerti+cemento,
adatta per cls per getti massivi e per cls di tipo impermeabile
(dighe e traverse, rivestimenti, etc).

Per tutte e tre le curve teoriche suesposte la curva di riferimento può essere espressa in
forma analitica con un’unica funzione di tipo algebrico riconducibile alla seguente:

d
y (1 ) (2.1)
D
essendo:

d i diametri dei fori circolari dei vagli della serie (per vagli a maglie quadre di luce =
L si porrà, com’è noto, d= 1.25.L );

D = Dmax = d1 : diametro massimo dell’aggregato miscela;

y il passante (in frazione) dell’aggregato miscela al vaglio di apertura d ;

β coefficiente ( β ≠ 0 solo nella Bolomey; β=0 nelle altre due) che è funzione
dello slump del cls e del tipo di forma dei grani degli inerti.

η esponente radicale di d/D che differenzia i tre tipi di curva;

per cui si avrà:

per =0 e η=½ y = [ d/D ]1/2 curva di Füller

per >0 e η=½ y= +(1- ). [ d/D ]1/2 curva di Bolomey

per =0 e η = 1/3 y = [ d/D ]1/3 curva cubica


Le componenti fi del vettore f curva di riferimento, si ottengono allora discretizzando
la funzione y espressa dalla (20) calcolata in corrispondenza degli m diametri di

fi = yi (1 )
di (2.2)
D

Le normative italiane UNI ed Europee EN (per i calcestruzzi preconfezionati)


assegnano, anche se a titolo orientativo, un fuso granulometrico le cui curve estreme sono
conformi alla curva di Füller ( e per estensione a quella di Bolomey );

le curve limiti di tale fuso sono ancora espresse dalla funzione (2.1) in cui:

η = 0.40 per la curva limite superiore

η = 0.65 per la curva limite inferiore

2.3 - curve riferite alla sola massa degli inerti

Nel caso della Füller e di altre eventuali curve teoriche che non prevedono l’influenza
nel proporzionamento della miscela della presenza del cemento, nello studio della composizione
ottimale del mix di n classi di inerti, si opera secondo lo schema generale delineato nei paragrafi
della “parte prima”e cioè:

- Con i risultati delle singole analisi granulometriche delle n classi costituenti il mix si costruisce la
matrice passanti P

p11 p12 ........ ... p1n


p21 p22 .............p2n
P = ............................... = [ pik ]m.n (1)
................................
pm1 pm2 ........ ...pmn m.n

dove pik è il passante in frazione (dell’unità) al generico vaglio i di diametro d i della generica
classe k, ed m il numero dei vagli ( o dei diametri considerati)

- Facendo riferimento ad una delle curve teoriche di max addensamento esaminate, di equazione
generica espressa dalla precedente relazione (2.1) si costruisce il vettore “curva di riferimento”:
f = [ f1, f2, fm ]t

(1 )
di
dove fi = yi
D

- si calcolano i coefficienti ponderali della matrice A (matrice ponderale) e i termini noti del
vettore c con le relazioni viste:

A = Pt . P matrice quadrata di ordine n

c = Pt . f vettore (dei termini noti) di ordine n

- si costruiscono la matrice ponderale orlata B e il vettore termini noti orlato g


A 1 c

B= g=

1t 0 1

- si calcola l’inversa della matrice ponderale orlata B-1

- Le aliquote x di miscelamento cercate risulteranno, quindi, le prime n componenti del vettore


soluzione z (vettore x orlato) espresso dalla relazione (1.15) della parte prima

z = B-1. g dove z = ( x1, x2, … xn, μ )t e μ una variabile ausiliaria

- Infine, si ricostruisce, on le aliquote x prima ottenute, tramite la relazione (1.5) q = P . x il


vettore del mix di aggregati

2.4 - curve riferite alla massa del secco ( inerti + cemento)

Volendo generalizzare il procedimento dello studio della miscela anche secondo curve
teoriche che tengano conto della presenza del cemento, considerato agli effetti granulometrici
come ulteriore aggregato della miscela, occorrerà determinare innanzitutto l’ aliquota del legante
rispetto alla massa secca e quindi modificare i termini noti del sistema , come sarà meglio illustrato
nel seguito.
Agli effetti granulometrici, la presenza del cemento nella miscela secca può essere
considerata come partecipazione di una ulteriore classe (finissimo o filler) di percentuale o aliquota
predefinita e assegnata (funzione del dosaggio di legante); per indicare questa speciale classe si
adopererà il pedice “c” ;
Assegnati il dosaggio di cemento, il rapporto acqua / cemento A/C e il contenuto d’aria
inglobata e note le densità assolute del cemento e degli inerti , se si indicano con

Mc [Kg/m3 ] : dosaggio del cemento;

γc [Kg/m3 ] : densità assoluta del cemento

H = A / C : rapporto acqua/cemento

Varia [ l/m3 ] : percentuale in per mille di aria inglobata

Mmix [Kg/m3] : massa dell’aggregato miscela riferita a 1 m3 di cls

γin.m [Kg/m3] : densità assoluta media degli inerti

xc : aliquota del cemento (massa del cem./ massa secca)

con semplici considerazioni sui volumi assoluti dei componenti del’impasto si ricava:

V aria M c M c
M mix
1 H
in.m 1000
c
1000
e quindi:

Mc
xc
M c M mix
Si ipotizzi, infine, che la “classe cemento” sia costituita da finissimo interamente passante
a tutti gli m vagli della serie considerata (l’ipotesi è praticamente sempre riscontrata come vera), e
cioè che risulti:

pic = 1 per i = 1, 2, ....... m

essendo pic il generico passante al vaglio i del cemento

la (1.6) del par. 4, prima parte, può essere riscritta, allora, nella forma

1
1 x
q = P … . cioè q = P . x + xc . 1
… ---
1 xc

mentre il funzionale W (x ) da minimizzare (1.7) diviene:

W (x ) = xt.Pt.P.x - xt.P.(f - xc.1) - (ft -xc.1t).P.x + (ft - xc.1t).(f - xc.1)

col vettore x soggetto al vincolo (1.9): 1t.x - (1- xc) = 0

se si esegue la ricerca del minimo condizionato con il metodo dei moltiplicatori di


Lagrange della W ( x ), assunta una variabile ausiliaria μ e dopo aver posto:

A = P t. P matrice ponderale

φ = f - xc. 1 vettore curva di riferimento modificato : ( φi = fi -xc )

c = P t. φ vettore termini noti

dopo gli sviluppi analitici si perviene al sistema risolutivo (1.13) già esaminato:

A.x + .1= c

1t . x = 1- xc

se indichiamo ancora con


B = A 1 g= c z= x

1t 0 1-xc

rispettivamente, la matrice ponderale orlata (che non subisce modifiche), il vettore termini noti
orlato e modificato con il termine

gn+1 = 1-xc

e il vettore soluzione integrato con la variabile ausiliaria , e con B-1 la matrice inversa di B,
allora le prime n componenti del vettore z date da:

z = [x1 x2 ...... xn ]t = B-1. g

costituiscono le aliquote delle n classi di inerti, riferite a tutta la massa del secco;

Le aliquote x’i riferite alla massa dell’aggregato miscela di soli inerti Mmix si ricavano invece
con la relazione:

Se xc = 0 (ininfluenza del contenuto di cemento sulla composizione granulometrica )


allora

φ=f

gn+1 = 1

x’i = xi

si ricade nel caso visto al precedente par. 1.3


2.5 – generalizzazione della procedura

Volendo generalizzare maggiormente il procedimento si possono rimuovere le due


ipotesi:
1) curva teorica espressa come funzione algebrica del tipo (2.2);
2) cemento come classe di finissimo tutto passante agli m vagli ;

Per quanto attiene al punto 1) possiamo considerare delle curve di riferimento di progetto
genericHe, ancora di tipo teorico ma diverse da quelle fin qui esaminate e riportate nella
manualistica tecnica come ad esempio le curve di Faury, di Vallette, di Dreux, DIN ecc.;
Per tutte queste curve resta ancora valido quanto già riportato al punto 3.2 della “parte
prima” che qui si riepiloga brevemente:

se la curva teorica viene espressa da una qualsiasi funzione del tipo y=φ[d]
si discretizza la funzione y calcolandola in corrispondenza degli m diametri e si
assumono tali valori per elementi del vettore:

fi = yi = φ [ di ] (i= 1,2, ........ m )

La curva di riferimento di progetto può essere stata determinata in via sperimentale in


laboratorio; in questo caso essa viene di solito espressa in forma tabellare o grafica, oppure
attraverso un fuso di accettabilità nel quale vengono prescritti, per ogni diametro, gli intervalli
fra un valore min. fmin,i e uno max . fmax,i per ciascun passante della miscela di aggregati.
Si assumerà pertanto, come curva di riferimento di progetto o la “spezzata prescritta” o la
curva centrale del fuso di accettabilità, ovverosia , la curva mediana interpolata fra le due curve
limiti del fuso stesso.
gli m componenti del vettore di conseguenza si ricavano in maniera semplice:

fi = ½ [ fmax,i + fmin,i ] ( i=1,2, .... m)

Per quanto riguarda, infine, il punto 2) si considerare a tutti gli effetti il legante come una
classe granulometrica componente della miscela.
Supposto quindi di avere eseguito l’analisi granulometrica su un campione di cemento
con la medesima serie di vagli usata per le classi degli inerti e di avere raccolto i valori dei relativi
passanti nel vettore pc

pc = [ p1c, p2c, ........... pmc]t vettore passanti cemento

la relazione esprimente il vettore curva di riferimento modificato diventa:

φ = f - xc. pc

mentre tutte le rimanenti relazioni rimangono immutate.


3 - determinazione della “ricetta d’impasto” – mix design

elementi di progetto:
1 - dosaggio del cemento Mc (kg/m3)
2 - rapporto A/C = H
3 - volume in per mille di aria inglobata: Varia (l/m3)
4 - numero n e pezzature delle classi di inerti
5 - curva teorica di riferimento f

elementi forniti dal laboratorio di cantiere ( o dell’impianto di betonaggio)


1 - matrice passanti P
2 - densità assoluta del cemento γc
3 - densità assoluta di ogni classe k di inerte γk
4 - umidità di ogni classe k di inerte wk (in %)

Indicati ancora con:

Mk = massa (secca) dell’inerte della generica classe k (Kg/m3) (k=1,2, .... n)


Muk = massa umida dell’inerte generico k 3
(Kg/m )
Mmix = massa dell’aggregato miscela (Kg/m3)
Mc = massa del cemento = dosaggio (Kg/m3)
Mw = umidità totale o quantità di acqua contenuta per umidità dalla miscela ( l )
MH = quantità di acqua da aggiungere all’impasto ( l )
γin.m = densità assoluta media degli inerti [Kg/m3]

le quantità γin.m ed Mmix si ricavano con le relazioni:

γin.m = k 1
k
V aria M c M c
M mix
1 H
n in.m 1000
c
1000
Applicando, quindi, il metodo analitico si determinano dapprima le aliquote x’k , riferite alla
massa dell’aggregato miscela di soli inerti Mmix e successivamente:

massa secca dell’inerte di classe k: Mk = x’k . Mmix (k=1,2 .. n)

massa umida dell’inerte di classe k Muk = (1+wk/100). Mk

umidità totale Mw = Σk Muk .[wk/100]

acqua d’imp. MH = H. Mc - Mw

Riepilogando, per il confezionamento di 1 m3 di calcestruzzo occorreranno:

- cemento : Kg Mc
- inerte classe k : Kg Muk ( k=1,2, ..... n)
- acqua : l MH

La densità γcls (Kg/mc) presunta del calcestruzzo fresco risulterà:

γcls = Mmix + Mc + Mw + MH
4 - Un esempio di applicazione concreta del metodo

A conclusione di questa seconda parte e a titolo esemplificativo si riporta in appendice in


forma tabellare e grafica uno studio granulometrico ( e ricetta di impasto) tratto dai numerosi
studi effettuati con la metodologia illustrata sui diversi mix di aggregati per i tanti tipi di
calcestruzzo delle opere in C.A. e C.A.P. di un grosso Impianto Idroelettrico realizzato in anni
recenti.
L’esempio riportato in questa seconda parte riguarda lo studio granulometrico del mix di
inerti e la conseguente determinazione della c.d. “ricetta d’impasto” o “mix design” di un
calcestruzzo cementizio destinato alle strutture in c.a. della Centrale in pozzo dell’Impianto, allora
in costruzione.
- Gli inerti sono suddivisi in 4 classi: ghiaia, ghiaietto, risello e sabbia con Dmax = 26 mm;
l’analisi granulometrica è stata eseguita on una serie di 11 vagli (della serie A.S.T.M.); quindi
n=4 ed m=11;
- La curva di riferimento di progetto del mix è la Bolomey nella quale il parametro β è stato
assunto pari a 0.12 in funzione della consistenza del conglomerato fresco voluta.

Il relativo studio granulometrico è stato effettuato con una procedura computerizzata


implementata su un PC attrezzato anche di idoneo plotter; tale procedura è costituita da diversi
“moduli-programmi” integrati e linkati fra di loro e utilizza come algoritmo centrale il metodo
analitico descritto nei paragrafi precedenti e come supporto delle routines di trattamento delle
matrici.
I dati d’ingresso e i risultati delle determinazioni relative a questo esempio sono raccolti
nelle tabelle n.2.1 e n.2.2 e sinteticamente rappresentati in forma grafica nel diagramma
granulometrico della figura seguente.

Come si può vedere la curva del mix ottenuta risulta molto prossima (quasi aderente) alla
curva di riferimento di progetto, con scostamento assoluto max pari all’ 1.4% e scostamento
assoluto medio inferiore all’1%.

5 – bibliografia

- Per la parte di calcolo matriciale: TEORIA ed APPLICAZIONI delle MATRICI di Frank Ayres Jr. –
collana SCHAUM - Edizione ETAS LIBRI
-
- R. Calzona, C. Cestelli Guidi – Il calcolo del cemento armato – Ed. Hoepli
-
- R. Marotti – Il calcestruzzo, Vol. 2°: Lo studio delle miscele – Manuali della Cementir
CALCESTRUZZO CEMENTIZIO PER le STRUTTURE della CENTRALE cantiere: IMPIANTO IDROELETTRICO

dosaggio cemento 360 kg/m3


rapp. A/C 0.55 l/kg
quantità acqua 129 l/m3
aria inglobata 15 l/m3

Tab. n° 2.1

curva di riferimento: BOLOMEY p% = 12 + 88 . d/26

vaglio cl. 1: ghiaia cl. 2: ghiaietto cl. 3: risello cl. 4: sabbia Misc. Teor. scost.
n° d (mm) tratt. (kg) p (%) tratt. (kg) p (%) tratt. (kg) p (%) tratt. (kg) p (%) q (%) f (%) (%)

1 26.000 0 100.0 0 100.0 0 100.0 0 100.0 100.0 100.0 0.0


2 19.000 3080 38.4 0 100.0 0 100.0 0 100.0 88.0 87.2 0.8
3 12.700 1855 1.3 1230 59.0 0 100.0 0 100.0 72.6 73.5 - 0.9
4 9.500 65 0.0 1050 24.0 0 100.0 0 100.0 65.3 65.2 0.1
5 4.760 0 0.0 720 0.0 1435 28.3 109 89.1 50.7 49.7 1.0
6 2.000 0 0.0 0 0.0 565 0.0 356 53.5 35.7 36.4 -0.7
7 1.190 0 0.0 0 0.0 0 0.0 137 39.8 30.8 30.8 0.0
8 0.420 0 0.0 0 0.0 0 0.0 249 14.9 22.0 23.2 -1.2
9 0.177 0 0.0 0 0.0 0 0.0 115 3.4 17.9 19.3 -1.4
10 0.105 0 0.0 0 0.0 0 0.0 10 2.4 17.5 17.6 -0.1
11 0.074 0 0.0 0 0.0 0 0.0 3 2.1 17.4 16.7 0.7
fondello 0 0 0 21

massa camp. 5000 3000 2000 1000


perc./ secco x1 =19.4 x2=20.1 x3=8.3 x4=35.5 cemen.(%) xc =16.661
perc.aggreg. x’1 =23.3 x’2=24.1 x’3=9.9 x’4=42.6 scost. medio m= 0.7 %
indice ass. = 0.8 %

Vagli: Serie A.S.T.M.

tab. n.2.2

cl. n° denomin. (kg/m3) w (%) perc. (%) Msec. Mum. (kg/m3) umid. (1)
cl. 1 ghiaia 2690 1.3 23.31 420 426 5
cl. 2 ghiaietto 2687 1.3 24.11 435 441 6
cl. 3 risello 2680 2.0 9.94 179 183 4
cl. 4 sabbia 2710 7.0 42.64 769 823 54

MISCELA 100.00 1804 1873 69

densità presunta del calcestruzzo fresco = 2362 kg/m3

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