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Generazione e gestione del layout di stampa

Come stampare elaborati architettonici in ambiente CAD 3D, tramite il software Rhinoceros.

Premettiamo alcune brevi note sui concetti di dimensione, formato e scala. Ogni struttura
architettonica è caratterizzata da dimensioni reali, misurate attraverso appropriate unità di misura.
Nel modello digitale 3D, le dimensioni reali sono geometricamente registrate nello spazio virtuale
del software di lavoro. Attraverso il processo di stampa, è possibile riprodurre ed elaborare
ulteriormente immagini del modello (cosiddette “viste”), opportunamente ridimensionate, su vari
supporti, generalmente cartacei, in diversi formati, normalmente caratterizzati da proporzioni e
dimensioni standard. Per eseguire questa operazione, si applica un “fattore di scala”, tecnicamente
definito come rapporto, tra l’unità di misura dell’oggetto reale (uno spazio, un edificio, un contesto),
e il numero di volte per il quale si intende ridurla (o aumentarla) al fine di visualizzarne in stampa il
modello, su un foglio o un supporto grafico, di un certo formato predefinito. Si dice quindi che fra
l’oggetto reale e la sua rappresentazione in stampa, esiste un determinato “rapporto di scala”. Tale
rapporto si esprime come “frazione”, ad esempio, una stampa nella scala di 1 a 4, indicata dalla
frazione ¼, rappresenta lo spazio reale in una dimensione grafica ridotta di 4 volte rispetto al vero.

Passiamo ora a Rhino, e vediamo come si imposta il processo “base” per eseguire una stampa. È
necessario premettere che il modello 3D risiede in uno spazio di lavoro digitale ‘effettivamente’
tridimensionale, mentre la stampa ne riproduce proiezioni bidimensionali nel cosiddetto “spazio
carta”, ovvero sul foglio virtuale che ci consente di gestire l’impaginazione delle viste e di generare i
file di stampa da inviare alla stampante. Per accedere allo spazio carta scegliamo quindi l’opzione
“Layout” di stampa. Prima di crearlo, è consigliabile parificare le unità di misura del layout e del
modello, utilizzando il menu “Tools-Options-Units”. Il software ci chiede se procedere al cambio di
unità di misura, scegliamo “yes”, e, per visualizzarlo correttamente, dopo averlo selezionato,
utilizziamo Zoom Selected All Viewports. Possiamo quindi passare alla preparazione del file di
stampa.

Per dare un’idea del risultato che ci prefiggiamo di ottenere al termine di questo procedimento,
mostriamo un paio di tavole di esempio che abbiamo preparato in anticipo, contenenti alcune viste
del modello 3D di un piccolo padiglione, che utilizzeremo come riferimento. Notiamo in esse la
compresenza di viste diverse per “scala”, “modalità”, e “tipo” di visualizzazione, tuttavia organizzate
all’interno di un “impaginato” omogeneo.

Torniamo quindi all’ambiente di lavoro 3D. Per creare un nuovo layout, clicchiamo sull’icona a forma
di “più” alla base delle viste attive, e prepariamoci così ad aggiungere un nuovo layout, accanto ai
primi due già precedentemente mostrati, e che abbiamo chiamato layout 1 e layout 2. Apparirà la
finestra di dialogo “New Layout”, nella quale potremo inserire i dati metrici e altri dati utili per
definire il nuovo layout da creare. Iniziamo dal nome della tavola: chiamiamola, ad esempio, Tavola
1. Scegliamo quindi, all’interno dell’elenco “Printer”, la stampante virtuale “Rhino PDF”, che ci
consentirà di salvare la stampa come file, che ovviamente potrà essere successivamente stampato
su carta. Volendo invece stampare direttamente su carta, basterà selezionare, dallo stesso menù a
tendina, la specifica macchina stampante che si vuole utilizzare. Impostiamo adesso le dimensioni
generali della tavola, selezionandone “formato” e “orientamento”. A questo punto consigliamo di
controllare sempre l’unità di misura prescelta, prima di procedere. Il parametro chiamato “Initial
Detail Count” regola il numero di “finestre di dettaglio” contenute nel layout, ovvero la suddivisione
del foglio virtuale in campi grafici. Per il momento, impostiamone il valore a 0 e premiamo il pulsante
“OK”. Abbiamo così generato il foglio, ancora vuoto, per la stampa della Tavola 1, che viene
visualizzato a schermo in colore grigio chiaro. Prima di inserire qualsiasi elemento grafico nel Layout,
occorre definirne, diciamo pure “progettarne” la disposizione geometrica. Nel nostro caso, avremo
tre finestre di dettaglio, più una quarta, che includerà il cartiglio. A questo fine possiamo sfruttare
elementi geometrici di supporto, quali poligoni, cerchi e rette, utili a suddividere il campo grafico
secondo opportune proporzioni. Una volta soddisfatti del risultato, sarà possibile riprodurre la
struttura di supporto ideata tramite il comando “AddGuides”. Eseguendo il comando saranno
generate delle linee rette, chiamate “guide di riferimento”. Si potranno ora eliminare i riferimenti
geometrici di supporto precedentemente creati, poiché le guide appena impostate, seppur
normalmente invisibili, saranno mostrate a schermo ogni volta che procederemo a inserire nuovi
elementi nel campo grafico del layout. L’uso delle guide è particolarmente utile quando si abbiano
più tavole da stampare, e si debba quindi uniformare l’impaginazione dei vari Layout.

1. Come inserire diversi elementi grafici all’interno del layout per realizzare un elaborato di
stampa completo Proseguiamo in questo video nella preparazione del nostro elaborato
di stampa. Inseriremo

2. i diversi elementi grafici sfruttando la griglia di guide precedentemente realizzata.

3. Per iniziare, nella riga command digitiamo il comando “Detail”, che aprirà il menù

4. “Detail Viewport”, e selezioniamo “Add” per inserire un nuovo Dettaglio, cioè una
nuova

5. area grafica, all’interno del nostro Layout. Andiamo quindi a disegnarne il perimetro

6. tracciando una forma rettangolare. Al suo interno apparirà il nostro modello 3D,
visualizzato di

7. default dall’alto, attraverso la viewport “top”. Al momento della creazione del


dettaglio,

8. verranno sempre inquadrati al suo interno tutti gli elementi visibili nel modello

9. 3D. Cliccando due volte all’interno del perimetro del dettaglio, si attiva la modalità di
editing,

10. e si accede allo spazio di lavoro 3D, in cui possiamo spostare il punto di

11. vista o agire sullo zoom dell’area inquadrata. Inoltre, dal menù raggiungibile cliccando
sul

12. selettore della vista corrente, sarà possibile selezionare lo “stile” di visualizzazione da

13. applicare al contenuto del dettaglio. Mostriamo ad esempio, fra le differenti

14. opzioni di stile: “rendered”, “artistic”, “pen” e “ghosted”. I vari dettagli inseriti
possono

15. essere quindi visualizzati, ciascuno in uno stile grafico diverso dagli altri, a nostra
scelta.

16. Dallo stesso menù a tendina, è anche possibile impiegare il menù “set view” per

17. modificare il tipo, o l’orientamento, della vista. Selezioniamo in questo caso la voce
“perspective”.
18. Per interrompere la modalità di modifica dei contenuti, basterà cliccare due

19. volte sul Layout. Ricapitolando.

20. Avendo scelto “zero” nell’ “Initial Detail Count”, all’atto della generazione del Layout
il

21. nostro foglio virtuale di stampa non aveva alcun Dettaglio, tuttavia, è sempre possibile
inserirne

22. manualmente di nuovi. Inoltre, non vi sono limiti al numero dei Dettagli inseribili in un
Layout.

23. Ogni Dettaglio, una volta creato, potrà essere

24. spostato, ridimensionato e variamente visualizzato all’interno del Layout.

25. È spesso utile sfruttare le guide come riferimenti per l’allineamento delle viste.

26. Le “Detail View”, o “Finestre di Dettaglio”, o “Dettagli” sono particolari viewport,

27. che funzionano come veri e propri “fori” o “finestre”, aperti nello

28. spazio carta bidimensionale del Layout, che consentono di “inquadrare” lo spazio
digitale

29. tridimensionale in cui risiede il modello, e di accedere alle sue funzionalità operative.

30. Sfruttando le conoscenze ora in nostro possesso,

31. possiamo infine aggiungere altri dettagli nella tavola, impostando le caratteristiche

32. della vista in modo da creare un insieme grafico articolato, organizzato e coerente.

33. È importante notare, che nel Layout di stampa è possibile inserire molte altre tipologie
di

34. oggetti, sia elementi grafici bidimensionali, collocandoli direttamente sulla superficie
dello

35. spazio carta, sia elementi tridimensionali nel modello, previo accesso allo spazio di
lavoro 3D

36. tramite i Dettagli, come si è appena visto. Iniziamo dall’inserimento di un elemento

37. grafico bidimensionale sul Layout. Attraverso la scheda “Drafting” scegliamo

38. ad esempio di inserire un semplice testo. È anche possibile inserire ulteriori elementi

39. grafici bidimensionali – tramite i comandi di disegno “linea”, “polilinea”, “spline”,


“forme”,

40. “quote” e così via – nonché immagini raster - col comando “Picture”- ad esempio il
cartiglio.
41. Si noti che anche nel Layout ogni forma generata può appartenere a uno specifico
layer,

42. incluse le finestre dei Dettagli, il cui bordo avrà appunto il colore del layer a cui
appartiene.

43. Tramite il pannello dei layer, possiamo anche nascondere, bloccare ed eliminare layer
di lavoro,

44. o decidere di rendere visibile o meno un layer nella stampa (impostando “layout
on/off”).

45. Se invece clicchiamo all’interno del Dettaglio, come si diceva, accediamo

46. al modello 3D vero e proprio. Inserendovi un oggetto, ad esempio ancora un semplice


testo,

47. questo apparterrà ora all’ambiente di lavoro 3D, e sarà pertanto visibile globalmente,

48. all’interno dell’intero file, e potrà pertanto essere visualizzato, mantenendo

49. la propria giacitura spaziale, anche in altri layout. Ogni Layout è infatti un sistema a
sé,

50. costituito da “finestre di dettaglio” variamente aperte sul modello; quindi, ogni
modifica operata

51. sul modello, diviene automaticamente visibile in tutte le finestre di dettaglio che la
inquadrano.

52. Per chiarire ulteriormente il concetto,

53. proviamo ora a inserire una quota mediante il comando “Aligned Dimension”.

54. Se la quota viene inserita sul “foglio virtuale” del Layout,

55. essa misurerà i parametri metrici del foglio di stampa, non il modello 3D.

56. Se invece aggiungiamo la quota, così come qualsiasi altro oggetto, all’interno di

57. uno specifico Dettaglio (attivandolo col doppio click), la inseriamo di fatto
nell’ambiente di

58. lavoro 3D, quindi essa misurerà il modello 3D e non il foglio di stampa, e risulterà
quindi

59. visibile anche in altri Layout, ogniqualvolta le relative finestre di dettaglio la


inquadreranno.

60. In questo caso, indipendentemente dall’orientamento della vista e dalla

61. scala della visualizzazione, e dalle distorsioni ottico-proiettive dovute alla varia
angolazione
62. delle visualizzazioni, la quota indicherà sempre la misura ‘vera’ dell’elemento del
modello,

63. alla quale si riferisce, espressa nell’unità di misura prescelta.

64. Data l’importanza della quotatura nel disegno di rilievo e di progetto in architettura,

65. raccomandiamo di prestarvi particolare attenzione in fase di preparazione della


stampa.

66. Nel prossimo video proseguiremo nell’esposizione dell’argomento,

67. affrontando il tema della stampa in scala di un modello 3D “vector”,

68. cioè “vettoriale”, e di un file immagine “raster”, cioè “non vettoriale”.

69.

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