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Fumata nera sul nuovo esecutivo.

Grillo: Bersani voti fiducia a primo governo M5S

ROMA – Sembra essere ancora lontana la luce alla fine del tunnel, a causa dello stallo creato dai
risultati elettorali del 24 e 25 febbraio. Nella missione impossibile di conciliare l'inconciliabile
l'ultimo colpo di teatro arriva, com'era forse prevedibile, proprio da Beppe Grillo: Partito
Democratico e Popolo delle Libertà votino la fiducia al primo governo targato Movimento Cinque
Stelle.
Un vero e proprio rovesciamento di fronte rispetto a quelle che erano invece le ipotesi emerse nel
post-elezioni. In una specie di distorto gioco delle tre carte, erano state vagliate più o meno tutte le
combinazioni, dall'"inciucio" Pd-Pdl-Terzo Polo all'accordo del M5S con una delle altre due forze
politiche maggiormente premiate dagli elettori. In questo caso rimarrebbero ai margini la coalizione
esclusa e quella centrista di Monti. Se il maxi-inciucio o l'accordo tra M5S e centrodestra erano stati
esclusi con forza, sembrava prendere piede invece l'ipotesi che i grillini diventino la principale
stampella di un eventuale governo Bersani. Questa possibilità era stata amplificata anche tramite
una petizione lanciata dalla blogger Viola Tesi che, sostenuta da circa 100mila firme virtuali,
spingeva proprio per questo accordo. Arriva secca, però, la smentita dello stesso Grillo riguardo
l'ipotesi di fiducia a un governo di Pierluigi Bersani, e arriva tramite una delle provocazioni a cui
spesso durante la sua carriera televisiva e politica ci ha abituati. La proposta-shock è infatti quella di
chiedere che siano Pdl e Pd a votare per la creazione di un governo guidato da un esponente del
M5S, vale a dire l'esatto opposto di quelle che erano finora le attuali ipotesi vagliate. La proposta ha
suscitato forti perplessità nella coalizione guidata da Bersani, il quale sa che, se pur con un margine
ridotto, il centrosinistra è stato designato dagli elettori per governare l'Italia, e non ha intenzione di
cedere il passo. «Come noi rispettiamo gli elettori anche Grillo li rispetti. I numeri li vede anche
lui», sono state le parole del leader del Partito Democratico, una risposta che lascia ben poco spazio
a trattative in questa direzione. La base del Movimento è però in fibrillazione. A poco è servita
l'invettiva anti-Pd di un grillino della prima ora, il blogger Claudio Messora, che ha anche accusato
l'autrice della petizione pro-fiducia al Pd Viola Tesi di essere un'"infiltrata" che fino a pochi mesi fa
militava nel Partito Pirata. Messora ha inoltre lanciato online una controproposta perchè non sia
data alcuna fiducia a un governo Pd o Pdl, un appello che ha incontrato il favore di circa 3500
utenti. Ben pochi rispetto ai circa 100mila della proposta della Tesi. Pur volendo prendere per buona
l'ipotesi di una percentuale di infiltrati, il Movimento sembrerebbe a un passo da una pesante
spaccatura proprio in quella che si presenta come la prima vera prova da affrontare. Una prova di
maturità politica, coesione e di sviluppo di quella "democrazia dal basso" per cui lo stesso Grillo
lottava come comico e per la quale dal 2009 combatte anche come politico.

01 marzo 2013
Giorgio Scapparone Suma

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