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LETTERA APERTA A SERGIO MATTARELLA

Prof. Avv. Augusto Sinagra


Avvocati Liberi

Egregio Presidente,
Lei già in passato si è spesso distinto per interpretazioni della
Costituzione molto singolari, diciamo “innovative”.
Ora accade che lei in occasione del consueto incontro con i giornalisti
per la consegna del “Ventaglio”, abbia colto la circostanza per altre
considerazioni fuori contesto e sul presupposto di una ennesima e ancor
più singolare interpretazione della Costituzione, “ammonendo” il
Parlamento che le Commissioni di inchiesta per il Covid e per la
scomparsa della compianta Emanuela Orlandi non possono sovrapporsi ai
giudici (meno che mai quelli della Corte costituzionale, ovviamente).
Quanto accaduto ha un precedente illuminante: la onorificenza da lei
conferita a quel tal Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto
Superiore di Sanità (quello che rassicurava il non rimpianto Speranza
Roberto che l’IIS non avrebbe diffuso i dati corretti –e non allarmanti-)
relativi alla c.d. epidemia da Covid.
Ora questa sua nuova e singolare “uscita”.
Egregio Presidente, come sa, sul piano tecnico-giuridico la mia e la sua
interpretazione del diritto costituzionale non coincidono.
Lei, tuttavia, deve sapere che al Parlamento che è (rectius, dovrebbe
essere) la sede e l’organo espressivo della volontà popolare sovrana, non
dovrebbero essere inviati messaggi preventivi e fuori contesto.
Infatti, il procedimento legislativo per la creazione delle due
Commissioni parlamentari di inchiesta è ancora in corso.
E lei che fa? Già si pronuncia in corso di dibattito parlamentare
influenzandone oggettivamente lo svolgimento.
E questo lei fa pur non conoscendo il testo dei relativi disegni di legge
(oppure li conosce; e a che titolo?).
Lei poi dovrebbe sapere che l’art. 82 della Costituzione non prevede
necessariamente l’atto legislativo (potendo le Commissioni parlamentari
di inchiesta essere costituite con provvedimento interno delle Assemblee
parlamentari).
Ma lei addirittura si spinge a censurare il merito dei disegni di legge
in questione, e lo fa preventivamente consapevole dell’oggettiva
influenza che può avere per prevenire la costituzione e il lavoro delle
Commissioni di inchiesta.
E questo lei fa senza che dal merito dei relativi disegni di legge emerga
alcun profilo di incostituzionalità.
Ma quel che è sorprendente è che lei faccia dichiarazioni fuori da ogni
sede propria e rivolgendosi a soggetti estranei.
Lei ben sa che la sede propria è il suo Ufficio (nel senso fisico e
funzionale) e il momento è quello in cui lei è chiamato a promulgare la
legge con la sua firma; firma che lei certamente può rifiutare, chiarendo
però quali sarebbero i profili di incostituzionalità e richiedendo nella
dovuta forma scritta e doverosamente motivata, che il Parlamento deliberi
una seconda volta.
Cosa che, ove avvenga, la obbliga alla firma e promulgazione della legge.
Lei poi, con parole, accenti e postura da vecchio saggio, ammonisce
ancora che la Commissione parlamentare non si può sovrapporre al lavoro
della magistratura.
E perché?
1. Il Parlamento, e solo il Parlamento, può decidere quale sia l’oggetto
di indagine di una Commissione di inchiesta.
2. Fosse anche e direttamente l’attività della magistratura nel suo
complesso (compresa la Corte costituzionale); o no?
3. Secondo il suo ammonimento, non dovrebbe esistere neppure la
Commissione parlamentare di inchiesta sulla mafia, considerati i tanti,
travagliati e discussi processi che al riguardo sono stati celebrati
(ovviamente dai giudici).
4. Lei forse non ha adeguatamente considerato il fatto che le sue
considerazioni portano ad una sostanziale abrogazione dell’articolo 82
della Costituzione, devitalizzandolo.
5. Ma lei è il garante della Costituzione, non è il modificatore.
6. D’altra parte, seguendo il suo ragionamento, su cosa dovrebbe indagare
una Commissione parlamentare di inchiesta che non “tocchi” i magistrati?
Ho riflettuto a lungo: sicuramente sui differenti metodi di coltivazione
dei tulipani in Turchia e in Olanda.
Vi è poi un aspetto di politica corrente e ora mi rivolgo alla
maggioranza che sostiene il governo e in particolare a “Fratelli
d’Italia” (ah, Mameli che hai combinato!...).
Cosa faranno ora i “Fratelli” dopo le chiassose esultanze alla Camera per
l’approvazione dei due disegni di legge in questione?
Manterranno la loro stessa determinazione al Senato o faranno come fa il
Ministro Carlo Nordio che “si inchina dinnanzi agli orientamenti del Capo
dello Stato”?
Nessun imbarazzo la Anna Bolena da Garbatella City, adusa a cambiare
posizione e idee con la stessa facilità con la quale si cambiano le
scarpe.
Joe Biden insegna.
Ma quel che più mi accora è che maggiore saggezza politica avrebbe avuto
suo padre Bernardo.
Umanamente auguro le migliori cose a lei e famiglia.
Politicamente mi auguro che lei vorrà far dono al Popolo italiano delle
sue dimissioni.

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