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Unita di Carico

& Carrelli Industriali

Ing. Leonardo Marrazzini


Imballaggi &
Unità di carico (UdC)
Definizioni (D.L. 5 FEBBRAIO 1997, n°22)
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Imballaggio per la vendita – "primario": imballaggio concepito in maniera da


costituire, nel punto vendita, una unità di vendita per il cliente finale o per il
consumatore.

Imballaggio multiplo – "secondario": imballaggio concepito in modo da costituire nel


punto vendita, il raggruppamento di un certo numero di unità di vendita,
indipendentemente dal fatto che sia venduto come tale dall’utente finale, o che serva
soltanto a facilitare il rifornimento degli scaffali nel punto vendita. Può essere rimosso
dal prodotto senza alterarne le caratteristiche.

Imballaggio per il trasporto – "terziario": imballaggio concepito in modo da facilitare


la manipolazione ed il trasporto di un certo numero di unità di vendita (imballaggi
primari) o di imballaggi multipli (imballaggi secondari) per evitare la loro
manipolazione ed i danni connessi al trasporto.
Tipologie di imballaggio primario
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Esempi: Scatole, astucci, sacchetti, blister,


barattoli, bottiglie, vasi, lattine, taniche …
Tipologie di imballaggio secondario
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Esempi: Cartoni, fardelli, vassoi,


cestelli, cassette …
Tipologie di imballaggio terziario
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Esempi: Casse, roll, pallet,


gabbie …
Unità di carico
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Si definisce unità di carico il raggruppamento di materiali disposto in modo tale da


poter essere movimentato e trasportato mediante mezzi di trasporto meccanici.

A titolo di esempio, si costituisce un’unità di carico:


• Introducendo più pezzi in un contenitore
• Sovrapponendo scatole di cartone su una pedana di supporto
• Disponendo materiali in appositi raccoglitori
Unità di carico
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Oggetti di forma irregolare possono essere raggruppati in unità di carico ricorrendo


ad imballi o reggettature “ad hoc”.
Unità di carico
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Di fondamentale importanza è che le unità di carico siano:


• accatastabili le une sulle altre (per permettere una migliore utilizzazione dello
spazio in altezza)
• movimentabili con le forche di cui certi mezzi di trasporto sono dotati (ad
esempio i carrelli elevatori).
Si usa correntemente dire che le unità di carico devono essere sovrapponibili e
forcabili.
Unità di carico
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Un’accurata scelta delle unità di carico da impiegare per i trasporti interni aziendali è
condizione essenziale per un’ottimizzazione di questi ultimi.
Essa infatti contribuisce a ridurre al minimo:
• i costi di trasporto
• le riprese dei materiali
• lo spazio occorrente per l’immagazzinamento dei materiali
• i tragitti in officina e nei magazzini, facilitando inoltre le operazioni di
immagazzinamento e di scarico e carico dei mezzi di trasporto esterni allo
stabilimento.
Unità di Carico - Pallet
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Il termine internazionale
Tavole Chiodi
pallet, in italiano paletta e
definito in forma colloquiale
anche come pedana, pancale
o bancale, è un'attrezzatura
utilizzata per l'appoggio di
vari tipi di materiale, destinati
ad essere immagazzinati nelle
industrie, ad essere
movimentati con attrezzature
specifiche (carrelli elevatori e
transpallet) e trasportati con Blocchetti
Traverse
vari mezzi di trasporto.
Pallet
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Paletta, i cui supporti consentono l’introduzione delle


Paletta a due vie
forche da due lati opposti.

Paletta, i cui supporti consentono l’introduzione delle


Paletta a quattro vie
forche da tutti e quattro i lati.

Paletta avente un solo piano destinato a ricevere il


Paletta ad un piano
carico.

Paletta avente un piano superiore destinato a ricevere


Paletta a due piani il carico ed un piano inferiore funzionante da
appoggio.

Paletta a due piani identici, entrambi in grado di


Paletta reversibile
portare il carico.

Paletta munita di montanti con o senza correnti di


Paletta con montanti
rinforzo
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Non Reversibile Reversibile


2 VIE
4 VIE
Pallet
Pallet
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La gamma delle palette utilizzate nei diversi settori industriali e commerciali risulta,
per quanto riguarda le dimensioni, notevolmente diversificata:
• 80 cm - 120 cm
• 100 cm - 120 cm
• 120 cm - 120 m
• 112 cm - 112 cm

Le dimensioni più diffusamente utilizzate in Europa sono 80 cm - 120 cm (il cosiddetto


euro-pallet) e 100 cm - 120 cm (anglo-saxon pallet).
Pallet
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Cenni alle principali tipologie di carrelli
elevatori automatizzati
Altezza forche – larghezza corridoio
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Un parametro caratteristico dei carrelli elevatori è l’altezza di sollevamento delle


forche, dalla quale dipende l’altezza massima di immagazzinamento dei materiali
mediante tali mezzi di trasporto. L’altezza di sollevamento delle forche raggiungibile
con carrelli dotati di montanti a doppio o triplice sfilamento è di 6-7 m. Vengono
peraltro realizzati carrelli con montanti telescopici a triplo o quadruplo sfilamento, i
quali possono raggiungere altezze di sollevamento delle forche di oltre 10 m.
Parametri come ingombro in larghezza del carrello ed il raggio minimo di sterzata
sono fondamentali in vista della larghezza da assegnare ai corridoi di transito o di
manovra dei carrelli motorizzati. Infatti a parte eventuali spazi da riservare al traffico
pedonale o ad altri scopi, la larghezza dei corridoi percorsi da carrelli a forche dipende
dall’ingombro trasversale di questi e, allorquando sono richieste manovre di sterzata,
dai raggi di sterzata dei mezzi.
Tipologie di carrelli
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Tipologie di carrelli:
• carrelli dotati di dispositivo articolato per l’avanzamento delle forche senza
rotazione della parte anteriore del veicolo;
• carrelli a forche laterali, caratterizzati dal fatto che le operazioni di prelievo e di
deposito del carico avvengono senza richiedere la sterzatura del carrello (il che si
traduce in sensibili risparmi nella larghezza dei corridoi);
• carrelli a forche ad azione trilaterale, con i quali si possono movimentare carichi sia
frontalmente sia sui due lati del corridoio senza che il carrello debba effettuare
manovre di sterzatura; le forche inoltre si spostano anche lateralmente, per cui
possono spingere le unità di carico da immagazzinare fin dentro i vani dello scaffale
ad esse riservati.
Carrello elevatore frontale
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Hanno il vantaggio della facilità di manovra, della


velocità e di essere economici. Tra gli svantaggi vi è la
larghezza richiesta per i corridoi di stivaggio e la limitata
altezza di sollevamento. Le forche sono montate su una
piastra scorrevole lungo un montante verticale.
Portata: 2500 kg
Altezza di sollevamento: 3.2 m
Carrello elevatore a forche retrattili
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Il funzionamento è simile a quello a forche frontali. Il


vantaggio del meccanismo che permette di retrarre le
forche è che diminuisce gli spazi di manovra necessari. I
carrelli a forche retrattili consentono di operare in
corridoi più stretti rispetto ai tradizionali carrelli con
forche a sbalzo. Richiedono una larghezza del corridoio
di circa 2,5- 3 metri.
Portata: 1600 - 2000 kg
Altezza di sollevamento: 9 m
Carrello elevatore trilaterale
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Principio operativo dei carrelli elevatori trilaterali: non è


richiesta la sterzatura del veicolo nei corridoi fra gli
scaffali. Il carrello avanza (avanti e indietro) mentre il
dispositivo, di cui è equipaggiato il carrello, permette
alle forche di fare prelievi sulla destra e sulla sinistra del
corridoio.
Sono più lenti dei carrelli frontali (inoltre sono adatti
solo per spazi interni).
Questi carrelli hanno il notevole vantaggio di potere
operare in corridoi estremamente ristretti: fino a 1.5-1.7
m.
Recapiti
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Ing. Leonardo Marrazzini


Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale,
Università di Pisa,
Largo L. Lazzarino, 2 Pisa (ITALY)

tel.: +39-050-2218139
cell.: +39-347-4031105

email: leonardo.marrazzini@ing.unipi.it
leonardomarrazzini@gmail.com

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