Generalità...................................................................................................................................... 5
Magazzini Multiprofondità...................................................................................................... 10
Analisi comparativa..................................................................................................................... 13
Generalità
I magazzini automatici costituiscono una soluzione avanzata rispetto ai magazzini
tradizionali: la movimentazione delle unità di carico viene effettuata da robot
cartesiani (trasloelevatori) che automaticamente stoccano o prelevano le UdC in
scaffalature portapallet secondo strategie implementate da appositi software
gestionali.
Non esiste una formula per decidere se e quando sia vantaggioso avere un
magazzino completamente automatico: ogni azienda ha esigenze proprie e i suoi
obiettivi sono strettamente legati alla tipologia di business.
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Tipologie di magazzini automatici
Questi magazzini differiscono tra loro sia per le scaffalature sia per le attrezzature
di movimentazione.
dove il termine ‘ITEM’ indica una serie di parametri in grado di rendere una
determinata unità di carico distinguibile dalle altre.
Questi parametri possono essere tra i più disparati, anche se i più comuni sono,
oltre al codice prodotto, il lotto di produzione (soprattutto nel settore meccanico) e
la data di scadenza (per es. nel settore alimentare). È comunque possibile trovare
anche parametri come il peso, la tintura (nel settore tessile), la scelta (1ª, 2ª,…) e
la tipologia di cliente a cui saranno destinate.
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Questa classificazione è sicuramente poco scientifica; al contrario è molto pragmatica e riflette le
considerazioni che normalmente guidano il logistico nelle sue scelte progettuali.
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Tipologie di magazzini automatici
Pertanto “due UdC aventi lo stesso ITEM sono da considerarsi del tutto omogenee e
indistinguibili”. Questo sarà fondamentale ai fini di una corretta progettazione di
magazzino.
ITEM A ≠ ITEM B
Codice i Codice i
Lotto j Lotto j
Data k Data x
Una volta definito il parametro R, è possibile effettuare una prima analisi per
determinare immediatamente il sistema di stoccaggio basandosi proprio su tale
parametro.
In particolare:
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Tipologie di magazzini automatici
• SETTORE MECCANICO
• SETTORE ALIMENTARE
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Tipologie di magazzini automatici
Per quanto riguarda il funzionamento del trasloelevatore durante una fase generica
di prelievo o di stoccaggio in seconda profondità, si può osservare come i vani di
stoccaggio delle UdC siano posizionati a due altezze diverse per consentire l’utilizzo
di forche telescopiche speciali a doppia motorizzazione di sfilamento. Questa
soluzione andrà a penalizzare l’altezza del singolo modulo base, che sarà
necessariamente più alta di quella della singola profondità.
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Tipologie di magazzini automatici
Magazzini Multiprofondità
Esistono due tipologie di scaffalatura multiprofondità:
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Tipologie di magazzini automatici
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Tipologie di magazzini automatici
Inoltre, dal punto di vista economico, la prima soluzione è molto onerosa e poco
impiegata per automatizzare i magazzini; si adottano pertanto quasi
esclusivamente soluzioni in multiprofondità con impiego di trasloelevatori con
attrezzatura mobile shuttle.
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Analisi comparativa
Analisi comparativa
Le tre alternative di stoccaggio finora descritte vanno confrontate andando ad
analizzare alcuni fattori:
A. Grado di saturazione
È facilmente intuibile come questo problema sia tanto maggiore quanto più la
profondità dei canali è elevata.
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Analisi comparativa
La stessa politica di stoccaggio presenta una maggiore rigidità nel caso della
soluzione a doppia profondità, poiché ogni nuova immissione risulta vincolata
allo stato del magazzino (necessità di stoccare 2 UdC dello stesso codice nella
stessa locazione): ciò può incidere negativamente sulla ripartizione uniforme
delle missioni di carico tra i vari trasloelevatori, con conseguenze difficilmente
prevedibili sull’efficienza dell’impianto.
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Queste osservazioni sono valide anche per i magazzini manuali.
I normali magazzini portapallet in semplice profondità, se ben gestiti possono, in effetti, essere riempiti
al 95%.
Sono rarissimi casi di magazzini manuali in doppia profondità, per problemi tecnici legati ai carrelli
retrattili o trilaterali (flessione dei montanti e relativo declassamento di portata).
Magazzini di tipo DIS (Drive-In System), equivalenti ai magazzini automatici Shuttle, hanno
saturazione S pari a circa l’80%.
Infine nelle scaffalature Drive-In è possibile riscontrare valori più bassi della saturazione S, pari o
inferiori al 70%.
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Valutazione economica
Valutazione economica
Dopo aver descritto nel dettaglio le principali tipologie di scaffalature che possono
essere installate all’interno di un magazzino automatico che, come già detto in
precedenza, dipenderanno fortemente dal singolo settore, è bene effettuare anche
una valutazione economica che possa mettere a confronto queste diverse
alternative di stoccaggio.
È quindi compito fondamentale delle aziende che forniscono questi grandi impianti
di stoccaggio svolgere un’analisi dei costi finalizzata non solo al cliente finale, ma
anche all’azienda stessa, in quanto differenze notevoli in termini monetari
potrebbero indurre ad esempio la scelta tra una semplice profondità o doppia
profondità.
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Valutazione economica
In primo luogo è necessario notare come, nel caso specifico, la società cliente non
abbia imposto vincoli relativamente all’area edificabile a disposizione.
Si può notare come i valori perimetrali inseriti in tabella differiscano tra loro (in
particolare quelli della larghezza): la motivazione di ciò consiste proprio nel fatto
che un magazzino multiprofondità, caratterizzato da un elevato grado di
saturazione, consente di risparmiare m2 di area occupata (nell’ordine di 1.500 m2
rispetto alla soluzione singola profondità).
Per quanto riguarda la voce “capienza teorica del Magazzino”, essa è ricavata dalle
analisi effettuate sul dimensionamento; come logico la pura capienza di magazzino
cresce se si passa da una soluzione in singola profondità a una soluzione in
multiprofondità.
Si può osservare invece come i valori che esprimono la “capienza effettiva” siano in
linea per tutte le soluzioni confrontate (come è ovvio, considerando che si tratta di
un dato fondamentale di progetto).
Per quanto riguarda i costi, vengono prima inseriti i costi unitari relativi alle singole
voci, dopodiché moltiplicati per le quantità.
I costi unitari relativi al terreno e alla platea sono espressi in euro per m2 ed
entrambi (specialmente il secondo) dipendono fortemente dalla zona geografica in
cui verrà costruito il magazzino.
Si osservi come i costi relativi a queste due voci, se considerati insieme, incidano
per un 30% nel caso di soluzione in multiprofondità e fino a un 50% nella soluzione
in singola profondità.
Una voce estremamente pesante sul costo finale è quella della “scaffalatura”,
specialmente nel caso di multiprofondità, proprio perché ogni singolo posto pallet
dovrà essere attrezzato con una serie di guide meccaniche in modo da permettere
allo shuttle di scorrere lungo il canale.
Nel caso particolare, stante anche un peso massimo UdC di 1.500 kg, il costo a
posto pallet della scaffalatura multiprofondità è risultato molto maggiore rispetto a
quello di una singola o doppia profondità.
Per ragioni di sicurezza vanno installati anche dei “cupolini” atti a fare evacuare il
fumo e il calore nel caso di emergenze e quindi in tabella sono stati inseriti i relativi
costi.
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Valutazione economica
Come per ogni edificio di tipo industriale o civile, bisogna prevedere di installare
anche una serie di componenti in latta per lo scolo dell’acqua piovana (grondaie,
canali di scolo, ecc.), pertanto è stato stimato un costo pari a 165.000 €
indipendentemente dalla soluzione proposta.
Si osservi come, sia per la soluzione in semplice profondità sia per quella in doppia
profondità, i costi dei trasloelevatori e delle attrezzature di corsia siano molto più
elevati rispetto alla multiprofondità. Infatti nella soluzione multiprofondità per
ottenere la stessa capienza sono necessarie 3 sole corsie servite da trasloelevatori
rettilinei dotati di shuttle, mentre per le soluzioni a doppia e semplice profondità
sono necessarie rispettivamente 16 e addirittura 26 corsie, servite in ambo i casi da
4 trasloelevatori sterzanti.
A questo punto manca solo una stima del sistema di gestione, espresso con la voce
“WMS” (Warehouse Management System) e del sistema di convogliamento (molto
semplice) presente in testata.
Ecco quindi che, a parità di dati di input inseriti, si ottengono i seguenti costi
(espressi anche in termini di €/posto pallet effettivo) per le tre soluzioni proposte:
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Esempio di dimensionamento
Cercheremo quindi di schematizzare questo tipo di approccio, partendo dal fatto che
è possibile suddividere il dimensionamento in 2 fasi tra loro correlate, che saranno
descritte nei prossimi paragrafi.
Dimensionamento statico
Questa prima fase si occupa fondamentalmente di analizzare la capienza, la
profondità, il numero dei canali e tutte le tipologie di vincoli da dover considerare in
un ambito di progettazione:
Semplice profondità
Doppia profondità
Multiprofondità
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Esempio di dimensionamento
2. VINCOLI
3. CAPIENZA
Tale valore di flusso deve tener conto sia della prevedibile evoluzione nel
tempo del ruolo del magazzino all’interno del sistema logistico sia di
eventuali fenomeni di punta nella distribuzione temporale dei flussi
facenti capo ad esso.
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Esempio di dimensionamento
Dimensionamento dinamico
Questa seconda fase permette di ottenere il numero dei trasloelevatori da inserire
all’interno del magazzino in questione, a partire dall’analisi dei flussi (seppure
ancora in via approssimativa) delle UdC da movimentare. In particolar modo si
dovranno effettuare i seguenti step:
In casi come questi (ma solitamente viene effettuato per ogni tipologia di
settore) si cerca di prendere in esame i flussi relativi alle movimentazioni
di un determinato periodo e, dopo aver raccolto i dati in tabelle, si
estrapolano i valori massimi orari e si prosegue l’analisi sulla base di
questi.
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Esempio di dimensionamento
Nel caso in cui si abbia a che fare con una progettazione di un futuro magazzino
automatico autoportante si dovrà procedere nel seguente modo:
Lunghezza = Lu = 70 m
Larghezza = La = 30 m
Altezza = H = 25 m
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Esempio di dimensionamento
Una volta che si è venuti a conoscenza delle dimensioni delle unità di carico
movimentate, l’azienda cliente dovrà fornire un target di capienza in termini
di numero di UdC stoccabili.
Dovranno quindi essere valutate le dimensioni del modulo base, inteso come
l’unità di ubicazione delle UdC nella scaffalatura. Tali dimensioni dipendono
dal numero di UdC ospitate e dalla loro disposizione, dagli spessori dei
montanti e dai correnti della scaffalatura e dallo spazio mantenuto tra questi
e le UdC.
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Esempio di dimensionamento
Dove:
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Esempio di dimensionamento
6° 1,8m
0,5m
2,2 Magazzino
automatico
25m
= 20m
Edificio esistente
0,5m
= 30m
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Esempio di dimensionamento
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Esempio di dimensionamento
Mentre per il calcolo del numero di livelli si era ragionato in altezza, per
determinare il numero di campate bisogna considerare la lunghezza.
In particolar modo va ricordato che tra i vincoli imposti dal cliente si aveva:
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Flessibilità
I parametri sono:
• Capienza di magazzino
• Capacità dinamica
Magazzini automatici
Esiste invece una maggior rigidità sulle caratteristiche UdC: i magazzini automatici
accettano in genere solo UdC dotate di supporto di elevata qualità (Epal), e non è
possibile variare “in corso d’opera” dimensioni e pesi.
Magazzini manuali
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I MAGAZZINI AUTOMATICI – Flessibilità
Conclusioni
In prima analisi i magazzini automatici appaiono più rigidi dei magazzini manuali
più semplici; la flessibilità di alcune soluzioni di magazzino si paga però nella scarsa
efficienza della soluzione stessa.
Questa analisi, associata ad una progettazione seria, che consideri non solo l’“AS
IS” ma anche il “TO BE”, può portare a soluzioni automatizzate molto flessibili e in
grado di affrontare le esigenze future.
In una parola, l’adozione di magazzini automatici impone una migliore qualità alle
scelte e ai processi aziendali.
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ANNOTAZIONI
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