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Un manuale di sopravvivenza
nell'improvvisazione e nell'armonia jazz.
Parte I
C 3M, 5G
C- Cm, Cmin ... 3m, 5G
C+ C#5 3M, 5ecc
C∆ C∆7, CM7, CMA7, Cmaj7 ... 3M, 5G, 7M
C7 3M, 5G, 7m
C-7 Cm7, Cm7, CMI7 ... 3m, 5G, 7m
CØ CØ7, C-7 b5, Cm7b5, C-7-5 ... 3m, 5dim, 7m
C° C°7, Cdim, Cdim7 ... 3m, 5dim, 7dim
Csus C7sus, C7sus4 ... 4G, 5G, 7m
C C- C+ C∆ C7 C-7 CØ C° Csus
Nelle sigle tutti i numeri indicano intervalli maggiori o giusti; gli
intervalli minori, tranne la terza (la terza minore è indicata dal
segno – ) e quelli diminuiti sono rappresentati dal numero
preceduto dal segno b (bemolle), quelli eccedenti dal numero
preceduto dal segno # (diesis).
A questa regola fa eccezione il numero 7 che indica la settima
minore; la settima maggiore è siglata ∆ oppure maj7. I numeri
maggiori di 7 (9, 11, 13) sottintendono la presenza nell’accordo
della settima minore.
C∆ C∆(#5) C7 C7(b9) C6
E7 E-7 EØ E∆ E°
2) Il sistema tonale. Il modo maggiore.
Studio:
Esecuzione di tutte le scale maggiori.
Ai fini del miglioramento della tecnica dell'improvvisazione,
conviene impadronirsi delle diteggiature delle varie scale, in modo
tale da poter suonare in qualsiasi tonalità senza vincoli
di carattere tecnico.
3) Costruzione degli accordi. Le triadi.
C C-
Do Mi = terza maggiore
Do Sol = quinta giusta
Triade Intervalli tra la nota fondamentale e le successive
note dell’accordo
maggiore 3M, 5G
minore 3m, 5G
aumentata 3M, 5ecc
diminuita 3m, 5dim
Es: Do maggiore
C9 G13 A-9
Quando in un accordo appaiono note diverse da quelle previste
dalla sigla di base, queste saranno essere indicate nella sigla stessa.
Per tutti questi accordi valgono le stesse regole applicabili alle triadi.
Studio:
Lettura al pianoforte di siglati di brani standard del repertorio
Jazzistico (la mano sinistra può suonare le fondamentali, la destra
l’intero accordo).
5) Accordi di settima costruiti sui gradi della scala maggiore.
Scala:
Accordi:
I II III IV V VI VII
La composizione di questi accordi risulta essere la seguente : (gli
intervalli indicano le distanze tra la fondamentale e le successive
note dell'accordo)
∆
(Fondamentale), 3M, 5G, 7M es: Do Mi Sol Si
7 (Fondamentale), 3M, 5G, 7m es: Sol Si Re Fa
-7 (Fondamentale), 3m, 5G, 7m es: Re Fa La Do
Ø
(Fondamentale), 3m, 5dim, 7m es: Si Re Fa La
Riassumendo, troviamo:
∆
sul I e IV grado
-7 " II , III e VI grado
7 " V grado
Ø
" VII grado
Studio :
Suonare tutti gli accordi (e i loro rivolti) sulle varie scale
maggiori. Arpeggiare tutti gli accordi.
6) Funzioni degli accordi.
II → V → I [ es: D-7 G7 C ∆ ]
Studio:
Costruzione di II V I in tutte le tonalità maggiori.
Arpeggiare gli accordi con variazioni ritmiche.
7) Individuazione del centro tonale.
per esempio:
l'accordo G7 (Sol Si Re Fa) può essere costruito solo sulla scala di
Do, infatti tutte le altre tonalità avranno o il Fa diesis o il Si
bemolle. Di conseguenza per tutta la durata di quell'accordo
potremo improvvisare usando le note della scala di Do maggiore.
Db∆ G7 C∆
G7 C∆
V I di Do maggiore
Rimangono ancora due accordi ( F-7 e Db∆ ) ; questi possono
essere considerati rispettivamente :
Studio:
Costruire la formula II V I in tutte le tonalità minori.
Arpeggiare gli accordi con variazioni ritmiche.
Rispetto al modo maggiore, appare un poco più complesso il
discorso sulla scelta delle note per l’improvvisazione, avendo a
disposizione più di una scala (minore naturale, armonica e
melodica). In una fase iniziale, suggerirei di utilizzare la scala
minore naturale che, avendo le stesse note della relativa maggiore,
non ci costringe a studiare nuove diteggiature. E’ necessario
comunque prestare attenzione all’uso del settimo grado della scala
sull’accordo di dominante (per esempio: – in Do minore – il Si
bemolle sul G7); questa nota va considerata la nona eccedente
dell’accordo di settima di dominante (nell’esempio: La diesis) e va
perciò adoperata con una certa cautela, inserendola in un adeguato
contesto melodico. Se invece volessimo evidenziare la sensibile
(che compare nella scala minore melodica ascendente e nella
minore armonica) potremmo arpeggiare l’accordo di dominante.
Es: C°
B° = D° = F° = Ab°
Il vantaggio che deriva da tutto ciò sta nel fatto che lo studio di tre
accordi di diminuita a distanza di semitono uno dall'altro ci
metterà in condizione di suonare anche tutti gli altri.
Studio:
costruire ed arpeggiare accordi di settima diminuita.
10) Le dominanti secondarie.
D7 G7 C∆
V→I (di Sol)
V → I (di Do)
Studio:
1) Individuare nei siglati le eventuali dominanti secondarie
e ricostruire la progressione originaria.
11) La sostituzione del tritono.
G7 C D7 G
Ab7 Db
Riassumendo:
Un accordo di settima di dominante può essere sostituito con
un accordo dello stesso tipo costruito una quinta diminuita
sopra.
Studio:
Analizzare le strutture dei seguenti brani:
Joy spring (C.Brown); Lullaby of Birdland (G.Shearing)
Sometime ago (S.Mihanovic); My foolish heart (V.Young);
One note samba (A.C.Jobim); Moment's notice (J.Coltrane);
Studio:
1) Individuare nei siglati le eventuali sostituzioni del tritono e
riportare la progressione alla forma originaria, per
determinare il centro tonale.
2) Operare la sostituzione del tritono, ove possibile, nei siglati
e confrontare il suono delle due progressioni.
12) Interscambio modale.
Studio:
Analisi dei seguenti brani: Night and day (C.Porter);
Just friends (Klemmer/Lewis); All the things you are (J.Kern)
e individuazione dei punti di interscambio modale.
13) La scala diminuita.
1) Tono-Semitono (T S T S T S T):
2) Semitono-Tono (S T S T S T S):
* trattandosi di una scala di otto suoni è necessario ripetere una nota con differenti alterazioni
Studio:
E’ sufficiente studiare tre scale diminuite a distanza di semitono
per impadronirsi di tutte le diteggiature necessarie per eseguire
qualsiasi scala diminuita tono-semitono e semitono-tono.
14) La lettura e la pronuncia jazzistica.
Es: scrittura:
esecuzione (swing):
scrittura:
BØ E7 A-7
Studio:
Lettura ed elaborazione di temi di standard jazzistici e successiva
improvvisazione tematica sulla struttura.
18) Un po' di analisi.
C∆ A-7 D7 G7
C∆ C6/9 C∆ C∆
C9 C7(b9) C7(#9) C7 C7(#11) C7 C7(b5) C7(#5) C7(b13) C13