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CAPITOLO 1

MONETA, ECONOMIE MONETARIE,


SISTEMA DEI PAGAMENTI

SOMMARIO: 1.1. Introduzione. 1.2. Come inserire la moneta nei


modelli di equilibrio generale? 1.2.1. La moneta nei modelli a
generazioni sovrapposte. 1.2.2. Un semplice modello con
vincolo cash in advance. 1.2.3 La moneta nella funzione di
utilità. 1.3. La moneta e i sistemi di pagamento. 1.3.1. Sistemi
di pagamen a d a a . 1.3.2. Il costo della
ricerca di transazioni efficienti. Appendice: La moneta nei
modelli di search.

1.1. Introduzione

Una economia monetaria è definita come una economia in


cui gli scambi avvengono contro moneta. In questo senso, il
funzionamento del sistema economico si presenta come
alternativo ad una economia di baratto, in cui gli scambi
avvengono direttamente tra beni. Si intuisce immediatamente
che in una economia di baratto, necessitando gli scambi di una
duplice coincidenza di bisogni e beni, la tecnologia delle
transazioni può risultare molto costosa.1 La moneta,
configurandosi come un bene accettato universalmente negli
scambi, semplifica tale tecnologia e ne riduce i costi.
La definizione di economia monetaria viene quindi a
dipendere dalla definizione di moneta, affatto univoca ed
immutabile.

1
Se A possiede una penna che desidera scambiare contro una
bottiglia di vino, dovrà infatti trovare un soggetto B, con una
eccedenza di vino rispetto al proprio desiderio di consumo dello
stesso, che ha interesse allo scambio opposto, oppure intraprendere
una serie di scambi intermedi volti ad ottenere quella merce che B
desidera come contropartita (in questo caso al posto della penna). Si
veda Arcelli (2000, capitolo 1).
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Dal punto di vista storico la moneta ha assunto prima i


connotati di una moneta merce (conchiglie, animali, metalli
preziosi e via dicendo), e più recentemente quelli di moneta
segno, dotata, nei sistemi moderni di due caratteristiche
essenziali:
a) a e a d a e ec ( c a e a a
moneta merce);
b) la non convertibilità in alcuno strumento dotato di valore
intrinseco.
Si usa anche distinguere tra moneta legale (le banconote
emesse dalla banca centrale e la moneta divisionaria), che per
legge assume potere liberatorio nei rapporti di debito-credito
originatisi negli scambi, e moneta fiduciaria, accettata come
contropartita nelle transazioni solo sulla base di un presupposto
d f d c a a e a (ad e e a eg ba ca ).
Anche dal punto di vista empirico, esistono diverse
definizioni degli strumenti che sono di volta in volta considerati
moneta (i cosiddetti aggregati monetari). Queste definizioni
tendono a individuare e classificare tutti gli strumenti che in
qualche modo svolgono le funzioni della moneta. In definitiva,
dunque, la definizione della moneta è ricondotta ad una
def ef a e: a e a c che a e a fa . E e
funzioni della moneta sono state individuate da John Hicks
e a be a a ade de ec a e a a.

:
della moneta.
Mezzo di Pagamento
Unità di Conto e Misura del Valore
Riserva di Valore

La moneta è prima di tutto mezzo di pagamento perché


svolge il ruolo di intermediario degli scambi. Ovviamente, il
fatto di essere utilizzata negli scambi consiglia (ma non obbliga
ad) un suo uso anche come misura del valore od unità di conto.
I ec a monetaria i prezzi sono determinati in unità di
e a (d a , e ), e c e ec a d ba a
attraverso una serie di rapporti di scambio (cosiddetti prezzi
relativi). Inoltre, la moneta, che può essere utilizzata anche
negli scambi futuri, svolge il ruolo di riserva e, in alcune sue
forme, di accrescimento, del potere di acquisto. In questo senso
si parla di moneta come riserva di valore, e si considera la
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PAGAMENTI

moneta come un'attività finanziaria in concorrenza con una


ampia gamma di altri strumenti (azioni, obbligazioni di varia
scadenza e di diversi emittenti, quote di fondi comuni di
, a c a a a ca a a ,
investimenti immobiliari e via dicendo) in cui è possibile
indirizzare le scelte di risparmio da parte degli operatori
economici.
Accanto alla prima triade, ed in stretta connessione con
essa, Hicks ne individua una seconda che identifica le
motivazioni determinanti la domanda di moneta da parte degli
agenti in un sistema economico (ovviamente collegate alle
funzioni svolte dalla moneta).

:
moventi della domanda di moneta
Movente Transattivo
Movente Precauzionale
Movente Finanziario - Speculativo

Di volta in volta le teorie economiche tradizionali hanno


ritenuto prevalente una funzione particolare della moneta e di
conseguenza una particolare determinante della domanda di
moneta da parte degli agenti. Ne discendono diverse definizioni
del prezzo (valore) della moneta e diverse considerazioni
relativamente al funzionamento del meccanismo di trasmissione
della politica monetaria.
Seguendo Arcelli (2000), la teoria tradizionale neoclassica,
ma anche la sua rielaborazione da parte di Milton Friedman ed
i filoni di teoria monetaria che vanno sotto il nome di modelli
ca a a c a c ,2 enfatizzano la funzione della
moneta di essere mezzo di pagamento. Il valore della moneta, in
questa ottica, dipende dal potere di acquisto di una unità di
a, a a a

2
I modelli del tipo cash in advance (vedi Lucas, 1980,
Svennsson, 1985) sono stati sviluppati più recentemente sulla scia
degli originari contributi di R. Clower (1967). Per una esposizione
approfondita si può vedere Sargent (1987), e Walsh (2003). Di seguito
presentiamo una versione molto semplificata del modello di Svensson
(si veda Chirichiello, 2000, per una discussione di varie tipologie di
a a ). I ac c
moneta si devono invece a Kiyotaki e Wrigth (1993): una introduzione
aa a c (c . a c ca a
Bagliano e Marotta, 1999).
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prezzi. Il meccanismo di trasmissione della politica monetaria,


in prima approssimazione, funziona direttamente attraverso la
maggiore capacità di spesa che una espansione dei mezzi
. F
massima capacità produttiva, la politica monetaria è in grado di
. I
equilibrio, tuttavia, la moneta diviene neutrale, e la politica
monetaria riesce solo ad influenzare le variabili nominali (i
prezzi).
La teor ,
teoria delle scelte di portafoglio, privilegiano viceversa la
funzione di riserva di valore della moneta ed il movente
finanziario-speculativo. Il prezzo della moneta, in questo caso,
si configura come il costo opportunità indotto dal suo minor
rendimento rispetto al possesso di altre attività finanziarie;3 a
sua volta questo minor rendimento è accettato dagli agenti
perché solo la moneta offre il particolare servizio di assegnare
la massima liquidità ai suoi possessori (preferenza per la
). A
distinguere la moneta più liquida (come le banconote o gli
assegni bancari) da altre forme di moneta che sono sempre più
assimilabili ad attività finanziarie non monetarie (depositi
vincolati, certificati di deposito, altri titoli del mercato
). I
politica monetaria, come vedremo, funziona indirettamente ed
attraverso una serie di effetti di sostituzione che avvengono sui
mercati finanziari. Semplificando grandemente, la politica
monetaria espansiva è in grado di indurre una riduzione dei tassi
di interesse che favorisce gli investimenti (ed alcune forme di
consumo), e stimola quindi la domanda aggregata e la
produzione.
Già da queste prime note, si possono intuire le difficoltà di
una formalizzazione rigorosa e universalmente accettata della

.E e della teoria
monetaria con i modelli di equilibrio economico generale è
stato a lungo (e parzialmente è ancora) uno degli argomenti più
difficili da affrontare. Molti economisti teorici arrivano

della moneta, accettandone la presenza nel sistema economico

3
Nel caso della moneta come unità di conto il suo prezzo è,
ovviamente, 1.
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PAGAMENTI

come semplice convenzione, utile, ma non necessaria. Ed i


recenti sviluppi tecnologici potrebbero effettivamente condurre,
in tempi non lontani, ad una evoluzione del sistema economico
compatibile con un ruolo sempre più ridotto, quasi evanescente,
della moneta e della politica monetaria tradizionale.4
Nel paragrafo seguente cercheremo di illustrare con
semplici esempi alcune delle difficoltà emerse nei tentativi di
inserire in modo corretto la moneta in un modello di equilibrio
generale.

1.2. Come inserire la moneta nei modelli di equilibrio


generale?

Si consideri per semplicità una economia di puro scambio


con n beni, indicizzati con i, e siano xi ed ei il consumo finale e
la dotazione iniziale del generico bene i-esimo, mentre m ed mo
indicano rispettivamente la domanda e la dotazione iniziale di
moneta. In questa economia, si consideri la presenza di H
consumatori, indicizzati con h, ognuno dei quali caratterizzato
da un vettore di dotazioni iniziali di beni di consumo eh = (eh1,
eh2, .ehn). Ovviamente, per ogni bene i, valgono le seguenti
definizioni:

ei = h ehi ; xi = h
hx i

Il problema del consumatore h-esimo, le cui preferenze


sono rappresentate da Uh(xh), sarà

Max Uh (xh)
xh

sub pxh + mh = peh + moh

Se la moneta non entra nella funzione di utilità di nessun


agente risulterà mh = 0, per ogni h. Ma poiché in equilibrio deve
risultare xi = ei per ogni bene, necessariamente deve seguire,
da a e a e de c i di bilancio individuali, che la
d a e c e a d e a e ec a de e e e e
nulla: in una economia di scambio, in condizioni di equilibrio,

4
Si veda ad esempio B. Friedman (1999).
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non è possibile la presenza di outside money.


Il lettore potrebbe argomentare che la natura statica del
modello sia limitativa. In fondo la funzione di moneta come
a a , a a a a
perfetta informazione e di assenza di scambi fuori
a b ( a cca tatonnement) rendono
in realtà superflua anche la considerazione della moneta come
mezzo di pagamento. Proviamo a vedere cosa cambia in un
semplice modello dinamico.

1.2.1. La moneta nei modelli a generazioni sovrapposte

Un primo approccio utile per rappresentare una economia


dinamica è il cosiddetto modello a generazioni sovrapposte
introdotto da Allais e Samuelson ed esteso ad una economia con
aDa (1965). N c a, c a
avere durata infinita, vivono agenti la cui vita è limitata, e per
semplicità considerata divisa in due periodi, gioventù e
anzianità. Ogni periodo una nuova generazione di giovani
«nasce», ed ogni individuo di questa «coorte» ha una dotazione
iniziale di un bene di consumo, per semplicità assunto uguale
per tutti e deperibile. Gli agenti hanno tutti le stesse preferenze,
definite su livelli di consumo in entrambi i periodi di vita (cioè
vogliono «mangiare» sia da giovani che da vecchi), tuttavia la
struttura dei mercati nel sistema economico è incompleta, e non
consente di effettuare scambi. Infatti, lo scambio intra-
generazionale non è ammissibile perché inutile (tutti i giovani
hanno lo stesso bene e le stesse preferenze), mentre quello inter-
generazionale non è realizzabile perché seppure in linea di
principio i giovani al tempo t sarebbero ac
di consumo odierno a favore di dosi di consumo futuro in t + 1,
non trovano una controparte attiva allo scambio. Gli unici che
potrebbero fornire loro beni di consumo in quella data sono i
giovani al tempo t + 1, che ancora non sono «nati» al momento
a ca b . L c b b
quello autarchico, descritto in figura 1 nel punto E, dove ogni
agente consuma la sua unità di bene nel primo periodo e
«muore di fame» da anziano, essendo la sua allocazione di
consumo (1,0).
L Sa a c a a
possibilità per le autorità monetarie di «completare i mercati»
introducendo una nuova attività, la moneta legale appunto, che
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PAGAMENTI

una volta stampata potesse essere distribuita alla generazione


corrente di anziani, ed utilizzata come contropartita negli
scambi. In tal modo, se i giovani «credono» che la moneta sarà
accettata anche in futuro come contropartita nelle transazioni,

c2

E(1,0) c1

FIGURA 1

saranno disposti a cedere una frazione del loro bene di consumo


agli anziani in t, contro moneta, per poi spendere questa moneta
in t + 1 per acquistare parte della dotazione dei nuovi giovani.
L d e de a e a c e ebbe d a g ad a
d a ae d e e d a ae d
consumo che prima era forzatamente «mangiato» solo nel primo
periodo di vita. Formalmente, il problema di ogni agente può
essere descritto dal seguente programma di ottimizzazione:

Max U (ct ,ct+1)


Sub i) ptct + mt = pt1;
ii) pt+1ct+1 = mt

che, sostituendo i vincoli nella funzione obiettivo, è ricondotto


alla semplice massimizzazione di U come funzione dei saldi
monetari reali:

Max U (1 - mt /pt ; mt / pt × pt / pt+1 )

La condizione del primo ordine necessaria (e sufficiente,


assumendo la concavità di U) per un massimo è

U (ct) = U (ct+1) × pt /pt + 1

che definisce implicitamente la domanda di saldi monetari reali


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come una funzione inversa del tasso di inflazione (il reciproco


di pt /pt + 1). I a , a a a a a , a
ridursi di pt/pt+1, la condizione di ottimo richiede una riduzione
di U (ct) a U (ct + 1). Questo implica, assumendo
a a , a t, e
quindi la riduzione della domanda di saldi monetari reali.5
Il modello a generazioni sovrapposte (OLG) è quindi utile
per modellare rigorosamente una economia con moneta. Il
problema è che gli equilibri con moneta possono risultare, in
qualche modo, «fragili» in questo contesto, dato che la funzione
essenziale della moneta è quella di riserva di potere di acquisto
e come tale può a aa a
attività non monetarie a rendimento più elevato (debito
pubblico, obbligazioni bancarie etc.), specialmente in assenza di
incertezza. Un modello soddisfacente dovrebbe dunque
modellare anche le altre funzioni svolte dalla moneta. In
a a , a
risparmiare risorse reali nelle attività collegate agli scambi (nel
senso che riduce i costi, informativi e non, delle transazioni),
sarebbe necessario modellare tutto ciò. È s a a a a
dimostrato in letteratura che un approccio comprendente i costi
di transazione produce risultati simili a quelli derivabili per
mezzo di approcci analiticamente più semplici che usano delle
assunzioni molto convenienti, in particolare:
a) che le scorte monetarie reali entrino direttamente nella
funzione di utilità degli agenti (come negli studi di Pigou,
Patinkin, Friedman, Sidrauski);
b) che (tutte o alcune de) le transazioni possano avvenire
solo in forma monetaria (modelli con vincolo cash in advance o
a la Clower).
Una ulteriore scorciatoia teorica è rappresentata
a a a a a ( ba ) bba
detenere per legge saldi monetari anche in presenza di attività
più remunerative non rischiose (ad esempio per motivi di
riserva obbligatoria).
Nel prossimo paragrafo, mostreremo come la presenza del
vincolo cash in advance possa generare una domanda di moneta
in un modello intertemporale deterministico e semplificato, che
riproduce i tratti essenziali del modello originale di Svennsson
5
Questo risultato dipende dalla specificazione utilizzata della
funzione di utilità che rappresenta le preferenze dei consumatori. Si
veda, per esempio, il volume di esercizi che accompagna questo testo
(Di Giorgio, Pandimiglio e Nisticò, 2005).

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