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Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR. ENERGETICO (D.M.

270/04)
Insegnamento: GEOMETRIA
Lezione n°: 5
Titolo: POLINOMI
Attività n°: 1

Lezione 5
Polinomi
Lezione 5

Polinomi

In questa lezione rivedremo brevemente alcune nozioni di base sui po-


linomi. Esse sono fondamentali per ciò che faremo in seguito, sia per i
concetti (che sono la base per i concetti futuri) che per l’introduzione del
linguaggio matematico (che useremo nelle altre lezioni).

5.1 Polinomi
Monomi
Definizione 5.1. Un monomio è il prodotto di un numero e di alcune Monomi
variabili (anche nessuna), ciascuna delle quali compare una volta sola
con un certo esponente intero positivo. Il numero è detto coefficiente Coefficiente (numerico)
numerico o semplicemente coefficiente, mentre la parte formata dalle
variabili è detta parte letterale. Tutti i monomi senza parte letterale, Parte letterale
ossia senza variabili, sono detti costanti. Tutti i monomi con coefficiente
uguale a zero sono considerati uguali, e sono detti monomi nulli e indicati Monomio nullo
semplicemente con 0. Il grado di un monomio m è Grado
• la somma degli esponenti delle variabili se m 6= 0, ◮ ◮ I monomi costanti hanno grado 0, perché
la somma di nessun esponente è 0.
• −∞ se m = 0;
il grado di m è indicato con deg(·)
Dall’inglese “degree”.
deg(m).
Osservazione 5.2. • Non abbiamo considerato monomi che hanno
alcune variabili con esponente nullo, perché, analogamente a quan-
to succede per i numeri non nulli, stipuliamo che ogni variabile
elevata a zero sia uguale a 1.
• Le particolari variabili utilizzate nel monomio non sono fondamen-
tali: ad esempio, i monomi 3xy 2 e 3zt2 sono diversi, ma per molti
aspetti si comportano allo stesso modo.
• L’ordine delle variabili non è rilevante.
• Il grado di un monomio può essere solamente un numero intero Il grado di un monomio non può essere un
numero negativo (ad esempio, −1, −2 o
positivo o nullo, oppure −∞. −27)
7
√ o un numero non intero (ad esempio,
Notazione 5.3. Può succedere che il coefficiente di un monomio sia una 4
, 5 o π).

costante (o dipenda da una costante) non specificata: la costante non

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Lezione 5. Polinomi 5–2

è considerata nella parte letterale del monomio, bensì è il (o fa parte


del) coefficiente. In tal caso, le variabili che formano la parte letterale
verranno indicate esplicitamente.
Esempio 5.4. 1. Il monomio 4x6 nella variabile x ha come coeffi-
ciente 4 e come parte letterale x6 ; il suo grado è 6. Il monomio x6
nella variabile x ha come coefficiente 1 e come parte letterale x6 ;
il suo grado è 6.
2. Il monomio 21 a2 b3 nelle variabili a e b ha come coefficiente 1
2 e come
parte letterale a2 b3 ; il suo grado è 5.
3. Il monomio 5a4 xy 2 può essere pensato in modi diversi a seconda
di quali lettere scegliamo come variabili.
Variabili Coefficiente Parte letterale Grado
a, x, y 5 a4 xy 2 7
a, x 5y 2 a4 x 5
a, y 5x a4 y 2 6
x, y 5a4 xy 2 3
a 5xy 2 a4 4
x 5a4 y 2 x 1
y 5a4 x y2 2
5a4 xy 2 0
Nell’ultima riga il monomio è costante.
4. Il monomio 3 è un monomio costante. Anche il monomio ax, se sia
a che x non sono considerate variabili (cosicché sono considerate
costanti), è un monomio costante.
Notazione 5.5. Oltre ad usare una semplice lettera (ad esempio, m),
se vogliamo indicare esplicitamente le variabili, utilizziamo
m (a1 , a2 , . . . , an ) .
Se deg(m) > 0, sostituendo numeri α1 , α2 , . . . , αn alle variabili, indiche-
remo con m (α1 , α2 , . . . , αn ) il risultato della moltiplicazione. Se invece
deg(m) = 0 oppure deg(m) = −∞ ◮, il risultato della moltiplicazione è ◮ Non ci sono variabili da sostituire.
definito come il coefficiente del monomio.
Esempio 5.6. 1. Sostituendo il numero 2 alla variabile x del mono-
mio m(x) = 4x6 dell’Esempio 5.4-1 otteniamo m(2) = 4 · 26 = 256.
Sostituendo invece il numero −1 otteniamo m(−1) = 4 · (−1)6 = 4.

2. Sostituendo i numeri 3 e −2 rispettivamente alle variabili a√e b del
monomio m(a, b) = 21 a2 b3 dell’Esempio 5.4-2 otteniamo m 3, −2 =
1
√ 2 √
2 · 3 · (−2)3 = −12. Sostituendo invece i numeri −2 e 3
√  √ 3 √
otteniamo m −2, 3 = 21 · (−2)2 · 3 = 6 3.
3. Consideriamo il monomio m = 5a4 xy 2 dell’Esempio 5.4-3. Sosti- Abbiamo scelto per la variabile a (quando
è una variabile) sempre il valore π, per la
tuendo alle variabili alcuni numeri, abbiamo vari casi a seconda variabile x (quando è una variabile) sempre
di quali lettere stiamo considerando come variabili e quali come il valore −3, e per la variabile y (quando è
costanti. una variabile) sempre il valore 2.

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Lezione 5. Polinomi 5–3

Variabili Monomio Numeri Risultato


a, x, y m(a, x, y) π, −3, 2 m(π, −3, 2) = 5π 4 · (−3) · 22 = −60π 4
a, x m(a, x) π, −3 m(π, −3) = 5y 2 π 4 · (−3) = −15π 4 y 2
a, y m(a, y) π, 2 m(π, 2) = 5xπ 4 · 22 = 20xπ 4
x, y m(x, y) −3, 2 m(−3, 2) = 5a4 · (−3) · 22 = −60a4
a m(a) π m(π) = 5xy 2 · π 4
x m(x) −3 m(−3) = 5a4 y 2 · (−3) = −15a4 y 2
y m(y) 2 m(2) = 5a4 x · 22 = 20a4 x
m() m() = 5a4 xy 2
4. I monomi dell’Esempio 4 hanno grado 0, quindi il risultato di una
sostituzione qualsiasi è il coefficiente, ossia rispettivamente 3 e ax.
Osservazione 5.7. Se abbiamo un monomio di grado positivo m (a1 , a2 , . . . , an ),
può succedere che sostituendo numeri α1 , α2 , . . . , αn alle variabili otte-
niamo 0, ossia m (α1 , α2 , . . . , αn ) = 0: ciò succede scegliendo αi = 0 per
almeno un indice i ∈ {1, 2, . . . , n}.
Definizione 5.8. Il prodotto di due monomi, m1 e m2 , è il monomio Prodotto di monomi
m1 · m2 che ha come coefficiente il prodotto dei coefficienti di m1 ed m2 , Se non ci sono ambiguità o se non abbia-
mo bisogno di focalizzare l’attenzione sul
e come parte letterale il prodotto delle variabili che formano le parti let- prodotto omettiamo il simbolo “ ·”.
terali di m1 ed m2 , ciascuna con il suo esponente, eccetto per le variabili
che compaiono in entrambi i monomi il cui esponente in m1 · m2 è la
somma degli esponenti in m1 ed m2 .
Per ricorrenza, il prodotto di k monomi m1 , m2 , . . . , mk , con k > 2,
è ottenuto facendo il prodotto dei primi k − 1 monomi, e poi facendo il
prodotto del risultato e dell’ultimo monomio, mk .
Osservazione 5.9. Dalla definizione segue subito che il grado del Se uno dei monomi è nullo, dobbiamo fare
la somma di qualcosa con −∞: in questo
prodotto di monomi è la somma dei gradi dei singoli monomi: caso, definiamo la somma −∞. Ciò è coe-
k
! k rente con il fatto che se uno dei monomi è
Y X
0 anche il prodotto è 0, e quindi ha grado
deg mi = deg (mi ) . −∞.
i=1 i=1
Esempio 5.10. Consideriamo alcuni dei monomi dell’Esempio 5.4, m1 =
4x6 , m2 = 21 a2 b3 , m3 = 5a4 xy 2 e m4 = 3, che hanno rispettivamente
grado 6, 5, 7 e 0. Abbiamo i seguenti prodotti.
Prodotto Grado
m1 · m2 = 2x6 a2 b3 11 = 6 + 5
m1 · m3 = 20a4 x7 y 2 13 = 6 + 7
m1 · m4 = 12x6 6=6+0
m2 · m3 = 52 a6 b3 xy 2 12 = 5 + 7
m2 · m4 = 23 a2 b3 5=5+0
m3 · m4 = 15a4 xy 2 7=7+0
m1 · m2 · m3 = 10a6 b3 x7 y 2 18 = 6 + 5 + 7
m1 · m2 · m4 = 6x6 a2 b3 11 = 6 + 5 + 0
m1 · m3 · m4 = 60a4 x7 y 2 13 = 6 + 7 + 0
m2 · m3 · m4 = 15 6 3
2 a b xy
2 12 = 5 + 7 + 0
m1 · m2 · m3 · m4 = 30a b3 x7 y 2
6 18 = 6 + 5 + 7 + 0

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Lezione 5. Polinomi 5–4

Definizione 5.11. La divisione di un monomio m1 per un monomio m2 Divisione tra monomi


consiste nel trovare, se esiste ◮, un monomio m tale che m1 = m · m2 . In ◮ “Se esiste” significa che può succedere che
la divisione non possa essere fatta. Lo stes-
questo caso il monomio m1 è detto divisibile per il monomio m2 . so succede per i numeri naturali: si può fa-
Esempio 5.12. 1. Il monomio m1 = 5x7 è divisibile per il monomio re 10 diviso 5, ma non si può fare 10 diviso
3.
m2 = −2x4 , infatti esiste il monomio m = − 25 x3 tale che 5x7 =

− 25 x3 · −2x4 ◮. Invece, non è divisibile per il monomio m′2 = 5x9 , ◮ Dobbiamo usare le parentesi perché due
simboli di operazione non possono essere
infatti seesistesse un monomiom tale che 5x7 = m·5x9 ◮ ◮ avremmo
adiacenti: scrivere 5x7 = − 52 x3 · −2x4 è
deg 5x7 = deg(m)+deg 5x9 , ossia 7 = deg(m)+9 che è assurdo sbagliato.
perché il grado di un monomio non può essere −2 ◮ ◮.
◮ ◮ Questa è una dimostrazione per assurdo,

√ 4 2 anche se non lo diciamo esplicitamente:
2. Il monomio m1 = 37 a5 b6 è divisibile

per il monomio m 2 = √
3a b , supponiamo per assurdo che esista m, e
troviamo una contraddizione.
infatti esiste il monomio m = 73 ab4 tale che 73 a5 b6 = 73 ab4 · ◮
√ 4 2 ◮ Osservazione 5.2.

3a b . Esso è divisibile anche per il monomio m′2 = b5 , infatti
esiste il monomio m = 37 a5 b tale che 37 a5 b6 = 73 a5 b · b5 . Invece,
non è divisibile per il monomio m′′2 = a6 b5 , infatti se esistesse un
monomio m tale che 73 a5 b6 = m · a6 b5 , avremmo che il grado della
variabile a del monomio m sarebbe −1, e ciò è assurdo. Esso non è
divisibile nemmeno per il monomio m′′′ 3
2 = abc , infatti se esistesse
un monomio m tale che 37 a5 b6 = m · abc3 , avremmo che il grado
della variabile c del monomio m sarebbe −3, e ciò è assurdo ◮. ◮ Il monomio m1 non ha c come variabile.

3. Il monomio m1 = cz 4 t3 è divisibile per il monomio m2 = cz 4 t3 ,


infatti esiste il monomio costante m = 1 tale che cz 4 t3 = 1 · cz 4 t3 .
Esso è divisibile anche per il monomio m′2 = 2czt, infatti esiste il
monomio m = 21 z 3 t2 tale che cz 4 t3 = 21 z 3 t2 · 2czt. Invece, non è
divisibile né per il monomio m′′2 = c2 , né per il monomio x2 . ◮ ◮ Per la stessa ragione (relativa al grado)
degli esempi precedenti.
4. Il monomio m1 = 2z 2 t
è divisibile per il monomio m2 = 6, infatti
esiste il monomio m = 31 z 2 t tale che z 2 t = 6 · 13 z 2 t. Il viceversa
non è vero, infatti il monomio costante m2 non è divisibile per il
monomio m1 . ◮ ◮ Per la stessa ragione (relativa al grado)
degli esempi precedenti.
L’esempio precedente suggerisce che la divisibilità tra monomi dipen-
de solamente dai gradi delle variabili.
Osservazione 5.13. Siano m1 e m2 due monomi, con m2 6= 0. Dalla
definizione di prodotto di monomi deduciamo facilmente i seguenti fatti,
che ci dicono esattamente quando possiamo fare la divisione tra monomi.
• Se ogni variabile di m2 è anche una variabile di m1 , e se l’esponente Le variabili si comportano come i numeri
primi per i numeri naturali. Ad esempio,
di ogni variabile in m2 è minore o uguale all’esponente della stessa 35 ·72 ·114 può essere diviso solo dai numeri
variabile in m1 , allora la divisione di m1 per m2 può esser fatta ed della forma 3a · 7b · 11c , con 0 6 a 6 5,
il risultato è il monomio che ha come coefficiente il rapporto dei 0 6 b 6 2, 0 6 c 6 4.

coefficienti di m1 ed m2 , e come parte letterale la parte letterale


di m1 , in cui a ogni variabile che compare anche in m2 si sottrae
l’esponente corrispondente in m2 (e si eliminano le variabili che
hanno lo stesso esponente nei due monomi).
• Viceversa, se possiamo fare la divisione di m1 per m2 , allora ogni
variabile di m2 è anche una variabile di m1 , e l’esponente di ogni
variabile in m2 è minore o uguale all’esponente della stessa variabile
in m1 .

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Lezione 5. Polinomi 5–5

Esempio 5.14. Analizziamo i monomi dell’Esempio 5.12.


1. Il grado dell’unica variabile x di m1 è 7. Il monomio m1 è divisibile
per il monomio m2 , la cui variabile x ha grado 4 6 7, e non per il
monomio m′2 , la cui variabile x ha grado 9 > 7.
2. Il grado delle variabili a e b del monomio m1 è rispettivamente 5 e
6. Il monomio m1 è divisibile per il monomio m2 , le cui variabili a
e b hanno grado rispettivamente 4 6 5 e 2 6 6, e per il monomio
m′2 , la cui variabile b ha grado 5 6 6 ◮. Esso non è divisibile per il ◮ Il grado della variabile b in m1 è 6.
monomio m′′2 = a6 b5 , la cui variabile a ha grado 6 > 5 ◮, né per il ◮ Il grado della variabile a in m1 è 5.
monomio m′′′ 2 , che ha la variabile c che non è una variabile di m1 .
3. Il grado delle variabili c, z e t dei monomi m1 è rispettivamente
1, 4 e 3. Il monomio m1 è divisibile sia per il monomio m2 , le
cui variabili c, z e t hanno grado rispettivamente 1 6 1, 4 6 4 e
3 6 3, e per il monomio m′2 , le cui variabili c, z e t hanno grado
rispettivamente 1 6 1, 1 6 4 e 1 6 3. Invece, esso non è divisibile
per il monomio m′′2 = c2 , la cui variabile c ha grado 2 > 1 ◮, né per ◮ Il grado della variabile c in m1 è 1.
il monomio x2 , la cui variabile x non è una variabile di m1 .
4. Il grado delle variabili in un monomio costante non nullo è 0, quindi
un monomio costante divide ogni altro monomio ◮. Al contrario, ◮ Le variabili, se ce ne sono, hanno sempre
esponente positivo.
un monomio costante non nullo non è divisibile per nessun altro
◮ Le variabili in un monomio non costante

monomio non costante ◮ ◮.
hanno sempre esponente positivo.
Definizione 5.15. Due, o più, monomi sono detti simili se hanno la Monomi simili
stessa parte letterale.
Esempio 5.16. 1. Il monomio 3y 4 è simile al monomio 2y 4 , infatti
entrambi hanno come parte letterale y 4 . Invece non è simile al
monomio 3x4 , infatti la parte letterale di quest’ultimo è x4 , che è
diversa da y 4 .

2. Il monomio 73 a3 c2 è simile al monomio 7a3 c2 , infatti entrambi
hanno come parte letterale a3 c2 . Invece non è simile al monomio
4a2 c2 , infatti la parte letterale di quest’ultimo è a2 c2 , che è diversa
da a3 c2 .
3. I tre monomi 4x3 , −2x3 e x3 sono simili, infatti hanno tutti come
parte letterale x3 .
4. Consideriamo il monomio ax2 . Se la variabile è x (quindi a è una
costante), abbiamo che esso è simile al monomio 5x2 , ma non al
monomio 2x3 (la cui parte letterale è x3 , diversa da x2 ). Se invece
le variabili sono sia a che x (quindi il coefficiente è 1), abbiamo che
esso non è più simile al monomio 5x2 (la cui parte letterale è x2 ,
diversa da ax2 ), ma è simile al monomio −ax2 .
5. I monomi costanti sono tutti simili, come per esempio 4 e 23 .
Definizione 5.17. La somma di due monomi simili, m1 e m2 , è il mo- Somma di monomi simili
nomio m1 + m2 che ha come coefficiente la somma dei coefficienti di m1 L’addizione di monomi simili può essere
pensata come un’applicazione della pro-
ed m2 , e come parte letterale la stessa di m1 ed m2 ◮. prietà distributiva della moltiplicazione ri-
Per ricorrenza, la somma di k monomi simili m1 , m2 , . . . , mk , con spetto all’addizione. Infatti, è come met-
tere in evidenza la parte letterale dei due
k > 2, è ottenuta facendo la somma dei primi k − 1 monomi, e poi monomi (che è la stessa perché sono simili).
facendo la somma del risultato e dell’ultimo monomio, mk .

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◮ Tanto è uguale.
Lezione 5. Polinomi 5–6

Esempio 5.18. Sommiamo i monomi simili dell’Esempio 5.16.


Somma Parte letterale
3y 4 + 2y√
4 = 5y 4
√  3 2 y4
3 3 2 3 2 3
7 a c + 7a c = 7 + 7 a c a3 c2
4x3 + (−2x3 ) + x3 = 3x3 x3
ax2 + 5x2 = (a + 5)x2 x2
ax2 + −7ax2 = −6ax2 ax2
4 + 23 = 14
3

Polinomi
Definiamo i polinomi, che ovviano al fatto che la somma di monomi non
simili non si può fare.
Definizione 5.19. Un polinomio è la somma di monomi non simili. ◮ Polinomio
Ciascun monomio è detto termine. Il termine di grado 0 è detto termine ◮ La somma è astratta: non possiamo calco-
larla, perché i monomi non sono simili, e la
noto. Il polinomio formato solo dal monomio nullo è detto polinomio lasciamo indicata. Se nella somma ci sono
nullo ed è indicato semplicemente con 0. Il grado di un polinomio p è il monomi simili, facciamo la somma come
abbiamo visto nella Definizione 5.17.
grado massimo dei suoi termini, ed è indicato con
Termine
deg(p). Termine noto
Polinomio nullo
L’insieme dei polinomi in una variabile (ad esempio, x) con coefficienti
Grado
in un insieme (ad esempio, I) è indicato con
deg(·)
I[x] , I[·]

e, se le variabili sono più di una (ad esempio, x1 , x2 , . . . , xn ), con


I[x1 , x2 , . . . , xn ] .
L’insieme dei polinomi con grado minore o uguale a m è indicato con I6· [·]

I6m[x] o I6m[x1 , x2 , . . . , xn ]
(a seconda delle variabili).
Esempio 5.20. 1. Il polinomio 8x3 + 15x2 − x + 2 nella variabile x
è formato da quattro termini: i monomi 8x3 , 15x2 , −x e 2. Ha
grado 3, infatti il termine di grado massimo è 8x3 . Se pensiamo i
coefficienti in Z, il polinomio appartiene all’insieme Z[x]; se invece
li pensiamo in R, esso appartiene all’insieme R[x].

2. Il polinomio 21 a4 b5 − 3a6 b nelle variabili a e b è formato da due

termini: i monomi 21 a4 b5 e − 3a6 b. Ha grado 9, infatti il termine

di grado massimo è 21 a4 b5 . Un coefficiente non appartiene a Q ◮, ◮ 3.
quindi il polinomio non appartiene all’insieme Q[a, b]; invece, visto
che tutti i coefficienti appartengono ad R, il polinomio appartiene
all’insieme R[a, b].
3. Il polinomio x4 yz 3 −xyz 5 +2z 3 può essere visto come un polinomio Nella penultima colonna abbiamo indica-
to il termine di grado massimo, nell’ultima
in modi diversi a seconda di quali lettere scegliamo come variabili. l’insieme a cui appartengono i polinomi, se
pensiamo i coefficienti come numeri reali.

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Lezione 5. Polinomi 5–7

Variabili Polinomio Termini Grado Insieme



x, y, z x4 yz 3 − xyz 5+ 2z 3 x4 yz 3 , −xyz 5 , 2z 3 8 = deg −x4 yz 3 R[x, y, z]
x, y z 3 x4 y − z 5 xy
+ 2z 3 z 3 x4 y, −z 5 xy, 2z 3 5 = deg z 3 x4 y R[x, y]
x, z yx z − yxz + 2z 3
4 3 5 yx4 z 3 , −yxz 5 , 2z 3 7 = deg yx4 z 3  R[x, z]
y, z −xyz 5 + x4 yz 3 + 2z 3 −xyz 5 , x4 yz 3 , 2z 3 6 = deg −xyz 5 R[y, z]
x yz 3 x4 − yz 5 x + 2z 3 yz 3 x4 , −yz 5x, 2z 3 4 = deg yz 3 x4  R[x]
y x4 z 3 − xz 5 y + 2z 
3 x4 z 3 − xz 5 y, 2z
3 1 = deg (x4 z 3 − xz 5 )y R[y]
z −xyz 5 + x4 y + 2 z 3 −xyz 5 , x4 y + 2 z 3 5 = deg −xyz 5  R[z]
x4 yz 3 − xyz 5 + 2z 3 x4 yz 3 − xyz 5 + 2z 3 0 = deg x4 yz 3 − xyz 5 + 2z 3 qualsiasi
4. Il polinomio nullo 0 è formato da un solo termine (il monomio
nullo) e ha grado −∞. Esso può essere pensato come un polinomio
rispetto a qualsiasi insieme di variabili.
Notazione 5.21. Oltre ad usare una semplice lettera (ad esempio, p),
se vogliamo indicare esplicitamente le variabili, utilizziamo
p (a1 , a2 , . . . , an ) .
Sostituendo numeri α1 , α2 , . . . , αn alle variabili, indicheremo con p (α1 , α2 , . . . , αn )
il risultato.
Osservazione 5.22. • L’ordine dei monomi nella somma non è ri-
levante.
• Può succedere che sostituendo numeri α1 , α2 , . . . , αn alle variabili
di un polinomio p (a1 , a2 , . . . , an ) otteniamo 0, ossia p (α1 , α2 , . . . , αn ) =
0. Al contrario di quanto succede per i monomi di grado positivo ◮, ◮ Osservazione 5.7.
ciò può succedere anche con valori non nulli dei numeri α∗ .
Esempio 5.23. 1. Sostituendo il numero −2 alla variabile x del po-
linomio p(x) = 8x3 + 15x2 − x + 2 dell’Esempio 5.20-1 otteniamo
p(−2) = 8 · (−2)3 + 15 · (−2)2 − (−2) + 2 = −64 + 60 + 2 + 2 = 0.
√ √  √ 3
Sostituendo invece il numero 2 otteniamo p 2 = 8 · 2 +
√ 2 √ √ √ √
15 · 2 − 2 + 2 = 16 2 + 30 − 2 + 2 = 15 2 + 32.
2. Sostituendo i numeri 2 e 12 rispettivamente alle variabili a e b del

polinomio p(a, b) = 12 a4 b5 − 3a6 b dell’Esempio 5.20-2 otteniamo
 5 √ √
p 2, 21 = 21 · 24 · 12 − 3 · 26 · 12 = 14 − 32 3. Sostituendo invece
√ √  √ 4 √
i numeri 4 3 e −2 otteniamo p 4 3, −2 = 12 · 4 3 · (−2)5 − 3 ·

4
6
3 · (−2) = −48 + 18 = −30.
3. Consideriamo il polinomio p = x4 yz 3 − xyz 5 + 2z 3 dell’Esem- Abbiamo scelto per la variabile x (quan-
do è considerata una variabile) sempre il
pio 5.20-3. Sostituendo alle variabili alcuni numeri, abbiamo vari valore π, per la variabile y (quando è con-
casi a seconda di quali lettere stiamo considerando come variabili siderata una variabile) sempre il valore 3,
e quali come costanti. e per la variabile z (quando è considerata
una variabile) sempre il valore −2.

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Lezione 5. Polinomi 5–8

Variabili Polinomio Numeri Risultato


x, y, z p(x, y, z) π, 3, −2 p(π, 3, −2) = π 4 · 3 · (−2)3 − π · 3 · (−2)5 + 2 · (−2)3 =
= −24π 4 + 96π − 16 
x, y p(x, y) π, 3 p(π, 3) = z 3 · π 4 · 3 − z 5 · π · 3 + 2z 3 = −3πz 5 + 3π 4 + 2 z 3
x, z p(x, z) π, −2 p(π, −2) = y · π 4 · (−2)3 − y · π · (−2)5 + 2 · (−2)3 =
= −8π 3 + 32 πy − 16
y, z p(y, z) 3, −2 p(3, −2) = −x · 3 · (−2)5 + x4 · 3 · (−2)3 + 2 · (−2)3 =
= −24x4 + 96x − 16
x p(x) π p(π) = yz 3 · π 4 − yz5 · π + 2 · π 3 = −πyz 5 + π 4 yz 3 + 2π 3
y p(y) 3 p(3) = x4 z 3 − xz 5 · 3 + 2z 3 = 3x4 z 3 − 3xz 5 + 2z 3
z p(z) −2 p(−2) = −xy · (−2)5 + x4 y + 2 · (−2)3 =
= −8x4 y + 32xy − 16
p() p() = x4 yz 3 − xyz 5 + 2z 3
4. Qualsiasi valore sostituiamo alle variabili del polinomio nullo p =
0, che può essere pensato come un polinomio rispetto a qualsiasi
insieme di variabili ◮, otteniamo sempre 0. ◮ Esempio 5.20-4.

Notazione 5.24. Se al polinomio p (a1 , a2 , . . . , an ) manca un termine Questa è una finezza, ma, strettamente
parlando, il polinomio p(x) = 2x2 − 3 non
di grado k 6 deg(p), nelle variabili a1 , a2 , . . . , an , questo termine sarà ha il termine con parte letterale x: con
considerato contenuto nel polinomio con coefficiente 0. questa notazione possiamo dire che il po-
linomio p(x) contiene il termine con parte
Definizione 5.25. La somma di due polinomi, p1 e p2 , è il polinomio letterale x con coefficiente 0.
p1 + p2 ottenuto sommando i monomi di p1 e p2 . ◮ ◮ Somma di polinomi
Per ricorrenza, la somma di k polinomi p1 , p2 , . . . , pk , con k > 2, è ◮ Se ci sono monomi simili, la somma viene

ottenuta facendo la somma dei primi k − 1 polinomi, e poi facendo la fatta utilizzando la Definizione 5.17.

somma del risultato e dell’ultimo polinomio, pk .


Osservazione 5.26. Dalla definizione segue subito che il grado del- Può essere minore perché i termini di gra-
do massimo si potrebbero elidere, come
la somma di polinomi è minore o uguale al massimo grado dei singoli vedremo nell’esempio sotto.
polinomi.
Esempio 5.27. 1. La somma dei due polinomi p1 = 5x4 −x3 +3x−1
e p2 = 3x3 + x − 4 è
p1 +p2 = 5x4 +(−1+3)x3 +(3+1)x+(−1−4) = 5x4 +2x3 +4x−5.
Abbiamo deg (p1 ) = 4, deg (p2 ) = 3 e deg (p1 + p2 ) = 4, quindi
deg (p1 + p2 ) è minore o uguale al massimo grado dei due polinomi,
ossia deg (p1 ).

2. La somma dei due polinomi p1 = a3 b2 +2a2 b−3b2 e p2 = 2a3 b2 +
a2 b − 5b è
 √   √ 
p1 +p2 = 1 + 2 a3 b2 +(2+1)a2 b−3b2 −5b = 1 + 2 a3 b2 +3a2 b−3b2 −5b.

Abbiamo deg (p1 ) = 5, deg (p2 ) = 5 e deg (p1 + p2 ) = 5, quindi


deg (p1 + p2 ) è minore o uguale al massimo grado dei due polinomi,
ossia deg (p1 ) = deg (p2 ).
3. La somma dei due polinomi p1 = −3x2 − x + 1 e p2 = 3x2 + 4x + 7 In questo caso il grado della somma è
minore di quello degli addendi.
è
p1 + p2 = (−3 + 3)x2 + (−1 + 4)x + (1 + 7) = 3x + 8.

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Lezione 5. Polinomi 5–9

Abbiamo deg (p1 ) = deg (p2 ) = 2 ma deg (p1 + p2 ) = 1: comunque


sia, abbiamo sempre che deg (p1 + p2 ) è minore o uguale al massimo
grado dei due polinomi, ossia deg (p1 ) = deg (p2 ).
4. La somma di un qualsiasi polinomio p1 con il polinomio nullo p2 =

p1 + p2 = p1 + 0 = p1 ,
infatti non sommiamo nessun termine ai termini di p1 . Abbiamo
deg (p1 ) = deg (p1 + p2 ) e deg (p2 ) = −∞: comunque sia, abbiamo
sempre che deg (p1 + p2 ) è minore o uguale al massimo grado dei
due polinomi, ossia deg (p1 ). Stipuliamo che −∞ < n per tutti gli n ∈
N.
5. La somma dei tre polinomi p1 = x4 + 2x3 − 1, p2 = x5 − x3 + 4 e
p3 = 3x4 + 5x3 + 2x2 è
p1 +p2 +p3 = x5 +(1+3)x4 +(2−1+5)x3 +2x2 +(−1+4) = x5 +4x4 +6x3 +2x2 +3.
Abbiamo deg (p1 ) = 4, deg (p2 ) = 5, deg (p3 ) = 4 e deg (p1 + p2 + p3 ) =
5, quindi deg (p1 + p2 + p3 ) è minore o uguale al massimo grado dei
tre polinomi, ossia deg (p2 ).
Definizione 5.28. La sottrazione da un polinomio p1 di un polinomio Sottrazione di polinomi
p2 , è il polinomio p1 − p2 ottenuto sommando i monomi di p1 con i La vera definizione sarebbe quella di tro-
monomi di p2 , cambiati di segno. ◮ vare un polinomio q (che è indicato con
p1 − p2 ) tale che p1 = p2 + q. Questo non
Esempio 5.29. Consideriamo i primi quattro punti dell’Esempio 5.27, può essere fatto sempre: ad esempio, se
consideriamo i polinomi in N[x], non pos-
e facciamo le sottrazioni p1 − p2 . siamo fare la sottrazione di 5x da 3x. Per i
 polinomi che vedremo potremo sempre fare
1. 5x4 − x3 + 3x − 1 − 3x3 + x − 4 = 5x4 + (−1 − 3)x3 + (3 − 1)x +
la sottrazione.
(−1 + 4) = 5x4 − 4x3 + 2x + 3. ◮ Se ci sono monomi simili, la somma viene
√ 3 2  √  fatta utilizzando la Definizione 5.17.
2. a3 b2 + 2a2 b − 3b2 − 2a b + a2 b − 5b = 1 − 2 a3 b2 + (2 −
√ 
1)a2 b − 3b2 + 5b = 1 − 2 a3 b2 + a2 b − 3b2 + 5b.

3. −3x2 − x + 1 − 3x2 + 4x + 7 = (−3 − 3)x2 + (−1 − 4)x + (1 − 7) =
−6x2 − 5x − 6.
4. p1 − 0 = p1 per ogni p1 .
Definizione 5.30. Il prodotto di due polinomi, p1 e p2 , è il polinomio Prodotto di polinomi
p1 ·p2 ottenuto sommando i prodotti di ciascun monomio di p1 con ciascun La moltiplicazione di polinomi può es-
monomio di p2 . ◮ sere pensata come un’applicazione della
proprietà distributiva della moltiplicazione
Per ricorrenza, il prodotto di k polinomi p1 , p2 , . . . , pk , con k > 2, è rispetto all’addizione.
ottenuto facendo il prodotto dei primi k − 1 polinomi, e poi facendo il Se non ci sono ambiguità o se non abbia-
prodotto del risultato e dell’ultimo polinomio. mo bisogno di focalizzare l’attenzione sul
prodotto ometteremo il simbolo “ ·”.
Osservazione 5.31. Non è difficile dimostrare (ma evitiamo di farlo ◮ Se ci sono monomi simili, la somma viene
perché la dimostrazione è troppo tecnica) che il grado del prodotto di fatta utilizzando la Definizione 5.17.
polinomi è la somma dei gradi dei singoli polinomi: Come per i monomi, se uno dei monomi è
! nullo, dobbiamo fare la somma di qualcosa
Yk Xk con −∞: in questo caso, definiamo la som-
deg pi = deg (pi ) . ma −∞. Ciò è coerente con il fatto che se
uno dei polinomi è 0 anche il prodotto è 0,
i=1 i=1 e quindi ha grado −∞.

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Lezione 5. Polinomi 5–10

Esempio 5.32. 1. Il prodotto tra i polinomi p1 = x2 + 3x − 2 e


p2 = −x + 7 è

p1 · p2 = x2 + 3x − 2 · (−x + 7) =
= x2 · (−x) + 3x · (−x) + (−2) · (−x) + x2 · 7 + 3x · 7 + (−2) · 7 =
= −x3 − 3x2 + 2x + 7x2 + 21x − 14 =
= −x3 + 4x2 + 23x − 14.
Abbiamo che deg (p1 ) = 2, deg (p2 ) = 1 e deg (p1 · p2 ) = 3, quindi
deg (p1 · p2 ) = deg (p1 ) + deg (p2 ).
2. Il prodotto tra i polinomi p1 = ab2 + 1 e p2 = a2 − b è
 
p1 · p2 = ab2 + 1 · a2 − b =
= ab2 · a2 + 1 · a2 + ab2 · (−b) + 1 · (−b) =
= a3 b2 + a2 − ab3 − b.
Abbiamo che deg (p1 ) = 3, deg (p2 ) = 2 e deg (p1 · p2 ) = 5, quindi
deg (p1 · p2 ) = deg (p1 ) + deg (p2 ).
3. Il prodotto tra i polinomi p1 = x3 − 1, p2 = 2x4 − x e p3 = 3x − 1
è
 
p1 · p2 · p3 = x3 − 1 · 2x4 − x · (3x − 1) =

= x3 · 2x4 + (−1) · 2x4 + x3 · (−x) + (−1) · (−x) · (3x − 1) =

= 2x7 − 3x4 + x · (3x − 1) =
 
= 2x7 · 3x + −3x4 · 3x + x · 3x + 2x7 · (−1) + −3x4 · (−1) + x · (−1) =
= 6x8 − 2x7 − 9x5 + 3x4 + 3x2 − x.
Abbiamo che deg (p1 ) = 3, deg (p2 ) = 4, deg (p2 ) = 1 e deg (p1 · p2 ) =
8, quindi deg (p1 · p2 ) = deg (p1 ) + deg (p2 ) + deg (p3 ).

5.2 Polinomi in una variabile


In questa sezione avremo bisogno di fare sottrazioni e divisioni con i Qualcosa di ciò che diremo vale, con op-
portune restrizioni, anche per polinomi su
coefficienti, quindi consideriamo solo polinomi su numeri su cui ciò può un qualsiasi tipo di numeri, ma per non
essere fatto: ad esempio, Q, R, C. appesantire la trattazione ci limitiamo so-
lo ai polinomi su numeri su cui si può fare
Definizione 5.33. Un polinomio di grado n dipendente da una sola la sottrazione e la divisione.
variabile x ◮ è detto in una variabile e ha la forma ◮ La variabile non deve essere necessaria-
mente x: è possibile scegliere una variabile
p(x) = an xn + an−1 xn−1 + · · · + a1 x + a0 , qualsiasi.
◮ Non tutti i coefficienti ai , con 0 6

◮.
con an 6= 0 ◮ i < n, sono necessariamente diversi da 0
(Notazione 5.24).
Definizione 5.34. Dati due polinomi in una variabile p(x) e d(x), nella Divisione tra polinomi
stessa variabile, con deg(d) 6 deg(p) e d(x) diverso dal polinomio nullo, Funziona come la divisione tra interi, non
la divisione di p(x) per d(x) consiste nel trovare due polinomi q(x) e come la divisione tra numeri reali.
r(x) ◮, con deg(r) < deg(d), tali che ◮ Sempre nella stessa variabile.

p(x) = q(x) · d(x) + r(x).


I polinomi p(x), d(x), q(x), r(x) sono detti rispettivamente dividendo, Dividendo, divisore, quoziente, resto
divisore, quoziente, resto.
Il polinomio p(x) è detto divisibile per il polinomio d(x) se il resto Divisibilità

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Lezione 5. Polinomi 5–11

r(x) della divisione di p(x) per d(x) è 0, ossia si ha


p(x) = q(x) · d(x).
Esempio 5.35. 1. Facendo la divisione del polinomio dividendo Per ora non sappiamo trovare il quoziente e
il resto, ma sappiamo verificare che quelli
p(x) = 2x − 3x4 + 9x3 + 2x + 14 per il polinomio divisore d(x) =
5
dati sono effettivamente il quoziente e il
x2 −x+3 otteniamo il polinomio quoziente q(x) = 2x3 −x2 +2x+5 resto.
e il polinomio resto r(x) = x − 1, infatti abbiamo
 
2x3 − x2 + 2x + 5 · x2 − x + 3 +(x−1) = 2x5 −3x4 +9x3 +2x+14.
Il polinomio 2x5 −3x4 +9x3 +2x+14 non è divisibile per x2 −x+3,
perché il resto non è 0.
2. Facendo la divisione del polinomio dividendo p(x) = 2x3 − 32 x2 −
4x+3 per il polinomio divisore d(x) = 4x−3 otteniamo il polinomio
quoziente q(x) = 12 x2 − 1 e il polinomio resto r(x) = 0, infatti
abbiamo
 
1 2 3
x − 1 · (4x − 3) + 0 = 2x3 − x2 − 4x + 3.
2 2
In questo caso abbiamo che 2x3 − 23 x2 − 4x + 3 è divisibile per
4x − 3, perché il resto è 0.
Algoritmo 5.36 (Divisione tra polinomi). Dati due polinomi in una Algoritmo di divisione tra polinomi
variabile p(x) = pn xn + pn−1 xn−1 + · · · + p1 x + p0 e d(x) = dm xm +
dm−1 xm−1 + · · · + d1 x + d0 , nella stessa variabile, con deg(d) 6 deg(p),
ossia m 6 n, e d(x) diverso dal polinomio nullo, i passi da effettuare
sono gli stessi dell’algoritmo di divisione per i numeri naturali.
1. Si scrivono i due polinomi p(x) e d(x), scrivendo esplicitamente
anche i termini di p(x) con coefficiente nullo.

pn xn +pn−1 xn−1 +pn−2 xn−2 +··· dm xm + dm−1 xm−1 + · · ·

Nella casella in basso a destra alla fine si troverà il quoziente della


divisione.
2. Si divide il termine di grado massimo di p(x), ossia pn xn , per il
termine di grado massimo di d(x), ossia dm xm , ottenendo il termine
qn−mxn−m = dpm n n−m
x , e si scrive il monomio trovato nella casella
in basso a destra.

pn x n +pn−1 xn−1 +pn−2 xn−2 +··· dm xm + dm−1 xm−1 + · · ·


pn n−m
dm
x

3. Si moltiplica il termine trovato per il polinomio d(x) e si scrive


il risultato sotto p(x), incolonnando ogni termine sotto il termine
con lo stesso grado.

pn xn +pn−1 xn−1 +pn−2 xn−2 +··· dm xm + dm−1 xm−1 + · · ·


dm dpm
n
xn +dm−1 dpm
n
xn−1 +dm−2 dpm
n
xn−2 +··· pn n−m
dm
x

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Lezione 5. Polinomi 5–12

4. Si sottrae il polinomio trovato da p(x).

pn x n +pn−1 xn−1 +pn−2 xn−2 +··· dm xm + dm−1 xm−1 + · · ·


dm dpm
n
xn +dm−1 dpmn
xn−1 +dm−2 dpmn
xn−2 +··· pn n−m
dm x
    
pn−1 − dm−1 dpm
n
xn−1 + pn−2 − dm−2 dpm
n
xn−2 +···

5. Se il grado del polinomio trovato è maggiore o uguale al grado di


d(x), ossia m, si torna al Passo 2 considerando il polinomio appena
trovato invece del polinomio p(x) (il monomio che si troverà andrà
aggiunto al monomio o ai monomi già scritti nella casella in basso a
destra). Quando il grado del polinomio trovato è minore del grado
di d(x), ossia m, l’algoritmo finisce: l’ultimo polinomio trovato
nella casella a sinistra è il resto della divisione.

pn xn +pn−1 xn−1 +pn−2 xn−2 +··· dm xm + dm−1 xm−1 + · · ·


dm dpm
n
xn +dm−1 dpmn
xn−1 +dm−2 dpmn
xn−2 +··· q(x)
    
pn−1 − dm−1 dpm
n
xn−1 + pn−2 − dm−2 dpm
n
xn−2 +···
..
.
r(x)

Esempio 5.37. 1. L’algoritmo di divisione tra polinomi applicato ai


polinomi p(x) = 2x5 − 3x4 + 9x3 + 2x + 14 e d(x) = x2 − x + 3
dell’Esempio 5.35-1, si compone dei seguenti passi.
Scriviamo i due polinomi p(x) e d(x), scrivendo esplicitamente
anche i termini di p(x) con coefficiente nullo.

2x5 −3x4 +9x3 +0x2 +2x +14 x2 − x + 3

Dividiamo 2x5 per x2 ottenendo il termine 2x3 .

2x5 −3x4 +9x3 +0x2 +2x +14 x2 − x + 3


2x3

Moltiplichiamo il termine trovato, 2x3 , per il polinomio x2 − x + 3


e scriviamo il risultato sotto p(x), incolonnando ogni termine sotto
il termine con lo stesso grado.

2x5 −3x4 +9x3 +0x2 +2x +14 x2 − x + 3


2x5 −2x4 +6x3 2x3

Sottraiamo il polinomio trovato da p(x).

2x5 −3x4 +9x3 +0x2 +2x +14 x2 − x + 3


2x5 −2x4 +6x3 2x3

−x4 +3x3 +0x2 +2x +14

Ripetiamo i passi appena fatti utilizzando il polinomio −x4 +3x3 +


2x + 14 invece di p(x): dividiamo −x4 per x2 ottenendo −x2 ,
moltiplichiamo −x2 per x2 − x + 3, scriviamo il risultato sotto

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Lezione 5. Polinomi 5–13

−x4 + 3x3 + 2x + 14, e sottraiamo il polinomio trovato da −x4 +


3x3 + 2x + 14.
2x5 −3x4 +9x3 +0x2 +2x +14 x2 − x + 3
2x5 −2x4 +6x3 2x3 − x2

−x4 +3x3 +0x2 +2x +14
−x4 +x3 −3x2

2x3 +3x2 +2x +14

Ripetiamo i passi appena fatti utilizzando il polinomio 2x3 + 3x2 +


2x + 14: dividiamo 2x3 per x2 ottenendo 2x, moltiplichiamo 2x
per x2 − x + 3, scriviamo il risultato sotto 2x3 + 3x2 + 2x + 14, e
sottraiamo il polinomio trovato da 2x3 + 3x2 + 2x + 14.
2x5 −3x4 +9x3 +0x2 +2x +14 x2 − x + 3
2x5 −2x4 +6x3 2x3 − x2 + 2x

−x4 +3x3 +0x2 +2x +14
−x4 +x3 −3x2

2x3 +3x2 +2x +14
2x3 −2x2 +6x

5x2 −4x +14

Ripetiamo i passi appena fatti utilizzando il polinomio 5x2 −4x+14:


dividiamo 5x2 per x2 ottenendo 5, moltiplichiamo 5 per x2 − x + 3,
scriviamo il risultato sotto 5x2 − 4x + 14, e sottraiamo il polinomio
trovato da 5x2 − 4x + 14.
2x5 −3x4 +9x3 +0x2 +2x +14 x2 − x + 3
2x5 −2x4 +6x3 2x3 − x2 + 2x + 5

−x4 +3x3 +0x2 +2x +14
−x4 +x3 −3x2

2x3 +3x2 +2x +14
2x3 −2x2 +6x

5x2 −4x +14
5x2 −5x +15

x −1

Abbiamo trovato un polinomio di grado minore del grado del di-


visore (1 < 2), quindi l’algoritmo finisce. Nella casella in basso
a destra abbiamo il quoziente della divisione, 2x3 − x2 + 4x + 5,
mentre l’ultimo polinomio trovato nella casella a sinistra, x − 1, è
il resto della divisione.
2x5 −3x4 +9x3 +0x2 +2x +14 x2 − x + 3
2x5 −2x4 +6x3 2x3 − x2 + 2x + 5

−x4 +3x3 +0x2 +2x +14
−x4 +x3 −3x2

2x3 +3x2 +2x +14
2x3 −2x2 +6x

5x2 −4x +14
5x2 −5x +15

x −1

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Lezione 5. Polinomi 5–14

2. L’algoritmo di divisione tra polinomi applicato ai polinomi p(x) =


2x3 − 32 x2 − 4x + 3 e d(x) = 4x − 3 dell’Esempio 5.35-2, si compone
dei seguenti passi.
Scriviamo i due polinomi p(x) e d(x).

2x3 − 23 x2 −4x +3 4x − 3

Dividiamo 2x3 per 4x ottenendo 21 x2 , moltiplichiamo 21 x2 per 4x −


3, scriviamo il risultato sotto 2x3 − 32 x2 − 4x + 3, e sottraiamo il
polinomio trovato da 2x3 − 23 x2 − 4x + 3.

2x3 − 23 x2 −4x +3 4x − 3
2x3 − 32 x2 1 2
x
  2
−4x +3

Ripetiamo i passi appena fatti utilizzando il polinomio −4x + 3:


dividiamo −4x per 4x ottenendo −1, moltiplichiamo −1 per 4x −
3, scriviamo il risultato sotto −4x + 3, e sottraiamo il polinomio
trovato da −4x + 3.
2x3 − 23 x2 −4x +3 4x − 3
3 2 1 2
2x3 2x 2x − 1
 
−4x +3
−4x +3
 

Nella casella in basso a destra abbiamo il quoziente della divisione,


1 2
2 x − 1, mentre nella casella a sinistra si annulla tutto, quindi
l’ultimo polinomio trovato, 0, è il resto della divisione.

2x3 − 23 x2 −4x +3 4x − 3
3 2 1 2
2x3 2x x −1
  2
−4x +3
−4x +3

0

Proposizione 5.38. Dati due polinomi in una variabile p(x) e d(x),


nella stessa variabile, con deg(d) 6 deg(p) e d(x) diverso dal polinomio
nullo, la divisione di p(x) per d(x) può essere fatta e il suo risultato, il
quoziente q(x) e il resto r(x), è univocamente determinato.
◮ In questa situazione abbiamo una sola va-
Non daremo la dimostrazione di questa proposizione. riabile, x: la lettera α non rappresenta una
variabile, bensì rappresenta un numero ar-
Un caso particolare è quello in cui il divisore è un polinomio di grado bitrario, e il polinomio è in una variabile.
1, ossia è della forma x − α con α costante. ◮ Ad esempio, x − 1, x + 3, x − 0 = x.

Teorema 5.39 (del resto). Il resto della divisione di un polinomio in Teorema del resto
una variabile p(x) per un polinomio d(x) = x − α, con α costante, è
uguale a p(α).
Dimostrazione. Facendo la divisione di p(x) per x − α otteniamo
p(x) = q(x) · (x − α) + r(x),

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Versione 1.0
Lezione 5. Polinomi 5–15

con deg(r) < 1, ossia r(x) è formato solo dal termine noto r(x) = r0 .
Inoltre, abbiamo
p(α) = q(α) · (α − α) + r(α) = q(α) · 0 + r0 = r0 .
La dimostrazione è completa.
Definizione 5.40. Dato un polinomio in una variabile p(x), un numero Zero di un polinomio
α è detto zero di p(x) se
p(α) = 0,
ossia se, sostituendolo alla variabile, si ottiene 0, ossia se α è una solu-
zione dell’equazione p(x) = 0.
Esempio 5.41. 1. Consideriamo il polinomio p(x) = x3 −2x2 −x+2. Per ora, non possiamo dire se il polinomio
x3 −2x2 −x+2 ha altri zeri: sappiamo solo
I numeri 1, −1 e 2 sono zeri di p(x), infatti abbiamo rispettivamente che ±1 e 2 sono zeri. Vedremo tra poco che
p(1) = 0, p(−1) = 0 e p(2) = 0. I numeri 0 e −2 non sono zeri di non ce ne sono altri.
p(x), infatti abbiamo rispettivamente p(0) = 2 e p(−2) = −12.
2. Consideriamo il polinomio p(x) = x3 − 5x2 + 3x + 9. I numeri −1 Anche qui non possiamo dire se il polino-
mio x3 − 5x2 + 3x + 9 ha altri zeri: sappia-
e 3 sono zeri di p(x), infatti
√ abbiamo rispettivamente p(−1) = 0 e mo solo che −1 e 3 sono zeri. Vedremo tra
p(3) = 0. I numeri 1 e 2 non √ sono
 zeri
√ di p(x), infatti abbiamo poco che non ce ne sono altri.

rispettivamente p(1) = 8 e p 2 = 5 2 − 1 ◮. ◮ Che non è 0, altrimenti avremmo 2 =
1
5
∈ Q.
3. Consideriamo il polinomio p(x) = 2x3 −x2 . I numeri 0 e 12 sono zeri
Questa volta possiamo dire che il polino-
di p(x), infatti abbiamo rispettivamente p(0) = 0 e p 12 = 0. I mio 2x3 − x2 non ha altri zeri. Infatti,
numeri 1 e 2 non sono zeri di p(x), infatti abbiamo rispettivamente l’equazione 2x3 − x2 = 0 può essere riscrit-
ta come x2 (2x − 1) = 0; un prodotto di
p(1) = 1 e p(2) = 12. due numeri è nullo se e solo se almeno uno
di essi è nullo, cosicché abbiamo x2 = 0 o
4. Il polinomio p(x) = x2 + 1 non ha zeri reali ◮
◮, ma ne ha complessi:
2x − 1 = 0, quindi le uniche soluzioni sono
i numeri i e −i sono zeri di p(x), infatti abbiamo rispettivamente x = 0 e x = 12 .
p(i) = 0 e p(−i) = 0. ◮ x2 + |{z}
◮ |{z} 1 > 0.
>0 >0
Teorema 5.42 (Ruffini). Dato un polinomio in una variabile p(x), un
Teorema di Ruffini
numero α è uno zero di p(x) se e solo se p(x) è divisibile per x − α.
Dimostrazione. Per il Teorema del resto ◮ abbiamo che p(α) = 0 se e ◮ Teorema 5.39.
solo se il resto della divisione di p(x) per x − α è 0. Ciò significa che p(x)
è divisibile per x − α ◮. ◮ Definizione 5.34.

Definizione 5.43. Siano p(x) un polinomio in una variabile e sia α un Molteplicità di uno zero di un
polinomio
suo zero. Il massimo esponente m tale che p(x) è divisibile per (x − α)m
è detto molteplicità di α. Per il Teorema di Ruffini p(x) è divisibile
almeno per (x − α)1 .
Esempio 5.44. Consideriamo i polinomi dell’Esempio 5.41.
1. Abbiamo p(x) = x3 − 2x2 − x + 2 = (x − 1)(x + 1)(x − 2) ◮: ◮ Vedremo tra poco come abbiamo scritto il
polinomio x3 − 2x2 − x + 2 come prodotto
• p(x) è divisibile per x − 1 e lo zero x = 1 ha molteplicità 1, di polinomi di grado 1.
• p(x) è divisibile per x + 1 e lo zero x = −1 ha molteplicità 1,
• p(x) è divisibile per x − 2 e lo zero x = 2 ha molteplicità 1.
2. Abbiamo p(x) = x3 − 5x2 + 3x + 9 = (x + 1)(x − 3)2 ◮: ◮ Vedremo tra poco come abbiamo scritto il
polinomio x3 − 5x2 + 3x + 9 come prodotto
• p(x) è divisibile per x + 1 e lo zero x = −1 ha molteplicità 1, di polinomi di grado 1.
• p(x) è divisibile per (x − 3)2 e lo zero x = 3 ha molteplicità
2.

3. Abbiamo p(x) = 2x3 − x2 = 2x2 x − 12 :

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Versione 1.0
Lezione 5. Polinomi 5–16

• p(x) è divisibile per x2 e lo zero x = 0 ha molteplicità 2,


• p(x) è divisibile per x − 12 e lo zero x = 12 ha molteplicità 1.
4. Abbiamo p(x) = x2 + 1 = (x − i)(x + i):
• p(x) è divisibile per (x − i) e lo zero complesso x = i ha
molteplicità 1,
• p(x) è divisibile per (x + i) e lo zero complesso x = −i ha
molteplicità 1.
Corollario 5.45. Un polinomio in una variabile p(x) di grado n ha al Nell’enunciato non abbiamo scritto che un
polinomio di grado n ha “esattamente” n
più n zeri, contati ciascuno con la sua molteplicità, ossia, se gli zeri sono zeri, infatti il numero di zeri può cambiare
α1 , α2 , . . . , αk , rispettivamente con molteplicità m1 , m2 , . . . , mk , si ha a seconda dell’insieme a cui appartiene la
k variabile. Ad esempio, il polinomio x2 + 1
X dell’Esempio 5.41-4 non ha zeri se l’insieme
mi 6 deg(p). a cui appartiene la variabile è R, mentre ha
i=1 due zeri, ±i, se l’insieme a cui appartiene
la variabile è C.
Dimostrazione. Per definizione abbiamo che p(x) è divisibile per (x − αi )mi
per ogni i = 1, 2, . . . , k, ossia abbiamo
p(x) = q(x) (x − α1 )m1 (x − α2 )m2 · · · (x − αk )mk .
Pk
Per l’Osservazione 5.31, abbiamo che deg(p) = deg(q) + i=1 mi , e
P
quindi che deg(p) > ki=1 mi .
Esempio 5.46. 1. Nell’Esempio 5.44 abbiamo calcolato le moltepli-
cità degli zeri di alcuni polinomi. In tutti i casi abbiamo che la
somma delle loro molteplicità è uguale al grado del polinomio: 3
nei primi tre casi e 2 nell’ultimo. Quindi in tutti i casi non ci può
essere nessun altro zero.

2. Consideriamo il polinomio p(x) = x3 + x = x x2 + 1 . Se lo
pensiamo come un polinomio a coefficienti reali, ha solo lo zero 0
con molteplicità uno, quindi la somma delle molteplicità degli zeri
è uno, ed è minore o uguale al grado del polinomio, che è tre. Se
invece lo pensiamo come un polinomio a coefficienti complessi, ha
tre zeri, 0, i e −i, tutti con molteplicità uno, quindi la somma
delle molteplicità degli zeri è tre, ed è minore o uguale al grado del
polinomio, che è tre. Quindi non ci può essere nessun altro zero.
Il problema della ricerca degli zeri dei polinomi è molto complicato. È stato dimostrato che non esiste una for-
mula che utilizza solo radici per trovare
In un caso particolare è però possibile trovare alcuni zeri in un modo mol- tutti gli zeri di tutti i polinomi: esiste solo
to semplice: ora mostriamo come trovare gli zeri razionali dei polinomi per i polinomi di grado al più 4.
con coefficienti interi.
Proposizione 5.47. Dato un polinomio in una variabile Questa proposizione ha a che fare solo con
n n−1 gli zeri razionali: non dice niente su quelli
p(x) = an x + an−1 x + · · · + a1 x + a0 irrazionali.
a coefficienti interi ◮, se esso ha uno zero razionale x ∈ Q allora si ha ◮ Ossia ai ∈ Z per ogni i = 0, 1, 2, . . . , n.
x = cb , con b che divide a0 e c che divide an .
Non daremo la dimostrazione di questa proposizione.
Esempio 5.48. 1. Gli zeri razionali del polinomio p(x) = 3x4 −
3 2
14x + 24x − 18x + 5, che ha coefficienti interi, sono della for-
ma bc con b che divide 5 e c che divide 3. I divisori di 5 sono ±1
e ±5, mentre i divisori di 3 sono ±1 e ±3. Abbiamo quindi 8
candidati che controlliamo, uno per uno, sostituendoli in p(x).

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Versione 1.0
Lezione 5. Polinomi 5–17

b
c Sostituzione È zero?
1
1 p(1) = 3 · 14 − 14 · 13 + 24 · 12 − 18 · 1 + 5 = 0 Sì
1
−1 p(−1) = 3(−1)4 − 14(−1)3 + 24(−1)2 − 18(−1) + 5 = 64 No
5
1 p(5) = 3 · 54 − 14 · 53 + 24 · 52 − 18 · 5 + 5 = 640 No
− 51 p(−5) = 3(−5)4 − 14(−5)3 + 24(−5)2 − 18(−5) + 5 = 4320 No
1
 4 3 2 
3 p 31 = 3 13 − 14 13 + 24 13 − 18 13 + 5 = 27 32
No
  4  3  2 
− 31 p − 13 = 3 − 13 − 14 − 13 + 24 − 31 − 18 − 13 + 5 = 128 9 No
5
 4 3 2 
3 p 35 = 3 53 − 14 53 + 24 53 − 18 53 + 5 = 0 Sì
 4 3 2 
− 53 p − 53 = 3 − 53 − 14 − 53 + 24 − 35 − 18 − 53 + 5 = − 512027 No

Quindi il polinomio p(x) = 3x4 − 14x3 + 24x2 − 18x + 5 ha due zeri


razionali, x = 1 e x = 35 . ◮ ◮ Non possiamo dire molto sulla loro molte-
plicità o su eventuali altri zeri: per il Corol-
2. Gli zeri razionali del polinomio p(x) = 2x3
+ 3x2
− 5x − 6, che ha lario 5.45 sappiamo che ci possono essere
b al più altri due zeri, e che la somma delle
coefficienti interi, sono della forma c con b che divide −6 e c che
molteplicità è al più 4.
divide 2. I divisori di −6 sono ±1, ±2, ±3 e ±6, mentre i divisori
di 2 sono ±1 e ±2. Abbiamo quindi 12 candidati che controlliamo, ◮ Ci saremmo potuti fermare al penultimo

candidato, 23 , perché sappiamo che un po-
uno per uno, sostituendoli in p(x). ◮

linomio di terzo grado ha al più tre zeri
(Corollario 5.45).

b
c Sostituzione È zero?
1
= 22
1 p(1) = 2 · 13 + 3 · 12 − 5 · 1 − 6 = −6 No
− 11 = − 22 p(−1) = 2(−1)3 + 3(−1)2 − 5(−1) − 6 = 0 Sì
2
1 p(2) = 2 · 23 + 3 · 22 − 5 · 2 − 6 = 12 No
− 21 p(−2) = 2(−2)3 + 3(−2)2 − 5(−2) − 6 = 0 Sì
3 6
1 = 2 p(3) = 2 · 33 + 3 · 32 − 5 · 3 − 6 = 60 No
− 31 = − 26 p(−3) = 2(−3)3 + 3(−3)2 − 5(−3) − 6 = −18 No
6
1 p(6) = 2 · 63 + 3 · 62 − 5 · 6 − 6 = 504 No
− 61 p(−6) = 2(−6)3 + 3(−6)2 − 5(−6) − 6 = −300 No
1
 3 2 
2 p 12 = 2 12 + 3 12 − 5 21 − 6 = − 15 No
 
1 3

1 2
 2
− 21 1
p − 2 = 2 − 2 + 3 − 2 − 5 − 2 − 6 = −3 1
No
3
 3 2 
2 p 32 = 2 32 + 3 32 − 5 23 − 6 = 0 Sì
 3 2 
− 32 p − 32 = 2 − 23 + 3 − 32 − 5 − 32 − 6 = 32 No

Quindi il polinomio p(x) = 2x3 + 3x2 − 5x − 6 ha tre zeri razionali,


x = −1, x = −2 e x = 23 . ◮ ◮ Hanno tutti molteplicità 1 e non ci so-
no altri zeri (irrazionali), perché un po-
linomio di terzo grado ha al più tre ze-
ri, contati ciascuno con la sua molteplicità
5.3 Numeri complessi (Corollario 5.45).

Un numero complesso z = a + bi può essere pensato come un polinomio


nella variabile i di grado al più uno. Un numero reale a può essere
pensato come un numero complesso, scrivendolo come a + 0i, ossia come
un polinomio di grado zero. Il coefficiente del termine di grado zero, a, Parte reale
è detto parte reale del numero complesso z. Il coefficiente del termine Parte immaginaria

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Versione 1.0
Lezione 5. Polinomi 5–18

di grado uno, b, è detto parte immaginaria del numero complesso z.


L’addizione di due numeri complessi si comporta come l’addizione di
polinomi:
z1 + z2 = (a1 + b1 i) + (a2 + b2 i) =
= (a1 + a2 ) + (b1 + b2 )i.
La moltiplicazione di due numeri complessi si comporta come la mol-
tiplicazione di polinomi, con la piccola differenza che abbiamo i2 =
−1:
z1 · z2 = (a1 + b1 i) · (a2 + b2 i) = a1 a2 + a1 b2 i + b1 a2 i + a2 b2 i2 = a1 a2 + a1 b2 i + b1 a2 i + a2 b2 (−1) =
= (a1 a2 − a2 b2 ) + (a1 b2 + b1 a2 )i.
Esempio 5.49. 1. La somma dei due numeri complessi 2+3i e 1+5i
è
(2 + 3i) + (1 + 5i) = (2 + 1) + (3 + 5)i = 3 + 8i.
√ √
La somma dei due numeri complessi π − 3i e 1 + 4 3i è
 √   √   √ √  √
π − 3i + 1 + 4 3i = (π + 1)+ − 3 + 4 3 i = (π + 1)+3 3i.

2. Il prodotto dei due numeri complessi 2 + 3i e 1 + 5i è


(2 + 3i) · (1 + 5i) = (2 · 1 − 3 · 5) + (2 · 5 + 3 · 1)i = −13 + 13i.
√ √
Il prodotto dei due numeri complessi π − 3i e 1 + 4 3i è
 √  √   √ √   √ √  √
π − 3i · 1 + 4 3i = π · 1 − (− 3) · 4 3 + π · 4 3 + (− 3) · 1 i = (π + 12)+(4π−1) 3i.
Studiamo ora gli zeri dei polinomi con coefficienti nell’insieme dei
numeri complessi, ossia i polinomi in C[x].
Teorema 5.50 (fondamentale dell’algebra). Ogni polinomio a coeffi- Teorema fondamentale dell’algebra
cienti complessi (ossia in C[x]) di grado n ha esattamente n zeri, contati Questo teorema migliora il risultato del
ciascuno con la sua molteplicità, ossia se gli zeri sono α1 , α2 , . . . , αk , Corollario 5.45, ma solo per i numeri
complessi.
rispettivamente con molteplicità m1 , m2 , . . . , mk , si ha
k
X
mi = deg(p).
i=1
La dimostrazione di questo teorema è difficile, quindi la omettiamo.
Esempio 5.51. Consideriamo l’Esempio 5.46.
1. Per i polinomi dell’Esempio 5.44 abbiamo che la somma delle mol-
teplicità degli zeri è uguale al grado del polinomio.

2. Per il polinomio p(x) = x3 + x = x x2 + 1 , che dobbiamo pensare Se pensiamo il polinomio a coefficienti rea-
li, non possiamo applicare il teorema: in-
a coefficienti complessi, abbiamo che la somma delle molteplicità fatti abbiamo che la somma delle moltepli-
degli zeri è tre ed è uguale al grado del polinomio, che è tre. cità degli zeri (c’è solo 0 con molteplicità
uno) è uno ed è strettamente minore del
Dato un numero complesso z = a + bi, il numero complesso a − bi è grado del polinomio (e quindi diversa da
detto coniugato di z, ed è indicato con esso), che è tre.
Coniugato
z.
·
I numeri reali sono gli unici numeri complessi che coincidono con il loro
coniugato. ◮ ◮ Infatti, a + bi = a − bi se e solo se 2bi = 0,
ossia b = 0.

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Versione 1.0
Lezione 5. Polinomi 5–19

Esempio 5.52. 1. Il coniugato del numero complesso 2 + 3i è 2 − 3i.


√ √
Il coniugato del numero complesso −π − 2i è −π + 2i.
2. Il coniugato del numero reale 2 = 2 + 0i è il numero reale stesso,
2 = 2 − 0i.
Un polinomio a coefficienti reali, ossia in R[x], può essere pensato
come un polinomio a coefficienti complessi, quindi può avere anche zeri
complessi. Nel caso abbia zeri non reali, essi sono accoppiati, come
descritto nella seguente proposizione.
Proposizione 5.53. Se un polinomio a coefficienti reali (ossia in R[x])
ha uno zero complesso α, ha anche il suo coniugato α come zero.
Non daremo la dimostrazione di questa proposizione.
Esempio 5.54. Il polinomio x3 − 5x2 + 17x − 13 ha tre zeri, 1, 2 + 3i e
2 − 3i. ◮ Abbiamo uno zero reale, 1, che coincide con il suo coniugato, e ◮ Vedremo nella sezione seguente come
trovare gli zeri.
due complessi non reali, l’uno il coniugato dell’altro, 2 ± 3i.

5.4 Equazioni polinomiali in una incognita


Consideriamo un polinomio in una variabile p(x). L’equazione Equazione polinomiale

p(x) = 0
nell’incognita x è detta equazione polinomiale. Il grado del polinomio Grado
p(x) è detto grado dell’equazione. Risolvere l’equazione consiste nel cer-
care i valori di x tali che p(x) = 0, ossia gli zeri del polinomio p(x) ◮. Se ◮ Definizione 5.40.
uno zero x = α ha molteplicità 1 diremo che la soluzione α è semplice, se Soluzioni semplici, doppie, triple,. . .
ha molteplicità 2 diremo che la soluzione α è doppia, se ha molteplicità
3 diremo che la soluzione α è tripla, e così via.
Se deg(p) = 1, ossia p(x) è della forma ax + b, con a 6= 0, abbiamo
visto che l’equazione ax + b = 0 ha una soluzione x1 = − ab ◮. ◮ Esempio 4.6.
Se deg(p) = 2, ossia p(x) è della forma ax2 + bx +√c, con a 6= 0, Formula risolutiva delle equazioni di
b2 −4ac secondo grado
l’equazione ax2 + bx + c = 0 ha due soluzioni x1 = −b− 2a e x2 =

−b+ b2 −4ac ◮
2a . Le soluzioni coincidono se b2 −4ac = 0, e sono complesse se ◮ Useremo anche la notazione x1/2

=
b2 − 4ac < 0. ◮◮ Questa formula è detta formula risolutiva delle equazioni −b± b2 −4ac
2a
.
di secondo grado. ◮ Se b2 − 4ac < 0 non ci sono soluzioni reali.

Prima di aumentare il grado, analizziamo i due casi più semplici:
• se deg(p) = 0, ossia p(x) = a, con a 6= 0, non ci sono soluzioni; ◮



◮ Sostituendo alla x un qualunque numero,

otteniamo sempre a, ossia non otteniamo
• se deg(p) = −∞, ossia p(x) = 0, tutti i numeri sono soluzioni. ◮ mai 0.
Analizziamo il caso generico, ossia supponiamo che deg(p) = n > 2 e ◮ Sostituendo alla x un qualunque numero,
otteniamo sempre 0.
consideriamo l’equazione p(x) = 0. Non esiste un metodo che funziona
per tutti i polinomi di qualsiasi grado. ◮ Se però i coefficienti del polino- ◮ Se deg(p) = 3 oppure deg(p) = 4, esistono
formule esplicite per trovare le soluzioni,
mio p(x) sono interi, un metodo per trovare le soluzioni dell’equazione ma sono lunghe e complicate. Se invece
p(x) = 0 consiste nel cercare di abbassare il grado del polinomio fino ad deg(p) > 5, è stato dimostrato che ci sono
arrivare a 1 o 2, e quindi usare le formule viste sopra. ◮◮ Questo meto- polinomi i cui zeri possono essere espressi
tramite radicali, e che ce ne sono altri i
do funziona solo se tutti gli zeri del polinomio, eccetto al più due, sono cui zeri non possono essere espressi tramite
razionali. I passi da fare per abbassare il grado sono i seguenti. radicali.
◮ Questo metodo non funziona se anche uno

solo dei coefficienti del polinomio non è in-
tero: ad esempio, per il polinomio x3 −

2x + 1.
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Lezione 5. Polinomi 5–20

Passo 1. Cerchiamo uno zero razionale di p(x) utilizzando la Proposi-


zione 5.47, ossia cerchiamo uno zero della forma cb con b che
divide il coefficiente del termine noto di p(x) e c che divide il
coefficiente del termine di grado massimo.
Passo 2. Per il Teorema di Ruffini ◮ il polinomio p(x) è divisibile
 per il ◮ Teorema 5.42.
polinomio x− cb , ossia abbiamo p(x) = q(x) x − bc ; per trovare
q(x), facciamo la divisione ◮ di p(x) per x − bc . ◮
◮ ◮ Algoritmo 5.36.

A questo punto abbiamo abbassato il grado di p(x), infatti deg(q) = ◮ Un altro metodo per trovare q(x) consi-

ste nell’usare la “Regola di Ruffini”: abbia-
deg(p) − 1, e possiamo ripetere i passi precedenti finché otteniamo un mo preferito utilizzare la divisione (che è
polinomio di grado 1 o 2. Infine, possiamo trovare gli ultimi zeri con una generalizzazione della divisione tra nu-
meri, conosciuta dalle scuole elementari),
le formule descritte sopra. Il problema anticipato prima sul fatto che evitando di imparare un altro metodo.
questo procedimento potrebbe non funzionare dipende dal fatto che al
Passo 1 potremmo non riuscire a trovare uno zero del polinomio: ciò
succede se il polinomio non ha abbastanza zeri razionali. ◮ ◮ Servono almeno deg(p) − 2 zeri razionali.
Se riusciamo a trovare tutti gli zeri di p(x), diciamo α1 , α2 , . . . , αn , Per completezza, diciamo che la scrittura
possiamo scrivere p(x) = pn (x − α1 ) (x − α2 ) · · · (x − αn ) è
detta fattorizzazione di p(x).
p(x) = pn (x − α1 ) (x − α2 ) · · · (x − αn ) ,
dove pn è il coefficiente del termine di grado massimo di p(x).
Esempio 5.55. 1. Cerchiamo le soluzioni dell’equazione
3
x − 7x − 6 = 0. (5.1)
Visto che il polinomio p(x) = x3 − 7x − 6 ha coefficienti interi,
cominciamo cercando le soluzioni razionali, ossia proviamo con i
numeri bc , con b che divide −6 e c che divide 1. Abbiamo 8 casi:
±1, ±2, ±3, ±6. Abbiamo p(−1) = 0, quindi una soluzione è
x = −1. Allora il polinomio p(x) è divisibile per x + 1: facendo
la divisione otteniamo come quoziente x2 − x − 6 ◮, quindi p(x) = ◮ E, naturalmente, resto 0: se non trovassi-
mo 0 saremmo sicuri di aver fatto un errore
x2 − x − 6 (x + 1). (nel fare la divisione o nel cercare gli zeri
Cerchiamo quindi le soluzioni dell’equazione x2 −x−6
√ = 0 che pos- prima).
−(−1)± (−1)2 −4·1·(−6)
siamo trovare con la formula risolutiva: x = 2·1 =
1±5
2 , ossia x = 3 oppure x = −2. ◮ L’equazione (5.1) ha tre solu- ◮ Essendo razionali, le avremmo potute tro-
vare anche proseguendo con il metodo ini-
zioni: x = −1, x = −2 e x = 3. ziale, con cui abbiamo trovato la soluzione
2. Cerchiamo le soluzioni dell’equazione x = −1.

11 17
x4 + x3 + x2 − 6 = 0. (5.2)
2 2
Notiamo che moltiplicando entrambi i membri per 2 otteniamo l’e-
quazione equivalente 2x4 +11x3 +17x2 −12 = 0. Quindi, cerchiamo
gli zeri del polinomio a coefficienti interi p(x) = 2x4 +11x3 +17x2 −
12.
Cominciamo cercando le soluzioni razionali, ossia proviamo con i
numeri bc , con b che divide −12 e c che divide 2. Abbiamo molti
casi da analizzare: ±1, ±2, ±3, ±4, ±6, ±12, ± 12 , ± 32 . Abbiamo
p(−2) = 0, quindi una soluzione è x = −2. Allora il polinomio p(x)
è divisibile per x+2: facendo la divisione otteniamo come quoziente
2x3 + 7x2 + 3x − 6, quindi p(x) = 2x3 + 7x2 + 3x − 6 (x + 2).

c 2014 Gennaro Amendola


Versione 1.0
Lezione 5. Polinomi 5–21

Cerchiamo quindi gli zeri del polinomio a coefficienti interi q(x) =


2x3 + 7x2 + 3x − 6. Cerchiamo ancora le soluzioni razionali, os-
sia proviamo con i numeri bc , con b che divide −6 e c che divide
2. Analizziamo i vari casi: ±1, ±2, ±3, ±6, ± 12 , ± 32 . Abbiamo
q(−2) = 0, quindi una soluzione è x = −2. ◮ Allora il polinomio ◮ L’abbiamo già trovata sopra, quindi abbia-
mo che la sua molteplicità come zero di
q(x) è divisibile per x + 2: facendo la divisione otteniamo
 come p(x) è almeno 2.
2 2
quoziente 2x + 3x − 3, quindi q(x) = 2x + 3x − 3 (x + 2) ◮ ◮.
2
 2
◮ Allora p(x) = 2x + 3x − 3 (x + 2) .

Cerchiamo quindi le soluzioni dell’equazione 2x2 + 3x
√ − 3 = 0 che
−3± 32 −4·2·(−3)
possiamo trovare con la formula risolutiva: x = 2·2 =

−3± 33 ◮
4 . L’equazione (5.2) ha tre soluzioni ◮
◮: x = −2 doppia, ◮ Queste due soluzioni non sono raziona-
√ √ li quindi non le avremmo potute trovare
−3+ 33 −3− 33
x= 4 semplice e x= 4 semplice. proseguendo con il metodo iniziale, con
cui abbiamo trovato la soluzione doppia
3. Cerchiamo le soluzioni dell’equazione x = −2.
3x4 + 2x3 + 5x2 − 2x = 0. (5.3) ◮ Quattro se le contiamo con la loro

molteplicità: 2 + 1 + 1 = 4.
Notiamo che possiamo applicare la proprietà distributiva
 a x, ot-
tenendo il polinomio p(x) = 3x3 + 2x2 + 5x − 2 x. ◮ Uno zero è ◮ Un altro modo (più lungo) per ottenere
lo stesso risultato utilizza la solita tecni-
quindi x = 0. ca: visto che 3 · 04 + 2 · 03 + 5 · 02 − 2 · 0 = 0,
Cerchiamo quindi gli zeri del polinomio a coefficienti interi q(x) = il polinomio è divisibile per x − 0 = x,
quindi facendo la divisione otteniamo co-
3x3 + 2x2 + 5x − 2. Cominciamo cercando le soluzioni razionali, me quoziente 3x3 + 2x2 + 5x − 2 (e resto
ossia proviamo con i numeri cb , con b che divide −2 e c che divide 0, naturalmente).
3. Abbiamo 8 casi: ±1, ±2, ± 13 , ± 32 . Abbiamo p 13 = 0, quindi
una soluzione è x = 31 . Allora il polinomio q(x) è divisibile per
x − 31 : facendo la divisione otteniamo come quoziente 3x2 + 3x + 6,
   
quindi q(x) = 3x2 + 3x + 6 x − 13 ◮. ◮ Allora p(x) = 3x2 + 3x + 6 x − 1
3
x.
Cerchiamo quindi le soluzioni dell’equazione 3x2 + 3x + 6 = 0, che,
dividendo entrambi i membri per 3, diventa√x2 +x+2 = 0. Usando√
−1± 12 −4·1·2 −1± 7i
la formula

risolutiva otteniamo x = 2·1 = 2 =
− 21 ± 27 i.
Se stiamo cercando le soluzioni reali dell’equazione (5.3), ne abbia-
mo due: x = 0 e x = 31 . Se invece stiamo cercando le soluzioni
complesse dell’equazione

(5.3),

ne abbiamo quattro: x = 0, x = 13 ,
x = − 21 + 27 i e x = − 12 − 7
2 i. In entrambi i casi tutti gli zeri
hanno molteplicità 1.
4. Cerchiamo le soluzioni dell’equazione
x3 + x + 3 = 0. (5.4)
Visto che il polinomio p(x) = x3 + x + 3 ha coefficienti interi,
cominciamo cercando le soluzioni razionali, ossia proviamo con i
numeri bc , con b che divide 3 e c che divide 1. Abbiamo 4 casi:
±1, ±3. Abbiamo p(1) = 5, p(−1) = 1, p(3) = 33, p(−3) = −27,
quindi il polinomio non ha zeri razionali, e non conosciamo altre
tecniche per trovare gli zeri. ◮ ◮ Non abbiamo visto la formula esplicita per
le equazioni di terzo grado.

c 2014 Gennaro Amendola


Versione 1.0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR. ENERGETICO (D.M. 270/04)
Insegnamento: GEOMETRIA
Lezione n°: 5/S1
Titolo: POLINOMI
Attività n°: 1

Sessione di Studio 5.1

Polinomi
Lezione 5. Polinomi 5–22

Sessione di Studio 5.1


Esercizio 5.1. • Calcola la somma e il prodotto dei due polinomi
2x2 y − x2 y 3 e x + 3xy 2 − x2 y.
• Quali sono i gradi dei polinomi dati?
• Quali sono i gradi della somma e del prodotto?
• Trova un insieme di polinomi I[variabili], con un insieme opportu-
no I e variabili opportune, a cui questi polinomi appartengono.
• Qual è il minimo m tale che tutti questi polinomi appartengono a
I6m[variabili]?
Soluzione. • La somma è
 
2x y − x2 y 3 + x + 3xy 2 − x2 y = x2 y − x2 y 3 + x + 3xy 2 .
2

Il prodotto è
 
2x2 y − x2 y 3 · x + 3xy 2 − x2 y = 2x3 y − x3 y 3 + 6x3 y 3 − 3x3 y 5 − 2x4 y 2 + x4 y 4 =
= 2x3 y + 5x3 y 3 − 3x3 y 5 − 2x4 y 2 + x4 y 4 .
• Il grado del primo polinomio è 5 perché il termine di grado massimo
è −x2 y 3 . Il grado del secondo polinomio è 3 perché un termine con
grado massimo è 3xy 2 ◮. ◮ Anche il termine −x2 y ha grado 3.

• Il grado della somma è 5 perché il termine con grado massimo è


−x2 y 3 . Il grado del prodotto è 8 = 5 + 3 ◮. ◮ Ossia la somma dei gradi dei due polinomi
dati.
• Come insieme I possiamo scegliere R ◮ ◮, e le variabili sono x e y,
◮ Anche Z, Q o C, ma non N perché −1 6∈ N.

quindi l’insieme di polinomi è R[x, y].
• Visto che il massimo grado dei polinomi è 8, il minimo m è 8. ◮ ◮ L’insieme di polinomi è R68 [x, y].

Esercizio 5.2. Calcola la divisione di x4 − 3x3 − x2 + 5 per x2 − 2. Scrivi


la relazione tra il dividendo, il divisore, il quoziente e il resto.
Soluzione.
x4 −3x3 −x2 +0x +5 x2 − 2
x4 −2x2 x2 − 3x + 1

−3x3 x2 +0x +5
−3x3 +6x

x2 −6x +5
x2 −2

−6x +7
 
La relazione è x4 − 3x3 − x2 + 5 = x2 − 3x + 1 · x2 − 2 + (−6x + 7).

Esercizio 5.3. Trova gli zeri del polinomio 2x3 − 9x2 + x + 12, e le loro
molteplicità.
Soluzione. Gli zeri razionali del polinomio 2x3 − 9x2 + x + 12, che ha
coefficienti interi, hanno la forma bc con b che divide 12 e c che divide 2.
I divisori di 12 sono ±1, ±2, ±3, ±4, ±6 e ±12, mentre i divisori di 2

c 2014 Gennaro Amendola


Versione 1.0
Lezione 5. Polinomi 5–23

sono ±1 e ±2. Abbiamo quindi molti candidati da controllare, uno per


uno, sostituendoli in p(x): ±1, ±2, ±3, ±4, ±6, ±12, ± 12 , ± 23 . Abbiamo
che −1 è uno zero, quindi dividiamo il polinomio per x + 1.
La divisione è
2x3 −9x2 +x +12 x+1
2x3 +2x2 2x2 − 11x + 12

−11x2 +x +12
−11x2 −11x

12x +12
12x +12

0

Quindi cerchiamo gli zeri del polinomio √ 2x2 − 11x + 12, che possiamo
11± (−11)2 −4·2·12
trovare con la formula risolutiva: x = 2·2 = 11±5 3
4 , ossia 2 e
3
4. Le soluzioni sono x1 = −1 con molteplicità 1, x2 = 2 con molteplicità
1, x3 = 4 con molteplicità 1.

Esercizio 5.4. Trova gli zeri del polinomio x4 − x3 − 10x2 + 4x + 24, e


le loro molteplicità.
Soluzione. Gli zeri razionali del polinomio x4 − x3 − 10x2 + 4x + 24, che
ha coefficienti interi, hanno la forma cb con b che divide 24 e c che divide
1. I divisori di 24 sono ±1, ±2, ±3, ±4, ±6, ±8, ±12 e ±24, mentre i
divisori di 1 sono ±1. Abbiamo quindi molti candidati da controllare,
uno per uno, sostituendoli in p(x): ±1, ±2, ±3, ±4, ±6, ±8, ±12 e
±24. Abbiamo che 2 e −2 sono zeri, quindi dividiamo il polinomio per
(x − 2)(x + 2) = x2 − 4.
La divisione è
x4 −x3 −10x2 +4x +24 x2 − 4
x4 −4x2 x2 − x − 6

−x3 −6x2 +4x +24
−x3 +4x

−6x2 +24
−6x2 +24

0

Quindi cerchiamo gli zeri del polinomio


√ x2 − x − 6, che possiamo trovare
1± (−1)2 −4·(−6)
con la formula risolutiva: x = 2·1 = 1±5
2 , ossia −2 e 3. Le
soluzioni sono x1/2 = −2 con molteplicità 2, x3 = 2 con molteplicità 1,
x4 = 3 con molteplicità 1.

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Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR. ENERGETICO (D.M. 270/04)
Insegnamento: GEOMETRIA
Lezione n°: 5/S2
Titolo: POLINOMI
Attività n°: 1

Sessione di Studio 5.2

Polinomi
Lezione 5. Polinomi 5–24

Sessione di Studio 5.2


Esercizio 5.5. • Calcola la somma e il prodotto dei due polinomi
ab2 − 3ab e ab − ab2 .
• Quali sono i gradi dei polinomi dati?
• Quali sono i gradi della somma e del prodotto?
• Trova un insieme di polinomi I[variabili], con un insieme opportu-
no I e variabili opportune, a cui questi polinomi appartengono.
• Qual è il minimo m tale che tutti questi polinomi appartengono a
I6m[variabili]?
Esercizio 5.6. Calcola la divisione di 2x4 −x3 +3x2 −x−4 per x2 −x+3.
Scrivi la relazione tra il dividendo, il divisore, il quoziente e il resto.
Esercizio 5.7. Trova gli zeri del polinomio x3 − 5x2 + 17x − 13, e le loro
molteplicità.
Esercizio 5.8. Trova gli zeri del polinomio x5 − x4 − 7x3 + 13x2 − 6x,
e le loro molteplicità.

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Versione 1.0
Lezione 5. Polinomi 5–25

 
Risultato dell’Esercizio
 5.5.
 • ab2 − 3ab + ab − ab2 = −2ab,
ab2 − 3ab · ab − ab2 = 4a2 b3 − 3a2 b2 − a2 b4 .
 
• deg ab2 − 3ab = 3, deg ab − ab2 = 3.
     
• deg ab2 − 3ab + ab − ab2 = 2, deg ab2 − 3ab · ab − ab2 = 6.
• R[a, b].
• m = 6. ◮ ◮ L’insieme dei polinomi è R66 [a, b].

Risultato dell’Esercizio 5.6.


2x4 −x3 +3x2 −x −4 x2 − x + 3
2x4 −2x3 +6x2 2x2 + x − 2

x3 −3x2 −x −4
x3 −x2 +3x

−2x2 −4x −4
−2x2 +2x −6

−6x +2
 
La relazione è 2x4 − x3 + 3x2 − x − 4 = 2x2 + x − 2 · x2 − x + 3 +
(−6x + 2).
Risultato dell’Esercizio 5.7. x1 = 1 con molteplicità 1, x2 = 2 + 3i
con molteplicità 1, x3 = 2 − 3i con molteplicità 1.
Risultato dell’Esercizio 5.8. x1 = 0 con molteplicità 1, x2/3 = 1 con
molteplicità 2, x4 = 2 con molteplicità 1, x5 = −3 con molteplicità 1.

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Versione 1.0
Corso di Laurea: INGEGNERIA INDUSTRIALE CURR. ENERGETICO (D.M. 270/04)
Insegnamento: GEOMETRIA
Lezione n°: 5/S3
Titolo: POLINOMI
Attività n°: 1

Sessione di Studio 5.3

Polinomi
Lezione 5. Polinomi 5–26

Sessione di Studio 5.3


Letture supplementari possono essere le seguenti:
• http://it.wikipedia.org/wiki/Monomio
• http://it.wikipedia.org/wiki/Polinomio
• http://it.wikipedia.org/wiki/Divisione_dei_polinomi
• http://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_del_resto
• http://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_delle_radici_razionali
• http://it.wikipedia.org/wiki/Numero_complesso
• http://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_fondamentale_dell’algebra
• http://it.wikipedia.org/wiki/Equazione_algebrica

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Versione 1.0
Lezione 5. Polinomi 5–27

Sessione di Studio 5.Quiz


Seguirà un quiz, le cui domande sono le seguenti, per controllare il li-
vello di approfondimento degli argomenti studiati: assicurati di avere a
disposizione queste domande quando farai il quiz. L’esito del quiz non
sarà tenuto in considerazione per l’esame.
Dopo aver svolto il quiz ricontrolla le domande, specialmente quelle
a cui non hai risposto in maniera corretta.
Per ognuna delle seguenti domande, la risposta esatta è una sola.

Domanda 5.1. Quale è il grado del polinomio p(x, y, z) = y + xy 4 +


x3 y 2 z 5 nella variabile y (con x e z costanti)?
(a) 1.
(b) 2.
(c) 4.
(d) 10.

Domanda 5.2. Quale è il grado del prodotto di un polinomio di grado


2 e di uno di grado 5 nelle stesse variabili?
(a) 10.
(b) 7.
(c) 3.
(d) 0.


c 2014 Gennaro Amendola Versione 1.0
Lezione 5. Polinomi 5–28

Domanda 5.3. Quale delle seguenti divisioni è svolta correttamente?


(a)

3x3 −x2 +2x +2 x−2


3x3 −6x2 3x2 + 5x + 12

5x2
5x2 −10x

12x
12x −24

+26

(b)

3x3 −x2 +2x +2 x−2


3x3 +6x2 3x2 − 7x − 12

−7x2
−7x2 +14x

−12x
−12x +24

−22

(c)

3x3 −x2 +2x +2 x−2


3x3 −6x2 3x2 + 5x + 12

5x2
5x2 −10x

12x
12x +10

−8

(d)

3x3 −x2 +2x +2 x−2


3x3 −6x2 3x2 − 5x + 12

5x2
−5x2 +10x

12x
12x −24

+26


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Lezione 5. Polinomi 5–29

Domanda 5.4. Quali sono rispettivamente il quoziente e il resto della


divisione di p(x) = x3 + x2 + 3x + 1 per d(x) = x2 + 1?
(a) q(x) = x − 1 e r(x) = −2x.
(b) q(x) = x − 1 e r(x) = 2x.
(c) q(x) = x + 1 e r(x) = −2x.
(d) q(x) = x + 1 e r(x) = 2x.

Domanda 5.5. Tra gli zeri del polinomio x3 + 2x2 − 7x + 2 c’è 2?


(a) No.
(b) Sì.
(c) Dipende da x.
(d) Nessuna delle precedenti.

Domanda 5.6. Quale è la molteplicità dello zero 1 del polinomio (x −


2)5 (x − 1)4 (x + 1)3 ?
(a) 1.
(b) 2.
(c) 3.
(d) 4.

Domanda 5.7. Quanti zeri in C, contati ciascuno con la sua


molteplicità, ha il polinomio 2x7 − 3x3 + x − 5?
(a) 7.
(b) 6.
(c) 1.
(d) 0.

Domanda 5.8. Quali sono le soluzioni dell’equazione x + ax − 1 = 0


nella variabile x (con a parametro)?
(
1
se a 6= −1
(a) x = a+1 .
nessuna se a = −1
1
(b) x = a+1 .
(c) x = −a.
(d) Nessuna.

Domanda 5.9. Quali sono le soluzioni dell’equazione x2 + x + 2 = 0?



−1± 7i
(a) x1/2 = 2 .

−1± 9i
(b) x1/2 = 2 .

−1+ 7i
(c) x1/2 = 2 .

−1± 7
(d) x1/2 = 2 .


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Lezione 5. Polinomi 5–30

Domanda 5.10. Quali sono gli zeri del polinomio x3 − 5x2 + 7x − 3 con
le rispettive molteplicità?
(a) 1 con molteplicità 2, e 3 con molteplicità 1.
(b) 1 con molteplicità 2, e 3 con molteplicità 1.
(c) 1 con molteplicità 1, e 3 con molteplicità 1.
(d) 1 con molteplicità 2, e 3 con molteplicità 2.


c 2014 Gennaro Amendola Versione 1.0

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