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Codice trivulziano

Leonardo da Vinci

© Biblioteca Italiana

2005

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Anniano Marcellino afferma essere abbrusiati settecento mila volumi di


libri ne la pugna alessandrina al tempo di Iulio Cesare.

Se 'l Petrarca amò sì forte il lauro, fu perch' egli è bon fra la salsiccia e < 'l
> tor[do].

I' non posso di lor giance far tesauro.

Dua prencipi esser difiniscano, cioè ap...

Salvatico è quel che si salva.

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Foglio 2

Pagina 4

Cornelio Celso.

Il sommo bene è la sapienza, il sommo male è il dolore del corpo,


i<m>però che, essendo noi composti di 2 cose, cioè d' anima e di corp<o>,
delle quali la prima è migliore, la peggiore è il corpo, la sapienzia è della
miglior parte, il sommo male è della peggior parte e pessima. Ottima cosa
è nell' animo la sapienza, così è pessima cosa nel corpo il dolore. Adunque
sì come il sommo male è 'l corporal dolore, così la sapienzia è dell' animo
il sommo bene, cioè de l' om saggio, e niuna altra cosa è da a questa
comparare.

8/8 1/8

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BA-F-DC
Se F fia un lume in una lanterna, cioè in mezzo, se 'l dilatare che fa lo suo
splendore in C D, entra nel superiore disgregamento 2 volte, ancora
giudicherai 2 volte essere più presso al lume che A B.

Se un omo salta in punta di piedi, il peso non fa romor< e >.

32-DC-BA-1

Ogni peso fa la somma del suo carico sotto la sua resistenzia <per>
perpendiculare linia.

Se hai un peso sopra una bilancia, il quale sia molto distante, come appare
A B, C D, e sia tutto unito come la dimostrazione, dico: se porrai sopra C 2
e sopra D 3, quell' un più apparirà in nella bilancia B e ristorarai A con una
libbra più di B.

97-57

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Foglio 4

Medicina è ripareggiamento de' disequalati elementi.

Malattia è discordanza d' elementi infusi nel vitale corpo.

Modo d' alzare e abbassare le cortine de li argenti del signore.

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Foglio 5

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Foglio 6

Suggetto colla forma.

Muovesi l' amante per la cos' amata come il senso e la sensibbile e con
seco s' unisce e fassi una cosa medesima.

L' opera è la prima cosa che nasce dell' unione.

Se la cosa amata è vile, l' amante si fa vile.

Quando la cosa unita è conveniente al suo unitore, li seguita dilettazione e


piacere e sadisfazione.

Quando l' amante è giunto all' amato, lì si riposa.

Quando il peso è posato, lì si riposa.

La cosa cognusciuta col nostro intelletto.

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Nessuno elemento, essendo unito, peserà dentro al suo elemento. Adunque


le parti dell' aria non pesano a le inferiori parte.

Nessuno corpo di disforme qualità si fermerà dentro a essa essendo libero,


perché non essendo esso corpo della qualità dell' aria, bisogna che sia più
grieve o leggieri. Se fia più grieve, caderà in basso, se fia più lieve,
peneterà in alto.

Quella cosa che arà più conformità collo elemento che la circunda, con più
tardo moto uscirà di quello.

E la cosa che fia più disforme, con maggior e i<m>petuoso moto si


dividerà da esso.

E quel peso d' equal...

Ciascun de' 3 più levi elementi non istabilirà in sé alcuna cosa fori di sua
natura.

Quando la forza è fatta dal moto...

Quando la forza genera più veloce moto che la fuga della inresistente aria,
viensi essa aria a condensarsi a similitudine delle piume premute e calcate
dal peso del sonnolente. E quella cosa che cacciava l' aria, trovando in essa
resistenzia, risalta a similitudine della balla percossa nel muro.

Modo da vedere il sole eclissato sanza passione dell' occhio.

Tolli una carta e falle busi co' 'n' agucchia e per essi busi riguarda il sole.

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Foglio 7

Quando la cosa mossa fia unita col suo motore.

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Domando se 'l romor piccolo da presso po parere grande quanto uno


grande da lontano.

4 sono le potenzie: memoria e intelletto, lascibili e concupiscibili. Le 2


prime son ragionevoli e l' altre sensuali.

De' 5 sensi vedere, uldir, odorato sono di poca proibizione, tatto e gusto
no.

L' odorato mena con seco il gusto nel cane e altri golos' animali.

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Foglio 8

L' arco riverscio è megliore per fare ispalla che l' ordinario, perché il
riverscio trova sotto sé muro resistente alla sua debolezza e l' ordinario non
trova nel suo debole se non aria.

Avida.

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L' ochio che si troverà in mezzo fra l' ombre e lumi circundatori delli
o<m>brosi corpi, vederà in essi corpi le maggiore ombre che in esse sieno,
riscontra<r>si con seco infra equali angoli. Cioè, della incidenzia visuale.

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Foglio 11 (12)

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Colonna 1

Colonna 2
Questo inganno fu usato dai Galli contro a' Romani e seguìne tal mortalità
che tutta Roma si vestì a bruno.

Tutte le potenzie spirituale quanto più s'allontana<n> dalla prima o


seconda cagione, più occupano di sito e più diminuiscano di lor valitudine.

lume - B A - D C

Quante volte A B entra in C D, tanto fia più s<c>uro A B che C D.

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Foglio 12 (13)

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Foglio 13 (14)

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Foglio 29 (30)

Ogni omo sempre si trova nel mezzo del mondo e sotto il mezzo del suo
emisperio e sopra il centro d' esso mondo.

La linia ch' è più ritta, più resiste.

L' ombra primitiva e dirivativa fia maggiore a essere causata da lume di


candela che quello dell' aria.

Tanto quanto l' ombra dirivativa entra la maggiore ne la minor, tanto la


causa della minore è più luminosa che la maggiore.

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P-RCNA-B-D

Tanto quanto A B entra in C D, tanto A N fia più scuro che C R.

B-CA-NM-ED-GF

I labbri della finestra che sieno alluminati da 2 vari lumi d' equale
chiarezza, non metteranno lume dentro all' abitazione d' equale qualità.
Se B fia una candela et A C sia il nostro emisperio, l' uno e l' altro allumina
i labbri della finestra M N; ma il lume B non alluma se non F G e lo
emisperio A C alluminerà insino in D E .

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Foglio 27 (28)

Sì come una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata
dà lieto morire.

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Questo è il modo come con prestezza le forme si seccano e continuamente


si voltano come li arrosti.

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Foglio 27

C B X V A - F - G - T L dove si fermerà?

Quella cosa che infra la linia dell' equalità si troverà più lontana dal suo
fermamento, manco fia da quello sostenuta, come si dimostra in M N di
sotto.

NM-QP

Quella cosa che fia più lontana dal suo fermamento, manco fia da quello
sostenuta; onde con più libertà seguirà suo natural desiderio.

dove e perché si fermerà?

Il moto violente quanto più s' esercita più s' indebolisce - liberamente più
obbedisce.

Il naturale fa l' opposito.

Quella cosa che fia più distante al suo fermamento, manco fia da esso
sostenuta; essendo manco sostenuta, più participerà di sua libertà, e perché
il peso libero sempre discende, la cosa adunque sendo ponderosa, pi[ù]
presto discenderà.

Quella parte dell' aste che fia più lontana al suo fermamento, manco fia da
esso fermamento sostenuta; essendo manco sostenuta, più liberamente
ritien di osserva<r> sua natura; essendo ella ponderosa e la natura delle
cose ponderose desiderando discendere, adunque questa più che alcun'
altra parte più presto discenderà.

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Foglio 25 (26)

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Foglio 24 (25)

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Capoverso

Dov' è più sentimento lì è più, ne' martiri, gran martire.

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Foglio 23 (24)

Capoverso

Ittumea, terra dibeamp;

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L' arco regge tanto sotto a sé, come di sopr' a sé.

B-A

Il pilastro sarà carico in A B.

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Rampini che li usci si serran per loro.

Quel medesimo.
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Ogni nostra cognizione prencipia da' sentimenti.

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Foglio 19 (20)

Fuoco greco.

Tolli carbon di salcio e sale nitro e acquavite e sulfore, pegola con incenso
e canfera e lana etiopica, e fa bollire onni cosa insieme. Questo foco è di
tanto dessiderio di brusare, che seguita il legname sin sott' a l' acque. E se
aggiugnerai in essa composizione vernice liquida e olio, petrolio e
trementina e aceto forte, e misc<h>ia o<g>ni cosa insieme, e secca al sole
o ne' forno, quando n' è tratto 'l pane, e po' volta intorno a la <balla>
stoppa di canapa o altra, riducendola in forma retonda. E ficcati da ogni
parte i chiodi acutissimi, solamente lassa in detta balla un buso come
arrazza, poi la copri di colofonia e di solfo.

Ancora questo foco appiccato in sommità d' una lunga aste, la quale abbi
uno braccio di punta di ferro, a ciò non sia brusata da detto foco, è bona
per ovviare e proibire infra le nave ostili per non essere sopraffatti da
impito.

Ancora gittato vasi di vetro pieni di pegola sopra li avversi navili, intenti li
omini di quelli a la battaglia, e poi gittato di rieto, simili palle accese hanno
potenza a brusare onni navilio.

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A chi dà noia al vomito il navicare, debba bere sugo d' assenzio.

L' acqua del mare colata dal fango, ovver terra arzila lascia in quella ogni
salsedine.

Le lane tesse alle sponde del navilio sorbiscano l' acqua dolce.

Se stilli con campana l' acqua marina, fia in principale eccellenza e


adattando un fornello alla sua cusina, quelle medesime legne che cociano,
stilleranno una gran quantità d' acqua, se la campana fia grande.

Natura dello effetto del tono della bombarda.

Il romore delle bombarde è causato da l' impetuoso furore della fiamma


ripercosso in nella resistente aria, e fa questo effetto quella quantità della
polvere che si truova accesa nel corpo della bombarda. Non si sen<t>endo
in loco capace di suo accrescimento, la natura lo dirizza a cercare con
furore il loco ricipien<te> a' suo accres<c>imento, e rompendo o
sgombrando l' ostaculo più debole, giugne infra la spaziosa aria, la quale
non sendo atta a fuggire con quella velocità ch' ell' è assalita, perché il foco
è più sottile che l' aria, conviene che non sendo l' aria di pari sottigliezza
che 'l foco, non li po dare loco con quella velocità e prestezza che 'l foco l'
assale, onde accade resistenzia e la resistenzia è causa del grande strepido
e romore della bombarda. Ma se la bombarda traessi contro all'
avvenimento d' uno impetuoso vento, sentiresti maggiore tronito fatto per
la cagione di maggiore resistenzia d' aria contro alla fiamma, e così farebbe
minore romore, quando traessi per la linia del vento, perché li sarebbe men
resistenzia. In ne' luoghi padulosi o d' altre arie grosse, la bombarda farà
maggiore romore da presso e men lontano si sentirà che in su' monti <o>
altri lochi di sottile aria. Se l' aria fia grossa o sottile equalmente e sanza
movimento di venti, il romore fia equalmente sentito intorno alla sua causa
e andrassi di circolo in circulo spargendo a similitudine che fanno i circoli
dell' acqua causati dal gittato sasso infra essa, e in quel loco dove fia tratti
simili strumenti, l' aria visina romperà o moverà tutte le cose di debole
resistenzia: rotti fieno tutti i vasi grandi, larghi in bocca, finestre di carta e
simili cose, mossi fieno tutti i tetti visini d' in su' loro sostegni, e questo
accaderà quando molte finestre e usci fieno aperte e porteranno pericolo i
sottili e disarmati muri. Questo accade che l' aria sgonfia e prieme e vol
fuggire per tutti i versi. In quanto al movimento, mosso fieno usci, finestre,
alberi e simili cose. E se porrai una freccia poco fitta con una piccola pietra
su per ispazio di 6 miglia per lo movimento dell' aria caderà.

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Foglio 18 (19)

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Capoverso

Dì della voce per l' aria.

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Foglio 17 (18)

Come si debbe pulire i getti.

Fara' un mazzo di fila di ferro grosso come spaghetto e coll' acqua


frecherai, tenendo sotto uno tinello acciò non facci fango sotto.

Come si de' levare i ricci del bronzo.

Farai un palo di ferro che sia a uso d' uno largo scarpello e con quello
fregherai su per quelle creste del bronzo che riman sopra i getti delle
bombarde che dirivano dalle isc<h>iappature della forma.

Ma fa che 'l palo pesi bene, e colpi sieno lunghi e grandi.

Facilità di fondere.

Allega prima una parte del metallo alla manica; di poi lo metti in fornace e
questo farà principio col suo bagno al fondere de' rame.

Per provvedere al rame che si freddassi nella fornace.

Quando il rame si freddassi nella fornace, fa che subito, quando tu te n'


avvedi, di tagliarlo co' frugatoi in mentre che li è in panniccia, ovvero se
fussi interamente raffreddo, taglialo come si fa il piombo con larghi e
grossi scarpelli.

Se avessi a fare un gran getto.

Se avessi a fare un getto di centomila libbre, fallo con 5 fornelli con 2000
libbre ciascuno o insino a 3000 libbre il più.

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Come debbe stare l' asse che forma la bomba<r>da.

L' asse, guida della forma della bombarda, de' essere di pero e raddoppiata
dal mezzo indirieto per larghezza, di grossa asse a ciò non si torcessi, e
dove lasci in essa assa la stampa delle cornici e forma della bombarda, sia
faccia e non taglio, e quando dai con esso il sevo, brunisci detta faccia con
un dente di porco in modo sia solia; e' sevo sia sottilmente colato acciò nel
torniare non facci segni.

Come s' arebbe a rompere una gran massa di bronzo.

Se voli rompere una gran massa di bronzo, sospendilo prima, poi li fa da 4


lati un muro a uso di truogo di mattoni, e falli gran foco, e quando è ben
rosso dalli i colpi con uno gran peso levato in alto con gran forza.
DC-B-A

Del gittare molti passavolanti a un tratto.

Fa le vie al bronzo come dinanzi qui appare, e tieni stoppati D B C e lascia


tutta aperta la via A, e quando quella è piena, distoppa B, e quando quello è
pieno, distoppa C e poi D; e l' uscio delle vie debbe essere di mattone
grosso 3 dita e bene incenerato, e po' si leva colle tanaglie. E rami delle
vie, quando sono ancor fondute, si deono dividere con piastrelle di ferro
interrate innanzi si fermi.

Come si debbe mettere i fusi delle bombarde a cavallo.

Come debbe stare il legno avanti si metta la corda grossa.

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Foglio 16 (17)

Del fare unire il piombo coll' altro metallo.

Se volessi per masserizia mettere il piombo nel metallo N per sopperire


alla somma dello stagno che si richiede nel metallo, allega prima il piombo
collo stagno e poi metti sopra a' rame fonduto.

Come si debbe fondare un fornello.

Il fornello de' essere infra 4 pilastri ben fondati.

Della grossezza della cappa.

La cappa non debbe prevalicare la grossezza di 2 dita e debbesi interrare in


qu<a>ttro volte sopra la terra sottile e poi bene armare, e sia solamente
ricotta di dentro e dato poi sottilmente di <c>enere bovina.

Della grossezza della bombarda.

La bombarda de' essere da 600 libbre di ballotta in su con questa regola.

Farai la misura del diamitro della ballotta e quella dividi in 6 parti e una d'
esse parti fia la grossezza dinanzi e la metà sempre più dirieto. E se la
ballotta fia di libbre 700, 1/7 del diamitro della ballotta fia la sua grossezza
dinanzi; e se la ballotta fia 800, l' ottavo del suo diamitro dinanzi; e se 900,
1/8 e 1/2; e se 1000, 1/9.

Della lunghezza della tromba della bombarda.

Se voi ch' ella gitti una ballotta di pietra, fa la lunghezza della tromba di 6
o infino in 7 ballotte; e se la ballotta fussi di ferro, fa detta tromba insino in
12 ballotte; e se la ballotta fussi di piombo, fara' la insino in diciotto
ballotte. I' dico quando la bo<m>barda avessi la bocca atta a ricevere in sé
da 600 libbre di ballotta di pietra in su.

Della grossezza de' passavolanti.

La grossezza dinanzi de' passavolanti non debbono passare dalla metà


insino al terzo del diamitro della ballotta, e la lunghezza da 30 insino in 36
ballotte.

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Dello illotare il fornello di dentro.

Il fornello debbe innanzi che ti inforni il metallo, essere illotato di terra di


Valenza, e sopra quella, cenere.

Del ristorare il metallo, quando si volessi freddare.

Quando tu vedi il bronzo volersi congelare, tolli legne di salice


sc<h>iappate sottilmente e con quelle fa foco.

La cagione del congelarsi.

Dico la cagione d' essa congelazione dirivare spesse volte da troppo foco e
ancora da legne mal secche.

A conoscere la di<s>posizione del foco.

Il foco conoscerai quando sia bono e utile, a le fiamme chiare e se vederai


le punte d' esse fiamme turbe e finire con molto fumo, non te ne fidare e
massime quando arai il bagno quasi in acqua.

Che legne sono bone.

Le legne sono bone quando fieno di salcio giovane ovver non potendo
avere salice, torrai ontano, e ciascuno sia ben giovane e ben secco.

Dello allegare il metallo.

Il metallo si vole fare universalmente nelle bombarde con 6 o insino in 8


per cento, cioè 6 di stagno sopra cento di rame, e quanto meno ve ne metti,
più sicura fia la bombarda.

Quando si debbe accompagnare lo stagno col rame.

Lo stagno col rame si debbe mettere, quando hai il rame condotto in acqua.

Come si debbe aumentare il fondere.


Il fondere fia da te aumentato, quando sarà condotto il rame in 2/3 in
acqua. Allora con un legno di castagno ispesso rimenerai il rimanente del
rame ancora intero infra la parte fonduta.

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Foglio 15 (16)

La terra sottile delle bombarde.

Tolli la terra di cimatura e quella appicca nel muro in piastre sottili in


modo si secchi bene. Di poi la pesta e crivella in sottile polvere e a 50 parti
d' essa polvere aggiugni 10 parte di quadrello non troppo cotto e ben pesto
e crivellato, ancora uno poco di fine cimatura o di panni o fustagni; e
ancora a detta composizione aggiugni 6 parte di cenere la quale crivellerai
liquidata con acqua ben salata e questa darai con uno pennello da
'mbiancatori liquida e sottile 2 o 3 volte lasciando ogni volta seccare sanza
foco. Ancora sarebbe bono di dare, innanzi a questa, cenere di sterco di bo
arso, liquidato con acqua salata.

Del sevo.

Il sevo si de' dare in compagnia di filiggine di fabbro e sottile quanto puoi,


o voi cenere bovina.

Delle cornici.

Le cornici si debbono fare insino quasi all' ultimo di cordetta qu<a>si da


trottola, e sopra quella terminare dette cornici con sottil terra e ripulire con
detto sevo e caligine e li ornamenti sieno di cera.

Il masc<h>io.

Il masc<h>io della coda si debbe ultimamente coprire con ova, quadrello


in polvere e cenere con acqua salata. Ancora è bona, anzi mi<g>liore, la
cenere di sterco bovino data con acqua salata sopra detto masc<h>io.

Del governare il masc<h>io.

Il masc<h>io si debbe in prima mettere nella fossa con rampini come


dinanzi vedi; di poi ricocere a oncia a oncia venendo in su in modo sia di
colore di quadrello; di poi lo va con uno legnetto percotendo pianamente a
parte per parte e dove senti sonare, lega con filo di ferro, ma per non
errare, lo potrai avvoltare per tutto.

Della universal terra.

La universal terra vole essere di quella che si fa i quadrelli, misc<h>iata


con isterco bovino e cimatura di panni lani.

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Capoverso

Demetrio solea dire non essere differenzia dalle parole e voce dell'imperiti
ignoranti che sia da soni e strepidi causati dal ventre ripieno di superfluo
vento. E questo non senza cagion dicea, imperò che lui non reputava esser
differenzia da qual parte costoro mandassino fuora la voce o dalle parte
inferiori o dalla bocca, che l' una e l' altra era di pari valimento e sustanzia.

La stoltizia è scudo della vergogna come la improntitudine della povertà.

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Foglio 14 (15)

Capoverso

Nulla può essere scritto per nuovo ricercare e quale cosa di te a me stesso
prometta.

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Foglio 30 (31)

Capoversi

Il fondo del fornello, 3 gradi di quadrelli grudi di terra comune e uno 1/2
dito di cenere; la volta, un solo di quadrelli crudi di Valenza e un altro solo
di quadrelli cotti.

I calossi si mettano colla cenere.

Il legno del masc<h>io delle bombarde s' incenera grosso un dito.


La bocca del fornello, cioè dond' entra la fiamma, de' essere di gran
quadrelli di Valenza.

Ciascun de' 2 camini de' essere per la metà della finestra dell' entrata della
fiamma.

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Foglio 31 (32)

Capoverso

a braccia 100 B - M

Se tu volessi sapere che calata ha un fiume per o<g>ni miglio sanza


operare altro livello, terrai questo modo. Guarda di eleggere una parte del
fiume, la quale abbia più conformità colla universalità del corso di che
vuoi sapere il calo, e di quella piglierai 100 braccia di riva, le quali termina
lor principio e fine con 2 virgole, come appare di sopra in A B; e poni al
principio una vis<c>ica o galla o un pezzetto di sughero e nota in quanti
tempi musici detta cosa camminando colle declinative onde perviene al
fine del cammino de le 100 braccia, e poi ne misura molti altri di più tardi
e ancor di più veloci corsi, e di poi misura il calo di 100 braccia col livello.
E co<n> questa ragione avendo misurate diverse acque, saprai poi dire
solamente col torre 100 passi di 'na riva; e notando in quanti tempi quella
tua gallozza ha fatto quel corso, dirai con verità il calo che la fa per miglio.

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Foglio 33 (34)

I sensi sono terresti, la ragione sta for di quelli quando contempla. Vento.

Quella parte dello panno che fia più lontana al suo firmamento, più cederà
al vento suo motore.

A-B-C

Se tirerai A C e poi lascerai andare, e' si moverà tanto più presto che B C,
q<u>anto B C entra in A C.

Quella terra che fia più mista coll' acqua, manco resisterà ai pesi sopra
postoli.
Quell' acqua che più participerà di terra, a maggior pondo farà resistenzia.

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Capoversi

In bocca grossa un ottavo del suo diamitro e la congiunzione sua colla


coda, grossa 1/4 del suo diamitro.

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Foglio 34 (36) (32)

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Capoversi

Farisei frati santi vol dire.

Punto non è parte di linia.

L' acqua che tocchi de' fiumi, è l' ultima di quella che andò e la prima di
quella che viene. Così il tempo presente.

La vita bene spesa lu<n>ga è.

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Foglio 37 (35?)

Che cosa è sono fatto dal colpo.


Il tempo nel quale si genera il colpo è la più brieve cosa che per l' omo si
possa fare, e non è sì gran corpo che, essendo sospeso, che con breve colpo
non facci subito movimento, il quale movimento ripercote nell' aria e l' aria
sona che tocca la cosa mossa.

Se 'l romore è nel martello o nell' ancudine.

Dico: perché l' ancudine non è sospesa, non po resonare; resona il martello
nel balzo che fa dopo il colpo, e se l' ancudine sonassi, il sono fatto in essa
da ogni piccolo martello, sì come la campana per ogni varia cosa che la
batte, ha una medesima bassezza di boce, così fare' l' ancudine battuta da
ogni vario martello, e udendo tu varie voci per varie grandezze di martelli,
adunque la voce è nel martello e non ne l' ancudine.

Perchè la cosa non sospesa non sona; essendo sospesa, ogni piccolo
contatto le toglie il sono.

La campana battuta fa subito triemito e 'l subito triemito subito batte la


circumscrivente aria, la quale subito resona. Essendo impedito, con ogni
piccolo contatto non triema e non batte e non risona l' aria.

Se l' uccello che subito b<a>tte l' aria, debbe quella o no resonare?

Dico di no, perché l' aria che penetra per la cosa che la batte, non riceve
botta, onde non po fare sono.

Della bombarda e saetta.

Qui sona moto d' aria più potente che la resistente aria.

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Capoversi

Ogni azzione bisogna che s' esercita per moto.

Cognoscere e volere son 2 operazione umane.

Discernere, giudicare, consigliare sono atti umani.

Il corpo nostro è sottoposto al cielo e lo cielo è sottoposto allo spirito.

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Foglio 37 (38)

De colpo.

O<g>ni cosa percossa in nel resistente obbietto risalta da esso obbietto con
equale angolo a quello della percussione.

C-BA-D

Questa medesima è provata nella decima proposizione del terzo libro della
natura del colpo, dove si tratta della palla percossa nel muro. E se tu
volessi sapere la profondità d' una caduta d' acqua, guarda la linia della
caduta in C B di che qualità d' obbliquità ella participi; di poi guarda la
latitudine ch' è infra la incidenzia B e 'l surgimento A, e fa l' angolo A B D
e misura come nel decimo delle percussione si dimostra.

E se tu avessi per openione che l' acqua in questo caso ne potesse


ingannare per qualche contra posta cosa che si interponessi alla linia della
risaltazione, sappi che se la caduta è vecchia, ella arà consumata ogni
opposizione che si fussi contra posta al suo germugliamento.

Prospettiva.

Domandasi a te, pittore, perché le figure da te fatte in minuta forma per


dimostrazione di prospettiva non paiano in pari dimostrazione di distanzia
grandi quanto le naturali levate di pari grandezza alle dipinte sopra la
pariete.

E perché le cose apparenti in picciola lontanità in pari distanzia apparano


maggiore che 'l naturale.

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Foglio 38 (39)

Comparazione.
Un vaso rotto crudo rotto si po riformare, ma il cotto no.

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Il movimento della cosa visina alla cosa stabile fa spesse volte essa cosa
stabile parere trasmutarsi in nel moto della cosa movente, e la cosa
movente parere stabile e ferma.

D A - C - F B; M H G

Pittura.

Le cose di rilievo da presso viste cor un sol occhio parran simile a una
perfetta pittura. Se vederai coll' occhi A B il punto C, parratti esso punto C
in D F. E se la guardi col solo occhio G, parratti H in M, e la pittura non
arà mai in sé queste 2 varietà.

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Foglio 39 (41)

Molte volte u<n>a medesima cosa è tirata da 2 violenzie, cioè necessità e


potenzia. L' acqua piove, la terra la sorbisce per necessità d' omore e 'l sole
la svelle non per necessità ma per potentia.

Il mezzo ch' è infra l' occhio e la cosa vista trasmuta essa cosa in nel suo
colore, come l' aria azzurra fa che le lontane montagne parano azzurre; il
vetro rosso fa che ciò che l' occhio vede dopo lui pare rosso; il lume che
fanno le stelle dintorno a sé, è occupato per la tenebrosità de la notte che si
truova infra l' occhio e l' allumazione d' essa stella.

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Navi fatte di travi.

Navi fatte di vimine tessute e fas<c>iate di corame per corsali. Per


combattere muri di mare o torri tolli le galee e 'nanzi che le congiung'
insieme, leva li remi di dentro sì che le sponde si tocchino insieme e colli
remi della part' esteriore navicherai. A questo modo parrà una sola, sopra
la quale farai torre e bastia forte e da portare ogni opportuna
ar<t>i<g>lieria att' a batta<g>lia.

L' anima mai si può corrompere nella curruzion del corpo, ma fa nel corpo
a similitudine del vento ch' è causa del sono de l' organo, che guastandosi
una canna non resultava per quella del vento buono effetto.

Dispregiando un vecchio pubblicamente un giovane, mostrando


aldacemente non temer quello, onde il giovane li rispuose che la sua lunga
età li faceva migliore scudo che la lingua o la forza.

Per fare rosso in vetro per incarnazione.


To' rubini di rocca nova o granati e misc<h>ia col lattimo. Ancora il bolo
armenio è bono in parte.

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Foglio 42 (49)

BA

Linea equidiacente A B.

CBA

Poni due pesi, l' uno in A B, l' altro in B C, i quali pe<si> sieno
proporzionevoli alle prenominate partizioni; poi poni il peso d' A in C e
quel di C in A, e la bila<n>cia starà per linia equidiacente.

Foglio 43 (50)

Della violenzia.

Dico o<g>ni corpo mosso o percosso ritiene in sé per alquanto spazio la


natura d' essa percussione o movimento e ritiella tanto più o meno,
qua<n>to sarà maggiore o minore la potenzia e la forza d' esso colpo o
moto.

Esemplo.

Vedi un colpo dato in una campana quanto riserva in sé il romore della


percussione. Vedi una pietra uscita della bombarda qua<n>to riserva la
natura del movimento. Il colpo dato in corpo denso: durerà più il sono che
in corpo raro, e quello arà più durata che fia in corpo sospeso e sottile.

L' occhio riserva in sé le magine de' corpi luminosi per alquanto spazio.

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Foglio 44 (51?) (46)

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Foglio 46 (53)

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Foglio 51 (58)

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Capoversi

Se sarai assalito di notte ai tua alloggiamenti o che tu ne dubitasse, usa


tenere in punto trabocchetti che gittino triboli di ferro, e se se' assalito,
tra'li infra nimici e arai tempo a mettere a ordine i tua contro alli assalitori
e 'ngannati nimici, i quali pel dolore de' feriti piedi poco si potranno
adoperare; e l' ordine del tuo assalire farai così. Dividi la tua gente in 2
squ<a>droni e metti in mezzo i nimici, ma fa che tu abbi le suola de le
scarpe e così i cavalli i sua ferri come dissi dinanzi, altrementi i triboli non
conos<c>erebbono i sua da' nimici; e fa ch' ogni trabocco gitti di detti
triboli una carrata.

Sicurarsi da' triboli.

Se tu porterai tra 'l piè e 'l suolo della scarpa un suolo di panno tessuto di
corde di bambagia grosso uno dito, sarai siguro da' triboli che non ti si
ficcheranno ne' piedi.

Se vuoi esse<r> sicuro del sabon tenero sopra le galee, tieni seminato rena
grossa di fiume su per la corsia e dove s' ha <a> tenere i piedi, e la pece la
fermerà; e tien ne' sacchi sempre in punto per quando bisognassi.

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Foglio 53 (60)

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Farai fare que' triboli di getto alla cava del ferro colle forme di 3 pez<i> e
po' sien limate le punte.

triboli doppi

Questi triboli sono da essere usati. Uno sacchetto di corame a lato a


ciascuna persona, acciò che se la sperata vettoria per la forza del nimico si
convertissi in fuga, questi seminati dirieto a sé sarien cagione di ritardare
la velocità de' cavalli e di partorire non isperata vettoria.

Ma a ciò che ritornando indirieto questa semenza non fussi cagione di fare
a te simile inganno, arai prima preparato i ferri a' cavalli in nella forma di
sotto figurata. Sia adunque inch<i>odato tra 'l ferro de' cavallo e 'l pié una
p<i>astra d' acciaro grossa e larga qua<n>to il detto ferro, cio<è> del
cavallo. E co<sì> a' fanti a pié siano accomodate alle sola delle s<c>arpe
piastre di ferro disnodate acciò si possa co<n> comodità alzar il calcagno e
fare i passi e correre a' bisogni sanza alcuno contrastante impedimento; e la
disnodatura sua sarà come figurato è qui di sotto.

Ancora se a lato a ciascuno <de'> combattenti marinai ne fia un piccolo


sacc<h>etto e gittati fieno co' le mani in sull' avverse galee o navi, saranno
semenza di vicina v<e>ttoria. Ma abbi tu le scarpe ferrate come detto è di
sopra, e piene nel di sotto di minute puntiselle, acciò che essendo gittato
sapon tenero sul tuo navilio, tu possi stare in pié.

Ancora se 'l nimico gittassi calcina in polvere, che la spessezza di quella ti


guastassi l' aria la qual va per lo alito a' polmoni, farai stare 4 poste in 4
loghi de la lunghezza del tuo navilio di 4 per posta, e cias<c>una quantità
abbi un bariletto d' acqua e grossi sc<h>izzatoi che dieno per forza l' uscita
all' acqua per molti e piccoli busi, acciò che l' acqua co<n>vertita in fumo
s' accompagni col fumo della calcina e tirili in basso.

sc<h>izzatoio - solo di ferro per iscarpe - ferro di cavallo per triboli

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Foglio 55 (62)

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