L’ecstasy è una sostanza psicoattiva, poiché provoca effetti allucinogeni e
stimolanti simili a quelli ottenuti dalle amfetamine. Esistono anche varianti della stessa classe, come l’MDEA (Eve), l’MDA (Love Drug), e l’MBDM (TNT). Si tratta di un composto semisintetico ottenuto dal safrolo, uno degli olii essenziali presenti nel sassofrasso, nella noce moscata, nella vaniglia, nella radice di acoro, e in diverse altre spezie vegetali. Spesso, oltre al principio attivo, si utilizzano altre sostanze che ne potenziano l’effetto, come anfetamine, cocaina, caffeina, efedrina o farmaci per uso umano o veterinario. L’ ecstasy, abitualmente, è preparata clandestinamente sotto forma di capsule, polveri e, per lo più, compresse colorate, con nomi e disegni originali in superficie che rappresentano sia il marchio di colui che l’ha preparata sia i differenti effetti. Questa sostanza è consumata, solitamente, insieme a bevande alcoliche alle quali conferisce un retrogusto amaro. Inoltre, la si può trovare anche sotto forma di polvere e a volte viene sniffata, occasionalmente fumata, ma raramente iniettata. Gli effetti dell’ ecstasy possono durare ore e consistono nell’ eliminazione dell’ansia, rilassatezza, assenza di fame, di sete e di sonno. Si sperimenta, innanzitutto, un senso di fervore, seguito da un senso di calma e benessere sociale, spesso accompagnato da un acutizzarsi della percezione dei colori e dei suoni. Provoca, inoltre, un senso di maggiore energia e forza personale, e ha un moderato effetto allucinogeno.
EFFETTI SUL CERVELLO
L’ecstasy agisce sui circuiti serotoninergici del cervello, aumentandone la
produzione. La serotonina è il neurotrasmettitore che, tra le altre cose, controlla l’umore, le emozioni, l’aggressività, il sonno, l’appetito, l’ansia, la memoria e la percezione. I canali lungo i quali viaggia questa sostanza sarebbero il bersaglio principale dell’ ecstasy. Un uso regolare e cronico della sostanza determinerebbe un effetto neurotossico, ovvero si avrebbe un danno permanentemente a carico della produzione di serotonina. Di conseguenza potrebbero insorgere patologie psichiche come depressione, psicosi, attacchi di panico e danni permanenti della memoria.
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