Sei sulla pagina 1di 4

Droghe ad alcaloidi

Comprende tutte quelle specie che producono principalmente alcaloidi come principi attivi. Alcuni
alcaloidi hanno basso indice terapeutico (il limite tra la dose minima terapeutica e la dose tossica è
molto sottile, un dosaggio sbagliato e si rischia di incorrere in problematiche gravi), perciò non tutte le
droghe ad alcaloidi sono impiegate nella preparazione di integratori alimentari.

Atropa belladonna (Belladonna)


Appartenente alla famiglia delle Solanaceae.

Pianta erbacea perenne poco comune in italia. Cresce spontanea in Europa centrale e meridionale, ad
oggi è coltivata. Presenta delle bacche nere e lucide le quali sono tossiche e ha la particolarità di
aumentare la propria produzione di principi attivi se coltivata in concomitanza con l'assenzio
(allelopatia).

Droga: foglie essiccate, sommità fiorite.

Principi attivi: alcaloidi tropanici (iosciamina, scopolamina). Quando si estrae la l-iosciamina, si ottiene
l’atropina.

Usi terapeutici: atropina e iosciamina hanno effetto parasimpaticolitico, spasmolitico a livello


gastointestinale, riducono la secrezione salivare e bronchiale (sono preanestetici,
durante un’operazione chirurgica per contrastare gli effetti dei farmaci usati per
l’anestesia, tra cui rientra appunto l’aumento della secrezione salivare e bronchiale). Ha
inoltre effetto midriatico, ovvero dilata le pupille.
È una pianta non ammessa negli integratori. Spesso è utilizzata come stupefacente
(droga voluttuaria) con esiti talvolta fatali per via di un'errata posologia. Il
sovradosaggio provoca tossicità portando ad allucinazioni e paralisi degli organi
innervati dal sistema parasimpatico.
Un farmaco a base di scopolamina è il buscopan.

Cinchona (China)
Appartenente alla famiglia delle Rubiaceae.

Si utilizzano le specie Cinchona succirubra (china rossa), Cinchona ledgeriana (china gialla) e
Cinchona officinalis (china grigia). Il colore è attribuito in base alle sfumature della corteccia.
Pianta arborea di origine peruviana.

Droga: corteccia.

Principi attivi: chinina, chinidina, cinconina, cincondina (alcaloidi).

Usi terapeutici: è stato il primo antimalarico, soppiantato in seguito dalla clorochina (sintetica). Ha
azione antipiretica, analgesica, antiaritmica (ascrivibile alla chinina). La chinidina
invece conferisce effetto cardiotonico.
Se preparata in soluzione alcolica, la corteccia della china grigia è particolarmente
indicata per la produzione di amari digestivi.
Il cloroidrato di chinina viene invece utilizzato durante il saggio sul potere amaricante
durante il controllo qualità.
È una pianta ammessa negli integratori alimentari: ha funzione digestiva, carminativa,
regola la motilità del transito intestinale e la sudorazione.
Papaver somniferum var. album (Papavero da oppio)
Appartenente alla famiglia delle Papaveraceae.

Pianta erbacea annuale originaria dell’Asia occidentale. Il frutto è una capsula ovoidale poricida. È
percorsa da canali latificferi (da cui fuorisce oppio) che si rapprende e ossida facilmente all’aria perché
composto da sostanze volatili, generando una sostanza simile alla gomma che può essere venduta come
pane d’oppio se opportunamente lavorata.

Droga: latice o oppio che fuoriesce dalle incisioni praticate sulla capsula, semi da cui si ricava un olio.

Principi attivi: alcaloidi (morfina il principale, codeina, tebaina, papaverina e narcotina).

Usi terapeutici: in generale, si tratta di una pianta non ammessa negli integratori alimentari poichè ha
azione prevalentemente depressiva sul SNC fungendo da analgesico o da anestetico,
oltre ad avere anche attività spasmolitica a livello gastrointestinale.
Entrando più nel particolare, la morfina è analgesico profondo (ovvero alza la soglia di
percezione del dolore) che però provoca assuefazione, ossie dà dipendenza fisica e
psichica provocando euforia e benessere transitori e tolleranza (il fisico però si abitua
presto alle dosi di morfina, richiedendone sempre in dosi maggiori).
Una dose eccessiva inibisce il centro del respiro e le funzioni celebrali fino al coma.
Viene quindi utilizzata per la malattia del dolore sui malati terminali o per lassi di tempo
brevi.
La tebaina viene utilizzata come precursone di emisintesi per ottenere codeina.
La codeina ha anzione antitussiva (agisce sul centro della tosse).
La papaverina non agisce sul SNC, ha più che altro azione spasmolitica a livello
gastrointestinale.

Segale cornuta

Il suo nome deriva dall’aspetto delle sue cariossidi nere ed allungate rispetto alle altre, tratto dovuto ad
un’infestazione da parte di un fungo parassita, il Claviceps purpurea. Le spore del fungo infettano
l’ovario delle giovani piante di segale generando delle ife filamentose modificandolo. Il corpo fruttifero
modificato che si genera è lo sclerozio, ovvero la droga utilizzata.

Principi attivi: ergometrina ed ergotamica (alcaloidi), ergotossina.

Usi terapeutici: L'ergometrina è utilizzata come antiemorragico, somministrata per ridurre le emorragie
post-partum.
L'ergotamina è utilizzata come vasocostrittore nella terapia dell’emicrania qualora gli
analgesici non fanno effetto.
Dalla segale si estrae anche l’LSD, una sostanza psicoattiva di cui si è fatto uso
voluttuario negli anni 60-70. Crea una distorsione della percezione a livello cognitivo
ma d’altro canto favorisce l’attività mentale e la creatività.
Chi assume questo tipo di segale rischia infiammazione agli arti che portano alla gotta e
all’amputazione, o anche sfoghi cutanei causati dall’Herpes zoster (o Fuoco di
Sant’Antonio), vomito e convulsioni.
Taxus brevifolia Nutt. (Tasso del Pacifico)
Appartenente alla famiglia delle Taxaceae.

Albero dioico alto dai 5 m ai 10 m, con chioma monopodiale, tronco con corteccia liscia di colore
brunastro, foglie srette e allungate, presenta inoltre uno pseudofrutto costituito da un seme avvolto da un
arillo carnoso di colore rosso.
È Gimnosperma tipica delle foreste meridionali dell’Alaska e dell’America del nord. Ad oggi si
tratta di una specie coltivata.

Droga: corteccia, foglie.

Principi attivi: taxolo (alcaloide diterpenico ricavato dalla corteccia in quantità bassissime, con una resa
dello 0,004%). Fortunatamente, dalle foglie e da altre specie di tasso si ottiene un precursore di
emisintesi.

Usi terapeutici: è un inibitore mitotico utilizzato come chemioterapico nei casi di carcinoma alle ovaie,
al seno e ai polmoni.
La formulazione commerciale è Paclitaxel.
La posologia va controllata accuratamente e va somministrato per via parenterale
(cioè non per via gastro-intestinale).

Peumus boldus (Boldo)


Appartenente alla famiglia delle Monimiaceae.

Piccolo albero dioico originario del Cile, sia spontaneo che coltivato a diverse latitudini.

Droga: foglie essiccate (margine fogliare che tende a ripiegarsi sul margine inferiore come nell’ulivo. Su
entrambe le pagine fogliari ci sono dei peli protettori unicellulari a stella o rosetta).

Principi attivi: alcaloidi (in particolare boldina)

Usi terapeutici: i suoi alcaloidi non sono a basso indice terapeutico pertanto può essere usato negli
integratori o anche nelle tisane (con aggiunte come camomilla, menta x piperita, cardo
mariano, radice di tarassaco, rabarbaro, radice di liquirizia). In generale, ha funzione
digestiva ed epatica con azione colagoga e coleretica (aumenta la produzione di bile e il
deflusso di questa del tratto intestinale).

Coffea arabica L. (Caffè)


Appartenente alla famiglia delle Rubiaceae.

Dello stesso genere, vengono utilizzate le specie Coffea liberica (per i decaffeinati) e Coffea burbonica
(per il basso contenuto di caffeina).
Piccolo albero coltivato in America centrale e meridionale, Africa centrale e meridionale. Il maggior
produttore ad oggi è il Brasile.
Droga: semi tostati (sono situati all’interno di ogni bacca. Si elimina la polpa delle bacche mature
ottenendo caffè pergamino, si depellicola e si tolgono gli strati esterni ottenendo caffè nudo, poi si ha
torrefazione a 200° per liberare una miscela aromatica che prende il nome di caffeone).
Ad oggi si usano anche i semi del caffè tostati e non torrefatti (in quel caso si parla di caffè verde),
perché la caffeina sembra entrare più facilmente in circolazione nell'organismo.

Principi attivi: alcaloidi xantinici (tra cui la caffeina al1%-2%. Si trova come molecola isolata), a basse
concentrazioni invece si trovano teobromina (contenuta anche nel cacao) e teofillina.
Usi terapeutici: la caffeina è stimolante del sistema nervoso centrale (SNC), favorendo lo stato di veglia
e la resistenza dell’organismo alla stanchezza e fatica fisica. Tuttavia, aumenta il battito
cardiaco, quindi non è adatto a chi soffre di malattie cardiache. Inoltre, è diuretico,
stimola la secrezione gastrica (prima dei pasti, favorisce il senso di fame, dopo i pasti
favorisce la digestione) e attiva il metabolismo lipidico.
La caffeina si trova all’interno dei farmaci con effetto depressivo del SNC per
contrastarne gli effetti.
In commercio, esistono diversi tipi di caffè (liofilizzato, decaffeinato,...) e caffè ottenuti
da vari metodi di percolazione, principalmente per uso alimentare.
Altre droghe che contengono caffeina sono Cola acuminata, Ilex paraguariensis (matè),
Paullinia cupana (guaranà), Camellia sinensis (tè).

Potrebbero piacerti anche