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CAPITOLO
37
37 TECNOLOGIE DI FORMATURA IN
PRESSA, IN FORNO ED IN AUTOCLAVE
CON SACCO DA VUOTO
lamine di fibre unidirezionali)1. Se le lamine sono già largamente utilizzati nelle costruzioni aeronautiche e
impregnate di resina (pre-impregnati o pre-preg) i spaziali.
processi si chiamano Dry Lay-Up (ovvero laminazione
a secco), viceversa se ciascuna lamina viene
impregnata di resina direttamente sullo stampo in fase
di laminazione si parla di processi Wet Lay-Up (ovvero
laminazione ad umido).
(a)
1
E’ possibile utilizzare per questi processi anche fibre discontinue
organizzate in mat.
La Figura 37.4 mostra la pala del rotore di un comporta bassi volumi produttivi ed alti costi di
elicottero. Essa costituisce uno dei primi esempi di una produzione soprattutto se confrontati con quelli di altre
parte della struttura primaria realizzata interamente in tecnologie quali la pulltrusione e la filament winding.
composito. La sua produzione è basata essenzialmente Per tutte le tecnologie di formatura è possibile suddividere
su una serie di cicli di formatura in autoclave. il ciclo produttivo essenzialmente in tre fasi: taglio,
laminazione e polimerizzazione.
La fase di taglio è quella che consente di ottenere le
lamine della forma e dimensioni desiderate, la
laminazione è la fase di deposizione delle lamine sullo
stampo ed infine la fase di polimerizzazione consiste nel
far avvenire la completa reticolazione della resina e quindi
nel conferire al manufatto le sue proprietà finali. In
ciascuna di queste fasi le tecniche e modalità di
esecuzione e, talvolta anche gli impianti produttivi variano
in funzione del semilavorato che viene utilizzato.
Nel caso dei prepreg è possibile utilizzare tecniche di
taglio e di laminazione (siano esse manuali che
automatizzate) che riducono le difficoltà nell’allineamento
e nel posizionamento delle fibre nelle direzioni desiderate.
L’elevato grado di viscosità3 della resina con cui sono pre-
Figura 37.4 – Pala del rotore principale dell’elicottero impregnati i rinforzi conferisce infatti alle lamine di
Agusta A109. Essa è interamente realizzata in
composito mediante processo di formatura in autoclave. prepreg una certa stabilità dimensionale ed un buon livello
di maneggiabilità. Unitamente ai vantaggi intrinseci dei
In Figura 37.5 è invece mostrata la gondola motore prepreg, i quali consentono un efficiente controllo del
dell’ Airbus A330 prodotta dall’italiana Alenia contenuto e della distribuzione di resina nel laminato, il
AerMacchi. Tutte le gondole motore dei grandi controllo degli spessori, una netta riduzione del contenuto
velivoli commerciali sono costituite da speciali di vuoti, ciò permette di ottenere laminati con prestazioni
pannelli sandwich in composito realizzati anch’essi in nettamente superiori a quelle ottenibili con le tecnologie
autoclave. wet lay-up.
Di contro, i prepreg proprio per la supposta stabilità
dimensionale che possiedono, hanno una drappabilità
limitata e sono per questo motivo difficilmente utilizzabili
per la produzione di forme molto complesse. Si
comprende quindi come, in taluni casi, sia necessario
utilizzare tessuti secchi effettuando la stratificazione e
l’impregnazione manualmente.
E’ opportuno far notare che con un processo wet lay-up
non è generalmente possibile deporre strati con fibre
esclusivamente unidirezionali. Non essendoci la resina
infatti, è l’intreccio di trama e ordito a mantenere assieme
le fibre ed a consentire la deposizione delle singole lamine
sullo stampo. Ricordando dal capitolo 32 che l’utilizzo dei
tessuti conferisce ai laminati caratteristiche meccaniche
inferiori rispetto ai laminati UD (ove le singole lamine
sono costituite esclusivamente da fibre di rinforzo in una
sola direzione), la necessità di utilizzare i tessuti appare
come un ulteriore limite a carico di questo tipo di processi
di formatura.
Ove è possibile e, soprattutto, ove sono richieste ai
Figura 37.5 – Gondola motore dell’Airbus A330. Essa è manufatti prestazioni molto elevate (come accade
costituita da speciali pannelli sandwich prodotti in generalmente per i componenti delle strutture primarie
autoclave.
3
Di contro, nonostante alcune fasi del processo possano Si ricorda che la viscosità diminuisce all’aumentare della temperatura.
essere talvolta automatizzate, le tecnologie di A temperatura ambiente, ovvero la temperatura alla quale viene
formatura sono essenzialmente processi manuali. Ciò effettuata la laminazione dei pre-impregnati, la resina degli stessi è molto
viscosa.
Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza
autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633.
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Tabella 37.1 – Confronto tra le caratteristiche di una pressa da taglio idraulica ed una meccanica a rulli.
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(a)
sono recentemente aggiunte a quelle tradizionali. dimensioni (circa 0.01-0.04mm). In queste condizioni il
Sviluppate in origine per il taglio di materiali liquido esce a circa 2.5 volte la velocità del suono.
altrimenti difficilmente lavorabili, queste tecniche, che L'energia cinetica posseduta dal getto va ad agire sulla
possono essere impiegate anche per i preimpregnati, superficie del materiale in lavorazione, generando una
sono il taglio laser (laser cutting) ed il taglio a getto elevata pressione dell'ordine di 140.000psi, superiore alla
d’acqua (water jet cutting). resistenza a compressione di molti materiali.
Figura 37.16 – Tecnica di taglio laser. Figura 37.17 – Tecnica di taglio water jet.
Il taglio laser si effettua tramite la radiazione emessa Il risultato è una erosione ad alta velocità del materiale ed
da un raggio focalizzato di luce coerente, con l’ausilio un taglio netto. Il "cuore" dell'impianto è l'intensificatore
di un gas ad alta pressione. Il gas ausiliario rimuove il di pressione, in pratica una pompa alternativa alimentata
materiale volatile e fuso dal percorso seguito dal da olio idraulico. Il rapporto di intensificazione è
raggio durante la lavorazione. Il fascio luminoso può generalmente 20:1. È anche possibile iniettare nel getto
essere focalizzato concentrando un’elevata quantità di d'acqua del materiale abrasivo come silice granulare.
energia in un singolo punto. L’energia così concentrata Questa tecnica di taglio permette la lavorazione di
permette di raggiungere, in breve tempo, temperature materiali e spessori non lavorabili con procedimenti
molto elevate, superiori alla temperatura di tecnici tradizionali, come metalli particolari, leghe,
vaporizzazione di diversi materiali. Controllando la materiali sintetici, vetro acrilico, materiali rivestiti e
densità della potenza sprigionata, attraverso l’energia stratificati, legno, gomma, pietra e ceramica. Le
del raggio e la dimensione del punto di focalizzazione lavorazioni “water jet” non implicano emissioni di polveri
si possono eseguire sia operazioni di taglio, sia di o gas, producono spigoli di taglio che non necessitano di
saldatura di metalli. I tipi più comuni di laser alcuna rifinitura e non provocano danneggiamenti
industriali sono il laser a CO2, il laser Nd:YAG (a meccanici o alterazioni termiche nei materiali lavorati.
stato solido) e il laser a eccimeri. Spesso, durante il Se caratteristiche peculiari di entrambe le tecniche sono la
processo di taglio il raggio in uscita viene fatto vibrare velocità e l’accuratezza di esecuzione del taglio, di contro
con altissimi picchi di potenza, con il risultato di gli impianti sono molto costosi. Oltre al fattore economico
aumentare la velocità di lavorazione. I vantaggi del la loro diffusione nel settore dei compositi è rallentata per
taglio laser sono: la velocità di avanzamento, la bassa altri due motivi. Il fascio luminoso del taglio laser,
deformazione, la qualità d’incisione, la minima riscaldando ad elevata temperatura la zona di taglio, può
produzione di scorie ed un’ampiezza di taglio ben alterare e degradare le caratteristiche della resina dei
delimitata. preimpregnati. Parimenti, l’acqua del getto può, entrando
Il taglio a “water jet” si basa sull'impiego di un liquido a diretto contatto con il prepreg, contaminare il materiale.
costituito per la maggior parte da acqua filtrata e da Benché tali due effetti siano di modesta entità e possano
una piccola percentuale di polimero liquido, la cui essere talvolta ritenuti ininfluenti, entrambe le tecniche
funzione è quella di diminuire la divergenza del getto. hanno finora trovato poche applicazioni nel settore
Tale liquido viene pompato mediante un aerospaziale.
intensificatore idraulico a pressioni dell'ordine di Seguendo la stessa filosofia con cui sono progettate le
50.000psi ed un accumulatore smorza le pulsazioni macchine da taglio laser e water jet, è possibile
generate dalla pompa alternativa in modo da avere una automatizzare anche le altre tecniche pocanzi presentate.
pressione relativamente costante. Successivamente il
liquido viene inviato ad un ugello di zaffiro di piccole
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Si ricorda a tal proposito che nella maggior parte dei casi il cedimento
dei componenti in composito avviene per delaminazione ed essa è spesso
causata da difettosità presenti nell’interlamina stessa introdotte in fase di
laminazione.
Figura 37.19 – Esempio di una moderna macchina da 5
Si rimanda al capitolo 42 anche per una disamina di tutti i materiali di
taglio a CNC. consumo che verranno introdotti in questo capitolo.
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dettagliato di tutte le operazioni da eseguire durante la completamente automatizzata quando l’operatore non
laminazione. In questi ply-book è riportata la sequenza interviene neppure in questa fase del processo.
di laminazione e, per ciascuna lamina, il numero di Nel primo caso le lamine vengono movimentate per
identificazione, le dimensioni e la posizione in pianta aspirazione attraverso nastri trasportatori e robot che
sullo stampo. Ogni lamina deposta sullo stampo, così aiutano l’operatore nella fase finale di deposizione delle
come ogni pellicola protettiva che viene rimossa, è stesse sullo stampo. Generalmente questi impianti
spuntata dall’operatore sul ply-book. integrano anche un sistema di taglio.
Nel settore aerospaziale, in cui i requisiti sono sempre Il secondo caso è quello ad esempio delle macchine a
più stringenti, la fase di laminazione è monitorata deposizione automatica di nastri (Automatic tape laying
costantemente dal personale del controllo qualità (per Machine).
componenti di grandi dimensioni la sequenza di
laminazione è controllata ogni 4-5 strati).
Nella deposizione delle lamine giocano un ruolo molto
importante il grado di appiccicosità (tack level) e
drappabilità o formabilità (drape level) del
preimpregnato. Un’elevata appiccicosità è garanzia di
adesione fra lamina e stampo o fra lamina e lamina.
Essa però non consente nessun errore di
posizionamento perché, anche a seguito di una
leggerissima pressione di contatto, non è più possibile
rimuovere la lamina per un successivo
riposizionamento. Allo stesso modo un buon livello di
drappabilità consente di conformare la lamina allo
stampo, ma se è troppo elevato si incorre nella
Figura 37.24 – Automatic tape laying machine.
possibilità di alterare la corretta disposizione delle
fibre nella lamina stessa. Il giusto compromesso
dipende dalla forma e dalle dimensioni degli stampi. La Figura 37.24 illustra lo schema di una macchina di
Poiché entrambe queste caratteristiche aumentano questo tipo. Essa è dotata di un dispenser che può portare
all’aumentare della temperatura, è anche possibile nastri di prepreg di larghezze variabili tipicamente fra i 50
agevolare la fase di laminazione partendo da una e i 100mm. Benché siano nate per laminare pannelli piani,
condizione di bassa appiccicosità e drappabilità (low le larghezze ridotte dei nastri consentono deposizioni
tack and drape level) ed aumentarla durante la stesura anche su traiettorie con moderate curvature (ad esempio
delle lamine attraverso un riscaldamento locale delle per i pannelli di superfici alari). Ovviamente se il raggio
stesse (circa 10°C mediante pistola termica). In pratica di curvatura è troppo piccolo una macchina i questo tipo
la stesura della lamina avviene mediante una non può essere utilizzata. Il dispenser è montato su un
successione di più passi in ciascuno dei quali si depone sistema di movimentazione a più assi. Dopo aver
una parte di lamina e la si riscalda affinché essa indicizzato l’area di lavoro, la macchina effettua
rimanga adesa allo strato sottostante. automaticamente, muovendosi su linee parallele, la
deposizione del nastro, la compattazione dello stesso e la
Per far aderire al meglio le lamine e far fuoriuscire le rimozione della pellicola di carta protettiva. Quando viene
bolle d’aria rimaste intrappolate nel preimpregnato si raggiunto il bordo dello stampo il nastro viene tagliato
utilizzano appositi rulli in PTFE® di differenti mediante l’utensile montato sulla testa da taglio e
dimensioni (squeezing roller). L’evacuazione dell’aria ricomincia il ciclo in una nuova posizione. Questo
è ulteriormente favorita effettuando delle processo è ripetuto fino alla completa stratificazione del
compattazioni intermedie ogni 4-5 strati di prepreg laminato.
mediante un sacco da vuoto riciclabile6.
Essendo il taglio del nastro sempre effettuato
Per aumentare il rateo produttivo la fase di normalmente alla direzione di sviluppo del nastro stesso
laminazione può essere automatizzata a diversi livelli. non sempre è possibile far coincidere la linea di taglio con
Si parla di laminazione meccanicamente assistita il bordo del laminato. Anche nel caso semplice di un
quando sono automatizzate solamente alcune fasi del pannello a pianta rettangolare la deposizione di nastri
processo e la deposizione delle lamine sullo stampo è orientati a 45° comporta necessariamente degli sfridi ai
eseguita dall’operatore. Si parla di laminazione bordi. In generale quindi la quantità di sfridi dipende dalla
sequenza di laminazione. Essa può in ogni caso essere
ridotta diminuendo la larghezza del nastro come è
esemplificato in Figura 37.25.
6
Per le compattazioni intermedie il sacco da vuoto viene realizzato
mediante membrane elastomeriche. Per la chiusura del sacco si usa
plastilina.
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Figura 37.29 – Schema di un tipico sacco da vuoto per la polimerizzazione dei laminati in composito.
La fluidità della resina ancora una volta facilita questo possibile ottenere differenti livelli di assorbimento.
flusso. Come risultato è favorita l’azione adesiva della Anche in questo caso la scelta della tipologia e della
resina fra gli strati e si creano forti legami quantità di bleeder da utilizzare dipende dal contenuto
interlaminari. di resina che è richiesto al manufatto finale.
La Figura 37.29 illustra un tipico sacco da vuoto. Esso 4) Barrier. Film in PTFE® o materiale antiaderente non
è costituito da differenti strati di materiali di consumo poroso per consentire la separazione tra bleeder e
ognuno dei quali assolve un ben determinato compito. breather e facilitare l’apertura del sacco e la rimozione
In ordine di deposizione, partendo dalla superficie del laminato dallo stesso a polimerizzazione avvenuta.
superiore del laminato, si ha: 5) Breather. Simile al bleeder ma con maggiore porosità
1) Peel-ply. Tessuto di vetro che conferisce alla ha la funzione di distribuire uniformemente il vuoto in
superficie superiore del laminato la rugosità tutto il sacco. Funziona come una membrana osmotica
ottimale per successivi incollaggi ed effettua permettendo la fuoriuscita di aria e sostanze volatili.
azione protettiva di tale superficie. Disponibile in Assolve anche il compito di evitare che pieghe e difetti
differenti grammature e spessori; di giacitura del sacco da vuoto possano essere
trasferite al laminato sottostante. Una funzione
2) Film separatore microforato. Film in PTFE® che ulteriore è quella di proteggere il film con cui viene
consente la separazione dal laminato di tutte le realizzato il sacco da vuoto da eventuali spigoli dello
pellicole costituenti il sacco; i microfori stampo che potrebbero causare rotture accidentali. Per
consentono il passaggio della resina in eccesso, laminati sottili o basso contenuto di resina è talvolta
dell’aria e delle sostanze volatili che fuoriescono possibile utilizzare esclusivamente il bleeder (che
dal laminato durante il processo di agisce in tal caso anche da breather).
polimerizzazione. Le dimensioni e la spaziatura dei
microfori determinano la quantità di resina che può 6) Sacco da vuoto. Film polimerico, tipicamente nylon,
fluire dalla superficie del laminato e, fortemente espandibile per potersi conformare
conseguentemente, influenzano il contenuto di facilmente all’assieme stampo-laminato-altri materiali
fibre nel manufatto finale. In assenza di microfori è di consumo sottostante. Per cicli di polimerizzazione
possibile evitare completamente la perdita di ad alte temperature (superiori ai 200°C) si utilizzano
resina. Spessore 0,05mm; film di poly-imide (Kapton®). Al sacco da vuoto sono
applicate anche le valvole che permettono la
3) Bleeder. Materassino in poliestere, fibra di vetro o fuoriuscita dell’aria e di tutte le sostanze volatili.
cotone atto ad assorbire la resina in eccesso che Grazie all’azione del breather è generalmente possibile
fuoriesce dal laminato. La conformazione del avere un solo punto di aspirazione.
materiale è tale da avere elevate capacità di
assorbimento e da evitare la completa chiusura di Per sigillare il sacco da vuoto allo stampo viene utilizzata
tutti i pori per effetto della pressione applicata. In della comune plastilina. Essa è un materiale polimerico in
funzione della grammatura e dello spessore
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forma di nastro con un livello di appiccicosità tale da oppure sovrapponendo più strisce elastomeriche
consentire l’adesione fra le parti. (neoprene, silicone) espandibili (Figura 37.31).
Il sacco da vuoto è dotato infine di trasduttori di Un problema tipico che si riscontra nei processi per
temperatura e prese di pressione per il controllo in laminazione in stampo aperto è quello di riuscire a
retroazione del ciclo di polimerizzazione. Una o più replicare eventuali spigoli presenti nello stampo. Questo
termocoppie vengono distribuite all’interno del sacco problema dipende principalmente da due fattori. Il primo
direttamente a contatto del laminato. Esse sono fatte fattore è il livello di drappabilità delle lamine; il secondo
fuoriuscire attraverso il nastro di sigillante. fattore è quello che viene denominato “effetto ponte” del
Le prese di pressione, al pari dei punti di aspirazione, sacco da vuoto. I casi illustrati in Figura 37.32 illustrano
sono realizzate mediante l’applicazione al sacco di una gli effetti di questi due fattori sia nel caso di spigolo
o più valvole. esterno (a) sia nel caso di spigolo interno (b).
Per ridurre questi effetti vengono utilizzati materiali
elastomerici che, posizionati sopra il laminato in
corrispondenza dello spigolo, agiscono durante il ciclo di
polimerizzazione come distributori ed intensificatori di
pressione grazie alle loro elevate caratteristiche di
formabilità ed espandibilità termica. La Figura 37.33
mostra il posizionamento di un nastro elastomerico
(intensifier pressure strip) in corrispondenza di uno
spigolo interno.
37.2.3 La polimerizzazione
(b)
La polimerizzazione è la fase che conferisce al
laminato le sue caratteristiche finali. Perché ciò Figura 37.35 – Contenuto di vuoti in due campioni di resina
ottenuti con (a) e senza (b) il sacco da vuoto.
avvenga è necessario agire contemporaneamente su
due parametri: temperatura e pressione. E’ noto dal
capitolo 32 che la resina dei preimpregnati L’evacuazione di bolle d’aria e di tutte le sostanze volatili
(tipicamente resina epossidica) sia già catalizzata e può essere ottenuta efficientemente con l’azione
quindi il processo di polimerizzazione sia già combinata di una pressione esterna (al sacco), che preme
il laminato contro lo stampo, e della depressione esercitata
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Un altro aspetto che riduce i costi ciclo è l’esecuzione In Figura 37.38 è mostrata l’autoclave in dotazione ai
di cicli di co-curing. Con tale termine sono identificati Laboratori Scientifici del Dipartimento di Ingegneria
tutti quei cicli durante i quali l’incollaggio di due o più Aerospaziale del Politecnico di Milano.
componenti in composito è effettuata
contemporaneamente alla loro polimerizzazione.
Perché ciò sia possibile anche in questo le temperature
e le pressioni di polimerizzazione dei prepreg e dei
film di adesivo devono essere compatibili.
A fronte dei costi così elevati rimane però il fatto che
le prestazioni meccaniche dei manufatti che si
ottengono con questa tecnologia sono difficilmente
ottenibili altrimenti.
Nei cicli standard la camera dell’autoclave è
pressurizzata con aria. Essendo tuttavia la
reticolazione un processo fortemente esotermico con
possibilità di autocombustione del materiale in taluni
casi è preferibile l’utilizzo di gas inerti che non
possano alimentare (a differenza dell’aria), eventuali
principi di combustione. Figura 37.38 – Interno dell’autoclave in dotazione ai
Laboratori Scientifici del Dipartimento di Ingegneria
I fattori che possono determinare la necessità di Aerospaziale del Politecnico di Milano.
utilizzare gas inerti (quali azoto o anidride carbonica)
sono: Essa ha una camera a chiusura rapida, in acciaio al
temperature di polimerizzazione delle resine carbonio, cilindrica e dotata di asse orizzontale.
superiori ai 180°C; Le sue caratteristiche costruttive principali sono le
inerzia termica degli stampi elevata; seguenti:
spessori dei laminati da polimerizzare elevati. Diametro interno: 1500 mm;
Se è evidente l’influenza dei primi due fattori non Diametro interno utile al netto della coibentazione:
altrettanto chiara può esserlo quella del terzo. La 1200 mm;
pericolosità di avere elevati spessori risiede nel fatto Altezza dal piano di carico alla generatrice superiore:
che quando si innesca la reticolazione la parte più 1000 mm;
interna del laminato può subire un brusco
riscaldamento (a causa della reazione esotermica) che Lunghezza interna utile: 2200 mm;
non riesce ad essere controllato dal sistema. Lunghezza totale esterna: 4200 mm;
L’impianto di raffreddamento non è in tal caso
sufficiente a contrastare il gradiente termico del nucleo Pressione di esercizio: 15 bar;
del laminato e la reazione non è più controllata. Potenza max. riscaldatori: 125KW;
Temperatura di esercizio massima (aria): 450°C;
Gradiente max. di temperatura: 10°C/min.
L’impianto è inoltre dotato di:
un fondo mobile con chiusura rapida a baionetta ad
anello rotante, incernierato al recipiente mediante
bandiera laterale di supportazione: è completo di
ingranaggi a leva e settore dentato per la manovra di
rotazione del fondo stesso;
due selle di appoggio in lamiera composta, atte a
sopportare il peso dell’autoclave, il carrello porta
materiale ed il materiale da polimerizzare;
un binario interno in ferro profilato per lo scorrimento
del carrello portamateriale;
Figura 37.37 – Esterno dell’autoclave in dotazione ai
Laboratori Scientifici del Dipartimento di Ingegneria un dispositivo di sicurezza, una valvola
Aerospaziale del Politecnico di Milano antinfortunistica e di sicurezza secondo quanto
imposto dalle norme di sicurezza;
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coibentazione della superficie interna della resina. Queste curve possono essere ottenute
dell’autoclave, eseguita con materiale coibentante mediante spettroscopia dinamico meccanica effettuando
di spessore 150 mm, ricoperture in lamierino di delle scansioni tempo/temperatura dipendenti (Figure
ferro spessore 1 mm per il fasciame, e 3 mm per i 37.40-42). Dall’analisi di queste curve, si può stabilire sia
fondi; la temperatura di polimerizzazione, ovvero la temperatura
di mantenimento a cui far avvenire la polimerizzazione
verniciatura interna effettuata con alluminio per
del laminato, sia il rateo di temperatura nella fase di
alte temperature;
riscaldamento iniziale. In questo modo si definisce
strumentazione automatica per comando, completamente il ciclo di temperatura (per la fase di
regolazione e registrazione autoclave, in particolare raffreddamento il discorso è meno critico, generalmente si
regolazione della temperatura, della pressione e del imposta un gradiente che consenta di mantenere un campo
vuoto tramite microprocessore; di temperatura uniforme all’interno del sacco (tipicamente
una elettropompa per vuoto di tipo rotativo a 2÷3°C/min).
palette metalliche silenziata secondo le norme;
un compressore per il pompaggio dell’aria,
silenziato secondo le norme;
monitoraggio completo di allarmi sonde per la
segnalazione della temperatura, trasmettitore di
pressione per l’autoclave, trasmettitore di pressione
per sacchi, trasmettitore a vuoto per lo stampo.
Come evidenziato in Figura 37.38 l’autoclave è
costituita da due blocchi: il primo rappresentato dalla
camera, dai compressori e da tutti gli impianti
ancillari; il secondo da un quadro elettrico di comando
che gestisce completamente l’intero impianto e dal
quale è possibile impostare il ciclo desiderato, regolare Figura 37.40 – Curva di viscosità di una resina epossidica
i parametri con controllori PID (Proporzionale, standard.
Integrativo e Derivativo) in retroazione e registrare il
segnale di tutte le sonde distribuite all’interno della
camera.
La Figura 37.39 mostra un tipico ciclo di
polimerizzazione di una resina epossidica configurato
per l’esecuzione in autoclave. Questi cicli sono
generalmente forniti dal produttore del preimpregnato
e dipendono essenzialmente dalle caratteristiche
chimico-fisiche della resina e dalla bagnabilità del
delle fibre di rinforzo.
Ciclo di polimerizzazione
160 3,5
Pressione [bar]
1,5
80 1
Il passo successivo è la definizione del ciclo di pressione,
Temperatura Pressione
0,5
che è funzione sia della bagnabilità delle fibre sia delle
40
Vuoto 0
caratteristiche della resina. La determinazione del ciclo
-0,5
-1
ottimale è per certi versi più difficoltosa e critica rispetto
0 -1,5
al ciclo di temperatura perché non c’è una procedura
0 20 40 60 80 100
Tempo [min]
120 140 160 180
rigorosa da seguire ed è necessario sempre mettere a punto
il ciclo attraverso prove sperimentali. A prescindere da
Figura 37.39 – Tipico ciclo di polimerizzazione in ciò, la pressione è in stretta relazione con la viscosità ed il
autoclave per un composito a matrice epossidica.
tempo di gelificazione della resina. E’ importante
applicare la pressione quando la resina è ancora
Il primo passo per la definizione del ciclo di
sufficientemente fluida per favorire la sua distribuzione
polimerizzazione ottimale è la determinazione
nel laminato ed ottenere un buon grado di compattazione.
sperimentale delle curve di viscosità e di gelificazione
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Essendo un impianto molto più semplice laminato, contribuisce alla sua compattazione. Nel caso di
dell’autoclave, e conseguentemente anche molto più un pannello piano tutta la forza agisce in direzione
economico, la polimerizzazione in forno è largamente normale (ovvero verticale) e quindi le differenze rispetto
utilizzata, soprattutto se non è necessario garantire all’autoclave sono minime. Nel caso invece di un
prestazioni meccaniche particolarmente elevate ai componente con forma più complessa non tutte le parti del
manufatti. laminato si compattano allo stesso modo. In questo caso le
Essa è inoltre una delle tecnologie ampliamente differenze rispetto all’autoclave possono essere
utilizzate per la produzione integrale di componenti di sostanziali. E’ possibile che ci siano zone del laminato
dimensioni non standard. Nel settore nautico è (aventi la normale orizzontale) sulle quali non agisce
frequente la polimerizzazione di scafi in forni alcuna pressione di compattazione derivante dall’azione
appositamente assemblati. della pressa.
Bibliografia
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